Premesso che in casa ho sempre parlato di omosessualità come un grave problema e che detesto da semp

21 risposte
Premesso che in casa ho sempre parlato di omosessualità come un grave problema e che detesto da sempre questo modo di osannare e ostentare questo problema. Se fosse così tutto normale come vorrebbero fare credere perché ostentarlo fino a rendersi ridicoli?
Ma questa è una mia opinione...
E così la figlia di 23 anni con un rapporto con me speciale ad un certo punto si allontana da casa per motivi di studio e poi scopro che da anni fa parte di questo circuito . .... Che fare?
Siamo distrutti e al momento siamo lontani da lei......mi è caduto il mondo addosso. Ma davvero non si può recuperare la normalità???
Dott.ssa Sara Baraccani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cesena
Immagino che il suo allontanamento sia derivato dal fatto di sentirsi giudicata nella sua totalità di persona come "problematica" e "anormale" a causa del suo orientamento sessuale. Potreste cercare di capire meglio il suo mondo per recuperare il rapporto con lei perché immagino il vostro dolore nel sentirla lontana. Il fatto che lei frequenti un gruppo LGBTQ+ o che preferisca frequentarsi con donne non la rende una persona difettosa o da guarire, è semplicemente una sua caratteristica che non lede nessuno.

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Capisco che la situazione che stai vivendo ti stia causando molto dolore e confusione. La tua reazione potrebbe essere legata a convinzioni radicate su come dovrebbero essere le cose e su come vedi il mondo. È importante ricordare che l'orientamento sessuale di una persona non è un "problema" da risolvere, ma una parte naturale e autentica della sua identità. Quando una persona si sente accettata per chi è, può vivere in modo più sereno e soddisfatto.

La distanza che senti con tua figlia potrebbe derivare dal fatto che lei sta cercando di essere se stessa, ma non sa come gestire la tua reazione. Il recupero di un rapporto di fiducia e amore, in questi casi, dipende dalla comprensione e dall'accettazione reciproca. È essenziale che tu dia spazio per parlare apertamente, con rispetto e senza giudizio.

In momenti così delicati, può essere davvero utile e consigliato rivolgersi a uno specialista per approfondire e affrontare queste emozioni, per poter comprendere meglio la situazione e avvicinarsi nuovamente alla tua figlia con una visione più equilibrata.

Dottoressa Silvia Parisi Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Francesca Di Costanzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, la ringrazio per aver scritto.
Accade spesso ai genitori di portare avanti, talvolta in modo radicale, delle opinioni su dei temi che poi incontrano un punto di differenza nei figli. Può rivelarsi complesso accedere a quella differenza, di cui ciascuno è portatore, perché salta quel senso di rispecchiamento che consente di riconoscersi e di avere la medesima prospettiva valoriale e il medesimo sguardo sul mondo. Tuttavia l’emersione del punto di soggettività di un figlio non è che un’occasione per aprirsi a conoscere del nuovo, supportandolo nella costruzione della sua identità che è il nucleo di ogni benessere psichico. Può essere pertanto di supporto aprire uno spazio di parola su questo.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Di Costanzo
Dott.ssa Federica Guglielmotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, non si tratta di normalità o anormalità ma di una scelta sessuale che non é da recuperare ma da rispettare perché fatta da una persona diversa da lei con delle proprie esigenze. Di fronte alla vostra situazione vi consiglierei di pensare a valutare una terapia familiare così da essere supportati in un confronto che possa aiutarvi ad un riavvicinamento e un chiarimento reciproco. Mi sembra di capire che essere lontani la addolora molto ed, anche se é stato un fulmine e ciel sereno, ritrovarvi potrà far bene probabilmente tutti.
Buona Fortuna
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, non so se ho bene compreso il suo messaggio e la sua richiesta. Immagino però che per un genitore possa non essere semplice e comprensibile sentirsi tagliato fuori da un pezzo della vita della propria figlia così centrale ed identitario. Sua figlia è sempre sua figlia prima e dopo il coming out. Posso solo immaginare cosa questo possa significare per lei, ma quel rapporto speciale è sempre lì dovete solo trovare il modo di integrare questo elemento che sua figlia non si è sentita di condividere prima. Omosessualità non ha cambiato sua figlia, sui figlia è sempre lì, solo che oggi riesce a far vedere quel pezzo di sè che forse era celato. La comunicazione onesta e sincera, l'apertura emotiva e la genuina curiosità è ciò che potrebbe essere utile per voi. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, capisco che questa scoperta abbia generato in lei e nella sua famiglia una forte sofferenza e un senso di smarrimento. Quando le aspettative che abbiamo su una persona cara vengono disattese, è naturale provare emozioni intense, come delusione, paura o persino rabbia. Tuttavia, è importante riflettere su cosa significhi realmente "normalità". L’orientamento sessuale di una persona non è una scelta né una deviazione, ma una parte naturale della sua identità. Il distacco di sua figlia potrebbe non essere una conseguenza del suo orientamento in sé, ma del timore di non essere accettata e compresa dalla sua famiglia. Sentirsi accolti per ciò che si è, senza il timore di essere giudicati, è fondamentale per qualsiasi relazione, soprattutto in un legame genitore-figlio.
Potrebbe essere utile cercare un dialogo con sua figlia, ascoltarla senza pregiudizi e cercare di comprendere il suo punto di vista, anche se al momento questo le risulta difficile. Spesso, il dolore che si prova in queste situazioni nasce dalla paura di perdere il rapporto con una persona cara più che dall’orientamento sessuale in sé. Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare queste emozioni e a trovare una modalità più serena per affrontare questa situazione.
Se lo desidera, sono a disposizione per approfondire questi aspetti e aiutarla a gestire al meglio questo momento di difficoltà.

