Buonasera a tutti. Scrivo qui perché purtoppo non posso parlare con nessuno, o per lo meno non ho ne

23 risposte
Buonasera a tutti. Scrivo qui perché purtoppo non posso parlare con nessuno, o per lo meno non ho nessuno che mi aiuti. Sono una ragazza di 20 anni, non ho mai avuto tanti amici e quelli che ho so che funzionano "a convenienza", ma li tengo lo stesso per paura di rimanere veramente sola.
Sono stata anche bullizzata in passato dai miei comoagni di classe alle superiori. Ricordo che una volta hanno fatto girare nei social ad altre persone che non conoscevo una foto mia e mi hanno derisa per il mio aspetto.

Mi isolo da tutto e da tutti facilmente (spesso provo un senso di pace quando sola e mi creo un mondo tutto mio); provo un senso di colpa estremo quando deludo qualcuno o quando non vengo inclusa in qualche cosa (anche nelle semplici conversazioni). C'é chi mi dice che faccio "la vittima" ma il mio è un meccanismo automatico. Soffro di ansia e questo mi è stato diagnosticato professionalmente, ma la mia famiglia dice che fingo, che sono esagerata e basta. A volte ho attacchi di rabbia improvvisi (soprattutto dopo i litigi in famiglia) e non mi accorgo di quello che faccio durante essi. Praticamente è da un periodo (forse un anno) che le uniche cose che riesco a provare sono rabbia, tristezza, ansia e noia. Non riesco ad essere felice nonostante provi ad appassionarmi a qualcosa. Mi tengo sempre impegnata e occupata (specialmente con lo studio) per riempire la mia vita. Mi sento patetica a soli 20 anni. So che ho inserito la mia famiglia ben due volte in questo discorso, ma mi sento soffocata da essa (un paio di anni fa avevo problemi con il cibo e sono diventata sottopeso. Mi hanno detto testualmente che facevo schifo, che ero troppo magra; mi disprezzavano, sgridavano e mi costringevano a mangiare con la forza... e non mi hanno mai chiesto cosa stessi passando, come stavo veramente). Nonostante questo riassunto della mia situazione, desiderei tantissimo un parere. Sono io che sbaglio? Ho dei parenti/amici pessimi o sono esagerata e basta?
Grazie mille in anticipo per le risposte
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi dispiace molto per la situazione ed il disagio che esprime. comprendo quanto possa essere difficile per lei non solo descrivere ciò che sente ciò che prova ma anche avere la consapevolezza che la famiglia non possa essere d'aiuto in questa situazione. Onestamente non riesco a capire come alcune verbalizzazioni che le sono state fatte possano secondo loro aiutarla a stare meglio, è normale che poi da queste nasca un vissuto di autosvalutazione che sfoci in disagi e sintomi fisici ed emotivi. Ritengo fondamentale che lei possa chiedere un consulto psicologico al fine di ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi a questa situazione ed anche ad altre difficili situazioni che descrive del suo passato e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Tania Farris
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Carissima, sgombrerei il campo dal giudizio, che al limite formulerà lei quando si sentirà pronta a farlo. Mi occuperei. invece di tutto il bagaglio emotivo che ha espresso e che con l'aiuto di un percorso psicoterapeutico potrebbe trasformarsi in cose buone per lei
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, no non sta sbagliando stia tranquilla, ma lavorerei sul suo vissuto emotivo, soprattutto sulla rabbia. Ha pensato a un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Giulia Marini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Monza
Buongiorno signora, la situazione che descrive fa capire molto bene il suo grado di fatica. Non avere un supporto da nessuno e sentirsi criticata dalla famiglia possono portare a sentiementi ed emozioni che necessitano di essere presi in considerazione. Sarebbe opportuno trovare uno spazio di riflessione per tutti questi stati emotivi intensi.
Saluti
Dott.ssa Marini
Dott.ssa Rosa Sirna
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Mettendo da parte il giudizio su cosa è "giusto" e su cosa è "sbagliato", sarebbe fondamentale un percorso psicoterapeutico per elaborare meglio vissuti emotivi come la rabbia, la tristezza, il senso di inadeguatezza e di solitudine che sta provando. Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Sirna
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. In un contesto come quello che descrive, in cui non solo il suo malessere non viene visto ma anche svalutato, provare rabbia e bisogno di isolarsi mi sembra normale. Ciò che non è normale è sentirsi sbagliata. Non esistono persone sbagliate, esistono persone bisognose di rispetto, accettazione, attenzioni. Persone che possono vivere malesseri vari, in funzione del non sentirsi accolte come ogni essere vivente ha bisogno. Ma ha 20 anni, è adulta abbastanza per potersi dare quelle attenzioni che chi le sta intorno non è capace di darle. Si conceda la possibilità di prendersi cura di sé, rispettando i suoi bisogni e acettandosi senza sentirsi sbagliata. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla in un processo di chiarezza per affrontare le difficoltà che vive. Distinti saluti
Buongiorno, dalle sue parole percepisco la sofferenza che sta provando ed è comprensibilissimo considerando anche il contesto in cui si trova tutt'altro che accogliente. Probabilmente ha bisogno di intraprendere un lavoro su se stessa che la porti ad identificare ciò che le reca tanta sofferenza. L'ansia, la rabbia, i problemi con il cibo sembrano essere tutte manifestazioni di un disagio che necessita di essere elaborato. Le consiglio quindi un percorso psicoterapeutico per poter risalire alla causa della sua sofferenza per poi acquisire gli strumenti necessari per affrontarla. Un caro saluto

