Salve sono un ragazzo di 27 anni e ho un periodo della mia vita molto buio. Sono ossessionato, osses
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Salve sono un ragazzo di 27 anni e ho un periodo della mia vita molto buio. Sono ossessionato, ossessionato e preoccupato da qualcosa che potrei essere: un narcisista patologico. La cosa é iniziata durante la prima quarantena del 2020, quando ho scoperto di questo tipo di patologia, più nello specifico riguardo al narcisismo di tipo covert. Sono davvero ossessionato, perché ho visto dei video in cui si parla molto male di queste persone e ho paura di essere una di queste. Mi sento infatti molto solo, non ho un lavoro e non ho mai saputo che cosa fare nella vita, in realtà non penso neanche di aver voglia di lavorare perché significherebbe approfondire ed entrare in sintonia profonda con le altre persone. Non esco molto e mi sembra che quando esco lo faccio solo per.farmi notare dagli altri e sentirmi più vivo, quindi per avere attenzioni. Stare in casa ultimamente mi crea forte disagio psicologico. É da tanto che vedo una psicoterapeuta ma lei mi dice che probabilmente non sono narcisista, ma io non le credo molto perché dentro di me so che c'è qualcosa che non va. Vedo gli altri come nemici,ma allo stesso tempo più puri, più forti e più veri di me, perché io mi sento spesso vuoto con un angoscia che mi divora dentro dalla mattina alla sera, gli invidio molto per questo. Ho sempre questo pensiero fisso e queste voci che mi vogliono distruggere, sul fatto o meno che potrei essere davvero un narcisista nascosto e sono molto preoccupato per me stesso e per.il mio futuro. Mi sento infatti spesso congelato e pieno di dubbi, ma soprattuto alienato e impaurito da tutto. Non riesco a seguire un discorso ed entrare in empatia con una persona, neanche a concentrarmi sulle cose banali, ma soprattutto DECIDERE di fare qualcosa rinunciando alle altre. Vorrei sapere il perché e le cause di questo mio disagio, perché ho paura da.un giorno all'altro di esplodere e avere una crisi di nervi e di rabbia o peggio tentare di farmi del male per.la.disperazione che provo. Ma mi sento davvero impotente e sconnesso da me stesso, provo disagio ma sento che non riesco a farci nulla perché sarebbe troppo doloroso. Stavo pensando di vedere il mio psichiatria per eseguire una diagnosi su di me, non so se é la cosa meglio da fare ma voglio una risposta, vorrei sapere la verità su di me, e penso di essere pronto ad accettare la verità, anche se questo significa distruggere tutto ciò che sono stato perché é una situazione davvero logorante. Vi prego vorrei solo essere tranquillizzato e ho scritto questo perché voglio cambiare questo mio punto di vista malato.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
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Gentile utente di mio dottore,
dubito che in questo momento un parere esterno possa rassicurare queste sue angosce. Il suo pare esser un disturbo d' ansia da malattia, viste le preoccupazioni costanti da cui è accompagnato e vista la ricerca quasi ossessiva di una diagnosi. Avendo cominciato già un percorso la invito ad aprirsi in merito ai suoi dubbi col terapeuta; nel caso, un consulto psichiatrico potrebbe esser opportuno qualora la morsa di questo pensieri non le dia tregua. Da uno psichiatra verrebbe valutata la possibilità di una prescrizione farmacologia, questo sin tanto che la psicoterapia non fa il suo corso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
dubito che in questo momento un parere esterno possa rassicurare queste sue angosce. Il suo pare esser un disturbo d' ansia da malattia, viste le preoccupazioni costanti da cui è accompagnato e vista la ricerca quasi ossessiva di una diagnosi. Avendo cominciato già un percorso la invito ad aprirsi in merito ai suoi dubbi col terapeuta; nel caso, un consulto psichiatrico potrebbe esser opportuno qualora la morsa di questo pensieri non le dia tregua. Da uno psichiatra verrebbe valutata la possibilità di una prescrizione farmacologia, questo sin tanto che la psicoterapia non fa il suo corso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, grazie per aver condiviso così profondamente il suo sentire ed il suo dolore. data la condizione che descrive potrebbe essere utile ed importante affiancare al processo psicoterapico una diagnosi psichiatrica. a volte ripristinare un equilibrio neurofisiologico si rivela fondamentale per la buona riuscita della psicoterapia, soprattutto quando i livelli autodistruttivi raggiungono un picco, come quello da lei descritto.
