La mia psicoterapeuta mi ha scritto questo "So di non essere la terapeuta giusta per te.." e poi "Io

19 risposte
La mia psicoterapeuta mi ha scritto questo "So di non essere la terapeuta giusta per te.." e poi "Io credo di non essere capace di aiutarti..".

Dopo 4 anni di psicoterapia, non riesco a farmene una ragione...
Io ho paura di fidarmi nuovamente di un'altra psicoterapeuta, se prima ne avevo già di mio, dopo questo accaduto non riesco, non ce la faccio a continuare a chiedere consulti a destra e a sinistra, non riesco a fidarmi, entro dentro quella stanza guardando con sfiducia chi ho di fronte, basta una parola o un giudizio (involontario) per farmi andare via. Ci ho provato altre due volte, ho visto due terapeute ma non riesco a pelle a fidarmi. Non mi sento più "al sicuro", cosa che invece sentivo con la mia vecchia psicoterapeuta.
Allo stesso tempo sono costretta ad andare perchè da anni vivo una situazione d'ansia sociale che mi ha rovinato la vita, ma come faccio a fidarmi? Non posso buttarmi così alla cieca..
Per 4 anni ho raccontato tutto di me ad una, ormai, sconosciuta.
Tutto, la mia vita, la mia storia, i miei problemi, le mie paure, le mie emozioni, i miei dubbi, le mie cose più intime, cose che non riuscivo a dire nemmeno a me stessa ad alta voce.
Come mi sento?
Come un diario segreto che è stato letto con attenzione per 4 anni e poi, dopo tutto questo tempo chi lo ha letto ha iniziato a stufarsi e a strappare ogni singola pagina, dimenticandosi per sempre del contenuto. Il problema è che quel diario non si dimenticherà mai del volto di chi lo leggeva.

Come faccio?
Come posso fidarmi di nuovo?
Tutto quello che inizio finisce sempre con un fallimento...
Probabilmente ci sono dei distacchi che si devono accettare, forse la terapeuta ha deciso di interrompere perché magari ha ritenuto conclusa la terapia.
Eppure queste decisioni vanno discusse con la persona che si ha in carico. Ha chiesto una spiegazione?

