Ogni giorno esce un fiume di emozioni che non pensavo di avere o avere più. Molte su mio padre anzia

18 risposte
Ogni giorno esce un fiume di emozioni che non pensavo di avere o avere più. Molte su mio padre anziano, unico rimasto. Su passaggi che ora dopo tutta la vita mi stanno emergendo. Non essere mai stata scelta per prima, non essere stata protetta. Ok ho i lutti fraterno e materno da elaborare, le emozioni bloccate che salgono e alcune le vedo, le soffro. Ma la ma giornata è fatta di angoscia appena sveglia che spinge al petto e mi terrorizza. Ansia che mi segue tutto il giorno, oppure risvegli notturni di soprassalto con cuore e testa che mi pare schizzino fuori. Stanotte dopo questo episodio ravvicinato, mi è partito tremore, scosse come una foglia. Ho detto sarà adrenalina, presa camomilla. Poi il sonno arriva ma io ho voglia ma pure una inconsapevole resistenza a lasciarmi andare. Se poi ci scivolo, sogni orrendi. Uno che metteva bombe in ascensore e due ragazzi che salatavano in aria. Mi sveglio così e fino alle 11 tengo botta alla paura del tremore. Poi mio padre racconta delle sue bravate di gioventù, lo ascolto, provo almeno ma spinge di nuovo ansia, tremore, misto di nostalgia per suoi racconti, di rabbia per ciò che non ha fatto per me e mio fratello in passato, emerge di tutto. Mi metto a fare faccende e dal balcone dove ci sta sole rivado verso stanza mia col buio del corridoio e li nella testa il mostro mi è uscito, pareva fossi in un film del terrore od orrore che non vedo mai. Perché mi fanno paura. Gli do un simbolo di vita nel sole luce e di morte nel rientrare nel buio della stanza. Morte di cui ho una paura atavica e accresciuta da una casa mortifera dove ho visto di tutto di più della mia famiglia, malattie, feretro di nonna voluto tenere prima della sepoltura da parte di mamma. Sono cose che so, che ho dentro. La paura della morte si accompagna alla paura della follia. Che è salita poco fa forte perché sembra come se debba uscire un evento terribile, ma io non ho avuto abusi o cose così. Certo di traumi diversi sicome i citati e le angosce di mamma ecc.. Ma così sto impazzendo? È come nei film di tensione dove la protagonista ha incubi di qualcosa che non ricorda appunto terribile. Io non voglio diventare psicotica o paranoica. Prendo un ansiolitico il giorno e gocce naturali di notte, ma non può una con un travagliato passato di aria mortifera, di colpo oggi stare così. Vorrei risvegliarmi come se fosse tutto un incubo. Sto andando da una terapeuta da poco, le racconterò ciò. Ma io ora ho fifa nera. So che il cambiamento, i cassetti tenuti a bada perché non potevo avere spazio per me, poi fanno venire fuori i famtasmi, ma ripeto neppure una che è stata violentata ha ciò. La terapeuta dice che non sono matta, ma sofferente per lo tsunami che vivo. Idem uno psichiatra visto 2 volte, che ho anche una grande intelligenza ma io non posso vivere con la terapeuta 24h. E se di notte, di giorno, nel sonno sogno addirittura cose orrorifiche o di terrore, così mi gioco il cervello o mi piglia un colpo. Ho con la paura della follia, che possano pigliarmi cose strane che a volte leggo, tipo allucinazioni. Non voglio più vivere con ste paure ma nonostante l ansiolitico preso da poco, nell anima o psiche, mi sento come in un film di terrore orrore. Ho 49 anni, tutta la vita ho avuto ansie sensazioni strane e vabbe arginavo, duravano di meno. Ora piu esce consapevolezza di una vita che non va, dei lutti, dei dolori, paure ecc... Piu sto male? Devo fare cose, al PC ma sto in preda del mio malessere che poi diventa stanchezza. Se non ho il terapeuta h24 come spazzo via il nero e il terrore in me come sto ora? Non è un farmaco che poi non mi pare siano di aiuto più di tanto.. Io non voglio avere tutto ciò. Voglio vivere togliendo tutte le paure di una vita. Non voglio più pensare sto impazzendo? Ho i mostri o fantasmi di un qualcosa che non so. Io voglio vivere meglio ma sto perdendo la fiducia. Mentre vi scrivo ho quel malessere, che è giustificato in un sogno violento come il su raccontato delle bombe, ma ora sto sveglia e perché sto così? Aiutoooo S
Ps. Le solite.. Respira, distraiti, non mi aiutano con sti livelli di malessere ed allora si diventa matti o cosa mi succede? Non voglio finire in un reparto psichiatrico.. Non ho mai fatto uso di droghe, e adesso mio padre mi parla, sento un misto di panico terrore che ha a che fare pure con lui. Ma non si campa così.
