Ho 59 anni, menopausa, tiroidite e sjiogren. Sono in chetogenica da 3 mesi per cercare di abbassare

13 risposte
Ho 59 anni, menopausa, tiroidite e sjiogren. Sono in chetogenica da 3 mesi per cercare di abbassare infiammazione, con prodotti freschi e grassi animali, evo e olio cocco. entro in chetosi raramente in base alle striscie.Prima della dieta avevo trigliceridi normali. Ora 460 e dolore zona milza/reni. È opportuno che faccia un tentativo togliendo grassi animali o devo interrompere la dieta?
Dott. Luca Agostini
Nutrizionista
Piove di Sacco
Con i dati che mi fornisce, la dieta chetogenica che sta seguendo non sembra adeguata al suo profilo clinico e sta probabilmente creando uno scompenso metabolico.

Un valore di trigliceridi a 460 mg/dL è patologico e rischioso, soprattutto associato a dolore nella zona milza/reni, che può indicare un sovraccarico epatico o pancreatico, o complicanze metaboliche (es. steatosi epatica o pancreatite).

In più, con menopausa, tiroidite di Hashimoto e sindrome di Sjögren, una dieta chetogenica ricca di grassi animali può peggiorare l’infiammazione sistemica e i parametri lipidici, soprattutto se la chetosi non è stabile o ben gestita.

Cosa fare:
Interrompa la dieta chetogenica immediatamente e passi a un'alimentazione più equilibrata, a prevalenza vegetale, con fonti di grassi buoni (olio extravergine di oliva, semi, frutta secca) e riduzione drastica dei grassi animali.
Effettui una valutazione epatica e pancreatica, con ecografia e controlli di lipasi, amilasi, transaminasi.
Richieda la valutazione di un nutrizionista clinico per impostare una dieta antinfiammatoria più sicura e personalizzata, adatta a menopausa, autoimmunità e metabolismo lipidico alterato.
Insistere con la chetogenica in queste condizioni può esporla a complicanze.
Resto a disposizione se desidera un piano alimentare specifico e graduale di riequilibrio.
Distinti saluti,
Dr Luca Agostini

