Buonasera. Scrivo perchè mi trovo in una situazione molto difficile ed ho bisogno di aiuto. Ho 29

23 risposte
Buonasera. Scrivo perchè mi trovo in una situazione molto difficile ed ho bisogno di aiuto.
Ho 29 anni e vivo a casa dei miei genitori, da due anni anche il mio fidanzato vive a casa dei miei genitori, ed ora che abbiamo finalmente la possibilità di andarcene (ossia andare a vivere due piani sotto rispetto a dove sto adesso) i miei genitori non vogliono che ce ne andiamo. So che la mia situazione è un po’ particolare, ma vivere a casa loro per varie ragioni è stata l’unica scelta che abbiamo avuto, e sarebbe dovuta essere momentanea. È una situazione innaturale che ci va stretta, tuttavia la casa dove abitiamo è molto grande e finora è stato tollerabile. Ora peró abbiamo una base economica più stabile, e vogliamo crearci i nostri spazi, ma i miei non vogliono.
Ce ne saremmo già andati se non fosse che i miei hanno effettivamente bisogno di noi: mio padre ha 92 anni ed è allettato e mia madre, sessantenne, si occupa di lui in tutto e per tutto, ed è esaurita. Mia madre l’anno scorso ha anche avuto un cancro dal quale, fortunatamente, è guarita, ma in ogni caso non splende di salute: prende molti sonniferi, è sempre piena di dolori, non lavora, non ha hobbies, ed ha poche amicizie che vede sporadicamente. È la badante di mio padre, e credo che l’unica cosa bella della sua vita sia io.
Io amo profondamente mia madre, per lei mi taglierei un braccio, ma vivere cosi è deprimente.
L’altro giorno ho detto a mia madre, a seguito di una lite, che me ne sarei andata. Non credevo fosse una grande tragedia, alla fine sarei andata a vivere due piani sotto, sempre nello stesso villino familiare, ma l’ha presa malissimo. Mi ha scritto una lettera di addio, ha messo il muso per giorni, mi ha iniziato a trattar male senza motivo, finchè alla fine mi ha apertamente detto che ha bisogno di me e del mio ragazzo e del nostro sostegno (anche psicologico) dentro casa. Io la capisco. Se me ne andassi, rimarrebbe a vivere da sola in una grande casa polverosa, a fare da badante ad un anziano che per l’80% delle volte la tratta come una serva, senza avere un lavoro, senza passioni, senza nessuno, andando a dormire alle 21.30 carica di sonniferi e degli insulti di mio padre. Sola. Mi viene da piangere se ci penso. Mia madre è una persona buona che ha dedicato la sua vita agli altri e non è giusto che finisca così. Eppure rimane il fatto che vivere con il mio fidanzato a casa dei miei genitori (uno allettato, l’altra mezza depressa) in una casa tetra antiquata e cupa dove non viviamo la nostra giovinezza è sbagliato.
A seguito della reazione negativa di mia madre alla decisione di andar via di casa me ne sono andata in un’altra stanza ed ho pianto molto, ed alla fine, mettendo da parte i miei desideri, le ho detto che saremmo rimasti con lei, senza nemmeno consultare il mio fidanzato (il quale erano 3 giorni che imbiancava e ripuliva l’appartamento dove saremmo andati). Inutile dire che non è stato contento, peró ha capito.
Da quando ho preso questa decisione mi trovo in un momento di confusione totale.
È chiaro che i miei genitori hanno realmente bisogno di me, ma è altrettanto chiaro che se non forzo la situazione mia madre non mi lascerà mai andare.

Sono due giorni che continuo ad arredare e a pulire l’appartamento nel quale sarei andata a vivere, nonostante ho deciso che non andró più. Ho comprato piante lampadine e tappeti e non so perchè lo stia facendo, da una parte nel mio cuore nutro la speranza che mia madre si rassereni e mi liberi, che mi accompagni con gioia in questo momento della mia vita, ma poi torno lucida e mi rendo conto che questo non avverrà mai perchè i miei sono anziani e malati e devo stargli vicino.

