Salve Sono una donna di 74 anni. Da cinque anni non parlo con mia sorella per un banale litigio a
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Salve
Sono una donna di 74 anni.
Da cinque anni non parlo con mia sorella per un banale litigio apparentemente, ma in effetti presi la palla al balzo per liberarmi di lei, sorella maggiore gelosa e un po’ bullizzante nei miei confronti.
Tutto questo avveniva negli anni passati: lei una personalità dominante, fisicamente migliore di me ( ma solo nella prima adolescenza)
Il suo essere gelosa me lo dimostrava tutte le volte che poteva: aggressioni fisiche nell’infanzia, ( non ricordo in solo gioco fatto con lei ma con i fratelli , si) sarcasmo e insulti nell’adolescenza.
Da adulte teneva nei miei confronti un comportamento leggermente sprezzante dall’alto della sua supponenza e sicurezza .
Per lei ero una vanesia che pensava solo ai vestiti e all’aspetto fisico, una sprovveduta che ” che aveva fatto due figli ( che bastava uno !!) e perché non riprendevo gli studi come lei che si laureò, e perché non andavo a vedere quello spettacolo teatrale che mi avrebbe fatto bene vedere e fatto quel viaggio che a lei era piaciuto tanto ecc ecc
Tutto ciò detto e fatto non in modo eclatante ma sottile e subdolo, con finto paternalismo e tanta cattiveria in quanto sapeva benissimo che all’epoca in cui parlava così avevamo notevoli problemi economici e i miei figli avevano solo un cambio di pantalone.
Diciamo che al principio io la veneravo e cercavo di imitarla forse per farmi benvolere da lei dato che forse percepivo la sua avversione, poi da grande subivo fingendo di non capire i tergiversavo perchè nostra madre “ ci voleva tutti uniti e affettuosi tra noi “ e per non farla soffrire ingoiavo,
Quando le cose per me migliorarono ( migliore situazione economica, figli laureati con 110 e lode non ebbe mai una parola di elogio, io stessa studiai e mi diplomai a 53 anni ( scuola serale) , nulla neppure una felicitazione e vabbè, giù anche questo!
Mia madre mori e da quel momento iniziò a tempestarmi di chiamate per chiacchierare, diceva, ma aveva una lieve critica per tutto persino della per la mia sofferenza per la morte della mia amata gattina: dusse che non è sano soffrire tanto per la morte del gatto e che era in gioco la mia salute mentale.
I suoi: “ Ti sento un po’ nervosa “mi innervosivano di più
I suoi : “ dovresti farlo questo viaggio, dovresti vedere questo spettacolo “ non li sopportavo più e non avevo più il ricatto materno, così un giorno per una banale questione io alzai la testa e le dissi che la pensavo così e punto, e lei chiuse il telefono
Non la richiamai (in altri momenti l’avrei fatto), lei non richiamò più...
Sono passati cinque anni, tra poco lei compirà 79 anni ed io che sono stupida e debole sto pensando che dovrei chiamarla, ma sono molto titubante: non saprei cosa dirle o come potrebbe reagire e non so se voglio riprendere un rapporto malato. In fondo è mia sorella ma in fondo no . Vivo lontana dalla città natale da 50 anni che senso ha?
Come si fa ed è possibile ricominciare un rapporto dopo tutto quello che vi ho scritto? Che cosa ho un senso di colpa verso di lei? Mi fa pena perché è ormai anziana?
Perché mi è venuta questa idea dopo anni di silenzio e di oblio? mi sembrava di stare benissimo !Perché questo ripensamento dunque?
Sono una donna di 74 anni.
Da cinque anni non parlo con mia sorella per un banale litigio apparentemente, ma in effetti presi la palla al balzo per liberarmi di lei, sorella maggiore gelosa e un po’ bullizzante nei miei confronti.
Tutto questo avveniva negli anni passati: lei una personalità dominante, fisicamente migliore di me ( ma solo nella prima adolescenza)
Il suo essere gelosa me lo dimostrava tutte le volte che poteva: aggressioni fisiche nell’infanzia, ( non ricordo in solo gioco fatto con lei ma con i fratelli , si) sarcasmo e insulti nell’adolescenza.
Da adulte teneva nei miei confronti un comportamento leggermente sprezzante dall’alto della sua supponenza e sicurezza .
