Gent.mi Dottori, vorrei gentilmente porre due quesiti in merito a due differenti argomenti: 1) rec
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risposte
Gent.mi Dottori,
vorrei gentilmente porre due quesiti in merito a due differenti argomenti:
1) recentemente, visionando un video pubblicato su social network, sono state fatte affermazioni sull’ipotesi di una correlazione tra consumo di zuccheri e probabilità di sviluppare una neoplasia che mi hanno lasciata perplessa. Tale ipotesi si basa sul fatto che le cellule utilizzano il glucosio come fonte energetica. Lo stesso zucchero potrebbe, quindi, ricoprire il ruolo di “benzina” per la crescita dei tumori. Partendo da tali basi, molti hanno preferito limitare in maniera significativa l’apporto di carboidrati nella dieta, fino talvolta a escluderli del tutto. Secondo l’individuo che argomentava nel video di cui parlavo prima, tra i cibi da ESCLUDERE completamente rientra la frutta, limitandone l’assunzione 2 VOLTE A SETTIMANA solo a soggetti che praticano attività fisica intensa. Mi piacerebbe sapere cosa c’è di vero in queste affermazioni, se esistono effettivamente studi a sostegno di quanto asserito in merito alla frutta. Possibile che le fibre contenute dalla frutta non giochino un ruolo essenziale in tale contesto? Come mai le linee guida sulla nutrizione consigliano di consumare due porzioni di frutta al giorno?
2) leggo idee contrastanti sul rapporto tra consumo di soia e ipotiroidismo: c’è chi sostiene che la soia possa compromettere la funzionalità della tiroide e chi, invece, afferma che il consumo di soia non comporta alcun rischio. Anche in tal caso, cosa c’è di vero? Cosa dicono gli studi effettuati in merito?
Mi dispiace essermi dilungata troppo, ma vorrei semplicemente ricevere una corretta informazione non credendo a tutto ciò che in giro si dice, ma interpellando esperti nel settore.
Ringrazio per i chiarimenti che mi saranno dati, un caro saluto e auguro un buon lavoro!
vorrei gentilmente porre due quesiti in merito a due differenti argomenti:
1) recentemente, visionando un video pubblicato su social network, sono state fatte affermazioni sull’ipotesi di una correlazione tra consumo di zuccheri e probabilità di sviluppare una neoplasia che mi hanno lasciata perplessa. Tale ipotesi si basa sul fatto che le cellule utilizzano il glucosio come fonte energetica. Lo stesso zucchero potrebbe, quindi, ricoprire il ruolo di “benzina” per la crescita dei tumori. Partendo da tali basi, molti hanno preferito limitare in maniera significativa l’apporto di carboidrati nella dieta, fino talvolta a escluderli del tutto. Secondo l’individuo che argomentava nel video di cui parlavo prima, tra i cibi da ESCLUDERE completamente rientra la frutta, limitandone l’assunzione 2 VOLTE A SETTIMANA solo a soggetti che praticano attività fisica intensa. Mi piacerebbe sapere cosa c’è di vero in queste affermazioni, se esistono effettivamente studi a sostegno di quanto asserito in merito alla frutta. Possibile che le fibre contenute dalla frutta non giochino un ruolo essenziale in tale contesto? Come mai le linee guida sulla nutrizione consigliano di consumare due porzioni di frutta al giorno?
2) leggo idee contrastanti sul rapporto tra consumo di soia e ipotiroidismo: c’è chi sostiene che la soia possa compromettere la funzionalità della tiroide e chi, invece, afferma che il consumo di soia non comporta alcun rischio. Anche in tal caso, cosa c’è di vero? Cosa dicono gli studi effettuati in merito?
Mi dispiace essermi dilungata troppo, ma vorrei semplicemente ricevere una corretta informazione non credendo a tutto ciò che in giro si dice, ma interpellando esperti nel settore.
Ringrazio per i chiarimenti che mi saranno dati, un caro saluto e auguro un buon lavoro!
