Salve ho scritto recentemente in merito al fatto che ho iniziato una psicoterapia da poco e capisco

18 risposte
Salve ho scritto recentemente in merito al fatto che ho iniziato una psicoterapia da poco e capisco ci voglia tempo, seppur in passato abbia fatto dei tentativi brevi e analisi intorno ai 26 anni. Ora però a 48 non mi capacito di ciò..
Un lutto fraterno che non ho forse mai discusso elaborato perché catapultata nella malattia demenza di mamma, nelle responsabilità tutte su me, accudimento suo, di papà invalido per fortuna con facoltà mentali lucide ma non meno difficile da seguire, un lavoro che non ho più da quando seguo mamma, problematiche mie di salute sfociare con lo stress ultimo anno di mamma, andata via 18 mesi fa. Zero convivenze matrimoni, amici rari e lontani, molta solitudine ed il terrore di perdere pure papà, ed una casa che è mortufers perché da sempre ci vivo e ha visto molte cose brutte... Come può da un mese avermi tirato angoscia a quantità. Non riposo la notte, mi sveglio con panico, e mi sento smarrita, sola pure se ho papà stanza a fianco che non può fare molto visto che ci vede poco e insomma non è smart. Stanotte 3 risvegli col panico e senso di iper controllo e distacco al contempo, paura, cuore a mille e consapevolezza che non ho più punti di riferimento che forse non ho mai avuto ma ora sale la presa di realtà. E sto maleeee. Poi verso le 6 mi appisolo e sogno fratello mamma nonna papà, l unico in vita, e due persone, una donna ed uno che aveva fatto dei pessimi lavori di ristrutturazione nella casa di sempre e in quella delle vacanze, con pavimenti tutti rotti e stress da rumori. Una rabbia nel sogno incredibile , mi sono svegliata con altrettanta rabbia angoscia. Sto a pezzi. Insomma mi si è svegliata la paura della morte e di impazzire, prendo un ansiolitico ma mi chiedo la psicoterapia può davvero aiutarmi a trovare un benessere? Sono sfiduciata e non vorrei. Mi si dice che ho una forte resistenza al cambiamento,ma che vuol dire? Giuro non capisco. Dopo che ho subito tutti questi eventi, cosa altro può succedere? Mia dipartita o di papà? O la resistenza è verso il cambiamento buono, autonomo, libero che non conosco visto la vita piena di ansie paure trasmesse da mamma e zero protezione paterna? Mi sento con una parte di me che vorrebbe trovare equilibrio ed una che ne è terrorizzata o dal riuscirci o dal non riuscirci. Io non riesco a capire ciò... Cosa è la resistenza? Poi mi arrabbio con me, è calata l autistima, perché mi chiedo ma gli altri che hanno lutti o cose simili, come vivono? Non credo tutti reagiscano così con tale dissidio interiore. Io mi sento un rimuginio, tanta tristezza a volte che vorrei piangere, sto meglio se lo faccio ma non riesco e non so perché e angoscia. Si può risolvere ed uscire da una vita non serena? Credo tra le poche nel mondo che non abbia mai lasciato casa sua, per convivenze o lavori fuori. Ed ora che ho messo in vendita perché non abbiamo soldi, e sabato verranno per vederla, mi sento altro simbolico emotivo peso... Un distacco semilutto che devo affrontare perché non ho molte altre soluzioni... E lo vivo male pur sapendo di doverlo fare, pur dicendomi che tutti cambiano case, perche io sto così male?
Buongiorno. Comprendo il suo dolore e la sua ansia. A volte siamo portati a pensare di essere i soli a provare certe emozioni e paure. In realtà lutti, traslochi e allontanamenti dalla propria casa causano spesso tristezza e disorientamento. Credo che lei debba continuare il suo percorso psicoterapeutico, riportando i suoi vissuti al suo terapeuta. Una relazione terapeutica positiva l'aiuterà a fare chiarezza e a elaborare ciò che le sta accadendo. Cordiali saluti

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Salve, lei si chiede come mai sta male, ma purtroppo lei scrive di una situazione difficile da vari punti di vista: economico, lavorativo, amicale e sentimentale. Come potrebbe non esperire emozioni negative? Si tratta di vivere queste emozioni e capire cosa fare per migliorare la sua vita e quindi anche il suo umore.