Cosa devo fare…
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto psicologico possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, le scelte sono sempre complesse perché portano dentro di loro vissuti emotivi diversi e a volte contrastanti. Le suggerisco un colloquio, cosi da riuscire a capire attraverso il suo racconto come stanno le cose. In genere approfondire la questione che ci tormenta insieme a qualcuno che ascolta cercando la nostra verità insieme a noi è di grande aiuto.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Jessica Maranza
Psicologo, Psicoterapeuta
Urbino
Gentile utente, mi rendo conto che ciò che le preme in questo momento è di trovare una soluzione al suo dilemma, un consiglio efficace che le permetta di prendere la decisione giusta. Purtroppo non credo esistano consigli del genere, e nella sua situazione qualunque scelta apparirebbe sbagliata, finché ci focalizziamo sul fatto che o lei o sua madre dovreste "sacrificare" un bisogno per rendere felice l'altra. Immagino che stare tra i desideri propri, di sua madre e del suo fidanzato possa farla sentire come un pupazzetto di gomma tirato da direzioni opposte. Dedicare a se stessa un percorso psicoterapeutico potrebbe consentirle di vedere la sua situazione da un diverso punto di vista, che le permetta di scegliere da una prospettiva più consapevole. Questo non significa che troverà una qualche magica soluzione che permetta a tutti di "vivere felici e contenti", ma che potrebbe considerare l'insieme delle motivazioni per l'una o l'altra scelta, e prendere una decisione più "libera" da eventuali sensi di colpa e doveri che si autoimpone. Le auguro di trovare il percorso adatto a lei, dott.ssa Jessica Maranza.
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, in quanto descrive lei è molto consapevole sia della situazione in cui si trova sia di quelli che, ad oggi, sono i suoi bisogni diversi da quelli dei suoi genitori.
Nel prendere una decisione che sia buona e protettiva per sé, stare con le conseguenze (della eventuale decisione presa) implica sostenere ciò che queste conseguenze emotivamente significano. Quindi la colpa che la attiva e la spinge a tornare indietro, nel ruolo che sembra aver ricoperto per molto tempo: prendersi cura dei bisogni altrui, sacrificando i propri. Potrebbe essere utile il supporto psicologico, non tanto per orientarsi ad una soluzione netta e definitiva, quando per trovare una stabilità che tenga conto anche di quello che vuole lei, oltre che di quello che desiderano i suoi genitori. Rimango a disposizione, un saluto
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, sono d'accordo nel ritenere fondamentale poter condividere i propri vissuti con l'aiuto di una persona formata in quell'ambito.

