Buonasera dottori/esse, vi scrivo perché mi attanaglia da mesi una situazione molto spiacevole nell
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Buonasera dottori/esse,
vi scrivo perché mi attanaglia da mesi una situazione molto spiacevole nella quale mi sono ritrovata. Tutto è iniziato dopo un flirt con un ragazzo, una storia occasionale durata una sola notte. La persona in questione ha poi spifferato ai suoi amici quanto accaduto e da allora ricevo sguardi maliziosi o inappropriati, tentativi di avvicinamento,o avvicinamenti per "abbordarmi" ; uno suo amico mi ha anche fatto una richiesta, seppur indiretta, esplicita.
Tutto ciò mi fa stare immensamente male, mi sento invasa nella mia sfera intima e privata, trattata come un oggetto a cui non si deve nemmeno chiedere, mi sento come in un fenomeno da branco. Non so come riappropriarmi della mia dignità lesa. La cosa che mi fa stare male è che quanto accaduto quella sera è stata una leggerezza - diciamo una situazione sfuggita di mano, avevo bevuto quella sera - che in altre situazioni non sarebbe mai accaduta, di solito non mi lancio e tendo a pensare e riflettere molto. E' pur vero che anche se quell'esperienza non è stata conforme a come di solito vivo questi approcci e la mia intimità, avrei fatto mea culpa con me stessa, sarebbe stata un 'esperienza che avrei valutato come negativa e di cui fare tesoro per capire cosa fa davvero per me e cosa no e l'avrei accantonata nel dimenticatoio, ma non ho potuto per via del comportamento meschino e infantile di lui e della posizione in cui mi ha messo nei confronti dei suoi amici e gli altri - vivo in un piccolo paesino dove le dinamiche del gossipo sono molto accentuate, la mentalità è davvero molto arretrata e maschilista, quindi vi lascio immaginare.
Non riesco ad elaborare questa esperienza e non so come comportarmi quando mi sento oggetto di sguardi o tentativi di essere avvicinata.
Diciamo pure che ho sempre avuto un rapporto difficile con la sessualità e questo non aiuta.
Vorrei tornare quella di prima. Poi, non posso nemmeno allontanarmi da qui come facevo prima, non ho mai frequentato il luogo e non conoscevo bene le sue dinamiche, ho sempre frequentato altre tipologie di persone e ambienti, diciamo più emancipati, open - minded, al contempo rispettosi.
Sono molto vulnerabile e soffro già da anni di depressione e ho fatto psicoterapia, quindi questa situazione per me è difficile da reggere.
Vorrei trovare la giusta strategia per arginare questi comportamenti, scoraggiarli e riappropriami della mia persona, anche se non credo sia possibile farlo in un ambiente così.
Che strategie posso adottare per scoraggiare questi comportamenti? Forse non mi conviene affrontarli direttamente poiché potrei sicuramente alimentare voci indesiderate o altri comportamenti tossici. Ditemi voi. Non giudicatemi anche voi, però.
vi scrivo perché mi attanaglia da mesi una situazione molto spiacevole nella quale mi sono ritrovata. Tutto è iniziato dopo un flirt con un ragazzo, una storia occasionale durata una sola notte. La persona in questione ha poi spifferato ai suoi amici quanto accaduto e da allora ricevo sguardi maliziosi o inappropriati, tentativi di avvicinamento,o avvicinamenti per "abbordarmi" ; uno suo amico mi ha anche fatto una richiesta, seppur indiretta, esplicita.
Tutto ciò mi fa stare immensamente male, mi sento invasa nella mia sfera intima e privata, trattata come un oggetto a cui non si deve nemmeno chiedere, mi sento come in un fenomeno da branco. Non so come riappropriarmi della mia dignità lesa. La cosa che mi fa stare male è che quanto accaduto quella sera è stata una leggerezza - diciamo una situazione sfuggita di mano, avevo bevuto quella sera - che in altre situazioni non sarebbe mai accaduta, di solito non mi lancio e tendo a pensare e riflettere molto. E' pur vero che anche se quell'esperienza non è stata conforme a come di solito vivo questi approcci e la mia intimità, avrei fatto mea culpa con me stessa, sarebbe stata un 'esperienza che avrei valutato come negativa e di cui fare tesoro per capire cosa fa davvero per me e cosa no e l'avrei accantonata nel dimenticatoio, ma non ho potuto per via del comportamento meschino e infantile di lui e della posizione in cui mi ha messo nei confronti dei suoi amici e gli altri - vivo in un piccolo paesino dove le dinamiche del gossipo sono molto accentuate, la mentalità è davvero molto arretrata e maschilista, quindi vi lascio immaginare.
Non riesco ad elaborare questa esperienza e non so come comportarmi quando mi sento oggetto di sguardi o tentativi di essere avvicinata.
Diciamo pure che ho sempre avuto un rapporto difficile con la sessualità e questo non aiuta.
Vorrei tornare quella di prima. Poi, non posso nemmeno allontanarmi da qui come facevo prima, non ho mai frequentato il luogo e non conoscevo bene le sue dinamiche, ho sempre frequentato altre tipologie di persone e ambienti, diciamo più emancipati, open - minded, al contempo rispettosi.
Sono molto vulnerabile e soffro già da anni di depressione e ho fatto psicoterapia, quindi questa situazione per me è difficile da reggere.
