Sono un ragazzo, ho 19 anni e frequento l’università telematica quindi seguo le lezioni e faccio gli es

23 risposte
Sono un ragazzo, ho 19 anni e frequento l’università telematica quindi seguo le lezioni e faccio gli esami direttamente da casa.
Sono un ragazzo timido, introverso e riservato; faccio fatica a relazionarmi con gli altri infatti non ho tantissimi amici
(anzi praticamente ho solo un amico), non riesco a parlare con le ragazze perché mi vergogno, a scuola parlavo poco con i miei compagni e non esco quasi mai di casa da solo perché non avendo amici esco solo con i miei genitori.
Scrivo perché ho un problema particolare e soprattutto strano per l’età che ho infatti anche se 19 anni ancora non riesco a pulirmi il sedere da solo.
I miei genitori nel corso degli anni hanno cercato tantissime volte di farmelo imparare ma io non ho mai voluto impararlo sia perché non mi sono mai sentito pronto a farlo sia perché mi schifo di venire a contatto con le feci, e quindi fino a oggi mi ha sempre pulito mia mamma.
Ho fatto anche alcune sedute da uno specialista e qualche risultato si è visto. Il problema si ripresenta in caso di feci molli, che ancora oggi mi faccio pulire da mia mamma perché io da solo non ci riesco.
Ormai vorrei diventare indipendente perché è diventato molto ma molto imbarazzante farsi pulire il sedere dalla mamma a questa età e soprattutto quando capita fuori casa. Potreste aiutarmi a capire cosa potrei fare?
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, grazie per aver condiviso qualcosa per cui si sente di provare imbarazzo. Comprendo il suo desiderio di indipendenza, se lo specialista di cui parla è uno psicologo quello che può fare è riprendere il percorso con quest'ultimo avendo visto dei risultati positivi rispetto alla difficoltà che ha descritto. Un saluto

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Dott.ssa Francesca Moscetta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, consideri la possibilità di ritagliarsi uno spazio d'ascolto, avviando un percorso psicologico al fine di approfondire ed indagare la situazione che riferisce.
Cordiali saluti, Dott.ssa FM.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi dispiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Comprendo quanto tutto ciò possa generare sofferenza in questo momento. Ritengo importante avviare il percorso psicologico sia per le difficoltà citate nella igiene personale sia per ciò che concerne l'aspetto sociale, al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti di difficoltà. Potrebbe esserci secondo lei la paura di provare disgusto di fronte a qualche elemento di consistenza molle? Paura di contaminazione?
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi io suo vissuto emotivo. Perché ha interrotto la terapia precedente? Scrive che si stava trovando bene, è successo qualcosa?. Rimango a sua disposizione, anche online.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Daniela Vargiolu
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buonasera,
comprendo la difficoltà che sta sperimentando nel sentirsi così! La invito a prendersi cura di questo nel percorso di psicoterapia per approfondire e comprendere meglio cosa le sta succedendo.
I miei cari auguri,
Dott.ssa Daniela Vargiolu
Dott.ssa Tania Farris
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Le consiglio di riprendere la terapia interrotta, provi anche online all'inizio se non si sente di farlo di persona
Dott.ssa Rosa Ascione
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pomigliano d'Arco
Salve comprendo bene la sua sofferenza e il disagio che prova. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo, che possa essere quello che lo ha già seguito o un nuovo specialista, per aiutarla a comprendere e superare i suoi blocchi.
Buona giornata,
Rosa Ascione
Dott.ssa Domitilla L'Abbate
Psicologo, Psicologo clinico
Fiano Romano
Buonasera, dalle sue parole si percepisce un disagio che le crea sofferenza , posso consigliarle di continuare la terapia psicologia che in qualche modo aveva giovato la situazione. L'indipendenza è importante a questa età e se sente il bisogno di averla è giusto che lei cerchi di applicarsi affinchè ciò avvenga. Rimango a sua disposizione, anche online. Dottoressa Domitilla L'Abbate
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Riprenda la terapia che stava facendo se ha avuto miglioramenti.
Può superare il problema solo affrontando la causa. Distinti saluti
Dott.ssa Viola Barucci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, il problema che ci riporta è legato all’indipenza e forse a un bisogno di restare dipendente da sua mamma. Il discorso è complesso, si rivolga a qualcuno o continui la terapia interrotta. Io le consiglierei uno psicoterapeuta sistemico-relazionale.
Saluti
Dott. Ssa V. Barucci
Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Fiumicino
Salve come già detto dai colleghi deve assolutamente riprendere la psicoterapia. La sua autonomia è molto minata e se non interviene subito rischia di protrarre questa situazione.
Agisca subito meglio con un terapeuta sistemico-relazionale ed anche specializzato in E.M.D.R.
DOTT.SSA MILVIA VERGINELLI
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, è necessario che faccia un percorso psicologico che l aiuti ad uscire da una forte dipendenza materna e da questa fobia delle feci.Non si scoraggi e chieda di percorre re un percorso psicologico che le permetta di evolvere e sganciarsi da queste tematiche legate alla sua infanzia Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Mi spiace per la difficoltà che sta attraversando. L'indicazione che sento di volerle dare è quella di riprendere il percorso psicologico iniziato, dove dice c'erano stati dei miglioramenti, oppure, di iniziarne uno nuovo eventualmente.
Ad ogni modo è importante a mio avviso che si permetta di lavorare sulle difficoltà descritte attraverso uno spazio in cui, nel rispetto di tutto il tempo e la gradualità che le serve, possa esplorare più a fondo gli aspetti che la ostacolano nel raggiungere la propria autonomia ed individuare le risorse attraverso le quali poter superare le sue difficoltà, accrescendo la propria indipendenza ed il proprio benessere a livello personale e relazionale. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentile utente buonasera, potrebbe esserle molto utile un percorso psicologico con un'esperta anche su una piattaforma online. In questo modo potrebbe indagare tematiche che riguardano il rapporto con la madre e il suo bisogno di autonomia rispetto a lei, i confini da rispettare. Spesso, la diade madre-figlio diventa il modello di una relazione che non può sopportare alcuna forma di separazione. Potrebbe essere utile trovare delle forme più generative ed espansive all'interno delle sue relazioni e anche delle strategie più efficaci nell'area dell'autonomia personale e sociale.
Rimango a disposizione, anche per un consulto online.
Cordialmente, D.ssa Violeta Raileanu
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, da quello che scrive sua madre la aiuta a gestire qualcosa di sé che vive come disgustoso così come la famiglia, lo stare in casa, la aiutano a gestire la vergogna che vive nei rapporti interpersonali e la scarsa autostima. La scelta stessa dell'università telematica va a sostenere questo suo modo di gestire le difficoltà che vive all"'esterno".
Le consiglio di valutare un percorso di psicoterapia, così che possa trovare l'aiuto necessario per comprendersi e per perseguire il suo naturale bisogno di autonomia e crescita.
Resto a disposizione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Pamela Cornacchia
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

