Ciao a tutti sono una ragazza di 30 anni. Mi sono finalmente innamorata per la prima volta, ma ora h

18 risposte
Ciao a tutti sono una ragazza di 30 anni. Mi sono finalmente innamorata per la prima volta, ma ora ho una paura folle di perdere la persona che ho accanto.
La mia psicologa dice che soffro della sindrome dell’abbandono. Anche se non riesco a capire da cosa dipenda..e quale sia stato l’evento scatenante, sempre se ci sia.

Ho vissuto con madre e padre che non si sono mai riusciti a lasciare ,erano come coinquilini nella stessa casa. Certo non ho mai visto amore, ma soprattutto liti, rabbia, violenza tra loro e con me, ma anche tranquillità, non li odio.

Ho sempre la costante paura che la persona che ho accanto se ne andrà, che appena conoscerà qualcun’altra mi lascerà stare, ho paura di mostrarmi, paura di impormi su alcune cose, nonostante questo ragazzo sia la persona più dolce sana e attenta che io abbia mai trovato.
Non mi fa mancare nulla, anzi è veramente molto attento e sensibile. Che io ancora mi chiedo perché stia a presso a me.

Ho alle spalle relazioni per niente sane, con persone che non si sono mai comportate una briciola di come si comporta lui con me, e ogni volta che fa qualcosa io mi commuovo dalla gioia nel vedere un certo tipo di attenzioni, affetto e amore.

Ma la situazione per me non è sostenibile perché appena penso di aver fatto qualcosa di sbagliato il mio cervello va in ebollizione pensando che lui non ci sarà più, che chissà come la prenderà e ogni volta che lui si ritrova in situazioni di nuove conoscenze ecc io ho il terrore che possa incontrare qualcun altra e innamorarsene lampo.

Ovviamente tutta questa insicurezza poi si riversa anche nella gelosia, che però cerco di nascondere in tutti i modi, perché so di sbagliare e non voglio assolutamente ritrovarmi in certi schemi che conosco e odio.
Mi chiedo se sia possibile uscirne, essere più sicuri di noi stessi e vivere la quotidianità con più tranquillità perché iosono esausta e non ce la faccio più a dedicare le mie giornate e i miei pensieri a lui, vorrei non avere tutta questa paura, vorrei trovare felicità anche in altro… vorrei non dipendere da lui, ma è quello che sta succedendo, anche se cerco di nasconderlo.

Vorrei sapere se in qualche modo si possa riuscire veramente ad uscirne.. perchè per il momento io la vedo impossibile come cosa