Vorrei trovare la giusta strategia per arginare questi comportamenti, scoraggiarli e riappropriami della mia persona, anche se non credo sia possibile farlo in un ambiente così.
Che strategie posso adottare per scoraggiare questi comportamenti? Forse non mi conviene affrontarli direttamente poiché potrei sicuramente alimentare voci indesiderate o altri comportamenti tossici. Ditemi voi. Non giudicatemi anche voi, però.
Gent.ma,
le ringrazio per la sua domanda. Nulla sarebbe più lontano dalla nostra professionalità che giudicarla, le posso garantire.. non si può che essere solidali per la situazione che l'ha coinvolta, per la dinamica che lei si trova a vivere. Emerge da quello che scrive una sofferenza abbastanza evidente, che pare lasciare intendere anche sentimenti di colpa che non dovrebbero coinvolgerla. Ha preso in considerazione la possibilità di avviare un percorso di psicoterapia? Potrei ipotizzare che la aiuterebbe non solo a gestire più efficacemente questa triste vicenda, ma anche a conoscersi in maniera più completa e vivere (forse) con una maggiore indulgenza verso sè stessa.
Un caro saluto
le ringrazio per la sua domanda. Nulla sarebbe più lontano dalla nostra professionalità che giudicarla, le posso garantire.. non si può che essere solidali per la situazione che l'ha coinvolta, per la dinamica che lei si trova a vivere. Emerge da quello che scrive una sofferenza abbastanza evidente, che pare lasciare intendere anche sentimenti di colpa che non dovrebbero coinvolgerla. Ha preso in considerazione la possibilità di avviare un percorso di psicoterapia? Potrei ipotizzare che la aiuterebbe non solo a gestire più efficacemente questa triste vicenda, ma anche a conoscersi in maniera più completa e vivere (forse) con una maggiore indulgenza verso sè stessa.
Un caro saluto
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Salve, da una parte cerchi di rispondere in modo sereno e diretto a chi le fa degli approcci non graditi. Non ha niente da vergognarsi, semmai dovrebbe farlo quel ragazzo che si è vantato con gli amici.
Dall'altra parte forse un upgrade della sua psicoterapia, per fare il punto della situazione, non sarebbe male.
Dall'altra parte forse un upgrade della sua psicoterapia, per fare il punto della situazione, non sarebbe male.
Buongiorno, come ha fatto ben notare è molto forte in Lei il senso di giudizio e ciò che l'altro potrebbe pensare. Ma in realtà il vero giudice da fronteggiare è proprio Lei, cercando di capire cosa provoca tale sofferenza che probabilmente la blocca dal reagire alle provocazioni a approcci indelicati della compagnia a cui ha fatto riferimento. Potrebbe parlarne in terapia e sviscerare questo aspetto e nel frattempo trovare un modo assertivo di far capire a questi ragazzi che la stanno offendendo e che non gradisce il loro modo di fare senza dover dare troppe spiegazioni o giustificazioni. Lavorare sul senso di colpa che collega il suo gesto è anche un tema che approfondirei per normalizzarlo e ricreare una visione di Lei più in linea con i suoi bisogni e desideri.
Saluti
Dott.ssa Oriella D'Amico
Saluti
Dott.ssa Oriella D'Amico
Buonasera,
mi dispiace profondamente per la situazione che sta vivendo, soprattutto perché sembra colpirla non solo sul piano emotivo, ma anche su quello della sua percezione di sé e della sua libertà personale. Il senso di invasione, il pettegolezzo, il giudizio sociale e la difficoltà a sentirsi al sicuro nel proprio ambiente possono davvero amplificare il dolore di un’esperienza già di per sé spiacevole.
Il punto fondamentale da cui partire è che nessuno ha il diritto di sminuirla o farla sentire un oggetto per una scelta che riguarda esclusivamente lei e la sua sfera intima. Il problema non è ciò che ha fatto, ma il comportamento scorretto e immaturo degli altri. In ambienti chiusi e maschilisti, purtroppo, certi atteggiamenti si alimentano proprio grazie alla complicità del gruppo e alla convinzione che la donna debba subire le conseguenze di una sua decisione più di quanto non accada agli uomini.
Per proteggersi e recuperare il suo spazio, può adottare diverse strategie. Alcune possono essere più dirette, altre più sottili, ma tutte mirano a farle riacquisire controllo:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato
Se questi uomini cercano di avvicinarla con battute o atteggiamenti inopportuni, la strategia migliore spesso è la totale indifferenza. Non dare loro terreno su cui costruire, non giustificarsi, non dimostrare imbarazzo. Uno sguardo diretto, un silenzio lungo e una postura sicura spesso possono valere più di mille parole.
Riconoscere il fenomeno del branco
Questo tipo di dinamica si basa spesso sulla percezione di superiorità e controllo. Se si mostra indifferente, senza cadere nella provocazione, senza mostrarsi toccata o infastidita, spesso il gruppo perde interesse. Se invece qualcuno oltrepassa il limite, una risposta chiara e decisa può metterlo in difficoltà.
Creare una rete di supporto
Anche se l’ambiente è ostile, può cercare persone con cui si sente sicura. Amici, conoscenti o anche colleghi con cui poter condividere il disagio e che possano aiutarla a sentirsi meno isolata.
Valutare un confronto mirato
Se sente che potrebbe funzionare, potrebbe affrontare in modo mirato il ragazzo che ha diffuso la notizia, facendogli capire con fermezza che ha avuto un comportamento inaccettabile. A volte un confronto diretto mette le persone di fronte alla propria responsabilità.
