Gentili dottori, mi trovo in una situazione molto complessa. Ho messo fine alla relazione di coppia

18 risposte
Gentili dottori, mi trovo in una situazione molto complessa. Ho messo fine alla relazione di coppia con il padre di mia figlia di 10 mesi, dopo un anno e mezzo di abusi emotivi, tradimenti, umiliazioni, abbandoni (sia in gravidanza che poco dopo il parto), manipolazioni alternati a momenti di intenso “amore” che peró, col senno di poi si sono rivelati quando artificiosi, quando volti all’ottenimento di qualcosa (sia materiale, sia emotivo, sia sessuale). La sua vita fuori dalla coppia è estremamente caotica: fallisce e/o abbandona progetti, vive nell’illegalità, mantiene relazioni di comodo al solo scopo di sfruttare le situazioni, per poi terminarle brutalmente quando qualcuno osa metterlo in discussione. Non accetta critiche o consigli, discutere con lui è logorante e tenta in tutti i modi di manipolare le opinioni e i comportamenti altrui. Da quando l’ho lasciato mi sta rendendo la vita impossibile usando la bambina come pretesto per scontrarsi, intimorirmi, avere il controllo su di me, facendo scene drammatiche e teatrali...insomma, un incubo. Personalmente ho intrapreso un percorso con il centro antiviolenza della mia zona, anche di psicoterapia e sto per iniziare a seguire un gruppo di parola specifico. Lui ha espresso la volontà di curarsi, spinto anche dalla famiglia, con la quale io sono in costante contatto. So che queste situazioni sono difficili da trattare e mi chiedo come e dove trovare uno specialista esperto e se mi consigliate un incontro preventivo con esso, oppure un percorso di coppia oppure semplicemente di fornire a lui il contatto. Mi sarebbe molto utile anche che un professionista potesse confermare la veridicità delle mie supposizioni riguardo una sua patologia e, visto che lui mente costantemente sul mio conto proiettando i suoi comportamenti su di me e facendomi apparire come quella “in difetto”, spiegare soprattutto alla sua famiglia che questo danneggia non solo me ma anche la bambina e quindi come comportarsi con lui al fine di salvaguardare il bene di tutti, in primis della bambina. Vi ringrazio per l’attenzione. Cordialmente,
una mamma.
Gentile signora,
La situazione che descrive sembra davvero complessa. Se lui ha espresso la volontà di iniziare un percorso psicologico, lei può chiedere al centro antiviolenza dove è presa in carico di fornirle un contatto di uno psicoterapeuta da dare a lui oppure consigliargli di chiedere al medico di base di indicargli il centro di salute mentale della sua zona di residenza. In ogni caso dovrà essere lui in prima persona a rivolgere la sua richiesta.
Può eventualmente anche valutare di rivolgersi insieme a lui a uno psicologo specializzato in mediazione familiare.
Cordiali saluti, Alessia Vaudano

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Intanto in bocca al lupo. In effetti la cosa migliore è rivolgersi al centro per uno psicoterapeuta anche per lui e fornirgli “semplicemente” un contatto.
Auguri
Marta Calderaro
Mi sembra una questione molto delicata.
Le consiglio di avere chiari i propri obiettivi di autotutela e di tutela di sua figlia.
Le ultime leggi in vigore possono esserle di aiuto.
Dubito che qualsiasi consiglio provenga da Lei sia accolto.
Cerchi una posizione neutrale, se è consapevole di avere grossi problemi, sarà lui a chiederle un "indirizzo utile".

