Gentilissimi, scrivo su questo portale perchè da un mese ho iniziato un percorso di psicoterapia. E'

24 risposte
Gentilissimi, scrivo su questo portale perchè da un mese ho iniziato un percorso di psicoterapia. E' la prima volta nella mia vita, non sono mai stata una persona comunicativa e recentemente per molte situazioni accumulate ho manifestato un disturbo ossessivo compulsivo.
L'unica cosa è che dopo che esco dalla terapia mi sento malissimo, ho la nausea e mal di testa.
Non capisco se sono io o se è il terapeuta che ho scelto. Mi domandando tutte le settimane se cambiare dottore.
Cosa posso fare per capirlo?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, Le consiglio vivamente di provare con un'altro/a dottore/a poiché questo non rappresenterebbe in alcun modo una perdita, se mai una conquista. Solo provando può rendersi conto se le sue emicranie derivino dall'ambiente e dal professionista oppure se siano dovute ad altro.
Rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti e dettagli o semplicemente consigli, Dott.ssa Francesca Gottofredi

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Dott.ssa Elena Sonsino
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentile utente, le consiglio di parlare di queste sensazioni fisiche con il suo terapeuta. Un caro saluto. Dott.ssa Elena Sonsino
Dott.ssa Veronica Tosi
Psicoterapeuta, Psicologo
Siena
Gentile utente, le consiglio di parlarne con il suo terapeuta.
Deve sapere che un percorso di psicoterapia è un percorso che si basa sulla fiducia e deve essere fatto in team tra lei e il terapeuta.
Anche noi terapeuti siamo delle persone e come tali non sempre riusciamo ad essere le persone giuste per quel paziente. Non c'è niente di male nel doverlo comunicare al suo terapeuta e decidere insieme il percorso migliore per Lei.
Resto a disposizione per ulteriori domande,
Cordiali Saluti
Dott.ssa Tosi Veronica
Il primo ingrediente per poter far funzionare bene il percorso, è la fiducia. Non abbia timore nell'esporre questa problematica al suo terapeuta, aprire un dialogo su questo può essere un importante spunto di riflessione per entrambi. L'obiettivo che si pone l'esperto è solo quello di migliorare la qualità di vita dell'assistito, per cui qualsiasi informazione non è mai controproducente!
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, non abbia paura di quello che prova anche se mi rendo conto che le sensazioni sono spiacevoli, questa fase della sua vita rappresenta per lei qualcosa di importante perché finalmente si sta aprendo nel comunicare i suoi pensieri e vissuti emotivi. Cerchi di parlare con il suo terapeuta di tutto ciò che accade dopo la terapia al fine di poter approfonditamente trovare strategie utili per fronteggiare il disagio.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Sabrina Rosa Maria Rotelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Magenta
Buongiorno, si come suggerito ne parli in terapia, potrebbe essere un buon punto di partenza per capire qualcosa in piu' anche di se'. Magari il terapeuta sta correndo troppo e toccando dei tasti dolenti che la fanno stare male. Sicuramente la terapia smuove molto e a volte c'e' la sensazione di uscirne un po' sottosopra.
cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Pieri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
le suggerirei di parlare con il suo/la sua terapeuta per capire meglio che cosa le sta succedendo: a volte il percorso di analisi può essere molto intenso e può smuovere emozioni e sensazioni nuove, anche difficili da gestire fisicamente. Capisco che comunicare con il suo terapeuta, soprattutto dopo poco tempo, non sia semplice, ma si ricordi che la persona che ha davanti è li per aiutarla e, quindi, può sentirsi libero di parlargli.
Se il problema dovesse persistere, provi ad incontrare un altro professionista, e a vedere come va!

