Salve sono un ragazzo di 26 anni, ho un figlio di 18 mesi che non ho potuto riconoscere perché mi è

24 risposte
Salve sono un ragazzo di 26 anni, ho un figlio di 18 mesi che non ho potuto riconoscere perché mi è stato impedito, nel corso dei mesi ho avuto modo parlando con la madre di conoscerlo e provvedere in parte alle sue necessità a periodi alterni ( non per mia volontà, ma per condizionamento psicologico da parte della nonna materna) io credo che siano traumi per me e per il bambino, cosa dovrei fare? Chiedere aiuto ad un assistente sociale? Ho anche provato ad avviare un percorso con un avvocato ma i tempi sono piuttosto lunghi, ed io essendo uomo sono anche svantaggiato legalmente,
Dott.ssa Francesca Maraio
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
comprendo la tua preoccupazione.
Puoi contattarmi per approfondire la questione forense e per comprendere come potresti comportarti.
Considera anche il supporto psicologico per gestire tale situazione e per aumentare la possibilità di sviluppare strategie efficaci di comunicazione con la madre del bambino.
Resto a disposizione, Dott.ssa Maraio Francesca.

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Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Consulti senz'altro un assistente sociale e si faccia poi consigliare per l'aspetto legale. I tempi possono essere lunghi, ma un figlio è per sempre. Auguri
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
La situazione che stai vivendo è sicuramente complessa e piena di emozioni contrastanti. In ambito psicologico sistemico relazionale, è importante considerare l'importanza delle relazioni e dei legami familiari nel benessere psicologico di tutti i membri coinvolti, compreso il bambino.
È positivo che tu stia riflettendo su come affrontare questa situazione e cercare il supporto di professionisti che possano aiutarti a gestire e affrontare i traumi emotivi che stai vivendo. Chiedere aiuto ad un assistente sociale può sicuramente essere un passo importante per ricevere supporto e orientamento.
Inoltre, continuare il percorso con un avvocato è un'altra strada da seguire per cercare di tutelare i tuoi diritti legali e quelli del bambino. Anche se i tempi possono essere lunghi, è importante perseverare e non arrendersi alla complessità della situazione.
Ricordati che è fondamentale prendersi cura di te stesso e cercare il supporto di familiari, amici o professionisti che possano aiutarti a superare questo momento difficile. Non esitare a chiedere aiuto e a cercare risorse che possano supportarti nel tuo percorso. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione anche online.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Salve,

Capisco quanto possa essere difficile e dolorosa la situazione che sta vivendo. Essere coinvolti nella vita del proprio figlio è essenziale per il benessere di entrambi. Ecco alcuni passaggi e consigli su come procedere.

Sebbene i tempi legali possano essere lunghi, è fondamentale procedere con l'assistenza di un avvocato specializzato in diritto di famiglia. Anche se si sente svantaggiato, la legge protegge i diritti di entrambi i genitori. Continuare il percorso legale è essenziale per ottenere il riconoscimento ufficiale del suo ruolo di padre.

Richiedere una Consulenza Tecnica d'Ufficio (CTU) può essere utile. La CTU è una perizia ordinata dal giudice che coinvolge esperti per valutare la situazione familiare e fornire un parere oggettivo. Questo può includere una valutazione psicologica delle parti coinvolte e può aiutare a dimostrare l'importanza della sua presenza nella vita del bambino.

Se desidera, posso offrire il mio supporto come perito forense. Come esperto, potrei essere nominato dal giudice o da una delle parti per condurre una valutazione imparziale della situazione. Questo includerebbe un esame approfondito delle dinamiche familiari, delle capacità genitoriali e delle necessità del bambino.

