Salve, sono ormai un paio di mesi che penso di soffrire di dipendenza affettiva, ho cominciato a not

19 risposte
Salve, sono ormai un paio di mesi che penso di soffrire di dipendenza affettiva, ho cominciato a notare ciò a causa della mia continua ansia di rimanere sola ( premessa non sono fidanzata).
Questo penso sia dovuto al fatto che quando ero piccola i miei lavoravano all’estero e a me mi hanno lasciata con i miei nonni, vedevo i miei genitori una volta all’anno, ogni volta che loro partivano io piangevo sempre, ricordo ancora quel vuoto che sentivo ogni volta che ripartivano.
Premessa sono sempre stata molto attaccata a mia mamma, vederla partire per me era veramente molto doloroso, ancora oggi sono molto attaccata a lei
Quindi penso che questa mia dipendenza sia dovuto a questo poi non so magari mi sbaglio.
Spero tanto che qualcuno possa rispondermi
Gentilissima,
mi dispiace leggere nella sua domanda sofferenza e ricordi dolorosi. Piuttosto che domandarsi se si tratta di dipendenza affettiva o di altro (autodiagnosi o diagnosi senza concreti dati alla mano non sono mai utili), credo sia importante per lei esplorare e approfondire, con un percorso mirato, l'ansia che sente al pensiero di rimanere sola e darsi così la possibilità di affrontare al meglio ciò che sta vivendo.
Un caro saluto

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Cara utente, mi sembra che lei sia già in parte consapevole delle possibili origini del suo malessere. Credo che prima di dare un etichetta, che sicuramente è un modo per aiutare a capirsi e a capire, possa essere importante per lei ritagliarsi uno spazio per elaborare ed esplorare meglio la sua storia ed il suo modo di funzionare. Valuti la possibilità di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Carissima utente, leggendo il suo racconto percepisco la sofferenza che ha provato in quei momenti di distacco dai suoi genitori.
Capisco che per lei sia più semplice etichettarsi come " dipendete affettiva:" perché così da un nome alla sua sofferenza; però credo che per lei sia utile scoprire cosa ci sia dentro a questa sua sofferenza e dargli un nome.
Credo che potrebbe esserle utile rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla ad affrontare questa sua difficoltà.
Resto a disposizione per una consulenza online.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Tosi Veronica
Cara,

la situazione che descrive riflette un quadro complesso che coinvolge aspetti emotivi profondi, radicati nelle sue esperienze infantili. La dipendenza affettiva, in particolare, può emergere in risposta a dinamiche relazionali precoci, come quelle che ha vissuto durante la separazione dai suoi genitori. La sua esperienza perdita nella prima infanzia può aver contribuito a un senso di insicurezza e paura dell'abbandono. Tuttavia è incoraggiante che sia già consapevole di questi pattern e stia cercando di comprenderli. La consapevolezza è il primo passo fondamentale per il cambiamento.

Sappia che un professionista può offrire uno spazio sicuro per esplorare queste dinamiche, lavorando su modelli di attaccamento e sviluppando strategie per gestire l'ansia e promuovere l'indipendenza emotiva.

