Buongiorno, faccio già psicoterapia e credo sia molto sopravvalutata, tuttavia sento molta tristezza
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Buongiorno, faccio già psicoterapia e credo sia molto sopravvalutata, tuttavia sento molta tristezza nel tempo che passa, l'aumento della stanchezza, ora ho 41 anni e il fatto che diventi sempre più brutto esteticamente. In un mondo dove l'estetica, soprattutto per piacere alle donne conta molto e hanno anche tante pretese (ad esempio viaggi o mangiare fuori mentre io soffro di dispepsia cronica), mi trovo in difficoltà, non avendo mai avuto relazioni sentimentali e vedendo il tempo che gioca contro di me. Ho già sofferto di depressione.
Parlare con la psicoterapeuta e cambiarne almeno una decina in 20 anni non ha risolto nulla, nel senso che secondo me la risoluzione sarebbe quando trovo una relazione con una ragazza, ma finora non è mai capitato (sono anche vergine) e ormai sono vecchio per molte donne più giovani. Vi prego di non rispondere riferendovi alla vostra esperienza e a ciò che succede nel vostro cerchio sociale, da me non c'è tutta questa facilità di conoscenza. Di mio, fino ad ora non son mai piaciuto alle ragazze.
Parlare con la psicoterapeuta e cambiarne almeno una decina in 20 anni non ha risolto nulla, nel senso che secondo me la risoluzione sarebbe quando trovo una relazione con una ragazza, ma finora non è mai capitato (sono anche vergine) e ormai sono vecchio per molte donne più giovani. Vi prego di non rispondere riferendovi alla vostra esperienza e a ciò che succede nel vostro cerchio sociale, da me non c'è tutta questa facilità di conoscenza. Di mio, fino ad ora non son mai piaciuto alle ragazze.
Buongiorno,
Comprendo il senso di frustrazione e sconforto che sta vivendo. Sentirsi bloccati in una situazione che sembra non cambiare nonostante gli sforzi può essere molto doloroso. Il desiderio di una relazione affettiva è naturale, e il fatto di non averla ancora trovata non significa che non sia possibile per lei. Tuttavia, quando si collega la propria felicità esclusivamente alla possibilità di avere una relazione, si rischia di entrare in un circolo di insoddisfazione continua.
Le difficoltà che riporta riguardo l'estetica, l'età e la percezione del valore che gli altri danno alle relazioni possono essere molto influenzate dal modo in cui si guarda a sé stesso e agli altri. L'insicurezza e l'insoddisfazione personale spesso possono rendere più difficile aprirsi agli altri in modo autentico e creare connessioni profonde. È comprensibile che dopo anni di tentativi e di percorsi terapeutici senza risultati concreti possa sentirsi scoraggiato, ma è anche possibile che il focus del lavoro su di sé necessiti di un approccio diverso.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a esplorare nuovi modi di vivere le relazioni e di vedere sé stesso, per trovare un benessere che non dipenda esclusivamente dall'ottenere una relazione, ma che parta prima di tutto da una maggiore accettazione e valorizzazione personale.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Comprendo il senso di frustrazione e sconforto che sta vivendo. Sentirsi bloccati in una situazione che sembra non cambiare nonostante gli sforzi può essere molto doloroso. Il desiderio di una relazione affettiva è naturale, e il fatto di non averla ancora trovata non significa che non sia possibile per lei. Tuttavia, quando si collega la propria felicità esclusivamente alla possibilità di avere una relazione, si rischia di entrare in un circolo di insoddisfazione continua.
Le difficoltà che riporta riguardo l'estetica, l'età e la percezione del valore che gli altri danno alle relazioni possono essere molto influenzate dal modo in cui si guarda a sé stesso e agli altri. L'insicurezza e l'insoddisfazione personale spesso possono rendere più difficile aprirsi agli altri in modo autentico e creare connessioni profonde. È comprensibile che dopo anni di tentativi e di percorsi terapeutici senza risultati concreti possa sentirsi scoraggiato, ma è anche possibile che il focus del lavoro su di sé necessiti di un approccio diverso.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a esplorare nuovi modi di vivere le relazioni e di vedere sé stesso, per trovare un benessere che non dipenda esclusivamente dall'ottenere una relazione, ma che parta prima di tutto da una maggiore accettazione e valorizzazione personale.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
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Gentilissimo,
avverto tanta frustrazione accumulata per tanti anni di terapia che sembrano essere stati inconcludenti. Sarebbe interessante capire che tipo di approccio hai scelto perchè quello integrato potrebbe esserti utile adottando diversi canali d'ingresso al problema portato dal paziente. Mi pare che l'enfasi che dai all'aspetto esteriore e alla tua età possano però alimentare la tua chiusura, come se tutto fosse già finito. A 41 a sei ancora giovane e la vita è uno spazio che se rimani attivo, aperto ad abitarla, ha ancora molto da darti. Lavorerei con la psicoterapia sul potenziamento del tuo valore personale, sul potenziamento delle abilità sociali e della speranza.
