Buongiorno, dopo molti molti anni di psicoterapia "classica" o comunque basata sull'eloquio per prob

20 risposte
Buongiorno, dopo molti molti anni di psicoterapia "classica" o comunque basata sull'eloquio per problemi che vanno dal rapporto con il mio corpo alle emozioni il sesso ed ai disturbi del'umore ho iniziato una terapia EMDR poiché eravamo con altri terapisti arrivati ad uno stallo relativo soprattutto forse eventuali traumi in età evolutiva. Pur essendo convinto dell'efficacia della terapia ho già eseguito circa 30 sedute alcune delle quali hanno utilizzato la tecnica alcune aimè si sono basate principalmente sull'eloquio. Il trauma con la T grande che il professionista cerca di trovare ad oggi non è emerso.. abbiamo lavorato su traumi a mio avviso minori ma comunque il problema principale per cui mi sono recato non è stato ne superato ne forse ne è stata "trovata" la causa. Vorrei chiedere un consiglio spassionato sull'opportunità di continuare la terapia/cambiare terapista o se questo è un iter classico dell'EMDR (mi era stato confermato fosse una terapia più breve che certo non risolveva le cose in 4 sedute ma neanche in 200). Mi rendo conto che con poche info non riusciate a darmi il feedback che cerco ma in qualche modo mi piacerebbe avere delle opinioni da professionisti del settore. Grazie infinite!
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua esperienza con sincerità e profondità.

Comprendo il suo senso di frustrazione rispetto a un percorso che, pur avendo previsto il ricorso all’EMDR per sbloccare alcune dinamiche profonde, non ha ancora portato al cambiamento desiderato. La sua domanda è assolutamente legittima.

In linea generale, l’EMDR può essere un trattamento molto efficace, soprattutto in presenza di traumi (grandi o piccoli) che hanno lasciato un'impronta nella memoria emotiva. Tuttavia, non esiste un numero fisso di sedute uguale per tutti: alcuni pazienti possono trarre benefici rapidi, mentre per altri il percorso richiede più tempo, anche perché emergono progressivamente vissuti, ricordi e temi che necessitano di essere elaborati. In questo senso, è vero che l’EMDR è pensato come trattamento focalizzato e relativamente breve, ma nella pratica clinica può affiancarsi a una psicoterapia più ampia, diventando parte di un percorso complesso.

È altrettanto importante sottolineare che non tutti i traumi sono necessariamente “grandi” o riconoscibili con facilità. Spesso i traumi relazionali o evolutivi, quelli che si ripetono nel tempo o che riguardano la sfera dell’identità, del valore personale o della sicurezza emotiva, non sono episodi singoli e clamorosi, ma esperienze prolungate e sfumate. Lavorare su questi piani richiede delicatezza, tempo e, a volte, una modulazione degli strumenti terapeutici.

Se, nonostante l’impegno e la costanza, ha la sensazione che la terapia stia ristagnando e che non vi sia una direzione chiara, può essere utile condividerlo apertamente con il suo terapeuta. Un confronto franco può fare chiarezza e rilanciare il percorso, o portare – con serenità e rispetto – a considerare la possibilità di un cambio, anche solo per ottenere una seconda opinione.

Infine, sì: il dubbio che sta vivendo è comprensibile e umano. Proprio per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, in modo da valutare insieme il momento attuale del suo percorso e le migliori prospettive future.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa







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Dott.ssa Sara Tagliabue
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ospitaletto
Buongiorno, anche io mi occupo di EMDR e provo a portare alcune riflessioni che a volte mi trovo a fare nel corso della terapia con i miei pazienti. L' EMDR è una modalità di intervento a mio avviso molto utile, ma non si sa dove ci porta quando lavoriamo con essa. Sappiamo che possiamo incontrare delle "difese" che ci impediscono di raggiungere certi ricordi. In questo caso il compito del terapeuta è cercare di comprendere la funzione di tali difese per ricevere da queste la "disponibilità" ad addentrarci in aree della memoria prima non accessibili. Lavorare sui traumi con la t minuscola non è però meno significativo ed anzi può contribuire ad attivare un cambiamento in linea con il raggiungimento di un maggior benessere, se i target che avete individuato sono comunque target che riconducono alle sue fatiche attuali. Spero di aver fornito qualche considerazione utile.
Un saluto
Sara Tagliabue
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, l emdr, in cui sono formata, è una delle tecniche e dal breve scritto che ha fatto, sembrerebbe una buona indicazione. Non necessariamente è più breve perché possono esserci sedute che richiedono elaborazioni più lunghe. Le posso però dire che la fase più importante è la prima, quindi l'inquadramento del caso e l individuazione degli eventi generatori. Ne parli con chi la segue, eventualmente cambi professionista ma ribadisco che l'indicazione, dopo approcci di altro tipo, è quella giusta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Chiara Tomassoni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno. Confermo che la terapia EMDR non è esclusivamente basata sulla tecnica, ma anche sulla terapia classica. Deve valutare come si trova con il suo terapeuta e se si trova bene continuare e fidarsi del emtodo, altrimwenti cambaire. Purtroppo ogni huovo terapeuta riparte dall'inizio, e i tempi possono essere brevi , ma non istantanei e soprattutto dipende molto da ciò che si deve elaborare e non sempre si può prevedere prima. Resto a sua disposizione
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Credo che il termometro non sia il numero delle sedute, ma come si sente Lei, se in salita o in discesa. Le grandi cose si risolvono con piccoli pasi, uno dopo l'altro.
Dott. Fabio di Guglielmo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno,
la Sua riflessione è intensa e profondamente legittima. A volte il percorso psicoterapico può somigliare al restauro di un affresco danneggiato: ci si concentra su una crepa evidente, sperando che sveli l’origine del deterioramento, ma sono le microfratture, diffuse e invisibili, ad aver incrinato l’insieme.
L’EMDR, pur efficace, non sempre trova il “trauma principe”. Ma ciò non equivale a un fallimento. Piuttosto, indica che la sofferenza potrebbe essere disseminata in forme più sottili, complesse, radicate nel tempo.
Porsi domande sul senso e sulla direzione del percorso è già un atto terapeutico.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Dott.ssa Tiziana Guidi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile paziente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta onestà il suo percorso terapeutico, così ricco e al tempo stesso carico di domande e aspettative legittime.

La sua riflessione è profondamente valida: è assolutamente comprensibile porsi dei dubbi dopo un numero significativo di sedute, soprattutto quando il cambiamento percepito non è ancora in linea con i motivi per cui ha cercato aiuto. Anche il fatto che si sia sentito in una fase di "stallo" in precedenti percorsi dimostra quanta consapevolezza abbia maturato sul proprio processo personale.

In merito all’EMDR, è importante sapere che pur essendo una terapia evidence-based e spesso più “rapida” rispetto ad altri approcci, non è sempre lineare né uguale per tutti. Non esiste un numero fisso di sedute, poiché molto dipende dalla complessità della storia individuale, dal grado di frammentazione o rimozione dei ricordi traumatici e dalla regolazione emotiva attuale. In alcune situazioni, il lavoro preliminare di stabilizzazione, consapevolezza corporea, alleanza terapeutica e raccolta di memoria può richiedere tempo, e può includere anche momenti più dialogici, che comunque fanno parte del processo.

Il fatto che finora siano emersi solo traumi “minori” non rende il lavoro meno significativo. Spesso è proprio attraverso l’elaborazione di questi eventi che il sistema interno si prepara a "permettere" l’accesso a vissuti più profondi. Non è raro che il trauma con la “T maiuscola” emerga solo dopo aver affrontato quelli con la “t minuscola”. A volte, invece, non esiste un solo trauma centrale ma un insieme di esperienze cumulative che agiscono come “micro-ferite”.

Detto questo, è più che legittimo chiedersi se la direzione intrapresa sia ancora utile. Porsi domande sulla prosecuzione della terapia o sulla relazione terapeutica non è un segno di sfiducia, ma di investimento personale nel processo.

Il mio consiglio è di condividere apertamente queste riflessioni con il/la sua terapeuta. Una buona relazione terapeutica è il luogo giusto per esplorare anche dubbi, frustrazioni o desideri di cambiamento. Spesso proprio da questi confronti nascono svolte importanti.

Nel caso in cui sentisse di aver bisogno di un nuovo sguardo, anche temporaneamente, può esplicitarlo all'attuale terapeuta e chiedere un secondo parere a un altro terapeuta EMDR , senza escludere un ritorno al percorso attuale con nuova consapevolezza.

Qualunque sarà la sua scelta, le auguro di trovare un cammino che possa davvero rispondere ai suoi bisogni più autentici, nel rispetto dei suoi tempi e della sua storia.