Dott.ssa Sonia Zaccoletti
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, non sta sbagliando. Quello che lei sente è reale, profondo ed intrusivo per la sua quotidianità. Ha la possibilità di intraprendere un percorso psicologico per poter districare la sofferenza che descrive e sente?
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, sembra che questo suo disagio duri da un po' di tempo, tanto più che scrive che negli ultimi tempi non prova altro che rabbia, tristezza, ansia e noia. Se riuscisse a chiedere una consultazione in cui possa raccontare queste sue esperienze, avrebbe l'opportunità sentire il parere di uno specialista ed eventualmente prendere in considerazione la proposta di un lavoro psicoterapeutico che la aiuti a stare un po' meglio. SG
Dott. Fabio Bruno
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Buonasera comprendo fortemente il suo malessere le esperienze di bullismo adolescenziali minano il nostro senso di sicurezza interno. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicoterapeuta per chiedere aiuto e rafforzare la sua autostima che le viene negata nelle sue varie esperienze relazionali. La saluto cordialmente dr Fabio Bruno
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve nella sua nota descrive una serie di situazioni che le creano disagio e che meritano una maggiore attenzione. Potrebbe essere una buona possibilità parlare di questi vissuti con un esperto che in questo caso potrebbe essere uno psicoterapeuta. Solo dopo una valutazione attenta della sua situazione si potranno fare delle valutazioni su quelle che potrebbero essere le eventuali o ulteriori attività. Un cordiale saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, posto che poche righe non possono racchiudere il modo in cui si sente nella vita di tutti i giorni mi pare di capire che la sua situazione emotiva meriti attenzione e probabilmente l'aiuto di un professionista. Mi pare di cogliere che la sua sofferenza sia prolungata nel tempo e che non riesca a far fronte alle difficoltà incontrate nel rapporto con gli altri, rapporto che ha coinvolto anche il suo corpo fino a non mangiare più. Il contesto che la circonda non sembra riuscire a farsi carico del suo malessere allontanandolo con parole poco costruttive. Il mio suggerimento è di darsi l'opportunità di trovare una via d'uscita e magari trovare nuove possibilità per una vita più soddisfacente facendosi seguire in questo momento delicato da uno psicologo.
Se ha bisogno sono a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Dott. Camilla Ballerini

Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, dalle sue parole è chiaramente percepibile la grande fatica che sta provando. Forse stare qui a riflettere sul giusto e sbagliato di sentirsi in un determinato modo; oppure pensare ad attribuire la colpa a qualcuno di questa grande fatica potrebbe non essere la strategia più giusta. Perchè invece non soffermarmisi su ciò che sta provando in questo periodo.
Senza ombra di dubbio non avere una rete supportiva e accogliente rende tutto più faticoso.
Sarebbe utile indagare in maniera più approfondita alcuni elementi.
Se ha bisogno sono a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Carla Nesci
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Calabria
Buongiorno, mi dispiace per quello sta vivendo. Lei parla di vissuti importanti e di persone vicino a lei che non le credono o non la riconoscono nel suo valore. Quando il rapporto con gli altri sono insoddisfacenti, la soluzione che ci viene più ovvia è l’isolamento, ma alla lunga può constatare lei stessa che la situazione non migliora. Questo perché l’essere umano ha un bisogno fisiologico e psicologico di stare a contatto con l’altro fin dalla nascita. Per crescere è necessario essere “nutriti” di cure e affetto, così si svilupperà una buona fiducia in se stessi. Quando questo non accade, la persona con un buon lavoro di consapevolezza della propria storia ha comunque la possibilità di avere relazioni intime calde e autentiche.
La invito allora a intraprendere un percorso di psicoterapia per prendersi cura di quello che sta provando e capire cosa accade nelle sue relazioni con gli altri.
Per qualsiasi dubbio non esiti a contattarmi!
Dr. Carla Nesci
Dott. Stefano Scaccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Le paure alla sua età assumono proporzioni gigantesche. La vita sembra una sfida impossibile. In realtà non è così, gli anni e la maturità portano a vedere le cose in un modo diverso, a volte diametralmente opposto. Si percepisce nella sua lettera una acuta sofferenza. Si rivolga a qualcuno che sia in grado, insieme a lei, di dare forma a queste paure e a questi suoi sentimenti. Le assicuro che è possibile uscire dal suo stato, ed è anche piacevole.
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Psicologo, Psicologo clinico
Alessandria
Buongiorno, mi dispiace per tutte queste emozioni scomode che la stanno travolgendo. Non è semplice parlarne. In lei non emerge solo tanta sofferenza ma anche una grande forza. Lei non assolutamente sbagliata, è anzi l'assenza di un supporto familiare che inasprisce le sue difficoltà, alimentando i sensi di colpa.
Sarebbe opportuno intraprendesse un percorso psicologico per lavorare sugli eventi per lei traumatici del passato, come gli episodi di bullismo scolastico e familiare. Inoltre, con uno psicologo, potrebbe trovare la serenità che merita e nuovi modi di rispondere a ciò che le accade. Si dia un'opportunità per stare bene e per prendersi cura di sé.
Si può stare meglio, non si preoccupi.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Dott.ssa Fabrizia Semeraro
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Buonasera, mi dispiace molto per la situazione che descrive, certo non deve essere facile sentirsi svalutata e sentire la propria sofferenza minimizzata. Ha provato a rivolgersi ad uno psicoterapeuta? Forse potrebbe esserle utile trovare una persona di fiducia cui affidarsi per poter iniziare a parlare di alcune situazioni spiacevoli. Non è facile ma le assicuro che è un primo passo per sentirsi meglio e trovare un proprio spazio. Cordialmente, Dott.ssa Semeraro
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Mi dispiace molto leggere del suo difficile passato e del suo attuale malessere. La sua situazione sembra complessa e ricca di sofferenza, e mi dispiace che non abbia nessuno con cui parlarne liberamente.

Le sue esperienze di bullismo, l'isolamento sociale, le difficoltà familiari e i problemi con l'immagine di sé e l'alimentazione sono tutti fattori che possono aver contribuito al suo attuale stato di ansia, rabbia, tristezza e noia. È importante ricordare che non è colpa sua e che non sta esagerando.

Le consiglio di cercare un aiuto professionale da uno psicologo o psicoterapeuta. Un professionista potrà aiutarla a comprendere meglio le sue difficoltà, a sviluppare meccanismi di coping per gestire le sue emozioni e a costruire relazioni più sane con se stessa e con gli altri.

Non è mai troppo tardi per iniziare a stare meglio. Con il giusto supporto, può imparare ad affrontare il suo passato e a costruire un futuro più felice e appagante.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,

la sua situazione suscita una profonda empatia e comprende l'intensità con cui vive queste esperienze. È chiaro che sta affrontando un insieme di emozioni molto complesse, influenzate da avvenimenti del passato e dalla difficoltà nel trovare spazi di sostegno e comprensione attorno a sé. Il dolore legato al bullismo che ha subito e l’isolamento che sperimenta sono esperienze significative che possono influenzare la sua percezione di sé e delle sue relazioni.

Il fatto che si senta a suo agio nella propria solitudine, creando un "mondo tutto suo", potrebbe essere sia un meccanismo di difesa che una forma di auto-protezione contro il dolore delle interazioni sociali, ma è anche importante riconoscere che necessità di connessione e relazioni autentiche. La paura di deludere gli altri e il senso di colpa che prova indicano quanto sia forte l'impatto delle aspettative esterne su di lei.

Le sue esperienze di ansia e rabbia, insieme ai sentimenti di tristezza e noia, evidenziano una lotta interiore che merita attenzione. È normale domandarsi se stia esagerando o se le sue emozioni siano valide, ma ciò che prova è reale e merita di essere ascoltato, sia da sé stessa che dagli altri. La presenza di familiari che sminuiscono il suo stato emotivo può aggravare la sua situazione, portando a un ulteriore isolamento e pressione.

Prendersi il tempo per esplorare questi sentimenti in uno spazio di ascolto sicuro, come la terapia, potrebbe offrirle opportunità per comprendere meglio se stessa, i suoi bisogni e i suoi desideri. È importante che impari a dare valore alle sue esperienze e a cercare il supporto di persone che possano offrirle una visione diversa e più positiva della sua realtà.

Se desidera approfondire queste tematiche e trovare delle modalità per affrontare ciò che sta vivendo, La invito a contattarmi. Sarò felice di offrirLe un supporto in questo percorso.

