Buongiorno, mi chiamo Marialaura ho 26 anni quasi e sono fidanzata da 9 anni. Negli anni passati

23 risposte
Buongiorno, mi chiamo Marialaura ho 26 anni quasi e sono fidanzata da 9 anni.

Negli anni passati ho sofferto di disturbo d'ansia generalizzato con pensieri ossessivi che riguardavano la mia relazione, motivo per il quale sono andata in terapia da una psicologa con indirizzo gestalt.
I dubbi circa la natura e l'autenticità del mio sentimento si susseguivano alimentando sensi di colpa e ansia, chiedendomi se lo amavo, se lo vedevo bello, cosa avrei provato vedendolo o se mi mancasse... ma dopo qualche tempo ne sono uscita e sono riuscita a vivere la mia relazione appieno, anzi meglio di prima.
Ho avuto 2 ricadute e per 2 volte sono andata dalla psicologa e come la prima volta, sono riuscita a risolvere il problema.
Adesso sto avendo un'altra ricaduta: ho riconosciuto lo schema dei pensieri, riconosco che è lo stesso meccanismo ma sono lo stesso andata dalla mia terapista per chiederle aiuto e conferma di ciò.
La ricaduta è stata scatenata da un litigio col mio ragazzo nel quale avendo paura di perderlo, ma allo stesso tempo delusa dal suo modo di gestire il litigio, mi sono chiusa in me stessa anestetizzandomi.
Da li i dubbi hanno iniziato a susseguirsi e quindi ho deciso di andare dalla psicologa che mi ha confermato che si tratta dello stesso problema accompagnato da stanchezza psicologica (sto scrivendo la tesi, ho una situazione familiare strana con un rapporto con mia mamma da sempre conflittuale, infatti fu lei a scatenarmi il primo turbinio di pensieri) e stanchezza dovuta al fatto che vorrei tanto che il rapporto tra me e il mio ragazzo evolvesse in una convivenza siccome lui vive in Emilia Romagna per lavoro e scende una volta al mese ma a causa di problemi economici siamo ancora costretti ad aspettare.
Vorrei chiedere un vostro parere, dato che mi sento molto confusa, in ansia, ho paura.
Questa è la parola, ho paura e mi sento depressa.
Non riesco a provare più emozioni e il sentimento forte che provavo prima di questa ricaduta. Mi sembra di non conoscerlo o riconoscerlo più, non ricordo più i momenti passati insieme.
Inoltre, metto in dubbio la diagnosi della mia psicologa, chiedo costanti rassicurazioni e chissà se anche questo messaggio non sia un'altra richiesta di rassicurazioni.
Questi dubbi e queste sensazioni negative sono insopportabili, non riesco a lasciarmi andare per paura.

