Buonasera, sono in attesa della mia prima bimba e vivendo in un bilocale io e il mio compagno ci st

23 risposte
Buonasera,
sono in attesa della mia prima bimba e vivendo in un bilocale io e il mio compagno ci stiamo attivando per cambiare casa. Il punto focale è che io abito in provincia di Torino, appena fuori città dove abita anche la mia famiglia; il mio compagno è abituato a vivere in città e nonostante abiti a casa mia da 3 anni non si abitua alla vita di provincia. Tentiamo quindi di trovare casa a Torino vicino la sua famiglia e troviamo una buona opportunità. Nel momento in cui la cosa si sta concretizzando ho iniziato ad avere attacchi di ansia e mille dubbi. il tutto deriva dal fatto che la mia famiglia non ha preso bene questa nostra idea di allontanarci da loro, mia mamma ha iniziato a farmi sentire in colpa dicendo che avrei allontanato la nipote, che essendo in pensione poteva darmi una mano ma cosi era difficile, che avrei avuto bisogno di lei e cosi via, che la vita con una bambina cambierà e cosi via..che in città c'è troppo smog e i bambini si ammalano sempre e ci sono solo palazzoni. Premetto che la mia famiglia ha vissuto anni fa un evento molto traumatico relativo ad un problema di salute di mio padre, che ora è disabile. da quel momento la mia famiglia si è sgretolata e vivono in uno stato misto tra depressione e negatività. Per loro quindi l'arrivo di questa nipote equivale ad una "svolta" nelle loro giornate che andrei a togliergli con il mio allontanamento. Ho iniziato ad avere quindi fortissimi episodi di ansia, panico, grosse difficoltà del sonno e cosi via...fino a mettere quasi in crisi il rapporto con il mio compagno che d'altro canto dice che dobbiamo fare le nostre scelte in autonomia. Quindi da che ero convinta mi sento come se stessi sbagliando tutto..come posso affrontare questa crisi e superare il forte senso di colpa verso la mia famiglia? Ho iniziato anche ad avere pensieri molto negativi di notte, immaginando che al momento del mio trasloco possano andare talmente in depressione da suicidarci o cose del genere.
Mi sento come se li stessi distruggendo..a maggior ragione che mi sembra quasi di preferire mia suocera a loro nei loro occhi, quando in realtà è mia intenzione mandare la bambina all'asilo nido fulltime (decisione che avrei preso in ogni caso).
Grazie per i vostri consigli.
Valentina
Dr. Antonio Zagarese
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Parma
Salve Valentina, posso solo provare ad immaginare come ti senti...un pò come se ti trovassi in gabbia, e le sbarre della gabbia sono i pensieri, i sensi di colpa, il panico, l'ansia, la mancanza di sonno, le immagini relative ai tuoi familiari...e ciò che stai ragionevolmente provando a fare è trovare una soluzione...come uscire da quella gabbia...e cosa è successo a ciò a cui tieni nella tua vita (costruire una famiglia, creare una relazione intima e di fiducia, il tuo lavoro, la cura di te, la madre che vuoi essere ecc...)??? Ti consiglio di prenderti uno spazio per te, in cui poter aprirti a ciò che stati attraversando e fare delle scelte in base a ciò che ritieni importante, per te. Sono disponibile anche per una consulenza online.

Dott.Antonio Zagarese
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Dott.ssa Giulia Pastorino
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera Valentina,
i momenti di cambiamento sono sempre molto difficili, soprattutto quelli di allontanamento dalla propria famiglia di origine e a maggior ragione se si ha la sensazione di tradirli. Immagino questo sia un momento di grande stress, nel quale sembra che non ci sia una giusta alternativa e sicuramente gli ormoni della gravidanza non aiutano!
Quando si sente soffocare dalle preoccupazioni, provi a ritagliarsi un momento in cui si concentra sul suo respiro, respirando dalla pancia e non solo dal petto. Può sembrare banale, ma quando si entra in uno stato ansioso può succedere di sentirsi in difficoltà anche solo nel fare un gesto che dovrebbe essere automatico.
I grandi temi che sta portando lei, come delle paure così profonde per la sua famiglia, credo meriterebbero uno spazio in cui poterle sfogare: parlarne e condividerle è il primo modo per depotenziarle!
Lei ha già fatto il passo importantissimo e difficile di chiedere dei consigli, ora potrebbe essere il momento per ritagliarsi uno spazio per sé stessa e farsi aiutare per provare a sbrogliare questa matassa di paure che le attorcigliano il cuore.

