Disturbo bipolare e/o di personalità? Il mio compagno soffre di disturbo bipolare misto (diagnostic

20 risposte
Disturbo bipolare e/o di personalità?
Il mio compagno soffre di disturbo bipolare misto (diagnosticato quando aveva 20 anni, ora ne ha 30, segue terapia farmacologica e con psicoterapeuta). Tuttavia da quando stiamo insieme (3 anni) ha comportamenti e atteggiamenti costanti che mi sembra vadano oltre i singoli episodi di mania/depressione intervallati da eutimia. Dal dubbio instillatomi anche dal mio terapeuta, sospetto che abbia anche una forma di disturbo di personalità narcisistica. Vi faccio esempi: ha sempre avuto problemi di gelosia; se elogio un'altra persona si sente svalutato; vuole sempre che, quando è in un momento difficile, io metta da parte i miei bisogni o la mia vita per mettere lui al primo posto; vuole costanti rassicurazioni da parte mia sull'importanza che ha per me; nel momento in cui è in un periodo di forte stress devo fare attenzione a come parlo, cosa dico e quando, perchè sennò lo faccio alterare, alza tanto la voce, si agita e divento subito l'egoista razionale e poco empatica, che non capisce che deve tenere a freno la lingua. E la colpa dei suoi stati emotivi ricade sempre e solo su di me. Cosa poi a mio avviso più dolorosa (per me) è il fatto che non mi chieda mai scusa, anche dopo che si è calmato. Mi dice solo “io sono fatto così, non ho scelto di essere così, sei mi vuoi davvero bene mi stai comunque accanto”.
So che chiedervi una diagnosi qui è pressocchè impossibile. Ma sto ideando tutto? Potrebbe essere una prolungata fase del disturbo bipolare? O potrebbe essere una strada quella del disturbo di personalità? Credo che la terapia debba eventualmente essere diversa in questo caso, no?
Grazie a tutti
Dott.ssa Lina Isardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Firenze
Più che della terapia del suo ragazzo penso che debba pensare a se stessa e porsi la domanda se è felice. Non può fare la crocerossina . In un rapporto si deve star bene e non lottare per sopravvivere alle situazioni. Ci rifletta se vuole il panino intero o se si accontenta delle briciole. Saluti. Lina Isardi

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Dott.ssa Rossella Chiusolo
Psicologo, Psicoterapeuta
Aprilia
Buonasera anche se ci fosse la presenza di un disturbo di personalità oltre al disturbo bipolare, a lei cosa cambierebbe? Deve piuttosto chiedersi se è disposta ad accettare il suo ragazzo così come è. Può lavorare nella sua psicoterapia sui sentimenti che la legano al suo ragazzo e sulle dinamiche di coppia.Il problema della diagnosi riguarda eventualmente lo psicoterapeuta che segue il suo ragazzo per elaborare un piano terapeutico adeguato ma anche qui è il suo ragazzo che se ne deve
preoccupare. La psicoterapia si basa su un rapporto di fiducia.
Cari saluti Rossella Chiusolo
Dott.ssa Marianola Vini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Palermo
Buonasera difficile risponderle non conoscendo il caso. Certo il suo compagno sembra narcisisticamente orientato verso se stesso e poco verso di lei o la coppia. Lei valuti di porre queste domande al terapeuta del suo compagno e al contempo di concentrarsi sul suo disagio dentro la relazione ed eventualmente cercare uno spazio per lei.
Dott.ssa Valentina De Michele
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Sestri Levante
La psicoterapia è un percorso attraverso il quale decidiamo di ri-narrare la nostra storia mettendo in luce i vincoli e le risorse.
Se è già seguita da un/una collega problematizzi la sua sofferenza in seduta. Se sente che invece sia il momento per riprovare la invito a prenotare dalla mia agenda un primo colloquio conoscitivo gratuito.
Saluti, VD
Dott.ssa Lorena Ferrero
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, sta soffrendo in particolare perchè il suo compagno non si scusa mai anche dopo che si è calmato e ha l'attesa di essere accettato comunque. Questo potrebbe un tema da portare in terapia di coppia, al di là delle etichette diagnostiche, per valutare possibili cambiamenti nelle dinamiche del vostro rapporto. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Dott.ssa Cristina Villa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Genova
Cara ragazza,
Ho sempre pensato che le etichette diagnostiche servano ai terapeuti (psicologi e psichiatria) per indirizzare la cura che di per sé è un processo trasformativo.
Più che sulla diagnosi mi focalizzerei sul capire se lei è felice col suo compagno ed eventualmente perché lo abbia scelto.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Non c è nessuna diagnosi al mondo che impedisca ad una persona di chiedere scusa se sbaglia o se esagera. Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

