Dissociazione? Salve vi riscrivo per aggiornarvi sul mio stato di salute. Vi avevo scritto in pre
24
risposte
Dissociazione?
Salve vi riscrivo per aggiornarvi sul mio stato di salute. Vi avevo scritto in precedenza del mio attacco di panico, avevo omesso nel mio precedente messaggio che prima del episodio mi ero lasciato con la mia ragazza 5 giorni prima. Ora ho recuperato la mi percezione della realtà sono andato anche dal mio medico e mi ha detto che tutte queste cose sono dovuto ad un estremo stress mentale prescrivendomi del tractana. Ora per quanto potrei stare bene delle volte e confusione su me stesso e il passato con la mia ragazza come se l’episodio del lattavo di panico fosse uno spartiacque. Andrò dal terapeuta ma vorrei capire col vostro aiuto se è una ennesima fissa o se l’episodio ha lasciato danni al mio cervello.
Salve vi riscrivo per aggiornarvi sul mio stato di salute. Vi avevo scritto in precedenza del mio attacco di panico, avevo omesso nel mio precedente messaggio che prima del episodio mi ero lasciato con la mia ragazza 5 giorni prima. Ora ho recuperato la mi percezione della realtà sono andato anche dal mio medico e mi ha detto che tutte queste cose sono dovuto ad un estremo stress mentale prescrivendomi del tractana. Ora per quanto potrei stare bene delle volte e confusione su me stesso e il passato con la mia ragazza come se l’episodio del lattavo di panico fosse uno spartiacque. Andrò dal terapeuta ma vorrei capire col vostro aiuto se è una ennesima fissa o se l’episodio ha lasciato danni al mio cervello.
Salve, la sua preoccupazione riguardo ai sintomi che sta sperimentando è comprensibile: gli attacchi di panico, soprattutto in periodi di forte stress emotivo, possono lasciare una sensazione di confusione. Questo non significa che l’episodio abbia causato danni al cervello, piuttosto che la sua mente sta cercando di gestire un carico emotivo intenso.
La sensazione di “spartiacque” che descrive è comune dopo eventi significativi e può far parte di un processo di adattamento e rielaborazione dell’esperienza. La confusione su se stesso e sul passato potrebbe essere legata all’ansia residua o a un tentativo del cervello di ricostruire un senso di stabilità.
È positivo che abbia deciso di rivolgersi a un terapeuta, che potrà aiutarla a comprendere meglio le sue sensazioni e a sviluppare strategie per ritrovare equilibrio e chiarezza mentale. Un caro saluto.
La sensazione di “spartiacque” che descrive è comune dopo eventi significativi e può far parte di un processo di adattamento e rielaborazione dell’esperienza. La confusione su se stesso e sul passato potrebbe essere legata all’ansia residua o a un tentativo del cervello di ricostruire un senso di stabilità.
È positivo che abbia deciso di rivolgersi a un terapeuta, che potrà aiutarla a comprendere meglio le sue sensazioni e a sviluppare strategie per ritrovare equilibrio e chiarezza mentale. Un caro saluto.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
È comprensibile che un evento così intenso come un attacco di panico, unito alla fine di una relazione, possa generare confusione e sensazioni di distacco dalla propria esperienza passata. La dissociazione può manifestarsi in vari modi, tra cui un senso di irrealtà o di distacco da sé stessi e dai propri ricordi.
Ciò che descrivi sembra legato a un forte stress emotivo e psicologico, più che a un danno neurologico. È normale che momenti di crisi possano diventare dei punti di svolta nella percezione di sé e della propria storia personale. Il fatto che tu abbia deciso di rivolgerti a un terapeuta è un passo molto importante per comprendere meglio il significato di queste sensazioni e affrontarle nel modo più adeguato.
