Gentili psicologi, Mi rivolgo a voi per condividere una situazione personale che mi sta causando no

24 risposte
Gentili psicologi,
Mi rivolgo a voi per condividere una situazione personale che mi sta causando notevole disagio. Assumo la pillola contraccettiva da novembre e, nonostante le rassicurazioni dei ginecologi riguardo alla sua corretta assunzione e ai risultati negativi dei test, ho sviluppato una costante preoccupazione che qualcosa possa andare storto. Questa ansia si manifesta con sintomi fisici quali nausea serale, gonfiore addominale, mal di testa, gorgoglii intestinali, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Ho notato che questi sintomi tendono ad accentuarsi quando ci penso di più, alimentando ulteriormente le mie preoccupazioni. Inoltre, mi capita di avere pianti improvvisi, indice di un malessere emotivo crescente.
Oltre a questa ansia legata alla salute, mi rendo conto che a livello emotivo ho sempre avuto poca fiducia in me stessa. Questo mi porta spesso a cercare approvazione dagli altri, in particolare dai ragazzi, per sentirmi appagata e valorizzata, senza riuscire a comprendere davvero che non ho bisogno di questo per stare bene. Cerco in tutti i modi di costruire una relazione seria, anche quando razionalmente so che con quella persona potrebbe non esserci nulla di realmente stabile. Questa dinamica mi porta ad avere un’ansia costante che da un momento all’altro lui possa allontanarsi, spingendomi a controllare perché non mi risponde o a cercare continue certezze, entrando in un circolo vizioso di insicurezze e paura dell’abbandono.
Sono consapevole che l’ansia può manifestarsi attraverso sintomi fisici, e mi chiedo se la mia situazione possa rientrare in questo quadro. Nonostante le rassicurazioni mediche, la mia mente continua a focalizzarsi su possibili problemi, creando un circolo vizioso tra pensieri e sintomi fisici.
Vi chiedo un parere su come poter gestire questa situazione, sia dal punto di vista psicologico che emotivo. Esistono strategie o percorsi terapeutici che possano aiutarmi a ridurre l’ansia e i sintomi associati? Come posso lavorare sulla mia insicurezza e sulla dipendenza emotiva, per riuscire a stare bene con me stessa senza cercare continue conferme dagli altri?E perché la nausea si accentua di sera?
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione e l’eventuale supporto che potrete offrirmi.
Dott.ssa Liliana Sergio
Psicologo
Andria
Salve è necessario un percorso di sostegno e di riequilibrio delle sue risorse interne di coping. Inoltre è necessario ristabilire la sua autostima. Dott.ssa Liliana Sergio Andria Galleria Roma n10