Resto a disposizione,

Maria Grazia D'Argenio
Salve, comprendo che la situazione che descrivi è molto complessa e coinvolge aspetti emotivi profondi legati alle tue esperienze infantili. È possibile che ciò abbia creato in te un senso di abbandono e vuoto che ora si manifesta come ansia di rimanere sola. Non è sorprendente che tu sia ancora molto legata a tua madre, dato che è stata la tua figura di riferimento principale durante l'infanzia. Ti consiglio vivamente di parlare con un professionista che possa aiutarti a comprendere meglio le tue emozioni e a gestire la tua dipendenza affettiva. Ricorda che non sei sola in questo, molte persone stanno attraversando la stessa situazione e ci sono risorse disponibili per aiutarti. Ti auguro il meglio e spero che tu possa trovare il supporto di cui hai bisogno. Dott.ssa Klarida Rrapaj
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, deve esser stato molto doloroso per lei veder partire sempre i suoi genitori e ritrovarsi, seppur con i nonni, comunque sola. Nessuno resterebbe indifferente a ciò e il suo dolore rivive ogni volta che lei ha la sensazione di rimanere sola. È importante che affronti questi aspetti con l'aiuto di un terapeuta, costruirete assieme uno spazio in cui poter esplorare emozioni e sentimenti vissuti e portare alla luce quei pensieri che stanno dietro al suo malessere. È giovane, prenda in mano la sua vita, porrà le basi per affrontare il futuro in modo più sereno.
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online. I miei migliori auguri
Dott.ssa Miculian
Salve, la sua consapevolezza della possibile dipendenza affettiva è un passo importante. La sua ansia legata alla paura di rimanere sola potrebbe avere radici profonde legate all'esperienza dell'assenza dei genitori durante l'infanzia. Il vuoto e il dolore associati alla loro partenza potrebbero aver contribuito a sviluppare un attaccamento intenso alla madre. In psicoterapia, si potrebbe esplorare come queste dinamiche influenzino le relazioni attuali e come gestire l'ansia legata alla solitudine. La terapia potrebbe offrire uno spazio sicuro per esplorare e comprendere meglio questi legami affettivi. Resto a disposizione per ulteriori dettagli o domande. Cordiali saluti, DM.
Gentile utente, difficile parlare di dipendenza affettiva, la sua è una paura di stare sola, ma prima di fare un'autodiagnosi ci sono diversi elementi da considerare.
Le consiglio di parlarne con uno psicologo di questa sua sofferenza e attraverso qualche colloquio potrà fare più chiarezza dentro di sè e trovare sicuramente un modo per stare bene anche quando è sola. In bocca al lupo.
Gentile utente, è difficile diagnosticare una dipendenza affettiva. Vanno letti e riletti i suoi schemi di attaccamento, il modo in cui questi agiscono nelle relazioni di oggi. Un GRANDE PASSO è la sua consapevolezza. Le consiglio di parlarne con uno psicologo di questa sua sofferenza e attraverso qualche colloquio potrà fare più chiarezza dentro di sè e trovare sicuramente un modo per stare bene anche quando è sola. Resto a sua disposizione. Cordiali saluti Dott. Davide Paparella
Buongiorno, credo che nel suo caso specifico, oltre a cercare delle cause e darsi delle risposte più che condivisibili, le potrebbe essere di aiuto un percorso psicoterapeutico che la aiuti a focalizzare meglio il suo stato emotivo e le sue emozioni. Le risposte possono aiutare a identificare le cause di uno specifico problema, ma per raggiungere un cambiamento e superare le difficoltà occorre sperimentarsi con le proprie emozioni e scoprire nuove strategie, con l'aiuto di un esperto. Cordiali saluti
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Ha avuto un magnifico e brillante pensiero ed ha collegato questa sua situazione attuale a ciò che ha passato durante l'infanzia. Questa è la chiave del lavoro terapeutico. Attraverso un percorso di psicoterapia potrà risolvere queste impasse che si sono create durante il suo sviluppo da piccola. Qualora volesse intraprenderlo, io sono a disposizione e potrò aiutarla a districarsi in questi sentimenti, sensazioni ed emozioni che sta vivendo.