Proteggere la propria salute mentale
Già affronta la depressione e conosce l’importanza della terapia. Questa esperienza può aver toccato corde molto profonde legate alla sua percezione della sessualità e della sua libertà di scelta. Forse è il momento di riprendere il percorso terapeutico, se già non lo sta facendo, per lavorare su questi sentimenti e rafforzare la sua sicurezza.
Non deve sentirsi sbagliata, e soprattutto non deve permettere che un ambiente tossico le faccia perdere la fiducia in sé stessa. La sua dignità non è stata lesa: è ancora tutta sua, ed è il loro comportamento a essere vergognoso.
Se vuole approfondire il lavoro su queste tematiche in uno spazio sicuro, possiamo farlo insieme in terapia.
Un caro saluto.
mi dispiace profondamente per la situazione che sta vivendo, soprattutto perché sembra colpirla non solo sul piano emotivo, ma anche su quello della sua percezione di sé e della sua libertà personale. Il senso di invasione, il pettegolezzo, il giudizio sociale e la difficoltà a sentirsi al sicuro nel proprio ambiente possono davvero amplificare il dolore di un’esperienza già di per sé spiacevole.
Il punto fondamentale da cui partire è che nessuno ha il diritto di sminuirla o farla sentire un oggetto per una scelta che riguarda esclusivamente lei e la sua sfera intima. Il problema non è ciò che ha fatto, ma il comportamento scorretto e immaturo degli altri. In ambienti chiusi e maschilisti, purtroppo, certi atteggiamenti si alimentano proprio grazie alla complicità del gruppo e alla convinzione che la donna debba subire le conseguenze di una sua decisione più di quanto non accada agli uomini.
Per proteggersi e recuperare il suo spazio, può adottare diverse strategie. Alcune possono essere più dirette, altre più sottili, ma tutte mirano a farle riacquisire controllo:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato
Se questi uomini cercano di avvicinarla con battute o atteggiamenti inopportuni, la strategia migliore spesso è la totale indifferenza. Non dare loro terreno su cui costruire, non giustificarsi, non dimostrare imbarazzo. Uno sguardo diretto, un silenzio lungo e una postura sicura spesso possono valere più di mille parole.
Riconoscere il fenomeno del branco
Questo tipo di dinamica si basa spesso sulla percezione di superiorità e controllo. Se si mostra indifferente, senza cadere nella provocazione, senza mostrarsi toccata o infastidita, spesso il gruppo perde interesse. Se invece qualcuno oltrepassa il limite, una risposta chiara e decisa può metterlo in difficoltà.
Creare una rete di supporto
Anche se l’ambiente è ostile, può cercare persone con cui si sente sicura. Amici, conoscenti o anche colleghi con cui poter condividere il disagio e che possano aiutarla a sentirsi meno isolata.
Valutare un confronto mirato
Se sente che potrebbe funzionare, potrebbe affrontare in modo mirato il ragazzo che ha diffuso la notizia, facendogli capire con fermezza che ha avuto un comportamento inaccettabile. A volte un confronto diretto mette le persone di fronte alla propria responsabilità.
Proteggere la propria salute mentale
Già affronta la depressione e conosce l’importanza della terapia. Questa esperienza può aver toccato corde molto profonde legate alla sua percezione della sessualità e della sua libertà di scelta. Forse è il momento di riprendere il percorso terapeutico, se già non lo sta facendo, per lavorare su questi sentimenti e rafforzare la sua sicurezza.
Non deve sentirsi sbagliata, e soprattutto non deve permettere che un ambiente tossico le faccia perdere la fiducia in sé stessa. La sua dignità non è stata lesa: è ancora tutta sua, ed è il loro comportamento a essere vergognoso.
Se vuole approfondire il lavoro su queste tematiche in uno spazio sicuro, possiamo farlo insieme in terapia.
Un caro saluto.
Buonasera,
Comprendo profondamente il suo dolore e la sensazione di vulnerabilità che sta vivendo in questa situazione. È assolutamente legittimo sentirsi feriti, invasi nella propria sfera privata e disorientati di fronte a comportamenti così inopportuni e irrispettosi.
Dal punto di vista emotivo, può essere utile lavorare sull'autocompassione e sulla distinzione tra ciò che dipende da lei e ciò che invece riguarda la mentalità e i comportamenti degli altri. L'errore non è stato il suo, ma di chi ha strumentalizzato un momento di intimità per alimentare un ambiente di giudizio e mancanza di rispetto. Questo atteggiamento, purtroppo, è tipico di contesti dove la mentalità è ancora fortemente influenzata da stereotipi maschilisti.
Per quanto riguarda le strategie pratiche, potrebbe essere utile:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato: spesso, l’indifferenza e la sicurezza in sé stessi sono deterrenti più efficaci di un confronto diretto. Se si sente osservata o approcciata in modo inappropriato, rispondere con uno sguardo serio e deciso può comunicare chiaramente che non è disponibile a certe dinamiche.
Impostare confini chiari: se qualcuno si avvicina con intenzioni non gradite, rispondere con un tono assertivo e neutro (“Non mi interessa, ti prego di rispettarlo”) può essere una buona strategia per non lasciare spazio a ulteriori ambiguità.