provi a chiedere al suo terapeuta se collabora con uno psichiatra, in caso contrario non esiti a contattarlo indipendentemente. cordialmente, Violante
provi a chiedere al suo terapeuta se collabora con uno psichiatra, in caso contrario non esiti a contattarlo indipendentemente. cordialmente, Violante
Gentile Utente, grazie per aver condiviso la sua storia. Comprendo la confusione e il disagio che sta vivendo, ma le consiglio di parlarne nuovamente con lo psicologo con cui ha intrapreso il percorso perchè consultarsi con un altro professionista potrebbe creare ulteriore confusione. Condivida con lui anche la possibilità di consultare uno psichiatra. Un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Buongiorno, la diffido dal farsi autodiagnosi leggendo le caratteristiche delle varie patologie. Vale lo stesso principio delle malattie mediche. Qua sarebbe un azzardo dalla breve descrizione anche effettuare una diagnosi a distanza (che non ha nessun valore) ma credo che la parola chiave sia tra le prime che ha scritto..."ossessione". Ne parli con la terapeuta, possibilmente non opponendosi alla terapia pensando di aver capito tutto che di solito è vero proprio il contrario. Al limite può pensare di cambiare terapeuta se non si sente in sintonia ma dovrebbe riuscire a valutare obbiettivamente se si tratta effettivamente di questo o di una resistenza/difesa/evitamento della terapia.
Gentile Amico,
in generale non bisognerebbe mai farsi "autodiagnosi": si rischia di suggestionarsi e dare spiegazioni false al nostro malessere, soprattutto quando non si ha chiaro quali sono i motivi che ci spingono a vedere la vita in modo così difficile.
Perché non chiede al suo terapeuta di sottoporla ad un test, o di inviarla per una psicodiagnosi ad un collega che se ne occupi? Si toglierebbe il dubbio definitivamente.
Spero che questo le sia di aiuto.
Cordialmente
dr. Ventura
in generale non bisognerebbe mai farsi "autodiagnosi": si rischia di suggestionarsi e dare spiegazioni false al nostro malessere, soprattutto quando non si ha chiaro quali sono i motivi che ci spingono a vedere la vita in modo così difficile.
Perché non chiede al suo terapeuta di sottoporla ad un test, o di inviarla per una psicodiagnosi ad un collega che se ne occupi? Si toglierebbe il dubbio definitivamente.
Spero che questo le sia di aiuto.
Cordialmente
dr. Ventura
Buongiorno, mi spiace per ciò che ha scritto.
Non si faccia diagnosi da solo.
Possiamo intraprendere un percorso anche online.
Dono disponibile a colloqui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Non si faccia diagnosi da solo.
Possiamo intraprendere un percorso anche online.
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Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno, sento la sua angoscia e il suo dolore tramite le parole che ha scritto e sento anche molta confusione.
Quelle che riporta sono ipotesi che non fanno che aumentare la sua confusione e la preoccupazione. Sono d’accordo con l’idea di contattare il suo psichiatra, è un primo passo per mettere ordine e iniziare a capire cosa la fa stare male. L’unica cosa certa è che lei porta una sofferenza che ha bisogno di essere ascoltata e l’etichetta che questa sofferenza ha non è di così grande importanza.
Rimango a disposizione nel caso ne sentisse il bisogno non si faccia problemi a scrivermi.
Dottoressa Carlino Eleonora
Quelle che riporta sono ipotesi che non fanno che aumentare la sua confusione e la preoccupazione. Sono d’accordo con l’idea di contattare il suo psichiatra, è un primo passo per mettere ordine e iniziare a capire cosa la fa stare male. L’unica cosa certa è che lei porta una sofferenza che ha bisogno di essere ascoltata e l’etichetta che questa sofferenza ha non è di così grande importanza.
Rimango a disposizione nel caso ne sentisse il bisogno non si faccia problemi a scrivermi.
