Buona sera dottori vi ringrazio della pazienza. Io non riesco a trovare un equilibrio stabile ci son

20 risposte
Buona sera dottori vi ringrazio della pazienza. Io non riesco a trovare un equilibrio stabile ci sono giorni che sto più serena altri ho un senso di apatia vorrei solo stare a letto. Io so che non ho tanta autostima mi vengono dei pensieri strani come se io ce l'avessi con gli altri e quindi poi mi difendo da un possibile rifiuto li vedo cattivi, o che mi giudicano (e poi mi sento cattiva nel giudicare gli altri)provo anche vergogna sentimenti di inadeguatezza. E in tutto questo io sto cercando un lavoro... E non so perché sto così io mi continuo a dire che nessuno mi obbliga a stare così. Poi mi viene il nervoso perché mi comporto per farmi accettare (non sono più spontanea). Sempre mi continuo a dire che sono io che devo avere autostima di me che nessuno mi obbliga a comportarmi come non voglio. Vi giuro che è davvero demenziale quello che io provo. E parlandovene spero di trovare il bandolo della matassa. Poi nemmeno mi va di incominciare una psicoterapia perché spesso non mi sento subito capita o quello di cui ho bisogno. Che Dio mi aiuti davvero.
Grazie

Cristina
Dott.ssa Cristina Bernucci
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Velletri
Salve Cristina,
grazie per aver condiviso la sua esperienza e i suoi sentimenti in modo così aperto. Capisco quanto possa essere complesso e frustrante gestire queste emozioni e trovare un equilibrio stabile nella vita quotidiana.
Riflessioni sulla Situazione
Oscillazioni Emotive: è comune sperimentare giorni in cui ci si sente più sereni e altri in cui prevale un senso di apatia. Queste oscillazioni possono essere influenzate da vari fattori, inclusi lo stress, le circostanze esterne e i propri pensieri interni.
Autostima e Pensieri Negativi: la bassa autostima può spesso portare a pensieri negativi e di autosabotaggio. È importante riconoscere questi pensieri e cercare di affrontarli in modo costruttivo. Consideri di adottare un dialogo interno più compassionevole e positivo verso se stessa.
Percezione degli Altri: sentirsi giudicata o vedere gli altri in modo negativo può essere una difesa contro il rifiuto. Tuttavia, queste percezioni possono alimentare un circolo vizioso di isolamento e inadeguatezza. Lavorare sulla fiducia nelle proprie capacità e sui confini personali può aiutare a mitigare queste sensazioni.
Cercare Lavoro: la ricerca di un lavoro può essere una fonte significativa di stress e ansia, soprattutto se accompagnata da dubbi sulle proprie capacità. È importante affrontare questo processo con pazienza e autoregolazione emotiva, cercando di mantenere una visione realistica e incoraggiante delle proprie competenze.
Strategie di Gestione
Mindfulness e Consapevolezza: praticare la mindfulness può aiutare a mantenere la calma e a essere più presenti nel momento, riducendo l'impatto delle oscillazioni emotive. Esercizi di respirazione e meditazione possono essere utili.
Scrittura Riflessiva: tenere un diario dove annotare i propri pensieri e sentimenti può aiutare a chiarire e organizzare le emozioni, facilitando la comprensione dei propri stati d'animo e dei trigger.
Attività Fisica e Salute: mantenere una routine di esercizio fisico regolare può contribuire a migliorare l'umore e a ridurre lo stress. Anche una dieta equilibrata e un sonno adeguato sono fondamentali per il benessere mentale.
Comunicazione: cercare di esprimere i propri sentimenti e bisogni in modo assertivo può migliorare le relazioni interpersonali e ridurre il senso di inadeguatezza e la paura del giudizio altrui.
Conclusione
È evidente che sta facendo del suo meglio per trovare un equilibrio e migliorare il proprio benessere. Non sottovaluti l'importanza di prendersi cura di sé stessa e di cercare supporto quando necessario. La terapia può offrire strumenti preziosi, e trovare un terapeuta con cui si sente compresa è essenziale per il successo del percorso terapeutico.
Le auguro il meglio nel suo percorso di crescita e guarigione.
Cordiali saluti.

