Sono una ragazza di 22 anni. Ho paura di soffrire di narcisismo covert perché ho notato alcuni comp

18 risposte
Sono una ragazza di 22 anni.
Ho paura di soffrire di narcisismo covert perché ho notato alcuni comportamenti che ho nella mia relazione.
Quando ci siamo fidanzati ero la persona più felice del mondo, ma tornavo da un trasferimento molto difficile, anche universitario, con una situazione super precaria.
Lui, di contro, basava la maggior parte della sua personalità proprio su questo.
Fatto sta che anche a causa di altri motivi si sono create in me delle brutte sensazioni, come se tendessi a svalutare l'altro perché mi spaventa, che lui sia meglio di me o che altre cose siano più importanti di me, per lui. Questo mi porta a "tirare calci", sono cambiata molto, ho iniziato a pensare al mio valore in modo diverso provando più invidia.
Ho letto che le persone narcisiste non riescono a gioire dei traguardi altrui, cosa che non sono riuscita a fare per tantissimo tempo, sentendomi in colpa ma senza riuscire a cambiare questa cosa.

Quanto ci vorrebbe per diagnosticare il narcisismo di tipo covert? Ed è possibile uscirne davvero?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Tenga conto che questa situazione potrebbe rappresentare il sintomo di un disagio interiore che evidentemente lei si porta dentro e che richiede sicuramente di essere attenzionato.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno gentile utente.
Parto dalla sua ultima domanda: è possibile uscire da una personalità narcisistica? Certamente. E' necessario, però, intraprendere un percorso psicologico che può essere lungo e impegnativo, poiché si parla di modificare abitudini e attitudini di pensiero molto radicate e sistematiche.
Lei compie un primo importantissimo passo in questa sede, perché manifesta la consapevolezza di non avere un atteggiamento costruttivo, bensì distruttivo, nelle sue relazioni interpersonali. L'intervento psicologico muove proprio dalla motivazione personale a cambiare qualcosa del proprio modo di comportarsi e ricercare strumenti e strategie migliori di comunicazione e relazione.

Identificare una personalità narcisistica di tipo "covert" è meno facile rispetto alla sua parente "overt". In quest'ultimo caso, i comportamenti di supremazia, arroganza e svilimento dell'altro sono molto evidenti, tanto da apparire caratteristici di quella persona. Nelle personalità di tipo covert, invece, il bisogno di prevaricare gli altri, la ferma convinzione di essere superiori, sono tratti meno manifesti, spesso nascosti, che generano però comportamenti altrettanto minacciosi delle relazioni interpersonali, perché fondati sull'invidia, sulla generazione del senso di colpa, sulla manipolazione della volontà altrui, a proprio vantaggio.

Il colloquio psicologico le consentirà di spiegare onestamente ciò che prova all'interno della sua relazione, dando spazio in particolar modo a quelle emozioni contrastanti, che lei stessa ci ha anticipato nella sua richiesta di consiglio. Inoltre, lo psicologo l'aiuterà a comprendere come iniziare un percorso di cambiamento e di crescita, facendo leva soprattutto sulle sue potenzialità positive.