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, prima di tutto, vorrei riconoscere il coraggio con cui ha condiviso la sua esperienza. L’ansia che descrive sembra aver preso più direzioni nella sua vita, influenzando sia la percezione del suo corpo sia il modo in cui vive le relazioni affettive. Questi due aspetti, seppur distinti, sembrano intrecciarsi in un meccanismo comune: la ricerca di certezze per placare un senso di insicurezza di fondo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è importante comprendere come i pensieri possano influenzare i sintomi fisici e viceversa. Lei stessa ha notato che la nausea, il gonfiore, la stanchezza e gli altri segnali corporei si intensificano quando si sofferma sulle sue paure. Questo è un chiaro esempio di come l’ansia possa amplificare le sensazioni corporee e renderle più intrusive. Quando ci preoccupiamo costantemente di qualcosa, il nostro cervello attiva una sorta di “allarme” continuo, mantenendo il corpo in uno stato di tensione. La nausea serale potrebbe essere legata a diversi fattori: la stanchezza accumulata durante la giornata, il rilassamento che permette ai pensieri ansiosi di emergere con più forza o, semplicemente, il fatto che la sera si hanno meno distrazioni e si è più in contatto con le proprie sensazioni. Dal punto di vista emotivo, la sua difficoltà nel sentirsi sicura senza l’approvazione altrui potrebbe derivare da schemi interiorizzati nel tempo. La paura dell’abbandono e il bisogno di conferme continue spesso nascono da una percezione di sé non del tutto solida, che la porta a cercare nell’altro un senso di valore e sicurezza. Il problema è che, paradossalmente, questo atteggiamento può generare l’effetto opposto: più si cerca conferme, più si alimenta l’insicurezza, poiché l’attenzione si sposta continuamente su cosa pensa o fa l’altro, anziché su ciò che lei sente e desidera davvero. Esistono strategie che possono aiutarla a interrompere questo circolo vizioso. Una delle tecniche più efficaci in ambito cognitivo-comportamentale è la ristrutturazione cognitiva, che consiste nell’individuare e mettere in discussione i pensieri catastrofici che alimentano l’ansia. Ad esempio, potrebbe provare a chiedersi: “Quali prove reali ho che ci sia qualcosa di sbagliato nella mia salute?” oppure “Il fatto che una persona non risponda subito significa davvero che non gli interesso?”. Sfidare questi pensieri in modo sistematico può aiutare a ridurne l’impatto emotivo. Un’altra tecnica utile è l’esposizione graduale all’incertezza. L’ansia si nutre del bisogno di controllo, quindi può essere utile esporsi gradualmente a situazioni in cui si accetta di non avere risposte immediate. Ad esempio, può provare a non controllare il telefono per un certo periodo, osservando l’ansia che emerge senza assecondarla, o accettare il dubbio rispetto ai sintomi fisici senza cercare rassicurazioni continue. Questo esercizio può sembrare difficile all’inizio, ma con il tempo il cervello impara che può tollerare l’incertezza senza che accada nulla di grave. Per quanto riguarda il lavoro sulla sua insicurezza e dipendenza emotiva, un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima e a sviluppare un senso di valore indipendente dagli altri. Un esercizio utile potrebbe essere quello di scrivere ogni giorno qualcosa che ha fatto per sé stessa, senza aspettarsi un riconoscimento esterno, in modo da iniziare a costruire un senso di appagamento più autonomo. Infine, è importante ricordare che l’ansia non è una condanna permanente, ma una condizione che può essere gestita e superata con le giuste strategie. Con il tempo e con il lavoro su sé stessa, potrà sentirsi più sicura nel proprio corpo e nelle relazioni, senza dover dipendere dalle conferme altrui per stare bene. Se sente che questo disagio sta influenzando troppo la sua vita quotidiana, potrebbe valutare di approfondire queste tematiche con uno psicologo che la aiuti a lavorare in modo strutturato su questi aspetti. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
gentile utente,
nel suo quadro, lei stessa cita l'inizio dell'assunzione della pillola contraccettiva come un punto cronologico di inizio del suo progressivo stato di malessere; sembra che la pillola possa assumere un significato simbolico psicologico che ha fatto "esplodere" alcuni conflitti e tematiche interne che esistono probabilmente da tempo, ma che sono rimaste più o meno sottotraccia. La forma sintomatologica di ansia, paura e sintomi fisici rappresentano un quadro psico/emotivo che, come lei ha notato, difficilmente può sparire solo con le rassicurazioni dei ginecologi.
Il tema centrale, seppur lei non ci dica la sua età, sembra riguardare il suo rapporto con gli uomini e, più in generale, un momento della sua vita in cui forse alcuni bisogni evolutivi emergenti si scontrano con paure fortissime.
Certamente un percorso terapeutico può aiutarla a trattare in primis i sintomi nell'immediato e, poi, a lavorare sul rapporto con se stessa e la sua insicurezza. Le consiglierei di valutare il percorso rispetto a ciò che più sente vicino al suo modo di rappresentare il mondo interno e le relazioni, senza focalizzarsi troppo su presunti metodi migliori di altri.
La nausea serale può anch'essa essere simbolica di un momento della giornata che in sé concentra alcuni significati (ad es. potrebbe essere il momento in cui si sente più sola? ipotesi da esplorare in stanza di psicoterapia)
Saluti
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Sara Dassiè
Psicologo, Psicologo clinico
Codognè
Gentile utente, da ciò che descrive, sembra che la sua ansia si manifesti su più livelli: da un lato, attraverso il timore legato alla pillola contraccettiva e alle possibili conseguenze sulla sua salute, dall’altro, nelle dinamiche relazionali, dove emerge una difficoltà a sentirsi sicura e autonoma emotivamente.

