Salve, mi chiamo Alessia e sono una ragazza di 24 anni. Vi scrivo perché ho un dubbio circa dei comp
23
risposte
Salve, mi chiamo Alessia e sono una ragazza di 24 anni. Vi scrivo perché ho un dubbio circa dei comportamenti che attuo da moltissimi anni (non ricordo di preciso quando siano iniziati, ma credo nell'adolescenza o anche prima) che consistono, ad esempio, nel ripetere un gesto diverse volte per prevenire eventuali conseguenze negative (aprire e chiudere il rubinetto dell'acqua tre volte perché, qualora non lo facessi, potrebbe accadermi di essere bocciata ad un esame). Ieri sera, per raccontarne un'altra, mentre tornavo a casa, ho pensato che non dovessi attraversare sulle strisce pedonali più vicine a me ma, al contrario, su quelle più lontane, per scongiurare effetti negativi. Altri esempi sono scrivere un messaggio, avere l'impulso di cancellarlo e scriverlo di nuovo, oppure ripetere nella mente una cosa per un certo numero di volte, o ancora prendere una forchetta mentre apparecchio la tavola, rimetterla a posto e infine riprenderla. Se non metto in pratica questi comportamenti (mi rendo conto che siano completamente illogici e bizzarri) allora il ragazzo col quale sto insieme mi tradirà, non riuscirò a finire l'Università, i miei genitori staranno male ecc ecc. Inoltre, per fornirvi un quadro più completo della mia persona, tengo a specificare che a 17 anni ho cominciato a soffrire di attacchi di panico (sebbene io caratterialmente sia stata sempre molto ansiosa, già da bambina) e che ho una scarsissima autostima (non mi sento mai abbastanza capace negli studi, nonostante i risultati siano buoni, non credo di meritare una relazione autentica e monogama come desidererei perché sono stata tradita diverse volte, non mi sento bella, simpatica, intelligente). A 17 anni ho fatto delle sedute di terapia cognitivo comportamentale per i miei problemi di ansia, sono migliorata e così ho interrotto il percorso, ma di fondo essi sono sempre rimasti. So che è impossibile fare una diagnosi a distanza (ho intenzione di ritornare in terapia appena lavorerò, poiché non voglio gravare economicamente sui miei genitori e sono ancora studentessa), tra l'altro non ho mai raccontato questa cosa a nessuno (a parte voi, adesso) perché un po' me ne vergogno (o meglio, so che non tutte le persone sono in grado di comprendere questi problemi senza etichettare l'altro come "pazzo"); credete ci sia la possibilità che si tratti di disturbo ossessivo-compulsivo? Anche questo (come la mia ansia) va affrontato con un approccio terapeutico cognitivo comportamentale? Vi ringrazio in anticipo per l'ascolto, spero possiate sciogliere in parte alcuni dei miei dubbi
Salve Alessia, mi spiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso.
Il quadro Sembrerebbe essere compatibile con una sintomatologia ossessiva che richiede comunque ulteriori approfondimenti pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta forza Inoltre aiutarla ad identificare i tuoi pensieri con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta forza Inoltre aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Il quadro Sembrerebbe essere compatibile con una sintomatologia ossessiva che richiede comunque ulteriori approfondimenti pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta forza Inoltre aiutarla ad identificare i tuoi pensieri con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta forza Inoltre aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buongiorno Alessia, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e comprendo il disagio che questo può arrecarle.
I comportamenti che descrive potrebbero essere riconducibili a una sintomatologia ossessiva, ma sarebbe necessario iniziare una terapia con uno specialista per approfondire meglio.
Comprendere da dove viene il nostro disagio, i nostri pensieri disfunzionali e i comportamenti che di conseguenza mettiamo in atto sono i principali obiettivi di un percorso terapeutico. Così da poter trovare soluzioni alternative e vivere meglio.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Stefania Conte
I comportamenti che descrive potrebbero essere riconducibili a una sintomatologia ossessiva, ma sarebbe necessario iniziare una terapia con uno specialista per approfondire meglio.