Un cordiale saluto.
Dott.ssa Valentina Maisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Castellanza
Buongiorno, il tema dell'omosessualità è ancora oggi oggetto di dibattito che vede in generale persone che lo problematizzano e persone che non lo problematizzano. Senza entrare in merito a cosa è normale e cosa non lo sia e rispettando il pensiero che lei condivide qui, immagino che il dolore più grande in questo momento sia non riuscire a stabilire una connessione con sua figlia. Spesso in terapia, si propone di vedere le cose sotto diversi punti di vista, cambiando le parole, trovando nuovi significati e con il fine ultimo di imparare a vivere le esperienze, le relazioni in un'ottica di accoglimento pur esprimendo le proprie difficoltà che hanno diritto di essere accolte e rispettate.
Tutti noi funzioniamo in questo modo: se mi sento accolto e non giudicato mi avvicino all'altro, se mi sento rifiutato e/o giudicato mi proteggo allontanandomi da quel rifiuto/da quella persona. Lei e sua figlia da come leggo avevate (e lo avete ancora probabilmente, perchè dovrebbe scomparire?) un rapporto speciale. Potrebbe essere plausibile che sua figlia senta di avervi deluso e/o senta che non ci sia una completa accettazione verso la sua persona e ciò la porta ad allontanarsi ma al tempo stesso chissà quanto potrebbe soffrire senza il suo rapporto speciale, soprattutto se ritiene di non aver fatto del male a nessuno scegliendo di essere se stessa e amare incondizionatamente. D'altro canto c'è un genitore che fatica a credere nell'amore verso le stesso sesso ma che ama follemente sua figlia. Allora, si può provare a porsi un'altra domanda : "Posso amare incondizionatamente mia figlia e starle vicino pur sapendo che ad oggi l'idea che ami un'altra donna mi crea un disagio emotivo che devo, ancora, imparare a gestire?". E sua figlia potrebbe porsi analoga domanda "Posso amare incondizionatamente mia mamma/padre sapendo che ad oggi il suo non riuscire a comprendere l'amore verso lo stesso sesso potrebbe metterl* in fatica?". Se riuscite a domandarvi questo, se riuscite ad amarvi e accettarvi incondizionatamente, il vostro rapporto non solo potrebbe fiorire nuovamente ma anche e soprattutto rafforzarsi.
Un caro saluto.
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve,

mi spiace che soffra così per il suo rifiuto di una forma così umana di amore. Temo che questo suo atteggiamento, oltre che fare male a lei ora, possa far molto male a sua figlia, che si sentirà ingiustamente rifiutata.
Le consiglio una psicoterapia per affrontare sua sua omofobia, perché non si tratta di una opinione ma di un disagio che può essere risolto.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
gentile utente,