Un caro saluto,
Dott.ssa Tiziana Guidi
Psicologa – Psicoterapeuta | Supervisore EMDR
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buon giorno. Da psicoterapeuta le suggerisco di fare un primo colloquio per capire quale problema o situazione va messa a fuoco per lavorarci. Bisogna darsi un obiettivo nelle sedute, uno scopo su cui lavorare. Gli incontri servono a poter dare al paziente ciò che cerca e ciò di cui ha bisogno.
Dottoressa Teresita Forlano
 Sebastiano Pegorer
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Salve,
cerco di rispondere in maniera concisa alla sua domanda (nel caso resto a disposizione).
L'EMDR è sicuramente una tecnica più che valida per il trattamento di diversi situazioni traumatiche, sia t che T.
Se la fase di assessment è stata svolta correttamente, è presumibile pensare che 30 sedute siano ancora un numero "ragionevole": la base è la "relazione terapeutica" che lei sente di avere con il terapeuta che al sta seguendo nel suo percorso di cambiamento.
Le consiglieri di rivedere assieme al suo terapeuta gli obiettivi di trattamento, valutando nel caso strade alternative sia in riferimento alle tecniche utilizzate che al cambi terapeuta.
Restando a disposizione, la saluto cordialmente.
Sebastiano
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
È comune che in un percorso di psicoterapia con EMDR, soprattutto in presenza di traumi complessi o relazionali, il lavoro si estenda nel tempo e includa momenti di stallo terapeutico. Non sempre emerge un “trauma con la T maiuscola”; spesso, sono esperienze cumulative e ripetute nell’età evolutiva a influire profondamente sul presente.

Se dopo molte sedute senti che non stai accedendo al nodo centrale del disagio, può essere utile riflettere, anche con il terapeuta, su due aspetti:
1) La relazione terapeutica è ancora viva e trasformativa?
2) Il modello di lavoro attuale risponde ancora ai tuoi bisogni?

Cambiare terapeuta non significa fallire, ma rinnovare lo spazio di cura. Talvolta, un nuovo setting o approccio può favorire l’integrazione emotiva e facilitare l’elaborazione del trauma.
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
io sono una psicoterapeuta sistemico relazionale esperta in relazioni disfunzionali ed EMDR EUROPE PRACTITIONER, e posso confermarle che la tecnica è molto valida. Ovviamente con uno scritto risulta difficile essere esaustivi, ma le consiglio di condividere le sue perplessità con il professionista che la sta seguendo nell'ottica della trasparenza della relazione terapeutica. Nel caso deciderete insieme di interrompere il vostro percorso e lei di intraprendere un nuovo cammino con un altro professionista.
A disposizione
Un caro saluto ed in bocca al lupo!
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