Spero di averla aiutata a chiarire qualche suo dubbio. Se vuole, posso darle ulteriori informazioni e chiarimenti.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno e grazie per aver condiviso la sua esperienza. Il disagio che riporta andrebbe approfondito meglio attraverso un consulto con un professionista. Il modo in cui la personalità cambia nel corso del tempo può portare all'insorgere di nuovi aspetti che prima non conoscevamo e, spesso, le relazioni sono un ambito della nostra vita all'interno del quale ci troviamo a sperimentare difficoltà che fanno mettere in dubbio parti di noi e dell'altro. Momenti di disagio come quello che sta sperimentando possono agire positivamente come una spinta per l'inizio di un percorso psicoterapeutico indirizzato ad una maggiore e più approfondita conoscenza di sé.
Caro Utente, mi dispiace molto per quello che sta passando e la ringrazio per la sua condivisione. Nella richiesta che pone ci sono diversi elementi che meriterebbero senz'altro di attenzione. Avere consapevolezza dei propri comportamenti e pensieri è molto importante. Fare autodiagnosi non è semplice in quanto ci sono tante caratteristiche che rientrano in più disturbi! Potrebbe essere utile e prezioso esplorare il suo vissuto all'interno di un percorso psicologico. La durata dell’intervento non è mai definibile a priori!
Rimango a disposizione, anche online, e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Cara utente, prima di tutto mi sento di rassicurarla sul fatto che a prescindere dalla diagnosi che potrebbe ricevere, la sua consapevolezza le sarà assolutamente utile e funzionale nella suo eventuale e futuro percorso di terapia. Cambiare modo di pensare e di conseguenza agire richiede tempo ed impegno, ma già solo il fatto che lei riconosca alcuni comportamenti e pensieri come non più utili e funzionali per lei sarà sicuramente un suo punto di forza. Il cambiamento è possibile. Si affidi ad uno psicologo/psicoterapeuta per iniziare un percorso e vedrà che col tempo imparerà nuove strategie, acquisirà maggior consapevolezza su di sé e sul suo modo pensare ed agire. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, vorrei innanzitutto rassicurarla sul fatto che la consapevolezza che dimostra su certe sue dinamiche relazionali è un ottimo punto di partenza per lavorarci in maniera efficace, in quanto la motivazione è una componente fondamentale del processo.
Una diagnosi ovviamente non è possibile in poche righe, così come l'ipotizzare la durata effettiva di un percorso diagnostico, tuttavia, effettuando psicodiagnosi nella mia pratica clinica, potrei supporre un numero di colloqui anamnestici che va dai 3 ai 6 (a seconda della complessità) con somministrazione di una batteria di test centrati sull'osservazione della personalità, in un periodo di circa due mesi dalla conoscenza alla consegna di una relazione.
Le suggerirei, tuttavia, di valutare oltre alla psicodiagnosi, una successiva presa in carico in modo da lavorare al meglio sulle caratteristiche con cui vorrebbe imparare a convivere e, in parte, modificare. Un percorso le gioverebbe anche dal punto di vista dell'autostima e migliorerebbe le sue relazioni con l'altro.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione in presenza e online, anche per un percorso psicodiagnostico.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Salve, mettiamo un attimo da parte la questione diagnostica e concentriamoci sulle sensazioni che lei sente. Molto di ciò che scrive ha a che fare con il tema della svalutazione e del confronto, che generano in lei il bisogno di “tirare calci”, invidia, senso di colpa; un primo passo lei già l’ha fatto, dal momento che si osserva, riflette sulle dinamiche che si ripetono in lei e si pone delle domande. Da questo punto di vista, mi sembra che la sua ricerca di una diagnosi sia un primo tentativo di dare a se stessa delle risposte; questa modalità, però, rischia invece di chiudere in maniera frettolosa in un’etichetta diagnostica un sentire che è ancora indefinito.

Alcune questioni che potrebbe porsi sono, ad esempio: come mai al “perché mi spavento” la sua reazione istintiva è quella di svalutare? Provi a descrivere in maniera più ampia a se stessa che “giro” fa dentro di lei questa dinamica, quando e come si è originata, se riguarda solo il suo ragazzo o se si ripete anche in altre circostanze e con altre persone. Lo stesso vale per la questione del “tirare i calci”, del confronto con gli altri, etc.
Sulla domanda che ci pone (“è possibile uscirne davvero?”), certo, le faccio notare però che talvolta non si tratta di “uscire” ma di “entrare” dentro di sé per guardarsi e – dopo – trasformarsi. Per cui continui ad osservarsi, da questo punto di vista mi sembra che stia già facendo i primi passi.

Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Gentile amica, il suo timore di essere narcisista covert rivela già sensibilità, umiltà, capacità autoriflessiva e disponibilità all'autocritica, quindi tutto un panorama interiore solitamente estraneo alle persone che soffrono di disturbo di personalità narcisista. I suoi potrebbero essere semplicemente 'tratti' narcisisti, che spesso nascondono un vissuto interno uguale e contrario, ossia un senso di inadeguatezza, indegnità, colpa, accompagnati da una sensibilità estrema. Data la sua giovane età, se deciderà di far luce su questi suoi timori, credo ci siano tutti i presupposti non solo per guarirne completamente, ma perfino per trasformare questi aspetti del suo carattere in veri e propri alleati. Se vuole, potremmo parlarne meglio con una consulenza on line. Intanto auguri.
Gentile utente,

sembra che questa relazione la sta aiutando a scoprire di più se stessa. Alle volte il cambiamento può essere doloroso, ma con l'aiuto di un buon terapeuta che l'accompagna potrà affrontarlo.

