Non richiedo una risposta….anche perché non è una domanda ma uno sfogo…. Entrambi i miei genitori

20 risposte
Non richiedo una risposta….anche perché non è una domanda ma uno sfogo….

Entrambi i miei genitori sono vivi. Le volte in cui ho incontrato mia madre si contano in una mano e con mio padre sono cresciuta sette anni. In resto della vita tra orfanotrofio, famiglie affidatarie (con visite di mio padre) e sola. Sono andata a vivere effettivamente senza genitore a 17 anni, da li non sono più ritornata da mio padre. Lui si è fatto una nuova famiglia, una moglie e due figli. Io sola. Mi sento in realtà come se avessi avuto un genitore per solo 7 anni in 23 anni della mia vita. Mi sento un’ orfana a volte. Non riesco ad essere affettiva con mio padre, lui non sento lo sia mai stato con me (a parte le visite in orfanotrofio). Quando vivevamo insieme c’ era solo freddezza e litigi. Faccio fatica ad aprirmi alle persone. Vorrei essere come i miei coetanei, non sentirmi un peso e avere la mia carriera. Avrei voluto studiare….Non ho più vitalità, la depressione mi caratterizza e forse mi è sempre in fondo caratterizzata sono arrivata forse alla fine. Vorrei provare ad essere normale prima di andarmene via da questa vita. Ho pensieri suicidi ma so che è un gesto irreversibile e per questo che dico prima di andarmene vorrei provare ad essere normale. A questo punto senza sogni, obbiettivi almeno vorrei provare a trovare un compagno di vita che mi supporti. Vorrei avere un compagno con senso di famiglia che ama crescere i bambini per poi diventare ragazzi, adulti, anziani senza mollarli mai come mi sento io. Mio padre mi ha chiesto di fargli visita, non credo di volerlo mai più vedere in vita mia. Non credo sappia quanto male mi abbia fatto e vorrei ripagare il mio dolore non mostrandogli affetto, trattarlo come una persona qualunque e se possibile non vederlo più….mi fa una persona cattiva? Non sono nata così.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive e comprendo il disagio connesso. Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto con un professionista al fine di indagare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi per trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare coi pensieri rigidi e maladattivi che impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Presto a disposizione, anche on-line. Cordialmente, dott FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Alessandra Montalto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bergamo
Ciao, nella tua domanda finale non vedo cattiveria ma sofferenza, sensibilità, empatia, dispiacere... descrivi anni molto difficili e di solitudine, ma in quello che scrivi mi arriva anche un forte desiderio di produrre del bene e, soprattutto, di riparare, donando ad altri bambini ciò che senti di non avere avuto tu. Scrivi di non avere vitalità, ma nel tuo desiderio trasmetti tanto calore e una spinta generativa, la volontà di affidarti e di lasciarti supportare. Sfrutta queste tue risorse e regalati la possibilità di scoprire cosa puoi fare. Se in questo momento non hai la possibilità economica, prova a cercare dei servizi come consultori in cui iniziare a costruire un tuo spazio e una rete di supporto, piano piano capirai come proseguire. Buona continuazione, Dott.ssa Alessandra Montalto
Dott.ssa Marika Fiori
Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Non credo sia giusto definirti una persona cattiva..la solitudine ti ha sempre accompagnata e questo non è affatto giustizia! Hai però an ora una vita davanti e tanto da dare, tanto ancora ti meriti. Trova qualcuno che sia in grado insieme a te di mettere in fila ciò che hai vissuto, la strada è lunga ma possibile. Un abbraccio
Dottssa Marika Fiori
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non è questione di cattiveria ma di reazione all’ esperienza di solitudine che ha vissuto e tutt’ora vive.
