Ciao, sono un ragazzo di 20 anni e faccio ancora la quinta superiore, non vado bene a scuola e i mie

23 risposte
Ciao, sono un ragazzo di 20 anni e faccio ancora la quinta superiore, non vado bene a scuola e i miei ovviamente non sono contenti, io cerco di fare del mio meglio per andare bene e prendere questo maledetto diploma. Mia mamma, ogni volta che prendo un brutto voto anche se si tratta di un 5 o un 5.5, lei si arrabbia veramente tanto con me e la cosa che mi distrugge è quando mi dice " perché non sei come tuo fratello o tua sorella". Loro due sono sempre stati bravissimi a scuola e hanno sempre avuto i complimenti non solo dei miei ma anche di altri parenti, io sento di averli delusi perché sono praticamente la pecora nera della famiglia in un certo senso, anche fuori dalla scuola non sono un granché come figlio.. Non so perché i miei non mi sgridino ogni volta che sbaglio. Vorrei solamente che mi motivassero con una frase dolce e diretta, a me basta quello, io so che devo fare di più per farli felici. Potreste darmi qualche consiglio per favore?..
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Comprendo quanto possa essere difficile per lei sostenere questa situazione ed il disagio nel percepirsi la pecora nera della famiglia. Capita spesso, purtroppo, che i genitori tendano a fare paragoni tra i figli: ciò vuole essere fatto con scopo motivazionale non rendendosi conto, invece, che queste parole rappresentino l'ennesima croce da portarsi addosso.
Ha provato a parlare sinceramente con i suoi genitori esprimendo i suoi pensieri e vissuti emotivi connessi a tale situazione?
Sarebbe inoltre opportuno, a mio avviso, indagare i motivi sottostanti la sua difficoltà nel prendere il diploma
Ritengo pertanto fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare gli aspetti suddetti.
Cordialmente, dott. FDL

