Buonasera a tutti. Sono una ragazza di 22 anni e ho sempre lottato con l'ansia. Tuttavia, negli ulti

24 risposte
Buonasera a tutti. Sono una ragazza di 22 anni e ho sempre lottato con l'ansia. Tuttavia, negli ultimi anni, è notevolmente migliorata, al punto che ho iniziato a sentirmi molto meglio. Tuttavia, noto, soprattutto nelle relazioni amorose, che ci sono comportamenti che adotto che non sono del tutto sani. Quando ero piccola (intorno ai 7/8 anni), dovevo occuparmi di mia madre, che soffriva di una importante ipocondria. Spesso mi chiedeva di controllare se avesse un tumore (mostrandomi una macchia sulla pelle, ad esempio, e il mio compito era dirle se era un tumore o no). Inoltre, dovevo giurare su Dio che quello che dicevo era vero. Una volta mi chiese se c'era sangue e io le dissi di sì. Lei si preoccupò molto (probabilmente iniziò a piangere e a spaventarsi), chiamò il medico. Probabilmente, ho sentito un forte senso di responsabilità in quel momento perché ero stata io a informarla della presenza di sangue. Oltre a essere la sua piccola dottoressa, lei si confidava con me su varie cose (mio fratello, sua mamma se stava poco bene ecc. ecc.). Mia madre dice che ero molto matura per l'età che avevo e che sono sempre stata un'amica per lei. Ero dipendente dall'umore di mia madre. Quando ero piccola, le chiedevo ossessivamente come si sentiva. Se diceva che non stava bene, provavo ansia. Sentivo il bisogno di farla sentire meglio. Nonostante ciò, ho sempre avuto un'infanzia felice; i miei genitori hanno sempre fatto tanto per me, e sono sicura di essere amata. Gli amici dicono che i miei genitori sono dei santi con me. Amo mia madre, e ancora oggi non credo che lei sia interamente responsabile della mia ansia. Ora, sto descrivendo le cose più brutte, ma ci sono miliardi di cose belle che mia madre ha fatto per me. Quello che vorrei chiedervi è quanto possa aver influenzato le mie relazioni questa situazione. Spesso mi autosaboto, faccio fatica a fidarmi, se noto un cambiamento nell'umore dell'altra persona, chiedo se va tutto bene. Spesso penso di essere la ragione per cui "non gli piaccio più". Controllo ossessivamente il telefono sperando che mi scrivano. Ho paura che l'altra persona mi abbandoni. Inoltre, sento spesso il bisogno che gli altri validino le mie emozioni, come se non avessero valore. La domanda che vorrei probabilmente fare ora è: "Queste cose sono davvero brutte o sto solo esagerando per avere attenzioni?" "È normale?". Ho difficoltà a capirmi, mentre trovo facile capire gli altri.

Grazie a tutti.
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buonasera e grazie di aver condiviso il suo vissuto con noi!
Dalla sintomatologia elencata si denota la presenza di meccanismi di ansia generalizzata ormai consolidati, ma anche la volontà e la necessità di intraprendere un percorso di allontanamento da alcune dinamiche per lei così dolorose per raggiungere una conoscenza più approfondita di se stessa.
Penso che con l'aiuto di uno psicoterapeuta lei possa andare a fondo e rendere consapevoli meccanismi ed eventi che ancora condizionano la sua vita.
la saluto con affetto e le ricordo che sono a sua disposizione per qualsiasi approfondimento anche online.
Dott.ssa Laura Bova

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Gentile utente buonasera.
Grazie per averci esposto il suo disagio ed è riconoscere di avere una problematica legata all'ansia è il primo passo importante per imparare a gestirla.

Un supporto psicologico potrebbe, senz'altro, esserle di grande aiuto. Innanzitutto, per elaborare le situazioni attuali che le creano ansia, specialmente in ambito relazionale, e poi capire se questo schema si ripete nello stesso modo da molto tempo. La soluzione non è nel passato. Però è possibile che in qualche modo la sua mente si sia abituata all'ansia, quasi per stare sempre in allerta su possibili minacce, anche quando esse non sono reali.

