Buonasera, Da una settimana mi sono lasciata con il mio ragazzo dopo 3 anni, era una relazione mala

18 risposte
Buonasera,
Da una settimana mi sono lasciata con il mio ragazzo dopo 3 anni, era una relazione malata e con malata intendo che io davo tutto, lui mi metteva sempre all ultimo posto, io accettavo tutto pur di averlo ma soffrendo in silenzio. Vedevo altro in lui. Pensavo sempre che poi sarebbe andata meglio, che aveva solo bisogno di tempo… La decisione è venuta da lui, dicendomi appunto che capiva che questa storia stava diventando malata e che io volevo ed era giusto avessi di più senza accettare le briciole. Quello che mi ha stupito è stata la mia reazione.. mi spiego; ho messo subito un muro, non sono riuscita a spiaccicare parole, sono salita in macchina e ho pianto.. tantissimo, però poi mi sono sentita sollevata. Quasi felice che avesse preso questa decisione che io non sarei mai riuscita a prendere nonostante stavo capendo che mi stavo ammalando. Iniziavo anche a soffrire fisicamente per lo stress, avendo cicli irregolari, tremori alle gambe, attacchi di ansia nella notte. Nonostante questo mi chiedo, come possano due sentimenti contrastanti vivere dentro di me, sia la mancanza e il soffrire perché pensavo fosse l’amore della mia vita, sia l’essere sollevata che sia finita.. a volte penso che vorrei iniziare un percorso terapeutico ma poi mi dico che alla fine sono cose che passano tutti, stupidaggini per cui non smuovere professionisti.. non so
Gentile utente buonasera.
Rivolgersi a un professionista per cercare di cambiare in meglio la propria vita è sempre una buona scelta, al di là del fatto che siano problemi piccoli o grandi.
Nel suo caso, tra l'altro, l'esperienza vissuta negli ultimi anni merita sicuramente un'attenzione particolare da parte sua, per le dinamiche relazionali che si erano instaurate, per la dipendenza affettiva che aveva maturato verso il suo ex compagno, per la separazione (che è comunque un evento destabilizzante). Ecco perché il consiglio di rivolgersi a uno psicologo è molto sentito.
Nel momento in cui il suo ex l'ha lasciata è come se le avesse aperte le porte di una vita vissuta in cattività, seppur per soli tre anni. E' del tutto lecito e normale, trovarsi spiazzati e disorientati nel mondo esterno, incapaci di adattarsi agli stress quotidiani e di soddisfare i propri bisogni. Le sta mancando la sicurezza che quel rapporto le dava, quel senso di protezione dalle ansie e dalla preoccupazioni. Ma era solo una sicurezza apparente, nel frattempo lei ha perso la sua unicità come persona, la sua libertà di pensiero, di espressione, di essere quello che vuole essere.
Come ha sottolineato, lei non lo avrebbe mai lasciato, se non l'avesse fatto lui. E' quel che accade quando la zona di comfort diventa così stretta e rassicurante da non essere più in grado di uscire per affrontare la vita. Proprio come un uccellino in gabbia non sarebbe in grado di sopravvivere al di là delle grate della sua gabbietta. Ma quella apparente zona di comfort la stava asfissiando.
Ben vengano adesso le sfide, le difficoltà, l'apprendimento di nuove cose, di nuove competenze. Ben venga lo stress della vita quotidiana che le dia quel le capacità di occuparsi da sola di sé stessa, di scegliere cosa è meglio per lei e per il suo avvenire.
Un professionista potrà aiutarla in questo percorso di rinascita, di rifioritura. Elaborando quanto accaduto con il giusto spirito di osservazione, non giudicandosi e muovendo sentimenti come la compassione, la gentilezza e la gratitudine verso sé stessa e verso la sua esistenza, la sua vita tornerà ad essere davvero soddisfacente.
Se lo desidera posso darle ulteriori informazioni su un percorso psicologico di questo tipo, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese

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Buonasera gentile utente, la scelta di affidare questi pensieri ed esperienze ad un professionista è sempre utile. Comprendo la sua situazione, spesso ci si trova nella posizione di pensare, o sentirsi dire, che la sofferenza fa parte del vissuto umano e in quanto tale va vissuto e non trattato come se fosse un disturbo e che quindi non serva altro che affidarsi al tempo e non ad un professionista. Il tempo però non solo non cura tutte le ferite, ma non è sempre in grado di fare chiarezza e costruire una consapevolezza di ciò che è accaduto. Infatti la paura più forte è, mi ritroverò a fare i conti con episodi simili nel futuro? Per rispondere a questa domanda sarebbe molto utile avere un occhio esterno che possa aiutare a riportare l'attenzione sulla nostra capacità di autodeterminarci.