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Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, penso che quello che stai raccontando andrebbe ulteriormente approfondito. Se la domanda che rivolgi è quella di capire come ricevere degli incoraggiamenti dai tuoi genitori, penso che dovresti parlarne direttamente con loro, raccontando le tue difficoltà e questo tuo bisogno. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Claudio Cucina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo che per i suoi genitori possa essere importante che lei prenda il diploma, anche perché, a quanto sembra, si trova ad un passo dalla fine del percorso scolastico. D'altra parte critiche e paragoni con altri fratelli non fanno piacere e vorrebbe un atteggiamento forse più comprensivo da parte loro. Per chiarire meglio la situazione potrebbe prenotare un incontro con uno psicologo per cercare di fare luce sui suoi bisogni ed eventualmente capire come prendersene cura.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Un saluto
Dott. Claudio Cucina
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve può essere una buona possibilità consultare uno psicoterapeuta per valutare le eventuali attività. Sicuramente gli equilibri che si sono creati all'interno del suo sistema relazionale sono molto interessanti e forse è proprio su questi vissuti che varrebbe la pena di soffermarsi. Ovviamente si tratta solo di una prima ipotesi ma dai temi che tratta nella sua nota sembra molto utile. Un cordiale saluto
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che sia importante per lei confrontarsi con i suoi genitori e condividere il proprio vissuto. Inoltre, ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Potrebbe lavorare sull'autostima.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Gentile utente, capisco la sua sofferenza nel sentirsi sempre criticato e non motivato da parte dei tuoi genitori. Sarebbe utile che parla con loro dicendo apertamente le sue difficoltà e i suoi bisogni tipo la motivazione o qualche incoraggiamento. Dall'altra parte potrebbe contattare qualche collega per un sostegno psicologico mirato al suo bisogno. Tanti dei nostri colleghi fanno anche le sedute online.
Cordialmente.
Dott. Emiliano Tavanxhiu
Dott.ssa Martina Russo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, dalla sua narrazione percepisco la sua condizione di sofferenza e il bisogno di frasi "dolci e dirette" da parte dei suoi genitori. Quando si creano dei confronti si creano inevitabilmente delle gerarchie e questo può portare molta sofferenza, soprattutto nei figli. Credo sia molto importante che inizi un percorso psicologico, al fine di sentirsi in diritto di Esprimersi e di Essere se stesso, senza sforzi di assomigliare ad altri, compiacendo i suoi genitori. Vedrà che ritroverà in questo modo il suo Valore Unico.
Un caro saluto
Dott.ssa Martina Russo
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve.
Quando si fanno le cose per far contenti gli altri e si subiscono i paragoni, si rischia di perdere energie e gli obiettivi per far contenti gli altri diventano più difficili da raggiungere.
Chiedersi cosa fa piacere a lei, è importante. Parla di motivazione che potrebbe arrivare con una frase dolce e diretta. Ne parli con le persone a lei care, dalle quali vorrebbe ricevere quella frase. Poi si chieda se essere la pecora nera è così svantaggioso o se lei ha semplicemente qualità diverse che non può scoprire finché si adeguerà alle aspettative degli altri. Se dovesse decidere di essere se stesso e non ciò che si aspettano da lei, un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla a trovare la fiducia in se stesso e a scoprire le sue attitudini e qualità, le può essere utile. Sono disponibile per approfondimenti, anche on line. Distinti saluti
Caro ragazzo, ci parla di una dinamica tanto comune quanto dolorosa: la voglia di compiacere i propri genitori che non sempre va di pari passo con le proprie esigenze.
Sicuramente non ci sono risposte standard da dare, ma lavorare sul rapporto con i suoi genitori e sul suo livello di emancipazione.
Quanto riesce a tollerare di non avere l'approvazione dei suoi genitori e comunque andare avanti?
Le consiglierei un consulto familiare per fare il punto della situazione e capire su quali elementi lavorare.
Sicuramente c'è una comunicazione non efficace tra voi, che blocca il rapporto, ma un'analisi più strutturata andrebbe fatta in un contesto clinico.
Un caro saluto
Dott.ssa Carlotta Vittoria Cerioli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentile utente, dalle sue parole trapela la sua sofferenza e il suo bisogno di essere accolto. Penso che sarebbe utile intraprendere un percorso psicologico per capire come affrontare un dialogo costruttivo con i suoi genitori al fine di poter esprimere loro cosa la affligge e per lavorare sulla sua autostima, poiché questa situazione protrattasi per molto tempo sembra averLa portata ad avere un'opinione negativa di sé. Rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti. Un caro saluto, Dott.ssa Carlotta Cerioli.
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Caro utente, la tua è la classica situazione del serpente che si morde la coda, un circolo vizioso. I tuoi genitori per motivarti e stimolarti ti rimproverano paragonandoti negativamente ai tuoi fratelli, ma è proprio questo che esaspera e accresce le tue difficoltà.
È normale che ti senta la pecora nera della famiglia e ciò sicuramente non ti aiuta a migliorare la situazione scolastica. Giustamente ritieni che invece un incoraggiamento, un sostegno e sapere che nonostante tutto qualcuno crede in te sarebbe molto più utile delle continue critiche.
Un confronto con uno psicologo sarebbe fruttuoso in una situazione del genere, ti aiuterebbe a fare chiarezza dentro di te e a spiegarti con i tuoi genitori e a chiedere il sostegno di cui hai bisogno da parte loro.
Un caro saluto.
Daniela Benvenuti
Dott.ssa Francesca Greco
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Gentile utente, da quello che scrive traspare una grandissima sofferenza. Uno dei più grandi desideri dei figli è sentirsi accettati dai genitori. Questo purtroppo non sempre avviene nei modi che i figli si aspetterebbero o ne avrebbero bisogno. Penso che iniziare un percorso di psicoterapia le potrebbe essere veramente utile per focalizzare meglio queste dinamiche e cercare di superare il suo disagio a prescindere da quello che i suoi genitori possono (forse) pensare di lei. Sarebbe molto utile per lei riuscire a trovare un suo modo per autodeterminarsi e per poter esplicitare i propri sentimenti e le proprie emozioni. Le auguro di trovare la sua strada. Saluti. Francesca Greco
Dott.ssa Elisa Fedriga
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Iseo
Buongiorno,
Hai già provato a raccontare ai tuoi genitori come ti fanno stare? Se si, che reazione hai ottenuto? Se no, cosa ti blocca?
Dr. Walter Sammi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Genova
Caro ragazzo, il consiglio che vorrei darti è di cambiare modo di pensare rispetto a quello dei tuoi genitori.
Loro utilizzano il confronto giudicante e la svalutazione, illudendosi che questo possa motivarti, ma non ha mai funzionato e non funzionerà mai, soprattutto a lungo termine.
Allora, visto che non hai il potere di cambiare il modo di pensare dei tuoi genitori, cambia tu: non ti confrontare con gli altri, non pensare di essere un buon figlio o una pecora nera, cambia completamente l'oggetto della tua attenzione.
Chiediti che cosa vuoi, quali sono i tuoi desideri e le tue aspirazioni. Le tue, non quelle degli altri. Rintraccia la tua unicità, la tua specificità, tutti abbiamo talenti inesplorati. Il problema è che se tu insegui i desideri degli altri, come quello di ottenere quel "maledetto" diploma, non riesci a focalizzarti sulle tue passioni, su ciò che ti anima ed entusiasma a prescindere da ciò che "si deve" o "non si deve" fare.
Mi auguro di esserti stato d'aiuto, un caro saluto.