Per lei ero una vanesia che pensava solo ai vestiti e all’aspetto fisico, una sprovveduta che ” che aveva fatto due figli ( che bastava uno !!) e perché non riprendevo gli studi come lei che si laureò, e perché non andavo a vedere quello spettacolo teatrale che mi avrebbe fatto bene vedere e fatto quel viaggio che a lei era piaciuto tanto ecc ecc
Tutto ciò detto e fatto non in modo eclatante ma sottile e subdolo, con finto paternalismo e tanta cattiveria in quanto sapeva benissimo che all’epoca in cui parlava così avevamo notevoli problemi economici e i miei figli avevano solo un cambio di pantalone.
Diciamo che al principio io la veneravo e cercavo di imitarla forse per farmi benvolere da lei dato che forse percepivo la sua avversione, poi da grande subivo fingendo di non capire i tergiversavo perchè nostra madre “ ci voleva tutti uniti e affettuosi tra noi “ e per non farla soffrire ingoiavo,
Quando le cose per me migliorarono ( migliore situazione economica, figli laureati con 110 e lode non ebbe mai una parola di elogio, io stessa studiai e mi diplomai a 53 anni ( scuola serale) , nulla neppure una felicitazione e vabbè, giù anche questo!
Mia madre mori e da quel momento iniziò a tempestarmi di chiamate per chiacchierare, diceva, ma aveva una lieve critica per tutto persino della per la mia sofferenza per la morte della mia amata gattina: dusse che non è sano soffrire tanto per la morte del gatto e che era in gioco la mia salute mentale.
I suoi: “ Ti sento un po’ nervosa “mi innervosivano di più
I suoi : “ dovresti farlo questo viaggio, dovresti vedere questo spettacolo “ non li sopportavo più e non avevo più il ricatto materno, così un giorno per una banale questione io alzai la testa e le dissi che la pensavo così e punto, e lei chiuse il telefono
Non la richiamai (in altri momenti l’avrei fatto), lei non richiamò più...
Sono passati cinque anni, tra poco lei compirà 79 anni ed io che sono stupida e debole sto pensando che dovrei chiamarla, ma sono molto titubante: non saprei cosa dirle o come potrebbe reagire e non so se voglio riprendere un rapporto malato. In fondo è mia sorella ma in fondo no . Vivo lontana dalla città natale da 50 anni che senso ha?
Come si fa ed è possibile ricominciare un rapporto dopo tutto quello che vi ho scritto? Che cosa ho un senso di colpa verso di lei? Mi fa pena perché è ormai anziana?
Perché mi è venuta questa idea dopo anni di silenzio e di oblio? mi sembrava di stare benissimo !Perché questo ripensamento dunque?
Salve, la ringrazio per aver condiviso con noi il suo vissuto emotivo. Comprendo quanto possa essere difficile per lei chiamare sua sorella, ma credo che debba prima di tutto chiarirsi alcune idee e valutare il da farsi. Ha mai pensato a un consulto psicologico? Potrebbe trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
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Salve, mi spiace molto per la situazione con sua sorella.
Immagino quanto questa situazione possa essere difficile e scomoda per lei.
Sarebbe opportuno, a mio avviso, avere maggiori informazioni in merito e credo possa essere utile per lei ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
Immagino quanto questa situazione possa essere difficile e scomoda per lei.
Sarebbe opportuno, a mio avviso, avere maggiori informazioni in merito e credo possa essere utile per lei ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, quello che lei dovrebbe un po' chiedersi in questa storia è quanto il rapporto con sua sorella ha condizionato le sue scelte di vita, anche nell'idea del riavvicinamento compare più l'idea di cosa possa pensare o come possa reagire la sorella a quello che lei fa o dice. Forse in questo caso, le suggerirei di approfondire i vissuti che la legano a questo tipo di rapporto, quali possono essere le sue emozioni ed eventualmente come intraprendere un riavvicinamento sereno verso sua sorella. Resto a disposizione, Cordialmente dott.ssa Valentina Mazzullo
Buonasera Signora, leggendo la sua storia sembra che la parte di lei che desidera il contatto con sua sorella sia quella stessa che nel periodo d'infanzia tentava di venerarla ed imitarla per il desiderio, comprensibile, di essere benvoluta. Questa potrebbe essere la risposta al "perché": potrebbe essere quello che è sempre stata abituata a fare. Quando invece scrive che non sa se vuole riprendere un rapporto malato: si pone delle domande tenendo in considerazione il suo di vissuto emotivo attuale, del qui ed ora, in quanto donna adulta. Di quest'ultimo fa parte anche il desiderio conflittuale. Può valutare se, secondo lei, è possibile il compromesso tra l'essere compiacente (come in passato) e l'essere distanziante (come negli ultimi 5 anni). Un caro saluto
Buona sera cara Signora. Le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per comprendere meglio i suoi vissuti, i legami, e il rapporto con sua sorella. Ci sono molte dinamiche all'interno delle famiglie e queste dinamiche le portiamo dentro, sono dei modelli che interiorizziamo. Proprio come è successo a lei. Si faccia aiutare a fare chiarezza dentro se stessa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto.
