Buona sera, soffro di ansia da parecchi anni e di pensieri ossessivi e rimurgini . Premetto che mio
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Buona sera, soffro di ansia da parecchi anni e di pensieri ossessivi e rimurgini . Premetto che mio padre mi ha abbandonata a 2 anni e la mamma non era sempre presente. In ogni mia relazione è successo che con il tempo ho iniziato a pensare ad altri ragazzi fino ad innamorarmi di un altro e lasciare il ragazzo stesso. Ora sto con un ragazzo che amo tantissimo, la quale sono molto gelosa e spesso sto male perché ci vediamo poco. La relazione è sempre traballante perché lui non prova il sentimento come lo provo io. E spesso piango e sto malissimo. Però a volte mi capita che se guardo un ragazzo vado in ansia perché mi dico se lo ami non guardi altri, forse per le mie relazioni passate, ho avuto come un trauma . Ma c’è un ragazzo di cui ero innamorata da adolescente e che ho visto qualche volta al bar e pensavo proprio che da piccolo era più bello e che ora non mi attrae però ora mi viene spesso in mente ma io sono spaventata perché ho dei rimurgini che non mi lasciano tranquilla. Vado dalla psicologa da ormai 3 anni ma i rimurgini li ho sempre . Cosa devo fare? Non voglio perdere il mio fidanzato, perché pensare che se fosse lui a pensare queste cose starei malissimo e la cosa sarebbe inaccettabile
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione da lei riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Cordialmente, dott FDL
Comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione da lei riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata.
Cordialmente, dott FDL
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Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Salve, scrive che ha già intrapreso un percorso psicologico e questo mi fa piacere. La invito quindi a continuare a confrontarsi con la sua terapeuta per evitare di rimanere confusi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve Gentile utente!
Sicuramente il rimurginio ( tipico di ossessioni e disturbi d'ansia)causano difficoltà ed orientano molto spesso la nostra mente a prefigurare problemi e rischi. Queste modalità di pensiero rendono incerti ed insicuri come se forze esterne avessero il controllo su di noi. Ma non tutto quello che pensiamo, poi succede nella realtà! La invito a confrontarsi con il suo terapeuta per non generare confusione e chiedere aiuto in questo momento difficile.
Cordiali Saluti dott.Alessia Battista
Sicuramente il rimurginio ( tipico di ossessioni e disturbi d'ansia)causano difficoltà ed orientano molto spesso la nostra mente a prefigurare problemi e rischi. Queste modalità di pensiero rendono incerti ed insicuri come se forze esterne avessero il controllo su di noi. Ma non tutto quello che pensiamo, poi succede nella realtà! La invito a confrontarsi con il suo terapeuta per non generare confusione e chiedere aiuto in questo momento difficile.
Cordiali Saluti dott.Alessia Battista
Buonasera, essendo lei già seguita da una psicologa il mio consiglio è quello di condividere con la collega nuovamente le sue preoccupazioni, il contenuto dei rimuginii e dei pensieri ossessivi. Questo è molto utile al percorso in essere ed aiuta a rafforzare l'alleanza terapeutica, altre interpretazioni o valutazioni esterne al setting causerebbero confusione che in questo caso alimenterebbe negativamente il rimuginare. Un caro saluto
Buonasera gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Dato che sta già facendo un percorso, provi a parlarne con la sua psicologa. Magari può pensare anche ad un aiuto di tipo farmacologico. Cordialmente, dott. Simeoni
Buona sera, grazie per aver condiviso con noi le sue difficoltà. La sua storia e i suoi vissuti necessiterebbero sicuramente di essere ascoltati in un contesto appropriato in quanto ci sono vari aspetti da approfondire. Attraverso un percorso di psicoterapia avrà la possibilità di conoscersi meglio, di elaborare esperienze e acquisire strategie e competenze utili al fine di fronteggiare le difficoltà.
Attraverso una buona alleanza terapeutica, avrà modo di mettersi a nudo con il suo terapeuta per riuscire a mettere in atto un reale cambiamento. Io sono a disposizione anche per consulenze online. Si dia la possibilità di volersi bene, di chiarire il suo vissuto e le situazioni che vive.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto.
Dott.ssa Chiara De Battisti
Attraverso una buona alleanza terapeutica, avrà modo di mettersi a nudo con il suo terapeuta per riuscire a mettere in atto un reale cambiamento. Io sono a disposizione anche per consulenze online. Si dia la possibilità di volersi bene, di chiarire il suo vissuto e le situazioni che vive.