è comprensibile il suo desiderio di indipendenza, riprenda il percorso con lo specialista con cui aveva cominciato la psicoterapia visti i risultati positivi rispetto alla difficoltà che ha descritto, potrebbe nel tempo raggiungere l'obiettivo tanto sperato.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Salve, credo che sia importante e urgente per lei continuare la psicoterapia soprattutto se ha ottenuto risultati positivi. Se non fosse possibile proseguire con lo stesso specialista, suggerirei un percorso che coinvolga la sua famiglia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Alessandro Conforti Di Lorenzo
Psicologo, Psicologo clinico
Curtarolo
Buongiorno,
puoi iniziare a trasformarti in una persona indipendente e autonoma, capace di badare a se stesso a casa e fuori casa e finalmente prendere il controllo della tua vita per realizzare i tuoi progetti: lavorativi e relazionali.

Se hai già superato parte del problema con una tipologia di feci, potresti trasformare lo schifo che provi verso quelle più molli in una normale azione volta alla cura del tuo corpo. Forse qui non riesco a spiegarmi bene: potresti rivolgerti allo psicologo con cui hai già fatto passi in avanti o contattare qualsiasi altro presente su questa piattaforma miodottore.it. buona vita
Buongiorno,
il mio consiglio è di intraprendere quanto prima un percorso di supporto psicologico (o di riprendere quello iniziato precedentemente) al fine di comprendere concretamente qual è la motivazione per la quale avverte questa resistenza all'autonomia e successivamente quali strategie concrete mettere in atto fin da subito per uscire da questa condizione che contrasta con il suo processo evolutivo. A disposizione per ogni ulteriore eventuale necessità. Un saluto, Dott.ssa Michelle Borrelli
Dott. Mario Salinas
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Gentile utente,

la ringrazio per aver condiviso una situazione così personale. Comprendo il disagio che può provare, ma voglio rassicurarla: con pazienza e piccoli passi, è possibile superare questa difficoltà.

Potrebbe iniziare a esercitarsi in momenti tranquilli, utilizzando strumenti come salviette umidificate per rendere il processo meno sgradevole. Non si preoccupi se all’inizio risulta complicato: è normale e migliorerà con la pratica.

Proseguire il percorso con uno specialista potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questa difficoltà e a rafforzare la fiducia in sé stesso, non solo in questo ambito ma anche in altri aspetti della sua vita.