Cercare alleati: avere persone di fiducia che la supportano, anche solo con la loro presenza o con cui possa sfogarsi, può aiutarla a sentirsi meno sola e più sicura.
Lavorare sulla propria percezione interna: la sua dignità non è stata lesa, perché nessuno può toglierle il valore che ha come persona. Il giudizio degli altri dice molto di loro e nulla di lei.
Capisco che tutto questo possa essere particolarmente difficile da affrontare, soprattutto considerando che già soffre di depressione e ha avuto difficoltà con la sessualità in passato. Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa accompagnarla in un percorso mirato di elaborazione e rafforzamento personale.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Comprendo profondamente il suo dolore e la sensazione di vulnerabilità che sta vivendo in questa situazione. È assolutamente legittimo sentirsi feriti, invasi nella propria sfera privata e disorientati di fronte a comportamenti così inopportuni e irrispettosi.
Dal punto di vista emotivo, può essere utile lavorare sull'autocompassione e sulla distinzione tra ciò che dipende da lei e ciò che invece riguarda la mentalità e i comportamenti degli altri. L'errore non è stato il suo, ma di chi ha strumentalizzato un momento di intimità per alimentare un ambiente di giudizio e mancanza di rispetto. Questo atteggiamento, purtroppo, è tipico di contesti dove la mentalità è ancora fortemente influenzata da stereotipi maschilisti.
Per quanto riguarda le strategie pratiche, potrebbe essere utile:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato: spesso, l’indifferenza e la sicurezza in sé stessi sono deterrenti più efficaci di un confronto diretto. Se si sente osservata o approcciata in modo inappropriato, rispondere con uno sguardo serio e deciso può comunicare chiaramente che non è disponibile a certe dinamiche.
Impostare confini chiari: se qualcuno si avvicina con intenzioni non gradite, rispondere con un tono assertivo e neutro (“Non mi interessa, ti prego di rispettarlo”) può essere una buona strategia per non lasciare spazio a ulteriori ambiguità.
Cercare alleati: avere persone di fiducia che la supportano, anche solo con la loro presenza o con cui possa sfogarsi, può aiutarla a sentirsi meno sola e più sicura.
Lavorare sulla propria percezione interna: la sua dignità non è stata lesa, perché nessuno può toglierle il valore che ha come persona. Il giudizio degli altri dice molto di loro e nulla di lei.
Capisco che tutto questo possa essere particolarmente difficile da affrontare, soprattutto considerando che già soffre di depressione e ha avuto difficoltà con la sessualità in passato. Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa accompagnarla in un percorso mirato di elaborazione e rafforzamento personale.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno,
Cerchi un terapeuta esperto che la accompagni nel costruire un’immagine di sé più solida, rafforzando alcune sue fragilità interne, rendendola meno dipendente dal giudizio degli altri.
Un caro saluto
Cerchi un terapeuta esperto che la accompagni nel costruire un’immagine di sé più solida, rafforzando alcune sue fragilità interne, rendendola meno dipendente dal giudizio degli altri.
Un caro saluto
Comprendo quanto questa situazione possa essere dolorosa e frustrante, soprattutto considerando il contesto in cui si trova. È assolutamente comprensibile sentirsi vulnerabile e provare disagio per l’invasione della propria sfera privata e intima.
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che non ha nulla di cui sentirsi in colpa. Le sue scelte appartengono a lei, e nessuno ha il diritto di strumentalizzarle o di trattarla con mancanza di rispetto. L’atteggiamento di chi ha diffuso dettagli privati e di chi si sente autorizzato a rivolgersi a lei in modo inopportuno è inaccettabile, e il problema sta in loro, non in lei.
Per quanto riguarda le strategie per gestire la situazione, potrebbe valutare alcune opzioni:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato – Spesso, chi adotta comportamenti invadenti si aspetta una reazione emotiva. Mostrarsi indifferenti e rispondere con freddezza o con risposte brevi e poco incoraggianti può scoraggiarli.
Stabilire confini chiari – Se qualcuno si avvicina con atteggiamenti inappropriati, può rispondere in modo assertivo ma senza dare spazio al dialogo, ad esempio: "Non mi interessa questo tipo di conversazione." oppure "Preferirei che evitassi questi discorsi con me."
Ridurre il contatto con chi alimenta la situazione – Se possibile, evitare luoghi o contesti in cui questi atteggiamenti sono più frequenti, almeno finché la situazione non si ridimensiona.
Cercare supporto in persone fidate – Se ha amici, conoscenti o persone nel suo ambiente che possono offrirle sostegno, potrebbe essere utile parlarne con loro per sentirsi meno isolata. Avere qualcuno al proprio fianco può anche scoraggiare ulteriori tentativi di approccio indesiderati.
Lavorare sulla gestione emotiva dell’evento – È naturale sentirsi feriti e destabilizzati da questa esperienza. Se sente che il peso emotivo è troppo grande, riprendere un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare l’accaduto in un modo che le permetta di voltare pagina.
So che in un ambiente piccolo e con una mentalità chiusa queste dinamiche possono essere ancora più difficili da affrontare, ma è importante ricordare che la sua dignità e il suo valore non dipendono dal giudizio degli altri. Lei ha diritto a sentirsi rispettata, e lavorare per riappropriarsi della propria sicurezza e serenità è un passo fondamentale.
Se ha bisogno di ulteriori consigli o strumenti pratici, non esiti a scrivermi.