Cara, comprendo quanto debba essere stato difficile per lei affrontare distacchi così lunghi dai suoi genitori in un’età in cui il bisogno della loro presenza e vicinanza era vitale. Immagino che questo abbia determinato in lei vissuti emotivi complessi e articolati che spero abbia avuto modo di condividere e contenere con l’aiuto di altre figure di riferimento della sua vita. Senz’altro, ha dimostrato di possedere un bagaglio di risorse davvero potenti per gestire quel vuoto di cui parla ed è comprensibile che oggi possa non esserle più d’aiuto per gestire il suo presente. La ricerca di vicinanza e connessione con gli altri risponde al soddisfacimento di un bisogno primario che accomuna tutti gli esseri umani, ma quando ci sono ferite nella propria storia personale questo bisogno può amplificarsi ed esporci ad alcune difficoltà. Ha mai pensato di chiedere un aiuto professionale per elaborare e gestire quanto ha qui condiviso? Un caro saluto
Gentilissima, leggendo quanto scrive mi pare che questi vissuti di solitudine siano per lei molto ricchi di significato. Penso che potrebbe essere utile per lei approfondirli, comprendere il significato della sensazione di vuoto che lei riporta, in cosa si differenzia da quella che prova adesso, come potrebbe legarsi ad una sensazione di ansia, e che significato ha quell'ansia per lei. Un'autodiagnosi può essere un rifugio, ma temporaneo e rischioso. Percepisco in lei la volontà di andare a fondo e darsi una spiegazione per aiutarsi a uscirne, e queste sono ottime basi per un percorso psicologico. In questa sede potrebbe capire insieme ad un professionista che cosa sta attraversando. Un caro saluto, dott.ssa Arianna Mercurio.
Cara utente, dal suo breve racconto emerge molta chiarezza di qual è il punto della sua sofferenza, e soprattutto quante risorse abbia per poter intraprendere un percorso di terapia magari le consiglierei terapia familiare per poter affrontare, insieme alla sua famiglia e punti di riferimento, questo malessere e sanare le sue ferite emotive. Ci sarebbe moltissimo su cui indagare e riflettere.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione,
Cordialmente, Dott.ssa Anna Russo
Gentile utente mi spiace molto per quanto ha vissuto. L'esperienza che descrive è un esperienza molto dolorosa per un bambino. È una ferita profonda che lascia i suoi strascichi anche nella vita adulta. Per questo motivo la invito a prendere contatto con un psicoterapeuta o uno/a psicologo/a così da poter elaborare questa sua ferita.
Dott. Iacopo Curzi
Buonasera,
le confermo come un processo di attaccamento disorganizzato di questo tipo possa, a volte, lasciare dei vuoti nella persona e delle fragilità tali da necessitare, anche in età adulta, di un supporto esterno costante.
Un percorso di psicoterapia breve potrebbe aiutarla, in primis, a confermare ciò, e in secondo luogo ad aiutarla a costruire quelle sicurezze interne che le sono mancante durante il processo di crescita. La costruzione di queste ultime diventa fondamentale al fine di non dipendere, per tutta la vita, dalla presenza dell'altro.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Gentile utente,
le nostre esperienze infantili lasciano tracce importanti dentro di noi. Talvolta crescendo viviamo altre esperienze che ci ricordano quanto abbiamo già vissuto, portandoci a rivivere emotivamente lo stesso dolore già provato in circostanze diverse, ma simili per l'impatto che hanno avuto su di noi. Poter parlare della propria storia, prendere in esame le nostre esperienze infantili e fare i conti con ciò che abbiamo provato e con il modo in cui quel dolore continua ad influenzarci, è un passo importante per poterci conoscere poi profondamente e per migliorare la nostra esistenza. Che si tratti di dipendenza affettiva o di altro, io penso che potrebbe farle bene poterne parlare in psicoterapia.
Se vuole parlarne, sono disponibile.
Cordialmente, Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Buongiorno, da quello che scrimi mi sembra di percepire che siano argomenti a cui dedichi molti pensieri e a cui hai cercadìto di dare una "risposta" da sola, soprattutto di recente. Il continuare a pensare e razionalizzare alimenta i pensieri stessi, quindi ti consiglio di affrontarlo in una consulenza psicologica, con un professionista che possa farti domande "più corrette" per capire meglio come risolvere il tuo malessere.
Spero che la mia risposta possa esserti utile. Un saluto

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