Io mi trovo a scrivere qui perché vorrei sentire delle opinioni su una decisione che voglio prendere

16 risposte
Io mi trovo a scrivere qui perché vorrei sentire delle opinioni su una decisione che voglio prendere: voglio interrompere la psicoterapia che sto facendo da circa 2 anni. Anche se riconosco che mi ha aiutato a capire certi pattern della mia vita, non sopporto più i modi "dittatoriali" del mio psicoterapeuta, ed il fatto di sentirmi poi solo e non sostenuto nel momento in cui devo affrontare problemi quotidiani. Non vengo mai coinvolto in ciò che si fa, il mio psicoterapeuta mi dice soltanto: "al momento ritengo utile fare la tal cosa", se io ho un'obiezione non viene mai approfondita. Non mi piace neanche il fatto che se io cerco di parlare di un problema attuale, lui mi risponda ricordandomi che due anni fa ho iniziato la psicoterapia per il problema X. Per fare un esempio concreto, in questo periodo si è chiuso un rapporto di più di sei anni che è stato molto importante per me, e il sostegno psicologico l'ho trovato da amici e parenti. Vorrei cambiare e fare un tipo di terapia più coinvolgente e rispettosa delle mie esigenze, e che abbia anche un aspetto di psicoeducazione. Faccio bene? C'è qualcosa che devo sapere prima di decidere definitivamente? Grazie infinite a chi mi vorrà rispondere
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare. Ritengo comunque importante che lei possa proseguire una psicoterapia al fine di elaborare ciò che ancora ritiene sia rimasto incompleto.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon pomeriggio,
sarebbe utile, se non lo ha già fatto, confrontarsi con il suo terapeuta proprio sugli aspetti che ha descritto così bene. Nei percorsi terapeutici, può capitare di sentirsi insoddisfatti. Informare il terapeuta che la segue può essere utile per "risintonizzarvi" reciprocamente, a beneficio della terapia, fermo restando che la decisione di cambiare professionista da parte del paziente è insindacabile. Rispetto alla psicoeducazione, ogni terapia, per definizione, contiene aspetti psicoeducativi. A quali aspetti che ritiene necessari fa riferimento nello specifico? Ne ha parlato col suo terapeuta?
Cordialmente, EP
Buon giorno, il rapporto terapeutico deve essere basato sulla fiducia, sulla alleanza e collaborazione. Se ci sente poco sostenuti e se il metodo viene percepito come "dittatoriale", è importante rimandare questo vissuto in seduta e capire insieme se continuare il percorso o interrompere (facendo però prima un bilancio del lavoro fatto insieme fino a questo momento).
Un cordiale saluto, Cinzia Fiore
Gentile utente, posso capire il suo disagio e la difficoltà che sta vivendo nel percorso terapeutico. Penso che sia per lei utile affrontare con il suo psicoterapeuta questi vissuti, esponga le sue perplessità, le sue necessità e insieme cercate di capire come procedere o eventualmente chiudere il percorso terapeutico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Gentile utente, credo sia fondamentale cercare di mantenere sempre un rapporto autentico ed aperto essendo la relazione terapeutica, in primis, una relazione tra due persone e poi tra paziente e professionista. Talvolta può capitare di perdere la strada percependo uno scollamento tra i propri obiettivi terapeutici e quelli del suo curante. Le suggerirei, quindi, di condividere con lui i propri vissuti emotivi attuali al fine di ritrovare la strada perduta oppure di intraprenderne una nuova.
Un caro saluto.
buonasera,
personalmente ritengo fondamentale per il buon funzionamento della psicoterapia, la presenza di un rapporto di fiducia nei confronti del proprio terapeuta.
Da come scrive mi sembra che questo rapporto sia diventato ormai logoro.
Le consiglio di parlarne con il terapeuta e, nel caso non si sentisse nuovamente supportato, di cambiare professionista.
Buonasera, descritta così sembra che il suo vissuto sia quasi da protocollo. La relazione terapeutica è fondamentale per il processo di cura, per cui se arriva a sentirsi solo, i casi sono due: o ci sono elementi transferali della sua storia personale, o il rapporto ha preso una piega diversa. In ogni caso è necessario parlarne con il terapeuta e sentirsi ascoltato e supportato nella sua decisione di rimanere o di cambiare. La psicoterapia deve essere un luogo sicuro, deve dare la sensazione di essere sempre preso per mano. Questo non vuol dire dare torto o ragione (il giudizio è assente in una psicoterapia), ma ascoltare e dare valore a ciò che il paziente porta. Ci sono sempre dei nessi importanti in ciò che viene detto durante una seduta, anche quando si parla di argomenti apparentemente banali.