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che non ha nulla di cui sentirsi in colpa. Le sue scelte appartengono a lei, e nessuno ha il diritto di strumentalizzarle o di trattarla con mancanza di rispetto. L’atteggiamento di chi ha diffuso dettagli privati e di chi si sente autorizzato a rivolgersi a lei in modo inopportuno è inaccettabile, e il problema sta in loro, non in lei.
Per quanto riguarda le strategie per gestire la situazione, potrebbe valutare alcune opzioni:
Mantenere un atteggiamento fermo e distaccato – Spesso, chi adotta comportamenti invadenti si aspetta una reazione emotiva. Mostrarsi indifferenti e rispondere con freddezza o con risposte brevi e poco incoraggianti può scoraggiarli.
Stabilire confini chiari – Se qualcuno si avvicina con atteggiamenti inappropriati, può rispondere in modo assertivo ma senza dare spazio al dialogo, ad esempio: "Non mi interessa questo tipo di conversazione." oppure "Preferirei che evitassi questi discorsi con me."
Ridurre il contatto con chi alimenta la situazione – Se possibile, evitare luoghi o contesti in cui questi atteggiamenti sono più frequenti, almeno finché la situazione non si ridimensiona.
Cercare supporto in persone fidate – Se ha amici, conoscenti o persone nel suo ambiente che possono offrirle sostegno, potrebbe essere utile parlarne con loro per sentirsi meno isolata. Avere qualcuno al proprio fianco può anche scoraggiare ulteriori tentativi di approccio indesiderati.
Lavorare sulla gestione emotiva dell’evento – È naturale sentirsi feriti e destabilizzati da questa esperienza. Se sente che il peso emotivo è troppo grande, riprendere un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare l’accaduto in un modo che le permetta di voltare pagina.
So che in un ambiente piccolo e con una mentalità chiusa queste dinamiche possono essere ancora più difficili da affrontare, ma è importante ricordare che la sua dignità e il suo valore non dipendono dal giudizio degli altri. Lei ha diritto a sentirsi rispettata, e lavorare per riappropriarsi della propria sicurezza e serenità è un passo fondamentale.
Se ha bisogno di ulteriori consigli o strumenti pratici, non esiti a scrivermi.
Capisco quanto questa situazione possa essere dolorosa e difficile da gestire. Il comportamento del ragazzo e dei suoi amici ha invaso la tua intimità e ti ha messo in una posizione scomoda che, giustamente, non meritavi. La vulnerabilità che senti, anche a causa della depressione e della difficoltà con la sessualità, rende tutto ancora più pesante.
La cosa più importante è che tu riconosca che il problema non è tuo, ma di chi ha agito in modo inappropriato. Riappropriarti della tua dignità non significa solo difenderti, ma anche darti il permesso di rimanere integra in mezzo a chi non ti rispetta. Una strategia che potrebbe essere utile è quella di rimanere ferma nei tuoi confini senza sentirti obbligata a rispondere o giustificarti. Potresti rispondere con fermezza, ma senza entrare nei dettagli, ad esempio dicendo "non mi interessa" o "non sono disponibile" in modo breve ma deciso. In questo modo, metti dei limiti senza alimentare ulteriormente la situazione.
Se ti senti più a tuo agio, potresti anche cercare un supporto esterno, come un gruppo o una figura di riferimento nel tuo ambiente, che possa agire come una sorta di protezione emotiva. Inoltre, sarebbe utile riflettere con un terapeuta su come gestire la tua vulnerabilità in un contesto che ti fa sentire minacciata, in modo da ritrovare il tuo equilibrio interiore senza sentirti giudicata o inadeguata.
Infine, ricorda che non sei obbligata a fare parte di un ambiente che non ti rispetta. Se possibile, cerca di circondarti di persone che ti sostengono e ti comprendono, anche se questo richiede un po' di tempo. La tua dignità e il tuo benessere sono ciò che conta di più.
La cosa più importante è che tu riconosca che il problema non è tuo, ma di chi ha agito in modo inappropriato. Riappropriarti della tua dignità non significa solo difenderti, ma anche darti il permesso di rimanere integra in mezzo a chi non ti rispetta. Una strategia che potrebbe essere utile è quella di rimanere ferma nei tuoi confini senza sentirti obbligata a rispondere o giustificarti. Potresti rispondere con fermezza, ma senza entrare nei dettagli, ad esempio dicendo "non mi interessa" o "non sono disponibile" in modo breve ma deciso. In questo modo, metti dei limiti senza alimentare ulteriormente la situazione.
Se ti senti più a tuo agio, potresti anche cercare un supporto esterno, come un gruppo o una figura di riferimento nel tuo ambiente, che possa agire come una sorta di protezione emotiva. Inoltre, sarebbe utile riflettere con un terapeuta su come gestire la tua vulnerabilità in un contesto che ti fa sentire minacciata, in modo da ritrovare il tuo equilibrio interiore senza sentirti giudicata o inadeguata.
Infine, ricorda che non sei obbligata a fare parte di un ambiente che non ti rispetta. Se possibile, cerca di circondarti di persone che ti sostengono e ti comprendono, anche se questo richiede un po' di tempo. La tua dignità e il tuo benessere sono ciò che conta di più.