Qualora volesse, io sono disponibile per una consulenza sia online che in presenza a Torino.
Dott.ssa Giulia Pastorino
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto sia significativo ed impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resta a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera Valentina, penso sia un vs. diritto scegliere dove andare a vivere e come crescere vostra figlia. Il suo senso di colpa e conseguente stato d'ansia fa pensare ad una sua modalità "iper-accudente" verso la sua famiglia d'origine. A volte l'accudire può essere una strategia adattiva e quando le strategie vengono meno, senza che possano essere sostituite, intervengono problemi, quali ci descrive. Le consiglierei un percorso di psicoterapia che potrebbe aiutarla anche con la maternità. Un saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Dott.ssa Lioy Marta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente, prendere le distanze dai desideri degli altri per perseguire le proprie scelte può arrecare molta sofferenza, soprattutto quando si hanno dei legami affettivi molto forti.
Comprendo la difficoltà di una famiglia di origine sofferente per gli eventi che ha citato e il desiderio di poter creare un proprio nucleo. Se questa situazione continua a metterla a disagio le consiglio di rivolgersi a un terapeuta per comprendere i propri desideri e autorizzarsi a perseguirli.
Cordiali saluti
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Valentina, la nascita della prima figlia è già di suo un evento emotivamente molto carico, e incontrare colpa invece che supporto metterebbe a dura prova chiunque. Lei e il suo compagno state prendendo le vostre scelte in autonomia, ma sua madre cala l’asso della colpa, facendola testimone di un dolore che sembra lenibile solo dalla rinuncia ad allontanarvi. E questo genera un conflitto profondo, che oscura le scelte già prese e raggiunge anche la coppia, e del quale l’ansia e i problemi di insonnia sono l’espressione più frequente. Nessuno rimarrebbe impassibile a fronte della propria madre così sofferente, va ammesso, ma nel suo caso sembra avere un potere particolarmente intenso sulla sua mente, riuscendo ad imprigionarla, ed è qualcosa che andrebbe approfondito. Consideri la possibilità di farsi supportare dalla psicoterapia in questo delicato momento, riappropriandosi di una libertà di movimento che sembra non potersi permettere. Un caro saluto
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno Valentina, grazie per aver raccontato i suoi vissuti. Le suggerirei di riflettere e chiedersi che cosa lei desidera, al di là del suo compagno e della sua famiglia. Nel suo racconto emerge la difficoltà di dire a se stessa cosa vorrebbe veramente. Le potrebbe essere di sostegno un percorso psicoterapeutico per gestire questo suo periodo della vita di forti cambiamenti. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto
Dott. Espedito Longo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Salve, l'aspettativa che accompagna la venuta al mondo di un neonato è destabilizzante per il sistema famigliare perchè si prepara ad accoglierlo. Creare uno spazio psicologico che ne accolga i bisogni è il compito della coppia genitoriale e anche i congiunti partecipano a questo processo. Ne discuta in primis con il suo compagno e immagini dove vuole che cresca suo figlio. Se la relazione con sua madre la preoccupa particolarmente consulti uno specialista, ponendo l'attenzione su come comunicare a lei le sue decisioni in modo trasparente. Cordiali saluti, dott. Espedito Longo
Dott.ssa Stefania Ludovici
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Guidonia Montecelio
Buongiorno Valentina,
Gli inizi sono sempre difficili. Quando poi, insieme alla nuova vita che stiamo cercando di costruire si aggiungono emozioni non richieste come il senso di colpa, la paura che le nostre scelte possano determinare uno svantaggio a qualcun altro, la rabbia e la delusione, allora tutto si fa ancora più complicato.

