Buongiorno, ormai circa 20 gg fa,facendo pulizia nella dispensa mi è capitato tra le mani un barat

20 risposte
Buongiorno,
ormai circa 20 gg fa,facendo pulizia nella dispensa mi è capitato tra le mani un barattolo in vetro di olive in salamoia di produzione industriale acquistate al supermercato qualche mese fa , appena preso in mano il barattolo spostandolo dalla dispensa era mal avvitato e ha rovesciato del liquido.
Non aveva odori strani, muffe né patina bianca bolle o altro, ovviamente l'ho gettato. Mi chiedevo se fosse possibile un'ipotetica presenza di botulino.. O a cosa può essere dovuta l'apertura, se al caldo ecc.. Parte del liquido è caduta su qualche barattolo o latta vicino, ho pulito con acqua e un paio li ho addirittura gettati. Dopodiché ho pulito quel piano della Dispensa con acqua e detersivo per piatti, lavato in lavatrice il panno e l'asciugamano utilizzati in parte per pulire, ripulito con il Napisan tutto il lavandino dove era andato parte del liquido, sciacquato le poche stoviglie che in quel momento erano nel lavandino e lavato quasi tutto in lavastoviglie. Nella peggiore delle ipotesi fosse anche stato contaminato da botulino è sufficiente l'operazione di pulizia che ho effettuato? Secondo mio marito mi sono preoccupata molto eccessivamente anche perche in primis secondo lui non si trattava di botulino perché si trattava di prodotto industriale e perlopiù sotto salamoia, non sott'olio, ma probabilmente dovuto ad un tappo o una chiusura difettosi che con il tempo ed il calore si sono aperti e secondo lui non avendo ingerito il prodotto non corriamo assolutamente alcun rischio. Il fatto è che tutto ciò è diventata per me un'ossessione, ho paura di aver contaminato tutta la casa tramite spugne, strofinacci utilizzati, toccando di qua e di là con le mani come se la tossina potesse ancora essere attiva posata sugli oggetti, su asciugamani lenzuola vestiti ecc (mi rendo conto sia forse quasi impossible ).
Preciso inoltre che sono incinta e prossima alla scadenza, per cui la paura è ancora più forte diciamo e si riversa anche sulla paura che il bambino tramite noi o tramite la casa possa contaminarsi. Alcuni giorni va meglio altri ci ricasco maggiormente..
Purtroppo sono soggetta a soffrire di doc lieve, direi non invalidante, a periodi, su vari argomenti, sono stata anche in psicoterapia. spero e confido in un vs gentile cenno di risposta il prima possibile per stare più tranquilla e godermi gli ultimi giorni di gravidanza il più serenamente possibile. Grazie mille.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

dal racconto che fa, la situazione descritta non sembra presentare un rischio concreto di contaminazione da botulino. Le conserve industriali sono sottoposte a controlli molto rigidi di sicurezza e, nel caso delle olive in salamoia, la concentrazione di sale e le procedure di pastorizzazione riducono fortemente la possibilità che il Clostridium botulinum possa svilupparsi. Inoltre, la tossina botulinica è pericolosa solo se ingerita: nel suo caso non c’è stata assunzione del prodotto, quindi non corre alcun rischio diretto per la salute né suo né del bambino.

Il fatto che il tappo fosse probabilmente difettoso e che parte del liquido sia fuoriuscita non indica necessariamente una contaminazione, ma piuttosto un problema di chiusura. Le accurate operazioni di pulizia che ha effettuato sono più che sufficienti per eliminare qualsiasi residuo. Non esiste la possibilità che la tossina resti attiva in casa e continui a contaminare oggetti o ambienti in modo “invisibile”.

Quello che emerge con più forza dal suo messaggio non è tanto un pericolo reale, quanto il peso dell’ansia e delle preoccupazioni che descrive. La paura di contaminazioni, la sensazione di non riuscire a lasciar andare il pensiero e il continuo bisogno di controllare e ripulire richiamano modalità tipiche dei sintomi ossessivo–compulsivi, che lei stessa riconosce di aver già sperimentato in passato.