Nessun giudizio, anzi, il giudizio lo meriterebbero le persone che ha descritto. Le raccomanderei un supporto psicologico per affrontare questo momento. La prima domanda che mi viene in mente è, ma lei come giudica se stessa? perchè mi sembra di capire che gli sguardi degli altri e/o ipotetici giudizi trovino terreno fertile perchè è già lei ad essersi giudicata. Io ad esempio ritengo non abbia fatto niente di male o sbagliato. Lo ritiene anche lei o è la prima a condannarsi? glielo chiedo perchè il primo pezzo di lavoro che le suggerirei di fare con se stessa riguarda proprio questo aspetto, si responsabilizzi, da un lato, ripetto alle sue scelte ma non si condanni. Rispetto alle altre persone invece la strategia migliore è sempre quella di ignorarli. Per poterla attuare bisogna però aver lavorato prima sulla sua solidità interiore.
gentile utente,
ci terrei in primis a dirle che, da quanto racconta, non c'é nulla di cui vergognarsi. Una persona adulta è libera di decidere se, come, quando e con chi vivere la propria vita sessuale senza doversi sentire oggetto di giudizi, maldicenze, stereotipi o, peggio ancora, pregiudizi di genere (il fatto che lei sia donna non rende un comportamento diverso rispetto allo stesso fatto da un uomo).
Da come lo descrive, sembra più che siano i ragazzi dell'ambiente in cui vive a trovarsi in una dimensione molto infantile e povera rispetto invece alla complessità delle relazioni umane.
Tornando a lei mi colpisce che, piuttosto che valutare gli oggettivi elementi di limite in termini di educazione sentimentale dei suoi conoscenti e relativi amici e per i quali lei non può farci molto, metta in discussione se stessa ( ad es. "ho fatto una leggerezza", "mea culpa", ecc) per un comportamento (il suo) assolutamente legittimo; forse potrebbe lavorare sulla sua autostima e sull'immagine di se stessa nel mondo che ha internamente, per rafforzare la sua assertività in ambienti come questo descritto, e su quale possa essere il modo a lei più adatto di far coesistere allo stesso tempo la sua personalità e il suo trovarsi in un ambiente non "open minded".
Infine, le sono vicino per il fatto di doversi ancora confrontare oggigiorno con un certo maschilismo, testimonianza tra le altre cose della fragilità narcisistica degli uomini che lo mettono in atto.
Cordialmente
ci terrei in primis a dirle che, da quanto racconta, non c'é nulla di cui vergognarsi. Una persona adulta è libera di decidere se, come, quando e con chi vivere la propria vita sessuale senza doversi sentire oggetto di giudizi, maldicenze, stereotipi o, peggio ancora, pregiudizi di genere (il fatto che lei sia donna non rende un comportamento diverso rispetto allo stesso fatto da un uomo).
Da come lo descrive, sembra più che siano i ragazzi dell'ambiente in cui vive a trovarsi in una dimensione molto infantile e povera rispetto invece alla complessità delle relazioni umane.
Tornando a lei mi colpisce che, piuttosto che valutare gli oggettivi elementi di limite in termini di educazione sentimentale dei suoi conoscenti e relativi amici e per i quali lei non può farci molto, metta in discussione se stessa ( ad es. "ho fatto una leggerezza", "mea culpa", ecc) per un comportamento (il suo) assolutamente legittimo; forse potrebbe lavorare sulla sua autostima e sull'immagine di se stessa nel mondo che ha internamente, per rafforzare la sua assertività in ambienti come questo descritto, e su quale possa essere il modo a lei più adatto di far coesistere allo stesso tempo la sua personalità e il suo trovarsi in un ambiente non "open minded".
Infine, le sono vicino per il fatto di doversi ancora confrontare oggigiorno con un certo maschilismo, testimonianza tra le altre cose della fragilità narcisistica degli uomini che lo mettono in atto.
Cordialmente
Buonasera,
sta vivendo una situazione che tocca nel profondo la sua dignità e la sua vulnerabilità emotiva. È comprensibile che si senta invasa, svalutata e in difficoltà a reagire in un contesto sociale chiuso e maschilista. Ma non è lei ad aver sbagliato, e ciò che prova è una risposta sana a un’esperienza che ha superato i suoi confini emotivi.
In chiave cognitivo-comportamentale, il lavoro può partire proprio da qui: ricostruire un senso di controllo, imparare a gestire l’impatto degli sguardi e dei giudizi esterni, e individuare strategie assertive per scoraggiare comportamenti inadeguati, senza esporsi a nuovi rischi.
Affrontare non significa per forza confrontarsi direttamente, ma imparare a comunicare con fermezza e sicurezza anche con il non verbale, ridefinendo i propri confini. Questo, unito a un lavoro sulla propria storia con la sessualità e l’autostima, può restituirle voce, spazio e rispetto.
Se deciderà di riprendere un percorso psicologico, si assicuri che sia davvero rispettoso della sua storia e dei suoi tempi. Non è troppo tardi per tornare a sentirsi sé stessa.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
sta vivendo una situazione che tocca nel profondo la sua dignità e la sua vulnerabilità emotiva. È comprensibile che si senta invasa, svalutata e in difficoltà a reagire in un contesto sociale chiuso e maschilista. Ma non è lei ad aver sbagliato, e ciò che prova è una risposta sana a un’esperienza che ha superato i suoi confini emotivi.
In chiave cognitivo-comportamentale, il lavoro può partire proprio da qui: ricostruire un senso di controllo, imparare a gestire l’impatto degli sguardi e dei giudizi esterni, e individuare strategie assertive per scoraggiare comportamenti inadeguati, senza esporsi a nuovi rischi.
