Salve. Sono una ragazza di 19 anni e mi sento infelice quando le persone a cui tengo (in particolare

20 risposte
Salve. Sono una ragazza di 19 anni e mi sento infelice quando le persone a cui tengo (in particolare due: la mia migliore amica e il mio ragazzo) si divertono senza di me.
Ho cercato di sconfiggere queste cose andando varie volte in terapia ma non cambia mai nulla e anzi mi sento di star peggiorando: sto molto male se una delle due persone sopracitate esce con altre persone, trascorre la serata senza di me ecc.
Mi sento inoltre di non essere in grado di divertirmi senza di loro. Cerco molto di reprimere quello che sto provando per non sembrare una persona tossica ai loro occhi, in quanto so che questo atteggiamento lo è, ma più passa il tempo più mi sento infelice e sofferente. Vorrei un parere e magari anche dei piccoli consigli, grazie.
Dott.ssa Sara Magliocca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Seregno
Cara, grazie per la condivisione. Anzichè approcciarsi a questa difficoltà relazionale con l'ottica di sconfiggerla, potrebbe avvicinarsi ad essa con curiosità, esplorarla domandandosi cosa la fa soffrire così tanto quando queste due persone per lei importanti si divertono in sua assenza. Che significato assume per lei? quali timori? Lo vive come un abbandono o un rifiuto? E' accaduto altre volte e con quali persone? Questo lavoro lo potrebbe fare con più facilità con l'aiuto di un professionista, data anche la forte sofferenza e infelicità che le genera.
So bene che la terapia è dura e paradossalmente è normale che possa portare ad un peggioramento della condizione prima di stare meglio. Il cambiamento psichico e interiore non è lineare e richiede tempo, perciò è importante tenere duro soprattutto nei momenti della terapia in cui sempra che non funzioni e si sta peggio perchè in realtà è sinonimo che qualcosa di importante sta smuovendo.
Infine, cercare di reprimere questi sentimenti comporta il rischio che la sua amica e il suo ragazzo non capiscano quanto lei soffre e dunque si condanna a questa infelicità. Comunicare loro come si sente non la renderà una persona tossica ma le darà la possibilità di farsi comprendere, di sentirsi vista, di esprimere dei bisogni di vicinanza affettiva che sono naturali.