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Buonasera cara utente, so molto poco della sua psicoterapia e del perché sia stata interrotta, ma mi rendo conto che la cosa l’ha colpita profondamente, tanto da impedirle di affidarsi di nuovo ad un altro terapeuta.
D’altro canto lei si rende conto di aver bisogno di un tale supporto, allora perché non iniziare una nuova esperienza lavorando proprio su questo? Sulla sofferenza, la rabbia e la frustrazione causati da questa vicenda. Inizi la nuova terapia raccontando che non ce la fa a fidarsi di nuovo, di come si sente, o magari di quanto questa esperienza somigli a qualcosa già vissuto in passato.
Non si arrenda e non si rassegni, sappia che se si decide di uscire dal tunnel una volta per tutte, la strada per uscire prima o poi si trova.
Capisco benissimo la sua sfiducia ed ha perfettamente ragione. Un professionista che si ritiene tale, non avrebbe mai chiuso un rapporto con un messaggio. Un rapporto si chiude parlandone con il paziente che abbiamo in carico e discutendo con lui/lei i motivi ed i tempi per cui si ritiene opportuno interrompere il rapporto. Con maggior ragione avendo fatto una terapia di ben 4 anni .... Può darsi che abbia dei problemi personale la sua ex terapeuta e non ce la faceva a proseguire a fare terapie...Ma sono tutte supposizioni. Magari le può chiedere spiegazioni perchè ritengo che abbia tutti i diritti di farlo così sente di chiudere lei il rapporto e non di subirlo. Se ha bisogno mi contatti pure. Le faccio un in bocca al lupo affichè riesca a ritrovare la fiducia e la serenità. Con cordialità. Dott. Lina Isardi
Mi sorprende che la sua psicoterapeuta le abbia scritto ciò invece di parlarne in seduta. Credo che se la collega abbia capito di non riuscire ad aiutarla abbia fatto bene a dirglielo. Ma ripeto, mi sorprende che abbia potuto farlo con un messaggio! La possibilità di fidarsi non viene meno per una frustrazione , se è riuscita a farlo una volta non era la prima volta e non sarà l'ultima. La fine di una psicoterapia non può essere fatta per messaggi!
Gentile Signora nella sua nota emerge in modo molto chiaro il suo desiderio di continuare a lavorare su se stessa per smettere di provare quella che lei chiama ansia sociale o meglio cercare di capire cosa significhi queste suo modo di sentire i rapporti interpersonali. Quindi è conseguente pensare che lei stia cercando una persona con cui fare questo lavoro. In merito alle ragioni per cui la sua precedente terapia si è conclusa possiamo fare solo delle ipotesi molto vaghe. Nonostante ciò ci sono comunque degli elementi che vanno notati. Una psicoterapia è di fatto una relazione fra due persone che decidono di svolgere un lavoro usando delle tecniche. Nonostante ciò è una relazione fra due persone. Il punto focale rimane sulla conoscenza sul dare parole a ciò che non ha più parole, pensare ciò che agisce in noi e su cui non ci soffermiamo più. Rimettere al centro dei nostri pensieri noi stessi, rimettere in modo la nostra capacità di autocoscienza che poi teoricamente diventi leggere il conflitto fra le difese e i desideri è un tecnicismo per gli esperti ma che detto in questo modo lascia il tempo che trova durante una relazione psicoterapeutica. In ogni caso tutte le terapie hanno un tempo ovvero finiscono quando il paziente riattiva questo processo di autocoscienza o quando il due membri di questa relazione comprendono che più di quello non si riesce a fare. Si a volte nonostante tutte le tecniche e tutti gli studi bisogna prendere atto che non si riesce ad andare oltre un certo limite. Non si tratta di un fallimento in quanto sicuramente il lavoro fatto ha portato a dei risultati ma di prendere atto che quella particolare coppia paziente - analista non riesce ad andare oltre. Ora lavora con una persona con questa esperienza significa lavorare sul tema "come sarebbe stato bello se lei fosse ancora qui con me ..." ed è possibile farlo se non addirittura molto interessante per lei. Non è proprio semplice lavora con un paziente ed il "fantasma del precedete analista... " ma è sicuramente molto interessante. Dove porta questo lavoro nessun professionista esperto può dirlo in quanto nessuno prevede il futuro ma è ragionevole pensare che porti ad un cambiamento ma le ripeto nessuno può stabilire cosa avverrà ma può solo affermare che di solito si prosegue nel lavoro di conoscenza e di cambiamento. Ora sta a lei decidere cosa fare. Un cordiale saluto
E' alquanto sconcertante che dopo 4 anni di una psicoterapia in cui lei è stata collaborativa venga liquidata in questa maniera.
Non perda, comunque, la fiducia! Credo che sia opportuno che lei intraprenda una psicoterapia seria a orientamento psicodinamico integrata con medicinali naturali e innocui che vadano a promuovere una riattivazione e riequilibrio delle finzioni biologiche. Per maggiori informazioni mi può interpellare telefonicamente e/o può andare sul mio sito. Tenga presente che una psicoterapia può essere effettuata anche on line. Cordiali saluti.
Buongiorno,
comprendo benissimo il suo stato d'animo anche perchè tendenzialmente la conclusione di una terapia è un qualcosa che viene a messo a tema tra paziente e terapeuta in modo da affrontarlo poi insieme. E questo vale per qualsiasi sia la causa della "fine". Capisco il suo senso di abbandono e sfiducia, ma forse proprio queste sensazioni le fanno capire anche su cosa magari potrebbe ricominciare a lavorare. partire da sè e da quale che questa situazione ha generato in lei, partendo nell'affrontare con il nuovo terapeuta proprio questa sua difficoltà a fidarsi. Non si rassegni!!!

