Ma i sintomi fisici dell'ansia come si fa per eliminarli? Io non l'ho capito in 4 anni di terapia

20 risposte
Ma i sintomi fisici dell'ansia come si fa per eliminarli?

Io non l'ho capito in 4 anni di terapia cosa c'è dietro questi sintomi. Se faccio una nuova psicoterapia in che modo mi può aiutare la psicologa? Cioè come fa ad aiutarmi a capire cosa vogliono dire i miei sintomi e quindi come farli passare?

Ho affrontato diverse paure con i miei sintomi, ho sofferto molto e continuo a soffrirne, e quando parlavo di questo alla mia psicoterapeuta era come se non dicevo nulla, a volte avevo come l'impressione che a lei non importava se stavo male, era più importante raggiungere l'obiettivo. Ancora mi chiedo perchè non mi sono sentita aiutata da lei...

I miei sintomi sono questi: sudorazioni fredde, pancia gonfia (meteorismo e flatulenza), rumori di pancia (borborigmi), nausea, nelle situazioni più ansiose inizio a tremare anche o a diventare rossa.
Buongiorno, ha mai parlato con la sua terapeuta della sensazione di non sentirsi ascoltata?

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Gentile signora, sono un medico omeopata e psicoterapeuta le consiglio e le propongo, per la sua situazione, delle consulenze medico-psicologiche che si fonda su due presupposti fondamentali: 1) i sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; 2) una visione dell'essere umano come sistema globale. Partendo da ciò posso efficacemente curare i suoi "sintomi psicosomatici" riequilibrando tutto il suo organismo attraverso colloqui che mi permettono la prescrizione personalizzata di terapie naturali e innocue: Floriterapia di Bach, la Psicoprobiotica, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica e la Fitoterapia che mi permettono di offrire al paziente un sistema di cura completo che nella sua sinergia è molto di più di una semplice somma dei vari elementi. Un sistema che produce i seguenti reali benefici: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero di forze e del buon umore e la disintossicazione. Sono a sua disposizione per informazioni telefoniche. Qualora lei abitasse lontano da Roma sono possibili colloqui medici on line. Cordiali saluti!
Salve. I sintomi dell'ansia vanno compresi. Solo la comprensione può portare ad un miglioramento generale. Sono dei segnali che l'organismo da' quando c'è qualcosa che toglie l'equilibrio psico-fisico. E bisogna indagare su ciò che c'è dietro, su cosa li causa. Distinti saluti
Salve, ha mai parlato di queste cose con la sua psicoterapeuta? Potrebbe aiutarla a comprendere meglio alcune cose.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno,
i sintomi sono la miglior risposta che l'organismo è riuscito a dare in quel momento e in quella situazione. Spariranno nel momento in cui si farà qualcosa di diverso nella propria vita. Qualcosa che probabilmente non è stato possibile fare fino a quel momento perché usciva dalla solita strada conosciuta. La psicoterapia aiuta a scoprire potenzialità personali e capacità di risposte diverse che una persona non sa di avere. Quando dico "qualcosa di diverso" non intendo per forza scappare su un'isola caraibica, ma piccole cose: far sentire la propria voce quando qualcuno ci tratta male o qualcosa ci fa arrabbiare, dire di no quando vogliamo dire di no, abbracciare qualcuno quando vogliamo abbracciare qualcuno.
Spero di essere riuscita in queste poche righe a trasmettere quello che volevo.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore domanda o perplessità.
dr.ssa Violetta Molteni
Salve, i sintomi sono un modo per dar voce a ciò che non ne ha! Sono fastidiosi, scomodi, a volte intollerabili ma dar loro significato è l'unico modo per far parlare un corpo che per il momento si esprime solo attraverso la sofferenza. L'obiettivo da perseguire in un lavoro psicoterapeutico non è l'eliminazione del sintomo, ma dargli significato, solo dando un senso al proprio sentire si può cambiare fino alla scomparsa del sintomo stesso. Dare un senso vuol dire accettare la responsabilità del proprio benessere e del proprio malessere, agire per il cambiamento anche se questo costa fatica e sofferenza. Nessuno può fare questo lavoro al suo posto, può e deve essere accompagnata dalla sua terapeuta con la quale è bene che parli dei suoi dubbi, se non lo ha già fatto. Spero di esserle stata utile, resto a disposizione per qualsiasi ulteriore domanda.
Saluti. Giovanna Pinto