la mia indicazione è quella di proseguire con il lavoro terapeutico iniziato. Il tempo che ci vuole per il raggiungimento degli obiettivi a volte è relativo. Le situazioni possono esser assai complesse, e altre volte meno. E' molto importante la fiducia che il paziente depone nel professionista; alla base della guarigione e del cambiamento in terapia vi è l'alleanza terapeutica. Credo che degli aspetti di diffidenza in merito al trattamento vadano condivisi con lo specialista, potrebbero esser un importante spunto su cui lavorare e da cui ripartire.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno gentile utente,
in qualità di professionista della salute, specialista in Terapia Breve Strategica, e cultore di altre metodiche cliniche, posso dirle che se una risposta l'ha ottenuta riguardo le sue problematiche potrebbe trattarsi di resistenza al cambiamento, piuttosto che di realtà di difesa personale, che impedisca il superamento, della rimozione del trauma, presunto o vissuto. Dato che spesso si sviluppano amnesie dissociative a riguardo, se non dissociazioni vere e proprie.
Nel nostro approccio, utilizziamo come strumento di lavoro, il diario del trauma, così come potrebbe esserle utile fare un percorso di ipnosi regressiva, però questo implica il fatto di portare avanti approcci diversi, con eventuale aggravio di spese e di tempo. Aggiungo che per la salute personale dovremmo sempre fare, tutto il possibile a noi concesso, senza arrendersi davanti a successi parziali.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Dott.ssa Naomi Fusco
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente,
sicuramente i suoi dubbi e le sue perplessità sono legittimi. Quello che mi sento di suggerirle è di confrontarsi e parlare apertamente di questi dubbi con il professionista che la sta seguendo. Molto spesso questo può rappresentare un momento fondamentale e talvolta di svolta per la relazione terapeutica e, di conseguenza, per la terapia stessa. Intanto, le auguro il meglio.
Dott.ssa Giada Di Veroli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, ogni terapia ha un suo tempo. Lei sembra disperatamente alla ricerca di una risposta. Ha provato a parlare con la sua terapeuta di questobsui vissuto ?
Dott.ssa Giada Bossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, la sua domanda tocca aspetti molto importanti del lavoro terapeutico e e non è strano porsela quando si affronta un percorso Emdr.
Vorrei dirle che non sempre è necessario o utile cercare a tutti i costi un “trauma con la T maiuscola”. Spesso non c’è un unico evento grande da "scoprire", piuttosto una trama di vissuti relazionali più sottili, ripetitivi, magari precoci, che hanno inciso profondamente nel modo in cui oggi ci si sente.
In questi casi è normale che il lavoro tocchi episodi apparentemente minori, che però per lei hanno avuto un significato importante. E anche che ci siano sedute più di colloquio e sedute più tecniche: fa parte di un processo che alterna momenti di elaborazione e momenti di preparazione e integrazione.
Inoltre, anche se l’EMDR è una tecnica orientata al risultato, quando si lavora su aspetti così complessi è comunque un percorso che ha bisogno di tempo e di una buona alleanza. Costruire insieme uno spazio sicuro in cui i suoi vissuti possano emergere con sicurezza è una parte importante del lavoro.
30 sedute non sono un numero alto per questo tipo di percorso. Forse, anziché domandarsi se “dovrebbe essere già risolto”, forse potrebbe chiedersi: come mi sento oggi rispetto a quando ho iniziato? C’è qualcosa che si sta muovendo, anche se magari ancora non è quello che mi aspettavo?
E questo è anche qualcosa che può tranquillamente portare in seduta: parlarne col suo terapeuta può aiutare a chiarire insieme a che punto siete e quali passi hanno più senso ora.
Spero che queste riflessioni le possano essere utili. Un caro saluto,
Dott.ssa Giada Bossi
Dr. Andrea Caso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Piano di Sorrento
Salve , ho utilizzato l EMDR in passato ed ho trovato la sua utilità più che nella ricerca di traumi sulla desensibilizzazione di traumi palesi.
L origine di sintomi, a seguito di traumi, sono da collegare sempre alla costruzione del proprio stile di attaccamento.
La relazione è fondamentale nel fare venire a galla e portare alla risoluzione di ciò che mantiene il sintomo.
Scoprii una modalità terapeutica che permetteva questo tipo di lavoro.
Provi a vedere se ci sono terapeuti che utilizzano l' ISTDP. È una terapia dinamico esperienziale, uno strumento molto valido per risolvere conflitti emotivi.
Dott. Luca Passoli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Buongiorno,
Provo a risponderle nel merito dell'Emdr, in quanto utilizzo lo stesso approccio del collega. Prima di iniziare la rielaborazione occorre un adeguata concettualizzazione dei problemi riportati per dare senso a come le esperienze passate alimentino la sofferenza attuale. Quindi all'inizio la terapia è sempre basata sul confronto collaborativo, anche perché nessuna terapia può portare frutti senza la costruzione di una "alleanza", cioè la relazione con il proprio terapeuta. Nemmeno l'Emdr, che purtroppo viene spesso visto come una tecnica, può farne a meno. Per chiarezza, la terapia Emdr non è breve di per sé: dipende; ed è giusto che le venga spiegato. Detto questo, durante la rielaborazione possono presentarsi sfide/blocchi che la ostacolano. È compito del terapeuta riconoscerli e aiutare la persona a trovare un modo per superare queste difficoltà. Se le difficoltà persistono, consiglio sempre di parlarne, semmai di esplorare con altre opzioni terapeutiche l'impasse, e se le cose continuano a non cambiare perché non cambiare? Non è molto mi rendo conto, soprattutto perché scrive di aver incontrato altri professionisti. Però non lasci che la sua fiducia nel poter trovare sollievo ai suoi problemi si logori.
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, la terapia con EMDR funziona in quasi tutti i causi di traumi con sintomi da disturbo post traumatico da stress. Fare terapia in assenza di queste condizioni con EMDR potrebbe non dare i risultati sperati, anche perchè i traumi "t piccolo" non è detto che lo siano effettivamente. è come prendere un badile per tagliare una fetta di torta.
Dott.ssa Ornella Prete
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
Le difese cognitive ed emotive impediscono i cambiamenti ed il lavoro di EMDR non si fa' solo sui traumi ma anche per smuovere quelle dinamiche disfunzionali apprese in passato. Si affidi e collabori con il/la Psicoterapeuta. Il lavoro è in comune dipende molto anche della relazione, che va approfondita con l'esperto che la segue.
Buon lavoro.

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