Ciao sono Angelo di Monticelli Brusati e ho 44 anni. Probabilmente questi ultimi 5 anni vissuti lont

18 risposte
Ciao sono Angelo di Monticelli Brusati e ho 44 anni. Probabilmente questi ultimi 5 anni vissuti lontano dai veri affetti mi ha portato a riflettere e conoscere maggiormente me stesso. Alle volte penso di interpretare io male le circostanze della vita, alle volte credo di avere qualche "disturbo" che mi ostacola parecchio nei rapporti con la gente, perché sento di voler vivere solo le reciprocità dei rapporti, tenendomi alla larga da quelli in cui anche solo percepisco che il piacere sia solo mio o quelli che nel tempo si affievoliscono e da una bellissima amicizia nel sentirsi o vedersi, frequentarci, cercarsi, diventa quasi un dovere limitato agli auguri e condoglianze...
Ma è così anomalo volersi circondare (inteso delle persone a noi più vicine) solo di chi ci dà oltre che ricevere? No perché noto che io faccio delle riflessioni in tal senso, gli altri invece noto che si vivono anche se non si conoscono, se non c'è reciprocità o peggio è evidentemente fittizia e momentanea, e come se nulla fosse senza tante menate avanti il prossimo.
Gentile utente, non sta a me dire cosa e anomalo e cosa non lo è. Mi colpisce però che lei si senta in qualche modo diverso dalla norma, come mai si mette in discussione in questo suo modo di desiderare i rapporti amicali o le relazioni in generale? In cosa si sente potrebbe esserci un "disturbo"? Chiaramente non è sbagliato porsi delle domande su di sé, mi chiedo però come mai pensa che forse il modo altrui è più giusto del suo? Mi sento di aggiungere che i rapporti sono complessi, proprio perché avvengo tra persone con bisogni, valori ed esigenze molto diverse. Ci sono dei rapporti che in particolare le lasciano delle perplessità? Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Buongiorno Angelo, condivido il fatto che avere relazioni profonde e sincere sia un bisogno importante ma dubito che una eventuale rigidità con cui questo bisogno viene declinato possa essere funzionale alla vita di relazioni di chiunque. Mi vengono in mente due obiezioni: la prima è che se non si tollerano relazioni superficiali diventa difficile dare la possibilità alle stesse di crescere e diventare più profonde; la seconda è che sarebbe da verificare sempre se la percezione relativa alla reciprocità sia corretta piuttosto che il frutto di insicurezze timori o quant'altro. Spero di averle risposto e la saluto cordialmente. Resto a disposizione se lo desidera e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa
Buongiorno gentile Angelo,
immagino che i dubbi e le domande che le emergono spesso e ha scritto qui provengano da proprio dalla sua esperienza diretta con relazioni importanti o quotidiane e da questo periodo che descrive lontano dagli affetti. E' difficile dare una risposta generale, o di giusto e sbagliato: ciò che immagino è quanto questi ultimi anni l'abbiano smossa dentro, o probabilmente fatto soffrire visto che le relazioni sono come dice lei molto importanti per curare gli affetti verso sé e gli altri. Tutti noi abbiamo bisogno di sicurezza e di appartenenza. Le lascio due spunti in risposta. Può vedere queste domande come un tentativo per riempire questo bisogno? Come un'opportunità per potersi circondare da persone che abbiano valori simili ai suoi? La sua esperienza e queste domande che si pone hanno sicuramente bisogno di uno spazio in cui i giudizi di giusto o anomalo possano essere percepiti e nel quale emergano emozioni importanti per la sua vita e le sue vecchie e future relazioni. Spero siano spunti per lei importanti da approfondire.
Cordiali saluti
Buongiorno Angelo, ritengo che il bisogno di una reale e stretta connessione con altre persone sia del tutto naturale, e venga maggiormente sentito da chi possiede una maggiore consapevolezza del proprio mondo interiore. Pertanto penso che su questo tema non ci sia proprio nulla da correggere. C'è altresì da considerare l'opportunità di fare nuove conoscenze con le quali non sempre si stabilisce da subito una connessione, a causa di molteplici fattori, per cui una propensione ad un' apertura al nuovo potrebbe riservare buone sorprese. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera Angelo, grazie per la sua condivisione. Trovo che nelle relazioni sia difficile stabilire quale sia il concetto di normalita’, tuttavia sono d’accordo con Lei che i rapporti sono piu’ soddisfacenti quando si crea una profonda connessione, cosa che purtroppo a volte rappresenta una rarita’…Credo che ciascuno di noi abbia la liberta’ di scegliere il tipo di relazione e connessione che intende creare con gli altri. Un caro saluto! Dott.ssa Angela Fortini
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, su cui mi permetto di fare qualche riflessione.
Dal suo racconto, sembra emergere una particolare sensibilità al riconoscimento da parte dell'altro che, quando non arriva, le suscita dubbi e risentimento, con conseguente allontanamento. Non si tratta di essere anomali, ma semplicemente di essere sè. Qualora questa sua spiccata tendenza dovesse interferire troppo nel rapporti interpersonali e quindi nella capacità di intraprenderli e mantenerli, allora rifletta sulla possibilità di confrontarsi con un professionista.
Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Ciao Angelo, è perfettamente normale desiderare un ambiente basato sulla reciprocità, la verità ed altri valori che per te sono tanto importanti. Certamente potrei consigliarti di riflettere sulle aspettative che metti nelle persone delle quali decidi di circondarti e che a quanto pare ti deludono. Si può lavorare su molti aspetti, un percorso con un professionista potrebbe fare luce sulle tue vicissitudini e infondere speranza oltre che lavorare sui concetti di colpa e responsabilità e di gratitudine gratuità. Se desideri mi trovi disponibile. Ti auguro un buon fine settimana. Francesco
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Gentile utente, mi dispiace tanto per ciò che ha raccontato, percepisco quanta sofferenza ci sia dietro le sue parole. Ognuno di noi, in base alle diverse difficoltà che ha dovuto superare, ha una visione differente nel vedere le cose. Questo per dirle che non c'è una risposta univoca alla sua domanda ma dovrebbe cercare di contestualizzare le sue emozioni.
Se dovesse avere dei dubbi, può scrivermi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, grazie per la sua riflessione. Tutti noi proveniamo da contesti valoriali diversi dove alcune situazioni o atteggiamenti possono essere definiti accettabili o meno. Credo che in questo contesto di realtà differenti per ognuno di noi sarebbe importante per lei interrogarsi sul perché sente che la sua differenza non sia un arricchimento rispetto al pensare comune ma una possibile anomalia. Cordiali saluti,
buongiorno Angelo, grazie per aver condiviso con noi il suo malessere. Purtroppo viviamo in un mondo in cui si sono persi i valori quelli veri e non sta tanto nel dire o definire dove sta la normalità e dove l'anormalità io penso sia più un discorso di accettarsi per quello che si è e sopratutto nel ritenerci unici e irripetibili come spesso dico alle persone che si rivolgono a me e a me stessa. Il fatto che lei senta questa difficoltà e si metta in gioco e rifletta su se stesso credo sia una cosa positiva e da qua deve partire ed eventualmente pensare e valutare un percorso su di se. Un caro saluto dott. ssa Valeria Sicari
Buongiorno Angelo,
Il mondo moderno ci spinge sempre più verso rapporti superficiali e di facciata anzichè profondi... Detto questo anche quelli di facciata sono utili e, a volte, necessari. Mi sembra che lei si stia ponendo delle domande su di sè e sulla sua vita. Per trovare delle risposte potrebbe essere utile confrontatarsi con un professionista.
Dott. Marco Cenci
Salve Angelo, io credo che lei abbia imparato a rapportarsi grazie ai suoi affetti, la lontananza la ha portata a mettersi in gioco con persone, situazioni e quindi vite molto diverse tra di loro e dalla sua. Tutto ciò la ha portata ad un sguardo sul mondo diverso e comunque profondo.
Non sempre i rapporti che viviamo sono validi e corrispondenti, ma non dipende solamente da noi.
Un caro saluto
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Gentile Angelo, buonasera. Ho letto la sua “provocazione” e mi ha colpito che più di una domanda essa è messaggera di una certezza. Mi chiedo però, se è corretta la mia teoria, cosa l’ha spinta a portala alla nostra attenzione. Non penso che lei volesse provocare il suo pensiero attraverso un confronto ma forse che si stia chiedendo cosa significhi profondamente stare in relazione. Cosa o chi la nutre è, immagino, legata alla sua esperienza e c’è sempre una scelta che possiamo fare. Ma forse la domanda che mi fa emergere è il perché. Grazie per le domande e le riflessioni che mi ha suscitato. Cordialmente, Dott. Claudio Pieroni
Signor Angelo, la sua riflessione profonda mi fa pensare. I suoi interrogativi sull'animo umano e sui suoi propri bisogni e desideri relazionali sono degni di ogni rispetto e possono essere un punto di partenza fondamentale per approfondire su di sé, sul suo animo e sulla sua anima.
Le propongo un colloquio conoscitivo online, se poi riterrà di trovare una risorsa in questo genere di dialogo decideremo come procedere.
Carissimo, le relazioni con gli altri esseri umani sono per ognuno di noi un grande terreno di prova: a volte una fatica per non dire una sofferenza, altre volte fonte di gioia e riconoscimento. In entrambi i casi si tratta di situazioni nelle quali impariamo e sviluppiamo conoscenza emotiva come ha ben descritto Bion in "Apprendere dall'esperienza". Tra le sue parole mi è sembrato di cogliere il bisogno di dare risposte a domande profonde di sé: mi permetto quindi di suggerirle la possibilità di avviare una analisi personale, un percorso nel quale conoscere meglio sé stesso ed esplorare cosa le accade in queste dimensioni relazionali. Sono ovviamente disponibile, qualora lo ritenesse opportuno, anche da remoto. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Gentile utente, grazie per la sua bellissima condivisione. Dalle sue parole non posso fare altro che leggere una profonda sensibilità emotiva, nonchè una grande capacità di leggersi dentro e di "guardare oltre la superficie". Queste sue riflessioni dovrebbero essere approfondite ed elaborate insieme ad un professionista. Perciò le consiglierei di iniziare un percorso psicologico. Le auguro di trovare le risposte che cerca. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Buongiorno Angelo, la superficialità dei rapporti di cui parla è caratteristica di alcuni, in determinati momenti della propria vita.
Tuttavia, ognuno di noi, vive ed instaura le relazioni sulla base dei propri bisogni e necessità. È possibile che lei, in questo momento della sua vita, abbia bisogno di rapporti più stabili, duraturi e solidi. Questo parla di lei
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