Buona fortuna
avverto tanta frustrazione accumulata per tanti anni di terapia che sembrano essere stati inconcludenti. Sarebbe interessante capire che tipo di approccio hai scelto perchè quello integrato potrebbe esserti utile adottando diversi canali d'ingresso al problema portato dal paziente. Mi pare che l'enfasi che dai all'aspetto esteriore e alla tua età possano però alimentare la tua chiusura, come se tutto fosse già finito. A 41 a sei ancora giovane e la vita è uno spazio che se rimani attivo, aperto ad abitarla, ha ancora molto da darti. Lavorerei con la psicoterapia sul potenziamento del tuo valore personale, sul potenziamento delle abilità sociali e della speranza.
Buona fortuna
Capisco la frustrazione, hai investito anni nella psicoterapia senza vedere risultati concreti, e questo ti porta a mettere in dubbio l’efficacia stessa del percorso. Inoltre, il tempo che passa ti fa sentire sempre più distante da ciò che desideri: una relazione, un’esperienza sentimentale e sessuale, una connessione con qualcuno che ti scelga e ti apprezzi. E tutto questo mentre il mondo attorno sembra richiedere requisiti che non senti di poter soddisfare.
Ti senti bloccato, come se il tuo valore fosse legato solo a ciò che non hai e come se ogni anno in più fosse un ostacolo maggiore. Il problema non è solo il desiderio di una relazione, ma il fatto che questa assenza stia minando la tua autostima e la tua visione di te stesso.
Hai detto che hai già sofferto di depressione e quello che descrivi adesso sembra ancora permeato da quel tipo di pensieri: sentirsi senza possibilità, senza margine di miglioramento, vedere il tempo come un nemico anziché come un’opportunità. Non ti dirò che “c’è sempre speranza” o che “le cose accadono quando meno te lo aspetti”, perché so che queste frasi non aiutano. Ma quello che posso dirti è che il tuo valore non dipende dall’aver avuto o meno esperienze sentimentali o sessuali. E, per quanto il mondo sia pieno di persone che sembrano avere più chance, ci sono anche tante persone che si trovano in situazioni simili alla tua.
Se le terapie finora non ti hanno dato risultati, hai mai provato un approccio più concreto e pratico? Magari lavorando su aspetti specifici come la fiducia in te stesso nelle interazioni, la gestione delle emozioni e l’esposizione graduale a nuove esperienze? Hai mai considerato gruppi di socializzazione o attività che ti mettano in contatto con nuove persone senza la pressione immediata del dover piacere a qualcuno? Potresti anche valutare un terapeuta con un focus specifico sulla costruzione delle relazioni, che lavori su aspetti più pratici invece che solo sull’analisi interiore.
Capisco il tuo punto di vista, ma forse non è troppo tardi per lavorare su questi aspetti e cambiare la narrazione che hai su te stesso, un caro saluto
Ti senti bloccato, come se il tuo valore fosse legato solo a ciò che non hai e come se ogni anno in più fosse un ostacolo maggiore. Il problema non è solo il desiderio di una relazione, ma il fatto che questa assenza stia minando la tua autostima e la tua visione di te stesso.
Hai detto che hai già sofferto di depressione e quello che descrivi adesso sembra ancora permeato da quel tipo di pensieri: sentirsi senza possibilità, senza margine di miglioramento, vedere il tempo come un nemico anziché come un’opportunità. Non ti dirò che “c’è sempre speranza” o che “le cose accadono quando meno te lo aspetti”, perché so che queste frasi non aiutano. Ma quello che posso dirti è che il tuo valore non dipende dall’aver avuto o meno esperienze sentimentali o sessuali. E, per quanto il mondo sia pieno di persone che sembrano avere più chance, ci sono anche tante persone che si trovano in situazioni simili alla tua.
Se le terapie finora non ti hanno dato risultati, hai mai provato un approccio più concreto e pratico? Magari lavorando su aspetti specifici come la fiducia in te stesso nelle interazioni, la gestione delle emozioni e l’esposizione graduale a nuove esperienze? Hai mai considerato gruppi di socializzazione o attività che ti mettano in contatto con nuove persone senza la pressione immediata del dover piacere a qualcuno? Potresti anche valutare un terapeuta con un focus specifico sulla costruzione delle relazioni, che lavori su aspetti più pratici invece che solo sull’analisi interiore.
Capisco il tuo punto di vista, ma forse non è troppo tardi per lavorare su questi aspetti e cambiare la narrazione che hai su te stesso, un caro saluto
So che affrontare la tristezza legata al passare del tempo e a un senso di insoddisfazione riguardo alla propria vita, soprattutto in relazione alla sfera affettiva e all'aspetto fisico, può essere estremamente doloroso. È comprensibile che ti senta demotivato o in difficoltà, soprattutto quando il tuo desiderio di vivere una relazione sentimentale sembra rimanere insoddisfatto nonostante il tempo e gli sforzi.
Prima di tutto, voglio dirti che i tuoi sentimenti sono legittimi e che non c'è nulla di sbagliato nell'esprimere queste difficoltà. La solitudine e il desiderio di avere una relazione affettiva soddisfacente sono temi universali, e anche se è facile sentirsi isolati in questi momenti, le esperienze di chi vive sentimenti simili sono più comuni di quanto sembri.