È importante sottolineare che l’ansia può effettivamente avere un impatto sul corpo, generando sintomi fisici come nausea, mal di testa, tensione addominale e stanchezza. Il fatto che i suoi disturbi si accentuino nei momenti in cui è più focalizzata sul problema potrebbe suggerire un circolo ansioso in cui il corpo e la mente si influenzano reciprocamente. La nausea serale, ad esempio, potrebbe essere legata a un accumulo di tensione nel corso della giornata, che si esprime maggiormente nei momenti di minor distrazione.

Rispetto alla sua difficoltà nelle relazioni, il bisogno di continue conferme e il timore dell’abbandono potrebbero essere segnali di una insicurezza più profonda, che la porta a cercare negli altri un senso di stabilità e valore personale. Questo schema può diventare faticoso e frustrante, perché il benessere dipende troppo dalle risposte esterne, anziché da una sicurezza interna.

Per affrontare queste difficoltà, potrebbe essere utile un percorso di supporto psicologico che l’aiuti a comprendere le radici della sua insicurezza e del bisogno di conferme, per costruire una maggiore fiducia in sé stessa; individuare e gestire i pensieri ansiosi, imparando strategie per regolare le emozioni e ridurre il controllo eccessivo; lavorare sulla connessione tra corpo e mente, per riconoscere i segnali del corpo senza interpretarli automaticamente come segnali di pericolo.

Se sente che questa situazione le sta creando un disagio significativo, potrebbe essere il momento giusto per iniziare a esplorarla con l’aiuto di un professionista.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Dott.ssa Francesca Morsetti
Psicologo, Psicologo clinico
Viareggio
Gentile utente, certo che esistono percorsi che la possono aiutare. si rivolga ad uno specialista che insieme a lei comprenderà e valuterà la situazione.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,

Capisco il disagio che stai vivendo in seguito a una situazione che unisce sia ansia fisica che emotiva. I sintomi che descriviamo, come nausea, gonfiore, mal di testa, e stanchezza, sono indubbiamente influenzati dallo stress e dalle preoccupazioni costanti legate alla salute. La mente, quando è costantemente focalizzata sui pensieri ansiosi, può manifestare sintomi fisici attraverso il corpo. Questo meccanismo, noto come somatizzazione, è piuttosto comune nelle situazioni di ansia e stress.

Inoltre, la tua riflessione sull'insicurezza e la ricerca continua di approvazione da parte degli altri evidenzia una dinamica emotiva che, sebbene comprensibile, può creare un circolo vizioso di insicurezze e paure di abbandono. Questo potrebbe essere il nucleo di una bassa autostima, che, combinato con l'ansia, alimenta una costante ricerca di conferme esterne. La paura dell'abbandono, in particolare, può accentuarsi in situazioni di relazione affettiva, portando a un bisogno di rassicurazione continua.

Per quanto riguarda la nausea serale, essa può essere influenzata da diversi fattori, tra cui l'alimentazione, il livello di stress accumulato durante la giornata, o anche la tua consapevolezza della situazione. Il corpo tende a reagire maggiormente durante i momenti in cui l'attenzione è più concentrata sui sintomi, come alla fine della giornata, quando magari l'energia fisica ed emotiva è più bassa.

Ti consiglio vivamente di approfondire questi temi con un percorso terapeutico, che possa aiutarti a gestire l'ansia, lavorare sulla tua autostima e le tue insicurezze, e ridurre la dipendenza emotiva dagli altri. La psicoterapia cognitivo-comportamentale e l'uso della mindfulness sono approcci efficaci per affrontare l'ansia e migliorare il benessere emotivo, sostenendoti a comprendere meglio le tue emozioni e a sviluppare un rapporto più sano con te stesso.

Sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista che possa seguirti in questo percorso di crescita personale e di benessere psicologico.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alice Brichetto
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentile Utente,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua esperienza. Dal tuo messaggio emerge una grande capacità introspettiva e un’ottima consapevolezza di te stessa, aspetti fondamentali da poter mettere a disposizione in un percorso di crescita personale. Il fatto che tu riesca a riconoscere le tue emozioni, i pensieri ricorrenti e le dinamiche che vivi è già un passo molto importante.
Un percorso psicoterapeutico potrebbe offrirti un prezioso spazio di ascolto e supporto, in cui costruire insieme al terapeuta strategie efficaci per gestire l’ansia, lavorare sulla sicurezza in te stessa e sulla tua autonomia emotiva. Attraverso questo cammino, potresti scoprire nuove risorse dentro di te per affrontare le tue preoccupazioni con maggiore serenità. Inoltre, potrebbe aiutarti a trovare risposte più profonde ai quesiti che porti, permettendoti di comprendere meglio i legami tra le tue emozioni, i tuoi pensieri e i sintomi che sperimenti.
Ti incoraggio con calore a prenderti cura di te stessa, ricordando che non sei sola in questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Brichetto
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un percorso di psicoterapia che l'aiuti a capire le cause reali della sua ansia e che l'aiuti quindi a gestirla. Cordiali saluti.
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che appare complessa e meritevole di attenzione. È comprensibile che la preoccupazione per la sua salute, unita a dinamiche emotive preesistenti, generi in lei un notevole disagio.
L'ansia legata alla pillola contraccettiva, nonostante le rassicurazioni mediche, è un fenomeno comune. La sua mente, innescata da pensieri catastrofici, può amplificare i sintomi fisici, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. La nausea serale, in particolare, potrebbe essere legata a una combinazione di fattori: l'ansia anticipatoria della notte, momento in cui le paure tendono a intensificarsi, e la somatizzazione dello stress accumulato durante la giornata.
Per quanto riguarda la sua insicurezza e la dipendenza emotiva, è importante riconoscere che la ricerca di approvazione esterna è spesso un tentativo di colmare un vuoto interiore. Tuttavia, questa strategia può rivelarsi controproducente, alimentando ulteriormente l'ansia e la paura dell'abbandono.
Le suggerirei di considerare un percorso terapeutico che le permetta di esplorare le radici della sua insicurezza, di sviluppare strategie di gestione dell'ansia e di rafforzare la sua autostima. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) potrebbe essere particolarmente utile per identificare e modificare i pensieri disfunzionali che alimentano l'ansia, mentre la terapia basata sulla mindfulness potrebbe aiutarla a sviluppare una maggiore consapevolezza delle sue emozioni e a ridurre la reattività allo stress.
Inoltre, alcune strategie di auto-aiuto potrebbero esserle d'aiuto, quali la respirazione diaframmatica, la meditazione o lo yoga possono aiutare a ridurre la tensione fisica e mentale.
L'esercizio fisico è un ottimo modo per scaricare lo stress e migliorare l'umore. Si assicuri di dormire a sufficienza e di mantenere una routine di sonno regolare. Una dieta sana,inoltre, può contribuire a ridurre i sintomi fisici dell'ansia. Annoti i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi sintomi fisici, per identificare i fattori scatenanti e i pattern ricorrenti.
Affronti gradualmente le situazioni che le causano ansia, iniziando con quelle meno impegnative.
Ricordi, è un percorso che richiede tempo e impegno, ma con il giusto supporto è possibile superare queste difficoltà e raggiungere un maggiore benessere emotivo.
Dott.ssa Livia Del Monte
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,