Io proverei a ritagliarmi un po’ di tempo per fare chiarezza:
1) cosa la rende felice quando pensa alla sua nuova famiglia?
2) dove vede la sua serenità (quali nuove opportunità per lei, per sua figlia, per suo marito si aprirebbero in città e quali ostacoli invece dovrebbe superare)?
3) pro e contro nel restare in provincia e nell’andare in città…

Tutto questo, lontano dall’influenza dei suoi genitori, può ricentrarla e farle capire quale tra le due opzioni sceglierebbe se non ci fossero state interferenze.

E poi scelga. Consapevole del fatto che le scelte che facciamo, le facciamo pensando al nostro benessere e alla nostra felicità, non per ferire qualcuno. Se questo qualcuno ci ama davvero, capirà, perché saremo capaci di spiegare quanto è importante per noi.
Le scelte che farà sono una sua responsabilità.
Il modo in cui i suoi genitori decideranno di reagire e di comportarsi rispetto alle scelte che lei, Valentina, legittimamente porterà avanti, sarà invece responsabilità propria dei suoi genitori.

Sarebbe molto utile in questo passaggio, che lei si faccia aiutare da un professionista a costruire dei confini sani e chiari.

Resto a disposizione augurandole il mio più affettuoso in bocca al lupo per la sua nuova vita.

Dott.ssa Stefania e Ludovici
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia psicoanalitica per affrontare questo suo disagio .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott.ssa Bruna Verardi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Comprendo il difficile momento che sta vivendo e Le sono virtualmente vicina.
Intanto voglio premettere che non sta distruggendo nessuno, Lei ha tutto il diritto di vivere la Sua vita. Piuttosto si chieda se a Lei la vita di città piace, così come a Suo compagno non piace quella di provincia, a prescindere dai sensi di colpa legati alle famiglie di origine.
Questo il suggerimento pratico.
Quanto alle valutazioni circa i Suoi sensi di colpa, tenga presente che quando si prende una decisione e dunque si fa una scelta, automaticamente si opta per una strada e si escludono le altre opzioni. Fa parte del gioco. Capire se la scelta che è stata fatta è giusta è pressoché impossibile. Possibile è constatare se quella scelta ci ha reso felici o se si può tornare indietro e correggere il tiro, ma la scelta che è stata fatta in quel momento, in fondo, è sempre quella giusta: quella giusta per noi in quel dato momento, con gli elementi di cui disponevamo all'epoca in cui è stata presa. Questo per rimandarLe che i sensi di colpa non devono logorarLa al punto da chiedersi se ha fatto bene oppure o no. Piuttosto può chiedersi adesso cosa può fare per stare più serena. Glielo sta dicendo una persona che di scelte ne ha fatte tante, e spesso ha pensato di aver sbagliato. Ma poi ho capito che, se ho ritenuto di agire in quella direzione piuttosto che in un' altra, avevo le mie ragioni.
La voglio lasciare con una frase di C.S. Lewis che ho anche fatto stampare sul retro del mio bigliettino da visita: "Non puoi tornare indietro e cambiare l'inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.".
Se ha bisogno di me o dei miei colleghi siamo qui per questo. Anche online.
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, uscire dalla propria zona di comfort è sempre motivo di ansia e preoccupazioni per il futuro. Inoltre il trasloco è uno degli avvenimenti più stressanti per ognuno di noi e per questo motivo la sua reazione emotiva rientra grosso modo nella norma. Tuttavia lei deve fare le sue scelte per il bene della sua famiglia e non farsi condizionare da influenze dei suoi genitori che egoisticamente, anche se in buona fede, da quel che ci racconta stanno pensando unicamente al loro benessere. Non cada nella trappola emotiva e faccia le sue scelte con serenità. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Erika Cazzini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rozzano
Gentile Valentina, posso solo immaginare la fatica sperimentata in questa delicata fase della vita. Quando nasce un figlio, o mentre lo si aspetta, gli equilibri interni di una persona si modificano lentamente così come l'intero assetto familiare. E' come se più generazioni, silenziosamente, si parlassero e condividessero, nel bene e nel male, il significato personale dell'essere madri e figlie allo stesso tempo. Questo è, in effetti, uno degli aspetti più complessi del diventare madri, il doversi confrontare con il proprio "essere figlie" innanzitutto e destreggiarsi nella complessa rete delle relazioni familiari. Qualora lo desiderasse, un confronto con uno specialista, potrebbe essere molto utile. Non abbiamo la facoltà di cambiare i nostri genitori, le loro richieste o il loro modo di reagire ai cambiamenti delle nostre vite, tuttavia esiste la possibilità di modificare il proprio assetto interiore, il proprio modo di pensare e dare un significato a quello che accade per poter stare bene. Cordialmente, Dott.ssa Erika Cazzini
Dott.ssa Marina Costantini
Psicologo, Psicologo clinico
Colleferro
Buona sera Valentina, sta vivendo molti cambiamenti, tutti insieme e in un momento bello, ma delicato; non può farsi carico di tutti i pensieri negativi, delle aspettative e delle richieste altrui. Gli attacchi di ansia e i dubbi, adesso le stanno "parlando"; sarebbe opportuno che si concedesse uno spazio tutto suo in cui riequilibrare il suo stato, ed eventualmente costruire una comunicazione e una ricezione positiva per gestire situazione e genitori. Rimango a disposizione, augurandole in ogni caso, massima serenità, Dott.ssa M. Costantini.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Valentina, capisco che la situazione che stai vivendo ti stia causando molta ansia e senso di colpa. È normale sentirsi tesi e preoccupati quando si affrontano grandi cambiamenti nella propria vita, specialmente se ci sono conflitti o difficoltà con la famiglia.