Walter Sammi
Dott.ssa Chiara Piazzolla
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Seriate
Gentilissimo, grazie per aver condiviso questa sua esperienza di disagio. Rivolgersi ad un professionista in questo momento potrebbe esserle di aiuto per poter trovare le risorse necessarie a far fronte a questa situazione, scoprire la propria unicità, approfondire e rivalutare la matrice emotiva celata dietro le sue parole. Cordialmente dott.ssa Chiara Piazzolla
L’ultimo anno delle superiori è un momento di passaggio molto delicato, in cui ci si confronta con le prime decisioni importanti e con responsabilità “da grandi”. Sicuramente essere confrontati continuamente con i propri fratelli fa sentire poco compresi nella difficoltà, ma sono certa che i tuoi lo dicano solo per spronarti. Potresti magari dirgli che sei in un momento di sconforto e che forse un supporto psicologico potrebbe aiutarti
Dott.ssa Mariagrazia De Lisio
Psicologo, Psicologo clinico
Campobasso
Caro utente, ne hai parlato con i tuoi? un confronto sincero e aperto su come ti fanno sentire e sul tuo bisogno di essere motivato "con una frase dolce e diretta". Credo che un percorso psicologico ti possa aiutare nel superare le tue difficoltà nello studio e il modo di confrontarti con i tuoi genitori. Infine ti invito a riflettere sull'importanza di rendere felice te stesso prima di tutto e tutti. Un caro saluto, Dott.ssa Mariagrazia De Lisio

Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio Dottore,
é toccato quindi a Lei il ruolo della “pecora nera” della Famiglia!
Il mio rimando trova senso nella misura in cui in ogni contesto familiare ognuno assume su di se’ un ruolo ben preciso, e a Lei è toccato quello.
L’obiettivo è quello di mantenere il Sistema in uno Stato di equilibrio dove poco spazio viene dato al Cambiamento.
Ogni tentativo che vada in direzione del cambiamento viene fortemente scongiurato, in virtù dell’ omeostasi, come appunto le dicevo.
Lei allora si fa portavoce di un bisogno, che è quello di rompere certi automatismi che fino a questo momento sono stati funzionali, per Lei e per gli altri.
Ora non lo sono più, nella misura in cui generano sofferenza.
Si apra a questa possibilità, quella del cambiamento, supportati e con il sostegno di un professionista.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti, Dottore Diego Ferrara
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Gentile ragazzo,
capisco il senso di frustrazione e il dispiacere nel pensare che i genitori facciano dei paragoni con gli altri fratelli o non diano una parola di conforto. Potrebbe provare a parlare con loro per far capire di cosa ha bisogno. Può essere utile recuperare i motivi che l'hanno portata a scegliere questa scuola e definire obiettivi più chiari per il suo futuro. Quali difficoltà incontra negli studi? È un problema che ha a che fare con la motivazione o con il metodo di studio? Può essere utile confrontarsi su queste questioni per superare le sue difficoltà. Sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Un cordiale saluto
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Ciao!

Prima di tutto, voglio dirti che non sei affatto solo in questa situazione! Sentirsi sotto pressione, soprattutto quando ci si confronta con i successi degli altri, è davvero difficile. Ma ricorda: non sei definito dai voti che prendi a scuola né dal paragone con i tuoi fratelli. Ogni persona ha il proprio percorso e le proprie difficoltà, e tu stai facendo del tuo meglio, il che è già un passo importante.
La cosa che ti distrugge, ovvero il confronto con i tuoi fratelli, può farti sentire incompleto, ma in realtà, ciò che i tuoi genitori probabilmente non vedono è che, in quanto individuo, hai una tua unicità che va oltre i numeri su un foglio. Magari la tua mamma non è consapevole di quanto le sue parole ti feriscano. Potresti provare a parlarle apertamente, spiegandole quanto ti farebbe sentire meglio un incoraggiamento invece di una critica, anche quando non raggiungi il risultato che vorrebbe. A volte basta un piccolo gesto di supporto, qualcosa che ti faccia sentire apprezzato per i tuoi sforzi.
Non devi essere perfetto, devi solo essere te stesso e fare del tuo meglio. E, se vuoi, possiamo anche riflettere insieme su come trovare motivazione dentro di te, senza basarti troppo sul giudizio degli altri.