Salve, di seguito le risposte ai suoi importanti quesiti:
1) solamente un eccesso di zucchero può portare nelle conseguenze sulla salute come ad esempio l'aumento del grasso viscerale, che tra le altre cose può portare alla formazione di tumori, insieme ad altri fattori. Lo zucchero solo una volta che è presente il tumore viene utilizzato per ricavare energia per nutrire le cellule tumorali, così come fa la maggior parte delle cellule nel nostro corpo. La frutta è correlata ad un miglioramento della salute e una minore mortalità questo è supportato da numerose evidenze scientifiche di conseguenza è raccomandabile mangiarne dalle due alle tre porzioni al giorno (è meglio mangiare più frutta che meno frutta). Inoltre durante la giornata si possono mangiare altre fonti di zucchero, basta non eccedere il 10% del fabbisogno energetico
2) La soia non interferisce in alcun modo con la tiroide, solo chi soffre di ipotiroidismo deve stare attento a distanziare l'assunzione del farmaco, solitamente Eutirox o tirosina, dal consumo di soia perché potrebbe diminuirne l'assorbimento
1) solamente un eccesso di zucchero può portare nelle conseguenze sulla salute come ad esempio l'aumento del grasso viscerale, che tra le altre cose può portare alla formazione di tumori, insieme ad altri fattori. Lo zucchero solo una volta che è presente il tumore viene utilizzato per ricavare energia per nutrire le cellule tumorali, così come fa la maggior parte delle cellule nel nostro corpo. La frutta è correlata ad un miglioramento della salute e una minore mortalità questo è supportato da numerose evidenze scientifiche di conseguenza è raccomandabile mangiarne dalle due alle tre porzioni al giorno (è meglio mangiare più frutta che meno frutta). Inoltre durante la giornata si possono mangiare altre fonti di zucchero, basta non eccedere il 10% del fabbisogno energetico
2) La soia non interferisce in alcun modo con la tiroide, solo chi soffre di ipotiroidismo deve stare attento a distanziare l'assunzione del farmaco, solitamente Eutirox o tirosina, dal consumo di soia perché potrebbe diminuirne l'assorbimento
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Buonasera signora ha ragione c'è molta confusione ma le spiego cosa è esatto e cosa no, allora per ciò che riguarda il rapporto tra zuccheri e cancro una cosa è in caso di tumore già in atto un'altra è in fase preventiva. Quando non si ha la malattia non c'è alcun fondamento scientifico che confermi che lo zucchero possa provocare lo sviluppo di tumore semmai lo zucchero in eccesso può contribuire allo sviluppo di obesità, infiammazione, diabete che sono tutte patologie correlate allo sviluppo di un cancro. Quindi diciamo che non è di per sè lo zucchero il killer ma le conseguenze a cui può portare. Ovviamente resta da sè il fatto che neanche la frutta è pericolosa, semmai l'eccesso di fruttosio può provocare insulino-resistenza, diabete, obesità ma non di certo il cancro. In caso di tumore in atto è invece bene limitare molto l'assunzione di zuccheri per ridurre l'infiammazione. Il fatto che le cellule tumorali siano ghiotte di glucosio è vero ma questo vale se il tumore è già presente.
Gent.ma, grazie per la sua domanda e per il desiderio di cercare chiarezza in un momento storico in cui, purtroppo, spesso le informazioni che circolano online sono incomplete o distorte.
Riguardo alla presunta correlazione tra zuccheri e tumori, è vero che alcune cellule tumorali utilizzano il glucosio come fonte di energia. Tuttavia, tutte le cellule del nostro corpo, comprese quelle sane, hanno bisogno di glucosio per funzionare correttamente. Il fatto che una cellula tumorale utilizzi zuccheri non significa che eliminare completamente i carboidrati — o addirittura la frutta — sia una scelta preventiva o terapeutica efficace. Questo concetto nasce da un’interpretazione semplificata dell’effetto Warburg, ma non esistono evidenze scientifiche solide che giustifichino l’eliminazione dei carboidrati dalla dieta allo scopo di prevenire o combattere i tumori.
Al contrario, una dieta equilibrata, ricca di fibre, frutta e verdura, è associata a una riduzione del rischio di sviluppare diverse patologie croniche, incluso il cancro. La frutta, in particolare, non è solo una fonte di zuccheri semplici, ma anche di fibre, vitamine, antiossidanti e fitocomposti protettivi, che giocano un ruolo positivo nella regolazione del metabolismo, nella protezione dallo stress ossidativo e nella salute intestinale.
Le principali linee guida nutrizionali internazionali, come quelle dell’OMS e del World Cancer Research Fund, raccomandano almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Limitare la frutta a 2 volte a settimana, come suggerito nel video da lei menzionato, non ha alcuna base scientifica e può portare a carenze nutrizionali e squilibri dietetici.
Per quanto riguarda la soia e la tiroide, è vero che gli isoflavoni della soia possono, in determinate condizioni, interferire con l’assorbimento dell’ormone tiroideo nei soggetti ipotiroidei. Tuttavia, questo effetto è rilevante solo se non si assume una quantità adeguata di iodio nella dieta, o se la terapia ormonale sostitutiva (levotiroxina) non viene assunta correttamente.
In soggetti con funzione tiroidea normale, il consumo moderato di soia non comporta rischi. Anche nei soggetti con ipotiroidismo, la soia può essere consumata in sicurezza, purché si rispetti un intervallo di almeno 4 ore tra l’assunzione del farmaco e il pasto contenente soia, e si mantenga un adeguato apporto di iodio.
In sintesi, è fondamentale non demonizzare un singolo alimento e affidarsi sempre a fonti autorevoli. La frutta fa bene e la soia, se consumata correttamente, non è pericolosa. Apprezzo molto il suo spirito critico e il desiderio di informarsi correttamente: è il primo passo per prendersi cura della propria salute in modo consapevole.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto e buon proseguimento.
Dott. Daniele D'agati
Riguardo alla presunta correlazione tra zuccheri e tumori, è vero che alcune cellule tumorali utilizzano il glucosio come fonte di energia. Tuttavia, tutte le cellule del nostro corpo, comprese quelle sane, hanno bisogno di glucosio per funzionare correttamente. Il fatto che una cellula tumorale utilizzi zuccheri non significa che eliminare completamente i carboidrati — o addirittura la frutta — sia una scelta preventiva o terapeutica efficace. Questo concetto nasce da un’interpretazione semplificata dell’effetto Warburg, ma non esistono evidenze scientifiche solide che giustifichino l’eliminazione dei carboidrati dalla dieta allo scopo di prevenire o combattere i tumori.