Hai fatto riferimento alla psicoterapia e alla tua esperienza con vari professionisti, che purtroppo non ti ha portato ai risultati sperati. La sensazione di non essere riuscito a trovare una "soluzione" a questi temi, nonostante gli sforzi, è frustrante. Tuttavia, voglio sottolineare che il percorso terapeutico è un cammino che, a volte, può richiedere molto più tempo di quanto ci si aspetti, e non sempre porta a soluzioni immediate o risposte certe. In molti casi, la psicoterapia può aiutare ad esplorare la relazione con te stesso, migliorare l’autoconsapevolezza, e fornirti gli strumenti per affrontare e accettare le difficoltà in modo più equilibrato, ma non risolverà magicamente ogni aspetto della vita, soprattutto se il desiderio di trovare una relazione è così centrale per te.
Capisco anche il tuo disagio riguardo all'estetica, che sembra avere un peso importante nella tua vita sociale e nelle tue aspettative. In effetti, viviamo in una società che spesso dà molta importanza all'aspetto fisico, e questo può portare a sentimenti di inadeguatezza, specialmente quando ci si sente "fuori dal modello" che viene promosso dai media o dalle aspettative sociali. È importante riconoscere, però, che il valore di una persona non dipende esclusivamente dall’aspetto fisico, ma da molte altre qualità. La bellezza, infatti, è soggettiva e ogni individuo ha preferenze diverse. Anche se può sembrare che le relazioni sentimentali siano difficili da raggiungere in un mondo che sembra dare tanto peso all'aspetto esteriore, ci sono molte persone che cercano e apprezzano connessioni più profonde, che vanno al di là di ciò che è visibile.
In merito alla tua difficoltà nel creare relazioni sentimentali, mi sembra che tu stia vivendo una frustrazione derivante dal fatto che nonostante il desiderio di una relazione, questo non si è concretizzato. Essere vergine a 41 anni in una cultura che tende a giudicare il valore di una persona in base alle sue esperienze sentimentali o sessuali può fare sentire emarginati o inadeguati. Tuttavia, è importante capire che le esperienze sentimentali non hanno una "scadenza" e che non c'è una norma da seguire. Ogni persona ha il proprio percorso, che può essere diverso dagli altri.
Il fatto che tu non abbia avuto ancora una relazione sentimentale non significa che non sia possibile farlo in futuro. Potrebbe esserci ancora spazio nella tua vita per esperienze significative, anche se il cammino per arrivarci sembra difficile o irto di ostacoli. Il processo di costruire una connessione con qualcuno va al di là delle "età" e delle aspettative culturali, ed è possibile che tu possa incontrare una persona che ti apprezzi per quello che sei, al di là di tutte le tue percezioni di "difetti".
Detto questo, ti invito a non focalizzarti solo sul trovare una "soluzione" a questa solitudine attraverso una relazione. Esplorare altri aspetti della tua vita, come i tuoi interessi, passioni, o anche coltivare amicizie, potrebbe darti una soddisfazione e un senso di realizzazione che, seppur non direttamente legato a una relazione sentimentale, può arricchire la tua vita e renderla più appagante. La vita non è fatta solo di relazioni sentimentali, ma di esperienze che vanno a costruire il nostro benessere e la nostra autostima.
Infine, ti consiglio di continuare a riflettere su te stesso, anche se non sempre trovi risposte immediate. Parla con il tuo terapeuta di questi temi, ma cerca anche altre modalità per darti valore e sentirti apprezzato per quello che sei, senza dipendere esclusivamente dall’approvazione degli altri o dalle aspettative della società.
Le cose potrebbero non essere facili, ma credo che, con il giusto sostegno e l’autocura, tu possa trovare un modo per affrontare queste difficoltà in modo più equilibrato e meno pesante. Non sei "vecchio" e il tuo valore non dipende da ciò che hai vissuto fino ad ora, ma da chi sei e dalle tue possibilità future
Prima di tutto, voglio dirti che i tuoi sentimenti sono legittimi e che non c'è nulla di sbagliato nell'esprimere queste difficoltà. La solitudine e il desiderio di avere una relazione affettiva soddisfacente sono temi universali, e anche se è facile sentirsi isolati in questi momenti, le esperienze di chi vive sentimenti simili sono più comuni di quanto sembri.
Hai fatto riferimento alla psicoterapia e alla tua esperienza con vari professionisti, che purtroppo non ti ha portato ai risultati sperati. La sensazione di non essere riuscito a trovare una "soluzione" a questi temi, nonostante gli sforzi, è frustrante. Tuttavia, voglio sottolineare che il percorso terapeutico è un cammino che, a volte, può richiedere molto più tempo di quanto ci si aspetti, e non sempre porta a soluzioni immediate o risposte certe. In molti casi, la psicoterapia può aiutare ad esplorare la relazione con te stesso, migliorare l’autoconsapevolezza, e fornirti gli strumenti per affrontare e accettare le difficoltà in modo più equilibrato, ma non risolverà magicamente ogni aspetto della vita, soprattutto se il desiderio di trovare una relazione è così centrale per te.
Capisco anche il tuo disagio riguardo all'estetica, che sembra avere un peso importante nella tua vita sociale e nelle tue aspettative. In effetti, viviamo in una società che spesso dà molta importanza all'aspetto fisico, e questo può portare a sentimenti di inadeguatezza, specialmente quando ci si sente "fuori dal modello" che viene promosso dai media o dalle aspettative sociali. È importante riconoscere, però, che il valore di una persona non dipende esclusivamente dall’aspetto fisico, ma da molte altre qualità. La bellezza, infatti, è soggettiva e ogni individuo ha preferenze diverse. Anche se può sembrare che le relazioni sentimentali siano difficili da raggiungere in un mondo che sembra dare tanto peso all'aspetto esteriore, ci sono molte persone che cercano e apprezzano connessioni più profonde, che vanno al di là di ciò che è visibile.