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Dott.ssa Chiara De Battisti
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Gentile Utente,
da quello che ci racconta ha attraversato molte esperienze difficili, che hanno avuto sicuramente un peso sul suo disagio.
Sembra che questi "rimuginii", a quanto ci racconta, siano scatenati dall'attrazione per i ragazzi che incontra casualmente. Forse la collega presso cui è in cura glielo avrà già detto, ma si tratta di un'attrazione del tutto normale che non ha nulla a che fare con i sentimenti che prova per il suo ragazzo: c'è differenza tra trovare attraente sessualmente qualcuno e volersi impegnare con lui, e non c'è nessun nesso con la qualità del suo rapporto. Sembra quasi che voglia mettersi alla prova e testarsi... è così? come mai? provi a parlarne con la sua terapeuta.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
da quello che ci racconta ha attraversato molte esperienze difficili, che hanno avuto sicuramente un peso sul suo disagio.
Sembra che questi "rimuginii", a quanto ci racconta, siano scatenati dall'attrazione per i ragazzi che incontra casualmente. Forse la collega presso cui è in cura glielo avrà già detto, ma si tratta di un'attrazione del tutto normale che non ha nulla a che fare con i sentimenti che prova per il suo ragazzo: c'è differenza tra trovare attraente sessualmente qualcuno e volersi impegnare con lui, e non c'è nessun nesso con la qualità del suo rapporto. Sembra quasi che voglia mettersi alla prova e testarsi... è così? come mai? provi a parlarne con la sua terapeuta.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve. Da quanto descrive, mi sembra che lei non riesca a vivere l'amore fino in fondo, spostando i pensieri verso altri. Ne parli con la terapeuta che la segue, con il suo aiuto si può confrontare con le sue paure e trovare la fiducia in se stessa. Distinti saluti
Gentile Signora porti queste sue riflessioni nell'ambito del lavoro che sta svolgendo con il suo psicoterapeuta che sicuramente ha più elementi di quelli che lei ha condiviso con la sua nota e analizzi anche i motivi di questa sua richiesta. Sicuramente questa sarà una strada molto utile per il vostro lavoro. Un cordiale saluto
Buonasera, in poche righe è stata capace di raccontare i punti salienti della sua situazione. Credo però che deve riuscire a fidarsi del percorso psicologico che sta seguendo in modo da poter proseguire il suo cammino in modo più sereno possibile. Confrontarsi è sempre la via migliore...Saluti
Buonasera, mi dispiace molto per la sua situazione,mi pare che il rapporto con il maschile sia travagliato e che ci siano dei nodi da sciogliere. La scelta di intraprendere un percorso mi sembra ottima.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, se è già seguita, le consiglio di confrontarsi con la sua psicologa in merito.
Nel suo racconto emergono molti punti importanti e il quadro della sua situazione è piuttosto lampante. Sarebbe interessante capire come mai scrive qui nel momento in cui ha già una terapeuta. Se non si trova a suo agio, sì ricordi che può interrompere quando vuole.
Nel suo racconto emergono molti punti importanti e il quadro della sua situazione è piuttosto lampante. Sarebbe interessante capire come mai scrive qui nel momento in cui ha già una terapeuta. Se non si trova a suo agio, sì ricordi che può interrompere quando vuole.
Cara ragazza,
ha fatto la scelta giusta, cominciare una psicoterapia in quanto è lo strumento attraverso il quale potrà raggiungere un benessere più a lungo termine. La psicoterapia le consentirà di vivere le relazioni con l'altro sesso con maggiore serenità, si dia tempo.
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
ha fatto la scelta giusta, cominciare una psicoterapia in quanto è lo strumento attraverso il quale potrà raggiungere un benessere più a lungo termine. La psicoterapia le consentirà di vivere le relazioni con l'altro sesso con maggiore serenità, si dia tempo.
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Buongiorno, comprendo le sue ansie per ciò che i genitori hanno lasciato nel suo cuore.
Non è aggrappandosi con gelosia che si assicura l'amore.
La terapia cognitivo comportamentale riesce a gestire Iin mesi, e non in anni i rimuginii che sono alla base dell' ansia e di depressione. Lei si sta inquietando confondendo il guardare altri ragazzi con interpretazioni ansiogene come il non amare.
Anche le pratiche di Mindfulness e per gestire i pensieri accelerano ancor di più il non confondere le idee e le ossessioni con la realtà e ritornare al presente.