Le emozioni non vanno cancellate ma sono la traccia di ciò che viviamo. È il significato che va colto alla luce della nostra storia. Se ha possibilità si prenda cura di se attraverso un percorso psicologico. Troverà risorse dove pensava di non averle.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Se in questo momento non vuole vedere suo padre, non è per cattiveria. Sta rispettando il suo vissuto di dolore che le fa sentire buono per sé stare lontana da suo padre. Anche i suoi genitori hanno rispettato il loro limite di non riuscire ad essere dei buoni genitori per lei, facendo le scelte che le hanno creato sofferenza. Rispetti il suo bisogno, anche quello di essere arrabbiata, senza sentirsi cattiva. Se si rispetta, forse un giorno, potrebbe anche sentirsi pronta a voler incontrare suo padre ma per sua decisione e non per rispondere a una richiesta di lui. Perché come lei ha affermato, non è così, non è cattiva. Infatti la sua lettera parla di tanta sofferenza, che non le ha impedito di parlare anche di amore. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Dr. Marco Franceschini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Ciao, ho letto con interesse la tua storia familiare, caratterizzata da fallimenti relazionali e traumi per aver subìto abbandono e rifiuto. Ma allo stesso tempo si percepisce in ciò che scrivi, molta vitalità che chiede di essere 'tirata fuori', se così si può dire. Per quanto riguarda la cattiveria, beh ritengo si possa parlare forse di rabbia, e questa, può essere un emozione che ci protegge dai torti subiti e non vuol dire affatto essere cattive persone.Talvolta un pensiero di suicidio può nascondere un forte desiderio di cambiamento e stravolgimento della propria condizione esistenziale. Puoi iniziare ad osservare la tua storia senza giudizio, ma con sentimento e rispettare ciò che provi. Puoi far leva sui tuoi desideri e riscattarti. In bocca al lupo!
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve, senz’altro la sua è una storia difficile che più che te rendere cattivi, lascia segni, ferite che andrebbero fatte guarire.
Lei dice di non cercare risposte e lo comprendo, ma ha mai pensato di poter raccontare la sua storia in uno spazio protetto in cui sentirsi al sicuro?
Credo che la aiuterebbe moltissimo.
Un caro saluto,
Giada Bruni
Dr. Ivano Ancora
Psicoterapeuta, Psicologo
Torino
Ciao,
hai proprio ragione: non si nata così!
La fregatura è che non possiamo scegliere la famiglia in cui nascere.
Quella che ti è capitata ti vede orfana di nome, anche se non di fatto!
Una Parte di te ti dice che hai il DIRITTO di sentirti amata (e di AMARE), un'altra è terrorizzata da questa prospettiva ("e se fossi di nuovo rifiutata?"
Due prospettive entrambe ricche di senso. Come conciliarle? Forse con un percorso di crescita e arricchimento quale una psicoterapia?
Probabile, ma è una scelta impegnativa che nasce dalla convinzione che con certe premesse non si può che soffrire, ma la sofferenza non è il tuo Destino. Meriti di meglio!!
Cordialmente.
Ivano Ancora,
Dott.ssa Ilenia Corradin
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Mi dispiace molto per come ti senti..dalle tue parole traspare molta rabbia. Credo ci sino molte domande e molti pensieri in te, che ti fanno stare male e credo anche che a volte si tenda a colpevolizzarsi o a credere di non essere abbastanza visto ciò che il destino ti ha riservato.
Questi pensieri pensieri rischiano di farti molto male, per questo credo sia utile che ti affidi ad un professionista che ti aiuti a scoprire chi veramente sei, i tuoi punti di forza (ci vuol molta forza a crescere da soli) e i tuoi punti fragili perchè tu riesca a proteggerli e prendertene cura.
Scoprirai poi che tu sei altro rispetto ai tuoi genitori e che la vita ti può riservare delle belle sorprese.
Buona giornata
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buonasera, mi spiace molto per la sua storia di vita e per la sofferenza che si porta dietro. Ha mai pensato a rivolgersi ad uno psicologo? sicuramente potrebbe aiutarla ad affrontare e ad elaborare le sue ferite, per poter fare oggi delle scelte differenti. Un caro saluto
Dott.ssa Elena Saporiti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi è arrivata forte tutta la sua sofferenza e solitudine. Scrive che la sua non è una domanda ma uno sfogo e che vorrebbe sentirsi normale prima di andare via da questa vita. Purtroppo nessuno può scegliere in che famiglia nascere e spesso si devono fare i conti con situazioni davvero difficili e, oserei dire, anche ingiuste per molti bambini che non chiedono di venire al mondo. Ora lei è una giovane donna, sicuramente rispetto alla maggioranza dei suoi coetanei ha attraversato momenti dolorosi e pieni di solitudine. Sento anche tanta voglia di riscatto e ottimismo verso il futuro, per questo le consiglio di riprendersi in mano la sua vita, guardare ed elaborare il suo passato per costruirsi un futuro "libero" dai suoi vissuti. Farsi aiutare attraverso una terapia, le consiglierei un professionista che utilizzi anche la terapia EMDR, potrebbe davvero aiutarla a sentire che lei non è "cattiva" ma è una persona di valore e degna di amore, e per questo potrà trovare una persona che le stia accanto che la faccia sentire così. Le auguro buona fortuna per il suo futuro.