Dottoressa Carlino Eleonora
Salve, grazie per la condivisione. Immagino quanto sia difficile per lei vivere e questo malessere.
Difficile che lei possa ritrovare una rassicurazione in questo contesto, forse a breve termine ma a lungo andare la situazione di malessere che vive si ripresenterà.
Averne parlato sicuramente è il primo passo ad esporre e a chiedere aiuto ma se vuole uscirne da questi pensieri paralizzanti e stati emotivi ad alta intensità le suggerisco un percorso di psicoterapia ad orientarmi cognitivo comportamentale per imparare a gestire, riconoscere i suoi stati emotivi, interrompere i comportamenti protettivi che ad oggi non fanno altro che aumentare il suo malessere e costruire nuove alternative.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Difficile che lei possa ritrovare una rassicurazione in questo contesto, forse a breve termine ma a lungo andare la situazione di malessere che vive si ripresenterà.
Averne parlato sicuramente è il primo passo ad esporre e a chiedere aiuto ma se vuole uscirne da questi pensieri paralizzanti e stati emotivi ad alta intensità le suggerisco un percorso di psicoterapia ad orientarmi cognitivo comportamentale per imparare a gestire, riconoscere i suoi stati emotivi, interrompere i comportamenti protettivi che ad oggi non fanno altro che aumentare il suo malessere e costruire nuove alternative.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, posso comprendere il suo bisogno di avere rassicurazioni ma la sua psicologa le darà tutte le risposte che le servono visto che la segue e quindi la conosce bene. Se la collega non ha riscontrato la patologia che lei teme non comprendo su quali basi e per quale motivo lei persiste nella diagnosi. Chi le ha detto che soffre di narcisismo? Credo lei debba fidarsi della collega a cui si è affidato. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissimo, le consiglio di approfondire questi suoi bisogni col collega, che la segue, anche riguardo alla possibilità di consultare uno psichiatra. I due percorsi non si escludono anzi si completano, quando se ne profila la necessità. Rassicurare i suoi dubbi le permetterebbe di continuare la terapia in modo più proficuo.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Gent. Utente, si comprende quanto stia soffrendo per tutta la sua situazione. Ha tante domande, dubbi e si sente vacillare quasi a desiderare di potersi aggrappare a qualcosa o qualcuno e ricevere la risposta più corretta. Non è una questione di diagnosi ma ritengo importante che inizi a comprendere e sentire quale è la buona strada per lei. La invito a parlarne più chiaramente con il suo terapeuta e se desidera parlare anche del suo desiderio di un consulto psichiatrico. Un cordiale saluto. Dott.ssa Domigno
Buonasera, è chiaro che non si può fare una diagnosi in questo modo ma le dico che non necessariamente i sintomi che riporta sono da ricondurre al narcisismo. Da ciò che scrive mi sembra che le relazioni con gli altri siano difficoltose e che provi disagio anche in casa, potrebbe trattarsi di un problema di autostima. Mi colpiva il fatto che non riesce a credere alle parole della sua psicoterapeuta e questo aspetto andrebbe approfondito con lei. Se può esserle di aiuto non escluderei la visita psichiatrica.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così buio e che stai vivendo una forte ossessione riguardo al narcisismo patologico. È comprensibile che la scoperta di questa patologia e i video negativi ad essa associati ti abbiano portato a preoccuparti di essere una persona narcisista. Prima di tutto, è positivo che tu stia già cercando aiuto da una psicoterapeuta. È importante continuare a lavorare con lei e ad aprirti riguardo ai tuoi pensieri e alle tue preoccupazioni. La tua psicoterapeuta ha esperienza nel campo della salute mentale e sarà in grado di valutare la tua situazione in modo accurato.
È comprensibile che tu possa avere dubbi sulla sua valutazione, ma è importante ricordare che la diagnosi di un disturbo mentale richiede una valutazione approfondita e professionale. I professionisti della salute mentale utilizzano strumenti specifici per valutare i sintomi e le caratteristiche di un disturbo, e spesso è necessario un periodo di osservazione per arrivare a una diagnosi accurata.