Essendo in un momento delicato della gravidanza, è comprensibile che la sua sensibilità e vulnerabilità emotiva siano più accentuate. Tuttavia, proprio per tutelare il suo benessere e vivere con maggiore serenità questo periodo, sarebbe utile e consigliato approfondire questi aspetti rivolgendosi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Giuliana Galise
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Ciao, avere un figlio è un'esperienza meravigliosa, che però a tratti può slatentizzare ansie e paure. 0vviamente questo è un esempio di come una situazione "normale" possa aver scatenato in te una fobia forte che razionalmente sai bene essere una esagerazione, ma che tuttavia "di pancia" non riesci a gestire. Forse in un momento cosi delicato può essere opportuno riprendere un percorso terapeutico. ti faccio un enorme in bocca al lupo per il vostro avvenire !!
Dr. Francesca Grimaldi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Cara,
prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità quello che stai vivendo. È chiaro che stai affrontando non solo una situazione concreta – un barattolo difettoso – ma soprattutto un carico emotivo molto forte, amplificato anche dal momento delicato della gravidanza.
Dal punto di vista oggettivo, quello che descrivi non fa pensare a un rischio reale di botulino: un prodotto industriale in salamoia, con controlli di sicurezza molto rigidi, difficilmente può costituire un pericolo di questo tipo, e soprattutto – come ha detto tuo marito – non avendolo ingerito non ci sono rischi per te o per il bambino. Inoltre hai già fatto una pulizia accurata, persino più scrupolosa del necessario.
Quello che però ti sta facendo soffrire non è tanto il barattolo in sé, quanto la sensazione interiore di contaminazione che non si spegne con la logica. Qui entrano in gioco alcuni meccanismi psicodinamici tipici della dimensione ossessiva: il tuo Io sa, razionalmente, che hai già fatto tutto il possibile e che non ci sono rischi; ma il Super-Io, cioè quella parte più severa, giudicante e iper-esigente, continua a chiederti un controllo in più, una pulizia in più, un pensiero in più. È come se ti dicesse: “Non hai fatto abbastanza, potresti aver sbagliato qualcosa, potresti mettere in pericolo chi ami”.
Questo conflitto genera ansia e porta a comportamenti ripetitivi (controllare, pulire, pensare e ripensare), che diventano un modo per difendersi dall’angoscia. Sono meccanismi di difesa ossessivi: cercano di contenere la paura, ma alla lunga rischiano di imprigionarti, perché più controlli e più lavi, più l’ansia sembra trovare nuovi appigli.
La trasformazione possibile sta nel riconoscere che la paura non riguarda davvero il barattolo, ma ciò che simboleggia: il timore di perdere il controllo, di non riuscire a proteggere te stessa e il tuo bambino in un momento di grande cambiamento. È comprensibile che la maternità, con tutto ciò che porta, abbia risvegliato questa parte di te più vulnerabile.
Un piccolo spunto pratico potrebbe essere questo: ogni volta che ti accorgi di cadere nel ciclo di pulizie o pensieri ossessivi, prova a dirti: “Il rischio non è fuori, nella casa, ma dentro di me, nell’ansia che sento. Posso accoglierla senza doverla eliminare subito.” In questo modo, lasci spazio al tuo Io di contenere l’ansia, senza che il Super-Io ti costringa a nuove azioni compulsive.
La buona notizia è che riconosci questo meccanismo, e già questo ti dà potere. Il fatto che tu abbia fatto psicoterapia in passato e che tu sappia di soffrire, a periodi, di pensieri ossessivi, è un segno di consapevolezza che ti aiuta a non confondere realtà e paura.

