Buondi, ho bisogno di capire, ho intrapreso da poco un percorso psicotraumatologo che ora è in ferie

19 risposte
Buondi, ho bisogno di capire, ho intrapreso da poco un percorso psicotraumatologo che ora è in ferie per quasi un mese. Nel passato feci altri percorsi psicologici e un po' di infarinatura ne ho. Diciamo oltre 2 lutti materno e fraterno, ho un problema col maschile di cui non mi fido e che mi delude. Arrivo ad una seduta di 10 gg fa, in cui dopo 45 anni, riesco ad abbracciare la parte piccola, la Valeria bambina mai sentita scelta, vista, protetta. Senza dare doli ecc, la donna mi si dice che ha risorse e le vedo ma la piccola solo in tale occasione ha percepito fiducia, protezione. Non mi date della matta ma ho persino commosso lo psic, mi sn abbracciata e ho visto/immaginato le due parti che si davano la mano, la piccola più sicura, forte. Fatto ciò che un po mi fa sentire scissa seppur mi sia stato detto che è unico modo per integrarsi ed uscire dai miei episodi di a volte dissociazione, derealizzazione e simile. Da una settimana incontro un uomo, che grazie al mio pregresso di lavoro su me, sta anni luce inguaiato. Separato da poco, tre afigli lasciati ad una ex mai cresciuta, che non si è fatto il mio lavoro duro psicologico come neppure lui, lui che pensa che le emozioni si controllino, che un uomo non piange o lo fa solo, lui che ha mollato i figli tra i dieci e i cinque anni, ad una che dopo averlo mandato via, ha fatto entrare un nuovo uomo di cui follemente innamorata. Il mio "moroso" che ha un padre che tento suicidio quando lui aveva 13 anni e trovo lui 3 lettere per sé e i fratelli, poi non accaduto, che dopo vari dubbi e liti tra noi perché vuol star con me ma ha troppa paura (ed io mi sento umiliata e credo che cmq finirà perché io sto lavorando sulla mia autostima e lui così mi peggiora) e una madre giudicante che vuole per i figli partners magri sani, che crede chi sia in sovrappeso se ne freghi di sé. Tra noi ci sta un dislivello cognitivo emotivo o non so come dirlo, enorme. Ho visto in lui però una forma di correttezza, di voler farmi star bene ma sto scoprendo non basta. Ecco al sodo, ero già stranita per aver saputo che aveva lasciato figli con lei e il suo nuovo uomo, non ha voluto chiedere affidamento perche lui vive dai suoi, lavora e non sa gestirli. Non ci sa giocare quando stanno con lui, gli ho detto ma un terapeuta infantile perché non lo hai messo? Risposta beh mi pareva stessero bene, poi venerdi mi dice che la maestra del piccolo lo informa che il bimbo sta male ed è ingestibile. E scopre dal più grande che la mattina, siccome la madre dei bimbi piglia antidepressivi e dorme, il più delle volte li prepara quello, come del resto faceva il vero padre e che ciò gli rode ed ora sentira avvocato per chiedere uno psicologo. Ecco da dopo tali info mi sale una rabbia che nonostante segua una dieta, mai fatto, compulsivamente ho mangiato cioccolata che neppure mi esalta. Ieri mattina per una sciocchezza nata dalle sue paure, e storia, mi fa un pezzo di gelosia, aggredendomi per tel e a me parte il malessere. Ero ansiosa depressa arrabbiata, non sapevo come cosa con chi e dove trovare serenità. Mi sentivo angosciata, sono certa di avere elementi ma non li so bene unire o comunque mi chiedo perché debba avere un sintomo di angoscia così tale da pensare vanifucato il successo di quell abbraccio in terapia a me stessa.