Al contrario, una dieta equilibrata, ricca di fibre, frutta e verdura, è associata a una riduzione del rischio di sviluppare diverse patologie croniche, incluso il cancro. La frutta, in particolare, non è solo una fonte di zuccheri semplici, ma anche di fibre, vitamine, antiossidanti e fitocomposti protettivi, che giocano un ruolo positivo nella regolazione del metabolismo, nella protezione dallo stress ossidativo e nella salute intestinale.
Le principali linee guida nutrizionali internazionali, come quelle dell’OMS e del World Cancer Research Fund, raccomandano almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Limitare la frutta a 2 volte a settimana, come suggerito nel video da lei menzionato, non ha alcuna base scientifica e può portare a carenze nutrizionali e squilibri dietetici.
Per quanto riguarda la soia e la tiroide, è vero che gli isoflavoni della soia possono, in determinate condizioni, interferire con l’assorbimento dell’ormone tiroideo nei soggetti ipotiroidei. Tuttavia, questo effetto è rilevante solo se non si assume una quantità adeguata di iodio nella dieta, o se la terapia ormonale sostitutiva (levotiroxina) non viene assunta correttamente.
In soggetti con funzione tiroidea normale, il consumo moderato di soia non comporta rischi. Anche nei soggetti con ipotiroidismo, la soia può essere consumata in sicurezza, purché si rispetti un intervallo di almeno 4 ore tra l’assunzione del farmaco e il pasto contenente soia, e si mantenga un adeguato apporto di iodio.
In sintesi, è fondamentale non demonizzare un singolo alimento e affidarsi sempre a fonti autorevoli. La frutta fa bene e la soia, se consumata correttamente, non è pericolosa. Apprezzo molto il suo spirito critico e il desiderio di informarsi correttamente: è il primo passo per prendersi cura della propria salute in modo consapevole.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto e buon proseguimento.
Dott. Daniele D'agati
L'affermazione secondo cui il glucosio sarebbe "la benzina" delle cellule tumorali è una semplificazione e, se mal interpretata, può indurre a comportamenti alimentari scorretti. È vero che le cellule tumorali utilizzano il glucosio come fonte di energia, ma questo è vero anche per la maggior parte delle cellule sane del nostro organismo. Il glucosio è infatti il carburante primario per cervello, muscoli e molti altri tessuti.
Ridurre in modo estremo l’apporto di carboidrati senza indicazione clinica specifica, come avviene in alcune diete chetogeniche terapeutiche monitorate, non ha fondamento scientifico nella prevenzione oncologica generale.
Inoltre, escludere la frutta dalla dieta non è raccomandabile:
La frutta fornisce fibre, vitamine, minerali e composti antiossidanti che svolgono un ruolo protettivo.
Le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri, migliorano il controllo glicemico e modulano la flora intestinale.
La frutta è associata a una riduzione del rischio di malattie croniche, comprese alcune forme tumorali, secondo le principali linee guida internazionali (es. OMS, World Cancer Research Fund).
Pertanto, l’indicazione di limitarla drasticamente o eliminarla è in contrasto con le evidenze scientifiche attuali.
È sempre opportuno affidarsi a fonti scientificamente validate e a professionisti della salute qualificati per orientare le proprie scelte alimentari.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Ridurre in modo estremo l’apporto di carboidrati senza indicazione clinica specifica, come avviene in alcune diete chetogeniche terapeutiche monitorate, non ha fondamento scientifico nella prevenzione oncologica generale.
Inoltre, escludere la frutta dalla dieta non è raccomandabile:
La frutta fornisce fibre, vitamine, minerali e composti antiossidanti che svolgono un ruolo protettivo.
Le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri, migliorano il controllo glicemico e modulano la flora intestinale.
La frutta è associata a una riduzione del rischio di malattie croniche, comprese alcune forme tumorali, secondo le principali linee guida internazionali (es. OMS, World Cancer Research Fund).
Pertanto, l’indicazione di limitarla drasticamente o eliminarla è in contrasto con le evidenze scientifiche attuali.