Rispetto alla resistenza al cambiamento, certamente non è facile mettersi in discussione e apportare cambiamenti significativi e più passa il tempo e più sarà difficile, ma non impossibile. Ammesso che ci sia una resistenza al cambiamento, è compito del terapeuta comprendere i motivi e i "vantaggi secondari" della situazione che attualmente vive così come è. Dire semplicemente che Lei è resistente al cambiamento non credo che le possa servire a qualcosa.
Il benessere e la serenità sono certamente possibili, bisogna essere motivati e trovare il terapeuta che fa per noi.
Le auguro buona fortuna
Buonasera. Sono vicina al suo attuale dolore. Deve essere stato davvero difficile affrontare i lutti, la demenza di sua mamma, il dover prendersi cura da sola dei suoi genitori in difficoltà, il lavoro perso e i suoi problemi di salute ed economici. Da quello che scrive mi sembra di capire che sia molto preoccupata dall'idea di perdere papà o che possa accaderle qualcosa di brutto e che l'imminente vendita della casa sia per lei molto sofferta e tutto questo la porta ad essere molto giù di molare. Credo che ciò stia provando abbia bisogno della giusta attenzione e del suo spazio necessario per poter essere ascoltata, compresa ed aiutata. La psicoterapia se intrapresa con un professionista capace di poter entrare in una buona relazione con lei ed in grado di comprendere la sua sofferenza emotiva potrà sicuramente accompagnarla in un percorso verso il benessere psicofisico.
Perciò continui a vedere il suo terapeuta, se non dovesse avvertire la giusta relazione di aiuto semplicemente lo cambi. Sono certa che riuscirà a trovare la serenità che le spetta di diritto.
Buona Serata
Dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Buonasera. Faccio sostegno ai familiari di persone con demenza da quasi vent'anni e le sue parole sono assolutamente comprensibili. Sicuramente non sta vivendo una situazione facile, che richiede grande resilienza e capacita' di guardare quanto finora ha fatto. Si confronti con il suo terapeuta in merito discorso della 'resistenza al cambiamento'. Ovviamente non è possibile da qui interpretare questa frase. Il confronto può sicuramente giovarle
Salve.
La situazione che Lei descrive è carica di dolore pregresso e futuro incerto. Una psicoterapia aiuta nello scoprire le proprie risorse. Ipotizzarsi "resistente" non è di molto aiuto. Percorsi terapeutici che partano dal "corpo", che lo ascoltino e permettano l'espressione delle memorie traumatiche per poterle elaborare, sarebbero preferibile.
Faccia attenzione agli psicofarmaci (specialmente le benzodiazepine). I miei migliori auguri. Ivano Ancora.
Quanta sofferenza e fatica si sentono dalle sue parole! Dopo molti eventi dolorosi, a volte può essere necessaria la ripresa di un percorso psicoterapico, anche se è stato già condotto. La “resistenza al cambiamento” è comprensibile se la maggior parte dei cambiamenti che si vivono li si percepisce (e sono) negativi, ma le cose non devono necessariamente restare così. Si faccia coraggio e ci provi ancora.
In bocca al lupo
Marta Calderaro
Salve, purtoppo o per fortuna i cambiamenti sono processi inevitabili, perché il mondo in cui viviamo è in continuo mutamento. Mutamenti che a volte, si vivono con grande senso di paura e smarrimento, per quanto, come nel caso della malattia di sua mamma, si sia preparata ad affrontarla e gestirla già da molti anni.
Comprendo la sua solitudine e la sua rabbia, ma in questo momento lei si sta dando una nuova opportunità (anche attraverso un nuovo percorso terapeutico), quella di ri-trovarsi.
Certamente raggiungere una buona consapevolezza di sé attraverso la psicoterapia è importante, ma non sufficiente se non è accompagnata dall'azione e dall'accettazione, poiché non sempre c'è la possibilità di trasformare le situazioni nel modo in cui vorremmo che fossero.
Quanto alle resistenze, secondo me, non c'è un tempo predefinito nel cambiare, ognuno ha il suo e va rispettato.
Il cambiamento che sta dolorosamente vivendo le sta dando l'opportunità di trovare un nuovo e autentico senso alla sua vita,
questo purtoppo non la protegge dall'incertezza dell'esistenza, ma contribuisce ad una presa in carico di se stessa e degli altri più autentica e generosa.
Auguri di cuore.