Attendendo una vostra risposta, vi porgo i miei più cordiali saluti e vi auguro buon lavoro.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione che sta vivendo. Come sostiene la collega dalla quale sta portando avanti percorso psicologico, la situazione scatenante potrebbe essere quella presentata. È stata brava comunque ad intercettare lei stessa lo schema che si è riattivato In modo tale da poterlo identificare e correggere. Si fidi del lavoro che sta portando avanti con la collega, si apra ed esprima direttamente a lei i suoi dubbi, vedrà che ne trarrà giovamento.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che sia più opportuno per lei continuare a confrontarsi con la psicologa che la segue, per evitare di confondersi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Cara utente, durante un percorso psicologico capita di dubitare, ma si affidi alla collega che la conosce e l'ha già aiutata in precedenza. Si lavora insieme e l'alleanza è il primo punto, ma anche fondamentale per la riuscita di una terapia.
Esponga tutti i suoi dubbi alla sua psicologa e vedrà che insieme troverete la soluzione.
Non serve che disperda le sue energie consultando troppi pareri.
In bocca al lupo e un caro saluto.
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Ne parli chiaramente con la psicoterapeuta che la segue. Affronti le sue paure e vedrà che riuscirà a fare chiarezza sui suoi sentimenti e sul suo futuro. Distinti saluti
Dott. Luca Gasparetti
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Corte Franca
Buongiorno, nella nostra vita molto spesso ci troviamo ad affrontare un bivio importante: fidarci di noi stessi e poggiare le nostre considerazioni sul piano di realtà, oppure, seguire la via delle preoccupazioni e creare scenari più o meno inquietanti. Il bivio di solito misura l'insicurezza di ciascuno: chi si fida meno di se stesso tende a seguire la strada delle preoccupazioni. Solitamente questa scelta provoca reazioni ansiose in quanto la nostra mente cerca di riportarci al piano di realtà per constatare come stanno le cose e come poter affrontare gli eventuali problemi. Purtroppo spesso, invece di considerare l'ansia come un segnale che ci avverte di un pericolo, la interpretiamo come un sintomo da combattere e questo genera ulteriore grado di paura. Siccome la conseguenza diretta della paura è il blocco e l'immobilismo emotivo ecco che non considerare il dato di realtà rischia di provocare quello che potremmo definire uno "stallo emotivo" dal quale abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti ad uscire. Lo psicologo va bene e se si trova bene con la sua psicologa si affidi ancora a lei, ma tenga presente che se non si rende conto che lei è la più grande risorsa per se stessa gli interventi terapeutici rischieranno di essere "toppe posticce". Forse dovrebbe riflettere su cosa prova per se stessa e cercare di avere stima della persona che è diventata e di quanto potrà ancora fare per se stessa. In bocca al lupo .
Dott.ssa Silvia Panella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, continui il percorso intrapreso con la collega che sicuramente sarà a conoscenza di tanti altri aspetti della sua storia oltre a quelli che lei ha qui riportato. Dal confronto con lei potrà sicuramente emergere una lettura più completa di quanto le sta accadendo ora. Da quanto scrive mi sembra che il percorso intrapreso fino ad oggi le abbia dato la possibilità di essere consapevole degli schemi che mette in atto in alcune situazioni. Cordiali saluti, dott.ssa Panella
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Psicologo, Psicologo clinico
Alessandria
Buongiorno, la sua psicologa conosce la sua situazione sicuramente meglio di tutti noi. Inoltre, è sempre bene non mescolare modalità di lavoro differenti. Quindi si affidi alla sua terapeuta; in fondo le è stata d'aiuto fino ad ora e non ha nulla di cui temere.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Buongiorno,
concordo con i colleghi nella necessità di affidarsi alla terapeuta che la segue e che la seguita fino ad oggi.

Da quanto Lei racconta, parla di dubbi, ossessioni e ansia... Quando nella nostra mente si presenta un dubbio indecidibile, che innesca interrogativi a cui non è possibile dare una risposta corretta e definitiva, si dovrebbe ricordare l’indicazione di Kant, filosofo della ragione: “Prima di sforzarsi di cercare le risposte si deve valutare la correttezza delle domande”.
Il rischio altrimenti, è quello di finire per costruire un gioco senza fine, in cui ogni tentativo di risposta, anziché sciogliere il dubbio, ne alimenterà di nuovi.
Kant suggeriva di formulare in maniera critica gli interrogativi, perché se ci si pone domande scorrette, si generano dei problemi irrisolvibili e si finisce inevitabilmente per soffrire.

