Ma si può essere imbranati in tutto? Io mi sento un incapace da quando sono nata, e più non riesco

19 risposte
Ma si può essere imbranati in tutto?
Io mi sento un incapace da quando sono nata, e più non riesco a fare una cosa più ci rimango male, non so, per esempio cucinare (ho studiato per quello), non cucino di certo da ieri ma da un paio d'anni ormai (ho 25 anni), eppure non sono mai stata brava, commetto errori ancora stupidissimi, faccio casini elementari e mi chiedo "Ma chi prenderebbe mai una come me a lavoro?"...
Tutto quello che tocco lo rompo e no, non sto esagerando, dico sul serio, ogni anno rompo tantissimi oggetti, ovviamente non lo faccio di proposito e ogni volta che capita mi sento tremendamente in colpa....tutto questo mi fa passare la voglia di fare qualsiasi cosa.
Una volta a casa di una mia amica ho rotto una candela di vetro perchè mi era scivolata dalle mani, altra volta ho rotto il sedile della macchina mentre cercavo di spostarlo, ancora ho rotto un frullatore costato un bel pò a mia madre...
Insomma combino sempre guai e mentre gli altri ci ridono sù io ci piango come una bambina perchè vorrei non essere così maldestra....
Tempo fa un negozio di arredamento per la casa tipo Swarovski cercava una commessa, io mi ero presentata ma poi vedendo tutti quegli oggetti così delicati (molti erano di vetro, cristallo, argento ecc.) mi sono sentita inadeguata, chissà quante cose avrei rotto solo per pulirle......

Ieri notte mi sono addormentata piangendo, perchè ogni tanto ci penso a queste cose e vorrei poter avere il controllo su di esse ma non ce l'ho e mi dispiace...soprattutto quando vengo sgridata come se lo avessi fatto di proposito.
Perchè sono così imbranata?

Vi prego evitate di dirmi di andare in terapia, ho già fatto 4 anni di psicoterapia (psicodinamico) ed è stato un capitolo della mia vita dolorosissimo, tanto che è diventato un problema a quelli che già avevo. Non me la sento di stare peggio di come sto già, ho già sperimentato e ho capito che non fa per me. Voglio risolvermeli da sola i miei problemi, perchè mi sono fatta molto male chiedendo aiuto più di una volta, sono rimasta delusa ed è per questo che voglio imparare a contare solo su me stessa senza più chiedere aiuto a chiunque.
Grazie.
Salve gentile ragazza
c'è un evidente necessità di accrescere la sua autostima. Comprendo la difficoltà di fare un lavoro psicoterapico e la dolorosa esperienza passata, ma la psicologia è molto altro che psicoanalisi. Faccia un corso per accrescere la sua autostima. Se vuole mi può contattare. Ce la può fare!