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Salve, il protocollo chetogenico va sempre fatto sotto la supervisione di un nutrizionista competente, che valuta il quadro clinico, eventuali criteri di esclusione della dieta stessa (nel cui caso, si seguiranno altre strade) e decide come gestire il protocollo, l'intake calorico, la qualità lipidica e soprattutto per quanto tempo; generalmente, dopo alcune settimane, è consigliato fare un'interruzione e proseguire con diete di transizione.
Le consiglio di farsi seguire da un nutrizionista esperto.
Dott.ssa Marzia Lucherini
Nutrizionista, Professional counselor, Terapeuta
Lucca
Gentilisso paziente di 59 anni con le diete chetogeniche " fai da te" ho visto proprio effetti deleteri...io preferisco introdurre pasti cheto già preformati, anche se contemporaneamente aiuto il mio paziente a scegliere i grassi migliori, per evitare peggioramenti sull'assetto lipidico, di cui Lei ci parla. Uso da oltre 30 anni quelli di una nota azienda Italiana e i risultati ci sono senza effetti collaterali ..." il fai da te casalingo" può portare come eccesso proteico introdotto con i cibi animali ad un impegno troppo intenso di milza e reni ( da cui il dolore di cui ci indica nel suo mesaggio). Resto a sua disposizione Marzia Lucherini espert in vlckd
I trigliceridi a 460 sono un dato che non va sottovalutato: può indicare che il tuo metabolismo lipidico non sta rispondendo bene all’attuale approccio nutrizionale. In particolare, l’aumento potrebbe essere legato ad un eccesso di grassi, specie saturi (da fonti animali o olio di cocco), ad una chetosi non stabile (come suggeriscono le strisce), o anche a condizioni ormonali e autoimmuni come tiroidite e sindrome di Sjögren, che possono influire sul metabolismo.
Il dolore nella zona milza/reni non è generalmente associato alla dieta, ma potrebbe essere legato ad un’altra causa e andrebbe approfondito con il medico curante.
Modificare la dieta potrebbe essere un primo passo sensato, ad esempio riducendo i grassi animali e saturi (burro, carni grasse, olio di cocco) e privilegiare i grassi insaturi (olio extravergine d’oliva, frutta secca, pesce azzurro).
Il mio consiglio è di sospendere temporaneamente la chetogenica, o almeno rivederla in modo personalizzato, e affiancarla a un controllo medico completo. Non sempre la dieta chetogenica è associata a meno infiammazione: in alcuni casi può essere più efficace un'alimentazione antinfiammatoria bilanciata, meno estrema e più sostenibile nel lungo termine.
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad un professionista per poter analizzare il caso nel dettaglio ed evitare il " fai da te" così da poterle dare una risposta ben precisa :)
Dr. Marco Liotti
Nutrizionista, Dietista
Roma
Si è il caso che interrompa la dieta. E riprenda a fare una dieta bilanciata ipocalorica. Deve fare assolutamente attività sportiva. Ma bisognerebbe vedere tutta la situazione, peso altezza composizione corporea. Stando in menopausa, non ha più gli estrogeni che le davano un aiuto, specialmente con i carboidrati.
Buonasera signora la dieta da chi le è stata prescritta ? I trigliceridi sono molto alti sarebbe opportuno sospenderla
Dott.ssa Brunella Troncone
Nutrizionista, Biologo nutrizionista
Napoli
Gentile paziente, le consiglio di interrompere la dieta chetogenica.
Il motivo per cui non entra in chetosi può essere dovuto al fatto che assume carboidrati inconsapevolmente. Le conseguenze che manifesta non la rendono idonea a questo tipo di protocollo.
Cordialmente, dottssa Troncone.
Dott.ssa Silvia Piazza
Nutrizionista
Acquanegra sul Chiese
Buongiorno , personalmente raccomando sempre di fare attenzione alla dieta chetogenica e ricordo che non è un regime alimentare "perenne", ossia va comunque monitorato e se possibile integrato ad un'alimentazione equilibrata. Nel caso di Sjiogren io ho ottenuto ottimi risultati su una paziente senza introdurre una dieta chetogenica, bensì un regime a ridotto contenuto di carboidrati (specialmente raffinati, quasi zero), in modo da non alterare le analisi del sangue. Le suggerisco di far valutare da uno specialista il suo caso e non sottovalutarlo
Buongiorno, è opportuno che si interfacci con il professionista che le ha prescritto la dieta ed eviti assolutamente il faidatè. Buona giornata.
Gentile paziente, le consiglierei di cambiare approccio dietetico. La chetogenica andrebbe seguita per un arco di tempo limitato e se ben strutturata e calibrata può dare dei buoni risultati già nell'arco di un mese dopodiché si deve sempre considerare l'impostazione di un piano di stampo mediterraneo. Tre mesi di alimentazione in cui c'è un apporto notevole di grassi animali e di olio di cocco (che così bene non fa), per di più con un aumento preoccupante dei trigliceridi, che dovrebbero stare sotto i 150 mg/dl, è tutt'altro che antiinfiammatoria e salutare.

Cordiali saluti
La terapia chetogenica deve essere seguita da un professionista. Se riferisce queste problematiche le suggerisco di farlo presente al suo medico che molto probabilmente le farà interrompere la chetogenica. Un saluto
Buongiorno, personalmente, nel suo caso, non avrei optato per una chetogenica ma per un protocollo autoimmune. La chetogenica, se non curata da un professionista può essere un'arma a doppio taglio e pericolosa. Infatti è una dietoterapia, e solamente in casi specifici dovrebbe essere portata avanti per lunghi periodi. Inoltre, se non assume i giusti integratori, può portare il corpo verso l'acidificazione e aumentare l'infiammazione (invece che diminuirla). Se sta facendo una chetogenica da autodidatta, le consiglio di affidarsi ad un professionista; se invece fosse seguita da un professionista, dovrebbe domandare direttamente a lui (conoscendo anche meglio la sua storia clinica). Importantissimo anche l'introito di acqua per eliminare le scorie azotate, altrimenti si rischia di mandare in sofferenza il fegato.

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