Un caro saluto,
dr. Germi Sabrina

Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, anch'essi così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Dott.ssa Jessica Maranza
Psicologo, Psicoterapeuta
Urbino
Gentile Marialaura, quello che scrive è molto d'impatto per la profondità della sofferenza che esprime. Sentirsi impauriti, depressi e accorgersi che le proprie emozioni appaiono come raffreddate è un'esperienza che può mettere in grande difficoltà. D'altra parte, lei può contare sulla propria consapevolezza riguardo ai meccanismi che a volte tendono a prendere il sopravvento sulla sua libertà di vivere una vita piena e soddisfacente, e sul supporto di una psicoterapeuta che la conosce da tempo, e della quale potrebbe provare a fidarsi ancora una volta, come ha fatto in passato. Le auguro il meglio, dott.ssa Jessica Maranza
Dott.ssa Paola Tucci
Psicologo
Roma
Buongiorno, mi dispiace per il disagio che sta provando ma credo che debba continuare il lavoro con il collega che la segue.
Cordialmente
Dott.ssa Paola Tucci
Dott. Luca Milani
Psicologo
Como
Salve, rispettando i consigli dei miei colleghi, mi viene da dirle che, nel caso una terapia non porti agli esiti sperati dopo anni di tentativi è sempre possibile confrontarsi con il proprio terapeuta su questo o anche cambiare terapeuta.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno Marialaura,
le dirò anche io che è bene che lei prosegua il lavoro con la sua terapeuta, che la conosce e che già in passato le è stata di aiuto. Ogni "ricaduta", come lei la definisce, è un'occasione per fare un passo in più, per comprendere qualcosa in più. Insieme potrete affrontare la sua paura di lasciarsi andare, dopo avere capito meglio da che cosa la protegge.
Le auguro cose buone. Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott.ssa Valentina Maccioni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno, il mio consiglio è quello di parlare apertamente delle sue paure con la psicoterapeuta che la segue, per affrontare insieme la paura di lasciarsi andare e capire cosa prova. Cordialmente, dott.ssa Valentina Maccioni
Dott.ssa Giada Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve Marialaura,
Ha fatto bene a mio parere, a rivolgersi alla collega che l’ha seguito fin dal primo episodio, dato che può avere un quadro completo della situazione e può aiutarla meglio. Le consiglio solo di fidarsi della sua terapeuta, poiché solo in questo modo il lavoro sarà fruttifero.
Buona serata e in bocca al lupo
Dott.ssa Fabrizia Semeraro
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Buonasera Marialaura, lei dimostra molta consapevoelzza circa le dinamiche che si innescano nella sua relazione di coppia, ma forse non basta per provare a fare una esperienza in cui può fidarsi e affidarsi completamente all'altra persona. Certi nodi hanno bisogno di tempo per essere sciolti ed è giusto che si rivolga alla collega per continuare il lavoro iniziato insieme. Nel caso in cui nutrisse dei dubbi sul percorso potrebbe sempre parlarne con la sua terapeuta e capire come procedere. Cordialmente Dott.ssa Semeraro
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Marialaura buongiorno e grazie per aver parlato con noi della sua difficoltà. Il consiglio migliore che possa darle è quello di aver fiducia nel lavoro che sta svolgendo con la sua terapeuta. Ne parli, si apra e si dia tempo e insieme proverete a dare un significato alla sua paura ed alla sua tristezza. Cordialmente, Andrea Brumana
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Cara Marialaura,
Innanzitutto vorrei ringraziarti per aver condiviso la tua storia e le tue preoccupazioni con me. È evidente che tu stia attraversando un momento di grande confusione e sofferenza, e posso capire quanto sia difficile per te vivere queste emozioni così intense.
Dal tuo racconto emergono diversi elementi che potrebbero contribuire alla tua attuale situazione. Innanzitutto, la tua storia di disturbo d'ansia e pensieri ossessivi riguardanti la tua relazione passata, che sembrano essersi ripresentati con la ricaduta attuale. È importante riconoscere i pattern e i meccanismi che si ripetono, e il fatto che tu abbia richiesto aiuto alla tua psicologa mostra una grande consapevolezza e volontà di affrontare la situazione.
Inoltre, la situazione familiare conflittuale e il rapporto con tua madre potrebbero essere delle fonti di stress e tensione che influenzano il tuo benessere emotivo. Anche l'aspettativa di vedere evolversi il tuo rapporto con il tuo ragazzo potrebbe essere un fardello emotivo aggiuntivo, soprattutto considerando le difficoltà pratiche che state affrontando a causa della distanza e dei problemi economici.
È comprensibile che tu stia provando paura, ansia e depressione in questo momento, ma è importante ricordare che queste emozioni sono parte del percorso e che è possibile affrontarle con il sostegno della tua terapista e con il tempo. È normale avere momenti di confusione e di dubbio nei rapporti, ma è importante lavorare su te stessa e sulle tue emozioni per superare queste difficoltà.
Ti consiglierei di continuare il percorso terapeutico con la tua psicologa, di esplorare insieme a lei le tue emozioni, i tuoi pensieri e i tuoi dubbi, e di lavorare sulla tua autostima e sulle tue paure. Inoltre, potresti valutare l'opportunità di coinvolgere anche il tuo ragazzo nel percorso terapeutico, per affrontare insieme le difficoltà della vostra relazione e le vostre aspettative per il futuro.