Cordialmente,

Dottoressa Laura Lanocita
Dott.ssa Mara Catena
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
accolgo caldamente tutte le parole che hai voluto scrivere e condividere con noi.
Si percepisce la vulnerabilità e paura al giudizio degli altri, con una tendenza all'autocritica e autocolpevolizzazione. Non ci sono sbagli nel sentire, provare o pensare. Non ci sono esagerazioni. Prova ad ascoltare ciò che senti senza giudicarlo, concediti la possibilità di provare delle emozioni senza etichettarle come buone o cattive.
Ciò che dicono e fanno le altre persone rispecchia il loro essere e sentire, non il tuo.
Proprio come davanti ad uno specchio, le parole che dicono, riflettono solo loro stessi, non hanno nulla a che fare con la persona che sei.
Dott. Mario Salinas
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Gentile utente,
mi dispiace profondamente per ciò che sta vivendo e per il dolore che traspare dalle sue parole. Da quello che racconta, ha attraversato esperienze molto difficili, tra cui il bullismo, la solitudine, l’incomprensione da parte della famiglia e il peso di emozioni intense come rabbia, tristezza e ansia. Tutto questo non è qualcosa di cui doversi vergognare o che la rende "patetica" in alcun modo. Anzi, il fatto che stia cercando di capire se stessa e che abbia il coraggio di esprimere il suo vissuto è un segno di grande forza.

Non è lei a sbagliare. Non è "esagerata" e non sta "facendo la vittima". Il dolore che prova è reale e merita di essere riconosciuto e accolto. Il modo in cui si sente trattata dalla sua famiglia e da alcune persone intorno a lei può farla dubitare di se stessa, ma il disagio che prova ha delle radici comprensibili e merita attenzione. Il bullismo che ha subito, il sentirsi esclusa e il mancato supporto emotivo da parte della famiglia possono avere un impatto profondo sulla sua autostima e sul modo in cui vive le relazioni.

Mi colpisce molto il fatto che provi sollievo nell’isolamento e che riempia la sua vita con impegni per non sentire il vuoto. Questo è un meccanismo di difesa comprensibile, ma non deve affrontare tutto questo da sola. Ha già ricevuto una diagnosi di ansia e sarebbe importante che potesse avere un supporto psicologico continuativo per esplorare meglio ciò che sta vivendo, imparare a gestire la rabbia e ritrovare uno spazio in cui sentirsi compresa e accolta senza giudizio.

Se la sua famiglia non riesce a offrirle il sostegno di cui ha bisogno, può cercarlo altrove: uno psicologo, un gruppo di supporto, persone che possano davvero ascoltarla senza sminuirla. Merita di essere ascoltata e aiutata. Le sue emozioni hanno un senso e non è sola. Se sente che il peso è troppo grande, non esiti a chiedere aiuto a un professionista. Non si colpevolizzi per come si sente: la sua sofferenza ha delle cause, e con il giusto supporto potrà trovare modi più sani per affrontarla.

Le emozioni che senti dicono molto su quello che hai dentro. Non è mai sbagliato ascoltarle e prendere atto di quello che il corpo ti comunica.
Dott.ssa Valentina Vaglica
Psicologo, Psicologo clinico
Castel Gandolfo
Da come racconta la sua storia, si sente molto chiaramente quanto lei abbia dovuto cavarsela da sola, spesso senza qualcuno che la guardasse davvero dentro. Quando una famiglia risponde al dolore con frasi come “sei esagerata”, o addirittura con il giudizio sul corpo, non è lei a sbagliare: è l’ambiente che non ha saputo accogliere ciò che provava.
In un contesto così, imparare a difendersi significa nascondere le emozioni, isolarsi, convincersi che è meglio non chiedere mai troppo affetto. L’ansia, la tristezza, i momenti di rabbia che descrive… non sono segni di debolezza, ma la voce di una parte di sé che chiede finalmente spazio.
E anche il bullismo che ha subito è una ferita che pesa: quando non ci si sente protetti a casa, si resta più esposti al mondo e allo sguardo degli altri. E ci si sente soli due volte: nella ferita e nel silenzio.
Lei si chiede continuamente se il problema sia lei. È una domanda che nasce quando per troppo tempo nessuno ha confermato il suo valore. Quando si cresce in famiglie dove non c’è posto per la fragilità, si finisce per credere che, se proviamo dolore, allora siamo noi ad essere “sbagliati”.
Non è “patetica”. È stanca. E quando si è stanchi si fa più fatica ad avere speranza.
Possiamo, insieme, provare a dare un nome a tutto quello che sente, a costruire un po’ di fiducia nelle sue relazioni e soprattutto in se stessa. Perché non è vero che deve cavarsela da sola.

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