Un saluto
A.S.
Buongiorno, leggo con attenzione ciò che scrive, e comprendo lo sgomento e l'ulteriore sfiducia che questo distacco ha aumentato in lei. Del resto, lo scrive anche lei, come fare? "da una parte non mi fido di nessuno, ma dall'altra sono costretta ad andare da qualcuno a causa del mio disagio". Il conflitto qui è "non voglio (a causa della paura di essere ferita e delusa di nuovo) ma ne ho bisogno". Cosa prevale di più oggi? la paura o il bisogno di avere comunque un supporto? e questa risposta può cambiare anche da una settimana all'altra. Ma oggi, in questo momento in cui io glielo sto chiedendo, cosa sente avere maggior peso tra i due? Finchè prevale la paura, non ci muoviamo (intelligentemente, la paura ci protegge da ciò che noi sentiamo e viviamo come un pericolo). Ma appena la paura si abbassa anche solo un pochino (come quando lei ha contattato ben altri due terapeuti) allora iniziamo a fare qualche azione verso ciò di cui abbiamo bisogno. Voglio anche rimandarle che è importante che abbia scelto "a pelle" basandosi sul sentire ciò che una persona le trasmette, e aver interrotto i percorsi se quelle persone non erano giuste per lei. Vorrei provare ad aiutarla in questo suo momento di difficoltà e sofferenza. Se lo desidera, possiamo fare un primo incontro conoscitivo e anche questa volta potrà sentire come si trova proprio "a pelle " nell'incontro con me.
Le auguro una buona giornata
Buonasera, intanto tenga presente che chi l'ha "letta" e ascoltata per 4 anni non può dimenticarsi di lei, anche se lo volesse. Comunicarle che sente di non poterle più essere di aiuto è invece tutta un'altra questione. Però lei si sente come se ciò fosse accaduto, evidentemente perchè per lei è vero. Forse potrebbe considerare di iniziare un nuovo percorso affrontando proprio questo senso di abbandono, tradimento e sfiducia che sta vivendo. Il mio suggerimento è quello di continuare a cercare fino a quando troverà qualcuno di cui lei sente, e lo può sentire solo lei, di potersi e volersi fidare. Continui a cercare, si fidi del suo istinto e tenga duro. Resto a disposizione se desidera approfondire la questione. Un cordiale saluto
Buongiorno, si sente la sofferenza che vive per la perdita di una persona alla quale si è totalmente affidata, capisco non sia facile ma vale la pena provare a fidarsi di qualcun altro, ci è riuscita una volta e può farlo ancora. Il lavoro fatto è sicuramente importante e non va buttato, l'esperienza condivisa è qualcosa di prezioso per entrambe che rimane al di là della frequentazione. Spero che possa trovare la persona giusta con cui rielaborare questo vissuto di perdita che tanto la sta facendo soffrire. Un caro saluto
Gentile utente, mi spiace molto per il periodo che sta affrontando e la sofferenza che ne emerge. Mi spiace anche che la sua terapia si sia conclusa in modo tanto brutale, anche se ritengo che se la collega sentiva di non poterla aiutare è stata corretta a chiudere. Avrebbe dovuto parlargliene, di sicuro: ha provato a chiedere le motivazioni? In ogni caso, non perda la fiducia e provi nuovamente un percorso terapeutico: le consiglio, però, di seguirne uno ed analizzare all'interno di esso tutto quanto scrive qua. Mi pare di aver letto tantissime sue domande e sfoghi sul portale, con altrettante risposte. Penso che questa modalità potrebbe crearle più disagio e confusione che conforto, che immagino sia invece ciò lei sta cercando. Un caro saluto
Cara signora, ciò che colpisce di più la mia attenzione è la sua ultima frase: "Tutto quello che inizio finisce sempre con un fallimento..."
Credo che l'ultima cosa che lei debba fare è colpevolizzarsi dell'accaduto: non è stato un suo fallimento. Non si può neanche giudicare l'operato di una psicoterapeuta sulla base di una lettera aperta di una sua cliente rivolta ai colleghi.
La questione avrebbe bisogno di una riflessione approfondita, da farsi sospendendo per quanto possibile il giudizio.
Come vede, i professionisti sono tanti! Ci capita di consigliare ad un utente un altro collega, come di capita di ricevere la richiesta di un utente inviato da un altro collega. Può contattarci, e magari capire meglio quello che è successo con la collega. Sarebbe un punto di partenza che non la esporrebbe nella sua individualità, nel suo vissuto personale, ma solo nella specificità della relazione "fallita" con la terapeuta precedente... ma l'interruzione di una relazione terapeutica non è mai un personale fallimento di chi ne era parte come cliente, come invece sembra viverlo lei, giudicandosi in negativo... e poi, che vuol dire veramente "fallimento"?!?!
Come vede, c'è tanto da dire, e come le ripeto: siamo molti, e le consulenze preliminari sono sempre previste, per noi.
Un caro saluto.
Buonasera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere assieme a lei un percorso di terapia. Buona serata, Dott.ssa Beatrice Planas
In psicoterapia il rapporto di fiducia tra curante e paziente è determinante per il buon esito del percorso psicoterapeutico, come hai già potuto sperimentare. Come potersi fidare di nuovo? Se c'è il desiderio profondo di attuare un cambiamento nella propria vita, io suggerisco di iniziare a parlare proprio di fiducia con lo psicoterapeuta che sceglierai, come si è costruita nel tempo, quali cambiamenti ha avuto e come può essere ricostruita al meglio, in modo che tale nuovo concetto si estenda anche al tuo mondo esterno.