Dott.ssa Chiara De Battisti
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto.
Dott.ssa Chiara De Battisti
Buonasera gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Non so darle una risposta alle sue domande, ma se tutto questo le è venuto in mente, un motivo ci sarà. Potrebbe essere una o anche più cause di quelle da lei elencate. Provi ad ascoltare le sue emozioni, invece di cercare una spiegazione. Cosa prova quando pensa a sua sorella? Magari è da lì che deve partire per dare un senso a ciò che è successo.
Cordialmente, dott. Simeoni
Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera, innanzitutto mi complimento per la sua lucidità e capacità di usare questo canale, mio dottore. Mi chiedo come avete fatto entrambi, sorelle, a non contattarvi in questi anni. Immagino che la pandemia abbia scatenato in lei, sorella più sensibile, un senso di solidarietà.o Ovviamente sente la necessità di riapprocciarsi alla sua famiglia d'origine. Lo faccia! Mi sento di sostenerla in questa scelta di puro amore fraterno. Saluti
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Buonasera
L idea di ricontattarla la preoccupa xche conosce bene questa soluzione adattativa e venerativa che interpretava da bambina nei confronti di sua sorella. Dovrebbe approfondire l’origine dei sensi di colpa per evitare di fare scelte che non portano niente di nuovo ma la conferma dei copioni familiari e tanto dolore e forse rabbia.
Un cordiale saluto
L idea di ricontattarla la preoccupa xche conosce bene questa soluzione adattativa e venerativa che interpretava da bambina nei confronti di sua sorella. Dovrebbe approfondire l’origine dei sensi di colpa per evitare di fare scelte che non portano niente di nuovo ma la conferma dei copioni familiari e tanto dolore e forse rabbia.
Un cordiale saluto
Gentile utente di mio dottore,
sarebbe opportuno approfondire i vissuti che la legano al rapporto con sua sorella. Potrebbe esser opportuno iniziare una psicoterapia, con l'obiettivo di comprendere quali possono essere le sue emozioni e come poter riavere un riavvicinamento sereno verso sua sorella, superando anche le vecchie scorie del passato.
Ci pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
sarebbe opportuno approfondire i vissuti che la legano al rapporto con sua sorella. Potrebbe esser opportuno iniziare una psicoterapia, con l'obiettivo di comprendere quali possono essere le sue emozioni e come poter riavere un riavvicinamento sereno verso sua sorella, superando anche le vecchie scorie del passato.
Ci pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista.
Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Caro utente, non posso rispondere alle sue domande e intraprendere un percorso di supporto psicologico la aiuterebbe a rispondere da sola ai suoi dubbi.
In questa situazione che ha descritto una costellazione familiare la aiuterebbe molto. Conosce le costellazioni?
Un caro saluto Elisabetta
In questa situazione che ha descritto una costellazione familiare la aiuterebbe molto. Conosce le costellazioni?