Il primo passo sicuramente è quello di escludere eventuali cause organiche.
Potrebbe trattarsi di disturbi di natura psicosomatica relativa agli stati di ansia che descrive.
Un percorso personale potrebbe esserle utile per dedicarsi uno spazio di ascolto delle sue emozioni e dei suoi pensieri e cogliere questo momento come opportunità per approfondire cosa eventualmente il corpo le sta comunicando di se stessa e dei suoi bisogni attraverso il sintomo.
Resto a disposizione qualora desiderasse contattarmi.
Dott.ssa Valeria Barale
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, quella che descrive sembrerebbe una sintomatologia ansiosa che si ripercuote a livello fisico (somatizzazione). Non è possibile darle dei "consigli" o "suggerimenti" perchè non sarebbero risolutivi nè per affrontare questa sua situazione.
Un percorso terapeutico individuale potrebbe aiutarla a fare luce sulle radici e sul significato di quello che le sta succedendo, affrontando le sue paure e preoccupazioni ad un livello più ampio e profondo
Dott.ssa Chiara Iodice
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentile,
comprendo quanto possa essere difficile affrontare questo momento. Riconoscere che l'ansia possa manifestarsi con sintomi fisici è un primo passo importante. Le consiglio di praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, la meditazione o lo yoga per ridurre l'ansia e i sintomi associati.
La terapia cognitivo-comportamentale può essere efficace nel trattare l'ansia e nel cercare di comprendere cosa incida sul suo senso di insicurezza. Un terapeuta può aiutarla a identificare e modificare i pensieri negativi e le credenze che alimentano l'ansia. Lavorare sull'incremento dell'autostima può aiutarla a riconoscere e valorizzare i suoi punti di forza.
Un saluto,
Dott.ssa Chiara Iodice
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gent.ma,

Grazie per aver condiviso la sua situazione. Mi sembra che, dietro a questa preoccupazione per i sintomi fisici, ci sia un forte bisogno di controllo e sicurezza, che si intreccia con un'emotività che fatica a trovare stabilità. Sarebbe interessante chiedersi: *cosa accadrebbe se, invece di cercare una risposta immediata ai suoi dubbi, si concedesse un po' di spazio per esplorare il significato che questi sintomi e pensieri hanno per lei?
Forse proprio attraverso l’esplorazione dei suoi vissuti emotivi potrebbe scoprire nuovi modi di stare con se stessa, senza dover dipendere dagli altri per sentirsi sicura.
Cosa ne pensa?

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un’esperienza che accomuna molte persone che vivono stati d’ansia, soprattutto quando questi si intrecciano con preoccupazioni legate alla salute e alla sfera emotiva. È significativo che lei abbia già individuato un possibile legame tra i sintomi fisici e il suo stato d’ansia: questo è un primo passo fondamentale per comprenderli e affrontarli.

L’ansia, infatti, può manifestarsi attraverso il corpo con sintomi come nausea, stanchezza, difficoltà di concentrazione e tensione addominale. Il fatto che la nausea si accentui di sera potrebbe essere legato al momento della giornata in cui la mente è meno occupata da distrazioni esterne, permettendo alle preoccupazioni di emergere con maggiore intensità. In altre parole, quando c’è meno da "fare", il pensiero si sposta sui timori che la tormentano, amplificando i sintomi.

Dal punto di vista emotivo, la ricerca continua di conferme e la paura dell’abbandono sembrano indicare un bisogno profondo di sicurezza e riconoscimento. Quando l’autostima è fragile, può diventare difficile sentirsi pienamente soddisfatti di sé senza l’approvazione esterna, portando a dinamiche relazionali che generano ulteriore ansia e insicurezza. L’aspetto positivo è che su tutto questo si può lavorare, sia attraverso strategie di gestione dell’ansia, sia attraverso un percorso più profondo di costruzione di una maggiore sicurezza in sé stessa.

Un supporto terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di queste insicurezze e a sviluppare strumenti per gestire i pensieri ricorrenti, le paure e le emozioni che ne derivano. Esistono tecniche di rilassamento, di consapevolezza e di ristrutturazione del pensiero che possono rivelarsi molto efficaci per ridurre l’ansia e i sintomi ad essa associati.

Il suo desiderio di stare meglio e la consapevolezza che ha già maturato su questi aspetti sono un ottimo punto di partenza. Se dovesse sentire il bisogno di approfondire, non esiti a cercare un professionista che possa accompagnarla in questo percorso di crescita personale e benessere.

