Se ho anoressia con certificazione l.104, posso diventare una terapista (es. Terapista occupazionale

20 risposte
Se ho anoressia con certificazione l.104, posso diventare una terapista (es. Terapista occupazionale, terapista della neuro psicomotricità dell'età evolutiva, terapista ABA...) . Ho 19 anni e ho cert.104 per anoressia nervosa, sto meglio e dovrei iniziare l'università ma non so se potrò lavorare in questi ambiti. Attendo disposta, grazie mille.
Dr. Massimo Mestroni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Trieste
Cara ragazza, non mi risultano esserci norme che vietino una professione in base ad una diagnosi e francamente spero che questa libertà conquistata una quarantina di anni fa permanga, nonostante un certo, spero transitorio, oscurantismo di ritorno, che ad esempio anelerebbe a ripristinare in toto, anche se tramite diverse modalità un po' di "antiche istituzioni totali".. Un solo consiglio, come per ogni mestiere d'aiuto, sarà importante soprattutto all'inizio potersi appoggiare a dei colleghi per delle supervisioni e delle intervisioni e, non solo all'inizio della professione, avere sempre un proprio spazio terapeutico, nel quale portare i propri dubbi e nel quale governare eventuali proiezioni incongrue nei confronti dell'utenza, che talvolta può toccare anche involontariamente eventuali ferite emotive, che in misura maggiore o minore riguardano ognuno di noi.
In bocca al lupo!
M.M.

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Dott. Samuele Bellagamba
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile, la sua diagnosi di anoressia nervosa con annessa tutela di L. 104 non le impedisce di effettuare alcun lavoro o di prendere alcuna qualifica. Tra l'altro il motivo dell'invalidità è tutelato dalla privacy e, a meno che non ci sia una visita di idoneità particolare (penso a forze armate, polizia, ecc.) tale deve rimanere. Visto che lei aspira ad una professione d'aiuto le suggerisco solo di elaborare tale motivazione con il terapeuta che l'ha in cura, perché oltre a evitare di fare scelte sbagliate e di evitando frustrazioni dovute all'idealizzazione del ruolo o del compito. Una motivazione ben elaborata le può dare una marcia in più nel lavoro. In bocca al lupo!
Dr. Paolo Di San Diego
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bari
Gentile utente, come hanno detto in precedenza i miei colleghi, una diagnosi di anoressia non le impedisce di essere chi vuole. Vedo che comunque lei vorrebbe svolgere una professione di aiuto, quindi se riesce a trattare bene la sua difficoltà, potrà addirittura essere migliore di altri a svolgere queste attività. A volte le nostre più grandi problematiche possono trasformarsi in splendide risorse. A risentirla.
Dott. Paolo Di San Diego
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
È la storia di Chirone, un medico dell’antichità che aveva una freccia conficcata in profondità Nella coscia.
La sua ferita non era guaribile, ma lui era un ottimo medico.
Non vi sono controindicazioni, può tranquillamente perseguire questo percorso di studi e lavorare nel settore che desidera.
Cordiali Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
 Ginevra Bianconi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Pisa
Cara utente, come detto ampiamente dai colleghi nessuna etichetta diagnositca può impedirle di svolgere gli studi e di crearsi la propria strada professionale. Anzi, scegliendo di perseguire una professione di aiuto e di promozione di benessere nell'altro potrà avere un bagaglio più ricco per entrare in relazione con l'altro, proprio grazie alla sua storia.
Cordiali saluti, Dott.ssa Ginevra Bianconi
Dott.ssa Claudia Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta
Frascati
Buongiorno,.non credo ci sia incompatibilità per lavorare, la 104 serve proprio ai lavoratori. Percorri la tua.strads!
In bocca al.lupo
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, certamente! Niente le può impedire di studiare per raggiungere i suoi obiettivi. I propri bisogni e desideri non devono essere ostacolati da nessun tipo di diagnosi privata. Le auguro un in bocca al lupo per tutto!
Dott.ssa Chiara Lo Re
Dott. Alvise Arlotto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, come le hanno detto i miei colleghi non c'è nessuna incompatibilità. Marsha linehan è una psicoterapeuta statunitense con una diagnosi di disturbo di personalità borderline ed è una dei massimi esponenti per questo
disturbo. Questo ci fa comprendere come possa essere anche visto come una risorsa.

