Gentili dottori, sono una ragazza ventiduenne che da quasi un anno soffre di capogiri e vertigini,
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Gentili dottori,
sono una ragazza ventiduenne che da quasi un anno soffre di capogiri e vertigini, sbandamenti e problemi alla zona mandibolare e cervicale.
Ho giá aperto un altro consulto mesi fa (ora scaduto) nell'area di neurologia e poi nell'area di gnatologia per un consulto sulla terapia gnatologica che ho intrapreso da un mese. Adesso mi rivolgo a voi perchè sto accusando diversi problemi alla zona cervicale, che mi porta capogiri e vertigini.
Dopo una lunga storia di visite mediche e diagnosi varie sono arrivata a quello che sembra essere l'origine dei miei malesseri: una malocclusione che porta vertigini, sbandamenti, confusione mentale, dolore ai muscoli masticatori, cefalee, acufeni e click mandibolari, nonchè dolori alla cervicale e alla schiena (ho anche la scoliosi). Gli specialisti hanno appurato che ho la cervicale rettilineizzata e le prime due vertebre comprimono il nervo vago.
Ho finalmente intrapreso una cura gnatologica indossando un bite morbido nell'arcata inferiore che porto tutto il giorno escluso i pasti e sto seguendo diligentemente la cura, ho notato in maniera saltellante dei miglioramenti a livello di tensione muscolare e per un breve periodo anche nei capogiri e nelle vertigini e adesso dopo neanche un mese di inizio dalla terapia sono tornati piú forti di prima. Pensavo fosse un problema legato al bite e al fatto che si fossero spostati i contatti (lo gnatologo mi vede ogni due settimane e mezzo circa per riallineare il bite e prima dell'appuntamento di check ho accusato sempre malesseri quindi ho ricollegato al bite per questo motivo) e sono stata visitata (a distanza di una settimana dall'ultima volta) dallo gnatologo, il quale ha concluso che il bite è perfetto e che non vede problemi a livello mandibolare al momento. Mi ha rimandata dall'osteopata, con cui lavora concordatamente, perchè secondo lui è un problema cervicale.
Io sono stata visitata una volta e mezzo (la prima visita per metá è stata di assestamento e di comprensione dei malesseri) e non torno da piú di 3 settimane perchè puntualmente la notte della giornata in cui ricevo il trattamento sto molto peggio e ho crisi di capogiri (e questa cosa mi spaventa) e poi anche perchè essendo peggiorata la mia sintomatologia mi risulta davvero difficile sdraiarmi totalmente in orizzontale nel lettino.
A questo punto sono veramente disperata, oltre che un sacco demoralizzata, perchè questa situazione va avanti da luglio e non mi permette di vivere per niente bene -al momento direi che sopravvivo. Ovviamente mi porta anche una sintomatologia ansiosa e depressa, ma sfido chiunque a trovarsi nella mia situazione e stare bene mentalmente. Cosa devo fare? A chi mi devo rivolgere? devo davvero seguire il consiglio dello gnatologo e continuare ad andare dall'osteopata o devo agire in altro modo per decomprimere queste prime due vertebre ed il nervo vago?
Vi ringrazio in anticipo perchè ogni aiuto sarà prezioso
sono una ragazza ventiduenne che da quasi un anno soffre di capogiri e vertigini, sbandamenti e problemi alla zona mandibolare e cervicale.
Ho giá aperto un altro consulto mesi fa (ora scaduto) nell'area di neurologia e poi nell'area di gnatologia per un consulto sulla terapia gnatologica che ho intrapreso da un mese. Adesso mi rivolgo a voi perchè sto accusando diversi problemi alla zona cervicale, che mi porta capogiri e vertigini.
Dopo una lunga storia di visite mediche e diagnosi varie sono arrivata a quello che sembra essere l'origine dei miei malesseri: una malocclusione che porta vertigini, sbandamenti, confusione mentale, dolore ai muscoli masticatori, cefalee, acufeni e click mandibolari, nonchè dolori alla cervicale e alla schiena (ho anche la scoliosi). Gli specialisti hanno appurato che ho la cervicale rettilineizzata e le prime due vertebre comprimono il nervo vago.
Ho finalmente intrapreso una cura gnatologica indossando un bite morbido nell'arcata inferiore che porto tutto il giorno escluso i pasti e sto seguendo diligentemente la cura, ho notato in maniera saltellante dei miglioramenti a livello di tensione muscolare e per un breve periodo anche nei capogiri e nelle vertigini e adesso dopo neanche un mese di inizio dalla terapia sono tornati piú forti di prima. Pensavo fosse un problema legato al bite e al fatto che si fossero spostati i contatti (lo gnatologo mi vede ogni due settimane e mezzo circa per riallineare il bite e prima dell'appuntamento di check ho accusato sempre malesseri quindi ho ricollegato al bite per questo motivo) e sono stata visitata (a distanza di una settimana dall'ultima volta) dallo gnatologo, il quale ha concluso che il bite è perfetto e che non vede problemi a livello mandibolare al momento. Mi ha rimandata dall'osteopata, con cui lavora concordatamente, perchè secondo lui è un problema cervicale.
Io sono stata visitata una volta e mezzo (la prima visita per metá è stata di assestamento e di comprensione dei malesseri) e non torno da piú di 3 settimane perchè puntualmente la notte della giornata in cui ricevo il trattamento sto molto peggio e ho crisi di capogiri (e questa cosa mi spaventa) e poi anche perchè essendo peggiorata la mia sintomatologia mi risulta davvero difficile sdraiarmi totalmente in orizzontale nel lettino.