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Dr. Andrea Luca Bossi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buongiorno Cristina. Lei non fa fatica a esprimere la confusione in cui si trova.
La descrizione dei suoi stati d'animo ed emozioni sono informazioni utili ma purtroppo non sufficienti per poterle dare risposte esaustive o soddisfacenti, ossia il bandolo della matassa.
Senza dare maggiori informazioni su di sé, sulle sue condizioni circostanti, sulla sua storia personale, eventi presenti o passati importanti per lei, risorse affettive, contesti familiari, reti sociali, è estremamente difficile esserle d'aiuto in modo preciso.
Le risposte che si potrebbero dare, in simili casi, avrebbero la stessa validità di chi cerca suggerimenti in una sfera di vetro.
Mi permetto quindi di esortarla a trovare una persona (o più) di cui lei ha sufficiente fiducia per condividere ciò che si sente di dire, avere un confronto almeno delle sue emozioni e stati d'animo.
Parlare con chi è in grado di darle un buon ascolto (non necessariamente uno Psicologo/a) produce un dibattito capace già di per sé di produrre piccoli cambiamenti dell'immagine di se stessa, piccoli spunti di riflessione.
Se nella sua sfera sociale ritiene di non avere nessuno/a, si faccia coraggio e a partire dai suoi genitori cerchi nella famiglia qualcuno con cui ammettere che ha bisogno d'aiuto e di un confronto aperto.
Infine, se dovesse non avere nessuno nemmeno all'interno della famiglia (fratelli, sorelle, cugini, zie) può andare in un centro di ascolto, può trovarlo nei Servizi Sociali.
E' un primo passo, ma fondamentale. Buona giornata
Dott.ssa Michela Campanella
Psicoterapeuta, Psicologo, Professional counselor
Desenzano del Garda
iao Cristina, capisco quanto possa essere frustrante e confuso vivere in questo stato di altalena emotiva. È importante dirti che non sei "demenziale" per quello che provi: le emozioni che descrivi sono comuni e fanno parte dell’essere umano, anche se al momento sembrano difficili da gestire.

Quello che descrivi sembra essere un ciclo: ti senti insicura → temi il giudizio altrui → ti comporti per farti accettare → ti senti ancora meno spontanea e autentica → aumentano vergogna e senso di inadeguatezza → e il ciclo si ripete. Riconoscere questo schema è già un primo passo.
La tua mente è intrappolata in una lotta contro i tuoi pensieri: "Non dovrei pensare così", "Devo avere più autostima". Questo ti mette sotto pressione, peggiorando il senso di inadeguatezza. Proviamo invece a fare amicizia con questi pensieri, anziché combatterli. Ogni volta che pensi di essere giudicata o di comportarti per farti accettare, chiediti:

Cosa succederebbe se accettassi questo pensiero senza giudicarlo?
E se non cercassi di cambiarlo subito, cosa cambierebbe nel mio comportamento ?

La tua resistenza a iniziare una terapia è comprensibile, soprattutto se temi di non essere capita. Forse è il momento di accettare che non esiste il terapeuta perfetto o la sessione perfetta. Iniziare potrebbe essere più utile di aspettare la "condizione ideale".

TiRicordati che non sei sola,quello che provi non è raro e ci sono strategie efficaci per uscirne.

Un caro saluto



Dott.ssa Silvia De Roni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Gentilissima
Ringrazio per aver condiviso ciò che stai vivendo. È normale avere alti e bassi emotivi, e il fatto che tu stia cercando di comprendere le tue emozioni è un passo importante. I pensieri sugli altri e la paura del giudizio spesso derivano da una bassa autostima e dal desiderio di proteggerti da un possibile rifiuto. Questi pensieri possono creare un circolo vizioso che alimenta ansia e sentimenti di inadeguatezza.

Il nervosismo che descrivi, legato al tuo comportamento per cercare di essere accettata, è un'altra manifestazione di un conflitto interno, che ci porta spesso a non essere spontanei con gli altri. Il fatto che tu stia cercando lavoro in questo periodo, nonostante le difficoltà emotive, dimostra la tua voglia di cambiamento e crescita.