Per i manuali diagnostici internazionali e per la comunità scientifica e dei professionisti della salute mentale oggi, l'omosessualità non è una malattia né un problema. Rappresenta dunque un NORMALE orientamento sessuale.
Le auguro di potersi informare dettagliatamente per poter risolvere la sua errata conoscenza dell'argomento.
Cordialmente
Dott. Lucio Aucello
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Modena
Grazie per la preziosa domanda. La comunità scientifica da molti anni attesta che l'omossessualità non è un "problema" ma una libera scelta della persona, mentre la "normalità" è vivere serenamente la propria vita sessuale senza ledere la libertà o la dignità altrui. Se sua figlia è felice evidentemente il suo percorso di vita è quello giusto. Forse, come lei, sua figlia sta però soffrendo l'allontanamento di cui lei ha scritto, per il quale c'è un rimedio sensazionalmente efficace: la comunicazione tra di voi senza pregiudizi e senza paure. Infine mi sento di dire che se sua figlia è felice della sua vita, il merito è anche dei suoi genitori.
Bisogna intendersi sul significato di normalità, che come parola dice si riferisce alla norma, cioè alla regola che l'uomo si è dato, e ha condiviso con altri riguardo ai temi sessuali. si confonde il genere (maschile, femminile) con il sesso e le sue preferenze. In natura le specie viventi sono più libere di transitare da un genere all'altro, di cambiare i comportamenti rispetto al proprio partner, con l'obiettivo di sopravvivere e prolungare la specie. Quell'obiettivo è divenuto marginale nella specie umana, dove prevale la scelta del partner in base a criteri di piacere, di condivisione, ma non di sopravvivenza. Non si sceglie il proprio oggetto d'amore in base ad una presunta normalità, piuttosto in relazione alla complessità della psiche umana
Dott. Giovanni Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Comprendo il tuo smarrimento e la tua sofferenza, ma non esiste una “normalità” da cui tua figlia si è allontanata: la sua identità non cancella la persona che hai amato e cresciuto. Il dolore che provi forse nasce dall’idea di aver perso qualcosa, ma ciò che conta davvero è il legame, che può riprendere vita se riesci ad accettare i suoi sentimenti e a metterti in ascolto delle sue emozioni. Prova a darle spazio nella tua mente e nel tuo cuore: l’intimità familiare non passa dalla conformità, ma dal cercarsi e ritrovarsi con rispetto e affetto.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, “l’esclusivo interesse sessuale sentito dagli uomini per le donne rappresenta anch’esso un problema che deve essere chiarito e non è un fatto evidente […]” (Freud, 1905). Naturalmente, vale anche per l’esclusiva attrazione della donna per un uomo. Insomma, dal punto di vista psichico, l'eterosessualità pone i medesimi interrogativi dell'omosessualità. SG
Dott.ssa Caterina Testa
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
MI dispiace per la situazione, comprendo che possa fare fatica ad accettare che alcuni modi di pensare, non sono considerati attuali perché non trovano supporto dalla scienza moderna. Cosa intende lei per tornare alla normalità? Perchè è comprensibile, come dicevo la sua fatica, ma se sua figlia percepisce il rifiuto da parte sua, perchè ritenuta da lei come persona con un "grave problema", sarà molto complesso trovare un punto di conciliazione. Magari per aiutarla a superare questo momento potrebbe chiedere aiuto psicoterapeutico, così da elaborare il suo vissuto e capire se questo pensiero omofobico può' essere rimodulato un pochino. In bocca al lupo
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, che cosa è la normalità? Per Lei potrebbe essere una cosa, per sua figlia un'altra. L'idea di normalità ci porta a guardare il mondo solo ed esclusivamente con i nostri occhi, senza considerare che tutte le persone sono diverse e vivono seguendo i loro bisogno. Allontanarsi da chi si ama perché la si giudica e condanna non è un atto d'amore! La invito a parlare con sua figlia e ad ascoltare ciò che ha da dirle. Non dimentichi che l'amore è libertà e la libertà è amore! Grazie.
Dott.ssa Chiara Missana
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Buon pomeriggio, il concetto di normalità è qualcosa di molto relativo: la sua normalità non combacia con la normalità di sua figlia. E' possibile per lei accettare qualcosa di diverso da quello che si era prospettata per sua figlia? Le riporto un testo bellissimo di Khalil Gibran riferito ai genitori: "voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati". Sua figlia ha preso la direzione che voi genitori le avete dato con il vostro amore e la vostra educazione. Adesso ha preso il volo e farà il suo percorso, portandosi con sé quel bagaglio di valori e affetti che ha preso dalla famiglia. Allo stesso tempo al freccia è un qualcosa di diverso dall'arco, non è un suo mero prolungamento. Amore è rispettare il libero arbitrio dell'altro, e voi come genitori siete chiamati ad amare senza riserve. Non è possibile cambiare un'altra persona, però si può lavorare su cambiare noi stessi. Leggo tanta sofferenza in lei, in caso volesse avviare questo cambiamento in lei stessa per cercare una maggiore serenità e continuare a riflettere insieme sul concetto di normalità sono disponibile online con sedute di psicoterapia. Cordialmente, Dott.ssa Chiara Missana, psicologa psicoterapeuta.
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Psicologo, Psicoterapeuta
Ladispoli
Buon pomeriggio,