Per approfondire la tua esperienza e trovare strumenti efficaci per gestirla, è utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Ciò che descrivi sembra legato a un forte stress emotivo e psicologico, più che a un danno neurologico. È normale che momenti di crisi possano diventare dei punti di svolta nella percezione di sé e della propria storia personale. Il fatto che tu abbia deciso di rivolgerti a un terapeuta è un passo molto importante per comprendere meglio il significato di queste sensazioni e affrontarle nel modo più adeguato.
Per approfondire la tua esperienza e trovare strumenti efficaci per gestirla, è utile e consigliato rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
nessun danno al cervello stia tranquillo. Se persistono oltre i sei mesi inizia una terapia psicologica di cui mi occupo.
Capisco quanto questa esperienza possa essere stata intensa per lei e quanto possa averla scossa, soprattutto considerando che è avvenuta in un momento già delicato come la fine di una relazione. È assolutamente normale che, dopo un attacco di panico così forte, ci si senta confusi, spaesati e con la sensazione che qualcosa sia cambiato dentro di sé. Il nostro cervello e la nostra mente sono molto sensibili agli eventi emotivamente impattanti, e spesso la nostra percezione delle cose può risultare alterata per un certo periodo di tempo. La sensazione che descrive, quella di avere come uno “spartiacque” tra il prima e il dopo, potrebbe essere legata proprio alla forte attivazione emotiva che ha vissuto durante l’attacco di panico. Durante episodi di ansia estrema, il cervello si trova in uno stato di allerta massimo e può reagire in modi diversi, tra cui una sorta di distacco dalla realtà o una percezione alterata di sé. Questo non significa che ci siano stati danni neurologici, ma piuttosto che la sua mente sta ancora elaborando l’evento e lo stress che l’ha accompagnato. L’ansia intensa può portare a un fenomeno chiamato “derealizzazione” o “depersonalizzazione”, che spesso viene descritto proprio come una sensazione di estraneità verso sé stessi o il proprio passato. È come se la mente, per proteggersi da un’emozione troppo intensa, mettesse una sorta di filtro tra lei e le sue esperienze. Questo può far sembrare che il passato sia distante, o che ci sia una frattura tra ciò che era prima e ciò che è adesso. È un fenomeno temporaneo e, con il giusto supporto e il tempo necessario, la sua percezione tornerà ad allinearsi con ciò che sente più autentico. L’importante è riconoscere che questo stato non è permanente né dannoso per il cervello. Ciò che sta vivendo è una risposta comune a un periodo di forte stress emotivo, amplificato probabilmente dalla rottura con la sua ragazza, dalla sofferenza legata a questa perdita e dal carico mentale che sta gestendo. Andare in terapia è un’ottima decisione, perché potrà aiutarla a comprendere meglio le sue emozioni e a trovare strategie per affrontarle senza che prendano il sopravvento sulla sua vita. Nel frattempo, provi a non combattere troppo queste sensazioni ma ad accoglierle con curiosità, senza giudicarle come segni di qualcosa di irreparabile. Il cervello ha una straordinaria capacità di adattamento e guarigione, e il fatto che già si senta meglio rispetto ai primi giorni è un segnale positivo. Si dia il tempo necessario e cerchi di concentrarsi su attività che la tengano ancorato al presente, come lo sport, la lettura o semplicemente il contatto con persone che le fanno bene. Questa esperienza, per quanto difficile, potrebbe diventare un’opportunità per conoscere meglio se stesso, i suoi stati emotivi e le sue reazioni allo stress. Si affidi con fiducia al percorso terapeutico e cerchi di osservare ciò che sta vivendo senza temere che ci siano danni irreversibili. È un momento di transizione, e con il giusto supporto riuscirà a ritrovare il suo equilibrio. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Gentile Utente,
Comprendo la profondità del momento che sta attraversando. La rottura con la sua compagna, seguita da un attacco di panico, rappresenta un punto di svolta significativo nella sua esperienza personale. La sua percezione dell'episodio come uno "spartiacque" è estremamente interessante. Dal punto di vista sistemico-relazionale, questi momenti non sono casuali, ma parte di un processo più ampio di trasformazione personale. L'attacco di panico può essere visto come un linguaggio del corpo, un segnale che indica la necessità di elaborare cambiamenti profondi.