Comprendere da dove viene il nostro disagio, i nostri pensieri disfunzionali e i comportamenti che di conseguenza mettiamo in atto sono i principali obiettivi di un percorso terapeutico. Così da poter trovare soluzioni alternative e vivere meglio.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Stefania Conte
Cara utente, la sintomatologia che descrive potrebbe essere riconducibile ad un disturbo ossessivo-compulsivo, ma fare diagnosi da queste poche righe non è possibile.
Per quanto riguarda la sua domanda sull'approccio più adatto al trattamento di questa sintomatologia mi sento di dirle che un approccio cognitivo comportamentale potrebbe fare al caso suo.
Avendo già avuto anche esperienza con il medesimo approccio in passato, ed avendo avuto in oltre riconosciuto dei benefici.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Per quanto riguarda la sua domanda sull'approccio più adatto al trattamento di questa sintomatologia mi sento di dirle che un approccio cognitivo comportamentale potrebbe fare al caso suo.
Avendo già avuto anche esperienza con il medesimo approccio in passato, ed avendo avuto in oltre riconosciuto dei benefici.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Alessia, i sintomi che descrive sembrerebbero riguardare una possibile diagnosi di DOC, ma sarebbe opportuno, affrontare un percorso psicoterapeutico, non tanto per una diagnosi, quanto per trattare il disagio e le cause dello stesso. Potrebbe essere indicato un approccio misto, cognitivo-comportamentale e per il trattamento dei traumi dello sviluppo. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Salve dalla suo nota emerge un disagio che merita attenzione. La strada per trovare una soluzione la conosce e forse i problemi economici possono essere affrontati e risolti. Ora forse il tema è tornare a condividere i suoi vissuti emotivi. Valuti lei se questo giustifica il rimandare questo lavoro. Un cordiale saluto
Buongiorno Alessia, mi dispiace molto per ciò che sta vivendo e per il disagio connesso. Dal quadro che descrive potrebbe trattarsi di un disturbo ossessivo-compulsivo, ma sarebbe necessario un approfondimento in merito, considerando anche la sfera degli attacchi di panico. Credo sia importante inquadrare temporalmente l'insorgenza sia degli attacchi di panico che della sintomatologia ossessiva, per capire se qualche elemento contestuale possa aver influenzato la comparsa di questi disagi. Credo che una terapia possa essere una buona soluzione per aiutarla a superare questa situazione, sebbene comprendo che sia un investimento economico. Rispetto alla tipologia di terapia, potrebbe affacciarsi anche ad altri approcci, avendo risolto solo parzialmente il problema in passato. Un cordiale saluto. Dott.ssa Alessia Fumagalli
Salve. Con un vissuto attivo da molti anni sarebbe consigliabile un percorso che vada a individuare le cause del suo problema e che dia spazio ai vissuti emotivi collegati alle cause e al blocco che le impedisce di vivere serenamente. Un percorso che al di là della scarsa autostima possa attivare e farle riconoscere la fiducia in sé che le appartiene ma a cui non dà spazio perché bloccata nelle paure. Nella mia esperienza un percorso di integrazione tra mente, emozioni e corpo, con un lavoro sulle sensazioni che aiutano a riconoscere le emozioni che vengono trattenute e le difese psicocorpree che si attivano, nel rispetto di esse si può trovare la fiducia in sé che permette di superare il blocco causato dalle insicurezze e paure. Distinti saluti
Cara Alessia,
non mi preoccuperei di definire il tuo disturbo, il rischio delle diagnosi è che etichettano e costringono in una casella ristretta tutto quello che tu sei, che è vastissimo! Certo descrivi comportamenti che sembrano proprio rituali che per te hanno una funzione importante di rassicurazione. L'unica cosa da fare è riprendere a lavorarci. L'approccio può essere diverso, quello che conta è trovare una persona di cui senti che puoi fidarti. Valuta tu se puoi aspettare di essere autonoma economicamente o se non sia utile per te parlarne con i tuoi genitori e chiedere loro se ti sostengono in un percorso di terapia.