Ricorda che è importante prenderti cura di te stessa, di ascoltare le tue emozioni e di non avere paura di chiedere aiuto quando ne hai bisogno. Se senti che la terapia non sta dando i risultati desiderati, potresti valutare anche l'opzione di consultare un altro professionista per avere un parere aggiuntivo.
Ti auguro davvero di cuore di trovare la serenità e la pace interiore che meriti, e di superare questa fase difficile con forza e determinazione. Se hai bisogno di ulteriori consigli o supporto, non esitare a contattarmi. Ti mando un abbraccio virtuale e ti auguro tutto il meglio per il tuo percorso di guarigione e crescita personale. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di consultazione.
Dott. Cordoba
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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Cara Marialaura, grazie per aver condiviso in modo così aperto ciò che stai attraversando. Posso immaginare quanto possa essere difficile affrontare queste ondate di dubbi e incertezze, soprattutto dopo aver già fatto tanto lavoro per superarle in passato. È naturale che, davanti a una nuova ricaduta, tu possa sentirti confusa, impaurita e persino scoraggiata. Ti assicuro che non sei sola in questo: il disturbo d'ansia, specie quando si manifesta con pensieri ossessivi riguardo alla relazione, può far sentire bloccati e può far vacillare le nostre sicurezze più profonde. Quello che stai descrivendo (questa sorta di “intorpidimento” emotivo e questa difficoltà a ricordare momenti felici con il tuo ragazzo) è un fenomeno comune in chi sperimenta un’ansia relazionale. L’ansia tende a focalizzarsi su ogni possibile incertezza, distorcendo le nostre percezioni e rendendo difficile fidarsi delle nostre emozioni. Come hai osservato, è uno schema che conosci già, ma proprio perché l’hai affrontato prima, possiamo considerare questa ricaduta come parte di un processo di crescita. Non significa che i tuoi progressi siano stati annullati, ma che probabilmente hai bisogno di qualche nuova risorsa per far fronte alla stanchezza e alle difficoltà attuali. Questa volta ci sono nuovi fattori di stress: la distanza dal tuo ragazzo, il desiderio di una vita più stabile insieme, le pressioni della tesi, e il rapporto complesso con tua madre. Tutti questi elementi possono avere un impatto importante sul tuo equilibrio e contribuire ad aumentare il carico emotivo che già stai affrontando. È normale che il bisogno di rassicurazioni sia più forte in questo momento, ma prova a ricordare che il valore della tua relazione e dei tuoi sentimenti non cambia a causa dell’ansia. Sono reazioni temporanee, anche se intense. Per affrontare questa fase, potrebbe essere utile concentrarti su due aspetti. Da una parte, continua a lavorare su tecniche che ti aiutino a distanziarti dai pensieri ossessivi: nel momento in cui arrivano, prova a non combatterli attivamente ma piuttosto a osservarli con curiosità, come se fossero una reazione naturale e non una minaccia. Dall’altra, ricordati che prendersi una pausa per riposare è essenziale. La tua mente ha bisogno di tempo e spazio per recuperare da questi carichi emotivi. Riconoscere questi dubbi come una manifestazione dell’ansia e accettarli per quello che sono può permetterti di non sentirti così bloccata da essi. Non è un cammino lineare, e le ricadute non sono segno di debolezza, ma parte di un processo. Avere il coraggio di chiedere aiuto (anche semplicemente cercando un’opinione come stai facendo ora) è un segnale di grande forza e di voglia di stare bene. Dai valore al fatto che, nonostante la paura e la confusione, stai continuando a prenderti cura di te stessa e del tuo benessere. Concediti il tempo di cui hai bisogno per riscoprire la serenità e la sicurezza nella tua relazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Giulia Scattareggia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Villa Guardia
Gentilissima Marialaura, mi dispiace per la fatica che sta sperimentando, che emerge chiaramente dal suo scritto. Penso sia un bene che sia seguita da una collega. Per cui proverò a darle solo qualche spunto di riflessione. Lei ha descritto molto bene il disagio che sperimenta e mi chiedevo quanto sia riuscita ad individuarne le motivazioni. Cioè mi domanderei come mai fa così tanta fatica a viversi il suo amore per quest'uomo? Sembra che faccia fatica a sentirsi autonoma, solida sulle sue gambe. La continua ricerca di rassicurazioni su ciò che prova ne è un esempio. E come mai sperimenta questa difficoltà e si trova pertanto in balia di queste ansie e incertezze? Trovo che sia significativo che il tutto riemerga in un momento di vita delicato: sta per laurearsi, immagina una vita con il suo compagno, sta per spiccare il volo dal nido. Questo non è mai un passaggio semplice. È denso di sgnificati, diversi per ognuno di noi. Penso sarebbe interessante approfondire queste tematiche e sfruttare questo riemergere delle difficoltà, come una grande occasione per prendere finalmente in mano la sua vita, sentirsi solida sulle proprie gambe e godersi ciò verrà. Le auguro ogni bene.
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao Marialaura, grazie per aver condiviso la tua esperienza.