Un caro saluto. Ciro Signoriello
Gentile utente, le consiglio di ascoltarsi e di intraprendere un percorso di supporto psicologico, la fine di una relazione è un momento di ridimensionamento di quasi tutte le attività. Per questo motivo è importante essere seguiti da un professionista psicologo.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io credo che la sua domanda sia più che legittima: come possono due anime diverse coesistere contemporaneamente dentro di me? Il senso di mancanza, ma anche il senso di sollievo? Mi sembra che ci sia il desiderio di esplorarsi e capirsi di più. Io credo che il senso di sollievo sia legato al fatto che la relazione stava diventando tossica, lei non lo realizzava a livello cosciente ma il suo corpo lo faceva per lei, e il senso di mancanza sia legato al fatto che, come ha detto lei stessa, vedeva altro in lui, e terminare la relazione significa salutare quella parte idealizzata che vedeva in lui. Elaborare la fine di una relazione che suscita emozioni contrastanti non è semplice, e io credo che questa possa essere una buona occasione per cominciare un percorso che possa portarla a conoscersi meglio e a essere più in contatto con se stessa. Se avesse bisogno di ulteriore supporto sono a disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno, mi sembra di capire che in questa realzione eri una sorta di suo "ostaggio". Il coesistere dei due sentimenti è comprensibile perchè è stata una relazione di 3 anni in cui si sono instaurate delle aspettative, che ora abbandonerai pian piano; sul sollievo hai già capito da sola di essere stata liberata. Un percorso con un professionista non è obbligatorio, ma può aiutarti a capire meglio certi tuoi meccanismi e modalità relazionali da non ripetere. Spero che questa riflessione possa esserti utile. Un saluto
Buonasera, sicuramente la sua situazione non è una rarità ma ognuno affronta i momenti critici della vita in maniera del tutto personale, in base alla storia di ciascuno. Approfondire ciò che ci turba, mina in qualche modo il nostro benessere fisico e psichico, è sempre la soluzione migliore per comprendere meglio se stessi e cercare di vivere al meglio le relazioni presenti e future con gli altri. I cambiamenti nella vita possono spaventare e portare ansia, farsi accompagnare in questo percorso di consapevolezza può essere la scelta migliore.
A sua disposizione. Dott.ssa Alessandra Albanese
Salve, potrebbe essere importante per lei iniziare un percorso per capire come mai ha avuto questa relazione che definisce "malata", su cosa è nato l'incastro relazionale con questa persona e come mai provi questi sentimenti. Una relazione può essere il riflesso di molti aspetti personali ancora poco conosciuti. Sono disponibile in presenza su Roma oppure on-line. Dr.ssa Valentina Sciagura
Buonasera, comprendo la sofferenza e le difficoltà che sta vivendo in questo momento. La fine di una relazione anche se come l'ha definita lei" Malata" lascia sempre un senso di fallimento e vuoto.
Le consiglio di contattare un terapeuta che l'aiuterà non solo a superare nel miglior modo possibile questo periodo doloroso ma potrà approfondire le ragioni che l'hanno portata a restare in un rapporto caratterizzato sembrerebbe da una dipendenza affettiva.
Rimango a disposizione , Dott.ssa Stefania Pasquadibisceglia
Gentile utente,
Ti ringrazio per aver condiviso con noi il tuo vissuto. I sentimenti contrastanti che ci riporti potrebbero essere la manifestazione di un dialogo interno in cui magari una parte di te pensava ad una separazione dalla relazione dolorosa, per proteggersi, l’altra andava avanti nella speranza di un cambiamento. Talvolta alcuni sentimenti contrastanti ci danno modo di vedere alcuni aspetti, punti di vista differenti, che prima non ci era possibile vedere.
Ci dici “a volte penso che vorrei iniziare un percorso terapeutico ma poi mi dico che alla fine sono cose che passano tutti, stupidaggini per cui non smuovere professionisti”. Ognuno di noi è unico e vive le situazioni, le emozioni, in modo diverso, anche se fossero le stesse nello stesso momento, sarebbero diverse per ognuno di noi. Un professionista è un aiuto perché accoglie qualsiasi vissuto portato in terapia e aiuta il consultante a chiarirlo, spiegarlo, approfondirlo, accettarlo, affinché possa trovare nuove chiavi di lettura e nuove strategie per affrontare le varie situazioni. Un po’ come i sentimenti contrastanti che ci riporti che potrebbero essere ulteriormente esplorati e ampliati oltre che compresi e accettati.
Se stai pensando di intraprendere un percorso terapeutico, non aver timore che i tuoi vissuti siano stupidaggini, non lo sono affatto, sono tue esperienze, emozioni e relazioni che meritano l’attenzione e l’ascolto che un professionista può offrirti.
Cari saluti, dr.ssa Rita Desiderio
Buonasera, nella vita ci sono spesso aspetti duplici, da una parte ti senti sollevata e dall'altro addolorata per la conclusione della storia, o magari per non averla conclusa prima...
I professionisti come ci chiami tu, sono persone che hanno cercato prima delle risposte per loro, per poi poterle dare agli altri. I problemi o le preoccupazioni che ci portano i pazienti, non sono mai "stupidaggini", ma sono il loro mondo affettivo, che va accolto e compreso e poi aiutato ad andare in una direzione più giusta per la vita di quell'essere umano che si apre con noi, con me.