A questo punto sono veramente disperata, oltre che un sacco demoralizzata, perchè questa situazione va avanti da luglio e non mi permette di vivere per niente bene -al momento direi che sopravvivo. Ovviamente mi porta anche una sintomatologia ansiosa e depressa, ma sfido chiunque a trovarsi nella mia situazione e stare bene mentalmente. Cosa devo fare? A chi mi devo rivolgere? devo davvero seguire il consiglio dello gnatologo e continuare ad andare dall'osteopata o devo agire in altro modo per decomprimere queste prime due vertebre ed il nervo vago?
Vi ringrazio in anticipo perchè ogni aiuto sarà prezioso
Buonasera, è sempre complicato dare risposte certe sulle cause e possibili interpretazioni della sua problematica, specialmente a distanza.. Le consiglio comunque di comunicare nuovamente con il suo osteopata riguardo ai risultati del trattamento, un peggioramento può essere normale a seguito di un trattamento del breve periodo ma è sempre utile e necessario parlarne con il professionista a cui fa riferimento per eventualmente rivedere il percorso di trattamento intrapreso.
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Comprendo pienamente la sua frustrazione. Diciamo che la relazione tra la sua malocclusione, la cervicale e il nervo vago sembra un punto importante, ed è molto probabile che ci possa essere la partecipazione di queste strutture nel suo disturbo. Ma bisognerebbe comprendere anche cosa porta tensione a queste strutture.
Le reazioni al trattamento osteopatico possono variare, anche in base all'approccio del collega. Un peggioramento iniziale è possibile, ma è importante comunicarlo apertamente.
Se il suo gnatologo indica una priorità cervicale, può essere utile continuare su questa strada, comunicando sempre le sue reazioni anche all'osteopata.
Se desidera un ulteriore parere, può contattarmi senza problemi.
Le reazioni al trattamento osteopatico possono variare, anche in base all'approccio del collega. Un peggioramento iniziale è possibile, ma è importante comunicarlo apertamente.
Se il suo gnatologo indica una priorità cervicale, può essere utile continuare su questa strada, comunicando sempre le sue reazioni anche all'osteopata.
Se desidera un ulteriore parere, può contattarmi senza problemi.
Buongiorno mi spiace per la sua situazione, capisco benissimo quello che sta passando e la fatica che questo comporta, sfiancando il corpo e l'anima.
Da quello che riporta mi sembra che l'approccio integrato osteopata-gnatologo sia dei migliori, questa compressione del nervo vago è molto probabilmente la causa principe di tutto il problema e bisogna capire come si possa andare a risolvere la situazione.
Senza averla vista in prima persona è difficile darle suggerimenti chiari ma penso che i professionisti a cui si è rivolta la stiano seguendo bene, quello che le posso consigliare è di continuare con i trattamenti osteopatici perché alla lunga dovrebbe andare a migliorare significativamente la situazione. Quello che le posso consigliare come accorgimento, ma sicuramente l'avrà già fatto anche il mio collega, è di eseguire i trattamenti in una posizione leggermente reclinata per non avere estremi giramenti di testa.
Sperando di esserle stato utile le porgo cordiali saluti e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. R. Caminiti
Da quello che riporta mi sembra che l'approccio integrato osteopata-gnatologo sia dei migliori, questa compressione del nervo vago è molto probabilmente la causa principe di tutto il problema e bisogna capire come si possa andare a risolvere la situazione.
Senza averla vista in prima persona è difficile darle suggerimenti chiari ma penso che i professionisti a cui si è rivolta la stiano seguendo bene, quello che le posso consigliare è di continuare con i trattamenti osteopatici perché alla lunga dovrebbe andare a migliorare significativamente la situazione. Quello che le posso consigliare come accorgimento, ma sicuramente l'avrà già fatto anche il mio collega, è di eseguire i trattamenti in una posizione leggermente reclinata per non avere estremi giramenti di testa.
Sperando di esserle stato utile le porgo cordiali saluti e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. R. Caminiti
Buongiorno, comprendo quanto possa essere difficile convivere con sintomi persistenti come vertigini, tensioni cervicali e malesseri generalizzati. In situazioni così complesse, in cui si combinano aspetti posturali, muscolari e neurovegetativi, è fondamentale che il trattamento venga adattato con attenzione ai segnali del corpo.
È possibile che un trattamento manuale, se ricevuto in un momento di particolare sensibilità, risulti inizialmente troppo intenso e generi un aumento dei sintomi. In questi casi, può essere utile modulare l’approccio, confrontandosi con il proprio osteopata, scegliendo tecniche più graduali o indirette, e intervenendo in modo progressivo.
Vista la presenza di tensioni cervicali, alterazioni posturali e disturbi legati all’equilibrio, integrare un percorso di lavoro corporeo mirato, anche in maniera attiva, diretto alla rieducazione posturale od educazione alla respirazione, può rappresentare un valido supporto. In particolare, esercizi dolci, movimenti guidati e strategie di rilassamento possono aiutare il corpo a ritrovare stabilità e autoregolazione, riducendo nel tempo la sensibilità e la reattività ai trattamenti.
Le difficoltà che descrive sono reali e meritevoli di attenzione: affrontarle passo dopo passo, con trattamenti tollerabili e continui aggiustamenti, può portare a miglioramenti concreti.
È possibile che un trattamento manuale, se ricevuto in un momento di particolare sensibilità, risulti inizialmente troppo intenso e generi un aumento dei sintomi. In questi casi, può essere utile modulare l’approccio, confrontandosi con il proprio osteopata, scegliendo tecniche più graduali o indirette, e intervenendo in modo progressivo.
Vista la presenza di tensioni cervicali, alterazioni posturali e disturbi legati all’equilibrio, integrare un percorso di lavoro corporeo mirato, anche in maniera attiva, diretto alla rieducazione posturale od educazione alla respirazione, può rappresentare un valido supporto. In particolare, esercizi dolci, movimenti guidati e strategie di rilassamento possono aiutare il corpo a ritrovare stabilità e autoregolazione, riducendo nel tempo la sensibilità e la reattività ai trattamenti.