Saluti,
Dr. Gianpietro Rossi
Non è aggrappandosi con gelosia che si assicura l'amore.
La terapia cognitivo comportamentale riesce a gestire Iin mesi, e non in anni i rimuginii che sono alla base dell' ansia e di depressione. Lei si sta inquietando confondendo il guardare altri ragazzi con interpretazioni ansiogene come il non amare.
Anche le pratiche di Mindfulness e per gestire i pensieri accelerano ancor di più il non confondere le idee e le ossessioni con la realtà e ritornare al presente.
Saluti,
Dr. Gianpietro Rossi
Salve,
sfrutti la sua attuale relazione terapeutica per porre questi suoi dubbi. Le faccio notare che sta considerando la sua terapeuta allo stesso modo che considera il suo fidanzato.
Saluti
sfrutti la sua attuale relazione terapeutica per porre questi suoi dubbi. Le faccio notare che sta considerando la sua terapeuta allo stesso modo che considera il suo fidanzato.
Saluti
Gentile utente, dalle sue parole emerge quanto siano pesanti per lei questi pensieri ricorrenti che sembrano sfuggire al suo controllo. L'invito che posso rivolgerle è sicuramente quello di approfondire la tematica con la sua psicologa, senza timore e soprattutto senza giudicarsi per i propri pensieri, che sicuramente non la definiscono in quanto persona ma sono il segnale di un dolore che merita di essere ascoltato. Dott.ssa Jessica Maranza
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
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Buonasera, grazie per la condivisione. Se sta già facendo un percorso da 3 anni provi a parlarne con la sua terapeuta, proprio per il valore del suo percorso e delle fatiche che sta affrontando: forse ci sono alcuni nodi che non sono ancora totalmente sciolti e che potrebbero riguardare a fondo la sua esperienza di abbandono e di assenza di un "contenitore affettivo".
Saluti, Dott.ssa GM
Saluti, Dott.ssa GM
Gentile utente, il modo in cui pensiamo ha un grosso impatto sul nostro stato d'animo. Per dirla in termini semplici, il modo in cui mi racconto la vita mi cambia la visione che ho di questa. Quindi è normale che la sua tendenza al rimuginio ossessivo abbia un impatto sul suo stato d'animo. Se io mi racconto che va tutto male, non solo condizionerò negativamente il mio stato d'animo ma aumenterò anche la probabilità che le cose vadano effettivamente male. Non sono mai le situazioni a generare l'ansia o la tristezza dentro di noi, bensì sono i pensieri che noi facciamo sulle situazioni. Infatti, un fenomeno frequente è quello dell'ansia anticipatoria cioè una preoccupazione sproporzionata rispetto a una situazione che percepiamo come difficile o minacciosa. L'ansia anticipatoria intacca la nostra prestazione generando quindi la profezia che si autorealizza: mi aspettavo che andasse male ed effettivamente è andata male perchè io stessa creo delle condizioni sfavorevoli che la fanno andare male. Le suggerisco di fare un percorso che l'aiuti a lavorare sui suoi pensieri, ristrutturarli con l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta e acquisire maggiore fiducia in se stessa. La vita la affrontiamo grazie alle nostre risorse e se non siamo consapevoli delle risorse che abbiamo non ci sentiremo in grado di affrontare neanche il più piccolo ostacolo. Sarebbe importante fare un percorso psicoterapeutico che le permetta di imparare a sostituire questi pensieri negativi che ha con dei pensieri più bilanciati e funzionali. In base agli occhiali che indosso, vedrò il mondo in modo diverso! Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Salve
stare con un ragazzo o essere innamorata di lui non vuol dire non poter guardare altri, sicuramente se inizia a pensarlo come fosse il suo forse non è così sicura di questo rapporto o forse non è sicura dei suoi sentimenti; fino a dubitare di essi.
i legami si costruiscono senza paura e lentamente; continuando ad acquistare fiducia in se stessa anche le relazioni sentimentali miglioreranno.
stare con un ragazzo o essere innamorata di lui non vuol dire non poter guardare altri, sicuramente se inizia a pensarlo come fosse il suo forse non è così sicura di questo rapporto o forse non è sicura dei suoi sentimenti; fino a dubitare di essi.
i legami si costruiscono senza paura e lentamente; continuando ad acquistare fiducia in se stessa anche le relazioni sentimentali miglioreranno.