Dott. Luca Vocino







Ciao, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza in modo così chiaro e consapevole. Quello che descrivi sembra essere un mix di ansia legata alla salute e insicurezza emotiva, due aspetti che spesso si intrecciano e si alimentano a vicenda. È importante sottolineare che non sei sola e che esistono strumenti efficaci per affrontare questa situazione.

Counseling psicologico o terapia?
Nel tuo caso, potresti trarre beneficio da un percorso di counseling psicologico come primo passo. Il counseling è un supporto più breve e focalizzato su un tema specifico, che ti aiuterebbe a gestire l’ansia legata alla salute e le insicurezze relazionali con strumenti pratici. Se poi dovessi sentire il bisogno di approfondire dinamiche più profonde e radicate nel tempo, potresti valutare un percorso terapeutico più strutturato.

L’ansia può generare sintomi fisici, e il fatto che la nausea peggiori la sera potrebbe essere legato a un accumulo di stress durante la giornata. Quando la mente è meno impegnata (ad esempio prima di dormire), i pensieri ansiosi emergono con più forza, intensificando i sintomi. Questo circolo vizioso è comune e lavorarci sopra può aiutarti a ridurre sia l’ansia che i sintomi fisici.

Alcune strategie per gestire l’ansia possono essere
- Mindfulness e tecniche di rilassamento: praticare esercizi di respirazione o meditazione può aiutarti a ridurre l’iperfocalizzazione sui sintomi fisici e a interrompere il loop dell’ansia.
- Gestione dei pensieri negativi: quando l’ansia ti porta a pensare al peggio, prova a chiederti:
Quali prove ho che questa paura sia reale?
Qual è l’alternativa più realistica?
Sto guardando la situazione in modo oggettivo o filtrato dalla mia paura?
Tenere un diario dei pensieri può aiutarti a identificare e ridimensionare queste preoccupazioni.
- Autostima e indipendenza emotiva: il bisogno di conferme dagli altri spesso nasce da una mancanza di fiducia in sé stessi. Prova a concentrarti su attività che ti fanno stare bene indipendentemente dagli altri, e ogni giorno riconosci almeno una cosa positiva di te stessa.
- Esposizione graduale alle cause dell’ansia: se tendi a controllare costantemente messaggi o rassicurazioni, prova a ridurre progressivamente questa abitudine, dandoti spazi in cui non cedere all'impulso di verificare.

Lavorare sulle proprie insicurezze relazionali può essere complesso, ma il primo passo è riconoscere che il proprio valore non dipende da qualcun altro. Potresti esplorare questo tema nel counseling per comprendere da dove nasce questa paura e come gestirla meglio.
Il tuo livello di consapevolezza è già un grande punto di partenza. Un percorso di counseling potrebbe aiutarti a gestire l’ansia nel breve termine, mentre un’eventuale terapia più profonda potrebbe rafforzare la tua autostima e l’indipendenza emotiva nel lungo periodo.