L'importante è non temere "danni al cervello", ma vedere questo momento come un'opportunità di crescita e riorganizzazione. Continui il lavoro che sta già facendo con il suo terapeuta, che è la persona più indicata per accompagnarla in questo percorso di elaborazione.
Le auguro di proseguire con serenità il suo cammino di guarigione.
Dott.ssa Elin Miroddi
Comprendo la profondità del momento che sta attraversando. La rottura con la sua compagna, seguita da un attacco di panico, rappresenta un punto di svolta significativo nella sua esperienza personale. La sua percezione dell'episodio come uno "spartiacque" è estremamente interessante. Dal punto di vista sistemico-relazionale, questi momenti non sono casuali, ma parte di un processo più ampio di trasformazione personale. L'attacco di panico può essere visto come un linguaggio del corpo, un segnale che indica la necessità di elaborare cambiamenti profondi.
L'importante è non temere "danni al cervello", ma vedere questo momento come un'opportunità di crescita e riorganizzazione. Continui il lavoro che sta già facendo con il suo terapeuta, che è la persona più indicata per accompagnarla in questo percorso di elaborazione.
Le auguro di proseguire con serenità il suo cammino di guarigione.
Dott.ssa Elin Miroddi
Gentile utente, Credo che la sua richiesta di rassicurazione sia comprensibile dato il forte spavento che tale episodio le ha generato. Sentirsi distaccati da sè, aver un attacco di panico o più di uno può essere molto doloroso per chi lo vive. Tale esperienza deve aver lasciato dei segni nei suoi vissuti emotivi. La terapia le darà modo di osservare, elaborare ed attraversare questo grande momento di fatica. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, non conosco la sua storia. Tuttavia, è comprensibile che, dopo un attacco di panico particolarmente intenso, lei possa percepire una sorta di “prima” e “dopo” rispetto all’evento, soprattutto considerando il forte stress emotivo legato alla fine della relazione. Questa sensazione di confusione o distacco può essere legata a un meccanismo di difesa della mente, che cerca di elaborare un’esperienza intensa e destabilizzante.
Dal punto di vista neurobiologico, un attacco di panico non provoca danni al cervello, ma può lasciare un impatto psicologico temporaneo, come una maggiore sensibilità allo stress, momenti di derealizzazione o difficoltà a riconnettersi con le proprie emozioni e ricordi. Questo non significa che qualcosa sia “irreparabile”, ma che la mente sta cercando di elaborare ciò che è accaduto.
Andare da un terapeuta è la scelta migliore per esplorare queste sensazioni in modo più approfondito e capire come recuperare un senso di continuità nella sua esperienza personale. Nel frattempo, può essere utile non cercare risposte immediate, ma dare spazio a ciò che sta vivendo senza giudicarlo come “normale” o “anormale”. Se ha momenti di confusione, provi a radicarsi nel presente con attività concrete, come la respirazione consapevole, il movimento fisico o la scrittura dei suoi pensieri.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Dal punto di vista neurobiologico, un attacco di panico non provoca danni al cervello, ma può lasciare un impatto psicologico temporaneo, come una maggiore sensibilità allo stress, momenti di derealizzazione o difficoltà a riconnettersi con le proprie emozioni e ricordi. Questo non significa che qualcosa sia “irreparabile”, ma che la mente sta cercando di elaborare ciò che è accaduto.