Dott. Alvise Arlotto
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Ciao carissima utente, in Italia non esistono specifiche limitazioni per chi ha sofferto di anoressia di diventare un terapista. Oltre al percorso di studi universitari, ti sarà richiesta durante la scuola di specializzazione di andare in terapia, a questo proposito ti consiglio di consultare da subito uno psicoterapeuta che possa supportarti nelle tue scelte e dissipare definitivamente ogni dubbio. La tua storia potrà essere un punto di forza per i tuoi futuri pazienti. Resto a disposizione per qualsiasi domanda, disponibile anche online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Dott.ssa Stefania Ludovici
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Guidonia Montecelio
Assolutamente e per fortuna, nessuna incompatibilità. Può fare tutto ciò che vuole. Naturalmente -ma questo vale per tutti noi che lavoriamo nel mondo della psicoterapia e a contatto con continue richieste di aiuto- un buon lavoro sui propri nodi e le proprie difficoltà reputo sia condizione importante per fare bene e al meglio questo mestiere. Le auguro buona vita.
S. L.
Dott.ssa Aida Faraone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Palermo
Gentilissima,
aver sperimentato un dolore rende più sensibili a comprendere l'altrui dolore se riusciamo a crescere e renderlo come parte forte e non debole di noi stessi. Credo che tu voglia orientarti in questo e quindi buon lavoro!!
Dott. Aida Faraone
Dott.ssa Antonella Cramarossa
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bari
Gentile utente, non vi sono ragioni per cui non dovrebbe poter svolgere la professione di aiuto che descrive. Come già accennato da altri colleghi, la sua esperienza personale può rappresentare una chiave preziosa per comprendere il disagio dell'altro e pertanto aiutarlo. Se ritiene di aver raggiunto un adeguato senso di stabilità personale, allora la invito a cogliere questa possibilità. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentilissima, la sua richiesta evidenzia serietà e scrupolo. é bene informarsi su questi aspetti prima di intraprendere una scelta così importante. Il suo desiderio di intervenire nella relazione d'aiuto sarà un "guaritore" anche per lei. Come dice la parola stessa, la relazione d'aiuto è incentrata sulla relazione tra terapeuta e paziente. Può perciò essere molto usurante e sfociare nel burn-out. Per questo nelle strutture offrono corsi e aggiornamenti per il personale. Qualora non ci fossero nella struttura dove lavorerà, si procuri un supervisore (anche di gruppo le supervisioni sono ottime). Sono esperienze che fanno crescere professionalmente umanamente, aiutando a rimanere centrato. In bocca al lupo per le sue scelte! Cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Dott.ssa Vincenza Papeo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissima, leggo il tuo desiderio, che nessuno può bloccare. Il percorso di studio permetterà a maturare e superare ogni incertezza.
Un caro saluto.
D.ssa Vincenza Papeo
Dott.ssa Sara Vignali
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
medico cura te stesso, il centauro chirone, kay jamison ecc. buon lavoro e se vuole il mio parere parliamone, saluti
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentil utente certo che potrebbe diventare una terapista chi potrebbe impedirglielo? Negli ultimi anni mi sto specializzando su disturbi del comportamento alimentare, soprattutto anoressia, donne forti e tenaci. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico, le sarà utile anche per la professione. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dr. Davide Torres
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Messina
Sarò diretto. Mi ha colpito che la tua preoccupazione riguardi il poter lavorare in un ambito e non te stessa, come se restasse ovvia e confermata nel tempo la diagnosi. Ma che senso ha questa diagnosi? Come ti fa vivere la quotidianità? È pensabile superare il disagio alimentare? Come mai non ci sono queste domande? Scusa il gioco di parole ma... io qualche domanda me la farei. Sei molto giovane. Pensaci.
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissima buongiorno, e grazie per la condivisione. Credo che il nostro disturbo o diagnosi non debba inficiare il nostro percorso di crescita e realizzazione personale, ovviamente con le dovute precauzioni e con un buon esame di realtà rispetto alle nostre risorse reali.
Cordiali saluti
AV
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Le suggerisco di considerare la psicoterapia breve strategica. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Cordiali saluti,
Dr. Michele Scala.
Dott.ssa Simona Agnelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arezzo
Provo a risponderti, cara lettrice.
Come ogni giovane alle prese con la scelta degli studi universitari o comunque post diploma credo che la domanda più utile da farsi sia cosa ti appassiona e cosa hai desiderio di studiare ed approfondire nei prossimi anni, perché i prossimi anni saranno dedicati a quello. Concentrati quindi sui piani di studio e sulle discipline d’insegnamento, oltre che sulla scelta della sede e della modalità con cui potrai frequentare. Da quello che mi dici il tuo interesse va a professioni nell’ambito delle relazioni d’aiuto e questo capita frequentemente a persone che nella loro vita hanno conosciuto il dolore psichico e sperimentato in prima persona difficoltà nel rapporto con se stessi o con parti di sé. Il fatto che la tua anoressia nervosa sia certificata ci dice che l’impatto emotivo di queste professioni sul tuo equilibrio e sulla tua salute psico-fisica non va certo sottovalutato o non preso in considerazione. Questo vuol dire che sarai ancor più chiamata di adesso a prendertene cura (perché lo stai già facendo, giusto?) attraverso una buona terapia individuale e tutti i tipi di supporto che la tua problematica, certificata dalla 104 richiede. Pensaci, il tempo per prepararti da tutti i punti di vista, c’è.

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