buongiorno, ho 18 anni e non sono mai stata da uno psicologo, i miei quando ho tentato di chiedergli

23 risposte
buongiorno, ho 18 anni e non sono mai stata da uno psicologo, i miei quando ho tentato di chiederglielo mi hanno detto mio papà che non aveva tempo di ascoltare, mia mamma ha provato ad improvvisarsi lei dottoressa perché pensava si trattasse di una sciocchezza, una fissa mia. tutto ciò mi ha portata a sfidarmi se si può dire così, ascoltare me stessa il più possibile e cercare di diventare più autocosciente ed autocritica giorno dopo giorno e ne sono contenta. c’è stato però un periodo della mia vita (circa i due anni passati) dove non sapevo più cosa pensare, l’unica cosa che mi veniva in mente (essendomi informata) era il disturbo borderline di personalità. stavo davvero male. oggi sto meglio, ma a volte emergono ancora strane cose e ci sono giorni in cui mi sento come a quel tempo e dire a qualcuno ciò che pervade le mie membra mi piacerebbe, come oggi. non voglio essere lunga, le cose principali e che ritengo più rilevanti da dire sono le seguenti:
tutti dicono “i social nascondono, non sono realtà” e per certi aspetti è assolutamente così, ma se sui social per me è facile impormi e far capire chi sono e cosa penso questo nella realtà mi viene davvero difficile. (in realtà son convinta che questo sia dato dal fatto che mia mamma tende a sminuire i miei discorsi da quando ho iniziato a farne) il punto è che su instagram eccetera mi baso su un qualcosa di certo, mi sento 100% concreta nella mia interezza, mentre nella realtà le cose reali sembrano dimezzarsi e io non mi comando più, sono impaurita e in balia di dei giudizi, di tutto.
sono versatile nelle relazioni, cosa che sembrerebbe anche carina ma che a me fa sentire sempre come se mi annullassi un po’. tendo a cambiare modi in base a chi mi trovo davanti. è forse come un’inconscia sorta di voler mettere gli altri a proprio agio vista la mia sensibilità davvero alta, ma è la cosa che capisco meno e che sopporto meno. non me ne rendo più di tanto conto al momento, ma spesso a fine conversazione mi chiedo “ma cos’ho appena detto?” è frustrante il venir meno in favore altrui.
nella vita (probabilmente anche per il punto sopra) non riesco proprio a capire come vengo percepita dall’esterno. questo mi destabilizza abbastanza.
ho delle idee/pensieri di cui sono fermamente convinta. poi magari ascolto un po’ di musica classica, leggo qualcosa di Sylvia Plath e boom. i pensieri vengono scardinati e ribaltati completamente.
voglio scoprire, viaggiare, sono così innamorata del vivere che a volte penso, sull’autobus, che qualsiasi cosa possa succedere non mi toglierà mai tale sentimento, inscalfibile, e di essere la ragazza più fortunata del mondo.
a distanza di qualche ora capita che i miei pensieri si facciano bui. perché questo mondo è ormai troppo superfluo e io non riusciró a far comprendere una virgola del mio cuore, e allora che senso ha?