Ti auguro il meglio e resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Franca Vocaturi
non mi preoccuperei di definire il tuo disturbo, il rischio delle diagnosi è che etichettano e costringono in una casella ristretta tutto quello che tu sei, che è vastissimo! Certo descrivi comportamenti che sembrano proprio rituali che per te hanno una funzione importante di rassicurazione. L'unica cosa da fare è riprendere a lavorarci. L'approccio può essere diverso, quello che conta è trovare una persona di cui senti che puoi fidarti. Valuta tu se puoi aspettare di essere autonoma economicamente o se non sia utile per te parlarne con i tuoi genitori e chiedere loro se ti sostengono in un percorso di terapia.
Ti auguro il meglio e resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Cara Alessia, mi dispiace per il disagio che sta vivendo. E' impossibile fare una diagnosi con così poche informazioni a disposizioni, ma le consiglio di rivolgersi ad uno specialista. Può provare altri approcci rispetto al cognitivo comportamentale, come ad esempio il sistemico relazionale, per capire le cause del disagio e per poter lavorare sulla sua autostima. Resto a disposizione, anche on line. Saluti. Dottoressa Nibbioli.
Cara Alessia,
Mi dispiace e posso capire il periodo che sta vivendo. I suoi sintomi potrebbero stare a significare un malessere che si sta intensificando sempre di più e a cui c'è bisogno di dare un nome, non al fine di etichettare la persona, ma piuttosto per comprendere meglio il quadro sintomatologico, in modo da lavorare attraverso un approccio evidence-based, ovvero basato su protocolli con evidenza scientifica (psicoterapia cognitivo-comportamentale). Dare una diagnosi è importante per dare la priorità ai sintomi che la compromettono di più , ma questo non significa che non lavorerà sulla sua persona e sul funzionamento personologico.
Lei è in un periodo in cui si sta rendendo conto che i pensieri intrusivi (ossessivi) e i comportamenti che si sente costretta ad attuare, sono ormai quasi incontrollabili . Allora è proprio in questo momento di consapevolezza, che deve farsi forza e provare ad andare in terapia. Vedrà che passo per passo , con dei piccoli sacrifici si renderà conto che può avere il controllo dei suoi pensieri . Inizierà a sentire che può scegliere di non dare più importanza ai suoi pensieri ossessivi e di essere libera di non attuare più le compulsioni. Inoltre, in terapia avrà la possibilità di lavorare sulla bassa autostima e sul sentimento di non essere mai abbastanza capace , che sono probabilmente aspetti che influiscono negativamente sul suo funzionamento generale.
In bocca al lupo per tutto .
Un caro saluto,
Dott.ssa Veronica Anita De angelis
Mi dispiace e posso capire il periodo che sta vivendo. I suoi sintomi potrebbero stare a significare un malessere che si sta intensificando sempre di più e a cui c'è bisogno di dare un nome, non al fine di etichettare la persona, ma piuttosto per comprendere meglio il quadro sintomatologico, in modo da lavorare attraverso un approccio evidence-based, ovvero basato su protocolli con evidenza scientifica (psicoterapia cognitivo-comportamentale). Dare una diagnosi è importante per dare la priorità ai sintomi che la compromettono di più , ma questo non significa che non lavorerà sulla sua persona e sul funzionamento personologico.
Lei è in un periodo in cui si sta rendendo conto che i pensieri intrusivi (ossessivi) e i comportamenti che si sente costretta ad attuare, sono ormai quasi incontrollabili . Allora è proprio in questo momento di consapevolezza, che deve farsi forza e provare ad andare in terapia. Vedrà che passo per passo , con dei piccoli sacrifici si renderà conto che può avere il controllo dei suoi pensieri . Inizierà a sentire che può scegliere di non dare più importanza ai suoi pensieri ossessivi e di essere libera di non attuare più le compulsioni. Inoltre, in terapia avrà la possibilità di lavorare sulla bassa autostima e sul sentimento di non essere mai abbastanza capace , che sono probabilmente aspetti che influiscono negativamente sul suo funzionamento generale.