Cordialmente,
Dott.ssa Pieri
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Caro utente, la terapia non è un percorso facile. Si toccano molti elementi dolorosi e spesso ci sembra almeno nelle prima fasi di stare peggio di come si era arrivati. Scavare nel torbido del nostro dolore non è semplice. Ne parli con il suo terapeuta, condivida ciò che sente, poiché sicuramente c'è un senso ed un significato al suo malessere fisico. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Aisha Battelini
Psicologo, Psicologo clinico
Rovereto
Gentile utente,
mi dispiace, non deve essere stato facile decidere di intraprendere un percorso ed ora districarsi con tutte queste nuove sensazioni ed emozioni. Il mio consiglio è innanzitutto quello di parlarne durante la terapia in corso, per valutare insieme alla persona che ha scelto come terapeuta se sia il caso di proseguire diversamente (i dolori possono essere dovuti a stanchezza, stress, affaticamento quindi è possibile diminuire l'intensità delle sedute o gli argomenti trattati), è altresì normale in parte uscire certe volte un po' scombussolati dalla terapia, molte cose vengono smosse se si toccano elementi dolorosi, anche in questo caso, parlarne con il terapeuta può permetterle di capire meglio queste sensazioni e la loro origine. Se, dopo averne parlato e condiviso in un clima di fiducia la situazione, non dovesse trovare beneficio ne' comprensione o consapevolezza, si ricordi che ha sempre il diritto di interrompere il percorso per affrontarlo in un'altra sede.
Con i miei migliori auguri,
Dott.ssa Aisha Battelini
Dott.ssa Eliana Nola
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, grazie per la sua condivisione...
Ne parli anzitutto con il suo/la sua terapeuta: è anche probabile che questi sintomi somatici, svolgano una funzione importante e curativa, pertanto andrebbero meglio esplorati in fase di terapia.
Detto ciò, se non dovessero andar via in futuro, le consiglio (sempre previa comunicazione con il suo terapista), di optare per un cambiamento di rotta...
Spero di averla un po' aiutata,
Un cordiale saluto
Dr. E. Nola
"Mi domandando tutte le settimane se cambiare dottore...."
ecco inizia con una condivisione di questo pensiero proprio con il terapeuta, insieme valuterete la soluzione più congrua per il tuo benessere.
Non aver timore, il rapporto si basa in primis su professionalità e fiducia.
A tua completa disposizione, Dott.ssa Giovanna Napolitano
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso le sensazioni che sta sperimentando durante il percorso terapeutico. Le suggerisco di discutere apertamente con il suo terapeuta riguardo alle sensazioni da lei descritte. In questo modo potrete esplorare insieme l'origine di queste reazioni emotive e valutare se ci sono aspetti del percorso terapeutico che potrebbero essere adattati per renderlo più confortevole e costruttivo per lei.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto.

Dott.ssa Valeria Venturini
Dott.ssa Arianna Broglia
Psicologo, Psicoterapeuta
Parma
Gentile utente buonasera, innanzitutto mi sento di complimentarmi con te sottolineando l'importanza della scelta che hai fatto nell'iniziare un percorso di psicoterapia, è il modo migliore per prendersi cura di sé e delle "molte situazioni accumulate" di cui ci hai accennato. Tuttavia la terapia a volte può essere anche molto faticosa, specialmente all'inizio, perché si toccano tanti temi magari dolorosi, si smuove tanto, tante riflessioni ed emozioni. Hai mai pensato di confrontarti insieme al/alla terapeuta riguardo le sensazioni che hai descritto a noi? Questo confronto potrebbe essere importante per riuscire a dare un senso a quanto accade alla fine di ogni seduta. Qualora il malessere dovesse continuare potrebbe essere utile cambiare professionista; un percorso di terapia si basa sulla fiducia e il terapeuta è prima di tutto una persona, a volte può succedere che nell'incontro tra le due persone, terapeuta e paziente, non ci sia il "feeling" ottimale per portare avanti un percorso di terapia. Rimango disponibile per qualsiasi informazione, cordiali saluti. Dott.ssa Arianna Broglia
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Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Saronno
Gentile utente, può capitare di somatizzare il proprio disagio, o di avvertire un certo malessere nell'elaborare tematiche delicate, sviluppando sintomi fisici.
Sarebbe bene capire se questo malessere è legato all'inizio del suo percorso terapeutico o se invece possa esserci un'altra causa. Le consiglio di parlare con il suo terapeuta del suo disagio e di approfondire anche con eventuali accertamenti medici, in modo da sapere con certezza se tali sintomi possono essere scatenati o meno dal suo lavoro in terapia.