Andare da un terapeuta è la scelta migliore per esplorare queste sensazioni in modo più approfondito e capire come recuperare un senso di continuità nella sua esperienza personale. Nel frattempo, può essere utile non cercare risposte immediate, ma dare spazio a ciò che sta vivendo senza giudicarlo come “normale” o “anormale”. Se ha momenti di confusione, provi a radicarsi nel presente con attività concrete, come la respirazione consapevole, il movimento fisico o la scrittura dei suoi pensieri.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Salve,
L'episodio di panico può sicuramente essere un segnale di stress accumulato, ma non ha "danneggiato" il cervello. La confusione che avverte potrebbe essere legata alla reazione emotiva alla rottura e al forte stress, e non è rara in situazioni simili. Parlarne con il terapeuta è un passo importante per chiarire questi sentimenti. Si rassicuri, il percorso che sta intraprendendo potrà aiutarla a ritrovare un equilibrio.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
L'episodio di panico può sicuramente essere un segnale di stress accumulato, ma non ha "danneggiato" il cervello. La confusione che avverte potrebbe essere legata alla reazione emotiva alla rottura e al forte stress, e non è rara in situazioni simili. Parlarne con il terapeuta è un passo importante per chiarire questi sentimenti. Si rassicuri, il percorso che sta intraprendendo potrà aiutarla a ritrovare un equilibrio.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Salve, la fine di un rapporto d'amore equivale ad un vero e proprio lutto, di conseguenza oltre la mente ad andare sotto stress è anche il corpo per la produzione di ormoni che sono serviti a fronteggiare il momento di shock. Non ci sono danni organici in nessun caso, semmai ferite nelle emozioni che vanno elaborate per poi affrontare una nuova relazione più matura e serena.
Un abbraccio
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Un abbraccio
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Buonasera, grazie per aver condiviso il suo aggiornamento. È positivo che abbia recuperato la percezione della realtà e che abbia già preso contatti con un terapeuta.
L’esperienza che descrive – la sensazione di confusione e di separazione tra un “prima” e un “dopo” – non è insolita dopo un attacco di panico particolarmente intenso, soprattutto in un periodo di forte stress emotivo come la fine di una relazione. Il nostro cervello tende a reagire agli eventi stressanti con meccanismi di difesa, e la sensazione di “spartiacque” può essere legata a questo.
Non significa che abbia subito danni permanenti, ma piuttosto che la sua mente sta cercando di rielaborare ciò che è accaduto. L’importante è continuare a prendersi cura di sé e dare spazio a questi vissuti nel percorso terapeutico. Se nel frattempo sente il bisogno di ulteriore supporto, non esiti a parlarne con il medico o con un professionista di fiducia.
L’esperienza che descrive – la sensazione di confusione e di separazione tra un “prima” e un “dopo” – non è insolita dopo un attacco di panico particolarmente intenso, soprattutto in un periodo di forte stress emotivo come la fine di una relazione. Il nostro cervello tende a reagire agli eventi stressanti con meccanismi di difesa, e la sensazione di “spartiacque” può essere legata a questo.
Non significa che abbia subito danni permanenti, ma piuttosto che la sua mente sta cercando di rielaborare ciò che è accaduto. L’importante è continuare a prendersi cura di sé e dare spazio a questi vissuti nel percorso terapeutico. Se nel frattempo sente il bisogno di ulteriore supporto, non esiti a parlarne con il medico o con un professionista di fiducia.
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive sembra essere una reazione psicologica naturale a un evento emotivamente intenso come la fine di una relazione, seguita da un attacco di panico. Quando si vive un’esperienza particolarmente stressante, la mente può reagire creando una sorta di distacco dalla realtà o da sé stessi, fenomeno che può generare confusione e una sensazione di "prima e dopo" rispetto all'evento traumatico. Questa percezione non significa che ci siano stati danni al cervello, ma piuttosto che il suo sistema emotivo sta ancora cercando di elaborare quanto accaduto.
Il fatto che abbia recuperato la percezione della realtà è un segnale positivo, ma è comprensibile che permangano momenti di confusione o di incertezza su sé stesso e sul passato. È come se l'episodio avesse segnato un punto di svolta, portandola a vedere le cose in modo diverso. Questo non è necessariamente un male, ma indica che sta attraversando un processo di adattamento e di riorganizzazione delle sue emozioni.