In bocca al lupo per tutto .
Un caro saluto,
Dott.ssa Veronica Anita De angelis
I sintomi che descrive rispondono effettivamente ad un quadro di disturbo ossessivo compulsivo e di ansia. Non è opportuno lasciare la psico terapia se il disturbo non è stato estirpato e in ogni caso è indicato chiedere un intervento per evitare che le ossessioni e le compulsioni diventino troppo pervasive, perchè questo potrebbe renderle molto difficile sostenere gli impegni quotidiani. Le suggerisco di ascoltare gratuitamente il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Google e Spotify e seguire la pagina Facebook. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia, un episodio specifico sul DOC e alcuni strumenti di auto aiuto che almeno prima di riprendere la terapia potranno esserle di aiuto nella riduzione degli stati d'ansia e nel contenimento delle ossessioni. Buona serata. Bruno Ramondetti
Salve, la sua domanda è stata pubblicata due volte . Le ho già dato il mio parere . Le auguro una buona giornata. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno Alessia, comprendo il suo malessere e sarebbe opportuno che lei intraprendesse un trattamento psicologico, come anche lei stessa sta già iniziando a pensare.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rossella Sorce
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rossella Sorce
Buonasera Alessia,
non si vergogni mai di quanto le accade. Lei è una persona NON i suoi sintomi! La sua ipotesi diagnostica potrebbe essere corretta ma questo non farebbe la differenza. L’importante è affidarsi ad un bravo professionista per intraprendere un percorso terapeutico, non necessariamente una terapia cognitivo-comportamentale.
Se anche ora non ha la possibilità di riprendere la terapia le consiglio una consulenza psicologa per avere risposte esaurienti rispetto alle sue domande.
Le faccio i miei migliori auguri!
Dott.ssa Zena Ballico
non si vergogni mai di quanto le accade. Lei è una persona NON i suoi sintomi! La sua ipotesi diagnostica potrebbe essere corretta ma questo non farebbe la differenza. L’importante è affidarsi ad un bravo professionista per intraprendere un percorso terapeutico, non necessariamente una terapia cognitivo-comportamentale.
Se anche ora non ha la possibilità di riprendere la terapia le consiglio una consulenza psicologa per avere risposte esaurienti rispetto alle sue domande.
Le faccio i miei migliori auguri!
Dott.ssa Zena Ballico
I sintomi che lei descrive sembrerebbero dei tentativi che la psiche compie di tenere sotto controllo eventi che potrebbero sfuggirle di mano. Sono espedienti di natura magica atti a controllare l'imponderabile. Ma perché questo avviene? Il sintomo ha una radice che scende profondamente dentro di lei. E' lei disposta a scendere fino a quelle profondità e indagare quello che il sintomo cerca di comunicare?
Buonasera
Il disturbo che lei pensa di avere può essere affronrtato con diversi metodi. Il mio approccio è quello psicodimanico che ha l'obbiettivo di andare a cercare la causa dell'angoscia che poi crea i sintomi.
Potrebbe cercare di tenere sotto controllo (attraverso le ossessioni e le compulsioni) dei sentimenti che sente inconsciamente come intollerabili.
Le consiglio di chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale e resto a sua disposizione.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Il disturbo che lei pensa di avere può essere affronrtato con diversi metodi. Il mio approccio è quello psicodimanico che ha l'obbiettivo di andare a cercare la causa dell'angoscia che poi crea i sintomi.
Potrebbe cercare di tenere sotto controllo (attraverso le ossessioni e le compulsioni) dei sentimenti che sente inconsciamente come intollerabili.