In caso, non si spaventi, ma affronti la situazione con il suo terapeuta. Nel corso del lavoro insieme questi sintomi, come sono arrivati, potrebbero sparire.
Se le permane il dubbio, può comunque consultare un altro terapeuta e vedere come si trova.
E' importante però provare a fidarsi del professionista a cui ci rivolgiamo e dare il tempo alla terapia di fare il suo effetto. A volte, anche quando assumiamo degli antibiotici non stiamo bene, ma ci stiamo comunque curando.
Resto a disposizione se volesse approfondire insieme, anche online.
Cordialmente,
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Dott.ssa Sonia Castagnolo
Psicologo, Psicologo clinico
Arcore
Gentile utente, penso sia importante per il suo percorso che lei condivida quello che sente con il suo terapeuta in modo da poter valutare insieme cosa sia meglio per lei e per il suo percorso. Quello che mi sento di dirle è che affrontare un percorso di terapia implica anche passare per dei momenti di crisi, inevitabili per arrivare a stare meglio. Resto a disposizione, un caro saluto. Dott.ssa Sonia Castagnolo
Dott.ssa Thelma D'Amico
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, comprendo la spiacevole sensazione, potrebbe essere legata ai contenuti che emergono nel corso delle sedute e spesso, a dispetto di quel che comunemente si pensa, tali sensazioni potrebbero manifestarsi anche nel professionista. Se consideriamo che la qualità della relazione è fondamentale per la buona riuscita di una terapia, come già suggerito dai colleghi, secondo me è fondamentale che possa sentirsi sicuro nell’esporre le sue sensazioni al suo terapeuta. Se non sente questa sicurezza, potrebbe iniziare dicendo proprio che non si sente pronto a condividere tutto e che c’è qualcosa che non è sicuro di riuscire a comunicare. Confido nella competenza del terapeuta che la segue. Sono disponibile per ulteriori chiarimenti o per rispondere ai suoi dubbi. Le auguro un sereno confronto, dott.ssa Thelma D’Amico
Dott.ssa Laura Fizzardi
Psicologo, Psicologo clinico
Rovato
Car* utente, il percorso di psicoterapia funziona se c'è reciproca fiducia e condivisione dei propri pensieri, dubbi, emozioni e perplessità.
La cosa migliore che può fare è parlare chiaramente al suo terapeuta riguardo a quello che sente e che le succede, in modo da capire insieme quale sia la causa e se sia qualcosa di risolvibile o se sia il caso di passare ad un altro dottore. Un abbraccio.
Dott.ssa Francesca Peruzzi
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pogliano Milanese
Buonasera
- in primis parlane con il tuo psi
- in terapia emergono tantissimi temi anche poco piacevoli, il corpo di riflesso ti mostra il rifiuto (pensa alla funzione del vomito), la nausea ( se si escludono condizioni mediche per le quali puoi indagare) è un segnale del corpo ( somatizzazione) e come tale va accolto e ascoltato.
Il corpo è portatore di grande saggezza.
Dott. Giovanni Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, capisco che un percorso di terapia possa essere perturbante. La cosa migliore che puà fare è parlarne con il suo terapeuta. Buona serata
Dott.ssa Serena Cei
Psicologo, Psicologo clinico
Cascina
Buonasera e grazie per la condivisione. Credo sia importante per la terapia stessa e per il terapeuta in questione condividere in seduta queste sensazioni e questi sintomi, parlarne e cercare di capire se siano determinati dalla relazione terapeutica oppure no. Spesso da una seduta in cui sono emerse forti emozioni o temi importanti se ne può uscire un pò provati ed anche questo fa parte della terapia. Ne parli in seduta. Un caro saluto.
Dott.ssa Cei Serena
Dott.ssa Elena Sinistrero
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso al voler intraprendere un percorso di cura di sè, con ripercussioni però così importanti sulla sua persona. Parlarne con il/la collega è un primo passo per vivere le sedute in maniera più compatibile ai suoi bisogni: anche queste esperienze fanno parte del suo vissuto e raccontano qualcosa di lei che un/una professionista può sfruttare per promuovere la salute mentale.