Gli elementi sono, pregresso mio di figlia non protetta abbastanza e a dovere dai miei, la rabbia verso lui e la ex che se ne sono fregati di questi, che il nuovo potrebbe essere bravo ma orco e nessuno tutela i minori, il ricordo di un maniaco che per strada quando avevo 9 anni, mi fece una carezza mentre guardavo un libro in vetrina, mamma che si era accorta di uno che ci seguiva,dal sottopasso, poi uscendo non si vide e lei su mia richiesta di vedere la libreria, non ho mai capito perché andò a cercare papà preoccupata, ma non aspettó me pochi minuti di piu, la libreria era a due civici dal bar di mio padre, padre che non era lì ma ci aveva lasciato ad aspettarci, il figlio 15enne, ed era andato nella villa comunale. Andammo a cercarlo, io terrorizzata dal maniaco che vedemmo entrare dalla parte opposta e non si vedeva papà, poi trovato su una panchina coperta e che fece dileguare da lontano quel matto. Diciamo che da ieri io ho come un trauma e vi farà sorridere ma avevo pure inquietudine per un programma TV sui cantanti mascherati del giorno prima, e pure su tale cosa, ci vedo il simbolo. La maschera, non sai mai chi ci sta sotto, cosa nasconde, da cosa si copre, ed ero inquieta perché la notte avevo sognato di far sesso con mio fratello che non ho più. Allora ricapitolo dicendo che tutto ciò sono come i puntini da unire, hanno un nesso e sono parte del mio sentirmi traumatizzata, dissociata ecc. Io anche oggi che ho di nuovo diciamo rifatto pace ma non sto bene in tale rapporto, ma non sto bene con la mia psiche. Ho fatto un passo avanti con l abbraccio alla piccola me e tutto ieri non riuscivo a gestire le emozioni? Non elaboravo bene? Mi sentivo e sento come sottoshock, ho malessere dentro, il non sapere come risolvere al volo, non è il rapporto con lui, ma cosa provo io. Voi psicologi non vi svegliate o vi nasce angoscia che poi non sapete dipanare, come fate? Ecco io non voglio più sentirmi come ieri ed ora. Ovvio che ho tanti traumi, ricordi strani nitidi e non da elaborare ma con ieri mi sento di aver rifatto 80 passi indietro. So che il punto risiede nei suddetti elementi ma non accetto o non mi giustifico che mi dia tale disagio. Ecco io ho capito che non ho confini e devo averne, cioè è come se mi fossi compenetrata nei tre figli suoi, o così empatizzato, come se io mi sentissi ipoteticamente abusata o comunque non protetta e però mi vedo l'adulta che non può far nulla. Ecco dottori qui mi perdo ma non penso di dire follie, pure se i sintomi di ieri mi ci fanno sentire, orribili. Ditemi come devo fare per non provare più questi traumi. Ne ho timore.
Gentilissima, ci dice che il professionista che la sta seguendo e’ ora in ferie. Tuttavia lo stato emotivo che si trova a vivere ora appare denso di angoscia e necessita di essere accolto. Ha pensato di scrivere alla persona che la sta seguendo ora in terapia per comunicargli la sua angoscia e capire come può essere aiutata a superarla nell’attesa che lui rientri dalle ferie? Suggerirle altro sarebbe da parte nostra un’interferenza rispetto al percorso che lei sta già seguendo. Un caro saluto, Marta Corradi.

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Buongiorno mi sembra che il suo lavoro psicoterapico prosegua bene, ma non è ancora concluso. Evidentemente ci sono altri passi da compiere se il vissuto di questi bambini le riattiva angoscia. Abbia fiducia nel lavoro già fatto e in quello che farà. Quando ai miei pazienti capita qualcosa che fa sembrare vani i progressi fatti, dico sempre loro che non è così; che l'obiettivo di una psicoterapia non è quello di farsi scivolare le emozioni addosso, ma quello di essere più consapevoli e capire e gestire meglio le emozioni che continuamente proveremo. Inoltre conosce già la strada che l'ha portata a stare meglio e può ripercorrerla agevolmente. Ha fatto dei collegamenti molto consapevoli tra la sua vita infantile e l'angoscia provata in questi giorni. Credo che lei debba essere molto fiera di questo e che possa aiutarla a gestire meglio le sue emozioni (che non vuol dire controllarle, ma dare voce a quello che prova, capire perchè lo prova e comportarsi di conseguenza).