Grazie di cuore, ciao ciao
Cara utente, trovare una persona che ci fa sentire visti, guardati, ascoltati e capiti è una sensazione talmente forte che è normale e fisiologico aver paura perdere qualcosa di così significativo. Tuttavia lei dice delle cose molto importanti questa sua paura oggi la limita, le reca preoccupazioni e ansie di diverso tipo. La sua stanchezza ci dice che forse non è così utile preoccuparsi che l'altro possa andarsene. Inoltre le chiedo: potrebbe davvero fare qualcosa per assicurarsi la certezza che l'altro non se ne vada? Forse questa preoccupazione incontrollabile non le permette di viversi la relazione. Parli con la sua terapeuta di questa paura della perdita e del suo senso di sentirsi sempre meno rispetto alle altre donne intorno a lei e al suo partner. Si ricordi, per quando in questo momento sia difficile per lei vederlo, che i suo partner oggi sceglie di stare con lei è questo è un fatto ed un dato. Preoccuparsi di ciò che accadrà le fa perdere il qui ed ora. Un qui ed ora dove questo partner sceglie lei e solo lei. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Salve, comprendo quanto sia frustrante e doloroso vivere con la paura costante di perdere la persona che si ama. La sindrome dell'abbandono può avere radici profonde e spesso è legata a esperienze passate, come nel suo caso con l'ambiente familiare.Il fatto che lei stia già lavorando con una psicologa è un passo importante verso il cambiamento, dato che insieme potete esplorare più approfonditamente le dinamiche familiari che potrebbero aver influenzato la sua attuale paura di abbandono. Capire le origini di questi sentimenti può essere il primo passo per affrontarli in modo più efficace.
Nel frattempo potrebbe considerare alcune strategie per gestire il malessere e costruire una maggiore sicurezza in lei stessa:
1. Parli apertamente con il suo partner riguardo a queste paure e insicurezze in quanto la comunicazione è fondamentale per costruire fiducia reciproca, e potrebbe aiutare a dissipare alcune preoccupazioni.
2. Pratiche come la mindfulness possono aiutarla a focalizzarsi sul momento presente, riducendo l'ansia legata al futuro. La meditazione può essere utile per calmare la mente e sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva.
3. Si concentri su attività che la fanno sentire bene con lei stessa e incoraggiano una sana autostima. Riconoscere i successi e le sue qualità può contribuire a ridurre la dipendenza emotiva dagli altri.
4. Sii gentile con lei stessa, accetti che nessuno è perfetto e che è normale commettere errori, impari a trattarsi con la stessa gentilezza che riserva agli altri.
5. Avere persone di fiducia con cui condividere le preoccupazioni può essere molto benefico, quindi le consiglio di parlare con amici o familiari che possano offrirle sostegno.
Ricordi che il percorso verso il cambiamento richiede tempo e impegno: la consapevolezza delle sue paure è già un passo importante, e con il sostegno adeguato, puo' imparare a gestire il malessere e costruire relazioni più sane e appaganti. A disposizione per ulteriori approfondimenti, dott.ssa Camilla Persico
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso ai pensieri che ha descritto, ma soprattutto all'aver trovato una persona che la fa stare così bene ma di cui non riesce a godere a pieno della compagnia.
Alla luce di quanto dice rispetto alla sua psicologa, posso immaginare che abbiate già sviscerato l'argomento "abbandono"? Se così non fosse, credo sia un tema importante da affrontare, altrimenti potrebbe valutare un percorso parallelo con una figura di altro orientamento rispetto alla collega per affrontare solo quella parte con una ottica nuova, posto l'accordo con chi la segue attualmente e la disponibilità a una presa in carico congiunta ove i professionisti si confrontano su quanto emerge.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Ciao! Mi dispiace sentire che stai affrontando la sindrome dell'abbandono e che ti senti così insicura nella tua relazione.
La sindrome dell'abbandono è un termine utilizzato per descrivere una paura intensa e persistente di essere abbandonati o respinti dalle persone a cui si tiene. Può essere il risultato di esperienze passate di abbandono o di relazioni insicure durante l'infanzia. Le esperienze che hai avuto con i tuoi genitori potrebbero aver contribuito alla tua paura dell'abbandono.
È comprensibile che tu possa sentirti insicura nella tua relazione attuale, specialmente se hai avuto esperienze passate negative. Tuttavia, è importante ricordare che ogni relazione è unica e che il tuo partner attuale sembra essere una persona dolce, attenta e sensibile. È un buon segno che tu abbia riconosciuto e apprezzato le sue attenzioni e il suo amore.

Per affrontare la sindrome dell'abbandono e costruire una maggiore sicurezza nella tua relazione, potrebbe essere utile considerare alcune strategie:
Lavora sulla consapevolezza di te stessa: cerca di capire meglio le tue emozioni, i tuoi pensieri e i tuoi schemi di pensiero che possono alimentare la paura dell'abbandono. Puoi farlo attraverso la terapia individuale o l'auto-riflessione.
Comunica con il tuo partner: condividi le tue paure e le tue preoccupazioni con il tuo partner in modo aperto e onesto. La comunicazione aperta può aiutare entrambi a comprendere meglio le aspettative e le esigenze reciproche.
Lavora sulla tua autostima: sviluppare una maggiore fiducia in te stessa e nel tuo valore può aiutarti a ridurre la dipendenza emotiva dal tuo partner. Cerca di coltivare interessi e attività che ti rendano felice e che ti permettano di sviluppare una vita indipendente.
Considera la terapia: lavorare con uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato in problemi di abbandono e relazioni insicure può essere molto utile per affrontare le tue paure e sviluppare strategie per una maggiore sicurezza emotiva.

Ricorda che il percorso per superare la sindrome dell'abbandono richiede tempo, impegno e supporto. Non è qualcosa che può essere risolto da un giorno all'altro, ma con il tempo e l'aiuto adeguato, è possibile raggiungere una maggiore sicurezza emotiva e vivere una vita più tranquilla e soddisfacente.