In merito alla tua difficoltà nel creare relazioni sentimentali, mi sembra che tu stia vivendo una frustrazione derivante dal fatto che nonostante il desiderio di una relazione, questo non si è concretizzato. Essere vergine a 41 anni in una cultura che tende a giudicare il valore di una persona in base alle sue esperienze sentimentali o sessuali può fare sentire emarginati o inadeguati. Tuttavia, è importante capire che le esperienze sentimentali non hanno una "scadenza" e che non c'è una norma da seguire. Ogni persona ha il proprio percorso, che può essere diverso dagli altri.
Il fatto che tu non abbia avuto ancora una relazione sentimentale non significa che non sia possibile farlo in futuro. Potrebbe esserci ancora spazio nella tua vita per esperienze significative, anche se il cammino per arrivarci sembra difficile o irto di ostacoli. Il processo di costruire una connessione con qualcuno va al di là delle "età" e delle aspettative culturali, ed è possibile che tu possa incontrare una persona che ti apprezzi per quello che sei, al di là di tutte le tue percezioni di "difetti".
Detto questo, ti invito a non focalizzarti solo sul trovare una "soluzione" a questa solitudine attraverso una relazione. Esplorare altri aspetti della tua vita, come i tuoi interessi, passioni, o anche coltivare amicizie, potrebbe darti una soddisfazione e un senso di realizzazione che, seppur non direttamente legato a una relazione sentimentale, può arricchire la tua vita e renderla più appagante. La vita non è fatta solo di relazioni sentimentali, ma di esperienze che vanno a costruire il nostro benessere e la nostra autostima.
Infine, ti consiglio di continuare a riflettere su te stesso, anche se non sempre trovi risposte immediate. Parla con il tuo terapeuta di questi temi, ma cerca anche altre modalità per darti valore e sentirti apprezzato per quello che sei, senza dipendere esclusivamente dall’approvazione degli altri o dalle aspettative della società.
Le cose potrebbero non essere facili, ma credo che, con il giusto sostegno e l’autocura, tu possa trovare un modo per affrontare queste difficoltà in modo più equilibrato e meno pesante. Non sei "vecchio" e il tuo valore non dipende da ciò che hai vissuto fino ad ora, ma da chi sei e dalle tue possibilità future
Grazie per aver condiviso il suo vissuto e le sue preoccupazioni. Comprendo quanto possa essere frustrante sentire che il tempo passa senza trovare le risposte o i cambiamenti che desidera. È assolutamente legittimo provare tristezza e insoddisfazione quando le proprie aspettative e i propri desideri sembrano difficili da realizzare.
È chiaro che ha riflettuto a lungo sulla sua situazione e ha già intrapreso percorsi di supporto psicologico. Tuttavia, il fatto che non abbia ancora trovato una soluzione che la soddisfi non significa che non esista un modo per migliorare il suo benessere. La sofferenza emotiva legata all'autostima, alle relazioni e alla percezione di sé è complessa, e ogni persona ha un percorso unico per affrontarla.
Riconosco che il desiderio di una relazione sia per lei un aspetto centrale del suo benessere. Piuttosto che considerare il tempo come un ostacolo, potrebbe essere utile esplorare nuove strategie per entrare in contatto con persone che condividano i suoi valori e le sue esigenze. Le relazioni non si basano esclusivamente sull’aspetto estetico, ma anche sulla connessione emotiva, sulla compatibilità e sulla capacità di costruire un legame autentico.
Si dia possibillità di aumentare le sue opportunità di socializzazione, tenendo conto delle sue difficoltà e preferenze.
È chiaro che ha riflettuto a lungo sulla sua situazione e ha già intrapreso percorsi di supporto psicologico. Tuttavia, il fatto che non abbia ancora trovato una soluzione che la soddisfi non significa che non esista un modo per migliorare il suo benessere. La sofferenza emotiva legata all'autostima, alle relazioni e alla percezione di sé è complessa, e ogni persona ha un percorso unico per affrontarla.
Riconosco che il desiderio di una relazione sia per lei un aspetto centrale del suo benessere. Piuttosto che considerare il tempo come un ostacolo, potrebbe essere utile esplorare nuove strategie per entrare in contatto con persone che condividano i suoi valori e le sue esigenze. Le relazioni non si basano esclusivamente sull’aspetto estetico, ma anche sulla connessione emotiva, sulla compatibilità e sulla capacità di costruire un legame autentico.
Si dia possibillità di aumentare le sue opportunità di socializzazione, tenendo conto delle sue difficoltà e preferenze.