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Dr. Andrea Ferella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Buongiorno. Da quanto scrive sembra che lei stia cercando un suo equilibrio, un ancoraggio, una base sicura che le possa permettere di esplorare il mondo esterno, ma anche quello interno. Cerchi di darsi obiettivi che la aiutino a diventare sempre più sicura di sè, evitando la dipendenza dagli altri. Riprenda con fiducia il percorso terapeutico che ha momentaneamente sospeso, perchè le potrà dare strumenti nuovi ed efficaci per vivere più pienamente la sua vita relazionale.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno e grazie per la sua testimonianza. La psicoterapia è l'unico contesto in grado di risolvere questo tipo di fragilità. Ci vuole tempo e pazienza ( e coraggio), ma se riuscirà a non interrompere prima del tempo, certamente raccoglierà i frutti del suo lavoro. un caro saluto.
Dott.ssa Roberta Croatti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Santarcangelo di Romagna
Buongiorno, concordo con i colleghi sull'importanza di intraprendere un percorso terapeutico. Il fatto che abbia tentato più volte di farlo fa pensare che poi per qualche motivo il percorso sia stato interrotto. La psicoterapia ha bisogno di tempi a volte anche lunghi ma questo non deve scoraggiarla. Al contrario, incontrarsi con un professionista a cui riportare il proprio disagio e con cui instaurare un rapporto di fiducia, aiuta a trovare le risorse per affrontare ed elaborare la sofferenza sapendo di poter contare su una valido aiuto,. Auguri
Dott.ssa Chiara Tenconi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Rho
Gelosia, invidia rappresentano sfumature di una stessa emozione: timore di essere esclusa, di perdere, di smettere di esistere nella mente dell'altro.
Per lasciar andare bisogna aver fiducia di poter tornare condividendo le esperienze vissute. Spesso è il vuoto a parlare per noi, a guidare le nostre scelte e le nostre emozioni. Provi a ripensare a quale è stata la volta in cui ha avvertito in modo molto intenso il sentimento di perdita, provi a sentire le sensazioni che arrivano e cerchi risposte differenti.
Riempia il vuoto dell'assenza di esperienze piacevoli per lei, noti cosa e se cambia qualcosa.
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, dovrebbe ritentare con la psicoterapia potrebbe avere lasciato per vari motivi e uno di questi potrebbero essere resistenze/difficoltà al cambiamento. Dal momento in cui dichiara che "si sente infelice quando le persone a cui tiene si divertono senza di lei", pone le condizioni per una infelicità eterna dal momento che è impossibile che ciò non accada. Deve poter elaborare ed approfondire il tutto. Se ne dia il tempo e la disponibilità.
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buonasera, mi spiace per il suo disagio, ha scritto che ha fatto già diversi percorsi ma senza riuscire a risolvere la problematica, posso chiederle che tipo di percorso ha fatto?
Dott. Flavio Della Croce
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Borgonovo Val Tidone
Certo è tutto da approfondire in sedute; un suggerimento potrebbe essere partecipare lei stessa a momenti interessanti con altri amici. Capire che cosa significano queste esperienze, da raccontare ad amica e ragazzo.
Dott. Christiana Marchesin
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentilissima , si stente infelice se le sue amicizie più importanti si divertono senza di lei e lei si rende conto che questo atteggiamento ha qualcosa di sbagliato: credo che la sua sia una giusta intuizione in quanto tale atteggiamento è rivelatore di una certa dipendenza e di bassa autostima. il mio consiglio è di lavorare sul sentimento di inadeguatezza e di scarsa stima di se stessa.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che il tema che riporta, quello del sentirsi "esclusa" possa essere una parte importante del suo lavoro di terapia. I cambiamenti non sono mai lineari e dei momenti in cui sembra di peggiorare, ci possono essere: possono far parte del cambiamento. Rimane da chiarire, nel suo percorso, cosa rappresentano queste persone per lei, quali vecchi copioni eventualmente rispecchiano. Sono tutti argomenti da affrontare in terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dr. Riccardo Preziosi
Psicoterapeuta, Psicologo
Monza
Salve, mi ha colpito l'espressione che ha utilizzato "sento inoltre di non essere in grado di divertirmi senza di loro", che lascia intendere una difficoltà ad entrare in contatto con i propri desideri ed aspirazioni, come se quando è da sola, non riuscisse a trovare una direzione personale. Credo che questo aspetto sia importante, e vada approfondito, in particolare in relazione alla fase della sua vita (19 anni), caratterizzata da scelte importanti in merito alla propria indipendenza e affermazione di sé.
Lei cosa desidera da se stessa? Quali aspirazioni vuole realizzare, quali emozioni e timori sperimenta in merito a questi argomenti?
Nel momento che riuscirà ad "arredare" quei momenti di solitudine con attività gratificanti, vedrà che le emozioni di gelosia si faranno molto meno intense.
In bocca al lupo.
Dr. Preziosi
Dott.ssa Giulia Marchiani
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente, mi rincresce il suo attuale stato di salute ma la situazione descritta necessita di una consulenza per capire successivamente come aiutarla con un percorso di psicoterapia.
Resto a Sua disposizione per qualsivoglia eventuale integrazione e/o chiarimento e mi è gradita l'occasione per inviarLe i miei più cordiali saluti.
Dott.ssa Giulia Marchiani
Dott.ssa Federica Tessaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Palazzolo sull'Oglio
Buongiorno,
sono molto dispiaciuta per l'infelicità che traspare dalle sue parole.