Un caro saluto Elisabetta
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Buongiorno, la relazione con sua sorella è una storia antica,mai risolta.Vale veramente la pena affrontarla oggi con l affiancamento di un valido supporto psicologico , per comprendere il passato e uscire dalla quella forte dipendenza per riproporsi oggi capace di mantenere comunque un rapporto che non ricalchi le antiche modalità Un forte augurio Dottssa Luciana Harari
Cara ragazza, il suo bisogno di sentire sua sorella dopo così tanto tempo è un suo bisogno. Non si preoccupi di come lo vedrà sua sorella. Se il suo bisogno è di sentirla, lo faccia. Ha paura che il suo affetto di nuovo venga calpestato? Scriva una lettera senza freni e quando è finita decida se è il caso di inviarla o se è sufficiente così. Immagino che con il passare degli anni si possa sentire il bisogno di mettere a posto le cose, forse anche perchè si cambia sguardo sulle cose. Siamo tutti anime perse in questo mondo. Le auguro di trovare il suo pezzetto di strada.
per qualsiasi cosa, resto a disposizione
Violetta Molteni
per qualsiasi cosa, resto a disposizione
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Buonasera, credo che con l'avanzare dell'età si ripensi alle proprie radici, alla famiglia di origine e che quindi sia più facile ripensare ai rapporti lasciati in sospeso. Ritengo anche che al di là di tutto, possa essere importante per lei seguire il suo desiderio di risentire sua sorella ma magari, stavolta, per poterle dire ciò che pensa e sente. Sarebbe importante chiarire il vostro rapporto non tanto per renderlo migliore quanto per potersi parlare almeno una volta con chiarezza. Il fine non deve essere e non può essere, quello di cambiare l'altro ma di raccontarsi e non lasciare nulla in sospeso. Le parole non dette, alla lunga, pesano di più di quelle pronunciate come sfogo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno Signora, innanzitutto lei non è né una cattiva persona, né debole e né tantomeno stupida. Ha allontanato sua sorella perché il rapporto la faceva soffrire e in quel momento non aveva altri strumenti.
Spesso siamo convinti, probabilmente per convinzioni sociali e culturali, che i legami di sangue debbano per forza essere venerati, mantenuti a tutti costi, che tutto sia dovuto.
Queste sensazioni scomode che prova sono assolutamente comprensibili. Ad esempio, ha mai parlato a sua sorella di come la fanno sentire i suoi comportamenti?
Un percorso psicologico potrebbe farle far pace con il suo passato, indipendentemente dal rapporto con sua sorella, e confortare la ragazzina ferita che c'è in lei. Potrebbe così ritrovare in lei risorse necessarie per prendere una decisione su un eventuale riallacciamento dei rapporti oppure no.
Spesso siamo convinti, probabilmente per convinzioni sociali e culturali, che i legami di sangue debbano per forza essere venerati, mantenuti a tutti costi, che tutto sia dovuto.
Queste sensazioni scomode che prova sono assolutamente comprensibili. Ad esempio, ha mai parlato a sua sorella di come la fanno sentire i suoi comportamenti?
Un percorso psicologico potrebbe farle far pace con il suo passato, indipendentemente dal rapporto con sua sorella, e confortare la ragazzina ferita che c'è in lei. Potrebbe così ritrovare in lei risorse necessarie per prendere una decisione su un eventuale riallacciamento dei rapporti oppure no.
Cara signora buongiorno,
nessuno può dirle che cosa è meglio fare e credo che lei lo sappia, infatti le sue domande riguardano il perchè di questo bisogno ora. Sembra che il rapporto con sua sorella sia per lei qualcosa di non risolto ed è forse questo che le impedisce di "dimenticarlo". Ha messo una barriera per tutelarsi ma il legame è ovviamente rimasto e il desiderio di recuperare il rapporto è rimasto. Forse è rimasto anche il desiderio di essere amata da questa sorella. Sembra uno struggimento d'amore il suo. Può aiutarla forse porre l'attenzione su tutti coloro da cui invece si è sentita e si sente amata? Sono a sua disposizione e le mando un saluto caloroso. Dott.ssa Franca Vocaturi
nessuno può dirle che cosa è meglio fare e credo che lei lo sappia, infatti le sue domande riguardano il perchè di questo bisogno ora. Sembra che il rapporto con sua sorella sia per lei qualcosa di non risolto ed è forse questo che le impedisce di "dimenticarlo". Ha messo una barriera per tutelarsi ma il legame è ovviamente rimasto e il desiderio di recuperare il rapporto è rimasto. Forse è rimasto anche il desiderio di essere amata da questa sorella. Sembra uno struggimento d'amore il suo. Può aiutarla forse porre l'attenzione su tutti coloro da cui invece si è sentita e si sente amata? Sono a sua disposizione e le mando un saluto caloroso. Dott.ssa Franca Vocaturi
Salve,
le relazioni sono sempre recuperabili. Un percorso terapeutico può certamente esserle di aiuto.
saluti
le relazioni sono sempre recuperabili. Un percorso terapeutico può certamente esserle di aiuto.
saluti
Buonasera, credo che sia importante analizzare le dinamiche familiari da lei riportate grazie al supporto di uno/a psicoterapeuta per trovare una nuova chiave di lettura e nuovi significati.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Gentile signora,
perché lei lo è, gentile.