È sempre opportuno affidarsi a fonti scientificamente validate e a professionisti della salute qualificati per orientare le proprie scelte alimentari.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Buongiorno, ha posto delle domande molto interessanti. Riguardo al primo quesito, si è già risposta citando un documento attendibile e scritto da persone esperte che, prima di fare delle affermazioni di qualsiasi natura, hanno fatto un lungo lavoro di ricerca bibliografica, puntualmente riportata. La persona che cita è un medico o altro professionista? E' una persona qualificata? Riporta gli studi di riferimento? La frutta, di cui le Linee Guida per una sana e corretta alimentazione ci suggeriscono un consumo quotidiano di 2-3 porzioni (una porzione è di 150 g), gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute e nel prevenire le patologie più diverse, ovviamente sempre nell'ambito di uno stile di vita sano. Come dice lei, le fibre sono importantissime e contribuiscono a rallentare lo svuotamento gastrico e l'assorbimento intestinale, favorendo un miglior controllo della glicemia ad esempio. Carboidrati e zuccheri sono nutrienti che devono essere presenti nella nostra alimentazione, sempre secondo il proprio fabbisogno e le proprie necessità. Sicuramente è meglio favorire carboidrati complessi, disponibili in pasta, pane, riso, cereali, legumi, e scegliere gli alimenti integrali può essere un'alternativa preferibile. Riguardo agli zuccheri, l'apporto naturale da frutta, verdure, latte e latticini, è un supporto alla nostra alimentazione non un nemico. Bisogna, piuttosto, limitare gli zuccheri aggiunti, soprattutto, quelli delle bevande. In ultimo, non esiste una relazione tra zuccheri e cancro, quanto tra sovrappeso/obesità e cancro. Un'alimentazione ricca di zuccheri (per consumo eccessivo di bevande zuccherate, dolci, snacks) è generalmente densamente calorica e questo predispone al sovrappeso e questo in ultimo può (ma non è un destino ineluttabile) predisporre all'insorgenza di tumori, ma qualora ciò succedesse, non è possibile individuare con assoluta certezza una relazione di causa-effetto con il consumo di zuccheri.
Riguardo al secondo quesito, effettivamente le opinioni in merito sono diverse e contrastanti. Tuttavia, diversi studi negano una qualche influenza, qualche dubbio rimane per consumi eccessivi e in caso di integrazione con fitoestrogeni e flavonoidi della soia, ma sembrerebbe non esserci una relazione neanche in questo caso. Nell'ambito di un'alimentazione ricca e variegata, consumare anche soia o suoi derivati, non comporta alcun rischio, anche per i soggetti ipotiroidei, per i quali bisogna attenzionare, invece, l'eventuale carenza di iodio. E' sempre bene, in ogni caso, distanziare il consumo di questi alimenti dalla terapia farmacologica.
Riguardo al secondo quesito, effettivamente le opinioni in merito sono diverse e contrastanti. Tuttavia, diversi studi negano una qualche influenza, qualche dubbio rimane per consumi eccessivi e in caso di integrazione con fitoestrogeni e flavonoidi della soia, ma sembrerebbe non esserci una relazione neanche in questo caso. Nell'ambito di un'alimentazione ricca e variegata, consumare anche soia o suoi derivati, non comporta alcun rischio, anche per i soggetti ipotiroidei, per i quali bisogna attenzionare, invece, l'eventuale carenza di iodio. E' sempre bene, in ogni caso, distanziare il consumo di questi alimenti dalla terapia farmacologica.
Gentilissima, grazie per questa interessante domanda.
Cercherò di rispondere con chiarezza a entrambi i punti, facendo riferimento all’evidenza scientifica attualmente disponibile.
1) Zuccheri, carboidrati e rischio tumorale: cosa c’è di vero?
È vero che le cellule tumorali utilizzano il glucosio come fonte energetica, ma lo stesso vale per le cellule sane: il glucosio è il carburante principale per il nostro organismo. Da qui nasce una semplificazione che purtroppo ha generato molta confusione: eliminare gli zuccheri o i carboidrati nella speranza di “affamare” il tumore non è una strategia scientificamente sostenuta, né efficace, e può anzi risultare controproducente per lo stato nutrizionale del paziente.
La frutta, in particolare, non è da demonizzare. Anzi, contiene fibre, vitamine, minerali e fitocomposti antiossidanti che giocano un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie, anche oncologiche. Le linee guida nutrizionali internazionali (come quelle dell’OMS, del WCRF e dell’AIRC) continuano a raccomandare il consumo quotidiano di frutta, in quantità e modalità adatte alla persona.
Eliminare completamente i carboidrati (inclusi quelli complessi) non è indicato né nella prevenzione né nel supporto nutrizionale oncologico, se non in casi specifici e sempre sotto stretto controllo medico.
2) Soia e tiroide: esiste una reale interferenza?
La questione della soia e della funzionalità tiroidea è stata molto dibattuta. Gli isoflavoni presenti nella soia possono, in vitro, interferire con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide, ma gli studi clinici sull’uomo mostrano che un consumo moderato di soia in soggetti con funzione tiroidea normale non causa alterazioni significative.
Nel caso di persone affette da ipotiroidismo già in terapia (ad esempio con levotiroxina), la soia non è controindicata, ma va semplicemente assunta con attenzione nei tempi poiché potrebbe interferire con l’assorbimento del farmaco.
In assenza di altre patologie o carenze iodiche, la soia può essere parte di un’alimentazione equilibrata, anche nei soggetti con ipotiroidismo compensato.
In sintesi:
I carboidrati non sono il “nemico”, e la frutta ha un ruolo positivo nella dieta.
La soia non compromette la tiroide se consumata con buon senso e in un contesto nutrizionale bilanciato.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti o chiarimenti.
Dr.ssa Maria Cristiana Fiorentino, Biologa Nutrizionista
Cercherò di rispondere con chiarezza a entrambi i punti, facendo riferimento all’evidenza scientifica attualmente disponibile.
1) Zuccheri, carboidrati e rischio tumorale: cosa c’è di vero?
