Buon giorno ,sono un uomo di 53 anni dal eta di venti anni a oggi ho avuto sei crisi di FAP in cuore

6 risposte
Buon giorno ,sono un uomo di 53 anni dal eta di venti anni a oggi ho avuto sei crisi di FAP in cuore sano rientrate in PS dopo circa 10 ore con farmaci,non iperteso normale esami tiroide soffro di mrge. Volevo sapere le famose 48 ore che possono fare formare coaguli se non passa la FAP sono sempre valide,le spiego perche la settimana scorsa ho avuto una recidiva di fap, da premettere che non mi si presentava da oltre 10 anni comunque volevo sapere come mai mi anno dimesso il giorno dopo senza terapia antiaritmici ma con sette giorni di siringhe sulla pancia anticougalanti il mio cuore e risultato sempre normale quando mi hanno fatto l eco atri normali valvole normale.non faccio il medico ma da profano in materia vedo che le procedure per la FAP idiopatica sono molto cambiate grazie per una sua risposta buon lavoro
Dr. Luca Santini
Cardiologo
Roma
Buonasera. Dalla descrizione del suo caso in effetti 7 giorni di eparina a basso peso molecolare sotto cute mi sembra una profilassi eccessiva. Provo a rispondere brevemente alle sue domande. Deve considerare 2 aspetti: Il primo è la profilassi tromboembolica e cioè decidere se nel suo caso è indicata una terapia anticoagulante orale in cronico o meno. In una forma parossistica come la sua quello che abitualmente guida qursta decisione è un profilo individuale di rischio calcolato mediante uno score chiamato CHADS2VASC che tiene conto di diversi fattori (dal sesso all età all ipertensione ai precedenti cardiovascolati etc etc) dal poco che scrive presumo che probabilmente alla sua età lo score risulterebbe basso e la terapia anticoagulante non sarebbe quindi indicata, ma ovviamente il discorso andrebbe approfondito in maniera adeguata. Il secondo aspetto è la profilassi delle recidive di FA. Nel suo caso sono sporadiche ma sintomatiche per cui potrebbe essere indicata una profilassi antiaritmica con la strategia "pill in the pocket" cioè assumere il farmaco al bisogno solo quando dovesse avvertire l aritmia, ma consideri anche che essendo lei giovane e con un cuore strutturalmente sano potrebbe beneficiare anche dell ablazione. Naturalmente sono solo indicazioni generiche e per una valutazione piu precisa andrebbe valutato il caso dettagliatamente. Un saluto e buona serata.

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Ritengo che il collega sia stato esaustivo, non avrei altro da aggiungere alla sua completezz.
Dott. Enzo Angelo Giudice
Medico di medicina generale, Cardiologo, Medico certificatore
Milano
Anch'io non avrei nulla da aggiungere al collega se non confermarle uno studio da un cardiologo elettrofisiologo. Spesso una o più ablazioni posso risolvere il problema. Mi raccomando la FA parossistica é da tenere sotto controllo. É più pericolosa di una cronica.
Dott.ssa Grazia Selvaggi
Cardiologo, Dietista, Ecografista
Capurso
I colleghi sono stati esaustivi. La profilassi tromboembolica dopo l’ultimo episodio è decisamente eccessiva. Forse non le hanno consigliato terapia anti aritmica poiché hanno ritenuto più opportuno l’affidamento al suo cardiologo di fiducia per valutare anche l’indicazione ad una ablazione transcatetere con radiofrequenza.
Quando è presente la F.A. le fibro-cellule muscolari degli atri (miociti) perdono la loro coordinazione e non si contraggono più tutte insieme col risultato che invece di pompare il sangue nei ventricoli gli atri fanno dei movimenti simili a tremolii per cui il sangue che non viene spinto con decisione in ventricolo tende a ristagnare e potrebbe quindi iniziare a formare dei coaguli che poi distaccandosi, attraverso le arterie Carotidi, raggiungerebbero i vasi del cervello provocando un infarto cerebrale (ictus). Perchè questi coaguli si formino si è visto che nella stragrande maggioranza dei casi occorrono almeno le famose 48 ore di tempo, però continuativo. Nel suo caso gli accessi di F.A. sono durate al massimo 10 ore per cui non ci dovrebbero essere rischi immediati. Bisogna comunque considerare le comorbilità, cioè se è presente anche ipertensione, diabete, pregressi eventi ischemici, ecc. In tal caso è comunque indicato eseguire una terapia anticoagulante orale in cronico.
Salve.
La terapia per la fibrillazione atriale può richiedere un controllo della frequenza, del ritmo e soprattutto di prevenzione del rischio di ictus cardioembolico. In quest'ultimo caso, la terapia anticoagulante non viene prescritta sulla base della durata della fibrillazione (sia essa parossistica, persistente o permanente) ma sul rischio trombotico calcolato con specifico score. Qualora questo sia tale da non porre indicazione, non viene impostata alcuna terapia anticoagulante; per contro, qualora vi fosse, dovrebbe iniziarla in modo perenne.
Per quanto riguarda le recidive invece, bisognerebbe effettuare una valutazione completa per capire se c'è indicazione a tenerle a bada con sola terapia farmacologica o può essere più utile una ablazione.

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