Dott.ssa Serena Mottura
Psicologo, Psicoterapeuta
Cassano Magnago
Buongiorno ho letto la tua richiesta o comunque il tuo sfogo. La tua storia è dolorosa e segnata dall'abbandono, dici di sentirti orfana e un po' lo sei, anche se occasionalmente vede il tuo papà. La freddezza che c'è tra voi e la vostra fatica relazionale è comprensibile, non avete costruito una relazione e non mi sorprenderei se tu riferissi di essere anche arrabbiata, io al tuo posto lo sarei. Comprendo molto bene il tuo desiderio di vivere la tua età e di essere più spensierata, credo però che per riuscirci sia opportuno intraprendere un percorso con un professionista. In questo percorso potrai imparare a costruire una buona relazione solida, da trasferire nelle tue esperienze esterne e costruire la tua vita come la desideri.
Dott.ssa Monica Mellone
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Arcore
Buongiorno, prima di tutto le voglio dire che mi dispiace per le dure prove che la vita le ha messo davanti e comprendo il suo dolore e il suo senso di smarrimento. I genitori sono le nostre radici e dunque qualcosa che ci da le basi da cui partire per costruirci un futuro. E' anche vero però che la sua storia passata non le impedisce di costruirsi il suo futuro nel miglior modo possibile.
Le suggerisco una terapia psicologica per poter affrontare i fantasmi del passato e trovare in sè le risorse per costruirsi un futuro solido, felice e soddisfacente.
Resto a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dottoressa Monica Mellone
Dott.ssa Aida Francomacaro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, quello che ha descritto è molto doloroso e mi dispiace per quello che ha dovuto vivere. Le radici sono importanti per la nostra crescita. Il passato non si può cambiare ma si può costruire il futuro. Se ha una visione del suo futuro e il desiderio di un compagno e di figli è un punto di partenza è una speranza da cui partire considerando anche l'aiuto da parte di un professionista. Buona fortuna
Dott.ssa Anna Maria Gioia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buonasera,
ha ragione, non è colpa sua e non la definirei assolutamente una persona cattiva, Quello che descrive è un grande vuoto che si porta dentro e che caratterizza la sua vita per tutto ciò che non ha ricevuto dai suoi genitori. Anche la rabbia che prova verso suo padre non la rende una persona cattiva, ma una persona con una sana rabbia per ciò che non ha avuto e che non è stata lei a scegliere. Credo che questo sia un grande dolore che accompagna la sua vita. Non è possibile cambiare il passato, ma è possibile cambiare il suo presente e il suo futuro. le consiglio di intraprendere un percorso terapeutico con un professionista che possa accompagnarla nell'avere una vita più piena e nel curare le ferite del suo passato.
Le auguro ogni bene.
Cari Saluti
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
E qualora fossi cattiva, che succederebbe? Non sei cattiva, sei arrabbiata, non avevi chiesto tu di nascere e i tuoi genitori con quello che hai passato, genitori non sono riusciti a farlo. Nonostante le deprivazioni, la mancanza di costruzione di legami affettivi, sei oggi quella che sei. Una ragazza intelligente, profonda, consapevole con dei desideri connaturati all'età, sani e di amore. Ciò vuol dire che nonostante i danni che ti hanno fatto, non sono riusciti a rovinarti. Certo faticherai il doppio, il triplo, ma ci sei, sei centrata e guardi al futuro. Solo che ancora una volta devi farlo da sola questo futuro, ma ne hai di resilienza. , Ti suggerisco un percorso psicoterapeutico per affrontare il futuro. Non so la tua situazione economica, ma attivati per avere le risorse per pagarti questo percorso. E' importante. Un carissimo saluto, rimango a disposizione e mi raccomando, forzaaa!, dott.ssa Silvia Ragni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno. Non è una persona cattiva per il fatto di provare questi sentimenti verso suo padre. Il dolore e le esperienze vissute da bambina, con la distanza emotiva e fisica da parte di chi avrebbe dovuto esserle vicino, hanno comprensibilmente lasciato delle ferite. Ciò che prova è una reazione normale a queste esperienze difficili.