È vero che le cellule tumorali utilizzano il glucosio come fonte energetica, ma lo stesso vale per le cellule sane: il glucosio è il carburante principale per il nostro organismo. Da qui nasce una semplificazione che purtroppo ha generato molta confusione: eliminare gli zuccheri o i carboidrati nella speranza di “affamare” il tumore non è una strategia scientificamente sostenuta, né efficace, e può anzi risultare controproducente per lo stato nutrizionale del paziente.
La frutta, in particolare, non è da demonizzare. Anzi, contiene fibre, vitamine, minerali e fitocomposti antiossidanti che giocano un ruolo protettivo nei confronti di diverse patologie, anche oncologiche. Le linee guida nutrizionali internazionali (come quelle dell’OMS, del WCRF e dell’AIRC) continuano a raccomandare il consumo quotidiano di frutta, in quantità e modalità adatte alla persona.
Eliminare completamente i carboidrati (inclusi quelli complessi) non è indicato né nella prevenzione né nel supporto nutrizionale oncologico, se non in casi specifici e sempre sotto stretto controllo medico.
2) Soia e tiroide: esiste una reale interferenza?
La questione della soia e della funzionalità tiroidea è stata molto dibattuta. Gli isoflavoni presenti nella soia possono, in vitro, interferire con l’assorbimento dello iodio da parte della tiroide, ma gli studi clinici sull’uomo mostrano che un consumo moderato di soia in soggetti con funzione tiroidea normale non causa alterazioni significative.
Nel caso di persone affette da ipotiroidismo già in terapia (ad esempio con levotiroxina), la soia non è controindicata, ma va semplicemente assunta con attenzione nei tempi poiché potrebbe interferire con l’assorbimento del farmaco.
In assenza di altre patologie o carenze iodiche, la soia può essere parte di un’alimentazione equilibrata, anche nei soggetti con ipotiroidismo compensato.
In sintesi:
I carboidrati non sono il “nemico”, e la frutta ha un ruolo positivo nella dieta.
La soia non compromette la tiroide se consumata con buon senso e in un contesto nutrizionale bilanciato.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti o chiarimenti.
Dr.ssa Maria Cristiana Fiorentino, Biologa Nutrizionista
Car* utente, rispondendo al suo primo quesito, i soggetti di cui parla PURTROPPO sono persone spesso senza titolo e senza alcuna competenza, che oltre a fornire disinformazione, alimentano congetture prive di fondamento. Le linee guida internazionali si basano sull'evidenza scientifica e non su idee personali; sebbene l'eccesso di zucchero porta problemi ( così come eccesso di altre sostanze), anche una sua carenza porta problematiche, dunque si affidi a professionisti competenti e non ai fuffaguru sui social.
Per il secondo quesito, la soia contiene isoflavoni, che sono composti vegetali appartenenti alla famiglia dei fitoestrogeni. Questi possono interferire con la produzione degli ormoni tiroidei in certe condizioni particolari, perché agiscono come gozzigeni (sostanze che possono interferire con la funzione tiroidea).
In persone sane con una funzione tiroidea normale e un adeguato apporto di iodio, il consumo moderato di soia non sembra rappresentare un rischio per la funzione tiroidea. Numerosi studi non hanno evidenziato effetti negativi clinicamente rilevanti.
In persone con ipotiroidismo subclinico o in presenza di carenza di iodio, l’elevato consumo di soia può, in alcuni casi, interferire con l’assorbimento degli ormoni tiroidei o peggiorare la funzione tiroidea. Tuttavia, ciò avviene soprattutto se l’assunzione di iodio è insufficiente o se la terapia ormonale non è ben gestita.
Tuttavia, in caso di patologie pregresse, è bene parlarne con lo specialista di riferimento
Per il secondo quesito, la soia contiene isoflavoni, che sono composti vegetali appartenenti alla famiglia dei fitoestrogeni. Questi possono interferire con la produzione degli ormoni tiroidei in certe condizioni particolari, perché agiscono come gozzigeni (sostanze che possono interferire con la funzione tiroidea).
In persone sane con una funzione tiroidea normale e un adeguato apporto di iodio, il consumo moderato di soia non sembra rappresentare un rischio per la funzione tiroidea. Numerosi studi non hanno evidenziato effetti negativi clinicamente rilevanti.
In persone con ipotiroidismo subclinico o in presenza di carenza di iodio, l’elevato consumo di soia può, in alcuni casi, interferire con l’assorbimento degli ormoni tiroidei o peggiorare la funzione tiroidea. Tuttavia, ciò avviene soprattutto se l’assunzione di iodio è insufficiente o se la terapia ormonale non è ben gestita.
Tuttavia, in caso di patologie pregresse, è bene parlarne con lo specialista di riferimento
Buongiorno,
grazie per averci scritto. La sua domanda è molto importante, e il suo approccio di voler indagare scientificamente un argomento è la base per una corretta informazione. Ci sono molte voci contrastanti sulla soia, e spesso le preoccupazioni si basano su studi datati o non rappresentativi della realtà.
La buona notizia è che la scienza, in questi anni, ha fatto molta chiarezza. Oggi, il consenso tra le principali organizzazioni sanitarie e scientifiche è che il consumo moderato di alimenti a base di soia non comporta alcun rischio per la salute della maggior parte delle persone. Anzi, si ritiene che possa apportare diversi benefici.