Saluti

MT
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Purtroppo non posso dirle quale decisione prendere, tant'è che si tratta di una situazione complessa, dove logicamente non esiste una soluzione che faccia felici tutti. Ha provato a parlare con sua madre di ciò che ha scritto qui? Dei suoi desideri? Ha provato ad ipotizzare un compromesso? Se sente che questa confusione di cui parla la mette in difficoltà, può pensare di iniziare un percorso psicologico, così da avere uno spazio suo in cui riflettere su questi temi e su cosa significhino per lei. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, indubbiamente ciò che sta attraversando è un momento molto difficile e faticoso. Prendere una decisone così importante vista la sua situazione familiare non è semplice , e questo lo ha molto chiaro nella sua testa.
Ciò che mi sento di consigliarle è di provare a parlare con sua madre di quali siano i suoi desideri, provando a trovare dei compromessi insieme a lei. La rassicuri sul fatto che non andrà via per sempre.
Inoltre, si ricordi che mettere la sua vita al primo posto in direzione di quelli che sono i suoi desideri, non la rende una figlia inadeguata. La sua vita ha lo stesso valore di quella sua madre.
Indubbiamente sarà un forte cambiamento per tutti, ma non sta andando a vivere a km di distanza dalla sua famiglia.
Rimango a sua disposizione per qualsiasi necessità
Cordiali Saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Cara utente, non è facile prendere delle decisioni in una situazione familiare complessa, in bilico tra il ruolo della figlia e quello della fidanzata. L’obiettivo di un sostegno psicologico potrebbe essere quello di avere più fiducia in se stessa e nel domani, aiutandola a diventare chi vuole realmente essere. Talvolta sarà necessario scendere a dei compromessi con la sua famiglia e la sfida è proprio questa: affrontare la paura e la confusione e fare delle proprie risorse e delle opportunità presenti nel mondo il proprio tesoro.
Cordialmente, D.ssa Violeta Raileanu
Dr. Massimo Mestroni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Trieste
Buonasera, sicuramente condivisibile il consiglio di parlare con sua madre, per trovare un punto d'incontro e di mediazione, anche se mi viene il dubbio che lei abbia già provato a parlarne senza un grande successo. Inoltre il punto di mediazione mi sembra già ben rappresentato dal fatto che prevede di andare a vivere "due piani sotto", e non credo che le cose cambieranno in modo drastico, se vi trasferirete di un paio di piani e talvolta rapporti molto intensi tra genitori e figli (come tra lei e sua madre) possono richiedere degli strappi transitoriamente dolorosi ma necessari per "crescere".. In questo senso un supporto psicologico, per arginare eventuali vissuti di colpa nel suo percorso di autonomia, potrebbe essere utile, sia per sostenere lei, sia indirettamente pure sua madre, che probabilmente sta amplificando eccessivamente le sue preoccupazioni nei confronti di un cambiamento importante dal punto di vista simbolico ma lieve dal punto di vista concreto.
Cordialmente,
M.M.
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Situazione complessa e sensi di colpa elevatissimi le impediscono di vivere la sua autonomia. Sua madre non è disponibile ad accettare un cambiamento irrilevante, come quello di trasferirsi in un altro spazio della casa. Continui ad arredare casa sua e dedichi del tempo a quella casa. Senza trasferirsi, inizi a fare delle piccole attività lì, e piano piano verifichi se sua madre si può rendere conto che il cambiamento è meno destabilizzante di quanto possa immaginare. Le consiglierei anche un percorso psicoterapeutico per affrontare la difficoltà a vivere la sua vita per un eccessivo amore e senso di colpa nei confronti di sua madre che pensa a sé e a suo padre ma non a lei. Distinti saluti
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, la situazione che vive è complicata, e da quanto trapela dalla sua email, è fonte di conflitto, da un lato il disagio per non poter vivere la propria dimensione di coppia in modo libero e dall'altro il senso di colpa per quello che lei vive, e sua madre le fa vivere, come un abbandono dei genitori fragili. Vista l'opportunità di poter stare loro vicino, a due piani di distanza, le direi che questa è un notevole compromesso che sia lei che sua madre potreste gradualmente prendere in considerazione. Inizialmente, con il fidanzato, potreste passare maggior tempo nella casa dei genitori e piano piano ribaltare le cose, come dicevo, con gradualità. Tutto questo però deve partire da lei, per cui potrebbe farsi aiutare con una breve psicoterapia, per avere un punto di vista diverso dal suo e per potersi maggiormente vedere dentro. Un saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Dott. Gabriele Mezzetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Montecchio Emilia
Cara Amica, quanti sentimento e quanta sofferenza affiorano dal tuo racconto. Hai espresso in modo molto chiaro la situazione in cui ti trovi e questo, per quanto doloroso, rappresenta un ottimo punto di partenza. Gli aspetti emotivi e relazionali implicati sono innumerevoli e sono sicuro che potrebbero essere trattati in maniera efficace all'interno di un percorso psicologico. Ti auguro di farti questo regalo di ritagliarti uno spazio personale tutto tuo (accompagnata da uno psicologo di cui potrai fidarti), in cui affrontare gli ostacoli che ti impediscono di vivere la vita nel modo in cui desidereresti farlo. Un caro saluto. dott. Gabriele Mezzetti
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, voglio essere assolutamente schietto con lei dicendole che anche comprendendo la durissima situazione di sua mamma, lei ha il diritto e il dovere di crearsi una sua vita con giusti spazi per una intimità con il suo compagno. Non cada nel ricatto emotivo che sua madre le ha posto. Inoltre credo che non ci sia nulla su cui discutere e rimandare visto che lei andrà a vivere a pochi metri da sua mamma, cosa che le consentirà di avere sempre contezza della situazione . Vada a vivere col suo compagno e non metta in crisi il suo rapporto per l'involontario egoismo del suo genitore. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Giuseppina Mangano
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione descritta. Hai espresso chiaramente ciò che sta vivendo. Ritengo utile intraprendere un percorso psicologico al fine di elaborare pensieri e le emozioni connessi alla situazione descritta e trovare strategie utili per fronteggiarla. Se sceglierà di affidarsi ad un professionista, io faccio anche consulti online, resto a disposizione, Dott.ssa G.Mangano
Dott.ssa Angela Peronace
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Santa Croce sull'Arno
Salve, mi spiace molto per la situazione che sta vivendo. Leggendo ciò che ha scritto, ho come l' impressione che lei abbia consapevolezza della strada che vorrebbe intraprendere, ma forse la sofferenza associata alla separazione e i sensi di colpa per la situazione di vita di sua madre, non la lasciano prendere una scelta che senta davvero sua.
Forse avrebbe bisogno di elaborare i suoi vissuti emotivi rispetto a questa fase di transizione, supportata dall' aiuto di una professionista.
Se avesse bisogno sono disponibile per un consulto, anche online.
Resto a sua disposizione,
dott.ssa Angela Peronace.
Dott.ssa Rossella Sorce
Psicologo
Palermo
Buonasera, comprendo che la situazione che sta vivendo non aiuta a prendere una decisione cosi importante.
Forse affrontando questo momento con il sostegno di un collega potrebbe aiutarla ad affrontare questo momento con maggiore serenità.

Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rossella Sorce
Dott.ssa Silvia Sauco
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Gentile utente, ci sono tante questioni che emergono, la relazione con sua madre, la relazione tra sua madre e suo padre, la relazione tra lei e il suo fidanzato e la possibilità di vivere da sola la sua vita. Sicuramente è una scelta difficile e complicata vista anche la situazione che purtroppo sua madre sta vivendo. Mi sembra però di capire che ci sono molti sensi di colpa relativi alla sua decisione. Mi sembra però anche di capire che lei starebbe comunque vicino a sua madre, anche se non nella stessa casa. Da quello che ha scritto la relazione tra i suoi genitori presenta delle dinamiche conflittuali, sarebbe forse importante per lei provare a capire come queste dinamiche entrano nella relazione che lei ha con i suoi genitori e quanto sono per lei determinanti per prendere una decisione in merito alla separazione da sua madre. Rimanendo a disposizione, le mando un caro saluto
Dott.ssa Monica Renna
Psicologo, Psicologo clinico
Terracina
Gentile, la ringrazio per il suo racconto e comprendo quanto possa essere difficile la situazione che sta vivendo. Dal suo racconto ci sarebbero diversi elementi da esplorare, ma arriva ben chiaro il senso di colpa e di responsabilità che la legano. Eh si, perché se è vero che la rabbia separa e la colpa unisce, se in lei prevalesse rabbia non avrebbe bisogno di alcun permesso per andare a vivere con il suo fidanzato... ma anche in questo caso non sarebbe libera. La voglio portare a riflettere su quanto questo senso di colpa sia protettivo anche per lei, a chiedersi se è effettivamente pronta per andar via di casa o se magari è un processo che richiede ancora del tempo, e anche ad uscire dalla logica dell'o-o, che la porta a pensare, o comunque a non riuscire a dire, che andare a vivere da sola non significa abbandonare sua madre, non essere più presente come figlia. Riuscire a differenziarci, a ridimensionare l'attaccamento emotivo ai propri genitori, ci conduce verso una maggiore autenticità, nei confronti di noi stessi e quindi nei confronti degli altri. Resto a disposizione e la abbraccio. Cordialmente
Dott.ssa Monica Renna
Dott.ssa Roberta Aceto
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente. Dal suo racconto appare molto chiaro il difficile periodo che sta attraversando. Da una parte la più che comprensibile voglia di creare uno spazio e una routine con il suo compagno, dall'altro il senso del dovere e il profondo affetto nei confronti dei suoi genitori. Si trova sicuramente davanti ad una scelta difficile che credo abbia bisogno di essere meglio approfondita per individuare le motivazioni che la spingano maggiormente verso una piuttosto che verso l'altra. Comprendo, inoltre, anche il punto di vista del suo fidanzato e quello di sua madre, i quali si trovano entrambi ad avere delle esigenze del tutto rispettabili ed in qualche modo lecite. E' sicuramente difficile poter dare in queste circostanze dei consigli su quale decisione prendere, oltre al fatto che non spetta a terze persone. Tuttavia, ciò che mi sento di consigliarle è provare a spiegare con calma e pazienza, agli attori coinvolti, la posizione scomoda in cui si trova, cercando di comunicare le sue esigenze senza arrivare necessariamente ad uno scontro verbale. Inoltre, ritengo che sia positivo per lei rivolgersi a qualcuno che possa aiutarla a canalizzare tutte le forti emozioni di cui si sente in balia per permettere di prendere una decisione più lucida possibile. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento, un caro saluto.
Dott.ssa Roberta Aceto
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la sua situazione è complessa e carica di emozioni contraddittorie. È evidente che ama profondamente sua madre e si preoccupa per il suo benessere, ma allo stesso tempo avverte la necessità di affermare la propria indipendenza e costruire la propria vita insieme al suo fidanzato. Questa tensione tra il dovere verso la famiglia e il desiderio di libertà è un tema rilevante e comune, che merita riflessione. La sua reazione alla decisione di rimanere sembrerebbe un tentativo di proteggere la madre, ma al contempo potrebbe rappresentare una negazione dei suoi bisogni essenziali. Spesso, il timore di far del male agli altri ci porta a sacrificare parti di noi stessi, portando a un conflitto interno. Potrebbe essere utile esplorare come questa dinamica di cura si intreccia con la sua identità e le sue aspirazioni; comprendere che prendersi cura di sé non implica necessariamente abbandonare i propri genitori, ma piuttosto trovare un modo per equilibrare le proprie esigenze con quelle familiari. La speranza di un futuro in cui possa avere la propria vita è valida e merita attenzione.
Se desidera approfondire queste tematiche per orientarsi meglio nelle sue emozioni e decisioni, non esiti a mettersi in contatto.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Ornella Puelli
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Salve ,