È importante anche esplorare le tue emozioni e i tuoi pensieri riguardo agli altri e a te stesso. La sensazione di vuoto, l'invidia e l'alienazione potrebbero essere segnali di altri problemi emotivi o di autostima. Parlarne con il tuo terapeuta può aiutarti a comprendere meglio queste dinamiche e a lavorare su di esse.
Nel frattempo, cerca di prenderti cura di te stesso. Cerca di dedicare del tempo ogni giorno a pratiche di auto-cura che ti aiutino a rilassarti e a ridurre lo stress, come fare esercizio fisico, praticare la meditazione o fare attività che ti piacciono. Cerca di evitare di giudicarti duramente e ricorda che sei una persona preziosa e degna di amore e felicità. Non esitare a cercare aiuto e a parlare apertamente delle tue esperienze con i professionisti che ti stanno seguendo.
Dr. Roberto Prattichizzo
È comprensibile che tu possa avere dubbi sulla sua valutazione, ma è importante ricordare che la diagnosi di un disturbo mentale richiede una valutazione approfondita e professionale. I professionisti della salute mentale utilizzano strumenti specifici per valutare i sintomi e le caratteristiche di un disturbo, e spesso è necessario un periodo di osservazione per arrivare a una diagnosi accurata.
È importante anche esplorare le tue emozioni e i tuoi pensieri riguardo agli altri e a te stesso. La sensazione di vuoto, l'invidia e l'alienazione potrebbero essere segnali di altri problemi emotivi o di autostima. Parlarne con il tuo terapeuta può aiutarti a comprendere meglio queste dinamiche e a lavorare su di esse.
Nel frattempo, cerca di prenderti cura di te stesso. Cerca di dedicare del tempo ogni giorno a pratiche di auto-cura che ti aiutino a rilassarti e a ridurre lo stress, come fare esercizio fisico, praticare la meditazione o fare attività che ti piacciono. Cerca di evitare di giudicarti duramente e ricorda che sei una persona preziosa e degna di amore e felicità. Non esitare a cercare aiuto e a parlare apertamente delle tue esperienze con i professionisti che ti stanno seguendo.
Dr. Roberto Prattichizzo
Salve, mi dispiace sentirla così angosciato. Si fidi della collega che la segue da tempo e la conosce. Come mai questa ossessione? Ha provato a lavorare proprio su questo: perchè si attribuisce questo disturbo. La saluto cordialmente, dott.ssa Silvia Ragni
Buongiorno, capisco il suo disagio e l'angoscia che sta vivendo, e vorrei innanzitutto rassicurarla che la sua preoccupazione è un primo segnale che probabilmente non corrisponde all'immagine del narcisista patologico che teme di essere. Le persone con un vero disturbo narcisistico di solito non hanno la capacità di auto-riflessione e consapevolezza che lei sta dimostrando.
Il fatto che abbia così tante paure e dubbi su se stesso potrebbe essere legato a un disturbo d'ansia o a una bassa autostima, piuttosto che al narcisismo. Spesso, l'ossessione riguardo al proprio essere "narcisista" può nascere proprio dalla paura di non essere all'altezza o dalla sensazione di disconnessione emotiva che descrive.
Le consiglio senz'altro di continuare il suo percorso terapeutico e, se lo ritiene utile, parlare anche con uno psichiatra per esplorare meglio le sue preoccupazioni. Un'ulteriore valutazione potrebbe aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e a trovare un percorso di guarigione.
d.ssa Raileanu
Il fatto che abbia così tante paure e dubbi su se stesso potrebbe essere legato a un disturbo d'ansia o a una bassa autostima, piuttosto che al narcisismo. Spesso, l'ossessione riguardo al proprio essere "narcisista" può nascere proprio dalla paura di non essere all'altezza o dalla sensazione di disconnessione emotiva che descrive.