Cosa dice la scienza sui principali timori
La soia contiene composti chiamati isoflavoni, che appartengono alla classe dei fitoestrogeni. Questi sono la causa della maggior parte dei dubbi, perché possono agire come un estrogeno debole nel corpo. Tuttavia, è proprio in questa differenza che risiede la sicurezza.
* Rischio di tumore al seno: Molteplici studi e meta-analisi recenti hanno dimostrato che il consumo di soia non aumenta il rischio di tumore al seno nelle donne. Addirittura, in alcuni casi, soprattutto quando consumata fin dall'adolescenza, sembra avere un effetto protettivo. Questo vale anche per le donne che hanno già avuto una diagnosi di tumore al seno, per le quali la soia è ritenuta sicura.
* Problemi alla tiroide: La soia è stata a lungo etichettata come "gozzigena". Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che per le persone che hanno una tiroide sana e un adeguato apporto di iodio nella dieta, il consumo moderato di soia non ha alcun impatto negativo sulla funzione tiroidea. L'interferenza si è vista principalmente in casi di assunzione massiccia di integratori a base di soia o in soggetti con problemi preesistenti e carenza di iodio.
* Impatto sugli ormoni maschili: Un'altra preoccupazione comune riguarda gli uomini, con il timore che la soia possa abbassare i livelli di testosterone. In realtà, la stragrande maggioranza degli studi clinici non ha riscontrato alcun effetto negativo del consumo di soia o isoflavoni sui livelli di testosterone o sulla qualità dello sperma. I casi che hanno riportato effetti erano quasi sempre legati a un consumo estremamente elevato e non realistico.
Cosa si intende per consumo moderato?
Quando la scienza parla di consumo di soia, si riferisce principalmente a alimenti di soia interi e minimamente lavorati, come edamame, tofu, tempeh, o latte di soia.
In generale, un'assunzione moderata e considerata sicura corrisponde a 1-2 porzioni al giorno. Una porzione può essere, ad esempio, una tazza di latte di soia, mezza tazza di tofu o mezza tazza di edamame.
In conclusione, può stare tranquilla. I timori sulla soia derivano spesso da studi di laboratorio che usavano dosi molto alte e isolate di isoflavoni, non paragonabili all'alimentazione quotidiana. Se non ha particolari allergie o condizioni mediche specifiche, l'integrazione di alimenti a base di soia nella sua dieta è un'ottima scelta per la sua salute.
Le auguro un buon proseguimento!
grazie per averci scritto. La sua domanda è molto importante, e il suo approccio di voler indagare scientificamente un argomento è la base per una corretta informazione. Ci sono molte voci contrastanti sulla soia, e spesso le preoccupazioni si basano su studi datati o non rappresentativi della realtà.
La buona notizia è che la scienza, in questi anni, ha fatto molta chiarezza. Oggi, il consenso tra le principali organizzazioni sanitarie e scientifiche è che il consumo moderato di alimenti a base di soia non comporta alcun rischio per la salute della maggior parte delle persone. Anzi, si ritiene che possa apportare diversi benefici.
Cosa dice la scienza sui principali timori
La soia contiene composti chiamati isoflavoni, che appartengono alla classe dei fitoestrogeni. Questi sono la causa della maggior parte dei dubbi, perché possono agire come un estrogeno debole nel corpo. Tuttavia, è proprio in questa differenza che risiede la sicurezza.
* Rischio di tumore al seno: Molteplici studi e meta-analisi recenti hanno dimostrato che il consumo di soia non aumenta il rischio di tumore al seno nelle donne. Addirittura, in alcuni casi, soprattutto quando consumata fin dall'adolescenza, sembra avere un effetto protettivo. Questo vale anche per le donne che hanno già avuto una diagnosi di tumore al seno, per le quali la soia è ritenuta sicura.
* Problemi alla tiroide: La soia è stata a lungo etichettata come "gozzigena". Tuttavia, la ricerca ha dimostrato che per le persone che hanno una tiroide sana e un adeguato apporto di iodio nella dieta, il consumo moderato di soia non ha alcun impatto negativo sulla funzione tiroidea. L'interferenza si è vista principalmente in casi di assunzione massiccia di integratori a base di soia o in soggetti con problemi preesistenti e carenza di iodio.
* Impatto sugli ormoni maschili: Un'altra preoccupazione comune riguarda gli uomini, con il timore che la soia possa abbassare i livelli di testosterone. In realtà, la stragrande maggioranza degli studi clinici non ha riscontrato alcun effetto negativo del consumo di soia o isoflavoni sui livelli di testosterone o sulla qualità dello sperma. I casi che hanno riportato effetti erano quasi sempre legati a un consumo estremamente elevato e non realistico.
Cosa si intende per consumo moderato?
Quando la scienza parla di consumo di soia, si riferisce principalmente a alimenti di soia interi e minimamente lavorati, come edamame, tofu, tempeh, o latte di soia.
In generale, un'assunzione moderata e considerata sicura corrisponde a 1-2 porzioni al giorno. Una porzione può essere, ad esempio, una tazza di latte di soia, mezza tazza di tofu o mezza tazza di edamame.