Buongiorno, mi dispiace sentire quello che dice sulla psicoterapia, ma potrebbe far parte di un suo atteggiamento centrale nei confronti della vita. Infatti, da come descrive la sua situazione più che non piacere alle donne, ho paura che lei non piaccia a se stesso e questo è proprio il modo migliore per non piacere a nessuno. Cosa significa "aumento della stanchezza a 41 anni?" sembra che stia dando voce a sintomi depressivi non curati o trascurati. La psicoterapia non è sopravvalutata semmai è il contrario, le persone pensano che basti andare dallo psicologo a parlare dei propri problemi, più spesso a lamentarsi, per poi stare bene. Sbagliato. Molte terapie si interrompono proprio quando la persona capisce le fatiche che deve fare per cambiare. E nel suo discorso non vedo disponibilità di cambiamento, tantomeno di messa in discussione. Non scambia questo mio scritto per una critica, è uno stimolo. Se i sintomi deprtessivi sono troppo intensi da permetterle di seguire un percorso di psicoterapia con profitto dovrebbe/potrebbe ricorrere ad un aiuto farmacologico. Dopodichè dovrebbe seriamente prendere in mano la sua vita, mi sembra abbia un atteggiamento troppo passivo, anche questo tende a farla rimanere nel suo stato.
Tirarsi fuori da un disturbo depressivo non è facile ma non è in una relazione d'amore che può trovare risposte esistenziali. Imparare ad amarsi e accettarsi per il suo aspetto e per i suoi limiti è un passaggio fondamentale. Buona fortuna!
Salve,
i temi qui riportati andrebbero affrontati in una psicoterapia. Il fatto che abbia cambiato diversi specialisti è il segnale che puntualmente qualcosa non funzioni. L'aspetto più importante di un percorso psicologico è rappresentato dalla alleanza terapeutica, ossia quel sentimento di fiducia che viene ad instaurarsi tra paziente e terapista. La sua sfiducia per se stesso e per il prossimo potrebbe spiegare come mai tutta questa difficoltà nei rapporti, inclusa la psicoterapia. Ad ogni modo la vita da sempre una altra possibilità; si dia l'opportunità di abbattere la barriera della sfiducia e si faccia aiutare, vedrà che con il tempo potrà predisporsi ad una vita sentimentale soddisfacente.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
i temi qui riportati andrebbero affrontati in una psicoterapia. Il fatto che abbia cambiato diversi specialisti è il segnale che puntualmente qualcosa non funzioni. L'aspetto più importante di un percorso psicologico è rappresentato dalla alleanza terapeutica, ossia quel sentimento di fiducia che viene ad instaurarsi tra paziente e terapista. La sua sfiducia per se stesso e per il prossimo potrebbe spiegare come mai tutta questa difficoltà nei rapporti, inclusa la psicoterapia. Ad ogni modo la vita da sempre una altra possibilità; si dia l'opportunità di abbattere la barriera della sfiducia e si faccia aiutare, vedrà che con il tempo potrà predisporsi ad una vita sentimentale soddisfacente.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno
Quanto da lei descrive andrebbe maggiormente approfondito esplorando alcune questioni quali: il rapporto tra le sue aspettative e le pressioni sociali, l’autoostima e auto accettazione, l’importanza che lei ripone sulle relazioni sentimentali, ricordando che esse non sono l'unica fonte di felicità e realizzazione. Infine sulla psicoterapia, continuerei a lavorare con un terapeuta per esplorare queste questioni e trovare nuove strategie per affrontarle.
Spero di esserle stato utile.
Cordiali saluti.
Quanto da lei descrive andrebbe maggiormente approfondito esplorando alcune questioni quali: il rapporto tra le sue aspettative e le pressioni sociali, l’autoostima e auto accettazione, l’importanza che lei ripone sulle relazioni sentimentali, ricordando che esse non sono l'unica fonte di felicità e realizzazione. Infine sulla psicoterapia, continuerei a lavorare con un terapeuta per esplorare queste questioni e trovare nuove strategie per affrontarle.
Spero di esserle stato utile.
Cordiali saluti.
Salve,
capisco la sua frustrazione e la fatica di aver cercato aiuto per anni senza vedere cambiamenti concreti. Quando il dolore nasce da una solitudine profonda e da relazioni mai vissute, è normale sentire che nulla ha davvero senso finché quel bisogno resta insoddisfatto.
L’approccio cognitivo-comportamentale può offrire strumenti pratici per lavorare su pensieri ricorrenti (“ormai è tardi”, “non piaccio a nessuno”) e comportamenti che, senza volerlo, alimentano l’isolamento. Anche se finora non è accaduto, una relazione autentica può ancora entrare nella sua vita, e la psicoterapia può diventare finalmente uno strumento per creare esperienze nuove, non solo per analizzare il passato.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
capisco la sua frustrazione e la fatica di aver cercato aiuto per anni senza vedere cambiamenti concreti. Quando il dolore nasce da una solitudine profonda e da relazioni mai vissute, è normale sentire che nulla ha davvero senso finché quel bisogno resta insoddisfatto.
L’approccio cognitivo-comportamentale può offrire strumenti pratici per lavorare su pensieri ricorrenti (“ormai è tardi”, “non piaccio a nessuno”) e comportamenti che, senza volerlo, alimentano l’isolamento. Anche se finora non è accaduto, una relazione autentica può ancora entrare nella sua vita, e la psicoterapia può diventare finalmente uno strumento per creare esperienze nuove, non solo per analizzare il passato.
Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Gentile utente la sfiducia, e forse anche la svalutazione della psicoterapia credo che abbia a che fare con le modalità cui tratta se stesso...
