Buonasera. Come si può parlare con il proprio inconscio nella vita di tutti i giorni, insieme all'a

15 risposte
Buonasera.
Come si può parlare con il proprio inconscio nella vita di tutti i giorni, insieme all'attività psicoterapeutica?
Buongiorno, per essere consapevole del proprio "inconscio", di quale sono le sue modalità, come agisce quotidianamente e che influenza ha nelle nostre scelte, si un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutare a questa consapevolezza.
L'inconscio è una parola usata in alcuni modelli teorici della psicologia, ma prendere consapevolezza di sé, delle emozioni e come si mettono in atto, non è esclusivo di questi modelli.
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Buongiorno,
per riuscire a comprendere come il nostro inconscio influenza e agisce condizionando e a volte sabotando i nostri progetti o relazioni, potrebbe incominciare con un percorso di Mindfulness, che consiste semplicemente nel fermarsi e osservare tutti i pensieri e i giudizi che abitano la nostra mente, migliorando anche il nostro controllo emotivo.
Se invece desidera andare più in profondità e comprendere come modificare abitudini e meccanismi guidati dal nostro inconscio può incominciare un percorso terapeutico.
Saluti
Dr.ssa Siciliano S.- Psicolgoa, Psicoteraputa, Operatore Mindfulness
Buona giornata
Buongiorno, la teoria dell'inconscio fa riferimento ad un ambito specifico. Il questo frangete siamo nell'a,bito delle terapie analitiche o psicodinamiche. Gli strumenti privilegiati che ci mettono in collegamento con gli aspetti inconsci sono i sogni, i lapsus, gli atti mancati....più in generale i simboli e le metafore che attraverso la loro lettura e interpretazione ci aiutano a comprendere noi stessi. Resto a disosizione per eventuali approfondimenti.
Gentile utente, prendere contatto con il proprio funzionamento con ciò che ci muove e ci fa agire, prendere coscienza dei nostri pensieri ed emozioni è fondamentale. In un percorso di terapia si impara a parlare con noi stessi a stare in contatto con le parti di noi. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, non si può parlare con il proprio inconscio, però lui parla, si esprime fuori senso seguendo le leggi del linguaggio, metafora, metonimia, spostamento. Impiega poi la rimozione, per impedire che venga alla luce un contenuto non accettabile o non affrontabile. L’inconscio inizialmente per Freud era una zona, contrapposta a quella della ragione. In seguito, ha denominato ciò che contraddistingue l’umano rispetto all’animale come pulsione e, ancora, ha separato pulsione di vita da pulsione di morte. La pulsione di morte, presente nell’umano come parte pregnante, va sempre verso la ripetizione, ulteriore meccanismo inconscio che va a reiterare comportamenti o pensieri poco piacevoli, che conducono a sofferenza. Le cito alcuni esempi di sintomi che le saranno già noti: disturbi del comportamento alimentare, alimentazione incontrollata o anoressia, dipendenza da gioco o da sostanze, disturbi ossessivi di controllo delle proprie azioni, pensieri ricorrenti e intrusivi.
L’inconscio va fatto parlare, presso lo studio di uno psicoanalista, non può occuparsene lei, ma potrà parlarne. Ciò le toglie il carico di essere da solo di fronte a questa ingovernabilità, ma non le toglie la responsabilità che questo luogo racconta qualcosa del più intimo di lei, con cui potrà prendere le sue misure, dopo averne incontrato qualcosa nel corso di un lavoro analitico.
Dott.ssa M. Gorini
Gentile utente, grazie per il suo interessantissimo quesito...
Il nostro inconscio ci parla più spesso di quanto possiamo immaginare: sta a noi, poi, saperlo ascoltare...
Lei sogna?
Ecco, quella è già una manifestazione del nostro inconscio...Sebbene attraverso le immagini, esso si presenta a noi in maniera ombrosa, misteriosa, sognante...Ed è questa la sua natura, e tale deve essere!
Svelarlo, significherebbe spiegarlo, razionalizzarlo, sminuzzarlo e quindi...Sminuirlo!
Va rispettato nelle sue manifestazioni, come fosse l'intuizione di un artista che mette su tela, o in musica, o in prosa, un'ispirazione!
Questo è quanto ho da dirle, spero di averle dato qualche spunto interessante!
Cordiale saluto,
Dr. E. Nola