Le difficoltà che descrive sono reali e meritevoli di attenzione: affrontarle passo dopo passo, con trattamenti tollerabili e continui aggiustamenti, può portare a miglioramenti concreti.
Buongiorno, ho letto con attenzione il suo racconto e comprendo profondamente il senso di frustrazione e di smarrimento che sta vivendo. Quando il corpo presenta una sintomatologia così complessa e persistente, è naturale sentirsi sopraffatti, soprattutto se ogni piccolo miglioramento viene seguito da una ricaduta o da un peggioramento. Il suo disagio è reale, non solo a livello fisico ma anche emotivo, e va affrontato con il massimo rispetto e con una visione globale. Dalla sua descrizione emerge un quadro multifattoriale, in cui la malocclusione, le disfunzioni cervicali, la scoliosi e la componente psico-emotiva interagiscono tra loro in modo circolare, alimentandosi a vicenda. La scelta di iniziare una terapia gnatologica è assolutamente condivisibile e, seppur i benefici siano stati altalenanti, è importante darle il giusto tempo affinché possa stabilizzarsi. In effetti, è normale che nei primi mesi di trattamento vi siano fasi di adattamento, soprattutto quando si agisce su un sistema delicato e integrato come quello cranio-cervico-mandibolare. Per quanto riguarda la componente cervicale, comprendo la sua preoccupazione rispetto ai sintomi acuti dopo le sedute osteopatiche. Tuttavia, è importante sapere che, nei casi di disfunzione significativa, può esserci una fase iniziale di "riorganizzazione" del corpo che porta con sé un momentaneo peggioramento. Il fatto che stia vivendo difficoltà a stendersi e che avverta un aumento dei capogiri potrebbe indicare una reattività del tratto cervicale superiore, ma anche una risposta del sistema neurovegetativo, considerando il coinvolgimento del nervo vago. In questi casi, la continuità nel trattamento osteopatico è fondamentale, ma va adattata al suo attuale livello di tolleranza. Potrebbe essere utile modulare l’approccio, iniziando con tecniche meno invasive, più dolci e progressivamente strutturate, sempre nel rispetto del suo stato generale. Nessuna tecnica dovrebbe peggiorare drasticamente la sua condizione: lo scopo è sostenere il sistema, non destabilizzarlo. Ne parli apertamente con l'osteopata, riferisca tutto quello che accade dopo ogni seduta, incluso il peggioramento notturno, affinché possa calibrare meglio il trattamento e scegliere modalità più compatibili con la sua sensibilità attuale. Non è necessario abbandonare il percorso, ma renderlo più su misura per lei. In parallelo, le consiglio vivamente di affiancare un supporto psicologico, non come spiegazione “psicogena” dei suoi sintomi, ma come risorsa per affrontare il carico emotivo, la paura e la perdita di controllo che spesso accompagnano situazioni di dolore cronico. Anche il sistema nervoso autonomo può beneficiare di un lavoro psicocorporeo o di tecniche di regolazione come la respirazione diaframmatica, il grounding e il lavoro somatico, specie se il nervo vago è coinvolto. Continui dunque con la terapia gnatologica, prosegua con l’approccio osteopatico ma lo moduli, e si conceda un supporto sul piano emotivo e psicologico. Non si tratta di “fare di più”, ma di creare un’integrazione coerente e delicata tra questi ambiti. Lei non è sola in questo percorso, anche se la sensazione è quella. Il suo corpo sta cercando un nuovo equilibrio, e con il giusto ascolto e una presa in carico coordinata, potrà ritrovare stabilità. Resto a disposizione. Un saluto. Dott. Jacopo Zammarchi.
Le sedute di osteopatia possono essere molto utili soprattutto in caso di vertigini propriocettive, spesso legate a movimenti del collo come l'estensione. In altri casi le vertigini possono essere date problematiche a determinate strutte dell'orecchio, come ad esempio la labirintite (infiammazione del labirinto, una sezione anatomica dell'orecchio).
Infine le vertigini più forti e importanti a livello clinico sono date dal sistema nervoso centrale o comunque da strutture che devono essere valutate con esami strumentali (radiografie, risonanze magnetiche nucleari).
Se fossi in lei agirei in questo modo:
andrei da un'otorino per escludere che ci sia un problema legato all'orecchio o ad una delle sue componenti; successivamente andrei da un neurologo per verificare che non ci siano problematiche dal punto di vista cerebrale.
Nel frattempo le sedute di osteopatia le continuerei ma cambierei l'approccio che state utilizzando visto che si è dimostrato poco efficace; inoltre integrerei specifici esercizi di rinforzo per la muscolatura della porzione posteriore e superiore del rachide cervicale.
Infine le vertigini più forti e importanti a livello clinico sono date dal sistema nervoso centrale o comunque da strutture che devono essere valutate con esami strumentali (radiografie, risonanze magnetiche nucleari).
Se fossi in lei agirei in questo modo:
andrei da un'otorino per escludere che ci sia un problema legato all'orecchio o ad una delle sue componenti; successivamente andrei da un neurologo per verificare che non ci siano problematiche dal punto di vista cerebrale.
Nel frattempo le sedute di osteopatia le continuerei ma cambierei l'approccio che state utilizzando visto che si è dimostrato poco efficace; inoltre integrerei specifici esercizi di rinforzo per la muscolatura della porzione posteriore e superiore del rachide cervicale.
Buongiorno. Spero che nel frattempo la situazione sia migliorata. I suoi fastidi sono legati alla compressione o uno stress del nervo vago. Personalmente tratterei tutto il decorso del nervo partendo da un approccio viscerale piuttosto che strutturale (niente "scrocchi" per capirci) e tramite esercizi specifici di respirazione diaframmatica. Il fatto che dopo le sedute si senta peggio è una cosa che può succedere proprio per lo stress meccanico ed emotivo del nervo, anche stare male il giorno o la notte prima. Diciamo che la fase emozionale è estremamente presente, almeno mi sembra di capire.
