Buonasera. Allora dopo avere consultato anche varie psicoterapeute ancora non riesco a trovare una s

16 risposte
Buonasera. Allora dopo avere consultato anche varie psicoterapeute ancora non riesco a trovare una soluzione ai miei "problemi". Tutto parte da 3 anni fa quando, all'epoca essendo single, i miei genitori decidono di comprarmi casa nel posto dove lavoravo, evitandomi di farmi fare più di 100 km al giorno di viaggio. Dopo qualche mese conosco quello che sarà il mio attuale marito e nasce mio figlio. I miei genitori hanno iniziato a rinfacciare tutti i sacrifici fatti per me, che mi hanno comprato una casa che io non meritavo in quanto non riconosco le loro rinunce. Tutto parte dal fatto che i miei genitori pensavano avendomi comprato casa di poter venire a vivere tutti sotto lo stesso tetto. Ma mio marito ha messo un bell'altolá. Nel senso che noi siamo una famiglia e che tutti sotto lo stesso tetto non poteva essere. Mio padre rispose che i patti all'epoca erano diversi. Io dissi solo che giustamente nel momento in cui avessero avuto di bisogno comunque ci sarei stata. Ma fortunatamente stanno bene. Loro pretendono di mettere bocca su tutto. Su di me che mi sono ingrassata dopo il parto, che mio marito non è longilineo, che cresciamo nostro figlio male e che si è dimagrito. Che all'asilo non deve andare perché si ammala. Poi mia madre manda 300 messaggi vocali al giorno senza un minimo di rispetto che uno lavora. Comincio a non sopportarla più. Di certo non gliela darò vinta restituendogli la casa perché potevano pensarci prima e cosa principale io non ho mai chiesto e/o preteso niente da nessuno. Con i miei genitori litighiamo spesso al punto che io non sento l'esigenza di sentirli e/o chiamarli. Con loro mi sento sempre.inadeguata e sempre giudicata per qualsiasi cosa. Mi dispiace che mio figlio spesso si ammala e rimane con loro, ma se questo è il prezzo da pagare, preferisco tagliare i ponti con tutti. Cosa mi consigliate?
Carissima, nelle sue parole avverto molta rabbia, comprensibilmente, tenuto conto che sta parlando del rapporto con i suoi genitori. Immagino che si senta delusa, invasa da certi loro comportamenti e atteggiamenti, ed è molto importante che lei si interroghi su quali siano i giusti confini da mettere tra la sua vita di donna, moglie e mamma e la loro. Il risentimento la porta a usare termini forti, come “tagliare i ponti”, forse perché è all’apice della sopportazione. Sarebbe davvero importante, adesso, che lei si desse la possibilità di depotenziare queste emozioni e cercasse di esplorare cosa c’è davvero dietro e come fare per comunicare in modo assertivo e costruttivo i suoi bisogni ai suoi genitori. Sono certa che con l’aiuto di un professionista questo processo le risulterebbe molto più leggero e fluido, ci pensi. Un caro saluto

