Ma dalla resistenza al cambiamento se ne esce? Ho paura di rimanere bloccata in questa situazione p

24 risposte
Ma dalla resistenza al cambiamento se ne esce?
Ho paura di rimanere bloccata in questa situazione per sempre, mi viene da piangere...
Gentile utente, potrebbe spiegarsi meglio? Ai fini di poterle fornire qualche risposta che possa essere d'aiuto.
Non mi è chiara la resistenza che ha nominato e a quale cambiamento sia correlata.
Ma comprendo cosa lei possa provare nel sentirsi in una situazione di blocco.
Resto a sua disposizione, se volesse approfondire.
Un caro saluto
Dott.ssa Stabile Anastasia

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Buonasera, la resistenza al cambiamento è un agito comune in tutti noi. Ogni cambiamento comporta una rinuncia e delle scelte, che non sempre sono facilmente sostenibili. Potrebbe cercare di approfondire con uno psicoterapeuta le risorse psichiche da poter spendere per non "rimanere bloccata". Un caro saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Gentile utente, il cambiamento di per se è qualcosa che fa paura, che terrorizza, fosse anche per il fatto di non sapete cosa ci aspetta dopo il cambiamento. Meglio vivere nella propria confort zone, conosciuta, certa, piuttosto che intraprendere un cammino verso l’ignoto. Questi sono pensieri che la nostra mente mette in atto per salvaguardaci da possibili pericoli, ma ahimè talvolta il cambiamento è necessario anche se terrorizza e paralizza il pensiero. Provi a prendere consapevolezza delle sue paure parlandone con uno psicoterapeuta. Le informazioni che lei fornisce sono davvero poche al momento per capire cosa la spaventa. Resto a disposizioni per possibili altri chiarimenti. Un caro saluto Floriana Guccione
Buongiorno,
dal suo scritto cercavo di capire cosa lei intendesse rispetto al cambiamento. Sarebbe necessario avere alcune spiegazioni per poter comprendere la domanda.
Gentile utente, penso sarebbe importante che lei definisse meglio le modalità con cui resiste al cambiamento e, soprattutto, a quali cambiamenti sente di opporsi. Comprendo la sua preoccupazione e le suggerisco di potersi confrontare con un professionista per approfondire questa modalità di affrontare le situazioni che le suscita angoscia.
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Sicuramente è stata gia' affrontata in una mail precedente la sua situazione e dare una risposta a questa, distaccandola dal contesto, risulta confusivo o al piu' amichevole, ma non utile!
Il cambiamento può essere suggerito da una situazione esistenziale non più soddisfacente ed il cambiamento, sebbene rimandi ad un nuovo progetto di essere nel mondo che al momento è incerto, può offrire dei vantaggi, delle opportunità che riducano il rimanere fermi in una situazione magari critica e comunque non più soddisfacente e sostenibile.
Le consiglio di rivolgersi con fiducia ad uno psicoterapeuta per approfondire.
Salve come già detto dai colleghi la sua domanda è incompleta, la riformuli. Resistenza al cambiamento mi fa pensare alle paure, le paure sono molte. Cerchi di capire quali sono e se non riesce da sola vada da uno psicoterapeuta. Comunque la cosa positiva è che se ne può uscire...
Dott.ssa Milvia Verginelli
Salve, più o meno dalla prima infanzia, iniziamo a costruire un "edificio" fatto di piccole abitudini, gestualità ripetute, familiarità, al fine di definire meglio, anche attraverso il mondo esterno, la nostra identità. Nel tempo siamo istintivamente spinti a consolidare tutto ciò e quando si presenta un ostacolo rispetto a questo intento, viene sperimentato come minaccia al nostro equilibrio psicofisico.
Nessuna forma di cambiamento, volontaria o indotta, viene accolta senza fare i conti con delle resistenze più o meno importanti. Ma a soccorrerci arrivano le altre risorse di cui siamo naturalmente dotati, come assimilazione, accomodamento, adattamento, ecc.
La volontà è nostra amica, ma a volte è necessario insistere affinché si possano raggiungere degli obiettivi!
Se per resistenza al cambiamento intende una difficoltà ad aderire ai suggerimenti o altre manovre del terapeuta, la risposta è abbastanza affermativa, ma non può darle la certezza assoluta.
Infatti molto spesso rientra tra le responsabilità del terapeuta scegliere quelle strategie e tecniche terapeutiche che aggirano la resistenza e pertanto permettono di superarla. Tuttavia nessun terapeuta può obbligare o manipolare il paziente a fare alcunché se il paziente non aderisce liberamente. Come vede pertanto non c'è una risposta univoca, bisogna vedere il suo caso in particolare. A tal fine se vuole, può contattarmi.
Buongiorno,
Mi sembra che dalle sue parole emerga una forte frustrazione.
Riuscire a cambiare il proprio modo di vivere non è affatto semplice come credo si stia accorgendo. Non basta purtroppo "mettersi in testa" di farlo, è un processo spesso lungo che parte da un conosciuto per arrivare ad un qualcosa che non sappiamo bene cosa possa essere. Questo lasciare la riva familiare per un ignoto può spaventare e durante il percorso ci fa sentire a volte completamente senza bussola.