Capisco anche la tua esitazione riguardo alla psicoterapia, ma ti invito a non essere troppo severa con te stessa. Ogni percorso terapeutico è unico, e trovare un professionista con cui ti senti a tuo agio potrebbe essere un passo importante. Il tuo impegno nel cercare di capire te stessa è già un grande segno di forza.

Non sei sola, e il supporto giusto può aiutarti a superare questo momento difficile.

Rimango a disposizione
Dott.ssa De Roni Silvia
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buonasera,
l' alternarsi del suo umore lascia presagire una problematica depressiva importante di cui dovrebbe prendersi cura. La depressione è curabile attraverso il lavoro congiunto della psicoterapia insieme a quello della farmacoterapia. Non perda altro tempo, e si affidi a degli specialisti. Troverà così con il tempo l' equilibrio che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Cristina,
nel suo post è molto evidente una critica molto forte che Lei fa a se stessa: inadeguatezza, bassa autostima, vergogna. La rabbia che prova nasconde qualcosa di più antico che, in questo momento, non riesce a vedere. L'unico modo per riuscire a trovare un equilibrio (come Lei ha descritto nel suo post) è una maggiore consapevolezza rispetto a quelle relazioni che hanno segnato la sua crescita. Grazie.
Dott. Giovanni Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Capisco che tu stia attraversando un momento molto difficile, e mi dispiace davvero che ti senta così sopraffatta. È comprensibile provare queste emozioni intense quando sembra non esserci una via d’uscita. Vorrei invitarti, se puoi, a guardare il tuo dolore con uno sguardo gentile, come faresti con una persona cara che sta soffrendo. Non è facile, lo so, ma immagina di poter offrire a te stessa un po’ di quella comprensione, di quella vicinanza che desidereresti ricevere dagli altri.

In questo momento, forse puoi anche provare a notare come ti senti nel tuo corpo, come il tuo respiro si muove dentro e fuori. Puoi fare un passo alla volta, senza forzarti: è del tutto normale trovare difficile essere compassionevole con te stessa, soprattutto quando ti senti turbata. Ricorda che ci vuole tempo, e va bene così.

È possibile che emerga un senso di vulnerabilità o di inadeguatezza, ma queste sensazioni non definiscono chi sei: sono stati emotivi e pensieri che arrivano e poi passano, anche se ora appaiono molto intensi. Puoi concederti il permesso di sentire ciò che senti, con la certezza che non sei sola, e che esiste la possibilità di coltivare uno spazio interno più sicuro e protetto.

Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. La mia speranza è che tu possa gradualmente accedere a un luogo interiore di maggiore gentilezza verso te stessa, dove la sofferenza venga accolta e compresa, non respinta né giudicata. E anche se ora è davvero difficile, sappi che con la pratica potrà diventare più semplice stare accanto alle tue emozioni con calore, anziché con durezza.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera Cristina,
grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e le tue emozioni, che denotano una profonda riflessione su te stessa e il tuo stato attuale. Comprendo quanto possa essere difficile vivere momenti altalenanti tra serenità e apatia, in cui sentimenti come inadeguatezza, vergogna e nervosismo sembrano prendere il sopravvento.
Quello che descrivi potrebbe essere legato a una difficoltà nel gestire la tua autostima, nel trovare un equilibrio interno stabile e nel sentirti accettata dagli altri e da te stessa. È naturale che questi aspetti influenzano anche nella ricerca di un lavoro, dato che il benessere emotivo e la percezione di sé spesso condizionano anche le nostre azioni nel mondo esterno.
È importante sapere che quello che stai vivendo non è "demenziale", ma parte di un percorso che molte persone attraversano in momenti di difficoltà. Tuttavia, affrontare questi pensieri da sola può risultare molto complesso e faticoso.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato approfondire la situazione con uno specialista, che possa consigliare un supporto concreto e personalizzato, aiutandoti a trovare non solo il "bandolo della matassa", ma anche strumenti pratici per migliorare il tuo benessere.
Un percorso di psicoterapia, magari con un approccio empatico e rispettoso dei tuoi bisogni, potrebbe fare la differenza nel costruire un'autostima più solida e affrontare le difficoltà che hai descritto.