Un caro saluto Lavinia
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Gentile utente,
I sentimenti contrastanti ci fanno sentire combattuti e bloccati. La fine della relazione può essere una finestra da cui entrare per mettere un po’ di ordine nelle sue emozioni e gettare le premesse per relazioni più sane e rispettose verso se stessa. L’idea di un percorso mi sembra un’ottima intuizione.
Dr.ssa Damiano Maria
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Possiamo leggere le nostre relazioni in un'ottica di complessità e spesso accorgerci di quanti sentimenti contrastanti vi risiedono. Le relazioni sentimentali in particolare sono instabili per loro natura, abbiamo bisogno di sicurezza, affidabilità, stabilità, ma desideriamo anche novità, eccitazione, rischio. Quindi le risponderei che le contraddizioni fanno parte di noi ma la sua esperienza soggettiva merita sicuramente la possibilità di essere compresa ed elaborata all'interno di un percorso psicologico. La saluto e rimango a sua disposizione. Dott. Marco Squarcini
Carissima,
grazie della sua mail. Mi spiace che lei abbia solo pensato che il suo disagio sia stupido o un disturbo per qualcun altro. A parte che dallo psicologo non si va solo quando si sta malissimo, ma anche per disagi lievi, così si va per meno tempo e si sta meglio prima. Quello che mi stupisce è la sua sensibililtà nel pensare che un professionista che fa questo di lavoro e per cui viene pagato possa pensare di essere disturbato.
L'inizio di un percorso è una scelta sua, per sua utilità e per il suo benessere. solo lei sa se è pronta per questa avventura con qualcuno a cui concederà la sua fiducia e quel professionista sarà fortunato.
Le auguro una buona giornata
Francesca Cilento
Gentile utente, posso comprendere quanto sia difficile attraversare un momento così complesso e doloroso. Prima di tutto, vorrei sottolineare il coraggio che ha dimostrato nel condividere la sua esperienza. È importante riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri senza giudicarsi.
È normale provare sentimenti contrastanti dopo una rottura, specialmente quando si è stati coinvolti in una relazione complicata e difficile. La sensazione di sofferenza e la mancanza possono coesistere con un senso di sollievo e liberazione. Questo perché, nonostante ciò che ha vissuto fosse doloroso, era comunque una parte significativa della sua vita. È come se il suo cuore e la sua mente stessero elaborando questa transizione in modi diversi.
Il fatto che lei stia sperimentando conseguenze fisiche dello stress è un chiaro segnale del peso emotivo che ha portato. È importante prendersi cura di sé stessa non solo emotivamente, ma anche fisicamente.
Quanto alla sua riflessione sul percorso psicologico, è vero che molte persone attraversano momenti difficili senza necessariamente ricorrere a un professionista. Tuttavia, è altrettanto vero che il supporto di uno psicologo può essere estremamente utile nel comprendere meglio le sue emozioni, elaborare il dolore e sviluppare nuove strategie per affrontare la situazione.
Non è affatto una debolezza chiedere aiuto quando ne ha bisogno. Anzi, dimostra una grande consapevolezza di sé stessa e un impegno verso il suo benessere emotivo. Se pensa che un percorso psicologico possa essere utile per lei, le incoraggio caldamente a considerarlo come un'opzione valida.
Ricordi che il suo processo di guarigione è unico e personale, e ci vorrà del tempo per attraversarlo completamente. Sia gentile con se stessa e conceda il tempo e lo spazio di cui ha bisogno per guarire. Se desidera parlarne ulteriormente o se ha altre domande, sono qui per ascoltarla. Un saluto. Dott.ssa Pasqualina Annoso.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, i sentimenti contrastanti che sente sono del tutto plausibili; ha appena concluso una relazione che per 3 anni è stata carica di aspettative, di progetti e di condivisione, ecco la parte della mancanza, ma al tempo stesso lei medesima percepiva di star vivendo un rapporto non salubre per molti motivi, ecco la parte di sollievo che prova dopo che questo si è interrotto. Il suo pensiero di potersi affidare ad un professionista per la comprensione di questi ed altri pensieri e dinamiche mi sembra molto positivo. Ogni tipo di domanda e di riflessione è importante, vale sempre la pena approfondire. Nel suo caso un percorso le permetterebbe di comprendere come mai per 3 anni è rimasta in una relazione “malata”, come lei stessa la definisce. Soltanto la comprensione di questo potrà portarla in futuro a non compiere più lo stesso errore con qualsivoglia altra persona. Se avesse bisogno di ulteriore supporto rimango a disposizione, anche online. Un saluto, Dott.ssa Valentina Terruzzi.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Buongiorno, grazie per la tua condivisione. È comprensibile che tu stia vivendo una gamma di emozioni contrastanti dopo la fine di una relazione così complessa. È normale sentirsi tristi per la perdita e la mancanza, ma anche sollevati per essere usciti da una situazione tossica. Prenderti cura di te stessa è fondamentale, e se senti che un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a elaborare questi sentimenti e a trovare la tua strada verso il benessere, potrebbe essere una scelta positiva. Non c'è nulla di sbagliato nell'ottenere supporto professionale quando ne hai bisogno. La tua salute mentale è importante e meritata. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
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