Quindi le suggerirei un approccio più "meditativo" da abbinare alle cure già in essere e un consulto con un otorino, anche in virtù dei cambiamenti dovuti al bite e ad un consulto con uno psicoterapeuta che può aiutarla a gestire gli stati d'ansia e a "stare bene mentalmente" (cito le sue parole) in questo periodo di difficoltà. Spero di essere stato d'aiuto e le auguro una pronta risoluzione di questi fastidi.
Quindi le suggerirei un approccio più "meditativo" da abbinare alle cure già in essere e un consulto con un otorino, anche in virtù dei cambiamenti dovuti al bite e ad un consulto con uno psicoterapeuta che può aiutarla a gestire gli stati d'ansia e a "stare bene mentalmente" (cito le sue parole) in questo periodo di difficoltà. Spero di essere stato d'aiuto e le auguro una pronta risoluzione di questi fastidi.
Il mio consiglio è di seguire i professionisti che l'hanno presa in cura, perchè è un percorso che va affrontato, e che può dare risultati dandogli il tempo necessario. Vedere l'osteopata una volta e mezzo è troppo poco per dire che non ha funzionato. Capisco bene che la sintomatologia possa dare fretta, ma è importante lavorare per gradi e affidarsi
Buongiorno,
comprendo bene quanto questa situazione stia influenzando la tua vita quotidiana.
Mi sento di incoraggiarti a non abbandonare il percorso osteopatico.
È possibile che, nelle fasi iniziali, alcuni sintomi si accentuino: questo accade perché il trattamento stimola il corpo a riorganizzarsi e a cercare un nuovo equilibrio.
È una risposta temporanea, che non indica per forza un peggioramento, ma piuttosto una fase di adattamento.
Spesso il problema non riguarda solo la bocca o la cervicale, ma coinvolge anche tensioni viscerali, digestive e aspetti emozionali.
L’osteopatia lavora proprio su questi diversi livelli e, in sinergia con gli altri professionisti, può aiutarti a “mettere insieme i pezzi”.
È molto importante che tu comunichi al tuo osteopata come ti sei sentita dopo ogni trattamento: questo feedback è prezioso per adattare le sedute, renderle più graduali e meglio tollerate dal tuo corpo.
Il tuo impegno nel seguire le cure è già un grande passo. Con il giusto ascolto e una buona sinergia tra professionisti, è possibile accompagnarti verso un miglioramento più stabile.
Un caro saluto, augurandoti un progressivo e stabile miglioramento.
comprendo bene quanto questa situazione stia influenzando la tua vita quotidiana.
Mi sento di incoraggiarti a non abbandonare il percorso osteopatico.
È possibile che, nelle fasi iniziali, alcuni sintomi si accentuino: questo accade perché il trattamento stimola il corpo a riorganizzarsi e a cercare un nuovo equilibrio.
È una risposta temporanea, che non indica per forza un peggioramento, ma piuttosto una fase di adattamento.
Spesso il problema non riguarda solo la bocca o la cervicale, ma coinvolge anche tensioni viscerali, digestive e aspetti emozionali.
L’osteopatia lavora proprio su questi diversi livelli e, in sinergia con gli altri professionisti, può aiutarti a “mettere insieme i pezzi”.
È molto importante che tu comunichi al tuo osteopata come ti sei sentita dopo ogni trattamento: questo feedback è prezioso per adattare le sedute, renderle più graduali e meglio tollerate dal tuo corpo.
Il tuo impegno nel seguire le cure è già un grande passo. Con il giusto ascolto e una buona sinergia tra professionisti, è possibile accompagnarti verso un miglioramento più stabile.
Un caro saluto, augurandoti un progressivo e stabile miglioramento.
Buongiorno
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito Senza impegno economico Grazie
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito Senza impegno economico Grazie
Salve
Mi dispiace leggere di questa sua situazione
Le chiedo se può descrivermi che tipo di terapia e manovre il collega le ha svolto
In oltre le chiedo se ha portato apparecchi dentali fissi nella sua storia e se prima dell'insorgenza dei sintomi ha avuto qualche evento traumatico (non solo fisico)
Cordialmente
Mi dispiace leggere di questa sua situazione
Le chiedo se può descrivermi che tipo di terapia e manovre il collega le ha svolto
In oltre le chiedo se ha portato apparecchi dentali fissi nella sua storia e se prima dell'insorgenza dei sintomi ha avuto qualche evento traumatico (non solo fisico)
Cordialmente
Buongiorno,
ho letto con attenzione il suo racconto e comprendo profondamente la frustrazione e lo sconforto che sta vivendo. Convivere da mesi con una sintomatologia così complessa e invalidante è davvero impegnativo, sia per il corpo che per la mente, ed è naturale sentirsi sopraffatti, soprattutto quando ogni passo avanti sembra seguito da un peggioramento.
Dalla descrizione emerge un quadro multifattoriale in cui le strutture cranio-cervico-mandibolari, il sistema posturale e quello neurovegetativo sembrano profondamente coinvolti. La connessione tra malocclusione, disfunzione cervicale e un possibile coinvolgimento del nervo vago è verosimile e plausibile, e il fatto che il suo gnatologo lavori in sinergia con l’osteopata va certamente nella direzione giusta: quella di un approccio integrato.
Tuttavia, capisco le sue perplessità rispetto al trattamento osteopatico, soprattutto se dopo le sedute ha notato un peggioramento dei sintomi. In alcuni casi, quando il sistema è molto in allerta o il tratto cervicale particolarmente sensibile, può succedere che un trattamento manuale, anche se ben condotto, venga vissuto dal corpo come troppo intenso, e scateni una reazione accentuata. Questo non significa che il trattamento sia “sbagliato”, ma che forse in questa fase va modulato con tecniche più dolci, indirette e progressive, nel pieno rispetto della sua attuale tolleranza. È importante che lei possa sentirsi accolta e ascoltata anche su questo, comunicando apertamente al suo osteopata le reazioni post-trattamento, compresa la difficoltà a sdraiarsi.
