Problemi con l’asilo Buongiorno mia figlia è al primo anno di infanzia presso lo stesso asilo dove

24 risposte
Problemi con l’asilo
Buongiorno mia figlia è al primo anno di infanzia presso lo stesso asilo dove ha frequentano un anno di nido ….ad aprile compirà 3 anni . Il problema è il seguente: mia figlia è molto timida ma ad oggi ormai parla tranquillamente gioca con cuginetti o anche con bimbi che incontra occasionalmente magari ai giochi o altro…..quando un adulto si interfaccia con lei magari non risponde subito ma dopo un po’ inizia a giocarci…ho già tolto il pannolino e in casa non abbiamo problemi nè di giorno nè di notte. All’asilo la situazione è totalmente inversa! Parla poco, partecipa poco , capita spesso che si faccia la pipì addosso, capita spesso che si assenti che voglia dormire quando invece a casa se non va all’asilo la mattina non si sveglia oltre le 9 e resta sveglia tutto il giorno a giocare….voi cosa ne pensate? quando le chiedo se all’asilo si diverte o se la maestra è brava lei mi risponde di sì…boh
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, le suggerisco di chiedere un colloquio con le maestre per condividere le sue preoccupazioni e capire da cosa derivi questa differenza tra casa e scuola. Anche il confronto con altre mamme potrebbe essere utile per capire se c'è qualche altra difficoltà di ambientamento in altri bambini. La bambina è molto piccola e potrebbe non essere in grado di capire cosa la disturba (per es. ambiente confusionario, difficoltà di gestione del gruppo classe, carenza di attività strutturate, mancanza di momenti di riposo etc.)
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Gentile signora. Occupandomi anche di infanzia, mi sono capitate situazioni simili. La prima cosa che farei è di contattare le maestre per capire cosa abbiano intuito rispetto alla situazione da lei descritta. Non sempre i bambini sanno o vogliono raccontare ciò che succede, per svariati motivi. I bimbi utilizzano il sintomo corporeo come linguaggio. Ha mai pensato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta infantile? Potrebbe permettere al bambino di entrare in contatto con le proprie paure, dando loro forma e parola, senza dimenticare il sostegno genitoriale.
Cordiali saluti
Dottoressa Francesca Carubbi
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, la prima cosa che mi sento di dirle è di valutare un colloquio con le maestre per riflettere insieme a loro rispetto a cosa potrebbe star accadendo a sua figlia. Sua figlia ci dice qualcosa con il corpo. Le motivazioni potrebbe essere diverse. Potrebbe anche chiede un consulto alla psicopedagogista, dell'asilo, se l'asilo ha un riferimento che si occupa di seguire l'equipe. In ultimo potrebbe valutare un consulenza con una psicologa/psicoterapeuta che si occupa di infanzia. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Giorgia Pinessi
Psicologo, Psicologo clinico
Lissone
Buongiorno, sono una Psicologa specializzata nell'ambito Perinatale. Come prima cose le suggerirei, se non l'ha già fatto, di richiedere un colloquio con le educatrici, riportando loro il punto della situazione che ha descritto qui e ascoltare quello che invece sarà il punto di vista loro. Successivamente se avrà bisogno di un aiuto mi rendo disponibile a riceverla. Cordialmente, Dott.ssa Pinessi Giorgia
Dott.ssa Valeria Filippi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
San Donato Milanese
Gentile utente,
il mio consiglio è di esporre direttamente alle insegnanti le sue preoccupazioni e nel caso rivolgersi a un professionista psicologo dell'età evolutiva che possa aiutarla a comprendere cosa accade a sua figlia.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Valeria Filippi
Dott.ssa Giuditta Fagnani
Psicoterapeuta, Psicologo
Scandicci
Buongiorno. Certamente un colloquio con le maestre le permetterà di esporre le sue preoccupazioni e di confrontarsi rispetto a quanto sta raccontando, le permetterà anche di ascoltare il punto di vista delle maestre che magari possono aver intuito per conoscenza ed esperienza quello che potrebbe essere l'argomento sul quale concentrarsi. Anche le altre mamme possono essere utili per capire se altri bambini manifestano difficoltà. Una bimba così piccola e tendenzialmente timida può trovarsi a disagio per svariati fattori e stancarsi con più facilità. Credo sia sensato fare questo primo passaggio prima di valutare l'intervento di un professionista.
Dott.ssa Lucia Cannata
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Udine