Gentile Signora è utile per lei parlare di questi suoi vissuti con la persona con cui sta lavorando. Non sottovaluti l'importanza di queste suo modo di sentire e vivere il suo rapporto terapeutico. Una psicoterapia è un lavoro che prevede due soggetti che insieme cercano di capire i significati. Solitamente non si risolve la questione cambiando terapeuta ma lavorando sui significati. Un cordiale saluto
Salve, dal suo messaggio non è chiaro se lei sia attualmente in terapia o meno. Emerge inoltre che qualcosa ad un certo punto del percorso terapeutico l'abbia aiutata (lo dice lei stessa) seppure per un momento. Bisognerebbe poi capire se la manifestazioni sintomatiche hanno subito qualche variazione durante il percorso terapeutico e come proceda la relazione terapeutica. Nel caso in cui sia ancora in cura ha provato a rivolgere queste problematiche alla sua terapeuta? Potrebbe essere utile per l'evoluzione e la prosecuzione del lavoro. Cordiali saluti, Marina Montuori
Buongiorno Signora, le consiglierei di discutere insieme alla sua terapista la sensazione di non essere compresa in modo tale da valutare insieme quale sia il percorso più adatto alla sua situazione. La terapia cognitivo comportamentale aiuta le persone a far fronte ai sintomi trovando le strategie adeguate per gestirli. Lo scopo è rendere l'utente autonomo nella gestione della vita quotidiana. Provi a proporre questa via alla sua terapista.
Dott.ssa Ilaria Rossoni
Salve, bisogna sicuramente parlarne con la sua terapeuta e le consiglio comunque, di mettersi in ascolto del suo corpo. Ciò che il corpo le dice attraverso i suoi sintomi, le fa capire tante cose su se stessa, sulle sua ansie e sulle sue paure.
Buongiorno,
Concordo con i colleghi che le suggerisco di ascoltarsi e di parlarne con la sua terapeuta.
Aggiungo: se non si sente ascoltata dalla sua terapeuta perché non ha deciso di interrompere?
gentile utente, l'unico modo per eliminare i sintomi è comprenderli. A prescindere se cambierà o deciderà di rimanere con la sua terapeuta, deve assolutamente parlare con lei e condividere il vissuto d'incomprensione che riporta nella sua richiesta.
Mi permetto di consigliarle delle "classi di Bioenergetica" si tratta di un lavoro corporeo (semplici esercizi) che le permetterà di conoscersi meglio e acquisire maggiore consapevolezza rispetto ai sintomi ovvero comprendere cosa attraverso il sintomo il suo corpo vuole dirle. Le "classi di Bioenergetica" possono essere effettuate anche in continuità con altri percorsi di psicoterapia. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. un saluto Dott.ssa Daniela Agrosì
Salve, devo dirle che sono sorpresa che in 4 anni di terapia non sia riuscita a capire il senso dei suoi sintomi e che questi non si siano almeno alleviati. Forse qualcosa non ha funzionato nella relazione terapeutica e nelle relazioni si è almeno in due..anche di più se si considera l'inconscio! :)) Non ho chiaro se continui o se abbia interrotto il percorso di cui parla, ma dovrebbe parlarne con la collega, cambiare persona non l'aiuterebbe se non si apre all'ascolto dell'altro e di se stessa. Dopo il confronto è possibile che ci sia una svolta positiva come spesso avviene o potreste valutare la possibilità di modificare qualcosa. In bocca al lupo e un caro saluto
Gentile utente, l'ansia fa parte della nostra modalità di risposta agli eventi che accadono nella nostra vita, eventi che connotiamo emotivamente, in funzione di come ognuno di noi è strutturato e della propria storia personale.
Fino ad un certo livello l'ansia è funzionale, da un certo punto in poi può essere invece, di grande disturbo nella nostra vita quotidiana, quando è forte, persistente e crea malessere.
Sarebbe importante per lei comprendere il significato della sua ansia, e le origini.
Non mi è molto chiaro se continua la sua terapia oppure no. Inoltre, non mi sono chiari gli "obiettivi" da raggiungere nella vostra terapia, e a cui fa riferimento, e come mai tra questi non c'è l'ansia di cui parla e di cui soffre.
Il mio suggerimento è quello di portare queste cose nella sua terapia, la sua ansia ma anche il suo non sentirsi ascoltata.
Può essere un buon lavoro per ripartire.
Un caro saluto Dot.sa Demontis
tenga presente che lo stato d'allerta segnala sicuramente una forma di "paura" o situazioni in cui lei si sente molto vulnerabile. Con la terapia dovrebbe aver colto quali sono le situazioni in cui si è sentita così vulnerabile e come si riattualizza nel presente.
Gentile utente di mio dottore,