Quello che stai vivendo sembra un processo piuttosto comune, soprattutto nelle persone che hanno sperimentato l’ansia ossessiva e la paura di perdere qualcuno che amano, come nel tuo caso. È importante riconoscere che quello che descrivi potrebbe essere una ricaduta di un disturbo d'ansia, che può presentarsi in modo simile ad altri episodi precedenti. La confusione, la paura e l’incapacità di provare emozioni potrebbero essere manifestazioni tipiche legate all'ansia, ma anche al fatto che stai affrontando situazioni di stress (come il litigio, la distanza con il tuo ragazzo e il lavoro sulla tesi, oltre alla situazione familiare) che possono intensificare questi sintomi.

Il fatto che tu riconosca lo schema di pensieri che hai vissuto in passato è già un passo positivo, perché significa che sei consapevole del meccanismo che si ripete. Essere consapevoli del ciclo dei pensieri ossessivi è fondamentale per affrontarli. Il conflitto con il tuo ragazzo e il desiderio di evolvere la relazione sono sicuramente fattori che mettono pressione, così come la situazione con tua madre che sembra agire come un fattore scatenante.

La paura che provi ora, combinata con la sensazione di non riuscire a provare emozioni o di non riconoscere il tuo partner, potrebbe anche essere una risposta al tuo stato di stress, che ti fa percepire la situazione in modo distorto. Questo non significa che l’amore non ci sia più, ma che in momenti di ansia, la percezione delle emozioni può essere offuscata. La stanchezza psicologica che descrivi è un altro segnale che il tuo corpo e la tua mente potrebbero essere sotto pressione, il che rende difficile sentire gioia, emozioni positive o anche la connessione che avevi in passato.