Quando si lavora su un sistema così interconnesso e sensibile, la costanza e l’adattamento del trattamento, non l’intensità, sono spesso la chiave. A volte serve anche affiancare, temporaneamente, tecniche di supporto più dolci, come esercizi di respirazione, rilassamento vagale o lavoro posturale attivo guidato, per aiutare il sistema nervoso a uscire da uno stato di iper-vigilanza.
Infine, non va sottovalutata la fatica emotiva che tutto questo comporta. Avere il coraggio di chiedere un supporto psicologico, non per “giustificare” i sintomi, ma per trovare strumenti per affrontare la paura, la confusione e la perdita di fiducia nel corpo, può rappresentare un aiuto fondamentale nel percorso di guarigione.
La sua situazione è complessa, ma non senza via d’uscita. Le consiglio di proseguire nel percorso osteopatico, chiedendo eventualmente un adattamento dell’approccio o, se sente il bisogno, anche un secondo parere, purché ci sia sempre comunicazione tra i professionisti coinvolti.
Resto a disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto.
Maddalena Rumor- osteopata
ho letto con attenzione il suo racconto e comprendo profondamente la frustrazione e lo sconforto che sta vivendo. Convivere da mesi con una sintomatologia così complessa e invalidante è davvero impegnativo, sia per il corpo che per la mente, ed è naturale sentirsi sopraffatti, soprattutto quando ogni passo avanti sembra seguito da un peggioramento.
Dalla descrizione emerge un quadro multifattoriale in cui le strutture cranio-cervico-mandibolari, il sistema posturale e quello neurovegetativo sembrano profondamente coinvolti. La connessione tra malocclusione, disfunzione cervicale e un possibile coinvolgimento del nervo vago è verosimile e plausibile, e il fatto che il suo gnatologo lavori in sinergia con l’osteopata va certamente nella direzione giusta: quella di un approccio integrato.
Tuttavia, capisco le sue perplessità rispetto al trattamento osteopatico, soprattutto se dopo le sedute ha notato un peggioramento dei sintomi. In alcuni casi, quando il sistema è molto in allerta o il tratto cervicale particolarmente sensibile, può succedere che un trattamento manuale, anche se ben condotto, venga vissuto dal corpo come troppo intenso, e scateni una reazione accentuata. Questo non significa che il trattamento sia “sbagliato”, ma che forse in questa fase va modulato con tecniche più dolci, indirette e progressive, nel pieno rispetto della sua attuale tolleranza. È importante che lei possa sentirsi accolta e ascoltata anche su questo, comunicando apertamente al suo osteopata le reazioni post-trattamento, compresa la difficoltà a sdraiarsi.
Quando si lavora su un sistema così interconnesso e sensibile, la costanza e l’adattamento del trattamento, non l’intensità, sono spesso la chiave. A volte serve anche affiancare, temporaneamente, tecniche di supporto più dolci, come esercizi di respirazione, rilassamento vagale o lavoro posturale attivo guidato, per aiutare il sistema nervoso a uscire da uno stato di iper-vigilanza.
Infine, non va sottovalutata la fatica emotiva che tutto questo comporta. Avere il coraggio di chiedere un supporto psicologico, non per “giustificare” i sintomi, ma per trovare strumenti per affrontare la paura, la confusione e la perdita di fiducia nel corpo, può rappresentare un aiuto fondamentale nel percorso di guarigione.
La sua situazione è complessa, ma non senza via d’uscita. Le consiglio di proseguire nel percorso osteopatico, chiedendo eventualmente un adattamento dell’approccio o, se sente il bisogno, anche un secondo parere, purché ci sia sempre comunicazione tra i professionisti coinvolti.
Resto a disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto.
Maddalena Rumor- osteopata
Buongiorno, in seguito alle sedute è possibile che, nelle prime 48/72h ore, il dolore possa accentuarsi. Considerando che la problematica è presente già dal mese di luglio, si tratta ormai di una condizione cronica: in questi casi il corpo può sviluppare diversi meccanismi di compenso. Le consiglio, nel frattempo, di evitare di sdraiarsi completamente in posizione orizzontale e di utilizzare più cuscini per mantenere la testa leggermente sollevata. Le suggerisco inoltre di attendere l'esito delle sedute ravvicinate per valutare eventuali cambiamenti. In caso contrario, può essere utile rivolgersi a un altro collega osteopata per un secondo parere.
Cordiali saluti,
Virginia Sciarrotta, osteopata.
Cordiali saluti,
Virginia Sciarrotta, osteopata.
Bungiorno, premetto che non avendoti mai visto ne visitato quindi risulat molto difficle comprendere la possibile causa del problema. Il mio consiglio sarebbe quello di interrompere le terapie se presenti peggioremento dei sintomi, però ti dico che in teoria l'osteopatia dovrebbe dare miglioramento di questa sintomatologia (anche per esperienza peronsale). In alternativa si potrebbe pensare di eseguire una visita otorinolaringoiatrica per identificare eventuali problemi al sistema vestibolare.