Nonostante queste difficoltà, se abbiamo scelto una strada per noi giusta, pian piano la paura si dissolve perché ci accorgeremo che il nuovo equilibrio che stiamo creando è migliore del precedente e ce ne accorgeremo da come vivremo meglio le nostre emozioni.
Accelerare questo processo forzosamente però può non aiutare. Abbiamo passato una vita a costruire un modo di vivere e non possiamo pretendere di cambiarlo in poco tempo.
Ognuno di noi ha i propri tempi di cambiamento e, paradossalmente, prima accettiamo questo fatto e più velocemente procediamo nel nostro processo di creazione di un nuovo equilibrio.
Le faccio il mio più grande in bocca al lupo.
Buongiorno, non ci sono elementi riguardo al tipo di cambiamento desiderato ma, in linea generale potrei azzardare una piccola linea guida.
Il cambiamento, se autentico, è un qualcosa che và a destrutturare e porta dunque alla ricerca di un nuovo equilibrio, molte sfere della nostra vita. La resistenza è solo il sistema attuale che cerca di mantenere l'assetto conosciuto.
Dunque non entri nel discorso di colpa o di volontà, poichè tale resistenza non dipende, o almeno non in toto, da lei.
Anche in futuro la resistenza ci sarà sempre, è prova della sua capacità sana di trovare un equilibrio e mantenerlo, dunque non consideri questa caratteristica come un ostacolo.
Buongiorno, la resistenza è normale che che sia poiché esprime la paura interna al cambiamento. Per darle risposte più precise rimane fondamentale conoscere meglio la sua situazione personale, qualcosa della sua storia in merito ai cambiamenti, ed il tipo di cambiamento che oggi desidera raggiungere. Saluti, dr. Cameriero Vittorio
Gentile utente, in Analisi Transazionale potremmo descrivere questa situazione in modo abbastanza semplice: c'è un dialogo interno tra due parti di lei in contrasto e il risultato è il blocco. Una parte dice che deve cambiare, l'altra si rifiuta di farlo. Questo capita frequentemente e una relazione terapeutica può aiutarla a sbloccarsi. A volte è difficile dare un taglio a dei nostri comportamenti, anche se li riteniamo inadeguati nel qui ed ora, ma questo capita perché spesso sono gli stessi comportamenti che da bambini sono stati salvifici, garantendoci l'affetto di chi si occupava di noi. Le faccio un esempio: immaginiamo un bambino di 7 anni che prova varie emozioni (rabbia, tristezza, gioia) e che ogni volta che manifesta le sue emozioni, la mamma va in tilt, sminuendolo o sgridandolo. Dopo un po', quel bambino impara che è meglio non mostrare le sue emozioni perché questo provoca un allontanamento di una delle persone più importanti per lui. Prova allora a non mostrare le sue emozioni e a trattenersi e verifica che effettivamente facendo così, la mamma riesce ad essere presente senza sminuirlo o sgridarlo. In quel momento potrebbe prendere una decisione: "non mostrerò mai le mie emozioni a chi voglio bene, perché è meglio non farlo". Ad un certo punto questo bambino diventa grande, ha 20 anni, ma non riesce ad avere una relazione sentimentale soddisfacente, perché viene sempre etichettato come una persona fredda, che non esprime le proprie emozioni. Questo ragazzo è molto dispiaciuto e desidera in cuor suo cambiare, mostrare le sue emozioni, ma non riesce a fare diverso. Cosa sta accadendo? Accade che lui non si ricorda più a livello conscio di quella decisione presa da bambino dopo aver visto la reazione della mamma alle sue emozioni, ma di fatto sta portando avanti la sua decisione antica, presa con la mamma, anche con le relazioni sentimentali attuali. Adesso quella decisione antica crea problemi, ma lui ha vissuto sulla sua pelle che non esprimere emozioni portava più affetto e accoglienza da parte della mamma. E' stato un modo geniale che ha trovato per farsi amare e avere la mamma vicino. E' vero, nel qui ed ora, quella decisione andrà cambiata, ma prima di tutto a me piace guardare quella decisione antica senza giudizio, con grande e immenso rispetto, perché ha assolto una funzione importantissima. Appare chiaro come possa essere difficile per lui cambiarla improvvisamente. Confido che questa mia lunga spiegazione possa averle fatto venire voglia di accogliere con pazienza e fiducia quella parte di lei che si sta opponendo al cambiamento. Mi viene da dire che avrà le sue ragioni a opporsi! Il lavoro terapeutico analitico transazionale permette di essere consapevoli delle proprie decisioni prese da bambini e di come queste non servano più nel qui ed ora. Ecco perché le consiglio di scegliere un professionista che le ispiri fiducia, con cui iniziare un cammino che le porti più consapevolezza di se stessa e delle sue risorse. Un grande abbraccio, Marcella
Poche parole ma potenti le sue. Bisogna trovare il modo di utilizzare quella resistenza per il cambiamento.
A sua disposizione.