Chiedere rassicurazioni è un comportamento comune durante le fasi di ansia. Il fatto che tu riconosca questo ti aiuta, perché è un passo verso il controllo. La tua psicologa sembra aver confermato il meccanismo che conosci e che hai vissuto prima, il che è un buon segno che stai andando nella direzione giusta nel cercare di affrontarlo.

Il consiglio che ti posso dare è di cercare di essere gentile con te stessa e accettare che stai attraversando un momento difficile, ma che non necessariamente definisce la tua relazione. Il fatto che tu stia cercando aiuto e comprensione è positivo, e probabilmente ti servirà per trovare più chiarezza nelle tue emozioni e nelle tue decisioni. Non essere troppo severa con te stessa per la difficoltà di provare emozioni o di sentirti distante. Potrebbe essere solo un momento, e non è detto che la tua relazione o il tuo sentimento siano in crisi permanente.

Se senti che il livello di ansia è troppo forte o che ti impedisce di progredire nella terapia, potrebbe essere utile valutare anche un eventuale supporto farmacologico che può essere discusso con la tua psicologa o con uno psichiatra. Questo non significa che sei debole o che non puoi farcela da sola, ma semplicemente che in alcuni momenti particolarmente difficili, un aiuto extra può aiutarti a gestire meglio il tutto.

Infine, un piccolo esercizio che potresti provare è concentrarti sul momento presente, cercando di apprezzare ogni singola interazione con il tuo ragazzo, senza cercare di anticipare o preoccuparti troppo del futuro. Questo può ridurre la sensazione di paura e ansia.

Ti auguro di riuscire a trovare la serenità che meriti e che stai cercando. Spero che tu possa trovare le risorse interne ed esterne per superare questo periodo difficile.
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Aver riconosciuto il bisogno di aiuto ed essersi rivolta ad un professionista è stata sicuramente un'ottima decisione da parte Sua.
La Sua psicologa, conoscendoLa da tempo, potrà senza dubbio aiutarLa ad affrontare questa ennesima ricaduta.
Si fidi del processo e delle Sue capacità di affrontarlo.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile Marialaura,
dalle sue parole emerge una grande consapevolezza del funzionamento del suo disagio: lei riconosce lo schema dei pensieri, la ciclicità delle ricadute e la paura che accompagna il dubbio — elementi che confermano quanto abbia già lavorato su di sé. Quello che sta vivendo ora è, con molta probabilità, una riattivazione dello stesso meccanismo ansioso, innescata da un periodo di forte stress emotivo e da una situazione di incertezza relazionale e di vita.

Nei disturbi d’ansia con componente ossessiva legata alla relazione, il pensiero (“lo amo davvero?”, “e se non provassi più niente?”) non è mai una reale perdita di sentimento, ma un tentativo della mente di controllare la paura di perderlo o di non sentirsi all’altezza. È come se la mente, spaventata dal dolore e dalla mancanza di controllo, si anestetizzasse e cercasse conferme logiche per placarsi.

Può esserle utile ricordare che:

la sensazione di “non provare più nulla” è una forma di difesa tipica dell’ansia e della stanchezza psicologica, non un segnale di disamore;

il bisogno di rassicurazioni fa parte del meccanismo stesso, ma le conferme esterne — anche se momentaneamente calmanti — non interrompono il circolo ansioso;

accettare la paura, osservarla e restare in contatto con le sensazioni del corpo (respirazione, grounding, movimento) aiuta a riattivare gradualmente la parte emotiva bloccata.

Continui il lavoro con la sua terapeuta: la direzione è già quella giusta. Più che cercare risposte razionali sul sentimento, il passo sarà restare nella paura senza darle il potere di decidere per lei, finché le emozioni potranno tornare a scorrere in modo naturale.


Dott.ssa Sara Petroni

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