sono alquanto irrazionale come ragazza, e il fatto tutto ciò tenda a spaventarmi così credo sia indice del livello non bassissimo del problema.
sono giovane, emotiva e contengo moltitudini il che mi porta ad avere una quantità di sfaccettature ancora difficili da reggere? oppure la mia sensibilità che ritenevo positiva si sta trasformando in una trappola mortale?
per quanto possibile vorrei solo venire “classificata”, perché sapere di avere un problema mi tranquillizzerebbe, mi sentirei meno fuori di testa. Sapere di non averlo anche, ma stare col dubbio non posso. Potrei avere un vostro parere?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione del disagio espresso e comprendo il disagio sperimentato. Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che le impediscono al benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Ciao mi permetto di darti del "tu" vista la tua giovane età. Comincio col dirti che trovo il tuo post molto interessante: nel leggerlo noto la capacità autocritica di cui parli. Sembra che tu abbia familiarità nel "pensarti" e nel porti tante domande sul tuo funzionamento: questo pone sicuramente delle buone basi per un lavoro terapeutico! Il tuo bisogno di essere "classificata" è sicuramente un punto cardine. Come mai nutri questo bisogno? Qual è il problema nel momento in cui non hai una cornice in cui rientrare? Se fossimo in terapia partirei probabilmente da qui. Ovviamente questo è uno spazio ristretto, che può al massimo venire incontro ad una richiesta, senza offrire uno spazio di lavoro. Se senti la necessità di iniziare un percorso psicologico, puoi provare a parlarne nuovamente con i tuoi genitori, spiegando a loro i motivi di questa tua decisione, anche solo parzialmente. Essendo tu maggiorenne non è necessario il loro consenso, ma immagino che tu non abbia la possibilità economica per poterti permettere un percorso in autonomia. Rimango a disposizione nel caso in cui volessi più informazioni. Cordialmente, dott. Simeoni
Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
Salve, è strano ma a volte guardarsi troppo dentro rende ciechi.
Se inoltre aggiungiamo che, come stai facendo da un pó di tempo, non fai vedere agli altri come veramente sei, come farai a conoscere come veramente sei?
Che fare? Ogni giorno affronta un piccolo rischio e fai vedere agli altri come sei.
Un caro saluto
Dott.ssa Federica Novella Riccardi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Aversa
Ciao :) per prima cosa realizza questo: i social sono un ' posto'', reale, esiste...ma è solo uno.
Come la scuola, come la palestra, come il parco dove incontri i tuoi amici, come la discoteca, il baretto e compagnia cantando.

Ne esistono tanti altri.
Non è detto che se sei forte su un social tu non possa esserlo altrove , nel mondo reale.

Seconda cosa: i pensieri che fai e che descrivi sono i tuoi pensieri. Li fai tu. Non ''sei'' tu.
E se ben rifletti, i pensieri sono l'unica cosa che possiamo controllare davvero.
Quindi, prova a distaccarti e guardare i tuoi pensieri come fossero tuoi prodotti e non come se fossero saldati a te inesorabilmente.

Dott.ssa Marina Colangelo
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente, mi permetto di darti del tu. Non voglio sminuire il disagio e la confusione che stai vivendo, ma mi sembra molto bella e ricca l'emotività che traspare nel tuo racconto.
Come tu stessa scrivi "sei giovane, emotiva con una quantità di sfaccettature difficili da reggere". E' proprio così, la sensibilità a volte spaventa, ma può diventare una grande risorsa nella tua crescita.
Io ti consiglio di parlarne nuovamente con i tuoi genitori e chiedere loro un supporto anche economico per richiedere un colloquio psicologico. Un percorso di psicoterapia con un professionista accogliente e non giudicante ti darebbe la possibilità di elaborare i tuoi vissuti, dare un senso alle emozioni che oggi ti sovrastano e ti aiuterebbe ad affrontare le difficoltà relazionali che vivi nella quotidianità.
Aumentare la tua autostima significa avere fiducia nelle risorse che hai a disposizione tra cui la tua sensibilità.
Resto a disposizione, un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che all'interno di una relazione terapeutica si possa costruire la forza necessaria a vivere il mondo reale con la stessa autenticità del mondo virtuale. Il perché dei suoi momenti bui vanno cercati con un professionista, da soli non si può fare. Per quanto sensibili e bravi a farsi delle domande. Provi a rivolgersi ad uno psicoterapeuta per un percorso di chiarezza, di crescita e di ascolto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Effettivamente un confronto con uno psicoterapeuta per una valutazione psicodiagnostica e un eventuale piano di supporto psicologico o psico terapia potrebbe giovarle. Nel frattempo può esserle di aiuto ascolta il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su diverse piattaforme on line.
E' un podcast rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia. Troverà informazione, approfondimenti e strumenti di auto aiuto per i momenti particolarmente difficili. Segua la pagina FB Le Stanze della Paura.
Buona giornata. Bruno Ramondetti
Buonasera, le riflessioni su di te e la consapevolezza di aver bisogno di aiuto e di voler modificare il tuo modo di vivere sia te stessa sia le situazioni/relazioni, è il primo passo importante per iniziare un percorso psicologico.
Prova a parlare apertamente con i tuoi genitori facendo loro capire il tuo bisogno, in relazione al malessere che senti. Potresti provare a parlare con la Asl di zona e verificare l'eventuale presenza di incontri gratuiti.
Resto cmq a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, la tua capacità di leggere alcuni parti di te è e sarà sicuramente una risorsa preziosissima per il resto della tua vita. Sentire il bisogno di mettere un po ordine, dare un nome alle cose, comprendere vissuti e modo di funzionare è sicuramente qualcosa che può affrontare in un percorso di terapia.
Provi a riparlane con i suoi genitori, nello stesso modo aperto e sincero che ha fatto qui con noi.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Marta Ferrari
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Gentile utente, i social sono una realtà e uno strumento prezioso di confronto e interazione con sè stessi e gli altri, allo stesso modo di altre realtà come la scuola, la palestra, etc... La grossa differenze è il senso di controllo che ci da interagire sui social: possiamo decidere che immagini di noi mostrare, possiamo rileggere e modificare quello che scriviamo, etc... insomma l'interazione sui social è mediata e questo può essere un modo per mettersi alla prova in modo meno angosciante, come racconti nella tua esperienza. Racconti poi che le esperienze "dal vivo" prevale il bisogno di sentirsi accettata dagli altri che esprimere te stessa. D'altro canto l'adolescenza è un'età di profondi cambiamenti fisici e psichici che richiedono tempo per imparare ad accettarli e a gestirli e che possono mettere in profonda crisi. Inoltre 18 anni è l'età in cui si diventa improvvisamente adulti legalmente (si può votare, si può guidare, finisce la scuola superiore), ma non lo si è automaticamente dentro di sè. Potrebbe essere utile approfondire, poichè i tuoi genitori non sembrano propensi ad un consulto da professionista privato, ti consiglio di informarti se sono presenti sportelli d'ascolto per adolescenti sul territorio della tua zona o a scuola.
Rimango a disposizione
Buona serata
Marta Ferrari
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