Dottoressa Silvia
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Emiliano Cotugno
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Velletri
Buongiorno Cristina, quello che lei dice è molto importante semplicemente perchè prima di tutto non lo tiene dentro di sè. La prima domanda che le porrei sarebbe: da quanto tempo si sente in questo modo? Credo anche che il suo vissuto emozionale sia influenzato da come percepisce il mondo e dall'elaborazione processata dalla mente. Mi sento di dirle di non esitare a chiedere aiuto ad un/una professionista.
Dr. Paolo Di San Diego
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bari
Gentile utente, non deve essere facile sentirsi capita da qualcuno a cui si chiede aiuto ma io la invito a non mollare la presa perché un percorsi di psicoterapia è davvero l'unica strada per aiutarla a capirsi e ad essere capita. E' davvero difficile quando si perde la spontaneità, ma merita di ritrovarla al più presto. Questo è possibile. Non si abbatta.
Dott. Paolo Di San Diego
Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno

sembrerebbe certo che lei abbia centrato il punto quando parla di autostima, comprendo che si possa vivere nel continuo bisogno di ricevere conferme dall'esterno per sentirsi adeguati e amati. Questo meccanismo è per certi versi normale, tutti noi abbiamo bisogno di conferme, che di solito per un adulto vengono dal lavoro e dalla vita affettiva, ma quando questo bisogno diventa un pozzo senza fondo allora può diventare un problema, perchè anche quando arrivano non sono mai sufficienti a colmare il vuoto che abbiamo dentro. E probabile che questo meccanismo sia in gran parte collegato alla sua apatia e al suo scarso desiderio di mettersi in gioco nella vita quotidiana, tendendosi così al riparo dalla vergogna e dal senso di inadeguatezza. Il consiglio che mi sento di darle è cercare di valorizzare al massimo quello di buono ha intorno a sé, in particolare gli affetti, le amicizie e più in generale le persone con cui si sente bene, troppe volte diamo la loro presenza per scontata e ne dimentichiamo l'importanza (almeno fino a quando sono presenti). Le relazioni vanno coltivate, nutrite e cercate, molto spesso ci aspettiamo la presenza degli altri quando ne abbiamo bisogno, dimenticando che poco abbiamo fatto per mantenere attivo lo scambio affettivo. Non mi preoccuperei troppo del timore di incarnare una parte che non sente sua nella socialità, questo è un gioco di ruoli che tutti facciamo, ovviamente a patto che non comporti un 'eccessiva rinuncia a se stessi e ai propri bisogni. Infine posso consigliarle di intraprendere qualsiasi azione che la possa traghettare da un punto A ad un punto B, attraverso un percorso di crescita personale, se non è la psicoterapia può essere un corso di formazione, in generale una qualsiasi attività che le consenta di sentirsi maggiormente capace di interagire con il mondo e con le capacità che, certamente, si porta dentro.
Spero di cuore di esserle stato utile. Buona continuazione!
Dott. Vittorio Domenico Minafra
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bari
Ciao Cristina, la fatica che senti ad iniziare la psicoterapia è comprensibile alla luce del tuo state mentale sofferente in cui ti percepisci oggetto di critiche/giudizi altrui e/o rifiutata dagli altri, esperienze relazionali che come dici tu ti fanno sentire inadeguata. Lo stesso timore potrebbe presentarsi anche nei confronti del terapeuta (che prima di tutto è un essere umano e in quanto tale può essere percepito o diventare "uguale agli altri"). Da un lato c'è anche una Cristina che non crede davvero a questo circolo vizioso di emozioni e pensieri ingombranti e che vorrebbe intervenire per "sgonfiarli" ma che a sua volta rimane un pò bloccata nel farlo e questo diviene a sua volta causa di frustrazione. il fatto che a volte tu ti senta serena e altre ti senta apatica può dirti di te che non sei fatta "solo in un modo" ma che hai tante possibilità per definirti e risorse da poter mettere in campo per cercare un migliore equilibrio. Se dovessi sentirne il bisogno può contattarmi per parlarne meglio, buona giornata Cristina.
Dott.ssa Giulia De Cristofano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Piedimonte Matese
Cara Cristina, immagino che non sia stato semplice per lei scrivere queste parole e la ringrazio per la condivisione. Ha parlato di molti sentimenti come apatia, vergogna, inadeguatezza e del tema del giudizio. Mi viene da rimandarle che il bandolo della matassa si può trovare dopo aver fatto un po' di spazio per permettere a questi sentimenti di esistere e per comprendere, poi, cosa vogliono comunicarle. La invito a chiedere un supporto in questo lavoro, magari partendo proprio da come si sente, ovvero non capita rispetto ai suoi bisogni. Spero di esserle stata utile e rimango a disposizione.
Dott.ssa Giulia Bassi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sacrofano
Buongiorno, un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a gestire la vergogna e il senso di inadeguatezza che prova migliorando l'autostima. Immagino non sia facile scegliere di affidarsi ad un professionista che non si conosce e accettare il rischio di non essere capiti nell'immediato, tuttavia un percorso di psicoterapia è privo di giudizio e attraverso il costante confronto con il terapeuta e i riscontri personali che possono essere a lui dati è possibile giungere alla comprensione reciproca e quindi ad un valido aiuto personale.
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Mi sembra che lei stia attraversando un periodo molto difficile, segnato da incertezze e una lotta interna tra il desiderio di migliorare e il senso di frustrazione e inadeguatezza. Sentirsi giudicata o avere paura del rifiuto, sono segnali comuni legati a bassa autostima e ansia, e non sono facili da gestire da soli.