Cordiali saluti
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Le consiglio di muoversi per vie legali. La legge non è dalla parte delle donne ma dalla parte di chi è nel giusto per cui prima si muove prima otterrà risultati.
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la sua situazione. Le consiglio tuttavia di rivolgersi ai servizi sociali, come aveva già considerato. Inoltre, potrebbe esserle molto utile rivolgersi ad uno psicologo per elaborare il vissuto emotivo legato a tutte queste vicende. Le auguro di trovare le serenità. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Rosa Genovese
Psicologo clinico, Psicologo
Ciampino
Il bambino ha il diritto a conoscere entrambi i genitori e un giorno potrebbe anche chiederle un "risarcimento" per non essersi assunto Le Sue responsabilità di padre. Ed anche Lei ha il diritto ad essere padre se lo è. La via legale in questo caso è la via migliore da perseguire, anche se lunga. Per quello che lei dice "che le è stato impedito di riconoscerlo" è un aspetto che andrebbe approfondito sia con il legale, sia con un consulto psicologico.
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, se scrive qui probabilmente è perché sente un malessere psicologico e non solo perché considera necessario muoversi per vie legali. Dal poco che scrive sembra effettivamente una condizione complessa e stressante, in cui gli equilibri sono fragili. Se ne ha la possibilità le suggerirei di intraprendere un lavoro psicologico. Cordialmente, Dott.ssa Sofia Bonomi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Maria Eugenia Michel
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, Lei deve proteggere il bambino e sé stesso, oltre a chiedere aiuto ai servici sociali potrebbe informarsi se nella sua zona c'è un gruppo anonimo per parenti d'alcolisti per essere sostenuto e contenuto, inoltre potrebbe chiedere un consulto a uno psicoterapeuta per il suo bambino.
Per qualsiasi confronto rimango alla sua disposizione.
Un abbraccio
Dott.ssa Giulia Faccioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buon pomeriggio, grazie per la sua domanda. Non sono d'accordo che in quanto uomo lei sia svantaggiato legalmente, il nostro sistema legale tutela tutti come sancisce l'articolo 3 della nostra Costituzione: proprio per questo se lei ritiene che non sia possibile avviare una mediazione civile con la sua ex compagna - dialogo improntato a definire i vostri diritti e le vostre responsabilità genitoriale nei confronti del bambino - non le rimane che ricorrere alle vie legali. Ci tenga aggiornati. Cordiali saluti,
Dott.ssa Barbara Merciari
Psicologo, Psicologo clinico
Sassuolo
Caro ragazzo, il punto da cui partire è: tu vuoi fare il padre di questo bambino? Se la risposta è sì, come mi sembra di capire dalle tue parole, non esitare a cominciare il percorso di riconoscimento della paternità.
Vai ai servizi sociali per avere informazioni al riguardo e consulta un avvocato in Diritto di famiglia. Non è possibile, infatti, che i famigliari della madre si oppongano al tuo volontario e legittimo riconoscimento.
Questo passo ti darà delle tutele legali.
Tieni traccia di ogni cosa che fai per il piccolo, ti potrà essere utile davanti a un eventuale confronto davanti alla Legge.
Detto questo rimane, certamente, tutto l'aspetto psicologico di difficoltà nel relazionarsi in condizioni di forte ostilità. Ma, credimi, qualsiasi giudice mette al primo posto i genitori; i nonni vengono dopo.
Cerca di mantenere un buon rapporto con la madre: per il bene del bimbo è quello che conta.
Se hai bisogno di supporto o per comprendere al meglio la situazione in cui ti trovi resto a tua disposizione.
Forza, puoi farcela
Buongiorno, la situazione è sicuramente molto difficile per Lei, ma, non conoscendo le dinamiche che stanno dietro a questa situazione, è complesso poter dare un parere specifico. Consiglio di rivolgersi ai servizi sociali, è vero che i tempi di avvocati e, in alcuni casi, del TM possono essere lunghi, ma permetterebbe di avere un percorso in cui più professionisti - psicologo, assistente sociale, educatore ove necessario - lavorano per creare, migliorare e mantenere il rapporto con il suo bambino e, ove possibile, anche un percorso per migliorare il rapporto tra voi genitori, sempre nel miglior interesse del bambino. Inoltre, a Lei personalmente, consiglio un percorso di sostegno psicologico per affrontare la delicata situazione che sta vivendo.
Potrà sì essere un percorso lungo, ma è già un grande passo. Le auguro il meglio.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Ciao Ragazzo,
ti consiglierei di proseguire per vie legali, facendoti sempre consigliare su cosa tu possa o non possa fare onde evitare di incorrere in sanzioni o maggiori limitazioni.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Alessia Pisani
Psicologo, Psicologo clinico
Provaglio d'Iseo
Buongiorno,
mi dispiace per la sua situazione che sta attraversando.
La via legale ad oggi è la migliore da perseguire, anche se lunga.
Parallelamente a ciò, le suggerisco che potrebbe esserle utile intraprendere un percorso di supporto psicologo per elaborare il vissuto emotivo che sta vivendo.
Resto a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Pisani Alessia
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno può consultare un assistente sociale e si faccia poi consigliare per l'aspetto legale. I tempi della legge italiana possono essere lunghi, ma trovare una soluzione adeguata per lei e suo figlio ha la priorità. Rimango a disposizione. Dr.ssa Versari Debora.
Dott.ssa Denise Brafa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, mi dispiace molto per la sua situazione, immagino quanto sia dura non poter avere ciò che le spetta in quanto padre. Purtroppo i tempi della legge sono lunghi però provi a procedere comunque legalmente, nel frattempo le suggerisco di provare a comunicare con la sua ex partner, utilizzando una comunicazione assertiva.

