Buonasera, combatto per la mia salute mentale da anni. In questi anni sono successe così tante cose,

20 risposte
Buonasera, combatto per la mia salute mentale da anni. In questi anni sono successe così tante cose, ho passato dei periodi veramente brutti. Non avevo la voglia e la forza di fare nulla, non trovavo più uno scopo nella mia vita e mi sono rifugiata nell'autolesionismo. Ad oggi non so come mi sento, so solo che sono confusa. sto meglio di prima ma lascio che l'autosabotaggio prenda il controllo anche quando ho la possibilità di controllarlo, mi sento una masochista e mi odio per questo. Voglio stare male ma in un modo specifico per provare un senso di tranquillità e conforto. Tutto questo mi manda fuori di testa, mi sento stupida e una brutta persona.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
grazie per aver condiviso il tuo vissuto, che trasmette tutta la profondità del dolore e della confusione che stai affrontando. È evidente che stai combattendo da molto tempo e che, nonostante le difficoltà, sei riuscita ad arrivare fino a qui: questo è un segnale importante di forza, anche se in questo momento potresti non percepirla.

I momenti di buio che descrivi, il ricorso all’autolesionismo e l’autosabotaggio, spesso rappresentano tentativi disperati di trovare un equilibrio interiore, un modo per “sentire qualcosa” o addirittura per cercare un controllo quando tutto sembra sfuggire. Non sei “una brutta persona” per questo: sei una persona che sta cercando di sopravvivere, e ogni strategia, anche se dannosa, può avere avuto un suo significato in passato.

Sentirsi confusi, voler stare meglio ma al contempo agire contro se stessi, è un paradosso molto frequente in chi ha vissuto sofferenze prolungate. Desiderare un certo tipo di dolore perché dà conforto è un segnale di quanto il dolore sia diventato familiare e, in un certo senso, rassicurante. Non è stupidità: è una reazione umana complessa, spesso legata a ferite più profonde, che meritano uno spazio sicuro in cui essere comprese e accolte.