Hai già fatto tutto ciò che era necessario sul piano pratico: ora il lavoro è sul piano interno, dare voce al tuo bisogno di sentirti protetta, rassicurata, e non lasciarti schiacciare da quel Super-Io che pretende la perfezione.
Ti auguro di poterti concedere dolcezza e fiducia in questi ultimi giorni di gravidanza, ricordando che l’amore e la cura che stai mettendo – anche attraverso queste preoccupazioni – sono già un segno della madre attenta e premurosa che sei.
Dott.ssa Anna De Luca
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Ciao, sicuramente il lavoro di pulizia che hai effettuato è stato sufficiente e non avrai conseguenze né per te né per il tuo bambino. Naturalmente arrivando in prossimità del parto, le ansie e i timori si possono intensificare anche a causa dell'apporto ormonale e della situazione di stress (positivo) che si crea in tali situazioni. Poi le notizie che si susseguono tra tv e social non aiutano in questo senso.
Vivi questi giorni con serenità e goditi questi momenti che ricorderai sicuramente con gioia negli anni futuri.
Quando arriveranno di nuovo i dubbi e i pensieri, pensa che saranno frutto dell'ansia e che con impegno li puoi gestire. Successivamente, se noterai che questo tipo di episodi, pensieri o immagini, sono pervasivi o difficili da gestire, tanto da provocarti difficoltà, valuta la possibilità di tornare in terapia per poter lavorare su ciò e apprendere strumenti utili per affrontarli. Tantissimi auguri per il lieto evento e buona fortuna!
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, le sue reazioni, sebbene emotivamente molto intense, rientrano in dinamiche tipiche di chi manifesta tratti ossessivi o episodi di disturbo ossessivo compulsivo lieve, con pensieri intrusivi e timore di contaminazione. Il timore del botulino, che è molto comune in questi casi, va contestualizzato, l pericolo reale è legato all’ingestione, non al semplice contatto, e la tossina botulinica non resiste a lavaggi con detersivo, né si diffonde nell’ambiente come un agente contaminante persistente. Le pulizie che ha effettuato sono già più che adeguate. In ottica di psicoterapia umanistica, è importante riconoscere che il suo bisogno di controllo nasce da un intento protettivo, ma che rischia di alimentare un ciclo di ansia e rassicurazioni che la blocca nel presente. In questi casi, anche la Mindfulness può essere utile per riportare l’attenzione al qui e ora, accogliendo le emozioni senza giudicarle e interrompendo il ruminare mentale. Il fatto che lei abbia già fatto un percorso psicologico e riconosca questi pensieri come eccessivi è un segno di consapevolezza. Tuttavia, se nota che l’ansia persiste o si intensifica, soprattutto in questo periodo emotivamente carico, può essere utile rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta per un breve supporto mirato, magari orientato anche alla gestione della paura nella maternità imminente. Sta facendo tutto il possibile per proteggere sé stessa e il suo bambino, si dia il permesso di respirare e vivere questi giorni con maggiore leggerezza.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dr. Alberto Migliore
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Torino
Buongiorno,
intanto raccolgo la sua richiesta con attenzione: mi sembra che, oltre all’episodio concreto delle olive, lei stia raccontando di una preoccupazione che si è trasformata in pensiero ricorrente e molto carico di ansia.
Dal punto di vista reale: suo marito ha ragione nel dire che, trattandosi di prodotto industriale in salamoia e non sott’olio, il rischio di botulino è praticamente nullo; inoltre, non avendone ingerito il contenuto, non vi è nessun pericolo per lei e per il bambino. Le pulizie che ha fatto sono già state più che sufficienti. Da questo punto di vista può sentirsi al sicuro.
Dal punto di vista psicologico, invece, la questione è diversa: ciò che colpisce non è tanto l’episodio in sé, quanto la maniera in cui esso continua a riattivarsi nella sua mente. Mi sembra che lei lo viva come se fosse una contaminazione che non finisce mai, che potrebbe sempre riemergere e diffondersi. In un linguaggio psicoanalitico, potremmo pensare che questo “liquido pericoloso” rappresenti qualcosa che sfugge al controllo e invade lo spazio, proprio come i pensieri ossessivi che non riescono ad essere contenuti.
È importante riconoscere che, soprattutto in gravidanza, la mente può farsi più vulnerabile: i cambiamenti, l’attesa, le paure rispetto alla protezione del bambino tendono ad amplificare ansie preesistenti. In questo senso la sua storia di momenti di DOC lieve trova terreno fertile per riattivarsi.
Potremmo dire, usando un riferimento a Bion, che la sua mente sta cercando di “digerire” un’esperienza che non riesce a trasformarsi in pensiero tranquillo, restando invece come un “elemento beta” che invade e obbliga a ripetere controlli e pulizie. Ciò che non si riesce a contenere internamente viene spostato sul fuori: sugli oggetti, sugli spazi, sugli indumenti.
Quindi, da un lato la realtà concreta le dice che non c’è pericolo; dall’altro la sua parte più ansiosa continua a sentirsi esposta e vulnerabile. Non si tratta di ignorare la paura, ma di riconoscerla come un segnale di una difficoltà a contenere l’angoscia.
Un primo passo può essere proprio distinguere: “questa è la realtà (nessun rischio), questa è la mia paura (che sento comunque fortissima)”. In questo modo non nega l’angoscia, ma la mette in un posto suo, senza confonderla con la realtà esterna.
Può esserle utile anche darsi il permesso di non lottare troppo contro il pensiero quando si presenta, ma piuttosto osservarlo come un segnale: in fondo le sta dicendo che in questo momento sente bisogno di protezione, di rassicurazione, di un contenimento che vada oltre la pulizia materiale.
Le suggerirei di non rimanere sola con queste sensazioni: anche un breve colloquio di sostegno in gravidanza con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarla a “tenere insieme” le paure e a distinguere meglio i confini tra realtà e pensiero ossessivo.
Intanto, si conceda un po’ di gentilezza: il suo timore non è “sciocco” ma è l’espressione di un bisogno di sicurezza in un momento delicato.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