Innanzitutto, ricorda che prendere decisioni che riguardano la tua famiglia e la tua futura bambina è un tuo diritto e una tua responsabilità. È importante che tu e il tuo compagno consideriate ciò che è meglio per voi come coppia e per il benessere della vostra bimba.

Tuttavia, capisco anche la tua preoccupazione per la reazione negativa della tua famiglia. È difficile quando ciò che desideri per la tua vita entra in conflitto con le aspettative o le necessità delle persone a cui tieni. È importante ricordare che sei un individuo indipendente con il diritto di cercare la tua felicità e creare la tua famiglia.

È fondamentale comunicare apertamente con la tua famiglia riguardo alle tue scelte e spiegare loro le tue motivazioni e il tuo bisogno di indipendenza. Cerca di far capire loro che la tua decisione di cambiare casa non è un rifiuto o un allontanamento da loro, ma semplicemente una scelta che ritenete sia la migliore per voi come famiglia.

Tieni presente che le reazioni negative o le resistenze da parte della tua famiglia possono derivare da paure o preoccupazioni che hanno riguardo al cambiamento e alla perdita del contatto quotidiano con te. Cerca di essere paziente e comprensiva, ma non dimenticare di preservare anche la tua felicità e il tuo benessere.

Per quanto riguarda i tuoi attacchi di ansia e i pensieri negativi, potrebbe essere utile cercare il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta. Questi professionisti possono aiutarti ad affrontare i tuoi sentimenti di colpa, a gestire l'ansia e a trovare strategie per affrontare la situazione in modo più positivo.

Infine, sii gentile con te stessa. Ricorda che stai cercando di costruire una vita migliore per te, il tuo compagno e la tua bambina. Non ti stai distruggendo o distruggendo la tua famiglia, ma stai cercando di perseguire la felicità e il benessere per tutti voi. Il percorso potrebbe essere difficile, ma con il tempo e il supporto giusto, potrai affrontare e superare questa crisi.

Auguro a te e alla tua famiglia il meglio per il futuro, pieno di gioia, amore e realizzazione personale.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione, e spero di sentirla presto!
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Dott.ssa Giulia Faccioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, innanzitutto congratulazioni per la dolce attesa. L'idea collettiva è che il periodo della gestazione sia sempre un periodo molto positivo, invece di norma è attraversato da mille dubbi e una (prima) revisione delle nostre relazioni ed esperienze di vita che può talvolta portare a vissuti di ansia. Lei ha fatto una puntualissima descrizione della situazione che mostra una capacità di analisi molto profonda: I movimenti di separazione dal nucleo familiare originario sono sempre - e ripeto sempre - complessi e in certi periodi come una gravidanza il livello di complessità può essere al quadrato. In questo periodo così importante e carico di aspettative le potrebbe essere di grande aiuto consultare uno specialista per farsi accompagnare nei vissuti che ha descritto così bene con il fine ultimo di vivere una gravidanza - e una futura nascita - serena e sufficientemente consapevole. Cordiali saluti,
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La situazione che descrivi è complessa e richiede una grande sensibilità. È chiaro che stai affrontando una decisione importante nella tua vita, che ha implicazioni sia per la tua famiglia che per te e il tuo compagno. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarti a navigare in questa situazione difficile:

Affrontare il Senso di Colpa: È normale sentirsi in colpa quando le decisioni che prendiamo influenzano le persone a cui teniamo. Tuttavia, è importante ricordare che hai il diritto di fare scelte che sono nel migliore interesse per te, il tuo compagno e la tua futura bambina. La colpa può essere un segnale che stai valutando le esigenze altrui, ma non dovrebbe impedirti di perseguire ciò che è giusto per la tua famiglia nucleare.
Comunicazione Aperta con la Famiglia: Cerca di avere una conversazione aperta e onesta con la tua famiglia. Esprimi i tuoi sentimenti, le tue preoccupazioni e le ragioni dietro la decisione di trasferirti. Ascolta anche le loro preoccupazioni e cerca di capire la loro prospettiva, pur rimanendo ferma nelle tue convinzioni.
Supporto Psicologico: Considera di parlare con un professionista della salute mentale. Un terapeuta può aiutarti a gestire l'ansia, il panico e il senso di colpa, e può offrirti strategie per affrontare queste sfide emotive.
Bilanciare le Esigenze: Cerca di trovare un equilibrio tra le esigenze della tua famiglia di origine e quelle della tua nuova famiglia. Potresti trovare modi per mantenere un legame forte con i tuoi genitori pur vivendo in un'altra zona. Questo potrebbe includere visite regolari, chiamate video o altre forme di comunicazione.
Decisione Condivisa con il Partner: Assicurati di discutere apertamente con il tuo compagno e di prendere una decisione congiunta. È fondamentale che entrambi vi sentiate a vostro agio con la scelta fatta e che supportiate a vicenda.
Pianificazione e Compromessi: Potresti considerare compromessi, come trovare una casa in una zona che sia un compromesso accettabile per entrambe le famiglie, o organizzare piani di assistenza flessibili che coinvolgano sia la tua famiglia che quella del tuo compagno.
Gestione dei Pensieri Negativi: Quando inizi a sentire pensieri negativi eccessivamente preoccupanti, cerca di riconoscere questi momenti e di reindirizzare la tua attenzione su pensieri più positivi o realistici. La terapia cognitivo-comportamentale può essere particolarmente utile in questo.
Ricorda, la tua salute mentale e il benessere della tua famiglia nucleare sono importanti. È naturale voler prendersi cura dei propri genitori, ma non a spese della tua felicità e stabilità. Con la giusta comunicazione, supporto e considerazione delle esigenze di tutti, puoi trovare una soluzione che funzioni per tutti.
Dott.ssa Laura Astarita
Psicologo, Psicologo clinico
Giugliano in Campania
Buongiorno cara Valentina, volevo innanzitutto dirle che è stata molto coraggiosa a raccontare la sua storia e che sono tanto dispiaciuta per il brutto periodo che sta vivendo. Lei non deve sentirsi assolutamente sbagliata e non sta distruggendo nessuno. Sta attraversando un periodo difficile combattendo da una parte con il senso di colpa che prova verso la sua famiglia di origine e dall'altra parte con le decisioni che sta prendendo con il suo partner. Sta vivendo un momento molto delicato di cambiamenti che di norma comporta stress ed ansia e che va affrontato con calma e consapevolezza. Quando si inizia a vivere la propria vita e si inizia a costruire una propria famiglia, ciò che spesso si prova è un senso di colpa verso i propri genitori basato sulla sensazione di tradirli, lasciarli soli e preferire la nuova famiglia rispetto a quella di origine. I dubbi, i brutti pensieri, la sensazione di sbagliare e di distruggere la propria famiglia derivano dal timore di prendere delle decisioni che potrebbero ferire e rovinare il rapporto con le persone care. Ma lei deve iniziare a pensare un pò di più a se stessa ed alla sua nuova famiglia ed è la sua famiglia di origine che dovrebbe comprenderla ed aiutarla in un momento così difficile. Il mio consiglio è quello di fermarsi un attimo e di affrontare con più calma questo momento così delicato provando a spiegare alla sua famiglia di origine ed al suo partner ciò che sente e prova. Non deve annullare la sua vita per paura di ferire le persone a lei care perché sono quest'ultime che dovrebbero provare a venirle incontro e trovare delle soluzioni insieme. Le faccio i miei più cari auguri per la sua bambina e resto a sua disposizione. Dott.ssa Astarita Laura