Affrontare non significa per forza confrontarsi direttamente, ma imparare a comunicare con fermezza e sicurezza anche con il non verbale, ridefinendo i propri confini. Questo, unito a un lavoro sulla propria storia con la sessualità e l’autostima, può restituirle voce, spazio e rispetto.
Se deciderà di riprendere un percorso psicologico, si assicuri che sia davvero rispettoso della sua storia e dei suoi tempi. Non è troppo tardi per tornare a sentirsi sé stessa.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Buongiorno,
dal punto di vista psicologico, la sua reazione è comprensibile: si sente invasa, oggettificata e privata della sua dignità. Il senso di "branco" che percepisce è un chiaro indicatore di come il suo spazio personale sia stato violato. La sua difficoltà a elaborare l'esperienza è ulteriormente complicata dalla sua storia di depressione e dalle difficoltà con la sessualità.
In un ambiente così ristretto e con dinamiche di gossip accentuate, affrontare direttamente le persone coinvolte potrebbe effettivamente alimentare ulteriormente le voci e peggiorare la situazione. Tuttavia, è importante trovare strategie per proteggere la sua integrità e riappropriarsi del suo spazio.
Le consiglio di stabilire confini chiari, comunicando che i comportamenti altrui sono inaccettabili. Può usare frasi brevi e dirette come "Non mi interessa" o "Non voglio parlarne". In alcuni casi, ignorare i commenti e gli sguardi può essere la risposta più efficace per scoraggiare ulteriori comportamenti indesiderati. Cerchi supporto parlando con persone di fiducia che la sostengano e la comprendano. Condividere la sua esperienza può aiutarla a sentirsi meno sola e a elaborare le sue emozioni. Si concentri sul suo benessere, dedicandosi ad attività che le portano gioia e la fanno sentire bene. Prendersi cura di sé è fondamentale per riacquistare forza e fiducia. Valuti di riprendere la psicoterapia. Un percorso terapeutico può aiutarla a elaborare il trauma, a rafforzare la sua autostima e a sviluppare strategie per affrontare situazioni simili in futuro.
Ricordi che lei ha il diritto di sentirsi al sicuro e rispettata. Non si lasci definire dalle azioni altrui e si concentri sulla sua guarigione e sul suo benessere.
Un saluto
Dott. Luca Bacchiega
dal punto di vista psicologico, la sua reazione è comprensibile: si sente invasa, oggettificata e privata della sua dignità. Il senso di "branco" che percepisce è un chiaro indicatore di come il suo spazio personale sia stato violato. La sua difficoltà a elaborare l'esperienza è ulteriormente complicata dalla sua storia di depressione e dalle difficoltà con la sessualità.
In un ambiente così ristretto e con dinamiche di gossip accentuate, affrontare direttamente le persone coinvolte potrebbe effettivamente alimentare ulteriormente le voci e peggiorare la situazione. Tuttavia, è importante trovare strategie per proteggere la sua integrità e riappropriarsi del suo spazio.
Le consiglio di stabilire confini chiari, comunicando che i comportamenti altrui sono inaccettabili. Può usare frasi brevi e dirette come "Non mi interessa" o "Non voglio parlarne". In alcuni casi, ignorare i commenti e gli sguardi può essere la risposta più efficace per scoraggiare ulteriori comportamenti indesiderati. Cerchi supporto parlando con persone di fiducia che la sostengano e la comprendano. Condividere la sua esperienza può aiutarla a sentirsi meno sola e a elaborare le sue emozioni. Si concentri sul suo benessere, dedicandosi ad attività che le portano gioia e la fanno sentire bene. Prendersi cura di sé è fondamentale per riacquistare forza e fiducia. Valuti di riprendere la psicoterapia. Un percorso terapeutico può aiutarla a elaborare il trauma, a rafforzare la sua autostima e a sviluppare strategie per affrontare situazioni simili in futuro.
Ricordi che lei ha il diritto di sentirsi al sicuro e rispettata. Non si lasci definire dalle azioni altrui e si concentri sulla sua guarigione e sul suo benessere.