Buonasera, ho letto attentamente la tua storia clinica e capisco benissimo la frustrazione che puoi provare. Le vertigini, gli sbandamenti, la cefalea e gli acufeni sono dei sintomi neurovegetativi che nel tuo caso è possibile siano dettati direttamente da disfunzioni dell'ATM, dalla cervicale e indirettamente dalla scoliosi. Hai fatto benissimo a rivolgerti ad uno gnatologo per trattare la malocclusione. Per quel che mi riguarda credo tu necessiti di un sostegno osteopatico che ti permetta di riequilibrare il sistema. mi spiego meglio; in generale già di per sè l'utilizzo di un apparecchio, che sia un bite o altro, va ad immettere informazioni. Nel tuo caso il tuo corpo risulta essere già sovraccaricato da un punto di vista neurovegetativo. ritengo quindi che sarebbe opportuno un consulto osteopatico senza l'utilizzo del bite per ricercare un equilibrio cranio- sacrale, ridurre l'attività del sistema simpatico ed eliminare le disfunzioni maggiori. Successivamente, in collaborazione con lo gnatologo andrei a lavorare mentre stai utilizzando il bite così da consentire pian piano un adattamento all'apparecchio. Bisognerebbe comunque valutarti di persona e in caso valutare una visita otorinolarigoiatra per escludere cause vestibolari centrali o periferiche. Resto a disposizione per eventuali domande o delucidazioni.
Buongiorno, le consiglio di parlarne apertamente con l'osteopata in modo da modificare la posizione di trattamento (se non riesce a stare sdraiata non è un problema, può essere trattata da seduta o in qualunque posizione preferisca) e soprattutto per permettere al terapeuta di adattare la tipologia di trattamento alle sue necessità: l'osteopatia si avvale di numerosi tipi di approcci e tecniche, se si sente troppo male dopo il trattamento, è possibile che sia necessario un tipo di trattamento diverso. Tenga presente che essere trattati una volta e mezzo dall'osteopata non è quasi mai sufficiente per vedere un completo miglioramento, soprattutto per una sintomatologia come la sua che va avanti da parecchio tempo. Non perda le speranze, il corpo ha bisogno di un po' per adattarsi ai cambiamenti. Per qualunque altra domanda resto a disposizione, buona giornata
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta attraversando. Oltre che gnatologo ed osteopata, ha già effettuato altre visite per escludere altre possibili cause dei suoi sintomi? Se no, sarebbe importante approfondire, perchè magari sta agendo solo su parte del problema. Inoltre, mal di testa e capogiri sono iniziati improvvisamente o dopo un evento in particolare? Anche questo dato potrebbe aiutare nel darle suggerimenti più mirati. Nel caso in cui, invece, avesse già indagato tutte le altre possibili cause, ha senso proseguire con il trattamento osteopatico; piuttosto potrebbe parlare con il suo terapista dei fastidi che accusa dopo il trattamento, così da trovare l'intensità di trattamento che il suo corpo accetta. In parte, comunque, è normale che nelle 24-48 ore dopo il trattamento osteopatico ci possa essere un lieve aumento del dolore o comunque un indolenzimento delle zone trattate.
Dovesse avere ulteriori dubbi, resto a disposizione. Umberto Parola
Dovesse avere ulteriori dubbi, resto a disposizione. Umberto Parola
Buon giorno,
fino a quando si lavora solo la parte muscolare non si avranno risultati, e come successo, anche un peggioramento della sintomatologia.
Tensioni cervicali sono il risultato di più tensioni, generalmente partono dalla zona pelvica/addominale.
Nel momento in cui si libera la tensione principale con la sua neurologia e la sua vascolarizzazione tutto si libera, compresa la cervicale.
Le consiglio di contattare un osteopata che lavora con tecniche Barral.
Cordialmente
Elisa D.O.
fino a quando si lavora solo la parte muscolare non si avranno risultati, e come successo, anche un peggioramento della sintomatologia.
Tensioni cervicali sono il risultato di più tensioni, generalmente partono dalla zona pelvica/addominale.
Nel momento in cui si libera la tensione principale con la sua neurologia e la sua vascolarizzazione tutto si libera, compresa la cervicale.
Le consiglio di contattare un osteopata che lavora con tecniche Barral.
Cordialmente
Elisa D.O.
Buongiorno signora, sono un osteopata e tratto queste problematiche. Sembra chiaro che sia associata una cervicalgia che purtroppo le porta tutti questi malesseri. Io ritengo che la strada dell'osteopatia sia quella corretta, magari provi ad avere un confronto con il suo osteopata. Consideri che a volte può capitare che nel post trattamento si manifesti un peggioramento, ma ritengo che nel suo caso sia doveroso confrontarsi con l'osteopata per cercare magari di avere un approccio diverso ed evitare questa situazione.
Se poi l'osteopata non la dovesse convincere dopo un ciclo di trattamenti, magari è il caso di prendere in considerazione un altro collega.
Se poi l'osteopata non la dovesse convincere dopo un ciclo di trattamenti, magari è il caso di prendere in considerazione un altro collega.
Buonasera, comprendo profondamente la sua sofferenza. Quello che descrive è un quadro complesso, ma non raro in chi soffre di disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) associate a problemi cervicali e disturbi del sistema nervoso autonomo, come il coinvolgimento del nervo vago. È frequente che questi problemi si influenzino a vicenda, creando un circolo vizioso di dolore, tensione e disagio neurovegetativo come vertigini, sbandamenti, acufeni, ecc.).
È possibile che la sintomatologia peggiori temporaneamente dopo i trattamenti osteopatici, soprattutto se c’è una liberazione di tensioni profonde o un cambiamento posturale importante.
Continui il monitoraggio con lo gnatologo, come già sta facendo. È bene che ti segua con regolarità e che abbia escluso al momento problematiche attive nella tua occlusione con il bite, inoltre, se i sintomi peggiorano sistematicamente dopo i trattamenti, va segnalato chiaramente all’osteopata. Forse il trattamento va modificato, alleggerito o sospeso temporaneamente. Non tutti gli osteopati sono uguali: assicurati che abbia esperienza con problematiche ATM-cervicali-nervo vago!!
È possibile che la sintomatologia peggiori temporaneamente dopo i trattamenti osteopatici, soprattutto se c’è una liberazione di tensioni profonde o un cambiamento posturale importante.