le sue riflessioni e i suoi dubbi meriterebbero uno spazio di riflessione ampio. Potrebbe pensare di iniziare una psicoterapia al fine di potersi prender cura di queste sue domande che hanno a che fare con la definizione di se e la percezione che ha di se stessa. Parla di un confine labile tra ciò che crede di essere e ciò che il mondo esterno le rimanda, come se per lei spesso le due cose fossero confuse. L'aiuto di un professionista potrebbe aiutarla nel ritrovare se stessa e nel trovare una consapevolezza che ad oggi manca, motivo delle sue perplessità e del suo malessere.
Resto disponibile anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Miriam Aiello
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera cara ragazza, le classificazioni diagnostiche servono fino ad un certo punto, si ricordi che ognuno di noi è unico nelle proprie sensibilità, peculiarità e modalità di relazionarsi con gli altri e ciò che ci circonda.
Un percorso di tipo psicologico credo potrebbe aiutarla a conoscersi meglio e ad integrare le diverse parti di sé che ha descritto.
Se desidera fare un lavoro su di sé di questo tipo provi a riparlarne con i suoi genitori e tenga presente che può rivolgersi anche ai centri di salute mentale sul suo territorio, per chiedere un consulto ad uno psicologo all'interno del servizio pubblico.
Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, un saluto,
Dott.ssa Aiello
Dott.ssa Daniela Chieppa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, i contenuti emersi sono diversi. Un percorso psicoterapeutico in questa fase della sua vita sarebbe molto utile per accompagnarla nel suo processo di crescita e di sviluppo personale ed emotivo.
Provi ad esporre in maniera chiara il suo bisogno ai suoi genitori altrimenti provi a rivolgersi ai servizi del suo territorio (consultori, centri di salute mentale).
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un saluto.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Dott.ssa Marina Costantini
Psicologo, Psicologo clinico
Colleferro
Buonasera, gentile ragazza, hai molte risorse dalle quali attingere. Per sapere di più su te stessa dovresti intraprendere un percorso in cui osservarti con un/una professionista che saprà aiutarti a mitigare le tue perplessità.
Rimango a disposizione. Dott.ssa M. Costantini.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao, capisco che stai attraversando un periodo di confusione e incertezza riguardo alla tua salute e al tuo benessere emotivo. È coraggioso da parte tua cercare di comprendere te stessa e di affrontare queste sfide.