Per affrontare e trasformare davvero questo malessere, è fondamentale intraprendere un percorso terapeutico. Parlare con uno specialista ti aiuterebbe a dare un senso a ciò che provi, a riconoscere e trasformare quei meccanismi che oggi ti fanno sentire intrappolata e a ritrovare, con il tempo, un equilibrio più sano e gentile con te stessa.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua dolorosa condivisione. Io credo che, visto quello che scrive, sia importantissimo attivare un sostegno il prima possibile, innanzitutto perchè l'autolesionismo è una modalità di placare il dolore, per cercare di non sentirlo, che rischia di metterla in pericolo, e credo sia importante che qualcuno possa sostenerla, ascoltarla e aiutarla a trovare un'altra modalità per esprimere questo dolore. La sofferenza che prova nel giudicarsi in questo modo, nel sentirsi stupida e una brutta persona, merita di essere vista, guardata, compresa e sciolta. Credo che tutti abbiamo la possibilità, anche nel dolore più profondo, di scegliere di guardarlo, comprenderlo e trasformarlo in qualcosa di diverso, nel giusto tempo e con il giusto supporto. Credo che il suo dolore meriti di essere accolto, ascoltato e compreso. Quando diventiamo consapevoli del nostro dolore, del suo significato e della sua origine, allora diventiamo in grado di cambiarlo e di trasformarlo. Il mio suggerimento è di cominciare un percorso il prima possibile, con qualcuno di cui potersi fidare e a cui potersi affidare. Se avesse bisogno mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso con me qualcosa di così profondo. Non sei stupida né una brutta persona: stai semplicemente cercando un modo per sopravvivere al dolore, anche se a volte questo modo ti fa male. Il fatto che tu riesca a raccontarlo e a riconoscerlo è già un passo molto importante. Se vuoi, possiamo lavorare insieme per trovare strade nuove, più sane, che ti aiutino a stare meglio senza doverti fare del male. Quando te la senti, puoi contattarmi per fissare un colloquio, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
a volte la mente trova un modo per anestetizzare il dolore che altro non è che un dolore più grande; tutto questo non ha a che fare con essere "stupida" o una "brutta persona".
L'invito è di occuparsi della sofferenza attraverso un percorso professionale strutturato in modo dal conoscere e rinforzare strumenti differenti che non Le condizionino ulteriormente la vita.
Un saluto
Dott.ssa Daniela Chieppa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, capisco il malessere che riferisce e’ anche vero che le strategie che sta utilizzando le danno solo un sollievo temporaneo a lungo andare diventa costoso, motivo di rimuginio e auto svalutazione.
Intraprendere un percorso di psicoterapia la aiuterebbe a gestire i suoi stati emotivi e ad avere strumenti per creare alternative all’autolesionismo.
Resto a disposizione per eventuali dubbi
Un saluto
Dott.ssa Daniela Chieppa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Febbraro Jacopo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Ciao, credo anzitutto che scrivere qui possa avere un significato molto importante per te. Questo tipo di condivisione, per quanto molto sofferente, può essere simbolo di un tentativo da parte tua, nonostante l'istinto ad affossarti di cui racconti, per cercare di stare meglio. Credo che in questo senso sarebbe molto importante chiedere aiuto, ritagliarti un tuo spazio personale, un tempo per te. Sicuramente puoi partire da qui!
Dott.ssa Manuela Sechi
Psicologo, Psicoterapeuta
Guspini
Buongiorno,
le sue parole raccontano una sofferenza profonda, ma anche una grande consapevolezza: ha riconosciuto il suo disagio, lo sta guardando in faccia e ha trovato la forza di scriverne. Non è affatto poco.
Se sente che è il momento, può valutare di intraprendere un percorso psicologico.
Un caro saluto
Dott.ssa Sechi
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissima, grazie per la condivisione. Comprendo la situazione che descrive, e posso solo immaginare il dolore e lo strazio che sta provando in questo momento, da farle sentire di volersi allontanare da tutto e da tutti. Credo che intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti il suo malessere, all'interno di uno spazio di ascolto protetto e personale.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
Dott.ssa Sara Rubert
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi dispiace leggere del suo dolore e del fatto che l'abbia portata a episodi di autolesionismo. A volte farsi del male fisico è un modo per distogliere i pensieri dal proprio dolore mentale. Questo meccanismo consente di trovare sollievo momentaneo dalla sofferenza ma non lavora però sulle sue cause, risultando quindi disfunzionale a lungo termine. Le consiglio di cercare un aiuto psicologico, per poter raccontare meglio quello che le sta succedendo, far chiarezza e cercare di stare meglio.
Dott.ssa Giulia Ciaudano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno cara utente, grazie per la sua condivisione, mi spiace molto per la sofferenza che caratterizza la sua vita in questi ultimi anni. Potrebbe essere importante intraprendere un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia in modo da esplorare queste sensazioni di confusione, umore depresso, pensieri anticonservativi. Questo sarebbe prezioso al fine di comprendere le origini di questo malessere e trovare nuovi modi per stare e costruire una serenità.
Resto a disposizione e mando un caro saluto. Cordialmente. Dott.ssa Ciaudano
Dott.ssa Francesca Torelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
lei non è sicuramente nè stupida nè una brutta persona. Probabilmente ha trovato queste modalità per riuscire ad andare avanti. Con il supporto di un professionista potrebbe capire come mai ha trovato queste modalità e come poter fare per trovarne di altre che la possano far stare meglio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Dott.ssa Michela Querci
Psicologo, Psicoterapeuta
Pistoia
Buonasera, il suo messaggio appare come una comunicazione, uno sfogo. Non ci sono richieste o domande, solo una descrizione di come sta e di come le pratiche autolesive diano un sollievo fittizio e momentaneo, sembra esserci consapevolezza rispetto alle cause dei suoi comportamenti.
Tuttavia scrive su un sito in particolare, come a testare se qualcuno può tenderle una mano.
Ciò che mi sento di dirle è perché non fare quello che ha tentato di fare qui fino in fondo? Perché non tentare un confronto reale con questo dolore insieme a qualcuno che disponga degli strumenti per aiutarla a gestirlo?
Probabilmente la attende un percorso lungo, difficile e doloroso, ma può anche esserci una via d'uscita.
Dott.ssa Michela Napoli
Psicologo, Psicoterapeuta
Carloforte
Salve non penso tu sia stupida o una brutta persona, a volte per affrontare il dolore si utilizzano modalità che conosciamo ma che alla fine non si rivelano utili. Capire il significato di queste modalità sarebbe utile per trovare nuovi modi per stare a contatto col dolore e trovare strategie di riattivazione del comportamento. Inoltre, l'amore e la compassione verso sè sarebbero punti saldi per incrementare il benessere.
Dott.ssa Valentina Menta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roccabianca
Buonasera, questo suo comportamento, in che modo la fa stare più tranquilla? Quando le succede di mettere in atto questa modalità? In quali situazioni? Qual'è stata la prima volta che ha agito in questo modo? Cosa stava succedendo in particolare in quel momento? Come si è sentita? In che modo viene alimentata questa modalità? Immagino la grande fatica nel portare avanti questa modalità che, a suo modo, sta esplicitando una sua funzione. Provi ad essere curiosa verso questo suo modo di funzionare, cercando di capire cosa le sta dicendo quella parte di lei più ribelle, più impulsiva che prende il sopravvento. IN che modo cerca di proteggerla?
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bruino
Gentile utente,
la ringrazio per aver trovato il coraggio di scrivere. Le sue parole arrivano con grande forza e raccontano un dolore profondo, ma anche la volontà di capire e di uscirne, anche se oggi tutto può sembrare confuso.
Ciò che descrive – la fatica nel trovare un senso, l’autolesionismo, l’autosabotaggio – non è un segno di debolezza o di colpa, ma spesso è la traccia visibile di una sofferenza che ha cercato a lungo uno spazio per farsi ascoltare. A volte, quando il dolore è troppo grande, l’unico modo che troviamo per sentirci “vivi” è proprio quello di farci del male. Non perché vogliamo punirci davvero, ma perché ci manca un altro modo per stare con quello che sentiamo.
Lei dice che sta meglio di prima. È un passaggio importante. Anche se piccolo, è un segnale di cambiamento. Ma è anche comprensibile che, in mezzo a questa transizione, emergano sensazioni contrastanti, come se una parte di Lei non si fidasse ancora del benessere, come se il dolore fosse più familiare e rassicurante.
Le assicuro che non è sola, né sbagliata. E non è una “brutta persona”. Sta semplicemente affrontando qualcosa di molto complesso.
Ma non deve farlo da sola. Un percorso psicologico serio e costante può aiutarla a comprendere più a fondo ciò che oggi appare caotico, a dare un significato nuovo al dolore, e – gradualmente – a trovare altri modi per sentirsi al sicuro, senza ferirsi.
Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta: qualcuno che possa starle accanto senza giudizio, aiutandola a trasformare il bisogno di “tranquillità nel male” in un nuovo spazio in cui ritrovarsi con più gentilezza e stabilità.
Non è mai troppo tardi per scegliere di trattarsi con cura.
Un caro saluto,
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Dott.ssa Danila Bardi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera,