La gestione delle emozioni è l'altro grande obiettivo che potrebbe porsi nel contesto di un percorso con un psicologo. Da ciò che descrive, spesso si sente in balia delle emozioni che prova, non le comprende oppure la bloccano nell'esprimersi liberamente o nel comportarsi nel modo migliore. Si può imparare a conoscere meglio la propria dimensione emotiva con pratiche di consapevolezza, come la Mindfulness. Conoscere e gestire meglio le emozioni significa affrontare meglio le situazioni difficili, come tristezza, ansia, bassa autostima, e amplificare le cose positive, cominciando a godere di più dei benefici delle emozioni positive sul benessere interiore e sulla qualità della vita.

Se vuole, sarei lieto di spiegarle meglio come funziona un intervento psicologico di questo tipo. Può contattarmi anche per una consulenza online senza impegno.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, certamente il vissuto incide sul come vive attualmente le relazioni ma non esaurisce la spiegazione di ciò che le accade. C'è modo di esplorare la sua difficoltà nello stare in relazioni con gli altri e cosa la spinge sentirsi così tanto in difetto, attraverso una psicoterapia, così da riportare alla luce il significato di ciò che sta vivendo aprendo cosi a nuove direzioni possibili.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Lina Robertiello
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Grazie per aver condiviso la sua situazione difficile. Le relazioni famigliare posso aver una influenza sulle nostre relazioni future. Mi sembra di percepire una dinamica di dipendenza emotiva affettiva verso la figura materna e la relativa ansia ad essa collegata. Può essere utile indagare in maniera approfondita attraverso un percorso di psicoterapia. Un caloroso saluto
Dott.ssa Lina Robertiello
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno.
La sicurezza e la autostima di un bambino viene compromessa quando fra lui e suo genitore si crea un legame di accudimento invertito, cioè quando il genitore ha bisogno delle cure da parte del bambino (sono anche situazioni molto frequenti). E`invertita la natura della relazione. Quindi è comprensibile la situazione psicologica che lei descrive. E sicuramente un percorso psicoterapeutico la potrebbe aiutare molto. Glielo consiglio fortemente, sono problemi che hanno bisogno di un po' di tempo ma si possono risolvere. Coraggio:
Dott.ssa Sara Molinaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente, la sua difficoltà a capirsi sempre un ottimo motivatore nel decidere di iniziare a farlo con qualcuno che la possa accompagnare nella sua storia, con i dubbi e le preoccupazioni che ha riportato. Le relazioni con i genitori hanno un impatto su come "impariamo" a relazionarci con gli altri, quindi è importante che cerchi uno spazio di ascolto in cui poter capirsi e comprendere in che modo questi aspetti possono influenzarla nel suo presente per poter vivere serenamente il suo presente e il suo futuro.
Cordialmente,
Sara Molinaro
Dott.ssa Monica Mezzanotte
Psicologo, Psicoterapeuta
Cesenatico
Gentile Utente,
le sue domande sono lecite, trovare un significato a quello che prova e cercare di capire i suoi pensieri è importante per stare meglio con se stessi, con gli altri e avere una maggiore consapevolezza di sé. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a conoscere meglio le sue emozioni, la sua storia e capire il significato dei comportamenti che Lei definisce poco sani e autosabotanti nelle relazioni amorose.
Cordialmente, dott.ssa Monica Mezzanotte
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buon pomeriggio, sicuramente è chiaro che possa provare ansia. Ci sono parecchi punti che andrebbero esaminati e chiariti per arrivare a gestire la sua situazione.
Sono disponibile ad aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Stefania Rossi
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Trento
Buonasera, purtroppo l' inversione di ruolo, ovvero quando è un bambino ad occuparsi emotivamente del genitore e non viceversa, può creare ansia e stati depressivi in epoche successive. Sicuramente la mamma le vuole bene e non voleva nuocerle ma questa cosa non le ha fatto bene. Potrebbe essere che approcciarsi alle relazioni affettive riattivi in lei lo stesso disagio che provava da bambina di fronte alle problematiche della mamma e che questo la induca a stare a distanza o a mettere in campo comportamenti insani, come accennava. Le consiglio un percorso di psicoterapia per approfondire questi aspetti e lavorare sui traumi dell'attaccamento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Stefania Rossi
Dott.ssa Rossella Maria Sferrazzo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Alba
Buonasera,
mi permetto di consigliarle di cercare uno spazio di ascolto attraverso il quale lei possa comprendere le sue emozioni, la sua storia e in che modo la relazione con i genitori può influenzare il suo presente e il suo futuro.