È comprensibile che tu possa sentirti più a tuo agio nell'esprimerti e mostrare chi sei attraverso i social media, poiché ti permette di avere un controllo maggiore sull'immagine che presenti agli altri. Tuttavia, è importante bilanciare questa dimensione virtuale con la vita reale, poiché entrambe sono importanti per lo sviluppo di relazioni autentiche e significative.

Quanto alla tua tendenza a adattarti alle persone intorno a te, è possibile che tu cerchi di mettere gli altri a proprio agio e di evitare conflitti, il che può essere un tratto positivo. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra adattarsi agli altri e mantenere la tua autenticità. Imparare ad esprimere le tue opinioni e bisogni in modo assertivo può aiutarti a sentirsi più sicura e a mantenere la tua identità.

Riguardo ai cambiamenti di pensiero e umore che sperimenti, è comune avere fluttuazioni emotive, specialmente durante l'adolescenza e la giovane età adulta. Tuttavia, se queste fluttuazioni diventano intense e persistenti, potrebbe essere utile consultare uno specialista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per ottenere un'opinione professionale e un supporto specifico per le tue esigenze.

L'importante è non sentirti sola in tutto questo. Hai già intrapreso un percorso di auto-esplorazione e hai cercato il supporto di una psicologa, il che è un passo positivo verso il benessere. Continua a lavorare con il professionista che hai scelto, discutendo di tutte le tue preoccupazioni e sintomi. Solo uno specialista sarà in grado di diagnosticare e offrirti un aiuto specifico.

Ricorda che sei una persona unica, con una gamma di emozioni e pensieri che ti definiscono. È importante avere pazienza con te stessa e accettare che attraverserai periodi di cambiamento e crescita. Con il tempo e con l'aiuto adeguato, sarai in grado di sviluppare una migliore comprensione di te stessa e trovare strategie per affrontare le sfide che incontri lungo il percorso.

Ti incoraggio a continuare a cercare supporto professionale e a parlare apertamente delle tue preoccupazioni e dei tuoi sentimenti. Ogni esperienza è diversa, e un professionista sarà in grado di fornirti un aiuto personalizzato per affrontare le tue difficoltà.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso di auto-esplorazione e ti incoraggio a perseverare nella ricerca di risposte e supporto.
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Dott.ssa Simona Pietrafesa
Psicologo, Psicologo clinico
Potenza
Gentilissima, ho letto le sue parole. Certamente, il dialogo è importante ma lo stesso con un professionista non può essere uguale a quello che s'intraprende con un genitore o con un amico, fermo restando la bontà delle intenzioni è anche una questione di ruoli e confini personali. Tutto questo perché a differire, oltre la formazione, è anche il predetto ruolo. Dopotutto gli aspetti appena descritti si abbracciano. Il comportamento è mosso da ciò che noi riusciamo a cogliere di noi stessi ma alcune dinamiche sono lontane dalla consapevolezza, ragione per cui fare da soli diventa rischioso. Penso che tutto ciò che prova o sente vada legittimato con attenzione. Intraprendere un percorso con un professionista può decisamente aiutarla a riconoscere se stessa e avere l'autostima tale da portare le sue opinioni con sé.
Resto a disposizione e l'abbraccio caramente.
Dott.ssa Simona Pietrafesa
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Prima di tutto, voglio complimentarmi con te per la tua capacità di introspezione e per il coraggio di esplorare e affrontare i tuoi sentimenti e le tue esperienze. La tua descrizione suggerisce una persona molto riflessiva e consapevole, che sta attraversando una fase di vita complessa, cosa assolutamente normale a 18 anni.