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Ilenia Morreale
Psicologo, Psicologo clinico
Trento
Carissima Valentina,
ha preso in considerazione un percorso di psicoterapia che le permetta di diminuire il senso di colpa e le consenta di far le sue scelte da donna adulta, che sta costruendo il suo nucleo e la sua vita, senza influenze esterne? Comprendo che la situazione debba essere per lei veramente molto dolorosa e indubbiamente i disturbi del sonno e i pensieri intrusivi raccontano anche questo senso di responsabilità che sente nei confronti della sua famiglia d'origine ( ovviamente questo è quello che arriva a me) Mi fermerei e penserei a quale sia la cosa migliore per me, la piccola in arrivo e la famiglia che sto costruendo. Un caro saluto
Ilenia
Dott.ssa Giada Santi
Psicologo, Psicoterapeuta
Pistoia
Buonasera Valentina, la maternità è uno di quei momenti in cui il nostro corpo e la nostra mente ci chiedono di crescere non solo perchè dal momento in cui leggiamo sul test di gravidanza "positivo" , dobbiamo pensare alla vita che nascerà dopo pochi mesi e non solo a noi stessi ma anche perchè è un periodo in cui fisiologicamente( se tutto va bene) ci è richiesto di svincolarci dalla famiglia di origine per creare la Nostra famiglia. Questo certo non vuol dire "abbandonare" i nostri cari o fare loro del male a causa delle nostre scelte ma vuol dire ristrutturare il legame con loro sulla base di nuovo obiettivi che normalmente gli adulti si pongono. Questa fase ahimè può essere affrontata in una maniera serena da entrambe le parti ( la persona in questione e la sua famiglia di origine) o può essere contraddistinta da difficoltà di autonomia dell'una o dell'altra parte o di entrambe.
Probabilmente la problematica di suo padre amplifica la richiesta da parte dei suoi cari di avervi più vicini per colmare quella "negatività e depressione" di cui scrive.
Gli attacchi di panico, le ansie e il senso di colpa che prova sono legate alla difficoltà in questo momento a stare davvero "in piedi da sola" e scegliere quello che ritiene giusto per lei e per la famiglia che sta creando. Questo la fa tremare in questo momento e la disorienta.
La invito in questa prima fase a pensare a come rassicurare la sua famiglia di origine sull'affetto che lei prova per loro e sul fatto che, qualora decideste di allontanarvi fisicamente da loro, ci sarà comunque il modo di stare vicini e di organizzarsi per poi vedere la bambina e vedere lei. In questo modo fa capire loro che ce li ha in testa ma allo stesso tempo sceglie la strada oggi utile per lei.
In bocca al lupo Valentina!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Valentina, la ringrazio per aver condiviso una parte così intima e delicata della sua esperienza. Le emozioni che sta vivendo in questo momento sono profonde e assolutamente comprensibili, specialmente considerando che si trova in un passaggio di vita così significativo come l’attesa della sua prima bambina. I cambiamenti legati alla gravidanza, alla costruzione di una nuova quotidianità con il proprio compagno e alla riorganizzazione degli spazi abitativi si intrecciano con il bisogno di mantenere legami importanti e rassicuranti, come quello con la sua famiglia d’origine. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è utile notare come i pensieri che sta sperimentando siano legati a schemi profondi di responsabilità e di senso di colpa, che si attivano soprattutto quando percepiamo di deludere le aspettative delle persone a noi care. È possibile che, crescendo in un contesto segnato da sofferenze emotive e da un evento traumatico così importante come quello vissuto da suo padre, lei abbia imparato a prendersi cura del benessere emotivo degli altri prima ancora che del proprio. Questo meccanismo, sebbene nato da un bisogno di connessione e affetto, può diventare nel tempo una trappola cognitiva, perché ci porta a credere che la nostra felicità debba passare sempre attraverso la felicità degli altri, anche a costo di sacrificare i nostri bisogni. In questo momento, sembra che si stia trovando proprio in