Rimango a disposizione, un saluto, dott.ssa Rossella Maria Sferrazzo
Buonasera, grazie per aver condiviso le sue difficoltà. Sembra che la sua “lotta con l’ansia”, come lei l’ha definita e che così generosamente ha condiviso, condizioni la sua vita affettiva e relazionale al punto da comportarle una notevole sofferenza. Apprezzo molto la sua capacità di riflettere e collegare le sue difficoltà alla sua storia personale, credo che l’aiuterà nell’affrontarle. È Importante per lei capire, inoltre, come le sue relazioni attuali e la modalità in cui lei sta al loro interno influenzino il suo benessere e siano collegate alla sua ansia. Nel salutarla affettuosamente, le consiglio di rivolgersi a una/o psicologa/o che possa accoglierla e aiutarla ad affrontare le sue difficoltà e, per usare le sue parole, “a capirsi” meglio. Un caro saluto.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Dott.ssa Pasqualina Annoso
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, è importante sottolineare che le sue emozioni e preoccupazioni hanno un valore autentico, e la sua richiesta di validazione è comprensibile. il fatto che lei trovi difficile capirsi, pur avendo facilità a comprendere gli altri, è un aspetto comune quando si tratta di esplorare le proprie emozioni. Il sentirsi ansiosa riguardo ai cambiamenti d'umore dell'altra persona, il bisogno di controllo e la paura di essere abbandonata sono temi che meritano attenzione e potrebbero beneficiare di un percorso psicologico. Uno psicologo, infatti, potrebbe aiutarla ad esplorare queste dinamiche in modo approfondito, sviluppando insieme strategie per gestire l'ansia e promuovere relazioni più soddisfacenti.
Le sue emozioni sono legittime, e il processo per comprendere sé stessa richiede tempo e riflessione. Resto a disposizione per qualsiasi domanda o approfondimento. Un caro saluto. Dott.ssa Pasqualina Annoso.
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Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, certamente la nostra storia di vita ha un impatto su di noi, ma nessuno di noi vive in un vuoto sociale per cui potrebbe essere accaduto anche altro che posso aver alimentato queste sue paure e modi di relazionarsi con l'altro. Potrebbe valutare la possibilità di ritagliarsi un spazio solo per sé per comprendere cosa accade dentro di lei in quei momenti. Comprenderne le cause e trovare un modo per modificare il suo modi di reagire a certi episodi per lei un po trigger. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Giorgio Manieri
Psicologo, Psicologo clinico
Marotta
Buonasera, grazie per la condivisione e per le sue domande. Non so dirle quanto le esperienze passate possano aver influenzato la situazione attuale e il suo modo di sentire e di relazionarsi, solitamente il nostro comportamento e il nostro sistema psicologico sono il risultato di moltissimi fattori, tra cui di certo il nostro passato e le lenti attraverso cui lo abbiamo osservato quella volta e il modo in cui lo osserviamo adesso. Potrebbe essere interessante e positivo esplorare nel dettaglio le esperienze descritte e le perplessità sollevate, con un terapeuta e magari pensare a modalità e strategie che possano essere più adatte possibile ad affrontare con serenità e maggiore consapevolezza gli eventi e le relazioni in atto.
Le auguro Buona fortuna
Cordiali Saluti
Giorgio Manieri
Gentile utente,
Sintomi come l’ansia, così come depressione o attacchi di panico, hanno sempre una relazione con l’altro genitoriale. D’altronde l’essere genitori è uno dei compiti “impossibili” per cui non credo sia realmente importante capire se sia “normale” o meno. Lei porta un desiderio di capirsi. Questo è un ottimo punto di partenza per intraprendere un percorso volto ad illuminare quelle parti di se che non conosce e che le potrebbero dare un’ulteriore slancio.
Cordiali saluti
dott Carlo M R Flamini
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, la ringrazio per questa condivisione. Vorrei farle notare innanzitutto che ha una grande consapevolezza di sè e capacità di introspezione, in quanto riporta in modo molto chiaro e consapevole alcune dinamiche legate al rapporto con sua madre, riconoscendone la disfunzionalità pur conservando un'immagine "integrata" di sua madre, una madre che non è solo buona o solo cattiva, ma è una persona che porta dentro di sè sia lati fragili che lati positivi e luminosi. Penso che però sia importante spezzare la catena che ci lega al passato, per poter conservare solo quello che ci nutre e che è buono, lasciando andare quello che ci ha ferito. Per questo potrebbe aiutarla un percorso di esplorazione del suo passato e del rapporto con sua madre, per capire che cosa di questo rapporto influisce sul presente e come rompere questa connessione. Se avesse domande resto a disposizione. Un caro saluto
Dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Simona Di Napoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
purtroppo, involontariamente, ti è stato attribuito un ruolo molto molto difficile sin da quando eri piccolissima. Una responsabilità troppo grande, quella della felicità o benessere di tua madre, è sempre stata tutta sulle tue spalle. O almeno questa era la tua percezione, visto che venivi costantemente coinvolta nelle sue ansie di malattia e nelle sue confidenze. Le emozioni di tua madre hanno sempre avuto un ruolo prioritario rispetto alle tue. Chiaramente ora hai difficoltà a dare un valore a quello che provi.
Come potrebbe tutto questo non aver inciso sul tuo sviluppo e sulle tue relazioni interpersonali? Non stai esagerando, ti stai solo facendo delle domande e cercando delle risposte. E questa è la strada migliore per iniziare a lavorare su te stessa per una vita migliore.
Ti auguro di non perdere questo filone riflessivo che ti permetterà di liberarti dai meccanismi ansiosi che ti creano disagio.
Se hai bisogno, io sono qui.
Un abbraccio
Dott.ssa Simona Di Napoli
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, la sua riflessione aperta e sincera riguardo alla sua esperienza con l'ansia e alle dinamiche relazionali è molto significativa e dimostra una grande volontà di comprendere se stessa e il proprio passato. È chiaro che l’infanzia, specialmente il suo ruolo nel prendersi cura di sua madre e la responsabilità che si era assunta in giovane età, abbia giocato un ruolo fondamentale nella formazione del suo attuale modo di vivere le relazioni. Crescere in un contesto in cui sentiva la necessità di rassicurare la madre la ha probabilmente portato a sviluppare una sensibilità acuta verso le emozioni altrui, ma anche a creare un intenso senso di ansia rispetto alla sua stessa rilevanza e al suo valore in una relazione. Le sue preoccupazioni di autosabotaggio, la difficoltà a fidarsi e il bisogno di cercare conferme sulle proprie emozioni sono tutti segni di una reattività che può derivare dalla necessità di mantenere equilibrio e sicurezza in un contesto emotivo che è stato spesso instabile. È normale sentirsi così, non è una questione di esagerare per ottenere attenzioni, ma piuttosto una risposta formata da esperienze passate. Queste dinamiche possono rischiare di influenzare profondamente le relazioni, spingendola a cercare approvazione e a temere il rifiuto. La consapevolezza di questo schema è già un passo avanti importante. Prendersi il tempo per esplorare e riflettere su questi sentimenti, magari anche in un contesto terapeutico, può aiutarla a scoprire nuovi modi di essere nelle relazioni, permettendole di costruire legami più sani e gratificanti.
Se desidera approfondire ulteriormente questa tematica o ricevere supporto nel suo percorso di autoesplorazione, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, Dottoressa Laura Lanocita
Dott.ssa Giovanna Celardo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve, credo che un percorso di supporto psicologico possa aiutarla a comprendere meglio i suoi vissuti, specialmente quelli legati a sua madre e alla sua famiglia. Può contattarmi se vuole ulteriori spiegazioni.
Dott.ssa Valentina Perlongo
Psicologo, Psicologo clinico
Carmignano
Buongiorno, sei molto giovane e spero non ti infastidisca se ti dò del tu. Mi sembri molto consapevole e pronta a leggerti dentro, è cosa di valore in una giovane ragazza. la tua introspezione ti ha già portato ad una chiave di lettura della tua esperienza di vita e di infanzia, anche se non vuoi responsabilizzare i tuoi genitori (tua madre) per quella che senti di essere oggi. Probabilmente altre esperienze vissute ti hanno resa quella che sei, ma non sottovalutare i tuoi primi anni di vita. Non esiste solo bianco o nero. Una madre che in qualche modo ribalta i ruoli di accudimento non è sempre una madre che non sa amare, solo che ama in modo diverso. nessuno mette in dubbio i bellissimi momenti vissuti insieme, ma vanno tenuti in considerazione anche le atipicità del caso: una madre che ricerca conforto in una figlia, ed una figlia che accudisce invece di essere accudita. Lungi da me giudicare una situazione che non conosco, ma dalle tue parole di evince la pesantezza di questo tuo ruolo. I "traumi" infantili (perché questo è il termine psicologicamente appropriato) possono avere una risonanza importante nello sviluppo e nella formazione del proprio sé. Le tue emozioni hanno valore, tu hai valore, ma non ti è stato insegnato questo. le tue emozioni venivano messe in secondo piano perché altre cose avevano la priorità. Ti auguro di ritrovare il tuo equilibrio, è possibile, non stai esagerando ma adesso devi solo avere fiducia in te ed in una figura (magari professionale) che ti aiuti in questo tuo percorso. buona giornata
Dott. Daniele Migliore
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza.