Detto questo, si conceda di provare emozioni negative che in nessun caso annulleranno quelle positive provate in terapia e attenda il ritorno del terapeuta, magari nel frattempo può scrivergli come suggerito anche dalla collega.
Cordiali saluti
Gentile utente, concordo con la collega. Che un secondo professionista si inserisca in una relazione terapeutica già avviata è eticamente e deontologicamente scorretto nei suoi riguardi che rischia di confondersi e nei riguardi di chi la segue. La invito dunque a riferire quanto sta vivendo alla persona che l’ha in cura. Un caro saluto.
Buongiorno Valeria,
Lasci tempo al percorso che sta facendo proficuamente con il suo psicotraumatologo e, nel frattempo, ascolti, come sta facendo, se stessa.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Patrizia Provasi
capisco che in questo momento si senta un po’ sola nella battaglia ma non lo è! Credo che il percorso che ha intrapreso con il suo terapeuta sia importante come il rapporto di fiducia tra voi, se adesso è in ferie sono sicura che potrebbe ugualmente dedicarle un tempo per ascoltarla, magari con una mail.....non credo sia utile per lei il parere di altri professionisti in questo momento.....
Buongiorno Valeria, come altri colleghi hanno già detto, non possiamo entrare nella psicoterapia già condotta da un altro psicoterapeuta. Mi sento comunque di avvertirla che gli stati che lei chiama di dissociazione, di derealizzazione e di perdita dei confini sono piuttosto delicati e con sviluppi non sempre positivi. Se ha dei timori potrebbe provare anche a sentire il parere di un medico chiedendo una visita presso il CSM o il consultorio. Cordiali saluti PG
Buon giorno. Mi sembra di capire che ha appena intrapreso un impegnativo percorso di scoperta, integrazione e cambiamento personale. Emerge una buona consapevolezza di sé, dei suoi pensieri ed emozioni. Il lavoro di integrazione di tutte queste parti sarà sicuramente funzionale ma ci vuole tempo. Si fidi e si affidi alla terapia e alle risorse che ha. Inoltre credo che in momenti di forte disregolazione possa contattare il suo terapeuta che conoscendola le sarà di appoggio e conforto.
Grazie per aver condiviso una parte del suo mondo interiore...!
Buonasera! I progressi in terapia non sono lineari e spesso i pazienti credono di "scivolare" indietro ma non è così. Il fatto stesso che si renda conto che la situazione attuale abbia nessi con il suo passato, vuol dire che il lavoro che ha svolto sta producendo i suoi frutti. Non aggiungo altro perché è meglio non intaccare ciò che fa ed ha fatto con la sua terapeuta, aspetti di parlargliene.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, l'abbraccio dato a sé stessa rappresenta un passo verso l'elaborazione delle sue dolorose esperienze. Non si scoraggi di fronte ai momenti in cui le sembra di "regredire", ha iniziato il suo percorso con un terapeuta che l'accompagnera' e sosterrà lungo i faticosi passaggi. Le auguro una fiduciosa ri-nascita. C. Passante
Buongiorno, da quello che ha detto mi sembra che il suo lavoro di psicoterapia stia portando buoni frutti e possa proseguire. Nonostante sia in ferie sicuramente il suo terapeuta qualora lei ne intraveda la necessità potrebbe essere disponibile telefonicamente. mi ha molto colpito il lavoro sulle parti che ha descritto nell'ultima seduta.
la psicoterapia la aiuterà ad elaborare i traumi vissuti e a trovare nuove strategie più adattive per fronteggiare le situazioni giornaliere che oggi sembrano appesantirla.
Buona giornata Jennifer Carafa
Buonasera, in questo momento è importante che lei si affidi ad un professionista. La cura prevede tempi lunghi e una valutazione attenta dei suoi problemi per poter raggiungere una certa stabilità e perché lei riesca a calmare la mente . Se in questo momento il suo psicoterapeuta non c'è si rivolga al suo medico di base e segua i suoi consigli.