questo tipo di conflitto: da un lato, il desiderio di costruire una nuova vita con il suo compagno e la sua bambina, in autonomia e in un ambiente che sente adatto; dall’altro, il timore di ferire la sua famiglia e di diventare per loro un'ulteriore fonte di dolore. Ma è importante riconoscere che prendersi cura di sé e del proprio nucleo familiare, soprattutto ora che sta per diventare madre, non significa abbandonare o tradire chi si ama. Anzi, fare scelte consapevoli, basate sui propri valori e sul benessere della propria nuova famiglia, può essere anche un modo per rompere con dinamiche disfunzionali che si perpetuano da anni. Il senso di colpa che sente, così intenso da influire sul sonno e generare pensieri catastrofici, è probabilmente alimentato anche da un’ipersensibilità all’umore altrui e da un atteggiamento genitoriale che sembra aver fatto leva sul bisogno di approvazione e di appartenenza. È importante riconoscere che le frasi di sua madre, pur mosse probabilmente dalla paura di perdere un punto di riferimento, contengono un messaggio manipolativo: le fanno credere che la sua scelta personale possa determinare il benessere o la sofferenza degli altri. Ma ciascuno è responsabile delle proprie emozioni e della propria capacità di adattarsi al cambiamento. La decisione di trasferirsi può rappresentare anche per la sua famiglia un'opportunità per riorganizzare i propri equilibri e affrontare, magari con supporto psicologico, ciò che non è stato mai veramente elaborato dopo il trauma. Lei non può farsi carico di tutto questo. Non è suo compito “salvarli”, ma è legittimo che voglia proteggere la sua serenità e quella della bimba che sta per arrivare. È positivo che il suo compagno le ricordi l’importanza dell’autonomia decisionale. Forse può aiutarla confrontarsi apertamente con lui anche sulle sue paure, affinché non si senta sola nella gestione di queste emozioni. E, se queste difficoltà dovessero persistere o intensificarsi, le consiglio caldamente un percorso psicoterapeutico: in una fase così delicata, il supporto di uno psicologo può aiutarla a distinguere tra ciò che è un pensiero realistico e ciò che invece è amplificato dall’ansia, oltre a lavorare sulla gestione dei sensi di colpa, sul confine tra cura e sacrificio e sulla costruzione della sua identità come donna e madre. Lei ha diritto a vivere con serenità questa nuova fase della vita. Fare scelte in base a ciò che sente giusto per sé non significa voltare le spalle a nessuno, ma iniziare a prendersi cura davvero del proprio benessere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Cara Valentina,
quello che stai vivendo è un momento molto delicato, e le emozioni che descrivi sono del tutto comprensibili. La gravidanza, oltre a rappresentare un profondo cambiamento fisico ed emotivo, riattiva spesso dinamiche familiari che toccano il bisogno di protezione, di approvazione e il senso di appartenenza.

Il tuo desiderio di costruire una nuova quotidianità con il tuo compagno non è in contrasto con l’amore verso la tua famiglia: è una tappa naturale del diventare genitori, in cui si passa dal “figlia di” al “madre di”. Il senso di colpa che senti nasce probabilmente dal timore di ferire o abbandonare chi ha già sofferto molto, ma prendersi cura di te e del tuo nucleo familiare non significa voltare le spalle ai tuoi genitori.

È importante riconoscere che la loro fragilità emotiva — legata anche alla malattia di tuo padre e alla fatica vissuta in passato — non può ricadere sulle tue scelte di vita. Parlare apertamente con loro, spiegando che l’amore e la vicinanza non dipendono dalla distanza fisica, può aiutarti a ridimensionare l’ansia.

Ti consiglio di parlarne anche con la tua terapeuta o, se non ne hai una, di valutare un breve percorso di sostegno psicologico in gravidanza: può aiutarti a gestire le paure, i pensieri intrusivi e a ritrovare fiducia nelle tue decisioni.
Costruire il vostro spazio non significa escludere la famiglia, ma iniziare a scrivere la vostra storia, con equilibrio e affetto per tutti.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa

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