Ecco alcuni spunti di riflessione basati su ciò che hai condiviso:

Esplorazione dell'Identità: È comune a questa età sperimentare incertezze sull'identità e su come ci si relaziona con gli altri. La tua capacità di adattarti in diverse situazioni e con diverse persone può essere una forza, ma è importante mantenere un senso di sé coerente.
Sensibilità e Intensità Emotiva: Avere una sensibilità elevata può essere un dono, ma può anche portare a sentirsi sopraffatti dalle emozioni. Trovare un equilibrio è cruciale. La musica, la lettura, e l'arte in generale possono essere potenti catalizzatori di emozioni e riflessioni.
Ricerca di Conferme e Classificazioni: La necessità di avere una "classificazione" o un'etichetta per i tuoi sentimenti è comprensibile, ma è anche importante ricordare che l'esperienza umana è incredibilmente sfaccettata e non sempre rientra in categorie ben definite.
Gestione dei Cambiamenti di Umore: Fluttuazioni significative nell'umore e nei pensieri possono essere fonte di stress. È importante trovare strategie per gestire questi cambiamenti, come praticare mindfulness, tenere un diario, o dedicarsi ad attività che trovi stabilizzanti e gratificanti.
Supporto Professionale: La decisione di cercare il supporto di uno psicologo o di un altro professionista della salute mentale potrebbe essere molto utile. Può offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi pensieri e sentimenti in modo più strutturato e supportato.
Comunicazione con i Genitori: Potrebbe essere utile trovare un modo di comunicare con i tuoi genitori le tue necessità di supporto, forse con l'aiuto di un altro adulto di fiducia o un professionista.
Ascolta Te Stessa: Continua ad ascoltare i tuoi bisogni e i tuoi sentimenti. Se senti che la tua sensibilità o le tue emozioni stanno diventando troppo difficili da gestire, non esitare a cercare aiuto.
Ricorda, ogni persona è unica nel suo modo di vivere ed elaborare le esperienze. Non esiste un modo "giusto" di essere e sentirsi. Prenderti cura di te stessa, sia a livello emotivo che psicologico, è la cosa più importante.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara ragazza, comprendo la tua confusione e le sfide che stai affrontando. La tua autoconsapevolezza e l'autocritica sono segni positivi di crescita personale. Potrebbe essere utile consultare uno psicologo per ottenere una valutazione professionale delle tue esperienze e dei tuoi pensieri. La tua sensibilità e la tua versatilità nelle relazioni possono essere esplorate in un contesto terapeutico per comprendere meglio te stessa e sviluppare una maggiore stabilità emotiva. Cerca un professionista che possa aiutarti. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Agnese Compagnucci
Psicologo, Psicologo clinico
Jesi
Salve, grazie per aver aver condiviso una pezzetto di sé con noi. Penso che lei abbia bisogno di essere ascoltato e penso che il FAI-DA-TE, auto-diagnosticandosi disturbi e patologie, sia sempre dannoso. Ognuno di noi è un individuo a sè e le singole informazioni che siti internet possono fornire non sono sufficienti, non sono assolutamente attendibili. Se senti questo bisogno di essere compreso, di capire cosa ti sta succedendo, hai diritto di soddisfare questa necessità rivolgendoti però a professionisti.
Qualora volessi, mi offro disponibile per farle un primo incontro conoscitivo dove potrà comprendere se si sente a suo agio e compreso nella relazione con un professionista.
Un saluto, dott.ssa Agnese Compagnucci
Dott.ssa Valentina Merola
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, immagino quanto possa essere doloroso porsi tutti questi interrogativi, non trovarvi risposta e sentirsi confusi. Sicuramente la consapevolezza e la capacità di mettersi in discussione saranno strumenti preziosi nel tuo percorso di crescita. Sei in una fase di sviluppo delicata dove porsi delle domande sul tema identitario rappresenta un compito evolutivo importante. Credo che conoscersi all'interno di uno percorso terapeutico, avendo la possibilità di fare un' esperienza di condivisione, in uno spazio protetto e avulso dal giudizio, possa aiutarti a sentirti compresa e a snodare i tuoi dubbi legittimi. Potresti riconfrontarti con i tuoi genitori rispetto alla possibilità di intraprendere un percorso terapeutico, mettendo in luce il legittimo bisogno di avere uno spazio personale dove poter affrontare i temi che oggi ti fanno sentire confusa. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un saluto.
Dott.ssa Martina Breda
Psicologo
San Vendemiano
Buongiorno , personalmente trovo molto profondo e introspettivo quanto hai scritto a tal punto che penso possa far riflettere chiunque lo legga. Questa sensibilità e profondità che hai è un dono che devi custodire e proteggere, e mi rendo conto che in questa società in cui viviamo ci sia poco spazio per farla emergere. Ma questo non significa che tu non possa essere te stessa e che non arriverà qualcuno che ti farà talmente sentire a tuo agio da poterla far vedere a pieno questo tuo lato anche nella vita reale ( oltre che nei social) . Detto questo ritengo che di questi tuoi dubbi potresti parlarne con qualcuno , come uno psicologo, che non essendo coinvolto direttamente nella tua vita, può essere in grado di ascoltarti in modo più mirato, ed aiutarti ad elaborare delle strategie per gestire questi pensieri negativi o eventualmente valutare quanto sono impattanti per te . Spero di aver risposto, ti auguro buona fortuna !
Ciao,
È normale sentire il bisogno di essere "classificata" o avere una risposta chiara quando si sta cercando di capire se stessi: dare un nome a ciò che si prova può aiutare a sentirsi meno soli, meno “sbagliati” o confusi. E il fatto che tu stia cercando di ascoltarti, di porti domande e di osservarti in modo così attento, è un segnale importantissimo di consapevolezza.