Se sentisse il bisogno di esplorare meglio queste emozioni e capire come affrontare il rapporto con suo padre e la sua visione di sé stessa, potrebbe essere utile un supporto psicoterapeutico. Esistono approcci, come quelli delle metodologie attive (come lo psicodramma), che permettono di lavorare anche in modo non solo verbale, facilitando l'espressione del proprio vissuto in un contesto sicuro.

Nel frattempo, cerchi di essere gentile con sé stessa: i sentimenti che prova sono legittimi e, affrontandoli, potrebbe aprire una strada nuova per sé.

Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o un consiglio, sono qui.
D.ssa Raileanu
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Mi dispiace molto che tu stia attraversando un momento così doloroso. Le difficoltà che descrivi sono enormi, e la tua sofferenza è comprensibile. Non sei cattiva per sentire quello che provi; le tue emozioni sono il risultato di esperienze dolorose e di un vissuto che ti ha segnato profondamente. La mancanza di un supporto affettivo stabile e l'abbandono da parte di tuo padre hanno influito sulla tua capacità di relazionarti e di fidarti. È normale sentirsi così, soprattutto quando il passato non ti ha dato gli strumenti per affrontare queste difficoltà emotive.

Se i pensieri suicidi sono presenti, è importante parlare con un professionista che possa supportarti nel percorso di cura. Non sei sola, e con l'aiuto giusto, si può trovare una via per affrontare il dolore, anche se ora sembra insopportabile. Un cambiamento richiede tempo e pazienza con te stessa, ma il fatto che tu stia cercando aiuto è già un passo importante.
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Prima di tutto, ti ringrazio per aver condiviso il tuo dolore e le tue riflessioni, che raccontano una storia difficile e dolorosa. La tua esperienza di abbandono e freddezza da parte dei tuoi genitori ha segnato profondamente la tua vita, e mi rendo conto di quanto sia complesso e carico di emozioni il rapporto che hai con tuo padre, così come la tua lotta interiore nel cercare di costruire una vita più serena.

Il fatto che tu ti senta come un'orfana, nonostante i tuoi genitori siano vivi, riflette un sentimento di disconnessione e solitudine che ti accompagna da tanto tempo. Non è raro che, in situazioni come la tua, le emozioni di dolore, frustrazione e delusione emergano, e a volte possono sembrare difficili da affrontare senza un supporto stabile e continuo. La depressione che descrivi è un risultato di tutto questo, e il desiderio di sentirti "normale" e di avere una vita affettiva sana è del tutto comprensibile.

Non essere dura con te stessa. La tua reazione nei confronti di tuo padre non ti rende una persona cattiva, ma semplicemente una persona che ha sofferto molto. È legittimo che tu non voglia più avere a che fare con una persona che non ti ha dato l'affetto e il supporto di cui avevi bisogno. Il risentimento che senti verso di lui non è qualcosa che puoi controllare facilmente, e forse, in questo momento, il miglior modo per proteggerti è stabilire dei confini, anche se dolorosi. Non sei obbligata a perdonarlo o ad accettare una relazione che non ti dà pace.
Il tuo desiderio di trovare un compagno che ti supporti, che crei una famiglia sana, è una speranza legittima. Credo che tu abbia bisogno di un legame che ti dia quella stabilità e quel calore che ti sono mancati, un legame che ti aiuti a guarire dalle ferite passate, non un legame che ti faccia sentire inadeguata o sola.

Ti invito a considerare un percorso terapeutico per esplorare questi sentimenti in modo sicuro e per imparare a curare la parte di te che si sente abbandonata e che merita di essere ascoltata. Il cammino verso la guarigione non è facile e spesso richiede tempo, ma non sei destinata a restare in questo stato per sempre. La possibilità di una vita più serena, anche se sembra lontana ora, esiste, e non sei sola in questo viaggio.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve quello che lei racconta è un vissuto di grande solitudine e ferite emotive che hanno segnato la sua vita. Sentirsi abbandonata dai genitori, anche se sono vivi, genera un dolore intenso e spesso difficile da esprimere.
Il suo desiderio di normalità, di affetto, di un legame familiare sano è assolutamente comprensibile e legittimo. La sofferenza che prova non la rende una persona cattiva, ma umana, in cerca di giustizia e di amore che forse non ha mai ricevuto.
Un percorso di psicoterapia, anche con approcci come l’analisi bioenergetica o la mindfulness, può aiutarla a elaborare queste ferite, a ritrovare vitalità e un senso di sé più integrato e autentico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.