Le consiglio senz'altro di continuare il suo percorso terapeutico e, se lo ritiene utile, parlare anche con uno psichiatra per esplorare meglio le sue preoccupazioni. Un'ulteriore valutazione potrebbe aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e a trovare un percorso di guarigione.
d.ssa Raileanu
Mi dispiace per la sofferenza che stai vivendo. La tua ossessione riguardo al narcisismo potrebbe essere legata a un fenomeno di auto-diagnosi ossessiva, e i tuoi sentimenti di solitudine, insicurezza e inadeguatezza possono derivare da ansia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo o depressione. Il pensiero di essere un "narcisista" potrebbe nascondere una difficoltà nell'accettarti, ma non necessariamente significa che tu abbia un disturbo di personalità. Il supporto psicologico, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarti a gestire questi pensieri e a esplorare le radici del tuo disagio. Continua a cercare aiuto professionale per trovare un cammino verso la serenità. Se i pensieri suicidi persistono, cerca supporto immediato. La guarigione è possibile con il giusto percorso.
Grazie per aver scritto e per aver messo nero su bianco ciò che stai vivendo. Già solo il fatto di cercare un confronto dimostra che vuoi capire meglio quello che provi, che non ti rassegni a questa sofferenza e che desideri uscire da questo labirinto di pensieri in cui ti senti intrappolato.
Il nodo centrale sembra essere questa ossessione che hai sviluppato riguardo al narcisismo patologico. L’idea di poterlo essere è diventata un tarlo, qualcosa che ti logora dall’interno, tanto da portarti a non credere nemmeno alla tua terapeuta quando ti dice che non lo sei. Il punto è che questa paura ha preso il sopravvento, e più la alimenti cercando conferme, più si rinforza. Sembra che tu sia entrato in un circolo vizioso in cui ogni pensiero, ogni azione, ogni sensazione viene passata al setaccio per cercare prove a sostegno di questa convinzione. Il problema è che quando cerchiamo un’etichetta a tutti i costi, finiamo per piegare la realtà ai nostri timori, fino a renderli veri nella nostra percezione.
Ti senti alienato, distante dagli altri, pieno di dubbi, paralizzato dalle decisioni e con un’angoscia che ti divora. Ma tutto questo non fa di te un narcisista, fa di te una persona che sta soffrendo e che probabilmente sta vivendo una forma molto forte di ansia, ossessione e senso di vuoto. Il bisogno di avere una diagnosi chiara e definitiva nasce dalla speranza che sapere la "verità" possa darti sollievo, ma il rischio è che, se non affronti il problema alla radice, qualunque risposta riceverai non ti basterà mai. Potresti sentirti sollevato per un po’, ma poi torneresti a chiederti se magari lo psichiatra si è sbagliato, se hai nascosto qualcosa, se dentro di te si cela ancora quel "mostro" che temi di essere.
Il punto non è tanto capire se sei o meno un narcisista, ma perché hai sviluppato questa paura, perché ti senti così disconnesso da te stesso e dagli altri, perché hai questa costante sensazione di non essere abbastanza "vero" o "puro". La sensazione di vuoto, l’invidia per chi ti sembra più forte e più autentico, la paura di esplodere o di perdere il controllo sono tutte cose che meritano di essere esplorate, ma senza l’ossessione di dover trovare un’etichetta per forza.
Quello che stai vivendo non è qualcosa che devi affrontare da solo. Hai già intrapreso un percorso terapeutico, ed è importante continuare su questa strada, magari provando a lavorare più a fondo su questa ossessione e su ciò che la alimenta. Non si tratta di "scoprire la verità" su di te, ma di trovare un modo per spezzare questo ciclo di pensieri che ti stanno portando sempre più lontano da te stesso e dal mondo.
Non sei solo in tutto questo, e il fatto che tu abbia scritto dimostra che una parte di te vuole trovare una via d’uscita. È su quella parte che devi fare affidamento adesso.
Un abbraccio,
Dott.ssa Lucia Violi
Il nodo centrale sembra essere questa ossessione che hai sviluppato riguardo al narcisismo patologico. L’idea di poterlo essere è diventata un tarlo, qualcosa che ti logora dall’interno, tanto da portarti a non credere nemmeno alla tua terapeuta quando ti dice che non lo sei. Il punto è che questa paura ha preso il sopravvento, e più la alimenti cercando conferme, più si rinforza. Sembra che tu sia entrato in un circolo vizioso in cui ogni pensiero, ogni azione, ogni sensazione viene passata al setaccio per cercare prove a sostegno di questa convinzione. Il problema è che quando cerchiamo un’etichetta a tutti i costi, finiamo per piegare la realtà ai nostri timori, fino a renderli veri nella nostra percezione.