Le mando un cordiale saluto,
Dott. Gabriele Cocco
Gentile Utente, la psicoterapia è un percorso che potrebbe aiutarla a rispondere alle sue domande. Inizialmente una consulenza di alcuni colloqui potrebbe esserle utile per confermare o confutare la sua autodiagnosi e capire se lo strumento e il professionista sono adatti al suo scopo.
Dott. Marenco
Buongiorno, i dubbi che si pone le fanno onore, sono espressione del fatto che sia pronta a mettersi in discussione e che desideri esprimere il meglio di sè nella vita e nel discorso con l’altro. Non si abbandoni a diagnosi ed autodiagnosi su certe categorie che abbondano nella rete (spesso a discapito di qualunque, seria, clinica o del mero buonsenso). Se pensa, oggi, di avere delle ferite, qualcosa che le fa questione, che la interroga nel profondo, valuti un percorso professionale che possa aiutarla a mettere in luce parti di sé e del suo vissuto. Un saluto cordiale
Gentile utente, i vissuti che lei descrive potrebbero non essere necessariamente ascrivibili ad una categoria diagnostica come quella di cui parla e meriterebbero di essere approfonditi e contestualizzati. Comprendo il suo desiderio di fare chiarezza su ciò che sta osservando in lei ma temo che una diagnosi non sarebbe sufficiente a fornirle le risposte che sta cercando perché non sarebbe utile a descrivere ciò che lei e solo lei sta vivendo e come lo sta vivendo. A parità di manifestazioni (come quella di non riuscire a gioire dei traguardi altrui) è molto importante analizzare ogni situazione sulla base del singolo individuo e della sua storia personale affinché si possa trovare il modo più efficace per apportare un cambiamento volto al benessere della persona. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla ad affrontare la situazione sulla base dei suoi bisogni e vissuti specifici. Resto a sua disposizione e le auguro di trovare presto la serenità. Un saluto!
Gentile ragazza, un mio ex professore di psicologia della personalità introduceva le sue lezioni dicendo che lui aveva 'un po' di tutti i disturbi' (...) a significare che, generalmente e con parole semplici, la personalità è la somma di tratti che, a seconda di quanto ci accade, emergono a difesa ed in risposta delle situazioni. Il disturbo ha in sé una complessità pari alla complessità di un modello di persona 'sana'. La diagnosi è possibile così come la 'guarigione' (...) la strada non è tuttavia semplice perché il cambiamento ci porta di fronte a ciò che non è noto, ancora. Ha una buona consapevolezza del dolore che si porta dentro e di ciò di cui pensa di sentire il bisogno; l'esplorazione di quanto ha condiviso, il prendersene cura in uno spazio protetto, potrebbe esserle di aiuto. Un caro saluto e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa
Ciao, comprendo che ti preoccupi di poter soffrire di narcisismo covert. La diagnosi di un disturbo narcisistico richiede una valutazione approfondita da parte di uno specialista, come uno psicologo o uno psichiatra. È importante ricordare che l'autodiagnosi può non essere accurata. Se hai preoccupazioni riguardo al tuo comportamento e alle tue emozioni nella relazione, potrebbe essere utile cercare un supporto professionale per esplorare questi aspetti e sviluppare una maggiore consapevolezza di te stessa. La terapia può aiutarti a comprendere meglio i tuoi modelli di pensiero e a sviluppare strategie per migliorare la tua relazione con te stessa e gli altri.
A disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, comprendo la sua preoccupazione ma andrebbe approfondita tutta la questione. Le consiglio quindi di svolgere una valutazione psicodiagnostica con un terapeuta formato per capire innanzitutto se la diagnosi di narcisismo può essere fatta o meno o se si tratta solo di alcuni suoi lati caratteriali o tratti di rigidità. Ad ogni modo le consiglio di affidarsi ad un terapeuta per una terapia personale per andare ad indagare le sue fatiche e fragilità.
Cerchi un supporto e non faccia autodiagnosi, per il suo bene.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Federica Moro
Buongiorno, andrei molto cauto prima di attribuire una diagnosi. La personalità narcisistica è uno dei temi più trattati sul mondo dei social, con il rischio di vedere patologie anche dove non esistono. Alcune dinamiche possono essere in noi molto forti anche in assenza di psicopatologia. Il fatto che Lei si sia posta il problema di riflettere sui suoi meccanismi di funzionamento è indice del fatto che questo potrebbe essere un buon punto di partenza verso una maggiore conoscienza di sè stessa.
Dott. Marco Cenci
Sembra che tu stia attraversando un periodo di riflessione e auto-esame per comprendere meglio i tuoi comportamenti e le tue emozioni in una relazione. È importante notare che fare una diagnosi di narcisismo o di qualsiasi disturbo psicologico dovrebbe essere effettuato da un professionista della salute mentale qualificato dopo un'adeguata valutazione clinica.