Buongiorno, bisogna indagare almeno due situazioni. Per prima cosa l'effettiva qualità dell'inserimento nel contesto della scuola d'infanzia ovvero il rapporto con i compagni, con le maestre, con le regole e la nuova routine. Per far questo occorre innanzitutto un colloquio con le maestre facendo presente la situazione di disagio che la bambina esprime con i comportamenti da lei descritti. Farsi anche raccontare come loro vedono il suo modo di rapportarsi nel nuovo ambiente e di attenzionare la bambina cercando di individuare eventuali elementi, interazioni, situazioni conflittuali. Potrebbe anche confrontarsi con altre mamme per capire se altri bambini manifestano comportamenti simili o comunque esprimono disagio relativo alla scuola. L'altra situazione da indagare è il vissuto della bambina relativo alla separazione dalla madre, dalla famiglia. Forse ciò che sta vivendo è indice di una difficoltà a separarsi da lei? Affronti la situazione da più prospettive, e se il disagio dovesse peggiorare, con altri sintomi come alterazioni del sonno, dell'alimentazione o chiusura potrebbe essere opportuno un consulto psicologico. Non esiti a contattarmi per eventuali chiarimenti. Un caro saluto. Dottoressa Cannata
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Dr. Adriano Trono
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Taranto
Buonasera. Nella situazione che lei ha descritto, deve essere successo qualcosa che ha turbato sua figlia a scuola e che la spinge a non volerci stare. Provi a chiedere un colloquio con le maestre per vedere se le possono dare qualche informazione utile per capire il disagio di sua figlia. Non va sottovalutato il disagio di sua figlia. Cordiali saluti
Dott. Daniele Riggi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Frosinone
Gentile utente, certamente è utile un colloquio con le maestre per tentare di individuare insieme a loro la causa del problema. Nel caso non fosse sufficiente potrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta che si occupa di età evolutiva. Cordialmente Dott. Daniele Riggi.
Dott. Luca Roveda
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Monza
Buonasera, dopo aver approfondito come maestre, valuti se questi comportamenti si protraggono ancora nel tempo. A volte i bambini hanno solo bisogno di tempo per adattarsi a contesti nuovi. Cordiali saluti
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno. Le propongo un colloquio online: essere genitori è complesso, anche perché si deve trovare un equilibrio tra le nostre aspettative e i bisogni dei nostri figli. Parlarne, confrontarsi, può essere molto utile.
Dott.ssa Elena Quattrini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Melegnano
Buongiorno, per approfondire meglio la situazione potrebbe pensare ad un confronto con le insegnanti per cercare di condividere i punti di vista per poi poter 'lavorare' nella stessa direzione con la sua bambina. Inoltre potrebbe essere interessante approfondire con uno specialista in qualche colloquio le preoccupazioni di voi genitori. Cordiali saluti. Dott.ssa Elena Quattrini
Dott.ssa Daniela Trenta
Psicologo, Psicoterapeuta
Chieti
Buongiorno avrei bisogno di maggiori informazioni per darle una risposta esaustiva, riguardo la storia di sua figlia, le tappe evolutive, se ci sono stati eventi e cambiamenti nella vostra famiglia nel corso di quest'anno. Come vive sua figlia il distacco dalla famiglia? Intanto potrebbe avere un colloquio con le insegnanti per comprendere come sua figlia si relaziona ai pari, con gli adulti, se è stimolata dalle attività che propongono se emergono criticità nel contesto scolastico.
Definisce sua figlia come timida con un approccio prudente verso le nuove esperienze, alcuni comportamenti potrebbero indicare una regressione ad una tappa evolutiva precedente, potrebbero indicare un disagio o la sua modalità di adattarsi al nuovo ambiente.
Tutti questi aspetti vanno valutati per dare il giusto significato al comportamento di sua figlia e comprendere se sta affrontando una difficoltà che fatica a superare.
Se i comportamenti dovessero protrarsi valuti la possibilità di confrontarsi con uno specialista, per dare voce alle sue preoccupazioni e sciogliere i suoi dubbi oltre che aiutare sua figlia ad affrontare efficacemente un momento di difficoltà.
Codiali saluti
Dott.ssa Emanuela Campo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, grazie per avere condiviso ciò che sta vivendo con noi.
Credo che la prima cosa da fare sia valutare un colloquio con le maestre dell'asilo, per essere aiutati a capire cosa accade a scuola, se sia accaduto qualcosa di particolare e in generale ciò che hanno intuito loro. Spesso i bambini non riescono a dire a parole ciò che dicono, quindi lo manifestano con il corpo (il sonno, la pipì), dunque è importante prestare ascolto a questi segni. Se poi la situazione non dovesse cambiare e dal colloquio non dovesse emergere nulla di significativo, potrebbe essere utile contattare un professionista.
Resto a disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Campo