Ogni piccolo progresso è un successo. Si conceda il tempo necessario e non esiti a cercare supporto: affrontare queste sfide è già un grande segno di forza e maturità.
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
relativamente al discorso feci/schifo etc, potresti provare a intavolare un processo di desensibilizzazione sistematica attraverso un'esposizione progressiva, cioè ti esponi poco per volta a stimoli simili sempre più fino ad abbassare la sensibilità a questi stimoli. Non è una cosa semplice da fare autonomamente, è preferibile che ti segua un professionista.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver scritto e per essersi aperto in modo così sincero e dettagliato su un tema che, comprensibilmente, può essere fonte di forte imbarazzo e disagio. Il fatto che lei abbia deciso di chiedere aiuto e abbia già affrontato delle sedute con uno specialista indica chiaramente che sta maturando dentro di sé una motivazione importante: quella di voler diventare più autonomo, non solo in questo aspetto specifico, ma in generale nella gestione della sua vita quotidiana e delle sue relazioni. E questo è un segnale estremamente positivo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che lei descrive può essere interpretato come il risultato di una combinazione di fattori: aspetti legati all'apprendimento, una forte componente emotiva e ansiosa, e alcuni pensieri disfunzionali che probabilmente si sono strutturati nel tempo. La difficoltà a gestire in autonomia l’igiene personale, in particolare in presenza di feci molli, sembra essere mantenuta da un senso di disgusto molto intenso e da un insieme di pensieri anticipatori e catastrofici che le fanno evitare la situazione. È come se il suo cervello avesse imparato che “non posso farcela” o “è troppo disgustoso per me”, e per questo continua ad affidarsi a qualcuno, in questo caso sua madre, per evitare il malessere che teme. Ma evitare una situazione che ci genera ansia o disgusto, anche se nell’immediato ci dà sollievo, nel lungo periodo mantiene e rafforza proprio la difficoltà. Questo è un principio cardine del modello cognitivo-comportamentale. Quando evitiamo, non diamo mai a noi stessi l’occasione di sperimentare che, magari con un po’ di disagio iniziale, potremmo effettivamente riuscire a fare quella cosa. La vergogna che sente è del tutto comprensibile, e non è strano che a questa età lei cominci a sentire con forza il bisogno di essere indipendente. È un bisogno sano, che può diventare il motore del cambiamento. Proprio per questo, le consiglio caldamente di riprendere, se possibile, un percorso di terapia con uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. In terapia sarà possibile lavorare in modo graduale, con tecniche di esposizione e desensibilizzazione, sulla gestione del disgusto e sull’apprendimento di nuove abitudini, andando a decostruire quelle credenze rigide che oggi la tengono bloccato. Si possono anche utilizzare strategie di tipo comportamentale per creare dei piccoli step progressivi in cui sperimentarsi con supporto, in un contesto sicuro. Oltre a ciò, nel suo racconto emerge un’altra dimensione che merita attenzione: la difficoltà a relazionarsi con gli altri e un certo isolamento sociale. Questo può contribuire a mantenere una percezione di sé come “non all’altezza” o “diverso dagli altri”, rafforzando il senso di insicurezza. Lavorare anche su questi aspetti, magari attraverso tecniche specifiche per l’ansia sociale o training sulle abilità sociali, può restituirle più fiducia nelle sue capacità relazionali e aiutarla a sentirsi più libero nella vita quotidiana. Vorrei dirle con grande chiarezza che ciò che sta vivendo non definisce il suo valore come persona. Le difficoltà, anche quelle che sembrano insolite, possono essere affrontate e superate con gli strumenti giusti, e lei ha già dimostrato di avere le risorse interiori per iniziare questo percorso. Non si giudichi duramente. Siamo esseri umani in continua crescita, e ogni passo verso l’autonomia è un traguardo importante. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
ti ringrazio per la sincerità con cui hai raccontato la tua situazione, perché non è affatto facile parlare di qualcosa di così personale. Quello che descrivi non riguarda solo una difficoltà “pratica”, ma anche un aspetto emotivo più profondo, legato al rapporto con il corpo, al senso di autonomia e al legame con i tuoi genitori.

Da quello che scrivi, sembri consapevole che il passo verso l’indipendenza non è solo “imparare a fare da solo”, ma anche riuscire a gestire il disagio e lo schifo che provi. È un’emozione molto comune, ma nel tuo caso è diventata un ostacolo vero e proprio. Il fatto che tu abbia già fatto delle sedute e che ci siano stati miglioramenti è un segnale molto positivo: significa che puoi superare questo blocco, anche se richiede tempo e un po’ di lavoro su più livelli.

Ti suggerirei di parlarne apertamente con lo specialista con cui hai già lavorato, chiedendo di concentrarvi proprio sulla parte emotiva e comportamentale del problema:

si può procedere gradualmente, imparando a tollerare il contatto (anche indiretto, con salviette o guanti) in piccoli passi, finché l’emozione di disgusto diminuisce;

parallelamente, lavorare sull’autostima e sull’autonomia personale, perché spesso il senso di “non farcela” amplifica l’ansia e la vergogna.

Un percorso psicologico che unisca tecniche di esposizione graduale e gestione del disgusto può essere davvero efficace. E non c’è nulla di “strano” nel doverci lavorare con l’aiuto di un professionista — è un modo maturo per affrontare un limite e liberartene.

Stai già facendo la cosa più importante: riconoscere di voler cambiare. Da qui in poi è solo questione di costruire, un passo alla volta, la fiducia necessaria per farcela da solo.

Dott.ssa Sara Petroni

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