i sintomi hanno molteplici funzioni dal puno di vista relazionale. Solitamente per i diturbi d'ansia un approccio di tipo integrato costituto da intervento psicoterapico e farrmacoterapico risulta esser funzionale alla risoluzione di questo genere di problematiche. Parla di 4 anni di psicoterapia in cui nulla è cambiato e continua a star male, molto probabilmente qualcosa non ha funzionato. Cosideri che i processi psicoterapici hanno dei risvolti laddove anche il paziente riesce a mettere in discussione i propri vissuti ed i propri pattern comportamentali e quello che risulta esser determinante ai fini della guarigione è l'alleanza terapeutica. La invito a riflettere su cosa potrebbe non aver funzionato prima di continuare eventualmente il percorso o di cominciarne un altro.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Buongiorno.
Esistono molti approcci clinici, e uno psicologo o psicoterapeuta utilizza strumenti e tecniche dell'approccio che ha studiato durante i suoi anni di formazione. L'approccio cognitivo comportamentale (come anche altri approcci, ma su quelli non posso sbilanciarmi poichè non li conosco, avendo frequentato io la scuola di specializzazione appunto cognitivo comportamentale) punta molto sull'aiutare il paziente a conoscere e capire il funzionamento fisiologico dell'ansia e quindi di conseguenza a capire le cause e il ruolo dei sintomi fisici. Le consiglio di contattare uno psicoterapeuta con questo approccio e di iniziare a sentirsi meglio come si merita.
Un caro augurio
Buongiorno cara! utilizzando l'approccio cognitivo comportamentale, l'obiettivo è proprio quello di eliminare o ridurre i sintomi dell’ansia e raggiungere un adeguato adattamento all’ambiente utilizzando tecniche comportamentali e tecniche di ristrutturazione cognitiva. La terapia si focalizza sull’intolleranza dell’incertezza e mira a ridurre l’ansia e il rimuginio aiutandoti a migliorare la capacità di tollerare, affrontare e accettare l’inevitabile incertezza della quotidianità, attraverso alcune strategie come gli ABCDE e le esposizioni in vivo o in immaginazione. Rimango a disposizione se avessi ulteriori dubbi.
Percepirsi unicamente come portatrice di sintomi non aiuta a riconoscere cosa è cambiato realmente nella sua vita. Torni con l'immaginazione al momento in cui è entrata per la prima volta nello studio della sua psicoterapeuta. E' davvero la stessa persona di allora? Dubito che sia possibile. Anche se avesse trovato il peggiore terapeuta sulla piazza sarebbe cambiato comunque il suo modo di rapportarsi in presenza di una persona sconosciuta. Tendiamo a dare troppa importanza a quello che succede in seduta. Le trasformazioni vere accadono nella vita quotidiana, bisogna accorgersene però!
Buongiorno a lei,
dunque mi pare che vi siano due problematiche fondamentali da affrontare:
1)la relazione terapeutica: si confronti con la sua psicoterapeuta delle sue impressioni di non essere ascoltata;
2)Il sintomo: le sensazioni corporee che descrive non possono essere eliminate, ma vanno comprese e significate da lei con il sostegno della sua terapeuta.
Un saluto cordiale, dott.ssa Margherita Maggioni.

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