Le consiglio di chiedere aiuto ad un professionista della salute mentale e resto a sua disposizione.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Buonasera, capisco il forte disagio rispetto ai "rituali" che descrive. Credo che sia una problematica affrontabile anche attraverso altri approcci con tecniche differenti. Può cambiare la metodologia, ma l'obiettivo è il benessere del paziente, a prescindere dalla propria modalità di intervento. Penso sia buono riprendere un percorso psicologico, per continuare a dare spazio alla sua sofferenza. Resto a disposizione, può contattarmi, anche online. Buona serata dott.ssa Costanza Zanini
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Buonasera gentile utente, i comportamenti che descrive potrebbero far pensare alla sintomatologia tipica del disturbo ossessivo compulsivo, ma da queste poche righe non possiamo emettere una diagnosi che invece viene effettuata tramite una visita specialistica. Ma al di là di questo aspetto diagnostico, reputo di fondamentale importanza l’inizio di un lavoro psicoterapeutico in modo tale da “guardare dentro” questi comportamenti e pensieri che descrive, in modo da arginarli affinché, a lungo andare, non le invadino la vita.
Credo che l’approccio cognitivo- comportamentale possa aiutarla in tal senso.
Resto a disposizione. Un caro saluto
Dr.ssa Marina Dattoma
Credo che l’approccio cognitivo- comportamentale possa aiutarla in tal senso.
Resto a disposizione. Un caro saluto
Dr.ssa Marina Dattoma
Buonasera Alessia, i comportamenti che lei descrive potrebbero essere dei rituali scaramantici che la aiutano a tenere sotto controllo le cose che la preoccupano.
Spesso quando non possiamo controllare qualcosa ci sentiamo impotenti , preoccupati,e quindi stiamo male, la nostra mente per proteggerci da questo dolore ci come l'illusione di poter controllare la vita controllando in realtà altro: dove attraversiamo le strisce, conteggio dei gradini etc. In questo senso sarebbe importante capire che cosa la preoccupa, che cosa la spaventa e accettare quella quota di impotenza che ci impone la vita. Come lei dice, a tale scopo, è necessario un percorso psicoterapico, ma non necessariamente cognitivo comportamentale
Spesso quando non possiamo controllare qualcosa ci sentiamo impotenti , preoccupati,e quindi stiamo male, la nostra mente per proteggerci da questo dolore ci come l'illusione di poter controllare la vita controllando in realtà altro: dove attraversiamo le strisce, conteggio dei gradini etc. In questo senso sarebbe importante capire che cosa la preoccupa, che cosa la spaventa e accettare quella quota di impotenza che ci impone la vita. Come lei dice, a tale scopo, è necessario un percorso psicoterapico, ma non necessariamente cognitivo comportamentale
Ciao Alessia, grazie per aver condiviso la tua storia. Capisco quanto possa essere frustrante e confuso vivere con questi comportamenti e pensieri che sembrano prendere il controllo, anche se sai che sono illogici. Quello che descrivi, come il bisogno di ripetere gesti o azioni per scongiurare eventi negativi, potrebbe essere legato a un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Le ossessioni sono pensieri intrusivi che ti fanno sentire ansiosa o spaventata, mentre le compulsioni sono i comportamenti che metti in atto per cercare di ridurre quell’ansia, come aprire e chiudere il rubinetto più volte o attraversare le strisce pedonali in un certo modo. Anche se sai che questi gesti non hanno un reale potere di cambiare le cose, ti senti costretta a farli perché altrimenti temi che accadrà qualcosa di terribile, come essere tradita o fallire negli studi. Questo circolo di ossessioni e compulsioni è tipico del DOC, ma ovviamente solo un professionista può fare una diagnosi precisa.
Per quanto riguarda l’ansia e la bassa autostima, sono aspetti che spesso vanno di pari passo con il DOC. Il fatto che tu ti senta insicura rispetto ai tuoi studi, alla tua relazione o al tuo aspetto fisico potrebbe alimentare ulteriormente queste ossessioni, perché cerchi di controllare ciò che ti fa paura attraverso i rituali. È come se una parte di te, quella più ansiosa e spaventata, cercasse di proteggersi da situazioni che percepisce come minacciose, anche se razionalmente sai che non lo sono.