Se senti che questo tuo vissuto sta influenzando troppo la tua quotidianità, valutare un aiuto professionale è un segno di forza, non di debolezza. Ti incoraggio a fare questo passo per il tuo benessere.
Dott.ssa Gabriella Sapienza
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità le sue preoccupazioni. Da ciò che descrive, sembra che l'ansia stia influenzando significativamente il suo benessere, sia a livello fisico che emotivo. È comprensibile che, nonostante le rassicurazioni mediche, la sua mente continui a focalizzarsi su possibili problemi, alimentando un circolo vizioso tra pensieri e sintomi.
L'ansia può effettivamente manifestarsi attraverso disturbi somatici, e il fatto che i sintomi si intensifichino nei momenti di maggiore preoccupazione suggerisce un forte legame tra il suo stato emotivo e le manifestazioni fisiche. Il lavoro sulla gestione dell'ansia, sull'autostima e sulla sicurezza emotiva potrebbe aiutarla a ritrovare un maggiore equilibrio.
Un percorso psicologico mirato potrebbe supportarla nel comprendere le radici di queste insicurezze e nel trovare strategie efficaci per affrontarle, migliorando il rapporto con sé stessa e con gli altri. Resto a disposizione per ulteriori informazioni =)
Dott.ssa Lavinia Stefanini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, immagino la fatica nel convivere con queste preoccupazioni e insicurezze, che ritengo siano compatibili con difficoltà di tipo ansioso. Ciò che mi sento di suggerirle è di affidarsi ad uno psicologo per poter iniziare un percorso che la possa aiutare nei diversi aspetti che sente come problematici. Credo che tutti gli aspetti che lei ha scritto (sintomi fisici, insicurezza, dipendenza emotiva, bisogno di conferme ecc...) possano essere affrontati e superati con un percorso psicologico.
Dott.ssa Lavinia Stefanini
Dott.ssa Jane Bonanni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Caro Paziente Anonimo, premesso che è difficile analizzare una situazione di disagio psicologico da poche righe, dalle sue parole mi pare che si possa ipotizzare un disturbo d'ansia che influisce su molti aspetti della sua vita. La sera, in particolare, è sempre un momento di maggiore vulnerabilità: il mondo e la vita intorno a noi rallenta, cala la notte e con essa il buio e ci si ritrova con i propri pensieri e con le proprie paure che tendono, quindi, ad ingigantirsi e ad incutere maggiore timore. Certo che esistono percorsi terapeutici che possono aiutarla a superare un momento difficile, anzi, il mio consiglio è proprio di affidarsi a un esperto che saprà come guidarla in un percorso di maggiore consapevolezza, sicurezza e conoscenza di se.
In bocca al lupo e non si perda d'animo
Dott.ssa Francesca Cinotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, grazie per aver condiviso il suo vissuto, non deve essere facile convivere con questa ansia e preoccupazione che riferisce.
Da ciò che racconta sembrano esserci piani diversi che le fanno sperimentare ansia e la preoccupazione che qualcosa possa andare storto, come lei ha scritto.
Sicuramente intraprendere un percorso psicologico potrebbe esserle d'aiuto per comprendere questi vissuti emotivi che riferisce e trovare delle strategie per gestirli, ma anche per poter lavorare sulle difficoltà che racconta a livello relazionale, così da poter trovare un suo equilibrio per vivere più serenamente.
Dott.ssa Silvia Balestri
Psicologo, Psicologo clinico
Zocca
Buongiorno, ha descritto molto bene i sintomi dell'ansia e, partendo dalla descrizione che ne ha fatto ne ha sicuramente molta consapevolezza. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, che può sicuramente essere d'aiuto per quanto riguarda l'ansia: se capiamo come funzioniamo, capiamo anche come gestirci nel nostro funzionamento, quali sono i segnali di crisi e quali strategie mettere in atto nei momenti di crisi. L'ansia è un'emozione, che può diventare disfunzionale laddove non viene gestita nel modo adeguato e va ad incidere sul nostro funzionamento nei vari contesti di vita. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico appena si sente pronta per farlo, anche per poter stare meglio. Un saluto.
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Certo che esistono percorsi terapeutici che aiutano a superare questi disagi. Io mi occupo di psicologia del profondo( inconscio) dove si va conoscere il passato che causa i suoi disturbi se vorrà mi contatti
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao,
parli di cose estremamente importanti, che necessitano dei giusti ascolti in uno spazio adeguato. Esiste la terapia sana e valida come risposta alle tue numerose domande e dubbi.
Un caro saluto
Lavinia
Buongiorno. Sicuramente oggi è di comune percezione che siamo persone complesse e che mente e corpo sono legate vicendevolmente tra loro. L'ansia può generare sintomi fisici come sintomi fisici possono attivare stati di ansia.
Se è tuo desiderio inizia un percorso psicologico per raggiungere una miglior consapevolezza di te e comprendere quali sono le tue risorse interne per sentirti meglio.
Per ciò che concerne la dipendenza affettiva un primo passo può essere leggere i testi di Ameya Canovi oppure puoi seguirla sui Social.

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