il disturbo ossessivo può esser trattato con efficacia attraverso l' ausilio integrato di psicoterapia e farmacoterapia. Superi questa fare sino al parto; nel caso successivamente consulti nuovamente uno specialista, la aiuterebbe ad uscire dal problema.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, direi che non corriate nessun rischio visto che non avete ingerito nulla. In merito al doc le suggerisco di riprendere la psicoterapia o un sostegno psicologico in vista del parto e della nascita. Suppongo che dietro a questi prenditi intrusivi possa esserci un'ansia che va individuata e risolta per godersi appieno la maternità.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, sembra provare in questo momento alti livelli di paranoia e ossessione relativi al fatto accaduto che ricollega alla salute del nascituro. Dato che è incinta e sembra vivere questo stato di profonda preoccupazione, le consiglierei vivamente di rivolgersi ad uno specialista. é comprensibile provare preoccupazioni di questo tipo per una neomamma ma le sue sembrano aver raggiunto un livello molto alto. Uno specialista la potrà supportare in questo difficile e delicato momento.
Cordiali saluti
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Grazie per aver condiviso con così tanta chiarezza quello che sta vivendo: comprendo bene l’ansia che può nascere in una situazione simile, soprattutto in un momento delicato come la gravidanza.

Da quello che descrive, non ci sono motivi per pensare a un reale rischio di botulino. I prodotti industriali in salamoia seguono rigidi controlli e, diversamente dai sott’olio fatti in casa, il rischio di contaminazione è estremamente raro. Inoltre, la tossina botulinica rappresenta un pericolo solo se ingerita: non si trasmette per contatto cutaneo né resta “attiva” sulle superfici domestiche dopo la normale pulizia.

Le operazioni di igiene che ha già effettuato — lavaggi, detersivo, Napisan, lavastoviglie — sono più che sufficienti per eliminare qualsiasi eventuale residuo. Quindi non vi è alcun rischio per lei, per la casa o per il bambino. Quello che rimane è la sensazione di allarme, che riconosce lei stessa come parte di un funzionamento ansioso e ossessivo: la mente continua a rielaborare scenari di pericolo anche quando la ragione sa che non ci sono.