la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così intimo e doloroso. Le sue parole raccontano una sofferenza profonda, ma anche una grande consapevolezza di sé. Il fatto che riesca a riconoscere i meccanismi dell’autosabotaggio, pur nel caos emotivo che sta vivendo, è già un segnale importante di contatto con la propria esperienza interiore.

Sentirsi “confusa” in una fase di transizione, in cui si sta meglio ma ancora non del tutto, è comprensibile. L’autolesionismo, per quanto distruttivo, può diventare un modo per cercare sollievo o controllo dove tutto sembra sfuggire: non è stupidità, né malvagità, ma un tentativo – disfunzionale – di far fronte a un dolore troppo grande.

Non è sola, e non è sbagliata. Se non lo ha già fatto, valuti di intraprendere o proseguire un percorso psicoterapeutico: c’è spazio per trasformare questa sofferenza in qualcosa di nuovo, e per ritrovare il diritto di sentirsi al sicuro dentro di sé.

Un caro saluto,
Dott.ssa Danila Bardi
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare momenti come questi. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, proprio perchè adesso sta meglio e ha superato la fase più critica le consiglio di chiedere aiuto ad una/o psicoterapeuta che le dia fiducia. E' indispensabile arrivare a toccare un po' di più i motivi che la portano ad autosabotarsi. Saluti cordiali
Buongiorno,
la sua condivisione è profonda, e mostra quanto dolore abbia attraversato e stia cercando di contenere ogni giorno. Quello che descrive è il tentativo – faticoso e solitario – di dare forma a un disagio profondo, cercando un controllo o un sollievo, anche attraverso modalità che oggi sente come dannose.
Il fatto che lei riesca a riconoscere questi meccanismi e ad aver voglia di parlarne è già un segnale importante di consapevolezza e di forza. A volte l’autosabotaggio e l'autolesionismo sono forme di difesa appresa nel tempo, strategie che, anche se disfunzionali, hanno cercato di proteggerla dal dolore più profondo. Spesso queste strategie nascono da una disregoalzione emotiva e comportamentale che portano alla messa in atto di comportamenti impulsivi dannosi. Lavorare su questi aspetti in un percorso psicoterapeutico può davvero aiutarla a comprendere questi vissuti, a ritrovare uno spazio sicuro in cui dare senso alle emozioni che oggi sembrano confuse, e a costruire un nuovo modo di prendersi cura di sé, più gentile e rispettoso. Un approccio psicoterapico come la terapia dialettico-comportamentale (DBT) potrebbe fare proprio al caso suo.
Merita ascolto, cura e un cammino verso un equilibrio più stabile e autentico.

Resto a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Alessia Lazzaretto

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