ha già iniziato un percorso di psicoterapia, la inviterei ad esprimere i suoi dubbi e i suoi pensieri in merito alla situazione del suo compagno al suo terapista, soprattutto se questi ultimi sono motivo di forte sofferenza.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, il punto, come spesso accade, non è tanto la diagnosi, ma la sua soddisfazione rispetto alla relazione e ai relativi atteggiamenti/comportamenti. Questo dovrebbe valutare. Altrimenti il rischio è che la diagnosi venga utilizzata impropriamente come "giustificativo" di posizioni non condivisibili.
Dott.ssa Arianna Corotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Se davvero tiene a questo rapporto, si faccia aiutare. A volte le persone che ci stanno accanto possono darci più dolore che benessere e in una coppia il benessere è importante. Il suo compagno ha dei problemi ma lei non può essere la sua valvola di sfogo. Rifletta sulla situazione e prenda una decisione.
Buongiorno, ritengo che nel suo caso la questione non sia "definire meglio" la diagnosi del suo compagno ma avere consapevolezza che ha un disturbo e per tale ragione la relazione con lui non potrà mai essere alla pari. Lei ei si sta chiedendo se i suoi comportamenti rientrino o meno in una certa categoria diagnostica ma forse la domanda più opportuna da farsi è se lei è disposta a vivere in una relazione con un compagno che ha questi problemi. E' disposta a sacrificare le sue sane aspettative? E' consapevole che il suo compagno non potrà forse mai darle la relazione che lei vorrebbe? Accetta il fatto che lui non cambierà? Ne parli con il suo terapeuta ed in bocca al lupo per la situazione difficile che sta vivendo
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, ciò che mi viene da dirle è che ognuno di noi ha dei bisogni, che vanno dal bisogno di essere amati, al bisogno di accudire, ma anche al bisogno di essere indipendenti, di esplorare ed aprirsi agli altri e al mondo. Quando questi bisogni sono soffocati, anche perchè l'Altro non li soddisfa, una relazione può diventare disfunzionale. Il "sono fatto così" è solo una giustificazione per evitare di impegnarsi verso un cambiamento positivo. Le consiglio di valutare se ne vale veramente la pena stare con una persona che le provoca tanta sofferenza, a prescindere dal disturbo di cui soffre. Cerchi di pensare a ciò che lei stessa merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Dott.ssa Annaclaudia Cavaglià
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, forse sarebbe più utile porsi altri tipi di domande: come sta lei nella coppia? Che implicazione hanno i comportamenti del suo compagno sul suo benessere ? Come influisce su di lei II fatto che lui abbia una diagnosi di questo tipo? Provi ad analizzare meglio la cosa con il suo terapeuta, per poi eventualmente problematizzare al suo compagno degli aspetti della relazione che la fanno soffrire e invitarlo a rivolgervi ad un terapeuta di coppia. Penso possa essere utile in questo caso, poiché siete entrambi già seguiti a livello individuale.
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buona sera. Non è possibile fare una valutazione se non si conosce direttamente la persona con colloqui.il suo compagno vuole essere accettato per come sta.
Il suo dubbio dovrebbe essere focalizzato anche sul suo benessere, cioè dovrebbe riflettere sulla relazione e capire se lei ci sta bene.
Dottoressa Teresita Forlano
Dott. Simone Festa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera, se a suo marito è stato già diagnosticato il disturbo da lei descritto (invito a perseguire una diagnosi più recente - che non deve fare lei-), allora la terapia non può non coinvolgere anche lei stessa, in quanto persona che principalmente si trova accanto a lui e su cui lui fa riferimento. Poiché in tal caso parliamo di una patologia che non può essere affrontata se non si ha la reale consapevolezza della sua portata.

Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Festa Simone
Dott.ssa Simona Annunziata
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Poggiomarino
Salve, dalla descrizione che lei ne fa gli scenari possono essere diversi ma è difficile esprimersi in questa sede sulla base di un riferito. Ci sarebbe la necessità di un approfondimento diagnostico per capire bene di che profilo stiamo parlando, se è solo clinico o anche caratteriale. Tuttavia, considerata la sua grande capacità di riflettere e di osservare i comportamenti del suo compagno, la invito a porre l'attenzione anche sul disagio che lei vive in questa relazione. Potrebbe esserci una svolta. In bocca al lupo. Dott.ssa Simona Annunziata
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, i disturbi possono tranquillamente sovrapporsi e formare dei quadri complessi.
Detto questo si chieda che cosa possa fare lei per tutelarsi in questa situazione, non lo può salvare dai suoi limiti, però potrebbe imparare a volersi un po’ di bene.
Un caro saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
in questo caso si tratta di fare una diagnosi differenziale per capire se oltre il disturbo primario può essercene un altro che si sovrappone o accavalla al primo. Non è semplice comprendere e naturalmente solo dai racconti è impossibile. Il soggetto con personalità narcisistica, però, ha dei tratti distintivi ben precisi che vanno dalla totale mancanza di empatia alla difficoltà nel modificare i propri piani e pensieri se non lo ha deciso lui, e tanto latro.
Per rispondere alla sua domanda certamente la terapia farmacologica dovrebbe nel caso essere modificata ma ritengo che essendo in cura terapeutica e psichiatrica, gli specialisti si sarebbero resi conto di un disturbo differente. Altro elemento importante, un narcisista non accetterebbe mai di essere curato ed aiutato perchè si ritengono "perfetti" e non riescono a mettersi in discussione.
Anna Maria casale
Dott.ssa Elena Santomartino
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Preganziol
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé.
La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare.
Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Quello che descrivi potrebbe indicare la presenza di un disturbo di personalità, ma non è possibile fare una diagnosi senza una valutazione completa e diretta da parte di uno specialista. È importante distinguere tra i sintomi tipici del disturbo bipolare (come episodi di mania, depressione e eutimia) e i tratti caratteristici di un disturbo di personalità, come quelli che hai descritto.

Il disturbo bipolare può causare fluttuazioni di umore molto forti, ma i comportamenti che hai descritto (come gelosia, difficoltà a gestire le emozioni, e responsabilità sempre attribuite all’altro) potrebbero suggerire anche una componente legata a tratti narcisistici o di un altro disturbo di personalità. La mancanza di scuse e la difficoltà di riconoscere i propri errori, che sembrano emergere durante i conflitti, sono tipiche anche in persone con disturbi narcisistici della personalità.

L’aspetto più significativo da considerare è la costanza di questi comportamenti nel tempo, indipendentemente dallo stato di umore. Se questi tratti persistono anche durante i periodi di eutimia (quando l’umore è stabile), è possibile che siano legati a un disturbo di personalità. In effetti, una diagnosi di disturbo di personalità implica la presenza di tratti stabili e duraturi nel tempo, che non sono limitati solo a periodi di umore alterato.

Riguardo alla terapia, sì, la gestione di un disturbo di personalità potrebbe richiedere un approccio differente rispetto al trattamento del disturbo bipolare. La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia dialettico-comportamentale (DBT), è molto efficace per i disturbi di personalità, in particolare per quelli narcisistici o borderline. La terapia farmacologica rimane cruciale per il trattamento del disturbo bipolare.

Il passo successivo potrebbe essere quello di discutere questi dubbi con il terapeuta del tuo compagno, che potrebbe valutare meglio se esiste una comorbilità tra disturbo bipolare e tratti di personalità, e qual è il miglior piano di trattamento. L’importante è mantenere una comunicazione aperta e non sentirsi colpevole per la difficoltà di comprendere e affrontare questi comportamenti, che a volte possono sembrare fuori dal controllo della persona.

Infine, non dimenticare di considerare anche il tuo benessere emotivo: se i comportamenti del tuo compagno ti stanno facendo sentire svalutata o inadeguata, potrebbe essere utile cercare supporto per te stessa attraverso la terapia individuale.

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