Buona sera,
mi dispiace molto per l'accaduto e posso intuire come per lei sia difficile affidarsi di nuovo ad uno psicoterapeuta. A mio avviso sarebbe stato necessario che lei avesse avuto modo di esprimere i suoi pensieri a riguardo e comunque spero che abbia avuto almeno il tempo necessario per elaborare l'interruzione della psicoterapia nel corso di più sedute. A volte succede che un percorso di questo tipo viva dei momenti di impasse che poi si risolvano in modi non proprio auspicabili. Le auguro di riuscire ad elaborare questa spiacevole esperienza con l'aiuto di qualcuno che potrà riconquistare la sua fiducia.
Un Cordiale Saluto.
Dott.ssa Olga Guardiani
Gentile Utente,
Non si sospende mai una terapia comunicandolo al paziente con un messaggio!
Il terapeuta puo' decidere di non proseguire nel lavoro terapeutico con un determinato paziente ma anche questo e' un elemento da portare nella relazione terapeutica proprio per evitare che il paziente possa sviluppare vissuti di abbandono e di inadeguatezza!
Non conosco le motivazioni che hanno portato il suo terapeuta a muoversi in tal senso ma posso dire che tale atteggiamento e' ,a dir poco, vivamente sconsigliato.
Generalmente se si riscontrano impedimenti di qualsiasi natura alla prosecuzione del rapporto clinico, si opta per un invio ad altro professionista dopo aver spiegato le motivazioni alla base di tale scelta.
Provi a far ricorso alle sua capacità di discernimento e grazie anche alle risposte ricevute nel sito, a gettare un ponte verso il futuro piuttosto che farsi paralizzare dalle esperienze negative passate.
Con l'augurio di uscire presto da questo momento di impasse le invio un cordiale saluto
Dott.ssa Manuela Violani
Salve, ha valutato la possibilità di rivolgersi ad un terapeuta uomo? Dalle sue parole mi sembra di capire che siano solo donne.
saluti
Salve, capisco il dolore di questa rottura. Mi sento di dirle che una relazione finita non rappresenta un fallimento. E' stata un'esperienza che l'ha portata fin qui. Provi a vedere cosa ha preso da questa relazione, non cosa le manca.
Mi auguro, ad ogni modo, che lei possa di nuovo affidarsi così da proseguire il suo percorso.
Buona fortuna.
Un saluto,
Rosella pettinari
Gentile utente di mio dottore,

una psicoterapia che non ha portato risultati molto probabilmente ha avuto dei problemi nel suo interno dal punto di vista della relazione terapeutica. Ciò che risulta esser determinante nelle psicoterapie è l'alleanza terapeutica. E' attraverso di essa che l'utente trova benefico risucendo cosi a fare dei cambianti sostanziali che in qualche modo portino benessere in ogni campo dela vita relazionale.
Molto probabilmente lo specialista che la seguiva ha ritenuto poco terapeutiuco il fatto che lei continuasse in questo momento, come se più di quello che avesse fatto non poteva fare. Possono crearsi delle situazioni di questo tipo in alcune terapie, magari il beneficio sperato non è stato prodotto anche per scarsa attitudine al cambiamento. Potrebbe semplicemente darsi che lei non fosse ancora pronta a fare dei cambiamenti e a metter in discussione certe posizioni...ci pensi potrebbe esser un interessante spunto di riflessione.

Saluti
Dottor Diego Ferrara

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