Se ti va, possiamo esplorare anche altre strategie per affrontare meglio queste emozioni.

Qualunque decisione tu prenda, forza e coraggio!

Un caro saluto,

Dr. De Giorgi Giorgio
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Caro ragazzo,
prima di tutto voglio dirti che il fatto che tu abbia scritto e chiesto aiuto è già un segno importante: significa che stai cercando un modo per prenderti cura di te, e questo è il primo passo per cambiare le cose.

Quello che stai vivendo è più comune di quanto immagini, ma non per questo è meno doloroso. Il confronto con fratelli “modelli”, l’insoddisfazione dei genitori, il sentirsi la “pecora nera”... sono esperienze che lasciano il segno. Quando ci viene detto, direttamente o indirettamente, che non andiamo bene così come siamo, iniziamo a dubitare del nostro valore. E questo può bloccare proprio quella motivazione che cerchiamo.

Vorresti una frase dolce e motivante dai tuoi genitori, ma ricevi giudizi e paragoni. È normale che ti senta scoraggiato. Ti faccio una proposta: inizia tu a parlarti con più gentilezza. Ogni volta che ti senti inadeguato, prova a dirti: "Sto facendo il meglio che posso con quello che ho adesso. E questo basta per oggi."

Il diploma non è solo un traguardo scolastico. È anche una tua prova di resistenza e di forza personale. Se hai bisogno di rallentare, di chiedere aiuto o di trovare il tuo passo, non è una sconfitta: è intelligenza emotiva.

Infine, non sei “meno” perché il tuo percorso è diverso. Sei semplicemente un ragazzo con una storia unica, che merita ascolto e comprensione. E se sentirti motivato è difficile ora, forse è il momento di costruire dentro di te una voce nuova: una voce che ti sostiene, non che ti punisce.

Se senti che tutto questo sta diventando troppo da portare da solo, potresti valutare di parlare con uno psicologo. Non è un segno di debolezza, ma un atto di grande responsabilità verso te stesso.

Ti auguro di trovare presto quella luce che oggi ti sembra lontana. Ma sappi: non sei solo.

Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
quello che racconti è molto toccante, e si sente chiaramente quanto desideri rendere orgogliosi i tuoi genitori e quanto ti ferisca non sentirti capito. È importante che tu sappia una cosa: non sei la pecora nera della famiglia. Sei una persona che sta affrontando il proprio percorso con fatica, ma anche con consapevolezza e voglia di migliorare — e questo vale molto più di qualunque voto.

A volte i genitori, presi dall’ansia per il futuro dei figli, usano il confronto pensando che possa motivare, ma in realtà produce l’effetto opposto: fa sentire sbagliati, meno amati, inadeguati. Non è colpa tua se reagisci male a questo tipo di pressione: è una reazione umana e sana.

Ti lascio qualche spunto concreto:

Cambia il metro di paragone: non guardare tuo fratello o tua sorella, ma la versione di te stesso di qualche mese fa. Ogni piccolo passo avanti, anche mezzo voto in più, è un progresso reale.

Spiega ai tuoi genitori come ti senti, magari in un momento tranquillo, dicendo qualcosa come: “Quando mi paragoni agli altri mi sento perso, ma quando mi incoraggi mi viene voglia di fare meglio”. A volte non immaginano quanto le loro parole pesino.

Datti valore anche fuori dalla scuola: non tutti brillano negli stessi ambiti, e il mondo non premia solo i voti, ma anche la determinazione, la sensibilità e la capacità di rialzarsi.

Ricorda: prendere il diploma sarà una soddisfazione tua, non un riscatto verso gli altri. Stai già dimostrando maturità perché ti stai chiedendo come migliorare — e questo è il primo passo verso la forza e l’autonomia.

Dott.ssa Sara Petroni

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