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara utente, la rabbia che lei sente e la sua frustrazione è palpabile. Nessuno di noi può dirle cosa sarebbe più giusto fare, poichè non esiste un giusto ed uno sbagliato, ma soprattutto non sta a noi dirle come agire. Ciò che mi sento di dirle è che forse sarebbe importante che lei trovasse un modo per affrancarsi da questo sguardo e giudizio che lei sente così forte da parte dei suoi genitori. Potrebbe essere importante capire quale sia il suo il giusto compromesso per lei. Chiedere un supporto psicologico per prendersi un tempo e uno suo spazio per fare ciò potrebbe essere importante. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, mi dispiace per la situazione, ma la risposta va cercata dentro di sé. Da ciò che ha scritto emerge una profonda rabbia che mi pare possa essere letta come segnale di un'invasione dei suoi confini e che il giudizio dei suoi genitori la ferisca. L'obiettivo potrebbe essere quello di rendersi immuni ad esso. Chiaramente non è facile e non basta volerlo, per questo è necessario un supporto psicologico che possa darle una percezione differente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile signora buongiorno
Ha molto chiaro cosa fare credo, per vivere in autonomia ed armonia con la sua famiglia e cioè stabilire i confini tra la sua famiglia e quella di origine, ma le rimane difficile elaborare i sentimenti che ne scaturiscono e quindi la relazione con i suoi e’ rancorosa e lei poco assertiva.
Una psicoterapia l’aiuta a definire ed elaborare le radici di questo problema, e a risolvere i nodi traumatici perché lei possa sostenere e guidare liberamente la sua vita senza sentirsi indurita dal rancore e dai sensi di colpa.
Sono a sua disposizione.
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Buongiorno.
Ovviamente in questa sede non si possono fare né diagnosi né previsioni.
Appare chiaro, tuttavia, un forte legame ancora in atto con i genitori - quello che in termini "tecnici" chiamiamo "cordone ombelicale": quest'aspetto impedisce di raggiungere la propria autonomia come persona, e Lei stessa ne ha le prove a livello quotidiano (il marito che pone paletti, il figlio che si ammala in continuazione, lei che è confusa dopo aver sentito diversi pareri di colleghe e colleghi...).
Date queste premesse, la soluzione per i suoi dilemmi è lapalissiana: sta a Lei metterla in pratica.
Tenga però presente che tagliare questo cordone non significa mettere un muro con la sua famiglia, anzi. Continuerà a sentirli e a stare loro vicino, e questi continueranno con le loro dinamiche, senza ombra di dubbio. Ma sarà Lei, dentro, che li percepirà in modo diverso, filtrato, distaccato quel tanto per continuare a crescere come persona e come famiglia.
Madre e padre rappresentano il passato. Marito, prole e professione il presente e il futuro. E come diceva la fondatrice della terapia EMDR, la compianta Francine Shapiro, dobbiamo "...lasciare il passato nel passato".
Cordialmente,
Bruno Marzemin
Buongiorno, sento molta fatica e disperazione nel messaggio, e comprendo quanto possa essere difficile vivere questa situazione. I suoi genitori, al meno per come ha scritto, sembra attuino quelli che si chiamano "ricatti emotivi", facendo leva sul senso di colpa e su tutto quello che loro avrebbero fatto per lei (evidentemente con molte aspettative che hanno fantasticato, e che non corrispondono alla realtà). C'è molta rabbia da entrambe le parti, e comprendo che quella sua necessità di tagliare i ponti sia l'estrema ratio, la soluzione estrema, che sembra essere l'unica possibile, oggi come oggi. In realtà sarebbe ancora più complesso, sia per il legame che ha con loro, sia per l'organizzazione famigliare (quando suo figlio è malato, ad esempio).
E' importante prima di tutto mandare il messaggio che lei è sicuramente la loro figlia, ma non è più una bambina, ma un'adulta che è in grado di prendere decisioni. Inoltre, probabilmente ci sono dei bisogni profondi che i suoi genitori non sono in grado di manifestare, dei non detti rispetto a quello che in fondo avrebbero voluti. E' importante che lei riesca a proteggersi, a tutelarsi, chiarendo in modo aperto quello che per lei è accettabile e quello che non lo è (mamma, sappi che se mi scrivi questi 300 messaggi al giorno, io ti risponerò solo la sera, perchè lavoro, non perchè sono cattiva. Decidi tu se vuoi fare la fatica di scrivermi non ricevendo risposta). é anche importante rendersi conto che i problemi dei suoi genitori non sono i suoi, e che alcune cose pò decidere di non accettarle (Questo, mamma, non lo accetto).
Se se la sente, un aiuto psicologico in questo può supportarla nel prendersi cura di sè. Saluti
Buonasera leggendo il messaggio si evince la difficoltà a mettere dei confini chiari tra la sua famiglia e la sua famiglia d origine. Come prima cosa deve chiarire a sé stessa cosa è giusto per lei,quali sono i suoi bisogni. Fatto questo vanno definiti i confini e chiariti con i suoi genitori i comportamenti che non condivide e le causano sofferenza. Un caro saluto
Gentile utente, è una situazione estremamente complessa, non si può dare un consiglio su cosa deve fare con i suoi genitori.
Mi sento solo, eventualmente, di consigliarle di andare da uno psicoterapeuta anche con i suoi genitori, per cercare un compromesso, che delimiti i confini tra la sua famiglia attuale e quella di origine.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili
Buonasera, il consiglio che ti do è quello di trovare una terapeuta che ti aiuti a differenziarti dalla tua famiglia di origine, nella quale sei ancora molto invischiata. Sarebbe opportuno lavorare sul tuo genogramma, per comprendere quei blocchi, quel senso di lealtà che non ti ha mai consentito di essere indipendente da loro.
Se dovessi averne bisogno, puoi contattarmi.
Gentile utente,
la situazione che sta vivendo è certamente complessa e andrebbe approfondita meglio. Certamente sembra che lei provi un grande risentimento nei confronti delle pretese avanzate dai suoi genitori. Questi sembrano voler mantenere un controllo su ciò che probabilmente non gli compete, mettendo alla prova la sua vita indipendente che in questi tre anni si è costruita. Potrebbe essere utile intraprendere un percorso con un terapeuta ad approccio sistemico relazionale, in quanto i comportamenti delle persone del suo contesto relazionale sembrano avere una grande influenza sulla vostra vita oggi. Un saluto. Dott.ssa Silvia Calanchi
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente. dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Buongiorno,
La psicoterapia potrebbe aiutarla nel trovare la giusta definizione nella relazione con la sua famiglia di origine. Spiace che non riesca a trovare uno specialista a cui sente di potersi affidare
Nel caso resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, percepisco molta rabbia e frustrazione nelle sua difficoltà a mettere dei confini necessari nella relazione con la sua famiglia di origine. Proporrei un percorso di terapia per esplorare la situazione in cui si trova. Resto a sua disposizione.
Un caro saluto Dott.ssa Lina Robertiello .
Sarebbe interessante capire in che modo non si è sentita supportata dalle colleghe. Cosa è "andato storto" nei suoi precedenti percorsi, cosa si aspettava dalle colleghe che non è accaduto, minando la sua fiducia in loro sono alcuni aspetti su cui riflettere. E' importante ricordare che la psicoterapia non fornisce risposte certe. La psicoterapia deve condurre la persona che ne fa richiesta, in una percorso di autoriflessione che possa "aprire" nuove finestre di analisi sulla situazione disturbante e su di sé. Si ricordi che noi possiamo controllare noi stessi ma non gli altri. Partendo da questo assunto si può, lentamente, intervenire sul "contesto in cui ci muoviamo".
Cordiali saluti
Enrica Citoni
Salve, le consiglio di considerare una terapia breve strategica per affrontare questa situazione complessa con i suoi genitori. Questo tipo di terapia si concentra sull'identificare rapidamente il problema specifico e sviluppare strategie pratiche per affrontarlo.

Un terapeuta potrebbe aiutarla a esplorare le dinamiche familiari, ad affrontare i sentimenti di inadeguatezza e di giudizio, nonché a sviluppare strategie per stabilire confini sani e gestire i conflitti in modo costruttivo.

Inoltre, potrebbe essere utile discutere con suo marito e trovare insieme modi per affrontare la situazione in famiglia e proteggere il benessere suo e di vostro figlio.

Ricordi che è importante prendersi cura di sé stessa e del proprio benessere emotivo. Resto a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti. Cordiali Saluti


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