La sua domanda mi ha molto colpita ed emozionata, molto bello porsi domande anche ad un età in cui sarebbe in grado di dare molte risposte più di noi tutti.
Tuttavia le domande a cui lei cerca risposta sono profonde e decisamente antiche, sarebbe molto bello parlarne in un rapporto valido di terapia, così da poter far pace con i "fantasmi" del passato e trovare un modo di proseguire un rapporto così importante come quello con una sorella.
Un caro saluto
Lavinia
perché lei lo è, gentile.
La sua domanda mi ha molto colpita ed emozionata, molto bello porsi domande anche ad un età in cui sarebbe in grado di dare molte risposte più di noi tutti.
Tuttavia le domande a cui lei cerca risposta sono profonde e decisamente antiche, sarebbe molto bello parlarne in un rapporto valido di terapia, così da poter far pace con i "fantasmi" del passato e trovare un modo di proseguire un rapporto così importante come quello con una sorella.
Un caro saluto
Lavinia
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"Perchè mi è venuta questa idea dopo anni di silenzio e di oblio". Trovo molto significativa questa tua affermazione, l'inconscio ci sorprende sempre, probabilmente nella misura in cui darai forma, compimento al desiderio di rincontrare tua sorella, comprenderai perchè ti è venuta in mente questa idea
Buonasera signora, darle una risposta alle sue domande senza nemmeno averla incontrata, per me vorrebbe dire non ascoltare ciò che lei ha da dirmi, inoltre riassumere 74 anni di vita in una risposta sintetica non è eticamente corretto nei suoi confronti. Se ha piacere mi contatti, sarò lieto di discutere con lei di questa dinamica relazionale che l'ha portata a scriverci su questa pagina.
Gentile Signora, la ringrazio per aver condiviso in modo così sincero e profondo una storia familiare che porta con sé una lunga scia di dolore, incomprensioni e tensioni mai realmente elaborate. Il fatto che oggi, dopo anni di silenzio, lei stia sentendo il bisogno di riflettere sulla possibilità di riallacciare un rapporto con sua sorella non è un segno di debolezza, ma piuttosto di sensibilità, di apertura e di consapevolezza emotiva. È assolutamente umano che, con il tempo, certi pensieri ritornino, magari spinti da emozioni complesse come la nostalgia, il senso del tempo che passa o la possibilità di voler chiudere un capitolo della vita in modo diverso da come è rimasto sospeso. La storia che racconta è quella di un legame profondamente ambivalente, in cui lei si è trovata a lungo nel ruolo di chi subisce, di chi cerca l'approvazione, di chi rinuncia a se stessa per evitare il conflitto, spesso in nome dell'armonia familiare imposta più che realmente vissuta. Le dinamiche di potere, le critiche sottili, i giudizi mascherati da consigli e quel tono paternalistico che ha descritto così bene, rappresentano tutti elementi che, nel tempo, possono logorare una relazione affettiva, specialmente quando il bisogno di sentirsi accettati e riconosciuti resta costantemente insoddisfatto. Il fatto che lei abbia preso la distanza, pur dopo un episodio apparentemente banale, è comprensibile: come ha scritto, forse ha semplicemente colto l’occasione per dire basta a un rapporto che da sempre le aveva imposto una posizione di inferiorità e disagio. Oggi però qualcosa in lei sta cambiando. Forse si sta chiedendo se, dietro a quell’orgoglio e quella rabbia, non ci sia anche un desiderio di riscatto emotivo, o di chiudere un cerchio lasciato aperto. È importante sottolineare che il desiderio di riallacciare un contatto non significa automaticamente voler ricostruire il rapporto nei termini del passato, né dover accettare nuovamente dinamiche tossiche. Si tratta piuttosto di ascoltare con attenzione cosa sta succedendo dentro di lei. Il pensiero di chiamare sua sorella può nascere da molte emozioni sovrapposte: la paura del tempo che scorre, il senso di colpa che può emergere anche quando sappiamo di non aver fatto nulla di male, la speranza di un gesto di umanità, o il semplice desiderio di non lasciare qualcosa in sospeso. Il senso di colpa, in