Non sto bene. Ho 25 anni. Mi sono lasciato due settimane fa dopo una relazione di un anno e mezzo d

23 risposte
Non sto bene. Ho 25 anni.
Mi sono lasciato due settimane fa dopo una relazione di un anno e mezzo dove abbiamo convissuto per 6 7 mesi, per due settimane ho finto che andava tutto bene ma ora sto crollando.
Mangio poco e vomito.
Non dormo, non lavoro e piango.
Tremo e quando sono in macchina da solo urlo e mi sfogo in un modo disumano.
Non sto più bene e anche quando scrivo piango. Ho vomitato mezz ora fa l ultima volta.
Vorrei sapere come riprendermi, mi sento a pezzi, quando esco esco solo per giocare d azzardo. Non sto bene che posso fare?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi, identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Glenda Nibbioli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buon pomeriggio, mi dispiace per il momento di crisi che sta vivendo. Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista che la può aiutare per trovare della giuste strategie per affrontare questo brutto periodo. Sono a disposizione, anche online. Saluti. Dottoressa Glenda Nibbioli.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo, qualche volta capita che una rottura sentimentale possa provocare reazioni emotive molto intense e procurare sofferenza. Frequentemente accade perché il legame con la persona amata rappresenta anche il crocevia di vicende emotivo-affettive e conflitti che fanno parte della storia di ogni persona. Fa poi un vago accenno ad un ritiro sociale e al gioco d’azzardo: occorrerebbe capire in che misura e con quale modalità questi comportamenti si inseriscono nella sua esperienza di delusione. Qualora non riuscisse a fronteggiare il disagio che descrive, è opportuno chieda un aiuto. SG
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Rompere una relazione è un evento che porta con Sé sempre emozioni intense e difficilmente gestibili. Se sente di essere in difficoltà, può chiedere aiuto. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a superare questo difficile momento. Purtroppo non esiste un consiglio che possa darle che possa essere risolutivo: situazioni complesse richiedono il giusto tempo e spazio. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott. Gianfranco Peragine
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Terapeuta
Grumo Appula
Gentile utente, la rottura di una relazione è quasi sempre foriera di sentimenti di tristezza, rabbia, angoscia e abbandono che necessitano del giusto tempo per essere elaborati. E' un "lutto" a tutti gli effetti. Se sente di non riuscire ad affrontare tale momento, di non avere le risorse necessarie per superare tale situazione, un supporto psicologico può esserLe di aiuto. Resto a disposizione, anche online.
Saluti. Dott. Peragine.
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace per quello che sta vivendo, la fine di una relazione è un dolore molto forte, ma si può superare. Cerchi un collega e si faccia aiutare a rimettere in sesto. Scoprirà che potrebbe uscirne meglio di prima.
Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. La rottura di una relazione è paragonabile a un lutto, alla perdita di una persona cara con l'aggravante che si aggiunge un vissuto di rabbia, frustrazione e abbandono. Il dolore si esprime e manifesta in vari modi, il suo molto somatizzato. Sono passatesolo due settimane, si dia il tempo per vivere ed elaborare il dolore e la rabbia per la perdita. Se dovesse sentire il bisogno di un sostegno, si conceda la possibilità di farsi aiutare e si rivolga ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla a comprendere come mai vive questa situazione con un malessere così intenso, ad indagare sulle cause e a esprimere e ad elaborare i vissuti emotivi collegati alla situazione che sta vivendo. Distinti saluti
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve, forse è arrivato il momento per contattare uno psicoterapeuta per valutare con lui la situazione. Non veda questa possibilità come un fallimento ma la pensi con un momento in cui si può permettere di riflettere su alcuni suoi comportamenti e sulle motivazioni sottostanti. Di solito questo consente una riorganizzazione complessiva che le potrebbe risultare utile anche in molto altri ambiti. Ovviamente la decisione è sua ma esiste la probabilità che lei possa modificare i suoi vissuti rileggendone i significati. Un cordiale saluto
Dott. Matteo Caporale
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, sono passate poche settimane e la ferita è ancora aperta: la fine di una relazione può portare a reazioni emotive e/o somatizzazioni anche molto intense come quelle da lei descritte, a volte difficili da gestire.
Se pensa di aver bisogno di un aiuto per superare questo momento di difficoltà può valutare di richiedere un primo colloquio di supporto psicologico. Sarebbe uno spazio solamente per lei in cui rileggere, sotto un altro punto di vista, quello che le sta accadendo.
Un cordiale saluto
Dott. Valerio Mura
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buongiorno. Sicuramente due settimane sono poche per potersi riprendere da solo da un evento per lei traumatico. Ciò si evince dalle parole che ha usato e dai sintomi che sono arrivati dopo quell'evento. Essi sono troppo forti, cioè va bene ed è normale che le viene da piangere, ma il fatto che vomiti, che non dorma, che non riesca a lavorare, lo sfogo rabbioso, il ritiro sociale e il gioco d'azzardo sono dei sintomi importanti che le consiglio di affrontare al più presto con un terapeuta. Non lasci passare troppo tempo, perché il rischio è che invece di migliorare possano fissarsi. Un caro saluto, dott. Valerio Mura
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Caro Utente,
indubbiamente la ferita per la storia terminata è ancora aperta; oltre a questo lei ci racconta una sofferenza importante che meriterebbe di essere approfondita all'interno di uno spazio personale, con calma più informazioni.