Gentilissima,
anche io concordo coi colleghi. Il suo stato di angoscia merita di essere espresso al suo terapeuta. Ha un percorso avviato. Se è in ferie, provi a scrivergli. Se non rispondesse, lei scriva il suo stato emotivo, in modo che al suo ritorno possiate parlarne assieme.
Buonasera. Scrive di un percorso con uno psicotraumatologo: si tratta di uno psicoterapeuta esperto in traumi? Sicuramente userà dei protocolli specifici per quei traumi da elaborare di cui accenna. La sua esperienza relazionale sembra poco appagante, tante le risonanze che la portano a chiedere per altri quello che forse avrebbe voluto per sè... Ulteriori stimoli (riattivatori traumatici) per riflettere, puntini che si aggiungono che vuole unire e comprendere la figura che ne verrà fuori. Con il suo terapeuta imparerà ad integrare la parte conoscitiva e narrativa con quella emotiva e lascerà il passato nel passato , vivendo più libera e consapevole nel presente. Buon lavoro!
Gentile Utente,
Ha una storia di vita densa di momenti duri e spaventanti, e nonostante un buon pregresso di psicoterapia, ci sono ancora elementi che riaprono vecchie ferite non ancora chiuse. La preoccupazione si percepisce dalle sue parole, e comprendo ci sia, anche se è incoraggiante che sia in grado di parlarne, di rifletterci, di guardarla "negli occhi", anche in un momento in cui le sta mancando il riferimento del suo terapeuta. La terapia ci aiuta a comprendere come gestire quello che ci accade, ma non la renderà mai immune a certe sollecitazioni, rispetto alle quali la sua sensibilità sarà sempre accentuata. In altre parole, quote di dolore ci saranno sempre in risposta a certi eventi, sarà la persistenza di questo dolore dentro di lei che cambierà, via via riducendosi. Se sente di aver bisogno di supporto, contatti il suo terapeuta; nonostante le ferie, saprà certamente contenere la sua preoccupazione e concordare con lei un modo efficace e funzionale per gestirla, per poi al suo ritorno affrontare il tutto in modo più completo. Un caro saluto
Buon giorno Valeria,
concordo con i miei colleghi di continuare a far riferimento al Terapeuta che già la sta seguendo, avendo già intrapreso insieme un percorso che le ha fatto riscoprire risorse e parti emotive celate.
Ha individuato con consapevolezza quanto dei vissuti altrui sta oggi contaminando il suo di vissuto.
Buona ripresa del suo percorso e buona vita

Cordiali saluti
Dott.ssa Barbara Assaiante
Continui il percorso terapeutico che lei ha iniziato con lo stesso terapeuta,che ha diritto di prendere un po' di tempo per se stesso. Se si trova in difficoltà cerchi di contattare il suo terapeuta per via mail o telefonicamente, nonostante le ferie cercherà di ascoltarla e aiutarla. Cordiali saluti
Salve signora il fatto che il suo terapeuta sia in ferie sicuramente genera in lei malumori e momenti di sconforto. Provi a contattarlo anche con un breve messaggio, ma impari a fronteggiare da solo la sue difficoltà. Capisco che trovi difficoltà a farlo ma ci provi: se ne sentirà soddisfatta e rinfrancata.
Salve,
nonostante il suo terapeuta sia in ferie, provi magari a mandargli una mail, in modo da comunicargli ciò che sta vivendo, così come ha fatto qui, perché è parte del lavoro che ha iniziato con lui. Sono tornati alla luce dei vissuti che credo debba elaborare e su cui deve continuare a lavorare.
Saluti.
Cara Valeria, “mantenga la rotta” del percorso terapeutico che ha intrapreso con il professionista che la segue e vedrà che passo dopo passo, con i suoi tempi, raggiungerà gli obiettivi che tanto desidera. Le difficoltà fanno parte del processo terapeutico. Come suggeriscono anche i miei colleghi, condivida il suo sentire con il suo terapeuta che conoscendola saprà come meglio supportarla.
Le auguro una buona vita!

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