In conclusione, può stare tranquilla. I timori sulla soia derivano spesso da studi di laboratorio che usavano dosi molto alte e isolate di isoflavoni, non paragonabili all'alimentazione quotidiana. Se non ha particolari allergie o condizioni mediche specifiche, l'integrazione di alimenti a base di soia nella sua dieta è un'ottima scelta per la sua salute.
Le auguro un buon proseguimento!
Buon pomeriggio, spesso si tende a usare il termine “zuccheri” in modo generico, mentre sarebbe importante distinguere tra:
- zuccheri semplici, come il fruttosio naturalmente presente nella frutta,
- carboidrati complessi, come quelli contenuti nei cereali e nei legumi,
- zuccheri aggiunti, come il saccarosio presente in merendine, dolci e bevande zuccherate.
Partendo dal presupposto che l’organismo necessita sia di zuccheri semplici sia complessi per garantire energia pronta durante la giornata, ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta tra il consumo di zuccheri e lo sviluppo di tumori. Le cellule tumorali, come quelle sane, utilizzano il glucosio come fonte di energia, ma ciò non significa che eliminare i carboidrati dalla dieta possa impedirne la crescita.
Anche nelle persone che hanno già una diagnosi oncologica, non ha senso eliminare completamente gli zuccheri: l’obiettivo è garantire un’alimentazione equilibrata che sostenga le funzioni dell’organismo e il mantenimento della massa muscolare, evitando malnutrizione e cali di energia.
Un eccesso di zuccheri semplici (soprattutto quelli aggiunti) può però contribuire, nel lungo periodo, all’aumento del grasso viscerale, che rappresenta un fattore di rischio per molte patologie, compresi alcuni tumori, per via del cronico stato infiammatorio che può generare. Ma questo rischio non è legato solo agli zuccheri, bensì a un eccesso calorico in generale, soprattutto da cibi ultra-processati ad alta densità energetica.
La frutta, al contrario, è un alimento da integrare regolarmente nella dieta perché oltre a presentare zuccheri presenta anche la fibra che porta a sazietà, oltre ai sali minerali e vitamine. Infatti, per esempio, se si fa un centrifugato, dove si elimina la fibra, si toglie l'effetto benefico della frutta.
Per questo le linee guida raccomandano il consumo di almeno due porzioni di frutta fresca al giorno.
Per quanto riguarda la soia, recenti studi hanno smentito la precedente convinzione che il suo consumo comprometta la funzionalità tiroidea nelle persone sane o anche con ipotiroidismo. L’unica accortezza utile per chi assume farmaci a base di tiroxina è quella di evitare di consumare soia a ridosso dell’assunzione del farmaco, poiché potrebbe ridurne l’assorbimento intestinale. Per questo motivo, per praticità è preferibile non includerla nella colazione se si assume la terapia al mattino. Ma può essere consumata serenamente nel resto della giornata, come parte di un’alimentazione equilibrata.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, buona giornata.
Dott.ssa Stefania Susca - Biologa Nutrizionista e Farmacista
- zuccheri semplici, come il fruttosio naturalmente presente nella frutta,
- carboidrati complessi, come quelli contenuti nei cereali e nei legumi,
- zuccheri aggiunti, come il saccarosio presente in merendine, dolci e bevande zuccherate.
Partendo dal presupposto che l’organismo necessita sia di zuccheri semplici sia complessi per garantire energia pronta durante la giornata, ad oggi non esistono evidenze scientifiche che dimostrino una correlazione diretta tra il consumo di zuccheri e lo sviluppo di tumori. Le cellule tumorali, come quelle sane, utilizzano il glucosio come fonte di energia, ma ciò non significa che eliminare i carboidrati dalla dieta possa impedirne la crescita.
Anche nelle persone che hanno già una diagnosi oncologica, non ha senso eliminare completamente gli zuccheri: l’obiettivo è garantire un’alimentazione equilibrata che sostenga le funzioni dell’organismo e il mantenimento della massa muscolare, evitando malnutrizione e cali di energia.
Un eccesso di zuccheri semplici (soprattutto quelli aggiunti) può però contribuire, nel lungo periodo, all’aumento del grasso viscerale, che rappresenta un fattore di rischio per molte patologie, compresi alcuni tumori, per via del cronico stato infiammatorio che può generare. Ma questo rischio non è legato solo agli zuccheri, bensì a un eccesso calorico in generale, soprattutto da cibi ultra-processati ad alta densità energetica.
La frutta, al contrario, è un alimento da integrare regolarmente nella dieta perché oltre a presentare zuccheri presenta anche la fibra che porta a sazietà, oltre ai sali minerali e vitamine. Infatti, per esempio, se si fa un centrifugato, dove si elimina la fibra, si toglie l'effetto benefico della frutta.
Per questo le linee guida raccomandano il consumo di almeno due porzioni di frutta fresca al giorno.