Buongiorno, come diceva Freud l'inconscio comunica con noi tramite sogni, lapsus e atti mancati (dimenticanze). Può essere utile quindi tenere un quaderno su cui segnare i propri sogni, segnare quello che più di tutto ci ha colpito del sogno e eventualmente parlarne in un percorso di psicoterapia.
L'inconscio si esprime poi nell'arte quindi un'attività creativa che piaccia e rilassi potrebbe essere un modo attivo di far esprimere il nostro inconscio. Un esempio potrebbe essere quello dei mandala da creare e colorare o semplicemente da colorare.
Salve, la vita quotidiana è già tanto piena di impegni, imprevisti e difficoltà che all'inconscio occorre riservare uno spazio protetto e diverso quale quello di una psicoterapia. Non si possono analizzare gli altri e neanche se stessi da soli. Cerchi aiuto negli spazi protetti se ne ha bisogno , altrimenti rischia di inimicarsi parenti, amici e conoscenti. Un saluto
Gentile utente, come già segnalato da altri colleghi, esistono vie preferenziali per l'incontro con l'inconscio: i sogni, gli atti mancati, i lapsus. Ma anche tutto l'ambito della "non consapevolezza", incluso quello che lei trasmette in maniera non verbale o quei messaggi ulteriori che percepisce nelle comunicazioni. La terapia è lo spazio in cui dare forma al non detto e imparare a farlo nel quotidiano: lì lei può cercare quello che ancora non si è detto, quella parte che ha tenuto per qualche motivo nell'oscurità, quello che sente a cui non sa dare ancora un nome.
Salve, la ringrazio per aver scritto.
In Psicoanalisi le manifestazioni dell’inconscio si presentano nel mondo onirico, nei lapsus, negli atti mancati, nella libera associazione e in quelle tendenze che nella vita torniamo a ripetere. L’inconscio non è solo un abisso da scavare ma si manifesta di frequente nella superficie del nostro discorso quando produciamo qualcosa di inatteso di cui ignoriamo la significazione.
Tutto ciò ci consente di stare in ascolto di ciò che produce, al fine anche di trattarlo in terapia.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Di Costanzo
Buongiorno, i colleghi hanno già precisato come avvengano le manifestazioni dell'inconscio. L'importanza della psicoterapia è portare alla luce quei processi che possono essere disfunzionali nella nostra vita e provocare sintomi quali ansia, angoscia, depressione. Con l'Analisi Transazionale Berne rileva come per imboccare la strada della guarigione sia risolutivo comprendere il copione di vita, le ingiunzioni, le spinte, come ad esempio il compiacere o il darci dentro, i ganci che condizionano le nostre risposte relazionali. Una volta emerso il copione acquisiamo maggiore libertà, dialoghiamo con i suoi aspetti e possiamo elaborare alternative nelle scelte. La psicoterapia è la via per l'elaborazione dei processi inconsci e la trasformazione di aspetti che creano sofferenza. Buon dialogo, parlare con le manifestazione della nostra psiche è un viaggio potente e creativo.
Gentile utente, dalla sua domanda si evince che lei stia facendo una psicoterapia. Il mio invito dunque è quello di parlarne con il/la suo/a terapeuta, al fine di comprendere più profondamente la sua domanda e, se necessario, cercare di trovare insieme una modalità per "parlare con il suo inconscio" che abbia senso per lei e che sia in coerenza con il lavoro di psicoterapia in atto.
Buon viaggio e buon dialogo!
Dott.ssa Paola Micco
Una volta, quando ero ancora una studentessa, un professore disse che l'inconscio è come la vecchia libreria di casa; possiamo anche aver dimenticato un libro, ma lì ce lo abbiamo messo noi e se ci mettiamo a spolverare, prima o poi ci imbatteremo di nuovo in quel testo, in quel contenuto. Voleva dire che l'inconscio non è un luogo oscuro, minaccioso che deve essere bonificato, né la discarica dell'anima, né un signore dispettoso che ci fa lo sgambetto mentre ci lanciamo a realizzare le nostre ideazioni. Lui, l'inconscio, abita in casa nostra, carico di energia potenziale, di sapere e di cultura su chi siamo, proprio come una libreria, una biblioteca, lo è per l'umanità. Dunque lei vuole iniziare una conversazione con l'inconscio; un bisogno legittimo e necessario, soprattutto in seno a una psicoterapia. La "via regia" è il sogno, ma il lavoro va fatto in seduta, con la dottoressa esperta, mentre lei desidera cominciare un'esplorazione in solitaria, probabilmente per nutrire il suo pensiero psicologico. E allora le dico: esercizi di immaginazione. Non pensi a cose complicate, pensi alla scrittura, ad esempio; scrivere un diario, annotare suggestioni, raccontarsi con onestà, verità, senza indugiare nell'autoinganno, assomiglia proprio a una conversazione con noi stessi. Ma anche pensi a tutte le attività creative e meditative che sospendono il suo giudizio e aumentano lo spazio per accogliere "altro".
Buona conversazione e buona terapia!
Gentile utente grazie per la sua richiesta. La domanda apre spazio a molti scenari e molte strada di sicuro la psicoterapia può aiutarla a conoscere e prendere contatto con il proprio inconscio poi la scelta è sempre la sua e dovrà orientarsi verso qualcosa che si avvicini al suo modi di essere. importante sempre prima di intraprendere un percorso è la motivazione e la predisposizione alla conoscenza di se. Un carissimo saluto Dott.ssa Valeria Sicari
Buongiorno, il suo quesito è interessante, ma non possiamo parlare con il nostro inconscio, è lui che ci parla se noi lo sappiamo ascoltare. L'inconscio parla attraverso i sogni, i lapsus, gli atti mancati. Le consiglio questo interssante testo: "Psicopatologia della vita quotidiana" S. Freud. Provo a supporre che forse lei per inconscio intenda conoscere sè stessi e in questo può essere molto utile un percorso psicoterapeutico di conoscenza di sè. Se vuole mi può contattare. Dott.ssa Lucia Giammattei

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