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è uno degli approcci più efficaci per affrontare il DOC e l’ansia. Ti aiuta a riconoscere i pensieri distorti che stanno alla base delle tue ossessioni e a ridurre gradualmente le compulsioni, imparando a tollerare l’ansia senza dover mettere in atto i rituali. Potrebbe anche essere utile esplorare le radici della tua bassa autostima e lavorare su come vedi te stessa, perché spesso questi problemi sono collegati.
Nel frattempo, mentre aspetti di iniziare la terapia, potresti provare a fare piccoli passi per affrontare queste compulsioni. Ad esempio, quando senti il bisogno di ripetere un gesto, prova a resistere per qualche secondo in più rispetto alla volta precedente, e osserva cosa succede. Potresti scoprire che l’ansia, anche se intensa, alla fine diminuisce da sola. Inoltre, cerca di non giudicarti troppo: questi comportamenti non ti definiscono come persona, e non c’è nulla di cui vergognarsi. Stai già facendo un grande passo avanti parlandone e cercando aiuto.
Quando inizierai a lavorare e potrai permetterti di tornare in terapia, sarà un’ottima occasione per affrontare tutto questo in modo più strutturato. Ricorda che non sei sola, e che con il giusto supporto puoi imparare a gestire queste dinamiche e a vivere con più serenità. Se hai altre domande o vuoi parlare ancora, sono qui per ascoltarti.
Per quanto riguarda l’ansia e la bassa autostima, sono aspetti che spesso vanno di pari passo con il DOC. Il fatto che tu ti senta insicura rispetto ai tuoi studi, alla tua relazione o al tuo aspetto fisico potrebbe alimentare ulteriormente queste ossessioni, perché cerchi di controllare ciò che ti fa paura attraverso i rituali. È come se una parte di te, quella più ansiosa e spaventata, cercasse di proteggersi da situazioni che percepisce come minacciose, anche se razionalmente sai che non lo sono.
La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è uno degli approcci più efficaci per affrontare il DOC e l’ansia. Ti aiuta a riconoscere i pensieri distorti che stanno alla base delle tue ossessioni e a ridurre gradualmente le compulsioni, imparando a tollerare l’ansia senza dover mettere in atto i rituali. Potrebbe anche essere utile esplorare le radici della tua bassa autostima e lavorare su come vedi te stessa, perché spesso questi problemi sono collegati.
Nel frattempo, mentre aspetti di iniziare la terapia, potresti provare a fare piccoli passi per affrontare queste compulsioni. Ad esempio, quando senti il bisogno di ripetere un gesto, prova a resistere per qualche secondo in più rispetto alla volta precedente, e osserva cosa succede. Potresti scoprire che l’ansia, anche se intensa, alla fine diminuisce da sola. Inoltre, cerca di non giudicarti troppo: questi comportamenti non ti definiscono come persona, e non c’è nulla di cui vergognarsi. Stai già facendo un grande passo avanti parlandone e cercando aiuto.
Quando inizierai a lavorare e potrai permetterti di tornare in terapia, sarà un’ottima occasione per affrontare tutto questo in modo più strutturato. Ricorda che non sei sola, e che con il giusto supporto puoi imparare a gestire queste dinamiche e a vivere con più serenità. Se hai altre domande o vuoi parlare ancora, sono qui per ascoltarti.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua storia. Capisco che questi comportamenti inusuali possono crearle apprensione. Le consiglio di indagarli meglio con l’aiuto di uno psicologo/ psicoterapeuta. La terapia cognitivo-comportamentale è tra le più efficaci per disturbi d’ansia e disturbo ossessivo compulsivo, in quanto permette di agire sui comportamenti, riducendo il sintomo e successivamente di intervenire a livello cognitivo, modificando i pensieri intrusivi e disfunzionali. Come ha anticipato non è possibile fare una diagnosi a distanza, in quanto si tratta di un processo complesso che si sviluppa attraverso i colloqui clinici . In bocca al lupo e resto a sua disposizione per eventuali info.