È una buona scelta quella di rivolgersi a un terapeuta, perché potrà aiutarla a dare un senso a ciò che sta vivendo e a gestire eventuali paure residue. Nel frattempo, cerchi di non farsi spaventare da questi momenti di incertezza e li consideri come parte di un percorso di elaborazione emotiva che, con il giusto supporto, potrà portarla a ritrovare un equilibrio.
Dott. Luca Vocino
Il fatto che abbia recuperato la percezione della realtà è un segnale positivo, ma è comprensibile che permangano momenti di confusione o di incertezza su sé stesso e sul passato. È come se l'episodio avesse segnato un punto di svolta, portandola a vedere le cose in modo diverso. Questo non è necessariamente un male, ma indica che sta attraversando un processo di adattamento e di riorganizzazione delle sue emozioni.
È una buona scelta quella di rivolgersi a un terapeuta, perché potrà aiutarla a dare un senso a ciò che sta vivendo e a gestire eventuali paure residue. Nel frattempo, cerchi di non farsi spaventare da questi momenti di incertezza e li consideri come parte di un percorso di elaborazione emotiva che, con il giusto supporto, potrà portarla a ritrovare un equilibrio.
Dott. Luca Vocino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dissociazione, attacco di panico, stress mentale, tante cose che sicuramente recuperà appena riprenderà il suo percorso di psicoterapia. Le consiglio per mia formazione di affrontare tutto con meno ansia. Il suo cervello sta bene ha solo bisogno di recuperare energia ed allentare il malessere psicologico che l'assale. Mi rendo per questo disponibile per una terapia con approccio EMDR utile in tal senso. Salutissimi dottoressa Maria Lombardo .
Gentile,
A quanto leggo i sintomi che ha provato, probabilmente, sono riconducibili ad un forte attacco di panico. La depersonalizzazione e la derealizzazione possono essere stati transitori associati a forti picchi d’ansia, d’altro canto non penso che l’abbiano danneggiata cerebralmente. Un percorso di supporto sarà utile per comprendere la sintomatologia provata, le potenziali cause e sarà di fondamentale importanza per capire come gestire tali attacchi. Le auguro tanta serenità. Resto a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
A quanto leggo i sintomi che ha provato, probabilmente, sono riconducibili ad un forte attacco di panico. La depersonalizzazione e la derealizzazione possono essere stati transitori associati a forti picchi d’ansia, d’altro canto non penso che l’abbiano danneggiata cerebralmente. Un percorso di supporto sarà utile per comprendere la sintomatologia provata, le potenziali cause e sarà di fondamentale importanza per capire come gestire tali attacchi. Le auguro tanta serenità. Resto a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico, in modo da poter trovare le risposte che cerca.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Salve, la dissociazione non lascia delle tracce nel cervello pur avendo una percezione della realtà che in quel momento sembra distorta.
Ciao, grazie per aver condiviso il tuo aggiornamento. Mi dispiace sentire che stai passando un momento difficile, ma è positivo che tu stia cercando aiuto e supporto.
La dissociazione è una reazione temporanea a stress o trauma, e non indica danni al cervello. L'attacco di panico e la rottura con la tua ragazza potrebbero aver scatenato questa reazione. È normale sentirsi confusi dopo un evento traumatico, e la sensazione che l'attacco di panico sia uno "spartiacque" è comune. La terapia ti aiuterà a elaborare queste emozioni e a gestire lo stress. Il Tractana, prescritto dal medico, può aiutare a ridurre ansia e depressione legate allo stress. Continua a seguire le indicazioni del medico e a prenderti cura di te stesso. Con il tempo e il supporto adeguato, le sensazioni di confusione e distacco miglioreranno.