Spero che queste informazioni ti siano state utili. Se hai ulteriori domande o dubbi, sarò felice di aiutarti ulteriormente.
Dr. Roberto Prattichizzo
La paura dell'abbandono è fisiologica negli esseri umani ed è il timore di perdere una persona amata, il gruppo sociale di appartenenza o comunque una persona importante che funge da punto di riferimento. E' una funzione altamente adattiva poichè favorisce la coesione sociale e dunque (ancestralmente) la sopravvivenza. Certo è che quando questa funzione diventa eccessiva può diventare un'ostacolo nelle relazioni piuttosto che un facilitatore. Può derivare da un tipo di attaccamento insicuro sviluppato nell'infanzia rispetto ai caregiver che può aver minato l'autostima. Quindi il mio consiglio è proprio di rivolgere lo sguardo su te stessa e lavorare con la tua terapeuta sulla tua autostima, sui tuoi schemi, sui tuoi pattern di funzionamento, sulla tua storia familiare.
In bocca al lupo
Dott. Imma Borriello
Gentile utente buongiorno.
Grazie per la sua accorata condivisione. Emerge il suo senso di frustrazione per non riuscire a vivere questa relazione sentimentale nel modo giusto, con trasporto e spensieratezza.
E' molto importante che lei abbia scelto di farsi supportare da una psicologa in questo momento così delicato. Sono certo che saprà aiutarla nel modo giusto.

L'insicurezza verso il futuro e verso il comportamento degli altri nasce spesso da un livello di autostima molto basso. Probabilmente, lavorando sulla comprensione di sé stessa, sull'accettazione e sull'autocompassione, riuscirà a costruire una fiducia maggiore nelle sue potenzialità e nella capacità di amare incondizionatamente, senza paura di essere giudicati o valutati per quell'amore.
Il mio consiglio è di non identificarsi troppo con nomi e definizioni come "sindrome dell'abbandono" o "dipendenza affettiva". Si concentri sulla sua crescita personale, sul vivere qualche volta fuori dalla sua comfort zone, affrontando di petto le sue ansie e le sue preoccupazioni.
Lavori sulla comunicazione all'interno della coppia, confidi i suoi pensieri e i suoi sentimenti al suo partner. Molti dei dubbi e delle domande avranno una risposta più semplice del previsto.
Abbia cura, giorno per giorno, di alimentare il suo benessere individuale e all'interno della relazione: la paura si vince con la curiosità e l'interesse per le cose nuove, per attività che la fanno stare bene, per condividere con le persone più significative le emozioni positive.
Continui nel suo percorso psicologico senza tentennamenti e volga sempre lo sguardo al suo bisogno di felicità e serenità.

Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, l'atto di mettere in gioco i propri sentimenti può comportare rischi di ferite emotive, ma questo non dovrebbe scoraggiarla dal vivere pienamente la vita. Se desidera esplorare le ragioni dietro questa cautela, potrebbe essere utile discuterne durante le sessioni di analisi, magari coinvolgendo la sua psicologa. Ho notato che successivamente ha menzionato i genitori in relazione a questa tematica. Mi permetto di chiederle: cosa pensa potrebbe accadere se la persona con cui è coinvolta sentimentalmente la lasciasse? Quali sono le sue fantasie o preoccupazioni in merito? È positivo che abbia intrapreso un percorso di psicoterapia come via d'uscita dalla situazione. Suggerirei di condividere queste preoccupazioni con la sua psicologa, se non lo ha già fatto, per esplorare ulteriormente tali tematiche. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti, Dott. Domenico Mattiello.
Buonasera. Trovo il suo scritto molto preciso e approfondito. Ne ricavo la sensazione di una persona alla ricerca di un equilibrio interiore che possa comprendere anche la sua relazione amorosa.
Nella mia esperienza la paura di essere abbandonati ha spesso connessioni con la tendenza a centrare la nostra vita sulle altre persone invece che tenere ben saldo il timone della nostra esistenza.
L'unico potere che noi abbiamo è su noi stessi, se perdiamo il nostro centro ci sentiamo impotenti ed in balia degli eventi e delle decisioni altrui.
Essendo lei già seguita da un professionista, la invito a lavorare su questi temi in seduta. Sono certo che un buon percorso psicoterapico le gioverà.
I miei migliori auguri!
Buongiorno.
Per comprendere da cosa nasce la sindrome di abbandono da cui riferisce di essere affetta, è importante partire dalle sue parole che riporto per esteso: "Ho vissuto con madre e padre che non si sono mai riusciti a lasciare ,erano come coinquilini nella stessa casa. Certo non ho mai visto amore, ma soprattutto liti, rabbia, violenza tra loro e con me, ma anche tranquillità, non li odio"
Questo vissuto a inciso sulla formazione della sua struttura personologica e sul significato che lei attribuisce agi eventi.
Il lavoro psicoterapico deve consistere nel farle comprendere quale significato tacito (inconscio) anno questi vissuti e come influenzano la sua interpretazione di quello che le accade nella vita.
Rimango a disposizione
Cordiali Saluti
Dott. Andrea Calasso