Credo che la sua giovane età meriti momenti di gioia, di soddisfazione, di gratificazione per quello che fa. Per questo motivo penso che un percorso di terapia sia quello che le serve per spostare il focus dall'esterno (le persone a cui tiene) all'interno (se stessa, le sue aspirazioni, i suoi desideri, i suoi bisogni emotivi), perchè l'obiettivo è che sia lei a promuovere la sua felicità e il suo benessere.
In bocca al lupo
dott.ssa Federica Tessaro
Dott.ssa Arianna Corotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve, credo che una psicoterapia potrebbe esserle utile per comprendere le ragioni profonde dei suoi vissuti e per elaborarle in modo da sentirsi più libera , meno invischiata in relazioni che al momento non la soddisfano. Dice di aver provato ad rivolgersi ad una psicologa, ma forse non ha costruito un legame solido che potesse davvero aiutarla.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, le capita spesso di sentirsi esclusa dalla vita degli altri? In questa domanda racchiudo tutto il senso della risposta. La invito ad un percorso di psicoterapia per ridimensionare e dare la direzione più idonea a quello che le sta succedendo. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Carissima, è ammirevole che ti interessi al tuo malessere e cerchi di curarlo e comprendo il tuo vissuto. La tua lettera è così breve che mancano elementi della tua storia di vita che senz'altro hanno a che fare con i sentimenti che provi. Hai fratelli? Come è fatta la tua famiglia e come ci stai? Meriterebbe un approfondimento. Non dici come mai sono andate male le terapie e quanto siano durate. Mi sento di dirti che il contesto dove lavorare su questi sentimenti è quello psicoterapico, magari potresti riprovare con una persona che ti ispira simpatia e fiducia. Puoi fare dei colloqui di prova, anche on line. E comunque non è reprimendo che si risolve, ma conoscendolo e "andandoci a braccetto" per un po', prima di lasciarlo andare. Rimango a disposizione, ti saluto caramente, dott.ssa Silvia Ragni
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Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
La sensazione che descrivi, di sentirti infelice quando le persone a cui tieni si divertono senza di te, può derivare da un bisogno di essere costantemente inclusa e da una difficoltà a trovare soddisfazione nelle attività da sola. Questo tipo di dipendenza emotiva può generare ansia e frustrazione. È positivo che tu stia cercando di affrontare il problema, ma sembra che tu stia lottando con l'accettazione di questi sentimenti. In terapia, sarebbe utile esplorare il motivo di questa dipendenza emotiva, capire da dove proviene e lavorare sull'autostima e sull'autosufficienza emotiva. Potresti provare a stabilire piccoli obiettivi per divertirti in autonomia, come dedicarti a hobby che ti appassionano o incontrare altre persone. Con il tempo, imparare a goderti la tua compagnia ti aiuterà a ridurre la sofferenza quando gli altri non sono con te. La chiave è imparare a bilanciare i legami affettivi con il riconoscimento che anche la solitudine può portare soddisfazione e crescita.
Dott. Dimitri Abate
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Gentilissima,
mi dispiace che stia vivendo questa sofferenza, perché dalle sue parole emerge chiaramente quanto tenga alle persone che ha accanto e quanto desideri sentirsi serena nei rapporti. Il fatto che riconosca questa difficoltà e cerchi di gestirla con consapevolezza è già un passo importante.
Ciò che descrive sembra legato a un profondo bisogno di connessione e sicurezza nei legami. Il timore di essere esclusa o di perdere il posto speciale che ha nella vita di queste persone può generare ansia e tristezza. Non è qualcosa di "sbagliato" o "tossico", è un'emozione umana e comprensibile. Il problema non è il sentimento in sé, ma il modo in cui influisce sul suo benessere.
Forse può provare a chiedersi: "cosa significa per me il fatto che loro si divertano senza di me?" Spesso, dietro questa sofferenza, può esserci la paura di non essere abbastanza importanti per gli altri, di essere sostituibili o di restare sole. Se questo è il caso, potrebbe essere utile lavorare sulla fiducia nei legami e sul senso di valore che dà a se stessa, indipendentemente dalla presenza degli altri.
Un piccolo passo potrebbe essere provare a costruire gradualmente spazi di benessere personali, momenti in cui sperimenta piacere o leggerezza senza dipendere dalla presenza di queste due persone. Potrebbe iniziare con piccole attività che le piacciono o provare a connettersi con altre persone, anche se inizialmente le sembra difficile.
Se sente che questa sofferenza persiste nonostante la terapia, potrebbe essere utile parlarne con il terapeuta in modo più approfondito, cercando di esplorare cosa sta rendendo difficile il cambiamento. A volte il percorso richiede tempo o un approccio diverso per dare risultati concreti.
Non è sola in questo ed è comprensibile che desideri connessione e sicurezza nei rapporti. Può lavorare su questa difficoltà senza giudicarsi troppo duramente.
Le auguro il meglio.
Un caro saluto, dott. Abate
Dott.ssa Chiara Gagliano
Psicologo, Psicoterapeuta
Mantova
Salve,
quello che descrivi è una sofferenza molto comune, legata al timore di perdere le persone importanti e alla difficoltà di sentirsi “abbastanza” anche quando non si è con loro.

È comprensibile che questo generi dolore e insicurezza, ma non significa che tu sia “tossica”: sono dinamiche che spesso nascono da bisogni affettivi profondi che meritano ascolto e cura.

Un percorso psicoterapeutico mirato, può aiutarti a rafforzare l’autostima e a vivere le relazioni in modo più sereno, senza sentirti costantemente minacciata dall’idea di esclusione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano – Psicoterapeuta e Ipnoterapeuta

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