particolare, è un'emozione molto frequente in situazioni di conflitto familiare non risolto. Tende a riemergere nei momenti in cui ci confrontiamo con la vulnerabilità altrui, con l’età che avanza, con l’idea che alcune opportunità possano non ripresentarsi più. Ma non è detto che debba essere un segnale per “tornare indietro”. Piuttosto, può essere uno stimolo per fare un bilancio più profondo, per comprendere se c’è qualcosa che desidera dire o fare per sé stessa, per la propria pace interiore, senza necessariamente sacrificarsi ancora. Nel modello cognitivo-comportamentale, esploriamo proprio questi pensieri e le emozioni che ne derivano: li osserviamo, li mettiamo in discussione, e cerchiamo di capire che tipo di azioni ci portano a compiere. Lei si sta già facendo le domande giuste. Cosa desidera davvero? Ha bisogno di essere riaccettata o desidera solo chiudere con dignità quella relazione? Ha ancora qualcosa da dire a sua sorella o ha bisogno di dirlo per sé stessa, indipendentemente dalla reazione che lei potrà avere? Ricominciare un rapporto è possibile, ma deve essere fatto con consapevolezza, ponendo dei limiti chiari, e con l’obiettivo di proteggere il proprio benessere psicologico. A volte anche solo un gesto, una telefonata, una lettera (che può o non può essere inviata) può essere sufficiente per pacificare il cuore, senza per forza ricostruire un legame pieno. Altre volte si sceglie di non fare nulla, ma con la consapevolezza di aver capito le proprie ragioni e accettato le proprie emozioni. In fondo, lei non è “stupida e debole”. È una donna che ha vissuto con forza e dignità, che ha saputo costruirsi nel tempo una nuova vita, che ha studiato, cresciuto figli con successo e superato momenti durissimi. Oggi non è la ragazzina di un tempo che cercava approvazione: è una persona adulta, che può scegliere se e come affrontare questa parte del suo passato, senza dover più subire, né rinunciare a sé stessa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera,
dalle sue parole traspare una profonda consapevolezza del proprio vissuto e una grande capacità di analisi emotiva. Spesso, quando con una persona cara si interrompe un legame difficile, si può provare inizialmente sollievo, ma con il tempo riemergono sentimenti più complessi: nostalgia, curiosità, senso di colpa o semplicemente il desiderio di chiudere un capitolo in modo più sereno.
È importante non giudicare questo pensiero: non significa necessariamente voler “ricominciare” un rapporto, ma forse comprendere meglio sé stessa e ciò che quella relazione ha rappresentato.
Se decide di contattarla, lo faccia solo se sente che può proteggersi emotivamente, senza aspettative, magari con un gesto semplice e neutro.
In alternativa, può essere utile esplorare questi sentimenti in un percorso psicologico, per capire cosa le sta chiedendo davvero questa parte di sé che oggi “ripensa”.
A volte, il bisogno non è di ricucire, ma di fare pace dentro di sé.
Un caro saluto,
Dott.ssa Daisy Di Cello, Psicologa
dalle sue parole traspare una profonda consapevolezza del proprio vissuto e una grande capacità di analisi emotiva. Spesso, quando con una persona cara si interrompe un legame difficile, si può provare inizialmente sollievo, ma con il tempo riemergono sentimenti più complessi: nostalgia, curiosità, senso di colpa o semplicemente il desiderio di chiudere un capitolo in modo più sereno.
È importante non giudicare questo pensiero: non significa necessariamente voler “ricominciare” un rapporto, ma forse comprendere meglio sé stessa e ciò che quella relazione ha rappresentato.
Se decide di contattarla, lo faccia solo se sente che può proteggersi emotivamente, senza aspettative, magari con un gesto semplice e neutro.
In alternativa, può essere utile esplorare questi sentimenti in un percorso psicologico, per capire cosa le sta chiedendo davvero questa parte di sé che oggi “ripensa”.
A volte, il bisogno non è di ricucire, ma di fare pace dentro di sé.
Un caro saluto,
Dott.ssa Daisy Di Cello, Psicologa
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