Prenda in considerazione l'opportunità di un percorso psicoterapeutico. Potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Dott.ssa Matilde Ciaccia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, comprendo il malessere che sta vivendo. Spesso una rottura affettiva può essere vissuta come un vuoto e una perdita. Mi pare di capire che questo momento emotivamente critico lo stia affrontando con molta difficoltà e utilizzando modalità che spesso possono generare ulteriori disagi, come il gioco d'azzardo. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per comprendere in modo più approfondito i significati e i vissuti emotivi associati alla rottura affettiva, al fine di individuare nuove e alternative possibilità di azione e strategie che siano benefiche per lei.
Resto a disposizione. Un cordiale saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Salve, mi dispiace molto per quello che sta passando e provando. Capisco che la fine di una relazione sia come affrontare un lutto. E' una forma diversa di abbandono ed è dolorosa, lo so. E' utile per stare meglio elaborare questo evento negativo e comprendere quali strategie può potenziare per stare meglio. Pensare di rivolgersi ad un professionista per elaborare i suoi vissuti, le sarà d'aiuto. Capisco che la fine di una relazione ha delle ripercussioni su vari aspetti della vita (ad esempio relazioni sociali, alimentazione, sonno, lavoro ...) e attraverso un sostegno psicologico avrà l'occasione per migliorare anche questi aspetti. Inoltre individuare i pensieri disfunzionali relativi alla perdita è un obiettivo importante da perseguire in un lavoro psicologico.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione.
Rimango a disposizione per dubbi e domande
In bocca al lupo!
Buona giornata
Dott. Simone Tealdi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
come prima cosa smetta subito di giocare d'azzardo. Sta rischiando di infilarsi in una situazione molto pesante.
Per il resto, inizi al più presto un supporto psicologico in modo che sia aiutato ad uscire da questo brutto momento.
Dott Tealdi
Dott.ssa Federica Curci
Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, mi dispiace molto per quello che sta vivendo. Spesso le rottura sentimentali possono renderci più vulnerabili e provocare reazioni emotive molto forti. Il mio consiglio è di contattare un terapeuta in modo da approfondire meglio e sfogare questo dolore, prima che si infili in meccanismi pericolosi. Resto a disposizione, i miei più cari saluti, Federica Curci
Dott. Andrea De Lise
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Napoli
Mi dispiace tanto per la situazione che sta vivendo. La ferita dovuta alla rottura della relazione è ancora aperta e questo può comportare diverse reazioni emotive e non solo. Ciò che le consiglio è di rivolgersi a un professionista, così da uscire quanto prima e meglio da questo brutto periodo.
Resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti, dott. Andrea de Lise
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Mi spiace molto per la sua situazione, mi sembra positivo che lei ne abbia consapevolezza del suo stato di malessere. Potrebbe esserle d'aiuto il confronto con un professionista, in modo da affrontare le difficoltà attuali e più in generale il tema della separazione. Rimango a disposizione per qualsiasi informazione. Cordiali saluti
Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno.
Il dolore della perdita di un amore è forte, ma lo si supera affrontandolo e ritrovando la sicurezza dentro di sè. Può non farlo da solo, ma con il sostegno di un professionista in modo tale che abbia uno spazio in cui poter condividere il suo dolore ed elaborarlo in modo funzionale.
Inoltre, il gioco d'azzardo come ogni dipendenza o possibile dipendenza, trova le sue radici in una sofferenza emotiva tale per cui può essere molto importante essere supportato ad affrontare questo periodo di vita molto doloroso.
Si prenda cura di sè.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Dott.ssa Laura Mangione
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco quanto stia soffrendo, e il dolore che descrive è forte e reale. In questo momento, sembra che ogni parte di Lei sia travolta da un senso di perdita e disperazione, e la sensazione di vuoto e smarrimento può apparire schiacciante. Il fatto che stia anche cercando di esprimere questa sofferenza, però, è un primo passo importante, anche se difficile.

L'angoscia e la profonda reazione fisica che descrive – il tremore, il pianto, l'insonnia, il vomito – sono segnali di quanto il Suo mondo interiore sia in tumulto. In situazioni simili, può essere di grande aiuto trovare uno spazio sicuro con un terapeuta, che possa accompagnarla a dare forma e senso a queste emozioni, portando gradualmente ordine nel caos interno. Nelle prime fasi di un percorso terapeutico, si riesce spesso a sciogliere nodi emotivi che sembrano irrisolvibili, scoprendo risorse che fino ad ora potrebbero esserle sembrate inaccessibili.

Le assicuro che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di cura verso sé stesso. Con il tempo, con la guida di un professionista, è possibile esplorare e comprendere le radici di questo dolore, trovando vie per alleviarlo. Non deve affrontare tutto questo da solo: ci sono modi per cominciare a risalire e ritrovare la serenità che merita.