Dal suo racconto è innegabile che la quota d’ansia vissuta nella sua fase evolutiva abbia contribuito a rendere alcune dinamiche relazioni difficili da gestire. L’aver vissuto fin da piccola la sensazione che fosse sua responsabilità lo stato di salute sia psicologico che fisico di sua madre ha inevitabilmente causato un’inversione di ruoli, e questo se non elaborato porta grande confusione anche in età adulta.

Non so se tutto ciò che descrive come problematico sia necessariamente tale, il bisogno di essere riconosciuti e di trovare delle sicurezze nei rapporti è un elemento comune a tutti. Certamente bisogna ragionare ed interrogarsi, come lei sta facendo peraltro, se queste modalità le causano disagio o se sente la necessità di cambiarle. 

Mi lasci dire che capire noi stessi è qualcosa di estremamente complesso, che richiede tempo e lavoro su sé stessi. Le emozioni che prova hanno radici profonde in quelle esperienze che per un bambino sono state troppo grandi da gestire e contenere da solo.
Non credo si tratti di cercare attenzioni quanto connessioni che sono mancate nel passato e di cui adesso sente necessità.
Non sta esagerando nel volersi comprendere per stare meglio, ne ha tutto il diritto.

Le auguro il meglio,


Dott. Daniele Migliore

Dott.ssa Lucia Mattia
Psicologo, Psicologo clinico
Potenza
Buonasera, la situazione che ha vissuto con sua madre può sicuramente aver influito sui problemi relazionali che descrive. Le dinamiche relazionali apprese durante l'infanzia plasmano le nostre modalità relazionali future rendendole disfunzionali.
Tutto questo andrebbe esplorato in un contesto terapeutico per consentirle di recuperare serenità. Le faccio presente, a titolo informativo, che offro sostegno psicologico a tariffe accessibili, particolarmente a pazienti nella sua fascia d'età. Saluti

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