Buongiorno, sono tanti gli aspetti che si potrebbero indagare per comprendere quello che accade. Le suggerirei, per cominciare, un colloquio con le maestre, per approfondire le dinamiche che possono essere ricondotte a diversi motivi. Se la situazione dovesse permanere, potrebbe considerare l'opzione di consultare uno psicologo/psicoterapeuta specializzato in età evolutiva, che la aiuti a comprendere le modalità comunicative messe in atto da sua figlia e a trovare strumenti a lei utili come genitore.
Un caro saluto
D.ssa Margherita Di Benedetto
Dott.ssa Sara Lucariello
Psicologo, Psicologo clinico
Altamura
Buongiorno signora, da quello che riferisce sarebbe opportuno fare un colloquio con le insegnanti per confrontarsi con loro rispetto alle problematiche riscontrate. Inoltre il passaggio alla scuola dell'infanzia porta comunque un cambio di routine, abitudini, compagni di classe che inevitabilmente hanno un'influenza sulla bambina. Cordialmente dott.ssa SL
Dott.ssa Giulia Faccioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, grazie per aver posto questa domanda. I bambini sono spesso molto differenti, nel comportamento, tra casa e scuola. E' possibile che il nuovo contesto e le nuove interazioni sociali le richiedano molta energia e si stanchi di più. Le consiglio comunque di interfacciarsi con le maestre, magari richiedendo un colloquio: sono figure importantissime che potrebbero fugare ogni suo dubbio e rassicurarla in questo nuova fase del percorso educativo della sua bambina. Cordiali saluti,
Dr. Alessandro Puscio
Psicologo, Psicologo clinico
Carmiano
Gentile utente, pare che la bambina abbia comportamenti molto diversi a seconda del contesto in cui si trova. Questo è un buon indice di adattamento, allo stesso tempo occorre apportare maggiore modulazione e rintracciare le motivazioni alla base di questa differenza così netta.
A quell'età i bambini non sono ancora in grado di regolare emozioni e comportamenti in maniera totalmente autonoma. Anzi, questa capacità viene acquisita dal bambino dopo aver fatto esperienza di una sufficientemente buona eteroregolazione, ossia, aver fatto esperienza di un genitore in grado di cogliere lo stato mentale del bambino e che regoli/moduli al posto suo.
Potrebbe essere utile che gli adulti di riferimento di questa bambina si facciano accompagnare in questo percorso da un professionista competente.
Un saluto
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve,
sono sicura che avrà modo di parlare con le maestre quanto prima, ma io mi concentrerei su ciò che magari sta accadendo nelle vostre vite nell'ultimo anno, per capire meglio cosa potrebbe aver cambiato la routine di sua figlia.
Fermo restando che in fase evolutiva le situazioni cambiano e noi genitori dobbiamo stare sempre con occhi e cuore aperto a vedere bene il tutto.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Giulia Bartoli
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno. Sua figlia è molto piccola e, probabilmente, sta sperimentando una prima separazione che la conduce a una regressione e a difficoltà a relazionarsi con i propri pari. Questo succede quando la separazione dai genitori, dalla routine, dai luoghi sicuri e abituali, avviene in una maniera brusca o magari non è stata accompagnata in una maniera ottimale. E’ tipico, in bambini così piccoli, esprimere successivamente dinamiche e problematiche di blocco o di regressione.
Mi occupo di psicoanalisi infantile e di età evolutiva, se è interessata può contattarmi. Potrebbe essere utile, oltre che trovare uno spazio di ascolto per sua figlia, anche trovarne uno per lei.
Un saluto
Dott.ssa Giulia Bartoli
Buongiorno, penso che un colloquio con la maestra potrebbe aggiungere degli elementi derivanti dall'osservazione utili a comprendere meglio il comportamento di sua figlia.
Dott. Filippo Frigoli
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buon pomeriggio, la problematica che riporta è abbastanza frequente per i bambini di quell'età. Per circa 3 anni la quasi totalità del mondo di questa bambina erano la famiglia e soprattutto la mamma, non deve essere facile allontanarsi dalla mamma ed iniziare un nuovo percorso. È importante accompagnarla gradualmente in questa fase della vita, facendo sì che la bimba stessa, piano piano, scopra il piacere di stare con altri compagni della sua età. Ci sono bambini che hanno una spinta verso l'autonomia più precoce ed che ci mettono più tempo, ma non c'è un giusto o uno sbagliato, ad ognuno "il suo tempo". Forse si potrebbe parlare con le maestre di questa problematica per cercare di capire quale possa essere la loro opinione in merito ed eventualmente pensare a delle strategie che la possano aiutare. La auguro un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Monica Venanzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
La complessità e la delicatezza del vissuto di un bambino richiede la giusta attenzione. Avere un sostegno genitoriale potrebbe essere il primo passo per occuparsi di questa situazione. Situazione che, al di là della sua gravità, sicuramente vuole comunicare qualcosa degno di nota.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