La dissociazione è una reazione temporanea a stress o trauma, e non indica danni al cervello. L'attacco di panico e la rottura con la tua ragazza potrebbero aver scatenato questa reazione. È normale sentirsi confusi dopo un evento traumatico, e la sensazione che l'attacco di panico sia uno "spartiacque" è comune. La terapia ti aiuterà a elaborare queste emozioni e a gestire lo stress. Il Tractana, prescritto dal medico, può aiutare a ridurre ansia e depressione legate allo stress. Continua a seguire le indicazioni del medico e a prenderti cura di te stesso. Con il tempo e il supporto adeguato, le sensazioni di confusione e distacco miglioreranno.
Salve,
la sua non è una situazione che ha provocato danni organici; le manifestazioni di cui ci ha parlato sono il frutto di uno stato di agitazione reattivo a quanto vissuto. Inizi pure il percorso di psicoterapia, vedrà che con il tempo la aiuterà a star meglio.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
la sua non è una situazione che ha provocato danni organici; le manifestazioni di cui ci ha parlato sono il frutto di uno stato di agitazione reattivo a quanto vissuto. Inizi pure il percorso di psicoterapia, vedrà che con il tempo la aiuterà a star meglio.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Gli attacchi di panico in momenti di stress possono lasciare una sensazione di confusione e spaesamento. Il fatto che abbia recuperato la percezione della realtà è un segnale positivo. La sua reazione sembra legata più all’impatto emotivo della rottura che a danni permanenti. È normale vivere un evento intenso come uno spartiacque nella propria vita. Il supporto terapeutico l’aiuterà a elaborare questi vissuti e gestire meglio l’ansia. Dia tempo a se stesso e osservi come evolvono le sue sensazioni. Attività come sport, meditazione e scrittura possono essere utili. Se il disagio persiste, lo riferisca al terapeuta. Le auguro un buon percorso.
Salve, le consiglio di chiedere al suo psichiatra e/o al suo terapeuta.
Buongiorno caro utente,
Mi sento di rassicurarla sul fatto che l'attacco di panico non causa danni cerebrali.
Le auguro buon viaggio per il percorso che intraprenderà con il suo terapeuta.
Un caro saluto
Mi sento di rassicurarla sul fatto che l'attacco di panico non causa danni cerebrali.
Le auguro buon viaggio per il percorso che intraprenderà con il suo terapeuta.
Un caro saluto
Ciao, il senso di confusione è un sintomo normale, una terapia breve ti aiuterà senz'altro a mettere ordine tra tutti gli eventi così da ritrovare un filo logico e riprendere uno stile di vita mentale equilibrato !
Ciao! Sei stato molto coraggioso a chiedere aiuto . Mi spiace quello che attraversi.
Non avere paura, ti comprendo. E' normale sentirsi spiazzati ,disorientati quando accadono cose che ci fanno soffrire . Una terapia ti supporterà in questo momento difficile per te . Ma ecco pensa che si parla di benessere psicologico . Oggigiorno viviamo nell'illusione dell'essere indistruttibili. In realtà è normale soffrire quando accadono eventi stressanti come la fine di una relazione . Cerca il supporto di un professionista e abbi fiducia . Parla delle tue emozioni e vedrai che le cose andranno meglio . Resto a disposizione anche online
Non avere paura, ti comprendo. E' normale sentirsi spiazzati ,disorientati quando accadono cose che ci fanno soffrire . Una terapia ti supporterà in questo momento difficile per te . Ma ecco pensa che si parla di benessere psicologico . Oggigiorno viviamo nell'illusione dell'essere indistruttibili. In realtà è normale soffrire quando accadono eventi stressanti come la fine di una relazione . Cerca il supporto di un professionista e abbi fiducia . Parla delle tue emozioni e vedrai che le cose andranno meglio . Resto a disposizione anche online
Buongiorno, nessun danno. La Dissociazione alle volte viene utilizzata come un meccanismo di difesa. Stai tranquillo/a che non ha provocato nessun danno.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.