Dott.ssa Monica D'Ettorre
Buongiorno,
cambiare è complicato: occorre decidere di uscire dalla propria zona di comfort, ovvero la zona conosciuta per avventurarci in qualcosa di sconosciuto. la saggezza popolare ci aiuta: "chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova".
In maniera sofferente, magari sto portando avanti la mia vita, ma sopravvivo. Cosa mi succederebbe se cambiassi qualcosa? Sopravviverei?
Ecco perchè per affrontare il cambiamento occorre una forte motivazione: occorre essere consapevoli e disposti a "vedere" che cosa accade.
Un caro saluto,
Dott.ssa Patrizia Provasi
Buona sera le do’ alcuni suggerimenti per superare la resistenza al cambiamento.
In ciascuno di essi risalta un fattore fondamentale: desiderare il cambiamento. In generale, siamo tutti in grado di dare una forma reale ai nostri desideri. Ciò che dobbiamo fare è cominciare propri da quelli, interrogandoci quindi su chi vogliamo diventare davvero.
1. Obiettivi emotivamente attrattivi

2. Stabilire micro-obiettivi concreti

3. Costruire una visione
Come saremo noi o come sarà la nostra vita se otterremo il cambiamento? Questa sì che può essere una forte motivazione.
4. Obiettivi a breve distanza
Oltre a suddividere l’obiettivo in micro-obiettivi, bisogna stabilirli a breve distanza. In altre parole, obiettivi che non richiedano molto tempo. Una motivazione più che valida nel proseguire verso il cambiamento.
5. Cambiamenti che rinforzano la nostra identità, invece di negarla
Ciò che per alcuni, o per tutti, è un obiettivo apprezzabile, può non esserlo per altri. Se ci imponiamo di cambiare solo per soddisfare le aspettative altrui, molto probabilmente i nostri sforzi saranno destinati al fallimento.

Si faccia accompagnare in questo percorso , in modo che possa essere sostenuto nei momenti di crisi
Buona vita


Buongiorno, con un buon percorso psicoterapeutico si può.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Gentile signora certamente deve avere fiducia nelle sue capacità di cambiare il pensiero sulle situazioni che ora non ritiene più opportune per la sua vita,vedrà che potrebbe trovare nuovi modi di affrontare le opportunità che le si presentano.
Cordialità dottoressa Tina Carone
Gentile utente,
un percorso psicologico potrebbe certamente aiutarla. Contatti un collega e richieda una consulenza.
Le auguro il meglio.
Dr Antonio Raia
Centro Psicologico del Sannio
Salve, si se ne può uscire.
Forse nel suo caso specifico sarebbe importante intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, per darle un consiglio più ampio sarebbe comodo avere più informazioni. Le consiglio di aprirsi con un terapista con cui affrontare tali argomenti.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentile utente, certo che se ne esce e in alcuni casi anche senza l'aiuto di uno psicologo, se sentisse il bisogno di essere aiutata non esiti a contattare uno specialista.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu

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