La ringrazio per aver condiviso in modo così aperto e sincero le sue difficoltà. Le emozioni e i pensieri che sta vivendo sono molto comuni in persone che soffrono di ansia e rimuginio ossessivo, e meritano di essere accolti con attenzione e rispetto. Da ciò che racconta emerge un vissuto affettivo complesso, segnato da esperienze dolorose di abbandono e di mancanze affettive significative nelle fasi più delicate dello sviluppo emotivo. Questi eventi non solo lasciano ferite profonde, ma influenzano anche la costruzione della nostra identità e delle relazioni future, in particolare quelle sentimentali. L’ansia e i pensieri intrusivi di cui parla, come ad esempio quelli legati alla paura di non amare abbastanza o alla preoccupazione di guardare altri ragazzi, non sono il segnale che c’è qualcosa di sbagliato in lei o nel suo amore. Al contrario, sono espressione di una vulnerabilità profonda che la porta a dubitare continuamente dei suoi sentimenti, delle sue intenzioni, e in fondo anche del suo valore come persona. Il meccanismo che descrive, in cui osserva e giudica rigidamente ogni pensiero, è tipico del disturbo ossessivo-compulsivo in ambito relazionale, e può causare un enorme disagio. È importante sapere che in queste situazioni il problema non è il contenuto dei pensieri in sé, ma il modo in cui li interpreta. Pensare o notare una persona attraente, o ricordare qualcuno del passato, non significa automaticamente non amare il proprio partner. Il cervello produce migliaia di pensieri ogni giorno, molti dei quali sono casuali, automatici e privi di significato reale. Ma quando si ha una tendenza ansiosa, questi pensieri vengono iperanalizzati e caricati di significati minacciosi, attivando un circolo vizioso: pensiero intrusivo, ansia, tentativo di controllo (per esempio evitando certi sguardi o situazioni), rimuginio e ulteriore ansia. È un meccanismo estenuante che, come lei stessa racconta, la accompagna da molto tempo e la fa sentire intrappolata. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, il lavoro terapeutico si focalizza molto sul riconoscimento di questi schemi, sulla ristrutturazione dei pensieri disfunzionali e, soprattutto, sulla riduzione del controllo e dell’evitamento. Un passaggio importante consiste nel lavorare sull’accettazione dei pensieri intrusivi: imparare a tollerarli senza doverli allontanare o risolvere, senza cercare continuamente prove che confermino o smentiscano ciò che sente, significa riconoscere che un pensiero non definisce chi siamo. È un’esperienza mentale, non una verità assoluta. Riguardo al dolore che prova nella sua relazione, emerge una profonda sensibilità e un intenso desiderio di essere amata con la stessa intensità con cui lei ama. Quando racconta della sofferenza per la distanza e del fatto che il suo compagno sembra provare qualcosa di meno intenso, appare chiaramente una ferita che ha origini più antiche: la paura dell’abbandono, il timore di non essere abbastanza, la ricerca continua di conferme per colmare un vuoto emotivo che, molto probabilmente, si è radicato nei primi anni della sua vita. Questo non è colpa sua. È il risultato di una storia personale complessa e, al tempo stesso, rappresenta un punto di partenza prezioso per il lavoro terapeutico. Il fatto che sia in terapia da tre anni è un segno di grande forza e volontà. Tuttavia, se i rimuginii persistono e continuano a interferire con la qualità della sua vita, potrebbe essere utile valutare, insieme alla sua terapeuta, l’introduzione di tecniche specifiche per il trattamento del disturbo ossessivo e del rimuginio, come la mindfulness, la exposure with response prevention (ERP), e l’uso di protocolli basati sulla Acceptance and Commitment Therapy (ACT). Questi approcci, sempre nell’ambito cognitivo-comportamentale, sono molto efficaci nel modificare la relazione con i propri pensieri. Infine, vorrei rassicurarla: il fatto che lei si ponga queste domande, che abbia il timore di perdere il suo fidanzato, che si preoccupi dell’effetto che certi pensieri potrebbero avere se fosse lui a provarli, indica che tiene profondamente alla relazione. Il punto non è evitare i pensieri sgraditi, ma imparare a non temerli. È possibile vivere una relazione significativa anche con la presenza dell’ansia, quando si smette di lottare con i pensieri e si inizia ad ascoltare con gentilezza ciò che essi ci raccontano di noi, senza lasciare che guidino le nostre azioni. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
dal suo racconto emerge un quadro di ansia persistente accompagnata da pensieri ossessivi e rimuginio continuo, che si manifesta in particolare nell’ambito affettivo e relazionale. È molto importante che lei riconosca questa difficoltà e che, nonostante la sofferenza, stia già affrontando un percorso psicologico, segno di grande consapevolezza e desiderio di comprendere meglio se stessa.