È naturale sentirsi smarriti e disorientati quando la realtà di una persona amata sembra entrare in contrasto con le proprie convinzioni. Tuttavia, "ritrovare la normalità" potrebbe non significare riportare le cose a com’erano un tempo, ma piuttosto costruire un nuovo equilibrio, più autentico e fondato su una comprensione più profonda.

Ognuno ha la propria visione dell’omosessualità, modellata dall’educazione, dai valori e dalle esperienze di vita. È normale che su questo tema possano emergere opinioni diverse, soprattutto tra generazioni differenti. Tuttavia, è altrettanto essenziale riconoscere e rispettare il punto di vista dell’altro, specialmente quando si tratta di una persona cara. La vera sofferenza, infatti, non deriva dall’orientamento sessuale di sua figlia, ma dalla distanza e dall’incomprensione che si sono insinuate nel vostro rapporto.

Forse la vera normalità non sta nel ripristinare schemi del passato, ma nel costruire un legame ancora più forte, basato sull’ascolto, sul rispetto e sulla volontà di capirsi davvero. Accettare un cambiamento richiede tempo, ma il primo passo per ritrovare un equilibrio è aprirsi con sincerità, andando oltre paure e aspettative. Perché, nonostante le differenze, il bisogno di amore e vicinanza rimane il fondamento più profondo di ogni legame familiare.
Cordiali Saluti,
Dott.ssa Carolina Giangrandi
Dr. Stefano Joe Cattan
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Seravezza
Gentile utente, tralasciando il concetto di normalità e le sue idee sull'orientamento sessuale, credo valga la pena considerare il vissuto emotivo di sua figlia. Non c'è nessuna "normalità" da recuperare. Le consiglio vivamente di provare ad empatizzare con sua figlia rispetto a questo argomento e ad andare oltre le sue idee o credenze sull'orientamento sessuale.
Dott.ssa Ornella Prete
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile signore,
ostentare è una cosa parlare di un bisogno naturale che è l'orientamento sessuale è un'altra cosa. Al di là del sesso alla nascita abbiamo una identità sessuale che si delinea durante l'arco di vita e dove l'orientamento sessuale funge da istinto determinando il desiderio sessuale di uno o dell'altro sesso o ad entrambi. Il genere non necessariamente identifica l'identità sessuale, quindi per sua figlia si metta in ascolto dei suoi bisogni e necessità e accolga in maniera benevola la sua scelta sessuale. Non perda una figlia per i suoi pregiudizi.
Dott.ssa Silvia Goretti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Capisco che non sia facile per voi vivere questa situazione. Ma dagli anni '90 l'omosessualità non è più considerata una patologia o un grave problema come lo chiama lei.
Il vero problema è come si possa essere sentita sua figlia, considerata non normale e appartenente ad un "circuito" e dove l'unica soluzione sia stato il doversi allontanare da voi.
Il grande problema è perdere il rapporto speciale con una figlia.
Su una cosa avete ragione la nostra società non è ancora del tutto pronta ad accettare questa normalità e voi ne siete un esempio. Vostra figlia dovrà affrontare purtroppo ancora sguardi giudicanti e a volte anche situazioni di rifiuto o di scherno e questo comprendo che per un genitore possa essere una grande preoccupazione, tanto da preferire che ci possa essere un modo per tornare alla normalità di una visione tradizionale. Ritengo che un percorso psicoterapeutico possa aiutarvi a farvi affrontare questa situazione e a trovare una mediazione tra le vostre convinzioni e l'amore che nutrite per vostra figlia, che al di là delle sue scelte sessuali rimane sempre la persona con cui avevate un rapporto speciale.
dott.ssa Silvia Goretti

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