Buongiorno, da circa un anno e mezzo sono in terapia con una psicoterapeuta.. ultimamente non riusci

16 risposte
Buongiorno, da circa un anno e mezzo sono in terapia con una psicoterapeuta.. ultimamente non riusciamo più ad essere sulla stessa lunghezza d’onda e proprio nelle ultime sedute mi sono sentita molto svalorizzata e non compresa. È da un po’ che mi rendo conto di non essere me stessa neanche in terapia, cerco sempre di reprimere qualsiasi emozione e razionalizzo tutti i miei pensieri. Questo chiaramente porta al fatto che tutto ciò che dico risulta meno grave di quanto effettivamente sia. È da quando ho 13 anni che ho problemi con l’autolesionismo e tendenze suicide, non è mai stata trovata una soluzione a ciò, semplicemente io con il tempo sono riuscita a gestire queste enormi pulsioni di morte che mi travolgono di tanto in tanto. Sono consapevole che la terapia è un luogo protetto, dove si suppone che io dia sfogo a tutto quello che mi pesa.. ma non riesco, c’è qualcosa in me che me lo impedisce, allo stesso modo in cui mi impedisce di concedermi la felicità in qualsiasi frangente. La mia psicologa mi ha detto che ho un umore deflesso e probabilmente mi servirà l’affiancamento psichiatrico.. sono arrabbiata con lei perché nonostante mi abbia detto ciò ancora non si è realizzato. Io lo capisco che voglia provare fino alla fine solo con la terapia ma c’è qualcosa proprio a livello fisiologico che non mi permette di stare bene e io sento veramente necessità di essere aiutata anche da una psichiatra.. Non ho parlato con la psicologa di nulla di ciò che ho scritto qui, come avete potuto appurare non riesco ad aprirmi completamente nè tanto meno a comunicare quando c’è un problema che implica l’inadeguatezza di qualcuno (in primis sempre io). Cosa posso fare? Non riesco veramente più a condurre questa vita, è un oscillazione costante tra studio ossessivo e collera, aggressività e voglia di farmi del male. Non so cosa fare nè tanto meno come dirlo alla mia psicologa.. pensavo di chiederle via messaggio se è possibile sospendere la terapia..
Gentile utente, grazie per aver scelto questo spazio per aprirsi e condividere la sua sofferenza. Credo che la cosa migliore sia proprio parlare di queste sue emozioni con la sua terapeuta. Tutto è materiale per una terapia, soprattutto le emozioni, comprese quelle legate al percorso clinico e quelle che si provano verso il professionista che ci sta accompagnando. Sospendere la terapia è nelle sue facoltà, in qualsiasi momento, ma tentare di sperimentare una situazione in cui aprirsi con una persona che conosce da parecchio tempo, potrebbe essere esso stesso un passo terapeutico. Inoltre questo permetterebbe alla terapeuta di comprendere aspetti di lei magari ad oggi sconosciuti. Chieda l'affiancamento psichiatrico, eventualmente può sempre rivolgersi in autonomia al Cps della sua zona, per avere un confronto.
Trovo estremamente giusto pretendere il benessere psicologico, denota quanto lei tiene a se stessa.
A disposizione per dubbi o informazioni.
dott.ssa Veronica Gorni

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Cara utente,
percepisco il dolore che emerge dalle sue parole.
In questo momento critico, credo sia fondamentale per lei affrontare le sfide che sta vivendo riportando alla sua terapeuta le tematiche descritte. So che l'esperienza di psicoterapia può essere difficile e spesso si incontrano resistenze profonde, ma è proprio nello spazio terapeutico che queste vanno affrontate, piuttosto che evitate o discusse altrove.

I risultati e i cambiamenti significativi si costruiscono attraverso la collaborazione tra paziente e terapeuta, e ritengo che sia cruciale che lei assuma un ruolo più attivo in questo processo. Naturalmente, potrebbe essere presa in considerazione la conclusione del percorso terapeutico; tuttavia, è fondamentale affrontare apertamente questo tema direttamente con la sua terapeuta.


Le auguro sinceramente il meglio in questo percorso e le faccio un grande in bocca al lupo.