Il narcisismo covert, o narcisismo vulnerabile, è un tipo di disturbo narcisistico della personalità caratterizzato da un senso profondo di insicurezza, una bassa autostima e una paura costante di essere svalutati dagli altri. Chi soffre di narcisismo covert tende a cercare costantemente l'approvazione e l'attenzione dagli altri, ma può anche manifestare comportamenti di svalutazione degli altri per proteggere la propria fragile autostima.

Per una diagnosi accurata, è necessaria una valutazione completa da parte di uno psicologo o uno psichiatra esperto, che considererà una serie di fattori, tra cui la durata e la gravità dei sintomi, il loro impatto sulla vita quotidiana e l'anamnesi personale.

Quanto all'uscire dal narcisismo covert o dalla tendenza a svalutare gli altri, è possibile fare progressi significativi attraverso il lavoro su te stessa e la consapevolezza dei tuoi comportamenti. Questo può includere:

Terapia: La terapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia focalizzata sulla persona, può essere molto utile per esplorare i tuoi sentimenti, le tue insicurezze e sviluppare una maggiore autostima e autocomprensione.
Consapevolezza: L'auto-riflessione e la consapevolezza dei tuoi pensieri e comportamenti sono fondamentali per il cambiamento. Chiediti perché ti senti invidia o svaluti gli altri e cerca di identificare le radici di queste emozioni.
Comunicazione: Lavora sulla tua abilità di comunicazione nelle relazioni, cercando di essere più aperta, empatica e rispettosa nei confronti degli altri.
Accettazione e autostima: Impara ad accettarti per chi sei, con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Lavora sulla tua autostima e cerca di sviluppare una visione più positiva di te stessa.
Supporto sociale: Cerca il supporto degli amici e della famiglia e, se necessario, considera il coinvolgimento di uno psicoterapeuta per un aiuto professionale.
Ricorda che il cambiamento richiede tempo e impegno, ma è possibile ottenere risultati positivi attraverso il lavoro su te stessa e la collaborazione con professionisti della salute mentale, se necessario. La consapevolezza dei tuoi comportamenti e il desiderio di miglioramento sono un passo importante verso un cambiamento positivo.
Salve gentile utente e grazie per la sua condivisione. Intanto noto da parte sua la capacità di sintonizzarsi sul suo funzionamento, sui suoi movimenti interni e a notare una differenza rispetto al passato (forse dovuta alla persona con cui si sta relazionando, ma è necessario un confronto diretto con lei per appurarlo). Certamente è possibile effettuare una diagnosi di narcisismo covert senza che questa richieda dei tempi lunghissimi: a tale scopo la invito a rivolgersi a dei professionisti esperti del settore. Nel frattempo, la invito anche a non procedere con auto diagnosi: le informazioni che trova online, per quanto corrette in termini ampi e generali, vanno sempre declinate rispetto al caso specifico. Il rischio, quando è un non addetto ai lavori ad addentrarsi nei meandri di questo materiale, è che esso venga considerato senza entrare nelle sfumature di significato e prendendo isolatamente ogni sintomo. Più frequentemente di quanto si possa pensare, è possibile riconoscersi nei criteri di un disturbo o una condizione senza esserne davvero affetti. Rimango a disposizione qualora avesse ulteriore bisogno. Cordialmente, dott.ssa Camilla Centanni.

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