Cordialmente, Dott.ssa Laura Mangione , psicologa
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, il dolore che sta vivendo è palpabile e riflette la difficoltà di affrontare una rottura significativa. È comprensibile che il termine di una relazione, specialmente quella in cui c'è stata una convivenza, possa generare un profondo senso di perdita e confusione. Le reazioni fisiche che descrive, come il vomito e l’assenza di appetito, sono manifestazioni di un forte stress emotivo che può bloccare la capacità di affrontare la quotidianità. La sua ricerca di sfogo attraverso il gioco d'azzardo potrebbe rappresentare un tentativo di distrazione dalle emozioni dolorose che sta affrontando, ma rischia di diventare un ulteriore fattore di stress. È fondamentale, in questo momento, concedersi il permesso di sentire il dolore e la tristezza senza giudicarsi. Considerare un supporto professionale, come la terapia psicologica, può offrirle uno spazio sicuro in cui esplorare le sue emozioni, affrontare il lutto e lavorare sulla gestione dell'ansia. Inoltre, creare un sano rituale quotidiano, anche se piccolo, potrebbe aiutare a ristabilire un senso di routine e controllo. È importante che si prenda cura di sé in questo periodo difficile e non esiti a cercare aiuto per non affrontare questo momento da solo.
Se desidera continuare questa conversazione e ricevere ulteriori supporti, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott. Claudio Cianci
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Caro lettore mi chiedo il perché di una reazione così viscerale che merita un approfondimento con un esperto. Resto a disposizione, il Doc!
Dott.ssa Giuditta Sposito
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Brusciano
Gentile utente la fine di una relazione è un lutto vero e proprio, le emozioni che vengono fuori sono tantissime e ovviamente legate alla sua personalità, formata dalle esperienze e dai contesti che hanno caratterizzato la sua vita.
Superare un lutto non è facile ma ricomporre la propria vita è un viaggio di crescita, un professionista la può aiutare e ne verrà fuori più forte di prima
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, quello che sta attraversando è un momento di grande dolore e smarrimento, e la sofferenza che descrive è comprensibile, profonda, quasi totalizzante. Quando una relazione finisce, soprattutto se era diventata una parte importante della propria vita quotidiana e affettiva, si genera un vuoto che può sembrare ingestibile. Il corpo e la mente reagiscono insieme: il pianto, la perdita di appetito, il sonno disturbato, la sensazione di tremore o di urgenza nel liberarsi di ciò che si prova, sono modi con cui il sistema emotivo tenta di elaborare una perdita che non è solo sentimentale, ma anche identitaria. È come se una parte di sé si trovasse improvvisamente senza un punto d’appoggio. Non c’è nulla di “sbagliato” in quello che prova, anche se al momento tutto appare ingestibile. Spesso, nelle prime settimane dopo una separazione, si vive una fase di shock in cui si alternano momenti di disperazione e altri in cui si cerca di fingere che vada tutto bene. È un modo di difendersi, di cercare di tenere insieme i pezzi, ma quando la mente non riesce più a sostenere quella tensione, il dolore affiora con tutta la sua forza, come sta succedendo a lei ora. È un segnale, non di debolezza, ma di quanto quella relazione fosse significativa, di quanto bisogno ci sia di rimettere ordine dentro di sé. È importante, in questo momento, concedersi il diritto di stare male, senza giudicarsi. Il dolore non va negato né scacciato, ma contenuto. Si può iniziare da piccoli gesti di cura quotidiana: provare a riprendere un ritmo minimo, anche se non ci si sente pronti, cercando di dormire un po’ di più, di mangiare qualcosa di leggero, di uscire di casa per respirare aria o camminare anche per pochi minuti. Piccole azioni, ripetute, aiutano a ridare al corpo un senso di stabilità e al tempo stesso comunicano alla mente che, anche nel dolore, c’è ancora una possibilità di andare avanti. Capita che, nei momenti di sofferenza acuta, si cerchi sollievo in comportamenti che sembrano dare una distrazione immediata, come il gioco d’azzardo o altri impulsi simili. Non lo giudichi, lo consideri come un segnale: sta cercando una via per sfuggire a un dolore troppo intenso. Tuttavia, queste fughe spesso lasciano un senso di vuoto ancora più grande. Provi, quando può, a non restare completamente solo. Anche solo parlare con una persona fidata, un familiare o un amico, può alleggerire un po’ il peso. Se sente che il dolore è troppo forte per gestirlo da solo, chiedere un aiuto psicologico non è un segno di debolezza, ma un atto di cura verso sé stesso. Un percorso di sostegno può aiutarla a ritrovare un equilibrio, a rimettere ordine tra pensieri, emozioni e comportamenti che oggi le sembrano fuori controllo. Ricordi che questo momento, per quanto devastante, non durerà per sempre. Le emozioni che oggi sembrano schiacciarla perderanno intensità con il tempo, soprattutto se imparerà a trattarle con rispetto e a concedersi la possibilità di guarire. Dentro di lei ci sono ancora risorse che ora non riesce a vedere, ma che torneranno a farsi sentire poco alla volta, attraverso la pazienza e la cura quotidiana. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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