Paola Uriati
gentilissima, lo scenario futuro che descrive è condizionato dalle esperienze traumatiche del passato che descrive e che non sono state elaborate e risolte pertanto continuano a produrre il vissuto depressivo e ansioso anche di fronte alla vendita della casa. E' comprensibile quindi che lei immagini che anche l'evento della vendita della casa si risolverà negativamente come si sono risolte tutte le altre situazioni del suo passato. Al momento con la sua terapeuta dovrebbe confrontarsi sull'effetto che le fa sapere da lei si essere resistente al cambiamento in modo da costruire una relazione autentica e maggiormente contenitiva del suo dolore in modo che almeno questo spazio sia protettivo. Può essere inoltre utile chiedere alla collega di lavorare al rafforzamento di alcune risorse personali che possono sostenerla in questo momento difficile e di iniziare a costruire la motivazione affinché lei inizi a prendersi cura di se stessa provando a ritagliarsi anche solo 1 ora a settimana di attività piacevoli un corso di yoga o pilates, ad esempio e tessere i primi fili della ricostruzione relazionale di cui avrà bisogno in futuro. un caloroso saluto Ilaria capaccioli
Lutti e perdite da elaborare non sono mancati nella sua vita. Il cambiamento certo, fa paura, ma è possibile con l'aiuto di un terapeuta attento ed empatico farsi aiutare nel cambiare modo di guardare a se stessi e alla propria vita. Soprattutto volersi bene. Tanti cari auguri. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve, effettivamente dalla sua domanda trapelano molte sofferenze e traumi come lutti che dovrebbero essere elaborati per poterli superare. Cerchi uno psicoterapeuta che esegue la terapia EMDR indicata per elaborare i lutti e gli abbandoni. inoltre nel momento di sofferenza più acuto potrebbe farsi sostenere anche da una terapia farmacologica, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buonasera,
La scelta di iniziare un psicoterapia è corretta dato il suo vissuto, e la invito a non arrendersi. Le resistenze di cui parla possono esplicitarsi in diversi comportamenti, in genere quando si cerca di introdurre un cambiamento all'interno di un sistema, inconsapevolmente tentiamo di contrastarlo invece di favorirlo in previsione di un nuovo equilibrio. E' importante che ne parli anche col suo terapeuta.
Un caro saluto
Gentile signora, da quanto scrive mi sembra che la sua è una storia complicata. Dalle poche parole che ci ha scritto posso provare a darle qualche parere. Ogni lutto ci mette di fronte al dolore, alla necessità di elaborare la perdita non solo della persona cara, ma anche del fatto che né la vita nè la sicurezza sono infinite. Per quanto possiamo sforzarci non potremo mai prevedere o controllare l’andamento della vita e delle cose. In questo percorso la psicoterapia ci può aiutare nel lasciare andare le persone che non ci sono più ed elaborare la paura per l’ignoto. Spesso tenere dentro di noi le parole che esprimono questi sentimenti diventa doloroso, un peso che ci impedisce di vivere. La consapevolezza che ci viene a visitare può diventare paurosa, può diventare panico. Mettersi in gioco non è mai facile, lo è ancora di meno quando l’età non è più verde ed alcune esperienze sono rimaste indietro. Anche in questo la psicoterapia può aiutarla. Insieme alla persona che la segue potreste cogliere i motivi per cui ha fatto alcune scelte e magari trovare uno spunto per andare oltre. Se può si fidi del suo terapeuta e della vita. Un caro saluto
Gentile signora, la situazione che descrive e complessa e rivela difficoltà su più livelli le quali, sovrapponendosi, moltiplicano la sofferenza. È assolutamente comprensibile che in questo momento Lei si senta persa, priva di punti di riferimento e in preda all'angoscia. La mamma che "non c'è" è una perdita importante di punti di riferimento, che unita alla mancanza del fratello e al papà che, invalido, potrebbe venire a mancare, creano il contesto di "smarrimento" nel quale può facilmente comprendere il vissuto che ha provato nel momento della messa in vendita della casa. Lei ha anche rinunciato al Suo lavoro per gestire la situazione, quindi capisce bene che è in un momento di totale perdita di fonti di Alterità sulle quali potersi co-percepire e co-determinare, soprattutto alla luce di un contesto amicale e sociale scarso. In questo senso si collocano le angosce e il panico che Lei riporta. L'unico ruolo sul quale può mantenersi in questo momento quello