Cordialmente

Ivano Ancora
È una situazione assai complicata, credo lei debba tutelare se stessa e sua figlia, mantenendosi distintamente fuori dalla collusione con una personalità disturbata. Bene ciò che sta facendo per se stessa e bene la richiesta d'aiuto del suo ex compagno, ma tenga sempre presente che viaggiate su due binari distinti e diversi. Un caro saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera signora,
Mi sembra sia già a buon punto, se lui ha espresso la volontà di intraprendere un percorso individuale, a lei e la sua famiglia non resta che favorire l'accesso a una psicoterapia chiedendo al centro antiviolenza di fornirgli un nominativo. Mi sembra che il legame di coppia si sia esaurito e lei abbia già preso la sua decisione in merito, pertanto non inizierei un percorso a due. Oggi, come anche lei ci dice, la salvaguardia della bambina è la priorità.
Un caro saluto
Mi sembra che lei hai già fatto tutto ciò che era necessario fare. Si è mossa in modo molto intelligente e attento. Non credo possa fare altro in questo momento. I centri antiviolenza sono i posti migliori dove avere le informazioni che le servono ed essere aiutati nel modo migliore. Certamente quelle persone che fanno fatica a chiudere una relazione, come il padre di sua figlia, tentano in tutti modi di tenere aperto il rapporto con l'ex partner. Per esperienza so che chi desidera uscire da una situazione difficile la strada la trova. Esattamente come ha fatto lei.
Salve, come i colleghi la rimando alla tutela di se stessa con una considerazione... come lei per risolvere ha trovato la sua strada, anche lui se vorrà sono sicura che potrà fare altrettanto. Ormai ognuno deve pensare a sé. Le consiglio anche di non dare troppa importanza a capire che tipo di patologia abbia (io non mi permetto di fare ipotesi, perché lo ritengo poco etico), pensi a lei, alla sua terapia e al modo in cui si sta prendendo cura di sua figlia. le faccio i miei complimenti per come sta affrontando questa situazione! In bocca al lupo e brava!