Per allargare la sua rete sociale, per approcciare alle donne, bisogna che senta di poterlo fare...essere in pace con quello che è le consentirà di trovare la giusta chiave relazione con gli altri
Saluti, dott.ssa Giuditta Di Meo
Per allargare la sua rete sociale, per approcciare alle donne, bisogna che senta di poterlo fare...essere in pace con quello che è le consentirà di trovare la giusta chiave relazione con gli altri
Saluti, dott.ssa Giuditta Di Meo
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo, ho letto con attenzione e continuo ad incoraggiarla sul fatto di proseguire la psicoterapia ed eventualmente valutare trattamento farmacologico per sostenere il tono dell'umore, che comunque giustifica la sua condizione. Malattie croniche come quella che vive lei, purtroppo comportano un grande senso di solitudine e riadattare persino la quotidianità. Mi sembra di percepire che lei sia molto focalizzato sul problema, ossia sul fatto che abbia piacere di avere una relazione sentimentale con una donna che non la giudichi e che la possa supportare in ciò che vive. Al giorno d'oggi, come lei dice è sempre più difficile, ma non impossibile. Se posso permettermi, la inviterei a riscoprire se stesso e a ritrovare fiducia nella sua persona, ricercando e coltivando interessi che possano appagarla. Sicuramente tutto ciò è stato oggetto di riflessione e discussione con il/la suo/a attuale terapeuta e sono convinta che spostare l'attenzione da ciò che le provoca disagio a ciò che ancora potrebbe essere e fare potrebbe aiutarla davvero. Si ricordi che lei è molto più della sua malattia- La saluto calorosamente
Gentile Amico,
ha ragione: la psicoterapia non funziona e non funzionerà, perché sta facendo la richiesta sbagliata. Sembra che voglia usare la terapia per avere una relazione sentimentale. Comprendo che lei ne senta il sacrosanto bisogno, ma la psicoterapia - nessuna psicoterapia - può farle trovare l'amore. Può farle comprendere meglio se stesso, incoraggiarla a correre dei rischi, accettare di essere ferito o fare i conti col timore di essere rifiutato. Ma non più di questo.
Vorrei chiederle di più e soprattutto farle una domanda: pensa davvero che una relazione potrebbe essere così importante per dare senso alla sua vita? non esiste solo l'amore romantico - esistono molti modi in cui possiamo sentire altri esseri umani vicini, dare e ricevere affetto.
Le auguro di dare tutto l'affetto che desidera, e di riceverlo!
con i migliori auguri,
dr. Ventura
ha ragione: la psicoterapia non funziona e non funzionerà, perché sta facendo la richiesta sbagliata. Sembra che voglia usare la terapia per avere una relazione sentimentale. Comprendo che lei ne senta il sacrosanto bisogno, ma la psicoterapia - nessuna psicoterapia - può farle trovare l'amore. Può farle comprendere meglio se stesso, incoraggiarla a correre dei rischi, accettare di essere ferito o fare i conti col timore di essere rifiutato. Ma non più di questo.
Vorrei chiederle di più e soprattutto farle una domanda: pensa davvero che una relazione potrebbe essere così importante per dare senso alla sua vita? non esiste solo l'amore romantico - esistono molti modi in cui possiamo sentire altri esseri umani vicini, dare e ricevere affetto.
Le auguro di dare tutto l'affetto che desidera, e di riceverlo!
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera, immagino il grande disagio di ciò che racconta, le consiglio prima di cambiare nuovamente terapeuta, quando inizierà a sentire questa “esigenza”, di parlarne proprio in terapia; potrebbe essere uno snodo importante.
Buongiorno,
la sua condivisione è molto sincera e dolorosa, e merita grande rispetto. Sentirsi soli, non visti, avere la percezione che il tempo stia "giocando contro" e che la sofferenza persista nonostante i percorsi terapeutici affrontati, può generare un senso profondo di sfiducia, tristezza e frustrazione.
Capisco la sua fatica nel vivere in un contesto in cui l’estetica sembra avere un peso determinante, soprattutto in una società che propone modelli spesso irraggiungibili e relazioni ideali che sembrano riservate a pochi.
La sua riflessione tocca un punto importante: il desiderio di connessione autentica e il bisogno umano di relazioni significative. È assolutamente legittimo sentire che una relazione possa rappresentare una via di sollievo e realizzazione. Tuttavia, la sofferenza che descrive sembra andare oltre la semplice assenza di una partner: parla anche di delusione, isolamento, fatica nel sentirsi riconosciuto e accettato per ciò che è.
In questi casi, più che la “giusta tecnica”, può essere importante incontrare uno spazio terapeutico dove non ci si senta giudicati o incasellati, ma accolti nella propria unicità, anche nei vissuti più dolorosi, magari lavorando non solo sul “cosa manca”, ma anche su “chi si è” e “che valore ci si riconosce”, al di là di ciò che si riceve dall’esterno.
Le auguro di non perdere la possibilità di incontrare, anche nel tempo, qualcuno che possa accompagnarla con delicatezza e rispetto nella complessità della sua esperienza.
Un caro saluto
la sua condivisione è molto sincera e dolorosa, e merita grande rispetto. Sentirsi soli, non visti, avere la percezione che il tempo stia "giocando contro" e che la sofferenza persista nonostante i percorsi terapeutici affrontati, può generare un senso profondo di sfiducia, tristezza e frustrazione.
Capisco la sua fatica nel vivere in un contesto in cui l’estetica sembra avere un peso determinante, soprattutto in una società che propone modelli spesso irraggiungibili e relazioni ideali che sembrano riservate a pochi.