Il fatto che lei riconosca questa difficoltà e cerchi di affrontarla è già un passo importante. Il continuo auto-giudicarsi e la sensazione di non essere spontanea sono spesso il risultato di un ciclo di ansia che alimenta se stesso. La consapevolezza che nessuno la obbliga a comportarsi in un certo modo è fondamentale, ma è altrettanto importante che si permetta di fare un passo indietro e si dia il permesso di essere se stessa, senza la pressione di essere sempre perfetta o di compiacere gli altri.

Riguardo alla psicoterapia, capisco che possa sembrare difficile iniziare, soprattutto quando non si sente subito compresa. Tuttavia, la psicoterapia può essere un luogo in cui esplorare i suoi sentimenti e trovare una via per recuperare quella serenità che sembra mancare. Se un approccio non le ha fatto sentire di essere capita, potrebbe esserci il bisogno di cercare un terapeuta che meglio si adatti al suo stile di comunicazione e alle sue necessità. Non deve arrendersi, ma solo permettersi di trovare la giusta "alchimia" terapeutica.

In questo momento, le consiglio di concentrarsi su piccole azioni quotidiane per ridurre il senso di apatia, come cercare di stabilire routine che la facciano sentire più in controllo, come praticare attività fisica, meditazione, o dedicarsi a qualcosa che le dia soddisfazione, anche se in piccolo.

La strada può sembrare tortuosa, ma il fatto che lei stia cercando di parlarne e trovare un modo per uscirne è un segnale di forza. Ci vuole tempo, ma ci sono possibilità di cambiamento. Non perda la speranza.Un caro saluto
Dott. Cosimo Russo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Angri
Ciao Cristina rispondo alla tua domanda partendo da alcuni punti chiave della tua lettera. Dici che "non riesco a trovare un equilibrio stabile, ci sono giorni che sto più serena altri ho un senso di apatia vorrei solo stare a letto". Poi affermi che non senti di avere un buona autostima di te, che in alcuni casi ce l'hai con gli altri, che non sopporti un rifiuto e che li vedi cattivi. Credo che dietro queste tue dichiarazioni si nasconda la chiave del tuo mondo interiore, ovvero, Cristina se tu noti bene sembra che dentro di te ci sia una parte che si lascia andare alla serenità ed un altra che non ha il permesso di lasciarsi andare alla spontaneità, che teme il confronto ed il misurarsi con gli altri. Sembra che tu adotti inconsciamente un sistema di credenze rigido che contrappone queste due parti e che tu debba scegliere coattivamente o l'una o l'altra. Questo tuo modo di pensare e di vivere per te è diventato insopportabile e doloroso, ti stai incapacitando al posto di fronteggiare la realtà, semmai adottando delle nuove opzioni e soluzioni. Quando dici di non avere autostima infatti non fai altro che svalutarti, chiuderti, provare vergogna e sentimenti di inadeguatezza. In effetti dentro di te non hai il permesso di lasciarti andare, vivere spontaneamente la giornata, sbagliare, cadere e rialzarti. Sono tutti aspetti che non trovano nel tuo dialogo interno una voce confortevole: manca l'accoglienza, l'ascolto, la cura, l'amore. Il lavoro da fare è capire prima di tutto cosa dentro di te agisce da freno e imparare col tempo ad essere dolce e comprensiva con le tue parti fragili accogliendole e governandole. Per fare tutto questo ti invito a riflettere su cosa deve cambiare dentro di te perchè tu possa essere libera e spontanea. Se ci rifletti bene tu sei molto di più di quello che vedi dentro di te. Fatti aiutare a comprendere il tuo mondo interno ed essere libera