Continui il monitoraggio con lo gnatologo, come già sta facendo. È bene che ti segua con regolarità e che abbia escluso al momento problematiche attive nella tua occlusione con il bite, inoltre, se i sintomi peggiorano sistematicamente dopo i trattamenti, va segnalato chiaramente all’osteopata. Forse il trattamento va modificato, alleggerito o sospeso temporaneamente. Non tutti gli osteopati sono uguali: assicurati che abbia esperienza con problematiche ATM-cervicali-nervo vago!!
Gentile Paziente,
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato la sua esperienza clinica, comprendendo quanto sia difficile affrontare una sintomatologia così complessa e debilitante.
Dalla sua descrizione emergono diversi fattori interconnessi: malocclusione, disfunzioni cervicali, compressione del nervo vago e un quadro di tensione muscolare diffusa. In qualità di osteopata, considererei un approccio integrato e progressivo per affrontare la problematica in modo olistico.
Valutazione Osteopatica Approfondita: È fondamentale effettuare una valutazione globale, non limitata alla sola area cervicale, ma estesa al rachide completo, al bacino, al diaframma e alle connessioni fasciali. La rettilineizzazione cervicale può essere una manifestazione di adattamenti posturali complessi legati alla scoliosi e alla malocclusione.
Trattamento Osteopatico Graduale: Il peggioramento dei sintomi dopo la seduta potrebbe indicare un'eccessiva stimolazione del sistema nervoso autonomo o una risposta adattativa temporanea. Potrebbe essere utile modulare l'intensità e la durata del trattamento, concentrandosi inizialmente su tecniche dolci, come il rilascio miofasciale e la mobilizzazione craniosacrale.
Collaborazione Multidisciplinare: Continuare la terapia gnatologica sembra appropriato, considerando i benefici intermittenti riscontrati. Tuttavia, suggerirei una stretta collaborazione tra osteopata, gnatologo e, possibilmente, un fisioterapista specializzato in disfunzioni temporo-mandibolari e cervicali. Valutazioni neurologiche ulteriori potrebbero essere utili per escludere altre condizioni.
Gestione del Sistema Nervoso Autonomo: La compressione del nervo vago può contribuire a sintomi disautonomici. Tecniche osteopatiche viscerali e craniosacrali possono favorire una migliore regolazione vagale.
Adattamenti Posturali: Vista la difficoltà a sdraiarsi, si può considerare di effettuare le sedute in posizioni alternative, come semi-seduta o decubito laterale, riducendo il disagio.
La invito a non perdere la speranza. La perseveranza, associata a un team multidisciplinare ben coordinato, può portare a miglioramenti significativi. Non esiti a comunicare apertamente con i suoi specialisti riguardo alle reazioni post-trattamento: questo feedback è prezioso per modulare l'approccio terapeutico.
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti e le auguro un percorso di cura il più sereno possibile.
innanzitutto la ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato la sua esperienza clinica, comprendendo quanto sia difficile affrontare una sintomatologia così complessa e debilitante.
Dalla sua descrizione emergono diversi fattori interconnessi: malocclusione, disfunzioni cervicali, compressione del nervo vago e un quadro di tensione muscolare diffusa. In qualità di osteopata, considererei un approccio integrato e progressivo per affrontare la problematica in modo olistico.
Valutazione Osteopatica Approfondita: È fondamentale effettuare una valutazione globale, non limitata alla sola area cervicale, ma estesa al rachide completo, al bacino, al diaframma e alle connessioni fasciali. La rettilineizzazione cervicale può essere una manifestazione di adattamenti posturali complessi legati alla scoliosi e alla malocclusione.
Trattamento Osteopatico Graduale: Il peggioramento dei sintomi dopo la seduta potrebbe indicare un'eccessiva stimolazione del sistema nervoso autonomo o una risposta adattativa temporanea. Potrebbe essere utile modulare l'intensità e la durata del trattamento, concentrandosi inizialmente su tecniche dolci, come il rilascio miofasciale e la mobilizzazione craniosacrale.
Collaborazione Multidisciplinare: Continuare la terapia gnatologica sembra appropriato, considerando i benefici intermittenti riscontrati. Tuttavia, suggerirei una stretta collaborazione tra osteopata, gnatologo e, possibilmente, un fisioterapista specializzato in disfunzioni temporo-mandibolari e cervicali. Valutazioni neurologiche ulteriori potrebbero essere utili per escludere altre condizioni.
Gestione del Sistema Nervoso Autonomo: La compressione del nervo vago può contribuire a sintomi disautonomici. Tecniche osteopatiche viscerali e craniosacrali possono favorire una migliore regolazione vagale.
Adattamenti Posturali: Vista la difficoltà a sdraiarsi, si può considerare di effettuare le sedute in posizioni alternative, come semi-seduta o decubito laterale, riducendo il disagio.
La invito a non perdere la speranza. La perseveranza, associata a un team multidisciplinare ben coordinato, può portare a miglioramenti significativi. Non esiti a comunicare apertamente con i suoi specialisti riguardo alle reazioni post-trattamento: questo feedback è prezioso per modulare l'approccio terapeutico.
Resto a sua disposizione per eventuali chiarimenti e le auguro un percorso di cura il più sereno possibile.