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Salve. Essere maldestri può avere tante sfaccettature, sia fisiologiche che psicologiche. Pensare di poter contare solo su se stessi quando si vive con un giudizio fortissimo come fa lei, non sarebbe il massimo. Più si giudica, più vuole correggersi, più va in ansia e più diventa maldestra. Provi a verificare se quando è tranquilla e rilassata è più o meno maldestra. É capace di esprimere la rabbia? O tende a trattenerla? Comprendo il timore per un nuovo percorso psicoterapeutico ma un lavoro psicocorporeo come l'analisi bioenergetica che la fa lavorare sull'integrazione mente corpo può aiutarla a conoscere meglio il suo corpo nel modo di muoversi e agire, canalizzando l'emotività, può esserle utile. Avendo già fatto un percorso di psicoterapia bisogna solo stimolare la fiducia in se stessa e potrebbero bastare anche solo gli esercizi. Sono disponibile per approfondimenti, anche on line. Distinti saluti.
Gentile Signora gli elementi che inserisce nella sua nota sembrano descrive una situazione in cui il disagio è presente. Le alternative sono abbastanza semplici o ci si lavora o si rimane in questa situazione, ovvero o si cerca di capire la cause di questo e quindi si modificano gli equilibri o si rimane fermi con questa situazione di disagio. E' stata molto chiara nel chiedere che non le si consigli una determinata situazione psicoterapeutica. Nonostante ciò le indicazioni che riporta nella sua nota non sono favorevoli rispetto a questo suo desiderio. L'interruzione di un lavoro psicoterapeutico non è una cosa utile specie se avviene a distanza di danni dal suo inizio. Sicuramente ci sono dei motivi alla base della sua scelta e la sofferenza non è l'unico ma forse è solo quello più superficiale. Il modo in cui narra gli eventi rimanda ad alcune modalità che si acquisiscono con quel tipo di tecnica. Quindi qualcosa è cambiata. E' vero che a volte le coppie formate da un terapeuta ed un paziente non raggiungono l'obbiettivo ma buttare il bambino con l'acqua sporca non è una buona possibilità. In ogni caso le sue decisioni vanno rispettate. Nonostante la sua opinione lei non sembra una persona che "combina solo guai" anzi merita attenzione e il doveroso rispetto per chi ha il diritto di scegliere per se. Un cordiale saluto
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Credo che lei debba lavorare sull'autostima e chiarire alcuni aspetti di se stessa. Inoltre, perché è stata così dolorosa la terapia precedente?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Visto che non ha intenzione di intraprendere una nuova psicoterapia le suggerisco di rivolgersi a un medico esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata. Si tratta di una cura veramente efficace in quanto innovativa, completa poiché somato-psichica/psico-somatica, innocua perché usa tecniche non intossicanti, integrabile con rimedi naturale. La NeuroRiflessoTerapia è una metodologia curativa personalizzata in quanto è il paziente stesso a indicare la zona in cui si trovano i punti su cui agire; si utilizzano contemporaneamente varie tecniche riflessogene tra cui l'agopuntura; gli stimoli raggiungono in tempo reale il cervello e le altre strutture del corpo; subito si mette in atto un’autoproduzione di molecole fisiologiche e di un riassestamento bioenergetico naturale ed è, perciò, priva di qualsiasi controindicazione ed effetto collaterale negativo. La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è, in ultima analisi, una cura medica veloce, efficace, ampia e duratura, poiché altamente personalizzata, ingegnosa, flessibile, creativa, olistica, naturale, ecologica, economica e innocua. Io pratico questa metodologia terapeutica a Roma, ma le posso segnalare colleghi che la svolgono in altre parti di Italia. Nel salutarla la informo che sono disponibile telefonicamente o tramite messaggio per ulteriori informazioni. Salve!
Cara utente,
mi dispiace molto per il suo vissuto. Si percepisce benissimo la sua sofferenza. Penso che abbia bisogno di fare esperienze positive per aumentare il suo senso di auto efficacia ed eventualmente gestire la sua sintomatologia ansiosa che accentua il suo essere “maldestra” in più situazioni.
Cara ragazza, non so cosa si aspettava da noi con questo messaggio. Purtroppo però senza conoscere la sua storia ed è senza entrare nel dettaglio di alcune situazioni non posso dirle di più. Ci sono atteggiamenti emozioni e percezioni che vanno aimè analizzate per poterle comprendere. Capisco che si ha una gran paura di soffrire. Ma la sofferenza è uno degli ingredienti della consapevolezza e del cambiamento.
Un grande in bocca al lupo!
Dottoressa Francesca Tardio
Gentilissima, Lei si sente giudicata e tale giudizio Le procura ansia e un forte senso di inadeguatezza. La Psicoterapia, richiede energia, partecipazione nonché mettersi in gioco, non è facile ricominciare un percorso. Il suo malessere è evidente ed ha bisogno di aiuto, il consiglio che le posso dare e vivere delle esperienze gratificanti per migliorare l'autostima e l'autoefficacia percepita, può provare a praticare attività motorie e un percorso di psicoterapia funzionale, per comprendere in profondità le sue caratteristiche e le sue potenzialità, un caro saluto
Cara ragazza,

Ho letto molto attentamente quanto da lei scritto, mi pare evidente la sua insicurezza e la poca stima che ha di se. Ritiene di non voler aiuto ma allo stesso tempo scrivi qui sul portale esprimendo il suo disagio, in questo vedo confusione e allo stesso tempo paura. Ha intrapreso un percorso di psicoterapia durato 4 anni ma ritengo non lo abbia portato a termine come se avesse lasciato alcune cose di se in sospeso. Magari anche se faticoso potrebbe esser opportuno riprendere il cammino da dove lo ha lasciato al fine di poter acquisire maggiori strumenti in termini di sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi. Ci rifletta, potrebbe esser importante.

Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
buongiorno, lei dice "voglio imparare a contare solo su me stessa senza più chiedere aiuto a chiunque". Ma con questa richiesta lei sta ancora chiedendo aiuto a chiunque. Difficile che qui non le venga consigliata una psicoterapia. E anche se ne ha già fatto una e non ha avuto i risultati sperati, anzi dice di stare peggio, se si rivolge a noi o vuole incominciarne un'altra, o è così disperata da sperare che qualcuno faccia una magia e le risolva tutto?.Non sto qui a immaginare i motivi che l'hanno resa maldestra, potrei dirle tante cose che probabilmente ha già sentito. Provi almeno a trovare la sua strada fregandosene dei giudizi degli altri, perché finché sono gli altri a cui deve rendere conto rimarrà sempre insicura e quindi maldestra. Un caro saluto Dott. Roberto Pitzalis
Salve, come qualcuno ha già sottolineato non vuole aiuto e chiede aiuto per non averne, così ci si intreccia un po'. Detto questo, vista la necessità di imparare a fare delle cose pratiche, le consiglio un approccio pratico, che le permetta di agire prima e cogliere poi i significati profondi.
Buona ricerca
Massimiliano
Buona sera, capisco quanto sia difficoltoso non sentirsi mai adeguata alle situazioni della vita che ha affrontato e che dovrà affrontare dato la sua giovane età. Lei ha una "cognizione negativa" su di sè, che l'impedisce di affrontare un colloquio di lavoro in maniera positiva, xchè non sa riconoscere una "cognizione positiva" di sè. Tutto ciò le arriva da molto lontano, cioè quando da piccola non le hanno riconosciuto il suo lato positivo e non l'hanno apprezzata, ma hanno solo rafforzato i suoi sbagli che normalmente una bimba piccola commette, senza apprezzare i suoi lati positivi, quindi d'adulta mette in atto comportamenti negativi xchè riconosce in lei solo le negatività. Lei afferma di non voler fare una terapia xchè ne ha affrontate diverse, forse non erano giuste per lei e non sono riuscite a risolvere il suo obiettivo, che è l'elemento più importante in una terapia. Le consiglio di riprovarci cercando di elaborare la sua convinzione di sè da negativa in positiva solo così riuscirà a stare meglio, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buonasera! Da ciò che scrive si sente subito la sua sofferenza e la sua bassa autostima che, come in un circolo vizioso, si alimenta ad ogni nuovo gesto "maldestro" commesso. Non conosco il suo passato, i rimproveri e l'immagine di sé che ha costruito. Non so neanche se e quanto ha lavorato in terapia su questi aspetti. Mi dispiace che ha provato tanto dolore che forse l ha costretta a interrompere. Cosa può fare ora? Potrebbe banalmente provare a fare esperienze positive di sé stessa, iscriversi ad un corso che lavori su queste tematiche. Non è un lavoro sull profondo ma ci può provare. Penso però che i cambiamenti migliori derivano dal passare dalla sofferenza. La terra per dare buoni frutti deve essere concimata. In bocca al lupo!
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara ragazza, è particolare quello che dici, vuoi contare solo su di te eppure scrivi su questo format, come mai lo fai? A me sembra una palese richesta di aiuto che non stai facendo di certo a te stessa. Mi chiedo che significa che il percorso terapeutico si sia aggiunto ai problemi che avevi. Sai un percorso terapeutico non finisce mai, si può dire che duri tutta la vita, solo che in alcuni momenti abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagna e questi momenti nella vita si possono alternare ad altri in cui camminiamo da soli. Non c'è nulla di male a chiedere aiuto a fasi alterne, non significa che il percorso precedente non sia servito. Ricordati come ci sei arrivata, come stavi all'inizio della terapia e cosa è cambiato dopo 4 anni. Forse è arrivato il momento di rimettere le mani su quel dolore per farne una nuova elaborazione o semplicemente per raccontarlo in modo diverso da un nuovo punto di vista, quello di una ragazza di 25 anni che si considera imbranata perchè rompe le cose e soffre di questo. Vale sempre la pena dare dignità al proprio dolore..
Un saluto,
Rosella Pettinari
Secondo me la sua "imbranataggine", come lei la definisce, e come lei stessa dice è molto comica oltre che naturalmente tragica. Come mai si trova in questa posizione? Che cosa significa? Quando ha rotto per la prima volta un oggetto? A queste domande prima o poi dovrà dare una risposta.
Penso di capire come possa sentirsi quando qualcosa va in pezzi vicino a lei. Immagino la sensazione di essere maldestra e inadeguata che la invade. Però, vede, capita a volte di trovarsi in modo ripetitivo in situazioni di grande disagio e non riuscire ad evitarlo. In questi casi ho riscontrato spesso nella mia esperienza clinica che la situazione insopportabile rappresenta qualcosa di importante che trova una strana forma di espressione proprio nel suo ripetersi. In queste circostanze spesso è proprio il percorso psicodinamico il più adatto per sciogliere quel nodo interiore che impedisce la liberazione. Purtroppo l’incontro paziente-psicoterapeuta può in qualche caso rivelarsi problematico e produrre ulteriore sofferenza. Si tratta di casi poco comuni ma può capitare. Io le consiglierei di tentare di nuovo un percorso di questo tipo cercando fin dai primi incontri di valutare le emozioni che sorgono in lei durante e dopo la seduta. A volte la ricerca del terapeuta può richiedere anche un tentativo in più.
Cara ragazza, trovo interessante il suo modo di articolare una domanda. Dichiara di non volersi avvalere del supporto di uno psicologo, tuttavia scrive su una pagina di psicologi, affermando di non voler fare una psicoterapia, perché a suo dire troppo dolorosa e deludente. Pensa davvero che ciò che le crea disagio sia il fatto di rompere degli oggetti ? I sintomi dicono sempre molto del malessere che la persona vive, essere maldestra come dice lei, rompere le cose, le ricorda che qualcosa non va, se deciderà di ascoltarsi forse troverà anche le risposte che cerca, certamente non posso non dirle che la via maestra è la psicoterapia.
Forse sarebbe utile, fermarsi e chiedersi cosa nella sua storia le “è scivolato dalle mani” e provare a ricominciare da lì.
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Buonasera,
credo che non sia del tutto vero che vuole farcela da sola, s così fosse non avrebbe scritto qui. Credo che lei nonostante le delusioni abbia bisogno di potersi fidare ancora di qualcuno.... Chieda un consulto con un nuovo/a psicoterapeuta. Consideri anche che adesso ha un'esperienza maggiore nel capire se si sente a suo agio e di poter dare fiducia. Glielo auguro
Dr. ssa Clotilde Marinacci

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