dott.ssa Federica Serafini Psicologa Psicoterapeuta
Cara Signora, lei sta facendo tutto il possibile per affrontare questa situazione molto complicata. Continui il percorso terapeutico e ad affidarsi al centro antiviolenza.Le consiglio vivamente di concentrarsi su se stessa e sulla sua bambina. A lui fornisca, se lo ritiene utile, un contatto. Soprattutto si tuteli legalmente con l'aiuto di un avvocato affinché anche la figlia sia protetta da un padre inadeguato e violento. Non vedo opportuno un percorso di coppia. Mantenga questo atteggiamento combattivo e non si lasci intimidire. Comunichi ai parenti, al centro antiviolenza e al suo avvocato ogni comportamento violento del padre di sua figlia e faccia in modo che lui sappia che lei non è sola e le persone che l'aiutano sono a conoscenza di tutto. Lei ha diritto di ritrovare al più presto serenità insieme alla sua bambina. Cordiali saluti
Buonasera. Rispondo alla "mamma" che immagino sia mossa dalla giusta preoccupazione. Per ora sarebbe prematuro un percorso condiviso, proprio perché occorre elaborare un se' separato dall'altro. Ognuno deve fortificare quelle parti funzionanti, proprio per il bene del figlio-a. Il suo ex potrà rivolgersi in un centro pubblico (immagino un CSM) o da professionisti privati, ma come persona consapevole e motivata a farsi aiutare. Dopo, solo dopo, sarà possibile condividere un percorso sulla vostra genitorialita'
Gentile Signora, innanzi tutto l'essere riuscita a porre fine a questa relazione abusante non è banale, il passo più importante lo ha fatto. Il rischio di queste relazioni, però, è quello dell'invischiamento; del rimanerci in qualche modo "incastrati" per via dei messaggi ambivalenti che queste persone mandano. Lei ha già fatto abbastanza, se lui ha espresso l'intenzione di curarsi e ha anche la sua famiglia che lo sostiene, bene, ma le suggerisco di lasciare che sia lui ad assumersi la responsabilità del suo percorso; cercando specialisti, prendendosi carico di se stesso. Un consiglio dato da lei, non so come verrebbe preso da questa persona. Al massimo si confronti a riguardo con il centro anti violenza; se quest'uomo decide di salvarsi lo può fare ma assumendosi la responsabilità al 100% delle sue scelte. Un caro saluto
Gentile Signora, ritengo che far riferimento al centro anti violenza sempre e comunque sia utile anche per le perplessità che ha sul suo compagno e su eventuali indirizzi ove mandarlo. come mamma, la invito a tutelare il più possibile la serenità di sua figlia, che è la cosa più importante. distinti saluti, Enrico Piccinini
Salve, è stata molto coraggiosa nel riuscire a mettere un freno a quanto accadeva e altrettanto brava a rendersi disponibile ad un percorso di cura. Da quello che lei stessa ci racconta mi sembra che l'opzione migliore potrebbe essere quella di fornire un contatto per un percorso di psicoterapia individuale al padre della bambina. Per mia esperienza in queste situazioni la "coppia genitoriale" non è pronta per un percorso condiviso, che potrebbe risultare addirittura controproducente. Immagino che al centro antiviolenza sapranno fornirle dei contatti adeguati. Un grande in bocca al lupo. Saluti. Dott.ssa Aloisi
Salve signora in primis le faccio i complimenti per essersi rivolta un centro antiviolenza e iniziare un percorso mediante gruppo di parola. La situazione che racconta è piuttosto complessa ma ciò che ci tengo a sottolineare e che il desiderio di intraprendere un percorso deve arrivare dal padre di sua figlia. Capisco il suo desiderio di trovare alleati ma vorrei che notasse il fatto di attribuire esclusivamente a lui le cause delle difficoltà del momento. Come in qualunque coppia ci saranno state delle situazioni che lui ha tentato di portare avanti perché lei probabilmente ha ceduto. attualmente Credo sia opportuno che lei provi a mettere dei paletti, consigliandogli caldamente di rivolgersi a uno specialista o una struttura, Ma facendo in modo di non essere mai manipolata! Per quanto riguarda la bambina Immagino che un giudice tutelare sia in grado di aiutarla. Ci faccia sapere. Dr. Maria Elena Cinti
Gent. Sig.ra , date le premesse lei ha già fatto molto. Ha avuto la forza di svincolarsi da questo uomo, di mettere al sicuro o più al sicuro la sua bambina, di chiedere aiuto, di iniziare una terapia.
Tutto quello che era nei suo perimetro di possibile azione lo ha fatto. Sicuramente può ancora tentare di trovare uno spazio in cui il suo ex marito si mette in discussione, ma parallelamente credo sia anche importante lavorare sulla realtà della nostra impossibilità di poter avere il controllo su tutto e sulla accettazione del limite dei nostri poteri.
Continui a utilizzare i supporti che ha individuato, la situazione che descrive richiede sostegno e confronto.
Bruno Ramondetti.
Buongiorno, si è già attivata su diversi fronti. Mi sento di dirLe di dare modo e tempo a quanto ha messo in moto di dare i suoi frutti e di concentrarsi su se stessa; il pensare anche in questa sede a lui è un distogliere energia da se stessa; lasci che questa persona diventi Grande prendendosi lui stesso la Responsabilità della propria Vita. Le auguro il Meglio,
Francesca Castelli
Salve,
dimostra di avere buone competenze e risorse. Mi affiderei al centro antiviolenza per la valutazione di uno spazio sulla coppia genitoriale. Saprà consigliarle se è il momento giusto per iniziare, concentrandomi sul ruolo di madre. Son sicura che non sia un momento facile per lei e forse è giusto utilizzare le proprie risorse per sè e la bambina. Da terapeuta sistemica credo che in alcune situazioni, è importante prima avviare dei percorsi individuali piuttosto che rimanere incastrati in delle vecchie dinamiche relazionali. Le auguro il meglio.
Carissima,
Concordo con quanto Le hanno già scritto i colleghi.
Ha fatto bene a rivolgersi ad un centro antiviolenza, non esiti anche ad informare i Servizi Sociali territoriali se il suo ex dovesse avere comportamenti pregiudizievoli nei confronti della minore.
Le consiglio di fidarsi di più di se stessa e delle sue sensazioni/emozioni, non ha bisogno di un esperto per dimostrarne la veridicità, semmai ha bisogno di un esperto che Le insegni ad amarsi e a volersi bene, a credere in se stessa e ad esigere amore e rispetto da chi le sta accanto.
Le sconsiglio anche di iniziare la crociata per cercare di convincere i Suoi suoceri che non è Lei ad essere in difetto: se è sicura di essere nel giusto vada avanti per la Sua strada come sta facendo senza dipendere dall'approvazione altrui.
Queste sono le Sue tematiche personali che andrebbero affrontate e risolte in un percorso psicoterapeutico.
Tuteli sempre Sua figlia.
In bocca al lupo
GF
Cara "mamma", lei è stata coraggiosa e forte e questo le ha permesso di fare i passi più difficili ed importanti. Comprendo pienamente il suo bisogno di creare un clima e un ambiente sicuro e sereno per la sua bambina e per sé stessa. Più che su una terapia di coppia, che ora la confonderebbe e potrebbe generare in lui altra confusione, gli farei intrapredere un percorso personale. Non sapendo in quale città siete, dinventa difficile darle un nominativo ma se ha bisogno di informazioni o domande non esiti a contattarmi.
Le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati o richieste di una seconda opinione.
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.