di CareGiver di Sua madre, Che purtroppo richiede un carico emotivo e di risorse cognitive, e mentali, estremamente pesante. È molto comune sentirsi nel modo in cui le riporta quando ci si prende cura di una persona con demenza, soprattutto alla luce del contesto che le ho descritto. In questo momento Lei avrebbe bisogno di stabilità e di un ancoraggio, ci credo che "resiste al cambiamento"! . Di certo, il modo corretto di affrontare tutta questa situazione è una psicoterapia, quindi ho fatto bene . Di certo, il modo corretto di affrontare tutta questa situazione è una psicoterapia, quindi ha fatto bene a rivolgersi a un collega. beneficerebbe di un sostegno anche rispetto al caregiving. Continui con motivazione e forza gli incontri, la mancanza di fiducia nel futuro che riporta è frutto della chiusura degli orizzonti di attesa e della progettualità che è comune provare in una situazione come la Sua ma può essere superata. in bocca al lupo! Cordialità, DMP
Buona sera, mi dispiace tanto per la sua sofferenza ed il peso enorme che le sue spalle hanno da sempre dovuto sopportare. A tal proposito, pensando che un peso distribuito su più spalle possa gravare di meno su quelle di ciascuno singolarmente, ritengo che sia estremamente importante per lei proseguire con il percorso psicoterapeutico intrapreso, potendosi in tal modo quanto meno alleggerire da questa enorme fatica. Senza contare che da sempre lei gestisce, cura, si occupa dei propri cari. Ma chi si è mai occupato di lei? lasci che lo faccia un terapeuta e si conceda il tempo necessario (difficile da stabilire, impossibile direi).
Per quanto riguarda la resistenza al cambiamento di cui parlava, possiamo immaginare che dentro di noi ci siano sempre due parti che dialogano tra di loro; una è quella che ci spinge a voler stare bene (e che quindi le ha fatto scrivere a noi, e l'ha portata dal suo terapeuta), l'altra è quella che ci ostacola in questo. Tale avversione è data semplicemente dalla paura di ciò che potrebbe venire fuori e che con tanta fatica il nostro inconscio cerca di mantenere relegato quanto più nel profondo possibile. Lavorare in terapia è allora difficile e richiedere sforzi e coraggio costanti proprio per questo. Tuttavia è necessario proprio per poterlo conoscere, padroneggiare ed infine superare. Immagino che le altre due persone del sogno fossero proprio queste sue due parti, e che quindi sia arrivato il momento di ristrutturare il suo quadro (interno) familiare al fine da rendere il pavimento (su cui cammina, ovvero su cui lei poggia la propria esistenza) più sicuro, meno traballante e con meno interferenze.
In bocca al lupo, dott.ssa Silvia Findanno
Buonasera! Le paure, le ansie e le angosce di cui parla sono chiaramente legate alla sua storia fatta di lutti e distacchi e ci vuole tempo per elaborare tutto ciò. Cosa vuol dire resistenza al cambiamento? Tutte le persone hanno resistenze quando devono lasciare la loro zona di confort, magari non felice ma sicuramente ciò che conoscono. Le due parti di sé stessa di cui parla sono proprio quelle : una che cerca serenità e cambiamento e l'altra che ne ha paura. Continui la sua cura e abbia fede e tenacia nel percorso.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, le consiglio un percorso di psicoterapia ipnotica, breve ed efficace, per ritrovare un equilibrio che si evince compromesso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Loredana Aiello
Descrive una situazione difficile e complessa. Il suo malessere è sicuramente legato alle difficoltà che ha incontrato nella sua vita e le problematiche che hanno caratterizzato la storia della sua famiglia. La sua decisione di riiniziare un percorso psicoterapeutico a distanza di anni, indica il suo desiderio di farsi aiutare in un momento particolare della sua vita. Deve cercare di dare del tempo a se stessa tenendo conto delle resistenze per ciò che riguarda il cambiamento. Continui il suo lavoro terapeutico portando tutto il materiale onirico che emerge. Un altra cosa importante è rivedere con il medico di fiducia il piano terapeutico con le benzodiazepine che assume. Cordiali saluti
Gentilissima utente grazie per averci scritto quanta sofferenza, fatica... Passata, presente e un futuro rispetto al quale prevale insicurezza.
Credo sia fondamentale che continui il suo percorso di terapia, affrontando tutti i suoi dubbi, perplessità e stati emotivi. Un grande in bocca al lupo

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