Salve, la situazione che descrive è emotivamente pesante e sicuramente molto angosciosa. Ha fatto benissimo ad intraprendere una psicoterapia e a vedere uno psichiatra, cerchi di sopportare e tenere duro perché questa è la strada migliore (se non l’unica) di risolvere la situazione un passo alla volta.
Un abbraccio
Marta Calderaro

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Buongiorno. Credo che il suo scrivere qui possa essere un tentativo di autocontrollo e contenimento. Il mondo reale però va visto, in modo da potervisi adattare al meglio. Confidi negli appoggi che è riuscita a trovare e soprattutto su se stessa che li ha richiesti
Gentile signora, le appoggio l’idea di riportare alla sua terapeuta quanto scritto in quanto quello è l’unico spazio adeguato in cui quei contenuti possono essere elaborati e possono arricchire il lavoro che state svolgendo. Sia paziente e se la scrittura la aiuta, continui a tenerla come strumento di auto osservazione ma in modalità privata.
Saluti. E.C.
Buonasera, le suggerisco di parlare di tutto questo a un terapeuta, sicuramente gli aspetti da elaborare sono molti e qui diventa impossibile darle un supporto anche parziale. Per le situazioni traumatiche una buona tecnica è l'EMDR..si informi su chi lo utilizza nella sua zona. In bocca al lupo.
Buongiorno, il fiume di emozioni di cui parla sembra straripare dal suo scritto.. la sua paura è proprio questa, essere travolta dalle emozioni e impazzire. La terapia la aiuterà a contenere questo fiume in piena, ma per costruire gli argini ci vuole tempo . La scrittura è senz’altro di aiuto, come sostengono le colleghe e suggerisco anche io di continuare ad utilizzarla.
Anche il farmaco contribuisce a costruire gli argini di contenimento; proseguendo con entrambi (farmaco e sedute) Le auguro di trovare la serenità che merita dopo tanto dolore.
Saluti cari
G.C.
Buongiorno. credo che sia difficile vivere senza pelle come lei, nel senso che è continuamente "travolta" dalle sue emozioni, senza che possa avere alcun filtro che le permetta di fare una vita più normale. Lei, giustamente, dice che non si può vivere con uno psicoterapeuta 24 ore al giorno, eppure dovrebbe diventare così, perchè nella relazione analitica, di cui sono specialista, tra paziente e psicoterapeuta si dovrebbe sviluppare una relazione ricca e nutriente, tale da non farla mai sentire sola, anche quando, inevitabilmente, lo psicoterapeuta non ci può essere. Quindi, l'incontro di una volta alla settimana per circa un'ora, diventa un faro che la illumina per il resto della settimana. In più, nella relazione terapeutica, acquisisce quegli strumenti che dopo qualche tempo è in grado di "camminare" da sola, in un mondo che ha imparato a guardare con occhi diversi, perché è questo il senso della psicoterapia. Si cerchi un bravo terapeuta, che sia in grado di darle tutto questo. Cordialità, Enrico Piccinini
Buonasera. Da quello che ha scritto emerge la sua grande sofferenza. Psicoterapia e farmaco sono la soluzione che suggerirei anche io. Continui su questa strada che credo la migliore percorribile. Buona serata Chiara Tomassoni
Salve, dalla sua domanda traspare tanta ansia e sofferenza, lei ha vissuto tanti traumi e come ha scritto una mia collega in una risposta precedente il modo migliore per risolvere i traumi è la terapia EMDR. Tramite tale terapia si elaborano i traumi accaduti nella nostra vita, e non li vedremo più davanti a noi ma dietro di noi. Inoltre ha fatto bene ad eseguire una psicoterapia ed in questo momento carico di ansia e di angosce anche una terapia farmacologica le farà bene per tranquillizzarla, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, le sue prime parole rappresentano l'immagine più nitida della sua descrizione: Un FIUME! percepisco la differenza di ciò che scrive e nel doverlo in qualche modo contenere ogni giorno nella vita quotidiana.Sono a disposizione se volesse fare un passetto in più, permettendosi di dare uno spazio anche fisico oltre che virtuale a questo fiume che ha il diritto di esserci, di scorrere e di trovare uno sbocco prima o poi ;-) mi contatti pure
Buongiorno, si percepisce la necessità di contenere questo "fiume in piena" e soprattutto il desiderio di trovare una soluzione il prima possibile che possa aiutarla a stare meglio. Lei è già sulla giusta strada: sta facendo una psicoterapia, ha consultato uno psichiatra; insomma si sta prendendo cura di sé e deve continuare a farlo.