La tua esperienza racconta di momenti di grande luce e voglia di vivere, alternati ad altri più cupi e destabilizzanti: tutto questo merita ascolto e uno spazio sicuro in cui poter essere espresso senza paura di giudizi o semplificazioni. A volte, l’ambiente familiare può non essere pronto ad accogliere certe complessità, non per mancanza di amore, ma per difficoltà a comprendere. E questo può farci sentire ancora più isolati.

Quello che descrivi – il sentirti diversa a seconda delle persone, il bisogno di “adattarti”, la fatica a capire come vieni percepita, la rapidità con cui cambiano i tuoi pensieri e vissuti – può sicuramente generare confusione e stanchezza interiore. Ma non sei "fuori di testa". Sei una persona giovane, molto emotiva, e probabilmente stai cercando di contenere e dare forma a una ricchezza interiore che, se non condivisa e sostenuta, può diventare pesante da portare da sola.

Se senti che è il momento di parlarne davvero con qualcuno che ti ascolti senza pregiudizi, io ricevo anche su MioDottore, e sarebbe per me un piacere conoscerti meglio. Nessuno può dirti chi sei con una definizione netta in una sola volta – ma possiamo scoprirlo insieme, passo dopo passo, senza paura.

Con affetto,
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Cara utente,
le tue parole rivelano una grande profondità e consapevolezza di te stessa, qualità rare alla tua età. Da come scrivi, si percepisce il bisogno di capire e dare un nome a ciò che provi, ma anche la fatica di convivere con emozioni che cambiano rapidamente e che a volte sembrano troppo intense per essere gestite.

Il modo in cui descrivi le oscillazioni — tra entusiasmo e vuoto, tra desiderio di esprimerti e paura del giudizio — è qualcosa che molte persone sensibili sperimentano, soprattutto nel passaggio all’età adulta, quando l’identità è ancora in costruzione. Non è detto che questo indichi un disturbo come quello borderline: molto spesso è la conseguenza di una sensibilità profonda, unita al bisogno di riconoscimento e autenticità, che in un contesto familiare poco accogliente o invalidante può generare confusione e insicurezza.

La tua “versatilità nelle relazioni” non è un difetto, ma un modo — forse un po’ faticoso — di cercare connessione con gli altri. È come se la tua empatia fosse così forte da spingerti, senza accorgertene, ad adattarti per sentirti accettata. L’obiettivo, col tempo, sarà imparare a restare te stessa anche quando temi di non piacere: è un processo che si costruisce, non qualcosa che devi già saper fare.

Il fatto che tu desideri comprenderti, e che tu sappia esprimere tutto questo con tanta lucidità, è già parte della soluzione. Ti incoraggio con tutto il cuore a rivolgerti a uno psicologo, non perché tu sia “fuori di testa”, ma perché meriti di dare ordine e voce a tutto ciò che senti — senza il timore di essere giudicata.

A volte non serve una “classificazione”, ma uno spazio in cui sentirsi finalmente ascoltati per ciò che si è, senza doversi tradurre o semplificare.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa

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