Ti senti alienato, distante dagli altri, pieno di dubbi, paralizzato dalle decisioni e con un’angoscia che ti divora. Ma tutto questo non fa di te un narcisista, fa di te una persona che sta soffrendo e che probabilmente sta vivendo una forma molto forte di ansia, ossessione e senso di vuoto. Il bisogno di avere una diagnosi chiara e definitiva nasce dalla speranza che sapere la "verità" possa darti sollievo, ma il rischio è che, se non affronti il problema alla radice, qualunque risposta riceverai non ti basterà mai. Potresti sentirti sollevato per un po’, ma poi torneresti a chiederti se magari lo psichiatra si è sbagliato, se hai nascosto qualcosa, se dentro di te si cela ancora quel "mostro" che temi di essere.
Il punto non è tanto capire se sei o meno un narcisista, ma perché hai sviluppato questa paura, perché ti senti così disconnesso da te stesso e dagli altri, perché hai questa costante sensazione di non essere abbastanza "vero" o "puro". La sensazione di vuoto, l’invidia per chi ti sembra più forte e più autentico, la paura di esplodere o di perdere il controllo sono tutte cose che meritano di essere esplorate, ma senza l’ossessione di dover trovare un’etichetta per forza.
Quello che stai vivendo non è qualcosa che devi affrontare da solo. Hai già intrapreso un percorso terapeutico, ed è importante continuare su questa strada, magari provando a lavorare più a fondo su questa ossessione e su ciò che la alimenta. Non si tratta di "scoprire la verità" su di te, ma di trovare un modo per spezzare questo ciclo di pensieri che ti stanno portando sempre più lontano da te stesso e dal mondo.
Non sei solo in tutto questo, e il fatto che tu abbia scritto dimostra che una parte di te vuole trovare una via d’uscita. È su quella parte che devi fare affidamento adesso.
Un abbraccio,
Dott.ssa Lucia Violi
Buonasera, Le sue parole non sembrano quelle di una persona narcisista patologica, ma di qualcuno che soffre profondamente, che si interroga, che teme di fare del male, che cerca una risposta e un contatto autentico con sé stesso e con gli altri. La consapevolezza, il dubbio, la sofferenza emotiva e il desiderio di guarire non appartengono a una struttura narcisistica rigida, ma a un’anima che si sente smarrita.
Ciò che descrive, come la derealizzazione, l’angoscia, la paura di esplodere, i pensieri ossessivi e la forte autocritica, possono essere segni di un disagio che ha radici profonde, probabilmente legate a vissuti di vuoto affettivo, frammentazione dell’identità e insicurezza relazionale. Un lavoro psicoterapeutico costante, eventualmente integrato con l’approccio EMDR, può aiutarla a ricostruire una percezione più stabile di sé e a sciogliere i nodi traumatici che oggi alimentano le sue paure.
Il confronto con uno psichiatra, se sente che la sua sofferenza ha raggiunto un livello ingestibile, può essere un passo utile, non come conferma di un’etichetta, ma come strumento di supporto alla cura. Lei non è il suo disturbo, né una definizione clinica. È una persona che sta lottando, e questa lotta merita ascolto, rispetto e continuità. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Ciò che descrive, come la derealizzazione, l’angoscia, la paura di esplodere, i pensieri ossessivi e la forte autocritica, possono essere segni di un disagio che ha radici profonde, probabilmente legate a vissuti di vuoto affettivo, frammentazione dell’identità e insicurezza relazionale. Un lavoro psicoterapeutico costante, eventualmente integrato con l’approccio EMDR, può aiutarla a ricostruire una percezione più stabile di sé e a sciogliere i nodi traumatici che oggi alimentano le sue paure.
Il confronto con uno psichiatra, se sente che la sua sofferenza ha raggiunto un livello ingestibile, può essere un passo utile, non come conferma di un’etichetta, ma come strumento di supporto alla cura. Lei non è il suo disturbo, né una definizione clinica. È una persona che sta lottando, e questa lotta merita ascolto, rispetto e continuità. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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