È importante validare il suo bisogno di sicurezza: è naturale che in gravidanza le paure si amplifichino. Allo stesso tempo, può provare a ricordarsi che ha già fatto tutto il necessario, e che la preoccupazione che ritorna non è un segnale di pericolo reale ma un sintomo dell’ansia.

Si conceda gentilezza: non c’è nulla di “sbagliato” in lei per il fatto di sentirsi così. Può aiutare, nei momenti in cui l’ossessione torna, fermarsi un attimo, respirare profondamente e dirsi: “Ho già pulito, ho già fatto tutto. Ora questa è solo ansia, non realtà.”

Le auguro che possa vivere con maggiore serenità questi ultimi giorni di attesa, concentrandosi sul benessere suo e del suo bambino.
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Cara futura mamma,

quello che stai vivendo non è davvero una questione di botulino, ma un segnale: la tua mente ha trovato un appiglio improbabile per dare forma a un’ansia più profonda. Come spesso accade nel DOC lieve, le ossessioni (dubbio, contaminazione) e le compulsioni (pulizia accurata) funzionano come strategie diversive: invece di guardare direttamente la paura più grande, ci si concentra su un pericolo controllabile, anche se improbabile.

La gravidanza e il parto sono un passaggio enorme: non è solo l’arrivo del bambino, ma anche il cambiamento radicale da figlia a madre, con tutto ciò che comporta in termini di responsabilità, autonomia e identità. È comprensibile temere di non essere all’altezza, temere di non poter proteggere abbastanza. Il dubbio ossessivo (“e se il botulino fosse ancora lì?”) può essere letto come un modo per rimandare l’assunzione di questa nuovo ruolo di madre, non più figlia, proprio come Penelope che disfaceva la tela per guadagnare tempo.

Freud ricordava che il senso di colpa inconscio e i rituali servono spesso come espiazione simbolica: punirsi o controllare all’infinito può sembrare un modo per proteggere chi si ama. Lacan direbbe che il dubbio ossessivo rinvia sempre l’atto, per non affrontare l’angoscia dell’ignoto. Winnicott, però, ci offre una chiave liberante: non devi essere perfetta, ma “madre sufficientemente buona”. Non è il controllo totale a proteggere tuo figlio, ma la presenza reale, l’affetto e la capacità di accogliere anche le tue imperfezioni.

Per ritrovare calma nel corpo e nella mente, può aiutarti una pratica quotidiana di meditazione guidata: bastano 10–15 minuti al giorno, per almeno 40 giorni, con un insegnante esperto. Non serve una prestazione impeccabile, serve costanza e sincerità: respirare, osservare i pensieri senza seguirli, lasciare che scorrano. Questo può riportarti al presente e sciogliere l’ansia accumulata.
Senza una pratica costante, queste parole non bastano. Ma io sono qui per aiutarti: possiamo affrontarlo insieme, passo dopo passo.
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno cara signora, penso che la sua condizione di futura mamma la stia mettendo di fronte a molte paure legate alla cura, alla responsabilità, al desiderio che tutto vada bene o anche che sia tutto perfetto, alla paura di poter essere causa di qualcosa. Mi vien da pensare che il suo leggero doc oggi si stia riproponendo visto il momento bello, importante che sta vivendo. Forse veramente ora in prossimità della nascita può chiedere un nuovo sostegno ad una psicoterapeuta che la accompagni, la aiuti in queste ultime fasi di gravidanza e le prime quando nascerà il bambino. Non rimanga sola. Cordialità

Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera ok quanto ciò che l'è accaduto l'ha estremamente preoccupata, come lei riconosce senza motivo, mettendo in atto dei comportamenti esagerati. infatti lei riconosce di soffrire di un disturbo DOC (disturbo ossessivo compulsivo). Si può osservare dai suoi comportamenti, per il parto e la nascita di suo figlio le crea molta ansia e forse le si è abbassato anche il tono dell'umore, quindi le si è acutizzato il suo disturbo. Ne parli con il suo ginecologo che cosa la può aiutare una tisana a base di camomilla o altre erbe rilassanti, forse la potrebbe prendere in questo momento particolare, penso che non potrebbe prendere altro. Esegua un colloquio con uno psicoterapeuta, che la potrebbe sicuramente aiutare, con delle tecniche con la respirazione per potersi rilassare. Sono anche una terapeuta Reichiana che mette in atto queste tecniche oltre che con la terapia EMDR si lavora sui traumi del momento e xchè è sopraggiunto tale disturbo, le auguro tanti auguri per la sua gravidanza, dott.Eugenia Cardilli.
Dott.ssa Maria Assunta Macrì
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
Capisco. Le dico in poche parole, da una prospettiva psicoanalitica:
la sua paura del botulino non riguarda davvero il barattolo, ma è un modo in cui la sua angoscia ha trovato un oggetto concreto a cui attaccarsi. Ha pulito più che a sufficienza, quindi il rischio reale non c’è. Quello che resta è l’ansia: non si lava via con il detersivo, perché parla di qualcos’altro, soprattutto adesso che sta per diventare madre. L’ossessione di controllare e disinfettare è il modo in cui il suo inconscio segnala la difficoltà di affrontare questo passaggio.
La domanda non è se la casa è pulita abbastanza, ma cosa c’è in gioco per lei dietro questa paura. Potrebbe partire proprio da lì?
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente,
comprendo bene la sua preoccupazione, soprattutto nel periodo delicato della gravidanza. Da ciò che descrive, le operazioni di pulizia che ha fatto sono state più che accurate e già sufficienti a ridurre il rischio. La sua attenzione al dettaglio racconta di quanto sia importante per lei proteggere se stessa e il suo bambino.

Quello che sembra pesare di più, oltre al timore concreto, è il pensiero ripetuto e ossessivo che “qualcosa potrebbe essere rimasto contaminato”. È un meccanismo tipico di quando l’ansia e il DOC prendono forza: la mente continua a cercare rassicurazioni, senza mai sentirsi davvero al sicuro.

Un piccolo esercizio che può provare è notare quando arriva il pensiero, dargli un “nome” (per esempio: “la mia mente che cerca sicurezza”) e poi riportare l’attenzione al respiro o a una sensazione del corpo. Non si tratta di eliminare la paura, ma di osservarla senza farle guidare tutte le sue azioni.
Dott.ssa Claudia Rosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Quello che racconta non sembra riguardare soltanto un barattolo di olive ma piuttosto il modo in cui la sua mente, in un momento delicatissimo come la fine della gravidanza, cerca di proteggere lei e il suo bambino. La maternità porta con sé aspetti di cura e responsabilità, ma a volte questi aspetti possono trasformarsi in timore, fino a diventare pensieri ricorrenti o ossessivi. Il fatto che lei abbia messo tanta energia nelle pulizie e nelle precauzioni può essere letto come il bisogno profondo di assicurarsi che tutto intorno a lei sia “sufficientemente sicuro” per accogliere suo figlio. Il controllo sul barattolo e sugli oggetti della casa potrebbe rappresentare simbolicamente il desiderio di essere una madre attenta, capace di proteggere la vita che sta per nascere. Questi pensieri non vanno giudicati come “esagerazioni”, ma compresi come parte di un processo di passaggio: sta lasciando un equilibrio e ne sta costruendo uno nuovo. Può essere utile allora spostare lo sguardo: invece di chiedersi se è stata “abbastanza attenta” o se ha pulito “a sufficienza”, può domandarsi cosa queste paure ti stanno comunicando sul suo desiderio di maternità. Le tue paure oggi non parlano tanto di botulino, ma del significato che la maternità sta assumendo per lei. Se accolte e condivise, le paure possono diventare un passaggio verso una nuova sicurezza, non solo per lei ma per il bambino e per tutta la tua famiglia. Se sente che l’ansia prende troppo spazio, potrebbe pensare di riprendere un percorso di sostegno psicologico, anche breve, può offrire uno spazio in cui dare senso a questi vissuti e trasformarli in una risorsa. Le faccio i miei più cari auguri per la bellissima esperienza che si sta apprestando a vivere.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Comprendo perfettamente la sua preoccupazione, specialmente in un momento così delicato e importante come la gravidanza. È naturale che i pensieri si amplifichino quando la posta in gioco è così alta.