La sua riflessione tocca un punto importante: il desiderio di connessione autentica e il bisogno umano di relazioni significative. È assolutamente legittimo sentire che una relazione possa rappresentare una via di sollievo e realizzazione. Tuttavia, la sofferenza che descrive sembra andare oltre la semplice assenza di una partner: parla anche di delusione, isolamento, fatica nel sentirsi riconosciuto e accettato per ciò che è.
In questi casi, più che la “giusta tecnica”, può essere importante incontrare uno spazio terapeutico dove non ci si senta giudicati o incasellati, ma accolti nella propria unicità, anche nei vissuti più dolorosi, magari lavorando non solo sul “cosa manca”, ma anche su “chi si è” e “che valore ci si riconosce”, al di là di ciò che si riceve dall’esterno.
Le auguro di non perdere la possibilità di incontrare, anche nel tempo, qualcuno che possa accompagnarla con delicatezza e rispetto nella complessità della sua esperienza.
Un caro saluto
Gentile Signore, le sue parole raccontano un dolore che ha messo radici nel tempo; un corpo che cambia, un desiderio che resta inascoltato, il senso di essere escluso da una promessa di pienezza che pare riservata agli altri.
Il fatto che abbia già cercato, più volte, con differenti terapeuti, dice qualcosa della forza con cui ha voluto credere nell’incontro. Eppure, non è arrivato.
Si chiede se non sia troppo tardi. Forse la domanda più profonda è se esista ancora uno spazio in cui potersi raccontare senza doversi giustificare.
La verginità, l’assenza di relazioni, la dispepsia, l’ombra della depressione; tutto questo compone un’esistenza che chiede ascolto, non soluzioni.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Il fatto che abbia già cercato, più volte, con differenti terapeuti, dice qualcosa della forza con cui ha voluto credere nell’incontro. Eppure, non è arrivato.
Si chiede se non sia troppo tardi. Forse la domanda più profonda è se esista ancora uno spazio in cui potersi raccontare senza doversi giustificare.
La verginità, l’assenza di relazioni, la dispepsia, l’ombra della depressione; tutto questo compone un’esistenza che chiede ascolto, non soluzioni.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Il dolore che racconti non è da poco, e non è una questione da affrontare il tuo disagio solo "a parole". La sensazione che la psicoterapia sia sopravvalutata, dopo tanti anni e tante esperienze non soddisfacenti, ha un suo senso: quando ci si affida più volte e non si sente un cambiamento reale nella propria vita, è normale provare sfiducia, amarezza, persino rabbia. È legittimo. Tuttavia gli psicologi non hanno la bacchetta magica.
Hai indicato quello che per te rappresenterebbe un reale sollievo: poter vivere una relazione affettiva. Ed è un desiderio profondamente umano, legittimo, che merita ascolto e rispetto. È importante però riconoscere che la psicoterapia non è uno strumento per "trovare la fidanzata", ma può aiutare a fare chiarezza su quali meccanismi, magari interiori o relazionali, ti hanno finora ostacolato in questo percorso. Meccanismi che a volte agiscono in modo così sottile da non essere evidenti nemmeno a noi stessi. Comprenderli non significa "curarsi" come se ci fosse qualcosa di rotto, ma iniziare a conoscersi meglio, a vedersi con occhi nuovi, ad accogliere le proprie vulnerabilità senza vergogna.
A volte, quando ci si sente esclusi a lungo da un’esperienza così importante come quella affettiva e sessuale, si crea dentro una ferita profonda, che può influenzare anche il modo in cui ci si guarda, ci si muove nel mondo, ci si relaziona agli altri. È lì che il lavoro psicologico può offrire qualcosa: uno spazio per capire come si sono costruite certe difese, certi modi di sentire e reagire, e da lì provare — quando si è pronti — a cambiare qualcosa, anche piccolo, per vedere se succede qualcosa di diverso fuori.
Non è un percorso facile, né veloce. è un "ballo da ballare in due" dove è il paziente a condurre. Il paziente deve porsi nella condizione di essere cuorioso delle proprie dinamiche interne anziché criticarle, esplorarle anziché cercare di mandarle via.
Capisco perfettamente il senso di stanchezza che può emergere dopo anni di tentativi che sembrano non portare risultati. Ma questo non significa che tu sia sbagliato, o che sia tardi. Solo che forse c’è ancora qualcosa da ascoltare di te, in un modo nuovo, più onesto, più libero da aspettative esterne. E questo può fare la differenza.
Hai indicato quello che per te rappresenterebbe un reale sollievo: poter vivere una relazione affettiva. Ed è un desiderio profondamente umano, legittimo, che merita ascolto e rispetto. È importante però riconoscere che la psicoterapia non è uno strumento per "trovare la fidanzata", ma può aiutare a fare chiarezza su quali meccanismi, magari interiori o relazionali, ti hanno finora ostacolato in questo percorso. Meccanismi che a volte agiscono in modo così sottile da non essere evidenti nemmeno a noi stessi. Comprenderli non significa "curarsi" come se ci fosse qualcosa di rotto, ma iniziare a conoscersi meglio, a vedersi con occhi nuovi, ad accogliere le proprie vulnerabilità senza vergogna.