Dott.ssa Caterina Marini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Cara Cristina, grazie per aver condiviso il tuo vissuto con tanta sincerità. Mi sembra che tu stia attraversando un periodo di grande confusione e frustrazione, e questo è perfettamente comprensibile dato il mix di emozioni che stai vivendo. Da quello che scrivi, emerge chiaramente un conflitto interno: da un lato c'è il desiderio di accettazione e approvazione dagli altri, dall'altro la consapevolezza che stai agendo in modo diverso da come vorresti, per cercare di compiacere gli altri. Questo circolo vizioso può alimentare sensazioni di inadeguatezza, vergogna e frustrazione. La difficoltà nell'accettarsi, nella fiducia in se stessi, è una delle sfide più comuni che molte persone affrontano, e a volte ci porta a sentirci distanti dalla nostra vera essenza, facendo fatica a riconoscere i nostri bisogni e desideri.
L’autostima è una questione complessa, che non si costruisce dall’oggi al domani, e sembra che tu stia cercando di lavorarci, ma al tempo stesso ti senti intrappolata in un comportamento che non ti soddisfa pienamente. È del tutto normale, in momenti come questi, sentirsi in conflitto, ma vorrei invitarti a essere gentile con te stessa, a riconoscere che i sentimenti che provi non sono "demenziali", ma riflettono la tua difficoltà a trovare equilibrio e serenità in una fase complessa della tua vita.
Per quanto riguarda la psicoterapia, comprendo le tue riserve. Trovare il terapeuta giusto è fondamentale, e non sempre il primo tentativo è quello che ci fa sentire completamente compresi. Tuttavia, la terapia è un percorso che può aiutarti ad esplorare più a fondo questi sentimenti, capire le radici del tuo malessere e, soprattutto, darti gli strumenti per affrontare la vita in modo più autentico e sereno. Se ti senti sopraffatta o incerta su come proseguire, ti consiglio davvero di considerare un percorso con uno psicoterapeuta che possa accompagnarti in questo processo di auto-scoperta. Non sei sola in questo cammino, e avere il supporto di un professionista può essere molto utile per sentirti più capita e per trovare un percorso che ti aiuti a sentirti meglio con te stessa.
Prenditi il tempo che ti serve e ricorda che chiedere aiuto non è mai un segno di debolezza, ma di grande consapevolezza e forza.
Dott.ssa Elena Santomartino
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Preganziol
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé.
La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare.
Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Per il suo problema, le consiglio una psicoterapia breve strategica, che si concentra sulla risoluzione rapida di difficoltà specifiche, come il rimuginio e la procrastinazione. Questo approccio mira a modificare i pensieri e comportamenti disfunzionali in tempi relativamente brevi.

Cari saluti,
Dr. Michele Scala
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buonasera lei fa riferimento a diversi elementi tra i quali un basso tono dell'umore, sentimenti di inadeguatezza, bassa autostima, giudizio verso gli altri e tutto cio non può trovare delle risposte " imponendosi di non stare così". La sua resistenza al non voler mettersi in gioco con una presa in carico psicologica ( sia nel pubblico che da un privato) appare una forte difesa anche nell'affermare " spesso non mi sento subito capita" In una setting terapeutico trovo che tra il pz e il terapeuta si lavori insieme per creare una alleanza nella quale costruire il cambiamento di cio che non funziona nelle nostre vite. Credo sia saggio riflettere sul fatto che se noi attuiamo i medesimi comportamenti non possiamo che aspettarci le medesime risposte o conseguenze. Un buon terpaeuta saprà come farla stare a suo agio. Ci pensi...

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