Buonasera,
innanzi tutto mi spiace leggere il malessere che le provoca questa situazione. Non deve essere facile. Per poter rispondere, avrei bisogno di molte più informazioni, prima di tutto qual è stata la causa scatenate? un colpo di frusta, una caduta ecc. Questo può dire molto sulla causa. Il sacro è mai stato valutato e\o trattato? Come leggo lei è stata abbondantemente valutata da vari professionisti che sono sicura non abbiano lasciato nulla al caso. Vorrei anche sapere se ha fatto tutte le indagini strumentali RM ecc. Un neurologo è stato consultato? Per quanto riguarda la terapia con l'Osteopata, è normale un peggioramento dei sintomi i primi 2-3 giorni, poi dovrebbe andare meglio, ma si tratta sempre di un percorso che una volta iniziato bisognerebbe portare a termine per poter trovare giovamento, poche sedute non sono sufficienti. Se non sta bene in posizione sdraiata può chiedere di poter rimanere seduta o per lo meno con lo schienale del lettino alzato. Un saluto, dott.ssa Micol Teti
innanzi tutto mi spiace leggere il malessere che le provoca questa situazione. Non deve essere facile. Per poter rispondere, avrei bisogno di molte più informazioni, prima di tutto qual è stata la causa scatenate? un colpo di frusta, una caduta ecc. Questo può dire molto sulla causa. Il sacro è mai stato valutato e\o trattato? Come leggo lei è stata abbondantemente valutata da vari professionisti che sono sicura non abbiano lasciato nulla al caso. Vorrei anche sapere se ha fatto tutte le indagini strumentali RM ecc. Un neurologo è stato consultato? Per quanto riguarda la terapia con l'Osteopata, è normale un peggioramento dei sintomi i primi 2-3 giorni, poi dovrebbe andare meglio, ma si tratta sempre di un percorso che una volta iniziato bisognerebbe portare a termine per poter trovare giovamento, poche sedute non sono sufficienti. Se non sta bene in posizione sdraiata può chiedere di poter rimanere seduta o per lo meno con lo schienale del lettino alzato. Un saluto, dott.ssa Micol Teti
Buongiorno,
In merito ai suoi problemi mandibolari, di capogiri e mal di testa, le consiglierei di provare a fare ancora qualche trattamento osteopatico prima di interrompere, a volte ci vuole qualche seduta in più per raggiungere dei risultati. Cordiali saluti
In merito ai suoi problemi mandibolari, di capogiri e mal di testa, le consiglierei di provare a fare ancora qualche trattamento osteopatico prima di interrompere, a volte ci vuole qualche seduta in più per raggiungere dei risultati. Cordiali saluti
Buonasera, comprendo pienamente quanto possa essere destabilizzante convivere da mesi con vertigini, capogiri, tensioni cervicali e mandibolari. Il percorso gnatologico che ha intrapreso è corretto e già il fatto di aver riscontrato dei miglioramenti, seppur intermittenti, è un segnale che si sta lavorando sulla causa giusta.
Il trattamento osteopatico, in questi casi, rappresenta un’integrazione fondamentale perché può agire in modo efficace sulla decompressione della zona cervicale alta e sulla regolazione del sistema neurovegetativo, spesso coinvolto in questo tipo di disturbi. È però importante che il trattamento sia eseguito con gradualità, adattato alla sua attuale sensibilità: le reazioni che ha descritto potrebbero essere legate a una risposta eccessiva del sistema nervoso autonomo, quindi vanno gestite con approcci più delicati, soprattutto nelle prime sedute.
A tutto questo consiglierei di affiancare un lavoro leggero, progressivo e personalizzato di rinforzo della muscolatura cervicale e del tratto alto dorsale. Anche semplici esercizi respiratori e di rilassamento possono avere un impatto molto positivo sulla regolazione del nervo vago e sul miglioramento generale del benessere.
Le consiglio quindi di non interrompere il percorso, ma di comunicare con il suo osteopata ogni sensazione, in modo che possa adattare il trattamento alle sue esigenze e accompagnarla con più delicatezza verso un recupero più stabile.
Resto a completa disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore supporto. Cordiali saluti Lorenzo Gilardi Osteopata
Il trattamento osteopatico, in questi casi, rappresenta un’integrazione fondamentale perché può agire in modo efficace sulla decompressione della zona cervicale alta e sulla regolazione del sistema neurovegetativo, spesso coinvolto in questo tipo di disturbi. È però importante che il trattamento sia eseguito con gradualità, adattato alla sua attuale sensibilità: le reazioni che ha descritto potrebbero essere legate a una risposta eccessiva del sistema nervoso autonomo, quindi vanno gestite con approcci più delicati, soprattutto nelle prime sedute.
A tutto questo consiglierei di affiancare un lavoro leggero, progressivo e personalizzato di rinforzo della muscolatura cervicale e del tratto alto dorsale. Anche semplici esercizi respiratori e di rilassamento possono avere un impatto molto positivo sulla regolazione del nervo vago e sul miglioramento generale del benessere.
Le consiglio quindi di non interrompere il percorso, ma di comunicare con il suo osteopata ogni sensazione, in modo che possa adattare il trattamento alle sue esigenze e accompagnarla con più delicatezza verso un recupero più stabile.
Resto a completa disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore supporto. Cordiali saluti Lorenzo Gilardi Osteopata
Salve, da Osteopata la voglio tranquillizzare sul percorso di terapia che ha deciso di intraprendere in quanto il modo più consono e risolutivo per i problemi che avverte è proprio la collaborazione tra le due figure sanitarie. Lo stare male dopo il trattamento osteopatico purtroppo è assolutamente normale in quanto agiamo su regioni che sono molto contratte e soprattutto lo sono da molto tempo, in questo caso da professionista le dico che andrebbe riformulata la modalità di trattamento al fine di alleviare i sintomi. Quindi personalmente le consiglio di continuare in questo percorso cercando di avere pazienza e fiducia nei professionisti a cui si è rivolta e se dovesse ulteriori dubbi sul da farsi ne parli direttamente con i professionisti che possano appunto consigliarla meglio sul da farsi.
Resto a disposizione, Giulia Li Calzi Osteopata.
Resto a disposizione, Giulia Li Calzi Osteopata.
Buongiorno, le consiglio di effettuare un trattamento Osteopatico in modo da poter valutare col terapista la miglior strategia per alleviare i sintomi e risolvere il suo problema.
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