Co rdiali saluti
Barbara
Salve. Oltre alle cure che ha già iniziato le potrebbero essere utili sia interventi sul ritmo della regolazione basati su attività psicologiche del sistema vagale che sessioni di esperienze immersive mirate con VR.
Buongiorno, concordo coi colleghi che le dicono che psicoterapia e farmaci sonk la via migliore. Mi verrebbe solo da chiederle il motivo per cui malgrado tutto questo senta il bisogno di scrivere e chiedere aiuto altrove. Forse la cosa migliore è parlarne all’interno della sua psicoterapia. Cordiali saluti
Cara Signora,
le suggerisco di continuare ad affidarsi ai colleghi con cui sta intraprendendo un percorso. Quello che scrive è un fiume che straripa lo spazio terapeutico ha come funzione anche di contenere questi momenti di grande dolore.

Buon proseguo di giornata.
Dott. Riccardo Caboni
Condivido pienamente la sua decisione, già rinforzata dai colleghi che le hanno risposto, di iniziare un percorso di psicoterapia. I farmaci, come giustamente lei dice, hanno l'effetto di un tampone, possono contribuire a offrirle una maggiore tranquillità nelle incombenze quotidiane, ma non risolvono un problema. Faccio sempre notare ai miei pazienti che i vissuti di una vita intera non si risolvono con qualche goccia di ansiolitico, né con una manciata di colloqui. La invito a instaurare un rapporto di fiducia con il suo terapeuta, e soprattutto di avere pazienza, poiché elaborare tutte queste emozioni e pensieri è un processo lungo, che è fatto anche di comprensibili momenti di sconforto. Mi sento di sottolineare che questi pensieri, queste emozioni da cui si sente travolta, altro non sono che parti di lei, che chiedono soltanto di essere ascoltate. Lo spazio della relazione terapeutica è il luogo più indicato e il più sicuro per affrontare questi temi, perciò la incoraggio a portare tutto ciò all'attenzione del terapeuta che la segue.
Salve! I momenti terrificanti che lei descrive e l'ansia che li accompagnano non sono facili da vivere, ma ha già intrapreso un percorso, gli dia il tempo di funzionare. Credo che quello sia il miglior posto dove potere dare voce e soluzione ai lutti che ha vissuto e a ciò che oggi mette a dura prova le sue energie. La paura di impazzire può essere collocata all'interno del quadro di ansia e angoscia che prova.
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara Signora,
penso che il percorso intrapreso la aiuterà più di qualsiasi altro intervento. In certe fasi il farmaco è necessario e ha bisogno del suo tempo per trovare il giusto equilibrio con le sue risposte fisiologiche che un esperto saprà interpretare al meglio. Non penso che ci sia un tempo standard per l'elaborazione delle nostre esperienze, conflitti e dolori, ognuno di noi sceglie, o non può scegliere altrimenti di fare, quando la vita e le circostanze ci costringono . La psicoterapia non è certo un percorso semplice e indolore ma forse necessario per trovare un nuovo equilibrio e la serenità alla quale ognuno di noi ambisce. Le auguro di ritrovare la fiducia e la speranza di un tempo migliore che arriverà sicuramente affidandosi alle giuste "mani".
Un cordiale saluto.
Salve,
è molto importante che in questo momento della sua vita lei stia già seguendo un percorso terapeutico, seppur da poco tempo.
Parli, quindi, con il suo terapeuta di tali pensieri e sensazioni e magari valuti anche la possibilità di effettuare un colloquio psichiatrico in modo da ricalibrare la sua terapia farmacologica, che non può essere "fai da te".
Saluti.
Gentile utente sono pienamente d'accordo con i miei colleghe che la spronano a continuare il percorso terapeutico da lei intrapreso, ricordandelo l'importanza e la efficacia. In bocca al lupo

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