L’origine di questi schemi emotivi può effettivamente risalire alle esperienze di attaccamento precoce che descrive, l’abbandono da parte del padre e la scarsa presenza materna possono aver lasciato dentro di lei un vissuto di insicurezza e paura di non essere abbastanza amata o di poter essere lasciata. Queste ferite emotive, se non elaborate completamente, tendono a riattivarsi proprio nelle relazioni sentimentali più significative.
I pensieri ossessivi che sperimenta (“se amo il mio partner, non dovrei guardare altri”, “perché mi torna in mente quel ragazzo?”) sono tipici del cosiddetto disturbo ossessivo di tipo relazionale (ROCD) o del rimuginio ansioso legato all’amore. Non significano che lei non ami davvero il suo partner, ma piuttosto che la mente, per via dell’ansia e del bisogno di controllo, tende a cercare continuamente conferme sul proprio sentimento o su quello dell’altro. Questo meccanismo, purtroppo, aumenta il malessere e il senso di colpa.
È importante distinguere tra ciò che sente realmente e ciò che la sua mente le impone di analizzare e giudicare. L’amore, infatti, non è privo di dubbi o pensieri: ciò che conta è la qualità del legame, la condivisione e il rispetto reciproco, non la totale assenza di incertezze.
Poiché riferisce di essere in terapia da tempo ma di non aver visto miglioramenti significativi sui pensieri ossessivi, le consiglio di parlarne apertamente con la sua psicologa così da poterlo affrontare insieme e trovare nuove strategie più efficaci.
Le consiglio di non giudicarsi per i pensieri che emergono: un pensiero non è un’azione, e non mette in discussione il suo amore. Imparare a osservarli senza combatterli è il primo passo per liberarli della loro forza.
Con il giusto sostegno, potrà imparare a riconoscere e gestire l’ansia relazionale, rafforzare la fiducia in sé e vivere la relazione in modo più sereno e stabile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
dal suo racconto emerge un quadro di ansia persistente accompagnata da pensieri ossessivi e rimuginio continuo, che si manifesta in particolare nell’ambito affettivo e relazionale. È molto importante che lei riconosca questa difficoltà e che, nonostante la sofferenza, stia già affrontando un percorso psicologico, segno di grande consapevolezza e desiderio di comprendere meglio se stessa.
L’origine di questi schemi emotivi può effettivamente risalire alle esperienze di attaccamento precoce che descrive, l’abbandono da parte del padre e la scarsa presenza materna possono aver lasciato dentro di lei un vissuto di insicurezza e paura di non essere abbastanza amata o di poter essere lasciata. Queste ferite emotive, se non elaborate completamente, tendono a riattivarsi proprio nelle relazioni sentimentali più significative.
I pensieri ossessivi che sperimenta (“se amo il mio partner, non dovrei guardare altri”, “perché mi torna in mente quel ragazzo?”) sono tipici del cosiddetto disturbo ossessivo di tipo relazionale (ROCD) o del rimuginio ansioso legato all’amore. Non significano che lei non ami davvero il suo partner, ma piuttosto che la mente, per via dell’ansia e del bisogno di controllo, tende a cercare continuamente conferme sul proprio sentimento o su quello dell’altro. Questo meccanismo, purtroppo, aumenta il malessere e il senso di colpa.
È importante distinguere tra ciò che sente realmente e ciò che la sua mente le impone di analizzare e giudicare. L’amore, infatti, non è privo di dubbi o pensieri: ciò che conta è la qualità del legame, la condivisione e il rispetto reciproco, non la totale assenza di incertezze.
Poiché riferisce di essere in terapia da tempo ma di non aver visto miglioramenti significativi sui pensieri ossessivi, le consiglio di parlarne apertamente con la sua psicologa così da poterlo affrontare insieme e trovare nuove strategie più efficaci.
Le consiglio di non giudicarsi per i pensieri che emergono: un pensiero non è un’azione, e non mette in discussione il suo amore. Imparare a osservarli senza combatterli è il primo passo per liberarli della loro forza.
Con il giusto sostegno, potrà imparare a riconoscere e gestire l’ansia relazionale, rafforzare la fiducia in sé e vivere la relazione in modo più sereno e stabile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
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