Cambiare terapeuta dopo così poche sedute potrebbe non darle e darvi il tempo di esplorare la relazione e instaurare il legame di fiducia e alleanza necessario al progredire positivo della terapia.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Dott.ssa Camilla Persico
Psicologo, Sessuologo, Neuropsicologo
Carrara
Buongiorno, il percorso di psicoterapia potrebbe essere emotivamente intenso, e è positivo che lei abbia iniziato questo importante passo verso la cura della sua salute mentale.
Le sensazioni di nausea e mal di testa dopo le sessioni sono sintomi che potrebbero essere dovuti a vari motivi, tra cui l'ansia, l'emozione post terapia, la fatica nel concentrarsi per affrontare determinate tematiche o, in alcuni casi, la dinamica specifica della terapia. È importante esplorare questi sintomi per capire meglio la loro origine ed è consigliabile parlare apertamente con il suo terapeuta riguardo a queste sensazioni. Una comunicazione aperta è essenziale in terapia e potrebbe aiutare a comprendere se tali reazioni sono legate al processo terapeutico o se potrebbero derivare da altri fattori.
Potrebbe anche essere utile riflettere su come si sente durante e dopo le sessioni, cercando di individuare se ci sono specifici argomenti o momenti che scatenano queste reazioni fisiche.
se, nonostante la comunicazione con il suo attuale terapeuta, le sensazioni persistono o diventano più intense, potrebbe essere considerata l'opzione di esplorare alternative terapeutiche o di cercare una seconda opinione professionale, ciò in quanto la connessione e la fiducia con il proprio terapeuta sono fondamentali per il successo del trattamento.
Ricordo che ogni esperienza terapeutica è unica, e trovare un equilibrio con il suo terapeuta è un processo che richiede tempo. Spero che riesca a individuare la strada più adatta alle sue esigenze e che il percorso terapeutico diventi un elemento positivo nel suo benessere complessivo, un caro saluto dott.ssa Camilla Persico
Dott.ssa Alice Iuso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
credo sia importante poter condividere con il suo terapeuta le reazioni fisiche che sperimenta dopo le sedute, per cercare di capirne il senso ed il significato. Un caro saluto.
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente,
il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione psicologica complessa, caratterizzata dalla presenza di pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi che spesso interferiscono con la vita quotidiana. Comprendo il desiderio di liberarsi completamente da questi sintomi, e vorrei rassicurarla che, sebbene ogni caso sia unico, è possibile ottenere miglioramenti significativi e, in molti casi, anche una gestione stabile del disturbo.
Il trattamento del DOC è altamente individualizzato e si basa generalmente su due approcci principali: la Psicoterapia e in alcuni casi anche la farmacoterapia con antidepressivi specifici come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Questi trattamenti, se seguiti con costanza e sotto la guida di un professionista esperto, possono portare a una notevole riduzione dei sintomi.
Alcuni pazienti possono raggiungere una gestione ottimale dei sintomi e vivere senza che le ossessioni o le compulsioni abbiano un impatto significativo sulla loro vita quotidiana. Altri, invece, potrebbero continuare a dover affrontare episodi di intensificazione dei sintomi, ma questi tendenzialmente diventano gestibili e meno invadenti grazie a strategie terapeutiche apprese durante il percorso.
La chiave del successo risiede nella combinazione tra un'ottima alleanza terapeutica, un trattamento mirato e nel rafforzamento delle competenze personali per affrontare il disturbo. Questo include il riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali, imparare a tollerare l'ansia senza ricorrere a rituali compulsivi, e sviluppare una visione più flessibile della realtà.
In sintesi, è possibile ottenere una gestione efficace del DOC e ridurre notevolmente i suoi effetti debilitanti, ma è importante comprendere che il percorso richiede tempo, pazienza e una collaborazione attiva con i professionisti. La sua condizione può migliorare significativamente, e in molti casi, le persone riescono a vivere una vita soddisfacente senza che il disturbo limiti gravemente le loro attività quotidiane.
Provi a parlare apertamente con il suo terapeuta e cercate insieme eventualmente di rafforzare la vostra alleanza, a prescindere dall'orientamento psicoterapeutico l'aspetto più importante è la fiducia nel proprio dottore.
Cordialmente
Dott. Mauro Vargiu

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