Per quanto riguarda la soia, recenti studi hanno smentito la precedente convinzione che il suo consumo comprometta la funzionalità tiroidea nelle persone sane o anche con ipotiroidismo. L’unica accortezza utile per chi assume farmaci a base di tiroxina è quella di evitare di consumare soia a ridosso dell’assunzione del farmaco, poiché potrebbe ridurne l’assorbimento intestinale. Per questo motivo, per praticità è preferibile non includerla nella colazione se si assume la terapia al mattino. Ma può essere consumata serenamente nel resto della giornata, come parte di un’alimentazione equilibrata.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi, buona giornata.
Dott.ssa Stefania Susca - Biologa Nutrizionista e Farmacista
Capisco la sua confusione: sono temi molto discussi, specialmente online.
L'idea che gli zuccheri siano il "carburante" esclusivo dei tumori e che eliminarli possa "affamarli" è una semplificazione errata e priva di fondamento scientifico. Tutte le nostre cellule, comprese quelle del cervello e dei muscoli, oltre alle cellule tumorali, usano il glucosio per funzionare. Eliminare i carboidrati indebolirebbe inutilmente l'intero organismo, già provato dalla patologia e dai trattamenti, senza fermare la crescita tumorale.
Veniamo alla specifica domanda sulla frutta: che escludere la frutta dalla dieta sia terapeutico nei casi di cancro o preventivo per questa tipologia di malattia, è un'affermazione falsa e pericolosa. La frutta è ricca di fibre, vitamine e antiossidanti che, come dimostrato in numerosi studi, giocano un ruolo protettivo nell'insorgenza di diversi tipi di tumori.
Le linee guida italiane per una sana alimentazione, ma anche le linee guida internazionali, come quelle dell'OMS, raccomandano di consumare almeno due porzioni di frutta al giorno. L'attenzione andrebbe posta, non tanto sullo zucchero naturalmente presente nella frutta, ma piuttosto sull'eccesso di zuccheri liberi (bevande zuccherate, dolci ecc).
Anche per quanto riguarda la soia, le informazioni che circolano online possono essere contraddittorie. La maggior parte degli studi scientifici indica che il consumo moderato di soia non ha effetti negativi sulla funzionalità tiroidea in persone sane, con una corretta assunzione di iodio. I fitoestrogeni della soia, come gli isoflavoni, possono teoricamente interferire con l'assorbimento dello iodio, ma questo effetto non si manifesta in assenza di carenza di iodio.
La situazione cambia leggermente per chi soffre già di ipotiroidismo subclinico o conclamato, soprattutto se non assume un'adeguata quantità di iodio. In questi casi, un consumo eccessivo di soia potrebbe, in teoria, peggiorare leggermente la condizione. Tuttavia, anche in questo scenario, gli studi non dimostrano effetti significativi se l'assunzione è moderata e la terapia farmacologica è ben gestita (in termini di quantità e di timing di assunzione).
L'idea che gli zuccheri siano il "carburante" esclusivo dei tumori e che eliminarli possa "affamarli" è una semplificazione errata e priva di fondamento scientifico. Tutte le nostre cellule, comprese quelle del cervello e dei muscoli, oltre alle cellule tumorali, usano il glucosio per funzionare. Eliminare i carboidrati indebolirebbe inutilmente l'intero organismo, già provato dalla patologia e dai trattamenti, senza fermare la crescita tumorale.
Veniamo alla specifica domanda sulla frutta: che escludere la frutta dalla dieta sia terapeutico nei casi di cancro o preventivo per questa tipologia di malattia, è un'affermazione falsa e pericolosa. La frutta è ricca di fibre, vitamine e antiossidanti che, come dimostrato in numerosi studi, giocano un ruolo protettivo nell'insorgenza di diversi tipi di tumori.
Le linee guida italiane per una sana alimentazione, ma anche le linee guida internazionali, come quelle dell'OMS, raccomandano di consumare almeno due porzioni di frutta al giorno. L'attenzione andrebbe posta, non tanto sullo zucchero naturalmente presente nella frutta, ma piuttosto sull'eccesso di zuccheri liberi (bevande zuccherate, dolci ecc).
Anche per quanto riguarda la soia, le informazioni che circolano online possono essere contraddittorie. La maggior parte degli studi scientifici indica che il consumo moderato di soia non ha effetti negativi sulla funzionalità tiroidea in persone sane, con una corretta assunzione di iodio. I fitoestrogeni della soia, come gli isoflavoni, possono teoricamente interferire con l'assorbimento dello iodio, ma questo effetto non si manifesta in assenza di carenza di iodio.
La situazione cambia leggermente per chi soffre già di ipotiroidismo subclinico o conclamato, soprattutto se non assume un'adeguata quantità di iodio. In questi casi, un consumo eccessivo di soia potrebbe, in teoria, peggiorare leggermente la condizione. Tuttavia, anche in questo scenario, gli studi non dimostrano effetti significativi se l'assunzione è moderata e la terapia farmacologica è ben gestita (in termini di quantità e di timing di assunzione).
Buonasera, le ipotesi sono contrastanti perchè chi afferma tale correlazione semplicemente non ha mai aperto un libro di fisiologia umana, le linee guida invece racchiudono tutte le migliori e significative evidenze scientifiche e andrebbero seguite. Le consiglio di non limitare in maniera significativa i carboidrati ma di introdurli almeno per il 50-55% delle calorie totali.
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