Dott.ssa Mariapaola Anania
Dott.ssa Mariapaola Anania
Gentile Alessia,
il modo in cui descrive questi comportamenti e le riflessioni che li accompagnano mostra una notevole consapevolezza di sé: lei riconosce la loro irrazionalità, percepisce la loro funzione “protettiva” e ne osserva la ciclicità. È già un passo importante, perché significa che è in grado di distinguere i suoi pensieri dai fatti reali — una capacità che spesso segna l’inizio del cambiamento.
Quello che racconta, cioè la necessità di ripetere azioni o pensieri per evitare conseguenze negative, si inserisce in un quadro di ansia e controllo: il gesto o la ripetizione mentale diventano un modo per calmare momentaneamente la paura che possa accadere qualcosa di grave. È una strategia di sicurezza che funziona sul momento, ma che nel tempo rinforza il meccanismo dell’ansia, rendendo sempre più difficile fidarsi del proprio pensiero e lasciare andare il bisogno di controllo.
La terapia cognitivo-comportamentale, che lei ha già sperimentato, è effettivamente uno degli approcci più indicati per questo tipo di difficoltà, perché lavora proprio su tre fronti:
– la gestione dell’ansia e dei pensieri intrusivi;
– la riduzione progressiva dei comportamenti ripetitivi, attraverso tecniche mirate;
– e il rafforzamento dell’autostima e dell’autoefficacia, che nel suo caso rappresentano un nodo centrale.
Può essere molto utile, anche in attesa di riprendere un percorso terapeutico, cominciare a osservare quando e quanto questi rituali si attivano, con quale emozione di fondo (paura, senso di colpa, bisogno di controllo). Non per giudicarsi, ma per riconoscere lo schema che li sostiene. A volte scriverlo aiuta a creare distanza e ridurre l’urgenza di agire.
Non c’è nulla di cui vergognarsi: queste dinamiche non definiscono chi lei è, ma descrivono un modo che la sua mente ha trovato per proteggersi da una paura più profonda. E il fatto che voglia affrontarle con consapevolezza e realismo è già una forma di cura.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
il modo in cui descrive questi comportamenti e le riflessioni che li accompagnano mostra una notevole consapevolezza di sé: lei riconosce la loro irrazionalità, percepisce la loro funzione “protettiva” e ne osserva la ciclicità. È già un passo importante, perché significa che è in grado di distinguere i suoi pensieri dai fatti reali — una capacità che spesso segna l’inizio del cambiamento.
Quello che racconta, cioè la necessità di ripetere azioni o pensieri per evitare conseguenze negative, si inserisce in un quadro di ansia e controllo: il gesto o la ripetizione mentale diventano un modo per calmare momentaneamente la paura che possa accadere qualcosa di grave. È una strategia di sicurezza che funziona sul momento, ma che nel tempo rinforza il meccanismo dell’ansia, rendendo sempre più difficile fidarsi del proprio pensiero e lasciare andare il bisogno di controllo.
La terapia cognitivo-comportamentale, che lei ha già sperimentato, è effettivamente uno degli approcci più indicati per questo tipo di difficoltà, perché lavora proprio su tre fronti:
– la gestione dell’ansia e dei pensieri intrusivi;
– la riduzione progressiva dei comportamenti ripetitivi, attraverso tecniche mirate;
– e il rafforzamento dell’autostima e dell’autoefficacia, che nel suo caso rappresentano un nodo centrale.
Può essere molto utile, anche in attesa di riprendere un percorso terapeutico, cominciare a osservare quando e quanto questi rituali si attivano, con quale emozione di fondo (paura, senso di colpa, bisogno di controllo). Non per giudicarsi, ma per riconoscere lo schema che li sostiene. A volte scriverlo aiuta a creare distanza e ridurre l’urgenza di agire.
Non c’è nulla di cui vergognarsi: queste dinamiche non definiscono chi lei è, ma descrivono un modo che la sua mente ha trovato per proteggersi da una paura più profonda. E il fatto che voglia affrontarle con consapevolezza e realismo è già una forma di cura.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.