il comportamento di sua figlia può essere difficile da interpretare dall’esterno, ma quello che descrive è molto coerente con la fase di sviluppo che sta attraversando e con il modo in cui alcuni bambini vivono il passaggio al primo anno di scuola dell’infanzia.

Al nido era in un ambiente più piccolo, con figure conosciute e una routine molto stabile. Il passaggio alla scuola dell’infanzia comporta spazi più grandi, più bambini, più stimoli e richieste sociali diverse. Alcuni bambini, soprattutto quelli con un temperamento timido o particolarmente sensibili ai cambiamenti, reagiscono ritirandosi un po’, parlando meno, osservando più che partecipando.

Le regressioni – come la pipì addosso o il voler dormire di più a scuola – sono frequenti nei momenti di adattamento. Non sono segnali di un disagio grave, ma un modo per il bambino di regolare un ambiente che gli richiede molta energia. A casa non ha difficoltà perché è un contesto sicuro, prevedibile e più semplice da gestire emotivamente. Non è raro che bambini perfettamente autonomi in casa, inseriti in un contesto più vasto come la scuola, temporaneamente perdano alcune capacità.

Il fatto che quando ne parla con lei risponda che si diverte e che la maestra è brava è un segnale positivo: significa che non associa la scuola a una minaccia e non emergono elementi di vera paura. La sua risposta breve o timida è in linea con l’età e non è di per sé un campanello d’allarme.

Quello che sta vivendo sembra quindi un periodo di adattamento un po’ più lungo, non un problema strutturale. Può essere utile un passaggio di confronto con le insegnanti, non per segnalare la bambina come “problematicamente timida”, ma per osservare insieme come vengono gestiti gli ingressi, le routine, i momenti di passaggio e se esistono situazioni che per lei risultano più faticose.

In molti casi, con piccoli aggiustamenti di routine e un po' di tempo in più, i bambini trovano il loro equilibrio.

Dott.ssa Sara Petroni

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