Piuttosto che cercare rassicurazioni continue, proviamo a spostare l'attenzione su ciò che sta alimentando questo circolo vizioso.

Se le ossessioni fossero la tua "soluzione" per proteggere te stessa e il tuo bambino, quale sarebbe l'opposto di questa strategia? Cosa faresti di concreto per affrontare questa paura, se decidessi di non "pensare" più al problema?

RImango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Stefania Maretti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bolzano
Buon pomeriggio, leggendo il suo racconto la prima cosa che mi viene da restituirle è che il periodo della gravidanza, così come il post parto, può risultare un periodo sensibile nel far riemergere caratteristiche della nostra persona che in altri momenti riusciamo maggiormente a gestire. Mi risulta pertanto comprensibile che Lei possa sperimentare tali pensieri ossessivi, all'interno di un quadro lieve di doc. Questa riflessione non vuole però sottovalutare l'impatto e la fatica che tali pensieri e agiti hanno sulla sua quotidianità e sulla sua emotività. Pertanto il mio invito è quello di rivolgersi ad un professionista per farsi accompagnare in questo momento così delicato e di profondo cambiamento della sua vita.
Dott.ssa Benedetta Venturini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione, soprattutto in questo periodo delicato della gravidanza. Quello che descrive è una reazione di ansia e desiderio di controllo in una situazione percepita come potenzialmente pericolosa.
Qualora questi pensieri e comportamenti stessero diventando fonte di stress e spiacevolezza, con un forte impatto e costi sulla sua quotidianità, sarebbe opportuno parlarne con un professionista e intraprendere un percorso di psicoterapia. Sarebbe utile lavorare su come valutare certi pensieri e sulle reazioni emotive e comportamentali che ne derivano, accedere a determinate tecniche per lei efficaci, così da lavorare e imparare a tollerare l’ansia ritrovando un equilibrio.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un cordiale saluto.
Dott. Ubaldo Balestriere
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,

grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua esperienza e le tue preoccupazioni. È comprensibile che, soprattutto in gravidanza, episodi come quello del barattolo possano generare ansia e pensieri ossessivi, soprattutto se si ha una storia di DOC lieve. Il fatto che tu abbia già effettuato una pulizia accurata della dispensa e degli oggetti coinvolti è un elemento molto rassicurante: il rischio reale di contaminazione in queste condizioni è estremamente basso, come giustamente osserva anche tuo marito.

In chiave biotransenergetica, le preoccupazioni e i pensieri ossessivi possono generare tensioni nel corpo e aumentare lo stress, rendendo più intensa la sensazione di pericolo. Prendere consapevolezza del proprio corpo, respirare profondamente e osservare le emozioni senza giudizio può aiutare a ridurre l’ansia e a sentirsi più sicure. Piccoli gesti come fermarsi qualche minuto, riconoscere il proprio respiro e il battito del cuore, o spostare l’attenzione su attività piacevoli e rilassanti, possono contribuire a ritrovare calma e centratura.

Se desideri, possiamo fare un colloquio conoscitivo gratuito, senza impegno, per esplorare insieme strategie pratiche e personali per gestire ansia e pensieri ossessivi, aiutandoti a vivere gli ultimi giorni di gravidanza con maggiore serenità e benessere.

Ti auguro di cuore di poter godere di questi momenti in tranquillità.

Dott. Ubaldo Balestriere

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