Resto a disposizione se ha bisogno,
Le auguro una buona serata
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Buongiorno, mi colpisce nella sua lettera il binomio SONO UN RAGAZZO - DI 26 ANNI. In genere alla sua eta' ci si sente dei giovani adulti.... comunque questo vuol dire che lei e' stato sincero quando ha detto che ha bisogno d'aiuto e che si sente impreparato di fronte al complesso ruolo di padre. Io la incoraggerei a seguire un percorso di sostegno psicologico sia per affrontare la paternita' e sia per la gestione dei rapporti di coppia..
Dott.ssa Ilenia Bria
Psicologo, Psicologo clinico
Rende
Buonasera, dalle sue parole emerge un grande dispiacere. I servizi sociali sicuramente la sapranno indirizzare. Penso sia utile un supporto psicologico. Resto a disposizione, le auguro il meglio
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Dott. Federico Valeri
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, intanto le auguro che questa situazione possa evolversi in meglio. E' indubbio che ci siano dei tempi lunghi per i percorsi giuridici ma le consiglierei di non demordere, se desidera davvero avere a che fare con suo figlio. Considerando quanto sia difficile come situazione le consiglierei anche un percorso psicologico per mantenere alta la motivazione ed affrontare gli eventuali traumi. Si tratta di una situazione delicata e spero che lo capisca.
In tal senso, se vuole, sono a sua disposizione.
Dott. Valeri.
Gentilissimo, si può lavorare in terapia sulle difficoltà che incontra. lei lo descrive come un trauma, è una parola forte per descrivere una situazione, per cui sicuramente qualcosa si è smosso dentro di lei creandole della sofferenza. Le consiglio un supporto psicologico che le consenta di ritrovarsi come uomo e come genitore. dott.ssa Alessia Muscas
Dott.ssa Elena Cordova
Psicologo, Psicologo clinico
Pisa
Buonasera, le consiglierei di proseguire il percorso con l'avvocato anche al fine di attivare i servizi sociali. So che può essere lungo e frustrante ma è la strada più tutelante per lei e il suo bambino.
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, immagino sia esausto e purtroppo le tempistiche sono lunghe in questi casi, l'unica cosa possibile è continuare a lottare per quello che ritiene giusto con il tempo che ci vorrà e nel mentre capire come affrontare questa frustrazione.
Gentile, posso immaginare che un breve percorso con un mediatore familiare possa aiutare a gestire i conflitti tra lei e la mamma del suo bambino. Solitamente i mediatori familiari collaborano con gli avvocati, potrà quindi farsi indicare un professionista adeguato alle sue esigenze anche dal suo avvocato. Un carso saluto

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