È perfettamente comprensibile il suo stato d’animo; non è mai facile vedere i propri genitori invecchiare e stare male così come non è facile accudirli in determinate condizioni.
Da quello che mi pare di capire lei è l unica figlia quindi l unica risorsa di cui dispongono e di conseguenza soprattutto sua madre si aggrappa a lei con forza ma ciò non vuol dire che lei si debba sacrificare totalmente restando in una condizione che non le permette di mandare avanti anche la sua di vita come è giusto che sia .
Andare fuori di casa non significa abbandonare sua madre e non essere presente o di aiuto nel quotidiano, sicuramente lei ci sarà sempre per i suoi genitori e troverà il modo di fornire loro l’assistenza necessaria anche se non vivrà sotto lo stesso tetto.
Credo che sua madre capirà la sua scelta , ma ha bisogno di “tastare con mano” che la figlia esce di casa ma non dalle loro vite e che continuerà a sostenerla nell’accudimento del padre quindi finché lei non uscirà per davvero sua madre continuerà a vedere questo cambiamento come negativo.
Sicuramente potrà essere maggiormente di aiuto ai suoi genitori quando anche lei si sarà liberata di questo enorme peso che porta e non metterà da parte la sua di vita e quella del suo compagno; le cose possono funzionare insieme e anche una situazione così pesante come accudire un genitore anziano malato può essere sostenuta in modo meno devastante se accanto al benessere dei suoi cari mette anche il proprio .
Le auguro di riuscire a giungere ad una scelta che la faccia stare bene .

Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La sua situazione è davvero complessa e delicata. È comprensibile che desideri indipendenza e uno spazio proprio, ma anche che senta il dovere di essere vicina a sua madre e al suo padre. La chiave potrebbe essere trovare un equilibrio che le permetta di supportarli senza rinunciare a sé stessa. Potrebbe considerare l’idea di vivere separata, ma nelle vicinanze, così da poter continuare a prendersi cura di loro. Parlare apertamente con il suo fidanzato e valutare anche il supporto di un terapeuta potrebbe aiutarla a gestire il conflitto interno e a prendere decisioni più serene.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

quello che descrive è un conflitto profondo e umano, tra l’amore e la responsabilità verso i suoi genitori da un lato, e il bisogno di costruire la sua vita e la sua autonomia dall’altro. La situazione è doppiamente complessa perché coinvolge due generazioni fragili e due ruoli incompatibili: quello di figlia e quello di adulta che desidera formare la propria famiglia.

Dal suo racconto emerge con chiarezza che lei non vuole abbandonare sua madre, ma che vivere con lei, in questo momento, significa sacrificare completamente se stessa. Sua madre si è aggrappata a lei non solo per necessità pratica, ma anche per bisogno affettivo e paura della solitudine, e questo la porta — inconsapevolmente — a colpevolizzarla e trattenerla, creando in lei un profondo senso di colpa. Ma il suo amore e la sua dedizione non devono tradursi in una rinuncia alla vita.

Le dinamiche che descrive sono tipiche dei rapporti in cui il confine tra amore e fusione si assottiglia: la figlia si sente responsabile della serenità della madre, mentre la madre, sentendosi fragile, fatica a riconoscere la figlia come adulta autonoma. In questi casi la “libertà” non arriva da un permesso esterno, ma da una scelta dolorosa e necessaria: non si tratta di lasciare sua madre, ma di smettere di vivere al suo posto.

Può iniziare così:

Riconosca che la sua scelta di andarsene non è un tradimento. È un atto di maturità che le permetterà di essere più presente, più serena e più utile anche per loro.

Cerchi di condividere la decisione senza chiedere approvazione. Può dirle con calma: “Mamma, ti voglio bene e continuerò ad esserci, ma ho bisogno di uno spazio mio. Posso aiutarti ad organizzare un supporto per papà, ma non posso più vivere qui.”

Non affronti tutto da sola. Può coinvolgere un familiare, un servizio sociale o anche un supporto domiciliare: a volte basta sapere che non si è “l’unica colonna portante” per alleggerire il senso di colpa.

Si conceda di pensare a sé. È giusto che lei costruisca la sua vita con il suo compagno. Questo non cancella l’amore verso i suoi genitori, ma gli restituisce equilibrio.

Non può “salvare” sua madre dalla tristezza né impedire che si senta sola, ma può proteggere se stessa dal rischio di vivere imprigionata nel senso di dovere, fino a spegnersi dentro.

Con l’aiuto di un percorso psicologico — anche breve — potrà imparare a reggere l’ansia di colpa che questa separazione inevitabilmente genera, e scoprire che volersi bene e prendersi cura di sé non è egoismo, ma la forma più solida di amore verso gli altri.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni

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