Cordiali saluti.
Buongiorno, dovrà sospendere la terapia solo se non si sentirà ascoltata, ma deve imparare ad ascoltarsi e a farsi ascoltare. Sfrutti questo momento terapeutico per lei, comunque vada, per riuscire a parlare di queste cose con la sua terapeuta. Se non riesce ad aprirsi in seduta le manderà un messaggio con scritte tutte queste cose e poi ne parlerete di persona.
Gentile utente, ciò che posso suggerirle, al di la di una diagnosi, secondo il mio punto di vista, è quello di focalizzarsi sulla sincerità del rapporto che ha costruito con la sua terapeuta, è fondamentale che sia il più possibile trasparente sui dubbi che nutre, sulle difficoltà che sta affrontando e sul fatto che mette in discussione il percorso che sta portando avanti. Può anche scegliere di abbandonare, è libera di farlo, ma prenda in mano la situazione di persona, servirà sia a lei per affrontare le sue paure e alla sua terapeuta per analizzare il percorso fatto. Se ha difficoltà una possibilità potrebbe essere quella di scriverle una lettera ( rivolta alla sua terapeuta " cara Dottoressa....) dove riassumerà ciò che ha descritto a noi, se questo la aiuta a chiarirle le cose da dire e come dirle, ma è importante che la porti di persona e ne parliate.
Spero di esserle stata di aiuto, un caro saluto
Cara utente, penso che la chiave di questo problema sia proprio esporre alla terapeuta questa difficoltà che lei sente, il fatto di non essere in linea, e di avere difficoltà ad esprimere se stessa, anche con la terapeuta. Se ha difficoltà a dirlo a parole, le consiglio di farlo su carta, o su un quaderno, che poi consegnerà alla terapeuta, o chissà, magari che le leggerà proprio lei.
Le auguro il meglio e la saluto,
Dott.ssa Francesca Viani
Buongiorno. Quanto da lei descritto va accolto ed esplorato. Sono d’accordo con lei perché ascolti il parere di uno psichiatra che peraltro non rappresenterebbe una alternativa alla psicoterapia, ma uno strumento terapeutico che la integrerebbe. Non abbia timore di esporre le sue considerazioni alla sua terapeuta. Cordiali saluti.
Buongiorno, prima di scegliere di sospendere la terapia con la collega può essere importante per lei stessa esprimere quanto scritto qui alla sua psicoterapeuta: che non si sente più compresa da lei e che di conseguenza reprime l'espressione delle sue emozioni, che vorrebbe essere seguita anche da uno psichiatria per una terapia farmacologica. Aprire a questi temi con la psicoterapeuta è anche un modo per prendersi cura di sé stessa e chiedere un'attenzione in tal senso. A seguito di questo dialogo potrà decidere come muoversi verso il suo benessere. Cordiali saluti. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentile Amica,

Di fronte a questi sintomi, così persistenti, concordo con la collega che ci sia bisogno di un sostegno farmacologico.
Se avverte una titubanza da parte della collega, chieda esplicitamente! Il vostro rapporto ne guadagnerà

Con i migliori auguri,
Se. Ventura
Buonasera immagino la sofferenza del momento. Come prima cosa dica alla sua psicoterapeuta che ha bisogno di consultare uno psichiatra,se le può consigliare qualcuno di cui si fida. Mai sospendere una psicoterapia per messaggi soprattutto che dura da un anno e mezzo lascerebbe lei con molti non detti e cose in sospeso. La esorto a parlare con la sua terapeuta,se non riesce a voce magari può scriverle una lettera che le consegna la prossima volta che ha la seduta. Un abbraccio Rossella Chiusolo
Ne parli ESPICITAMENTE con la collega, senza usare meccanismi di evitamento, come un messaggio: questo la aiuterà, in parte, a non reprimere le sue emozioni.
In più, un integrazione farmacologica con la psicoterapia (previa consultazione psichiatrica), nel suo caso specifico, mi pare imprescindibile.
Salve, penso sia importante esprimere tali contenuti alla sua terapeuta assieme ai motivi che sentiva glielo stessero impedendo. Un supporti farmacologico sembrerebbe indicato. Cordialmente, Giada di veroli
Gentilissima, buongiorno, e grazie per aver condiviso, in questo spazio i suoi veri e più intimi pensieri e sentimenti. Dice di essere molto in difficoltà ad aprirsi, ma attraverso questo canale lo ha fatto egregiamente (forse comunque con fatica, ma è riuscita!). Ha mai pensato di scrivere queste cose anche alla sua terapeuta? ad esempio tramite una e-mail, un messaggio o una lettera? Permetterebbe anche alla sua terapeuta di connettersi maggiormente e in modo più autentico con i suoi vissuti e, magari, di aiutarla diversamente. Potreste proprio indagare insieme quali siano le difficoltà o i timori legati al raccontarsi all'altro.
Un caro saluto
Dott.ssa Andreoli
Gentilissima, in terapia si attraversano diverse fasi e i sentimenti di aggressività verso la collega è una di queste, per questo sarebbe utile ai fini della terapia parlare di quello che prova verso la sua terapeuta e verso la sua analisi. In terapia tutto serve e tutto si costruisce a partir dalla relazione, con la relazione e attraverso la relazione.
Se la terapia la frustra, la sua collera troverà quello sfogo lì. _Ne parli, sono sicuro che la collega farà buon uso dell'informazione.
cordialmente.
dott Berenati
Gentile Utente,
mi sento di consigliarle di parlare apertamente con la sua terapeuta e di provare ad esporle tutto quello che prova, compresa la volontà di interrompere la terapia. Potrebbe essere utile sia per lei che per la sua terapeuta per avere più chiara la situazione e capire anche come proseguire: con il supporto dello psichiatra, valutando un invio ad un altro collega oppure con il proseguimento del percorso che ha in atto.
Le auguro di riuscire a trovare tutto il sostegno di cui ha bisogno.
Cordiali saluti, dott.ssa Kristina Barresi
Salve,
è opportuno che dica le cose qui scritte alla collega che la segue. In alcuni casi l' apporto di un trattamento farmacologico può esser di supporto al percorso psicoterapeutico. Continui pure la psicoterapia, vedrà che con il tempo le cose sicuramente andranno meglio.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, mi pare di capire che ciò che ha incrinato il rapporto terapeutico da parte sua sia stato un aiuto annunciato ma non praticato celermente. La sua dottoressa può non averle dato un riferimento per moltissime ragioni. Lei però sembra leggerlo come disinteresse, mentre in realtà potrebbe anche essere lei paziente a scegliere lo psichiatra che preferisce. Ci pensi, prima di chiudere un rapporto che magari ha dato anche i suoi frutti. Se invece sente che qualcosa di forte si è incrinato, scriva un messaggio ma esponendo ciò che pensa. In ogni caso non abbandoni la cura di sé;si può sempre uscire, anche dai tunnel più bui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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