Un saluto
Dott. Luca Bacchiega
Buongiorno, intanto partiamo dal presupposto che quello che ha fatto non sia nulla di male e anzi, quello che sta subendo è qualcosa di assolutamente inaccettabile. Detto questo è difficile darle consigli non sapendo ad esempio la sua età o il suo contesto di vita. Sarebbe anche utile sapere l'impatto del giudizio dell'altro su di sè e l'effetto che sta avendo. Mi verrebbe da consigliarle di ignorare quello che vive intorno a sè, ma non conoscendolo per l'appunto, rischierei di consigliarle qualcosa di impossibile da fare... Detto questo, potrebbe essere utile contattare un professionista in psicoterapia che possa accompagnarla in questo periodo e che possa aiutarla a gestirlo, anche online se necessario. Intanto grazie della condivisione sono cose che non dovrebbero succedere, intendo dire il giudizio sociale, il gossip ecc. per un flirt e una storia di una notte
Cara, capisco quanto tutto questo le crei disagio. Come sa bene non può cambiare direttamente il comportamento degli altri, tuttavia immagino sappia anche che un proprio atteggiamento e comportamento diverso può far sì che gli altri "rispondano" diversamente, quindi potrebbe esserle d'aiuto non dare importanza a quanto successo prima di tutto con se stessa, ne parli con un'amica in modo da elaborare quanto successo e sentirsi così meno a disagio quando si sente oggetto di sguardi o avances. Parlarne con qualcuno può aiutare ad esprimere le emozioni legate ad un evento in modo che si dissolvano e sentirci così alleggeriti e può anche permetterci, nel dialogo con un altro, di trovare nuove soluzioni. Un caro saluto
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrivo poichè capisco quanto questa situazione possa avere un impatto sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa aiutarla soprattutto a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa aiutarla soprattutto a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Salve, intanto sei stata coraggiosa a scrivere e ad esporre il tuo problema con chiarezza e determinazione, queste qualità le puoi usare anche nel rapportarti con gli altri e, nello specifico della tematica, per declinare queste avance fuori luogo o eccessive. Capisco che può essere difficile nel posto dove vivi perché un po' retrogrado ma le persone che ti circondano possono e devono cambiare. Poi se vogliono rimanere così come sono è affare loro ma, per lo stesso principio, anche tu hai diritto di essere come sei e di fare le esperienze che vuoi. Immagino che tu possa fare la differenza, in positivo, nel tuo ambiente sociale anche se capisco che può essere molto faticoso, comunque sei nel tuo pieno diritto di vivere la tua vita, concentrati su questo e trasmetti i "no" che vuoi dire in maniera chiara ed inequivocabile, il contesto si adeguerà.
Grazie
Grazie
Ciao, intanto grazie per la condivisione. Mi spiace molto per la tua esperienza. L'ipotesi che sonderei in seduta è la seguente: non è che tu stessa ti sei giudicata per quella libertà di una sera?
È importante che tu ti chieda quanto la lettura di quegli sguardi sia influenzata dal tuo stesso giudizio e quanto da fatti reali. Cerca di fare chiarezza fra ciò che accade realmente e ciò che pensi dica la gente di te. Parla con qualcuno (di fiducia) dello stesso gruppo per aprire diverse finestre sulla stessa situazione e vederla anche da altre prospettive. Smontando le prospettive distorte.
E poi ricordati che per quanto le persone possano giudicarti, non sono gli altri a dare una misura del tuo valore. Sei una donna libera.
Infine se non sei obbligata a frequentare quel gruppo (es scuola o lavoro), hai valutato di tutelarti allontanandoti per un po'?
È importante che tu ti chieda quanto la lettura di quegli sguardi sia influenzata dal tuo stesso giudizio e quanto da fatti reali. Cerca di fare chiarezza fra ciò che accade realmente e ciò che pensi dica la gente di te. Parla con qualcuno (di fiducia) dello stesso gruppo per aprire diverse finestre sulla stessa situazione e vederla anche da altre prospettive. Smontando le prospettive distorte.
E poi ricordati che per quanto le persone possano giudicarti, non sono gli altri a dare una misura del tuo valore. Sei una donna libera.
Infine se non sei obbligata a frequentare quel gruppo (es scuola o lavoro), hai valutato di tutelarti allontanandoti per un po'?
Grazie per aver condiviso qualcosa di così delicato e intimo. Non solo non ti giudico, ma voglio dirti subito una cosa: tu non hai colpe.
Hai vissuto un’esperienza che doveva restare tua, e che invece è stata violentemente esposta da chi ha deciso di calpestare la tua privacy e la tua dignità. La vergogna non è tua: è di chi si è comportato con prepotenza, superficialità e mancanza totale di rispetto. E sì, anche di chi si fa branco attorno a questo.
Se dici che hai già fatto psicoterapia, potresti pensare di tornare per un breve periodo. Non per “curarti”, ma per rimettere a posto un’ingiustizia interiore: aiutarti a ritrovare il potere sulla tua narrazione personale, che ora senti rubata.
Un caro saluto
Hai vissuto un’esperienza che doveva restare tua, e che invece è stata violentemente esposta da chi ha deciso di calpestare la tua privacy e la tua dignità. La vergogna non è tua: è di chi si è comportato con prepotenza, superficialità e mancanza totale di rispetto. E sì, anche di chi si fa branco attorno a questo.
Se dici che hai già fatto psicoterapia, potresti pensare di tornare per un breve periodo. Non per “curarti”, ma per rimettere a posto un’ingiustizia interiore: aiutarti a ritrovare il potere sulla tua narrazione personale, che ora senti rubata.
Un caro saluto
Gentile utente di mio dottore,
vista la fragilità del momento, e l' impossibilità ad elaborare autonomamente i suoi vissuti, sarebbe opportuno tornare a fare terapia. Un altro piccolo pezzetto di percorso potrà aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
vista la fragilità del momento, e l' impossibilità ad elaborare autonomamente i suoi vissuti, sarebbe opportuno tornare a fare terapia. Un altro piccolo pezzetto di percorso potrà aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Le rispondo da professionista e quindi senza giudicare mai. Quello che è successo poco conta. Ciò che mi ha colpito è la superficialità di questo ragazzo che ha messo le cose in piazza in un ambiente limitato. Proprio per la limitatezza dell’ambiente credo che un distacco possa aiutare. Mi dispiace che lei si colpevolizzi quando nessuno avrebbe potuto pensare che una semplice intimità momentanea sarebbe potuta essere raccontata. Ho pensato ad un distacco per fare svanire tutte le sensazioni che la fanno stare male. Anche solo momentaneo. Buona serata
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