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Salve, da quanto ci racconta, il clima vissuto in famiglia sin dall'infanzia, non ha, molto probabilmente, contribuito alla costruzione di un senso di sicurezza e fiducia solidi. Nonostante l'attuale relazione sentimentale abbia la forza di aiutarla ad acquisire maggiore sicurezza in sè e negli altri, un percorso psicoterapeutico sarebbe auspicabile per desensibilizzare i traumi del passato e liberarla nel presente.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Cara utente,
grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Le sue parole rimandano l'ansia, la paura, il pensiero intrusivo che ogni giorno vive facendo dipendere il suo umore ed i suoi gesti dall'attuale relazione.
Mi sembra che il tema dell'abbandono sia proprio quello più importante e centrale.
Ri-affronti con un percorso nuovo questo tema, forse con l'ottica di ripartire da fragilità antiche che discendono dalla sua relazione con la sua famiglia e da lì potrà, piano piano, sentirsi più libera di vivere la sua relazione, in modo più indipendente e maturo.
Le auguro una buona serata
Dott.ssa FF
Gentile Utente, dal tuo racconto traspare l'ansia e la preoccupazione con la quale stai vivendo la relazione attuale.
Il mio suggerimento è: non avere fretta, prenditi il tuo tempo per affrontare le emozioni che stanno emergendo in questo momento all'interno del percorso terapeutico, senza pretendere di avere un riscontro immediato. Cordiali saluti. Dott.ssa Angela Pistilli
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, dalle sue parole traspare la frustrazione e il dolore che vivere questa situazione le sta creando. La sindrome dell'abbandono può avere radici profonde e spesso è legate all'ambiente familiare. Il fatto che lei stia già lavorando sulla questione le indica che già sta facendo il primo passo verso il cambiamento, dato che questo le darà l'occasione di esplorare il suo funzionamento nelle relazioni e capire l'origine della sua paura dell'abbandono. Il percorso richiede tempo ma le darà la possibilità di avere già consapevolezza delle sue paure, di imparare a conoscere le cause del suo malessere e costruire relazioni più sane e appaganti. Rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Cordiali saluti, dott.ssa Chiara Mantuano
Gentile Utente, assolutamente si! è possibile superare le nostre paure. Nella maggior parte dei casi siamo noi stessi il nostro unico limite. Prosegua con fiducia il suo percorso terapeutico e non demorda.
Un caro abbraccio, dott.ssa Ramona Borla
Gentilissima, la sua paura di perdere il partner potrebbe derivare dalla sindrome dell'abbandono, legata alle dinamiche familiari passate. Genitori che sembravano coinquilini potrebbero aver influenzato la sua percezione delle relazioni. Nonostante la gentilezza del suo attuale partner, le relazioni passate non sane intensificano la paura di abbandono. E' consigliabile riflettere sull'origine di queste paure e continuare la terapia individuale per affrontarle. La comunicazione aperta col partner è cruciale per condividere i sentimenti e creare comprensione reciproca. Sviluppare l'autostima e l'indipendenza emotiva ridurrà la dipendenza emotiva. Lavorare sulla mindfulness e le tecniche di gestione dello stress aiuta a vivere nel presente, riducendo l'ansia futura. Il percorso richiede tempo e impegno, ma la sua psicologa sarà una guida preziosa. Considera anche l'adesione a un gruppo di supporto per condivisione e sostegno. La felicità dovrebbe derivare anche da fonti indipendenti dalla relazione. Un caro saluto, dr.ssa Marina Lumento.
Buonasera e grazie per la sincerità. Innamorarsi fa molta paura come anche vivere la relazione, per quanto bella possa essere, proprio per la consapevolezza che esiste il rischio di perdere l'altro. Questo però è bene che rimanga un rischio e non diventi un limite al vostro stare insieme: adattarsi passivamente non manterrà la relazione intatta ma la trasformerà in qualcosa di fantastico, perché non autentica a lungo andare. Ne parli con la professionista, ne parli con il suo partner e cerchi di capire da dove proviene tutta questa insicurezza e timore dell'abbandono. Sono sicura che lei sia una persona sensibile e profonda, o non avrebbe scritto apertamente tutte queste cose, è fondamentale però che ci creda anche lei. Un abbraccio
Gentile utente. Come descrive, l'amore e l'innamoramento aprono tante porte dentro ciascuno, talvolta stravolgendo convinzioni su se stessi, pensieri, emozioni... è un momento che può portare a nuove scoperte di sè e si è chiamati a conoscersi in questi nuovi aspetti e sentimenti. All'interno del suo percorso di sostegno potrebbe esplorare a fondo queste emozioni che la spaventano e che vorrebbe nascondere, approfondire la conoscenza di sè in un luogo sicuro così da trovare dentro di sè le risorse per affrontare le paure.
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