A volte, quando ci si sente esclusi a lungo da un’esperienza così importante come quella affettiva e sessuale, si crea dentro una ferita profonda, che può influenzare anche il modo in cui ci si guarda, ci si muove nel mondo, ci si relaziona agli altri. È lì che il lavoro psicologico può offrire qualcosa: uno spazio per capire come si sono costruite certe difese, certi modi di sentire e reagire, e da lì provare — quando si è pronti — a cambiare qualcosa, anche piccolo, per vedere se succede qualcosa di diverso fuori.
Non è un percorso facile, né veloce. è un "ballo da ballare in due" dove è il paziente a condurre. Il paziente deve porsi nella condizione di essere cuorioso delle proprie dinamiche interne anziché criticarle, esplorarle anziché cercare di mandarle via.
Capisco perfettamente il senso di stanchezza che può emergere dopo anni di tentativi che sembrano non portare risultati. Ma questo non significa che tu sia sbagliato, o che sia tardi. Solo che forse c’è ancora qualcosa da ascoltare di te, in un modo nuovo, più onesto, più libero da aspettative esterne. E questo può fare la differenza.
La psicoterapia è sopravvalutata se si pensa che risolva problemi da sola. Da fuori è facile vedere l’intreccio delle problematiche che interagiscono. Stato depressivo,sentirsi brutto ed insignificante con incapacità di mantenere una relazione con un femminile ma soprattutto questo pessimismo di fondo che rovina tutto. Se sono riuscito ad infonderle un minimo di positività mi scriva un messaggio. Intanto buona serata.
Gentile utente,
mi dispiace leggere quanto dolore traspare dalle sue parolw. Comprendo la frustrazione di chi sente di aver investito tanto, anche in percorsi psicoterapeutici, senza vedere risultati concreti. Tuttavia, leggendo il suo messaggio, mi viene da pensare che la delusione verso la psicoterapia possa riflettere un atteggiamento più ampio, che riguarda anche il rapporto con se stesso e con la propria vita.
La percezione di sentirsi sempre più stanco, meno attraente, di avere meno energie a soli 41 anni, potrebbe essere la voce di un tono dell’umore basso, forse legato a una forma depressiva che, come lei stesso accenna, potrebbe non essere stata ancora affrontata pienamente o in modo efficace.
Riguardo alla psicoterapia, spesso non è solo una questione di efficacia in senso assoluto, ma di quanto ci si sia riusciti a lasciar coinvolgere nel processo. Non è raro che i percorsi vengano interrotti proprio quando iniziano a toccare i nodi più scomodi, quelli che richiedono impegno, fatica, cambiamento. In ciò che racconta non colgo una vera disponibilità a mettersi in gioco, eppure è proprio lì che può iniziare qualcosa di diverso.
Le mie parole non sono un rimprovero, ma un invito a guardare alla sua esperienza da una prospettiva nuova. Quando il peso del malessere è troppo forte, può essere difficile affrontare un lavoro psicologico con costanza e lucidità. In questi casi, un supporto farmacologico — valutato insieme a uno psichiatra — può offrire un sostegno importante, creando le condizioni per riprendere un percorso di cura più profondo e duraturo.
Credo che ci sia ancora molto che può fare per sé. Ritrovare fiducia, riattivarsi, iniziare a prendersi cura di sé anche attraverso piccoli cambiamenti può essere un buon punto di partenza. E forse, da lì, potranno nascere possibilità nuove, anche relazionali.
Resto a disposizione se desidera scrivermi ancora.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Gigli
mi dispiace leggere quanto dolore traspare dalle sue parolw. Comprendo la frustrazione di chi sente di aver investito tanto, anche in percorsi psicoterapeutici, senza vedere risultati concreti. Tuttavia, leggendo il suo messaggio, mi viene da pensare che la delusione verso la psicoterapia possa riflettere un atteggiamento più ampio, che riguarda anche il rapporto con se stesso e con la propria vita.
La percezione di sentirsi sempre più stanco, meno attraente, di avere meno energie a soli 41 anni, potrebbe essere la voce di un tono dell’umore basso, forse legato a una forma depressiva che, come lei stesso accenna, potrebbe non essere stata ancora affrontata pienamente o in modo efficace.
Riguardo alla psicoterapia, spesso non è solo una questione di efficacia in senso assoluto, ma di quanto ci si sia riusciti a lasciar coinvolgere nel processo. Non è raro che i percorsi vengano interrotti proprio quando iniziano a toccare i nodi più scomodi, quelli che richiedono impegno, fatica, cambiamento. In ciò che racconta non colgo una vera disponibilità a mettersi in gioco, eppure è proprio lì che può iniziare qualcosa di diverso.
Le mie parole non sono un rimprovero, ma un invito a guardare alla sua esperienza da una prospettiva nuova. Quando il peso del malessere è troppo forte, può essere difficile affrontare un lavoro psicologico con costanza e lucidità. In questi casi, un supporto farmacologico — valutato insieme a uno psichiatra — può offrire un sostegno importante, creando le condizioni per riprendere un percorso di cura più profondo e duraturo.
Credo che ci sia ancora molto che può fare per sé. Ritrovare fiducia, riattivarsi, iniziare a prendersi cura di sé anche attraverso piccoli cambiamenti può essere un buon punto di partenza. E forse, da lì, potranno nascere possibilità nuove, anche relazionali.
Resto a disposizione se desidera scrivermi ancora.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Gigli
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