Spero di averle risposto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno gentile utente, lo "spazio" della psicoterapia va condiviso dal terapeuta e dal cliente. Da quanto lei descrive sembra siete su due binari diversi e il tipo di terapia, ad oggi, non risponde alle sue esigenze. Come lei stesso afferma, la terapia è stata utile e questo va condiviso e validato insieme al terapeuta. Se al momento non si sente di continuare concordi almeno una pausa con il suo terapeuta, uno spazio utile per riflettere lontano dalle sedute per capire se sente il bisogno di continuare. Le cure che lei esigenze dalla terapia sono più di natura cognitivo comportamentale. Questo appoccio considera il vissuto e le coseguenze che ne determina nel presente insieme alle emozioni, pensieri e ai comportamenti disfunzionali. Resto disponibile per ulteriori informazioni. Saluti Dott ssa Silvana Zito
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Buon pomeriggio, quello che scrive, mi fa pensare che in questa fase della terapia non sente il terapeuta sintonizzato il suo terapeuta sui suoi bisogni profondi. Le racconto che nei primi colloqui ,con i nuovi pazienti, parlo da subito di questa eventualità: entrambi siamo in gioco , con diverse responsabilità in quello che io definisco “ un viaggio insieme”, può accadere che l’uno o l’altro possa perdere la sincronia nell’andatura. Il
Vero protagonista del viaggio è lei! Si dia appieno la possibilità di esprimere quello che vive, di chiamare per nome le incomprensioni che sta sperimentando con il collega. Al
Pari di altre relazioni , anche quella terapeutica è fatta di “rotture” , possono esserci delle utili “ riparazioni” ; certo non dipenderà solo da lei , ma dalla sensibilità del collega. Prima di chiudere “questo viaggio” faccia questo tentativo, potrebbe rinforzarsi e migliorare di molto il vostro lavoro !! Diversamente…poco influisce il tipo di approccio terapeutico utilizzato… la vera differenza la fa il terapeuta che sa mettersi in gioco. In bocca al lupo!
Dottoressa Lidia D’abbrunzo.
Buonasera, le ho risposto facendole un video sul mio canale youtube dal titolo "Quale psicologo scegliere e perchè scegliere me". Valuti se le può essere d'aiuto. Cordialmente Amico Colaianni
Buongiorno,
sarebbe importante parlasse di questo suo malessere rispetto alla propria terapia proprio col suo terapeuta. L analisi della relazione terapeutica è un potente strumento anche per il terapeuta stesso perché dice molto di come stia funzionando la vostra relazione e che tipo di cliché riprenda. Resta la possibilità eventualmente qualora lei volesse di cambiare terapeuta, ma vale la pena parlarne essendo una psicoterapia iniziata da 2 anni, che sicuramente avrà raggiunto qualche obiettivo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Utente, abbi cura di confrontarsi col suo terapeuta prima, anche qualora dovesse chiudere.
Un caro saluto, Luisa
Gentile utente mi dispiace per le difficoltà che sta affrontando , le consiglio di esprimere questo disagio , questi problemi al suo terapeuta e dopo un confronto lei potrà decidere se cambiare terapeuta oppure no. Per qualsiasi altra informazione resto a sua disposizione . Cordiali saluti
Buongiorno, ritengo sia diritto di ognuno scegliere se, come e con chi intraprendere il proprio percorso. Lei ha intrapreso un percorso che ha ritenuto produttivo fino ad ora, quindi non si è sottratto alla relazione terapeutica, se adesso sente la necessità di cambiare ne ha la facoltà, concordo con lei che sentirsi parte del proprio processo di cambiamento sia fondamentale. Rimango a disposizione Dr.ssa Michela Campioli
Gentile utente, le suggerisco anzitutto di parlarne con il suo terapeuta e in un secondo momento valutare se cambiare o meno.
Sicuramente, ci saranno delle motivazioni alla base della scelte del professionista di cui parla, che può o meno voler condividere con lei. Se allo stato attuale sente di non sentirsi compreso e seguito rispetto a ciò che per lei è significativo, e quindi importante per il suo benessere, allora ha tutto il diritto di cercare un altro professionista. Ricominciare ad affrontare dal principio questioni che porta avanti con il suo terapeuta da due anni, è l'unica cosa che sento di doverle dire, ma l'impresa può valere la spesa se gestita con un terapeuta che ritiene adeguato e competente rispetto alle sue esigenze. Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Buongiorno,
prima di prendere una decisione definitiva ha provato a parlare di questi suoi dubbi con il suo psicoterapeuta?
Può essere che in periodi diversi della propria vita, anche in conseguenza di quello che ci succede, si senta il bisogno di tipi di aiuto diversi.
Se sente di avere bisogno di un tipo di aiuto diverso, è giusto considerare l'ipotesi di cambiare.
Rimanderei la decisione dopo aver condiviso questi suoi vissuti con il suo attuale terapeuta per capire se non sia comunque possibile impostare la terapia su desideri e bisogni diversi da quelli che l'hanno portata ad iniziare un percorso due anni fa.
Cordiali saluti, dottoressa Roberta Daminelli

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